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Roberto Agostini
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Cfr. per la musica Fubini 1995 e Garda 2007.
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più spinose, prima fra tutte quella delle musiche “altre”. Ora, come nota
Michela Garda, se è vero che «l’estetica musicale, almeno fino a oggi,
è indissolubilmente legata alla tradizione della musica d’arte» (Garda
2007, p. 11), è altrettanto vero che «l’apertura dell’orizzonte estetico
alla molteplicità delle “culture” musicali sarà un compito ineludibile»
(ibid.). In effetti, tale compito comincia già a contare parecchi contri-
buti2. In questa sede, piuttosto che affrontare il dibattito in tutte le sue
complesse sfaccettature, vorrei approfondire un aspetto specifico, quello
della relazione tra musica, estetica e dimensione corporeo-affettiva.
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Cfr. il dibattito sviluppatosi a partire dagli anni Novanta nel «Journal of Aesthe-
tics and Art Criticism» e studi quali Gracyck 1996, 2007; Frith 1996; Davies 2001;
Marconi 2005.
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Questo luogo comune è stato sfatato da varie ricerche che hanno sottolineato da
un lato il ruolo dell’appropriazione popolare (cfr. Agostini 1994), dall’altro la scarsa
razionalità delle strategie industriali (cfr. Negus 1999).
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Per un primo approfondimento sul concetto di esperienza estetica, cfr. Agostini
1994. Oltre ai riferimenti lì menzionati, cfr. Shusterman 1997; Shusterman-Tomlin
2008; Tatarkiewicz 2006, cap. XI; Marconi 2005.
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musicale occidentale fin dalle sue più remote origini» (Gozza 2003,
p. 154), nell’estetica moderna la dimensione sensibile e corporeo-affettiva
è rimasta assente, o perlomeno secondaria, non solo per motivi di scuole
di pensiero, ma anche per motivi religiosi e morali.
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Cfr. Tatarkiewicz 2006, Sparti 2007, Lisciani – Petrini 2007, Higgins 2008, De
Marinis 2001, Molino 2003, Caporaletti 2005 e i vari scritti di Shusterman. Nelle mie
argomentazioni attingerò molte idee da questi autori.
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Ho discusso il carattere “mediatico” della musica d’oggi in Agostini 2004. I riferimenti
bibliografici lì riportati possono essere integrati con Sparti 2007; Gracyck 1996, 2007;
Fisher 1998 e vari saggi del «Journal of Aesthetics and Art Criticism» citati in nota 2.
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in linea con gli autori sopra citati, mostrando che l’esperienza estetica
musicale non è mai autonoma, ma sempre culturalmente mediata, che
possiamo ritrovare esperienze estetiche musicali in molti generi musi-
cali, non solo nel canone della musica d’arte, che la popular music può
far vivere vari tipi di esperienza estetica, anche quelli della tradizione
artistica occidentale, e infine che buona parte della popular music pos-
siede un grande potenziale estetico basato sull’attivazione del corpo e
dell’affettività, un potenziale assai ricercato che, quando non negato,
è stato considerato dalla musicologia esterno alla storia della musica.
Non a caso, Marconi pesca i suoi esempi di esperienze musicali soma-
tiche e affettive in pratiche di danza quali il rave e la polka, o nell’ascolto
che immagina tali pratiche. La danza, infatti, basata sulla performance
e sul coinvolgimento attivo dei partecipanti, mette in secondo piano la
distinzione tra autore e fruitore e porta in primo piano la ricerca delle
relazioni con il comportamento di altri soggetti percepiti e/o immaginati,
dove «tutte le facoltà umane sono attivate: non solo quelle percettive
e intellettuali, ma anche quelle relative al sistema motorio, all’apparato
propriocettivo e alle facoltà affettive» (Marconi 2005). A conclusio-
ni simili giungono anche Shusterman (2000, cap. 8; 2006 ) e Sparti
(2007), che hanno svolto le loro ricerche musicali nell’ambito del jazz
e dello hip-hop, musiche afroamericane che si realizzano propriamente
nella performance e nell’oralità mediatica dove è facile cogliere il ruolo
rilevante della dimensione corporeo-affettiva.
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Sparti 2007, p. 80 e sgg.; sul concetto di “voce”, p. 103.
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stare attenti a non fare confusione tra interessi, bisogni (Delfrati 2008,
p. 124) e diritti (Stefani 1989), un nodo problematico ancora irrisolto il
cui approfondimento, dopo quanto argomentato in questo testo, risulta
essere assai urgente.
Proprio per questo, educare al corpo, all’affettività e alle relative po-
tenzialità estetiche rappresenta un percorso tutto da costruire destinato
ad avere conseguenze sia a livello teorico sia pratico: gli esiti della riap-
propriazione dell’esperienza estetica immediata coincideranno con una
radicale trasformazione e riorganizzazione delle attività musicali odierne.
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