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E X D O N O
GIUSEPPE D'AYALA
M A RQUIS DE VALVA
8 3I A I N n L a 3 I v N
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CRON ACA
- V E N E TA
SACRA E PROFANA,
4O sia un Compendio di tutte le cose
più illustri ed antiche
D E L LA CITTA'
D I V E N E z I A.
Rinnovata in questa ultima edizione, e
in ogni sua parte di gran lunga con
nuove aggiunte accresciuta
e rimodernata.
To M o S E c o N o o.
IN VENEZIA )( 1793. s
“ere-eve essere e,
Presso FR a Nc e sco Tos 1,
Con Licenza de Superiori.
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3
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C R O N A CA
V E N E TA
SECONDO SESTIERE
DI SAN MARCO,
A Chiesa Augusta di S. Marco,
benchè non sia Cattedrale, è pe
rò Basilica, e la prima dopo la
Patriarcale, non solamente perchè
“è consagrata al gran Santo e Protettore
della Città, ma anche perchè è Cappel
la de'SS. Dogi ; onde il Sestiero dal
luogo più Nobile ed eccelso che v ha
nel suo recinto, è stato così appellato,
S. MARco CAPPELLA DEL PRINcire,
e PARRocHIA . 1.
)
6 Sestier di S. Marco.
ºndolo che dovesse abbassarle vele, ac
ciochè la Nave cacciata dalla furia de'
Venti non andasse a traverso; e che fa
ºendº a questo modo giunsero finalmen
º salvi ad Umago. È sapendo d'avere
trasgredito il pubblico comando, chie
sero perdono, annunziando ch aveano,
con essi loro il prezioso sopraddetto Cor
Po. Subito Giustiniano Participazio allo
ra Doge, con tutto il Clero, e si può,
idire con tutto il popolo, pieni di giu
bilo, e quasi piangendo per l'allegrez
za, andarono a riceverlo, e si pose con
gran riverenza in una piccola Cappella.
Desiderava il piissimo Principe di fab
bricargli una magnifica Chiesa, ma pre
venuto dalla morte non potè eseguire: se
non che ordinò per testamento che a sue
spese dovessero farla, e Giovanni Par
ticipazio suo Fratello, che pur gli suc
cedette nella Ducea, le diede principio,
del 829. nel mese di Marzo, benedicen
do il luogo, e gettandovi la prima pie
" d'una Croce Orso Ba
tra coll'
doaro Vescovo Olivolense, e si dedicò.
al º" Iddio, e Maria Annunziata,
e a S. Marco Evang-; invocandolo come
rincipali Protettore della Città e del
" Mare, ed in essa posero il Sa
cro Corpo, chiuso in una colonna º pi
lastro, non volendo che il luogo dov'era
posto, fosse ad alcun altro palese fuori
che al Doge, e di mano in mano, a
suoi soccessori. –
e - E que
Sestie di S. Marcº, 7
E questo fu il principio di quella Ba
silica, detta d'allora in qua. Cappella
de Dogi, posta sulla Piazza in un can:
-
one del gran Palazzo Ducale, ºve si
rende ragione al Popolº, per significare
che la Giustifiia dee abbracciarsi coſa
Religione, e con la Pace, Justitia &
Pax obsculata sunt, ma conciò fosse co
sachè il fuoco ſa guastasse, e che in es
sa quella magnificenza, che si desidera
va non risplendesse, S. Pietro Orseolo
Doge nel 976. fece venire molti Arte
fici di Costantinopoli, e volle che la
costruissero sul modello come oggidì si
mira, e del ro71. regnandº I nico
:lvo cominciossi a lavorar di Musaico,
e fu terminata sott'il Principato di Or.
delafo Faliera. . . -e
a
º , C º" all'Ughellio suddetto (c).
e
– – – ! –
( a) - . * - e -
Sestier di S. Marco. 9 -- -
-
An.
IV. ro38. Capuano. Prete Primicerio
compì, e roborò una carta di per
mutazione frà Maria Vedova di
Giovanni Monetario , e Giovanni
Marzano Pievano di S. Moisè, come
esiste nell'Archivio di detta Chie-,
sa. Qui pure siamo manchevoli di
monumenti.
V. 1152. Bonoaldo. Si trova mentovato
con questo titolo nell'archivio di S.
Donato di Murano, ed in oltre è
sottoscritto ad una sentenza dell'anno
medesimo in favore del Pievano, e
Chiesa di S. Maria di Murano (a).
VI. 118o. Benedetto Faliero. Pievano di
S. Maria Giubanico, consacrato dal
Patriarca di Grado Giovanni Signo
Io, ed è quello di cui esiste memo
ria oggidì corrosa nelle lapidi Se
pulcrali poste nell'Antiporto della
Chiesa Ducale.
VII. 12o5. Giovanni Andradi. Questo
º nome si legge nel catalogo de Bene
fattori del Monistero di S. Benedetto
di Polirone di Mantova, il qual Ca
talogo sta posto nel fine dell'Evan
gelistario scritto in detto anno, e
donato dalla Contessa Metilde a quel
Monistero; Codice che si trovava
ne' M. S. di Giovan Battista Recanati
Pa
A 5
I e Sestier di S. Marco.
An.
f
Patrizio, Veneto di erudita memo
ria, ed ora passato, nella pubblica
libreria di S. Marco.
VIII. 12o8. Andrea Canale.
IX. 1229. Lionardo Querini. Che passò,
poi al Patriarcato di Grado.
X 1251. Jacopo Belegno. Questi ebbe fa
coltà da Innocenzio IV. ad istanza
della Repubblica di poter usar i.
a Pontificali.
XI. 128r. Lionardo guerini II di cui fa
menzione, il Zabarella nella sua Sto-s
ria della famiglia Querini.
XII., 1284. Pietro Corraro. Poi Arcive
scovo di Candia ec.,
XIII. 1187. Simone Moro. Già Pievano,
di S. Barnaba nel 1259, indi di S.Pan
taleone, e nel 1288: si trova fatta
una citazione a Simone Moro Primie
cerio della Chiesa di S. Marco. f
XIV., 1292. Bartolomeo Querini figliuolo
di Romeo, prima Pievano di S.
Martino, che passò, poi alla Sede,
di Castello. -
- a
24 Sestierº di S. Marco.
Dall'altra parte della porta grande
vi è Noè, che pianta la Vigna: Cam
che lo ha scoperto ubbriaco, e Sem, che
lo copre con una Veste, osservandosi
poi dall'altro lato la Torre di Babelle,
e dirimpetto il monumento della Do
garessa Felice, Moglie di Vital Mi- l
chele -, e a -
l
nanzi al quale, oltre 6. Colonne di
Marmo, che lo adornano, si veggono
4. Colonne d'Alabastro trasparenti alte
piedi 8. lavorate a spirale che sosten
gono una Cornice di Marmo, veramen
te rare, e d'inestimabil prezzo, al di
dentro ve ne sono due di Serpentino,
ed il Parapetto è di Porfido; la Portel
Ia del Sacrario Eucaristico è di Bronzo.
con figure di mezzo rilievo, lavoro di
Jacopo Sansovino. -
- -
e - - - v º
Sestier di S. Marco. 37
Diacono s'asperge il Principe, la Signo
ria, e tuttº il popolo con acqua rosata.
Si, tralascia la descrizione degli altri
molti Altari non perchè non sieno di
gran pregio, e per le loro sculture, e
per le tante preziose antichità, ma per
chè anche in un Giardino che sia tutt'
adorno del più vaghi fiori, o in una
Galleria che non abbia pari nella pre
ziosità delle sue Gioje, si suol coglie
re, di quelli rispettivamente il più in
tatto, e di queste la più rilucente; im
rciocchè egli è certo che in questa
silica non v'ha cosa che non sia am
mirabile, e misteriosa, come nel pavi
mento incontro l'Altar di S. Jacopo, si
vede una pietra lunga un palmo in cir
Ca, stimata per una gemma, che anzi
fu tentato di rubaria, ma non riuscito
fi che di romperla nel cantoni “ fu il
linquente punito. Dirimpetto l'Altar
della Madonna si veggono due bellissimi
Galli che portano una Volpe legata per
li piedi, volendosi significare i due Re
di Francia. Carlo VIII., e Lodovicd XII.
i quali portarono fuori di Milano, il
Duca Sforza, detto il Moro, che per
esser stato astutissimo, vien accennato
per la Volpe: A mano destra nell'en
trar in Chiesa vicino alla porta che ri
guarda il Battisterio, si vede incastrato
nella " un Quadro di Pietra con
tre Santi di mezzo rilievo intagliati da
un Sant'Uomo d'Aquileia, il quale, sa-l
- pu
38 Sestier di S. Marco. -
-
Sestier di S. Marco. 35
tore, Tiziano famoso Pittore, e Pie
tro Aretino; il Cielo di lei è tutto in
volta, e dipinto a Musaico -
a - -
Sestier di S. Marco. 41
S a N G 1 M 1 n 1 a N o. 3
Succeduto Narsete nel Generalato per
l' Imperatore Giustiniano in vece di Be-,
- - lisa
a
48 Sestier di S. Marco.
lisario contro i Goti in Italia alla metà
del sesto secolo in circa, ed avendo rice
vuto ajuti dalla Repubblica fece voto di
edificare due Chiese delle spoglie de'ne
mici, l'una a San Teodoro come abbiam
detto di sopra, e l'altra a Santi Menna
e Geminiano. Soddisfece al voto, e fab
bricò quest'ultima sulla Piazza in quei
tempi, di gran lunga minore, poichè nel
sito, ove ora si vede nel selicato quella
pietra rossa verso le Procuratie Nuove,
terminava, scorrendovi un Rivo, pro
veniente dal Ponte dei Dadi, detto una
volta di Mal passo, e metteva capo del
Gran Canale da quella parte, in cui al
presente si ritrova la Zecca, e la Chie
sa fu eretta sulla sponda di questo Ri
vo. Fu poscia abbonito sotto il Doge
Vitale Micheli, o secondo altri sotto Se
bastiano Ziani, ed allungata la Piazza,
fu trasferita la Chiesa dove si vede og
gidì. Fu rifrabbricata sotto il Doge Lo.
redano nel 15o5. e sotto il Priuli nel
1556. le fu dato l'intero compimento.
Questa è una delle preziose Chiese,
sì per la struttura, che per; la preziosità
de' Marmi, Colonne, Statue, con cinque
Altari, oltre quello della Cappella San
sovina. Vi sono il Pievano, due Tito -
lati, e Diacono, e-Suddiacono oltre due
Accolti, e molti Sacerdoti, e Cherici, che
indefessamente l'uſiziano. Questa Chiesa
la Domenica in Albis viene visitata dal Se
renissimo, e Senato, si canta Messa Solen
- ne
Sestier di S. Marco. 49
ne dai Musici della Real Cappella, e
terminata, il Capitolo di S. Marco in
forma di Processione indirizza i passi
verso la Ducale, segue il Pievano col suo
Capitolo con la Croce eretta, e Piviale,
indi la Ss. Sig. , e giunti al sito, ov'era
fabbricata l'antica Chiesa da Narsete ,
ch'è segnato da una pietra rossa quadra
ta verso il Campanile di S. Marco, qui
tutti si fermano, e cantata da detti di
S. Marco un'Antifona, il Pievano con
breve Orazione rammemora a Sua Se
renità il successo, e raccomanda alla sua
protezione la detta Chiesa; ed il Sere
nissimo con cortesi parole, gli promet
te il suo Patrocinio. Ella è di dentro,
e di fuori tutta incrostata di pietra I
striana ricca, e molto bella. Nella fac
ciata di dentro evvi la Statua Pedestre di
Marchiò Michele Generale; su l'Altar
grande vi sono tre belle figure di marmo
scolpite da Bartolameo Bergamasco. Una
testa al naturale di Matteo eletto Pie
vano, opera di Cristoforo dal Legna
me, e un'altra del Manzini di Ales
sandro Vittoria. Di pittura vi dipinse
Gio: Bellino la palla di Santa Cateri
rina : Sant'Elena fu dipinta da Jaco
po Tintoretto , e da Bernardino da
Murano. Vi è la Cappella di Jacopo
Sansovino con un Crocefisso assai bel
lo, di mano del Faentino, dov è se
polto il detto Sansovino Architetto
famoso della Repubblica . Vi sono le Re
Cron.Ven.Tom, II. C li
se Sestier di S. Marco .
liquie seguenti, cioè, un pezzo di lei
gno della Santa Croce, un dito di s.
Caterina, e del 1693. fu portato in que
sta Chiesa da Roma il Corpo di S. Gemi
niano Martire, e fu fatta una solenne
processione; evvi la Scuola del Santissi
mo, quelle di S. Caterina Vergine e Mar
tire, della B. V. quella di S. Geminiano
de' Vaginaj è all'Altar de'Tornitori; final
mente vi si vede un Busto di Bronzo di
Tommaso Ravenna K., e Dott. P. del
la Chiesa, che lasciò Commessari in per
petuo della sua Eredità i Pievani di S.
Geminiano, S. Giuliano, e S. Gio: in
Bragora con obbligo che nel giorno di
San Geminiano s'imbossolino sei Don
zelle per ciascheduna delle tre Parroc
chie, delle quali però sei sole sono le
consolate, ed hanno al suo Maritaggio,
o Monacarsi Ducati venti, e ciò non
succede ogni anno, ma in alcuni anni
solamente: di più lasciò che s'introdu
cessero nel Collegio Ravenna in Pado
va alcuni Scolari, che aspirano alla Lau
rea Dottorale.
In questa Parrocchia evvi anche la
Chiesa di San Gallo Badia in Campo
Rusolo, che prima era situata a piè del
Campanile di S. Marco, ma impedendo
la fabbrica delle Procuratie Nuove, fu
trasportata in detto luogo. E' Jus di
Sua Senenità, e morendo l'Abbate il
solo Doge n'elegge un altro.
L'A-
Sestier di S. Marco. 51
L' A s c E N s 1 o N E.
S A N M o s e'. 4.
La Chiesa Parrocchiale Collegiata di
S. Mosè Profeta edificata nell'An. 796.
dalla Famiglia Scopara, era prima inti
tolata S. Vittore M. , ma riedificata da
Mosè Veniero, fu allora dedicata a det
to Profetta. Sono pochi Anni ch'è sta
ta ampliata , e molto modernata, e
nella facciata maggiore, che guarda il
Ponte fu a spese del Procurator Fini
eretto sontuosissimo Deposito con mol
tissime Figure. Sopra poi alla Porta
sinistra evvi un nobilissimo Mausoleo del
Canonico Ivanovich Uomo celebre nelle
Lettere umane a tempo suo, che prima
di morire lo fece far egli stesso col suo
ritratto d'intaglio in pietra fina, e all'
incontro si vede il pulpito fatto a gior
ni nostri di marmo bianco. L'Altar mag
giore è una macchina stupenda di pie
tre fine colorite da Verona mandolate
in un gran monte, sopra del quale si
vede la Statua di Mosè di marmo bian
co fino con quella di Faraone , ed al
tre: L'Altar del Sacramento è riguar
devole per la finezza , e ricchezza dei
marmi, per disegno, e per ornamen
to : Il Tabernacolo è ornato d' intar
siature di pietre fine di vari colori,
con due quadri ai lati in uno de'qua
li
Sestier di S. Marco. 53
Ii Gesù Cristo lava i piedi agli Aposto
li, del Tintoretto, e nell'altro il Palma
fece la Cena. L'Altar della Croce è
anche questo ornato di ricche pietre,
ed altro, la cui palla è dipinta dal Ca
valier Liberi, come quella di Sant'An
tonio con altri Santi, e quella della B.V.
col Beato Felice, e altri Santi della ca
sa Gozi: la palla della Natività detta B.
V. de Ciechi è opera di Pasqual Ros
si. Alla sinistra, vicino alla Sacristia la
palla della B. V. è mano del Tintoretto.
L'Adorazione de trè Magi è opera del
Cavalier Giuseppe Diamantini . Nel
soffitto si vede Mosè che fa scaturir l'
acque, che fu dipinto dal Bambini, ed
il soffitto della Cappella vicina alla Sa
cristia è del Bolognese, ai cui lati vi so
no quadri, cioè la Presentazione della
B. V. , e l'Assunzione, di Domenico
Beverense. Finalmente sopra le due por
te minori della Facciata al di dentro,
si veggono due gran Tele, nelle quali
Girolamo Brusaferro dipinse la Crocifis
sione di Cristo, e Santo Piatti il Mar
tirio di Santo Stefano per ordine e a
spese del qu. Stefanini Pievano di det
ta Chiesa.
Vi sono poi molte Reliquie tra le
quali del Legno della Santissima Croce,
della Veste Inconsutile di N. S. degl'
Innocenti, di S. Luca Evangelista, di
San Gervasio, di San Vittore primo
Titolare, de Santi Teodoro, e Basso,
- C 3 de'
54 Sestier di S. Marco.
de Santi Cosmo, e Damiano MM. di
San Macario Confessore, ed altre.
V'è la Scuola del Santissimo, quella
della Croce, la Scuola della Natività
della B. V. de Ciechi, quali possiedo
no 16. Case, 4: in benefizio della Scuo
la, e 12. de Fratelli poveri. Viene que
sta con tutt'il decoro ufficiata dal Pie
vano, da 3. Titolati, da un Diacono e
Suddiacono, da 2. Accoliti, e da 4o fra
Sacerdoti e Cherici, e suol fare questa
Parrocchia anime 33oo. in circa -
SANTA MARIA GIUBANico. 5.
La Chiesa Parrocchiale Collegiata di
Santa Maria dell'Annunziata prima di
S. M. del bel Giglio, oggi detta Santa
AMaria zobenigo una delle Matrici, fon
data nel giorno della Santissima An
nunziata, nei principi della fondazione
di Venezia, la volta volta rifabbricara
l'Anno 955. dalle tre Famiglie Patrizie,
Giubanici, da quali poi prese la deno
minazione, Barbarighi, e Sesendoli -
Indi la terza volta fabbricata l'Anno
168o. colla Nobilissima Facciata dal
Kav. Antonio Barbaro , ma rimoder
nata ancora l'i Anno 1683. dal Pieva
no Barrati. Viene questa uffiziata di
ligentemente dal Pievano, e da 3. Ti
tolati, Diacono, e Suddiacono e 2. Ac
colti, e da 3o. in circa fra Sacerdoti, e
Chierici. La Cappella del Santissimo è
nobile sì per l'architettura, come per la
pre
Sestier di S. Marco. 55
preziosità de marmi, che adornano il
Tabernacolo, ove si vede un Cristo ri
suscitato, fatto da Giulio dal Moro: la.
Palla di S. Bartolommeo fu lavorata dai
Zanchi: quella de'due Santi Martiri, da
Carlo Lot. Il soffitto, ove si vede l'
Incoronazione della B. V. ed altre va
ghe pitture, con la Casa di Nostra
Donna, è del Molinari. Evvi poi di
prezioso il Ricchissimo Deposito del
K. Anton. Barbaro, nel quale si vede
la sua Statua Generalizia, oltre l'altre
nelle nicchie de' suoi Fratelli: l'Archi
tetto fu il Landi Milanese, ovvero com'
altri dicono, Giuseppe Benoni. All'Al
tare del Cristo vi è una bellissima sta
tua al naturale del B. Gregorio Barba
rigo, fu Cardinal e Vescovo di Padova,
fatta dal celebre Morlaiter.
C'è la Scuola del Santissimo, quella
della Madonna, dei Fornaj, ed è Tito
lare della Chiesa, e quella di Santa
Catterina da Siena.
"Vi sono molte Reliquie, fra le qua
li del legno della Santissima Croce, la
Testa di S. Pellegrino Martire , del
Corpo del Santi Anastasio e Vincenzo
MM. i Corpi di Sant'Ant. M. e di S.
Eugenio M. portati da Roma del dotto
K. Antonio: le anime sotto di lei fa
ranno da 13oo. in circa - e º
C 4 SaN
56 Sestier di S. Marco.
SAN M A U R 1 zio. 6.
SA N.
3estier di S. Marco. 59
SAN V 1 T A LE MA R T 1 R E , 7.
La Chiesa Parrocchiale Collegiata di
S. Vital Martire detta S. Vidal dall'an
no 1o84. fondata dal Serenissimo Doge
Vital Faliero , altri dicono dalle Fa
miglie Miani, Casuoli, Barbarighi, e
Ranosi l'anno 917. sia però come si vuo
ſe, questa ora è del tutto rifabbricata
alla moderna con molto buon gusto.
Evvi la Palla dell'Altar maggior con
S. Vitale a Cavallo di Vettor Carpac
cio, e due Figure al naturale di Anto
nio Gai: quella dell'Annunziata di mez
zo rilievo, colle due Statue ai lati è
del Tarsia : le due Immagini di Marmo
all'Altar del Sacramento sono del Mor
laiter, e la Resurrezione di Cristo al di
sopra è opera dell' Aliense. Sulla Fac
ciata pure, ch'è tutta di Marmo Istria
no, si veggono alcune Statue al naturale
di Giuseppe Gnioccola. Questa vien uf
ficiata dal Pievano, 4. Preti Titolari,
Diacono, Suddiacono, e da 16. tra Sa
cerdoti e Chierici, i quali tutti nel giorno
di S. Vitale a 28. d'Aprile , insieme
colla Scuola del Santissimo vanno proces
sionalmente al Traghetto ivi vincino ad
incontrar il Capitolo della Chiesa de San
ti Gervasio e Protasio detta S. Trovaso,
cui danno un Mazzetto di fuori, la
mano destra, e lo conducono nella loro
Chiesa, ov'egli canta la Messa, e co
C 6 sì .
6o Sestier di S. Marco
sì vicendevolmente praticata il Capitolo
di S. Trovaso nel giorno di sua Festa
con quello di S. Vitale, e ciò perchè
S. Vitale fu Padre de Santi Gervasio,
e Protasio. -
Scuo, a o 1 S. Teop o a o
una delle 6. Scuole Grandi.
La Scuola di S. Teodoro detto S. To
dero, fu l'ultima instituta, la quale per
l' innanzi era piccola e fatta de pochi
Merciajuoli, indi da Uomini Ricchi fu,
comprato fondo in campo a S. Salvato
re, ove oggidì si vede, e dall'Eccelso
Consiglio de'X. annoverata la sesta, e
benchè non abbia verun stabile, nè tam
poco entrata, nulla dimeno puol parago
narsi alle altre, mentre si mantiene col
le generose offerte dei Fratelli, i quali
dispensano grazie alle Zittelle anche tre
volte all'anno a 25. per volta, di 1o, o
i 5. Ducati per una. La Facciata è tut
ta di Pietra Viva Istriana di bella archi
tettura con molti ornamenti, e fu fatta
per testamento di Jacopo Gallo Mercan
te Veneziano, ed il giorno della sua Fe
stà la solennizzano con pompa Relig! Le
/ Pit
Sestier di S. Marco. 79
Pitture di questa scuola sono per la mag
gior parte d'Odoardo Fialetti.
“ SAN B a RT o Lo M M E o. 15.
La Chiesa Parroc. Col. di S. Barto
lommeo Apostolo detta “S. Bortolamio d'
Anime 13oo. in circa , anticamente fu
fondata dalla Famiglia Orseola sotto ti
tolo di S. Demetrio, ma poi dall'anno
Io7o. venne riedificata da alcune fami
glie Nobili , o come altri pretendono
dal Doge Domenico Selvo. Nel 197
Cefestino Papa (a) di consenso def Ves.
covo Castellano, e de' Pievani di Ve
nezia, unì questa Chiesa al Priorato di
S. Salvatore, nominando Gregorio Fio
ravanti Priore di detta Canonica per
Vicario di S. Bartolommeo; la qual co
sa abbiamo pure dall'Ughellio (b) it
quale però dice che fatto fosse dal Ve
scovo Castellano Marco Nicolai per au
torità sua ordinaria. Ma l'anno dopo
insorta grave contesa fra il Priore, e
'l Capitolo di S. Bartolommeo, che ri
cusava di star soggetto ad esso Priore,
questi scelse per suo procuratore in que
sta causa un suo Cherico, e passata la
cosa in Roma, Innocenzio III. ordinò ai
Patriarca di Guardo sotto i 18 di i
-- D 4 gno,
r
8o Sestier di S. Marco.
gno, che facesse in maniera che conser
vata fosse la unione fra le due Chiese.
(a) Nel dì primo Aprile 1326. Giovanni
XXII. poi unì questa alla mensa Pa
triarcale di Grado, ed Eugenio IV. lo
confermò ad istanza di Biagio Molino Pa
triarca con Breve del primo Ottobre
1433. Trasferitesi poi colla morte del
Patriarca Gradense Domenico Micheli
nel 1451. le giurisdizioni di quella Sede
coi titoli in S. Lorenzo Giustiniani, la
elezione del Rettore di questa Chiesa
con titolo di Vicario viene fatta dai
Patriarca di Venezia, non dai voti dei
3Parrocchiani come nelle altre. Oggidì
questa Chiesa si vede in parte rinnova
ta per opera del Patriarca Giovanni
Tiepolo. Oltre il Vicario, ha Titola
ti, Diacono, Suddiacono, 4. Accolti,
e 3o, in circa fra Sacerdoti, a Chieri
ci . Gli Altari sono riformati con marmi
alla moderna, e specialmente il Taber
nacolo del Sacramento con figure di bron
zo: evvi la palla di nostra Donna dipin
ta da AlbertoDuro di bellezza singola
re, l'Annunziata da Giovanni Rothamer,
quella di S. Mattia da Lionardo Coro
na, quella di S. Michele da Pietro
Malombra, quella dell'Altar Maggiore
con S Bartolommeo scorticato dal Pal
ma, di cui sono anche i quadri e la
gran tela ai lati del medesimo
-
i".
CO
S A N G 1 u E 1 A No. 16.
r
D s SAN
- 84 Sestier di S. Marco,
SANTA CRoce DEGLI ARMENI . 18.
In questa Parrocchia, vicino al Pon
te del Ferali, evvi la Chiesa della Na
zione Armena, intitolata Santa Croce,
la quale nel 1497. fu consegnata a que
sta Nazione; ma poi nel 1691, fu acco
modata nella forma presente da Gregorio
Ghiroch Mirman Armeno Persiano,
con tre-Altari, cioè del Ss., della B.
V. e di S. Gregorio suo illuminatore.
Viene uffiziata in lingua armena, con
tutte le solennità, secondo l'ordine del
ſCalendario Armeno: nella Messa solen
ne si dà due volte la benezione al po
polo, cioè dopo l'elevazione, e dopo la
Comunione, e nella privata una sola
volta, e sì fa un breve sermone, e do
po il pranzo nel fine del Vespero la
predica formale in tutte le Dom. e Fe
ste di Precetto. Vi è la Scuola de'Na
zionali, e di reliquie del Legno della
i Santa Croce, che s'espone alli 3. di
Maggio coll' intervento degli Eccell.
Procuratori , quali anche v'ascoltano
Messa, celebrata dal Pievano di San
Giuliano, e vi si predica in tal giorno,
in lingua Italiana.
i f
S. SrrraNo PP. Acostiniani. 18.
Dopo le Chiese Parrocchiali di questa
Sestiere ? tiene il primo luogo la Chie-.
- - - - - - sa
-
- - -
Sestier di S. Marco. 8,
sa di S. Stefano Protom. uffiziata da PP.
Eremitani di S. Agostino, la quale fu fi
nita l'anno 132 5. sulla struttura Tede
sca, ripiena d'ornamenti, di ricchi mar
mi, e di colonne. L'Altar maggiore è d'
ordine composito in tre Archi forati, con
colonne di tutto rotondo servendo la cor
nice per imposta dell'arco principale,sot
to di cui ergesi il Tabernacolo di finis
simi marmi, diligentemente lavorato,
con figure, colonne, e contrapilastri di
bronzo; sotto i due archi ai lati vi so
no due statue al naturale finte di bron
zo , e sotto di esse due porte per le
quali s'entra nel Coro. Si veggono da
ambedue le parti della Cappella le mu
ra coperte da un parapetto di fine pie
tre con sopra 12. figure, sei per parte
di marmo, scolpite da Vittorio Gam
bello. Alla destra evvi l'Altar di San
Tommaso di Villanova, e alla sinistra
quello di Sant'Agostino e della Beata
Chiara di Monte Falco. Nel rimanente
della Chiesa vi si contano altri nove
Altari, sette del quall sono di marmo,
con colonne e pietre di vari colori, cioè
quello dell'Assunta detta la Madonna
della Cintura, la cui palla è opera di
Lionardo Corona: quello dell'Annun
ziata con due figure: quello di San
Niccolò da Tolentino, nella cui palla si
vede una figuretta di detto Santo, scol
pita dal Mosca l'anno 15 o 3: quello di
Santo Stefano, la cui palla fu
-
air"di
sé sestier di S. Marco,
da Antonio Foller: quello di San Mar
co, dall'altra parte quello della Nati
vità di M. V. la cui palla, si dipinse
dal Bambini, e quella di Santa Monica,
la cui immagine fu opera di Antonio
Pellegrini . Evvi anche una piccola
palla di bronzo di mezzo rilievo, vici
l
no alla porta maggiore , di mano di
Jacopo Soriano d'Arimini, ed il suo
sepolcro di marmo nobilmente lavorato,
sopra due Griffoni, Ei più vicino alla
Sacristia si mira il ritratto di Gio: Bat
tista Ferro Giureconsulto, intagliato da
Alessandro Vittoria. -
Sestier di S. Marco. 87
porta Grande, e l'anno 1694, il famosis--
simo Principe Francesco Morosini cogno
minato Peloponnesiaco nel mezzo della
Chiesa, sopra il cui sepolcro si veggono
l' arme, e trofei di Bronzo. Vi sono pu
re molte, e preziose Reliquie con anti- ,
chi, e ricchi paramenti. -
S a N Rocco, E SANT A
M ARG HER 1TA , 19,
L
Sestier di S. Marco. 91
Lili
r
i
Sestier di S. Marco. 93
tin Cignaroli, di cui pure si vede nell'
Oratorio una bellissima palla con S.
Filippo. - - - - - - ,
il Tri
bunale simile agli altri, dipinto da Fran
gesco da Bassano, esprime la presa di Pa
d9va seguita l'anno 14og. in tempo ch'
era posseduta dai Carraresi; e qui fini
sce il primo ordine contenente l'Impre
se Pubbliche.
s Il secondo poi rappresenta gli esem
pi particolari, la dove a chiaro e scuro
da Antonio Aliense nel primo Ovato
dalla parte della Piazza vi fu dipinto
º" di Fortezza mostrato dal Doge
delafo Faliero sotto Zara ; nell'altro
Qvato vicino da Giulio del Moro, si
vede espressa la Temperanza, che usò
il Doge Michelli in Sicilia, allora che
i Siciliani volevan crearlo loro Re. In
altro sopra il Tribunale dalla parte del
rtile, dipinse il medesimo Giulio la
Sostanza d'Arrigo Dandolo dimostrata
in Costantinopoli, mentre era Ambascia
tore ad Emanuello Imperator de' Gre
ci per la Repubblica, il quale gli fece
seccar gli occhi con bacili infuocati ; e
nell' ultimo ( all' incontro del primo
Doge Faliero ) è stato espresso da
Antonio Aliense lo sprezzo delle cose
mondane che fece il Doge Ziani nel
rifiuto delle Dignità Ducale reir
Sestier di S. Marco, 99
sì Monaco l'anno 1227. per servir a
Dio. Oltre tutti questi vani, ve ne so
no altri dodici triangolari grandi, nè'
quali sono state simbolizzate dodici vir
tù morali, sei delle quali sono situate,
tre dalla parte della Piazza, e tre dal
la parte del Cortile dipinte da Anto
nio Aliense; e sono - º
La Disciplina Militare da Terra figu
rata nel primo Quadro, comincindo dal
la porta principale, in una Giovane
armata con mazza ferrata in mano; mo
strando con essa alcune macchine, ed
arrni Militari, vedendosi in lontano un
principio di Fortezza. e -
La Disciplina Militare da Mare espres
sa in una Donna Armata sino alla Cin
tura, e che tiene in mano una Nave,
e ai piedi Timoni, Ancore, Vele, ed
altri arnesi Marinareschi con disegni,
e modelli di varie sorte di Navigli.
La Clemenza dimostrata in una Don
na d'aspetto molto grave, che siede so
pra un Leone mansueto, tenendo in
una mano un'Asta, e coll'altra getta
via il fulmine di Giove. -
r
re5. Sestier di S. Margo.
Sedia d' oro : Qpera di Giulio del
Moro.
Ora ritornando alla porta posta alla
sinistra del Tribunale, per tener l'ordi
ne incominciata, si vede un Quadro nell'
Angolo verso la Piazzetta, in cui si
rappresenta , quando il Doge Arrigo
Dandolo colla Signoria, e Cavalieri Cro.
eesignati giurarono i patti seguiti per
gli aiuti del riacquisto di Costantinopo
li, e di Zara: Opera di Gio: Chere da
Lorena in mancanza d'un'altro del Tin
tosetto.
Fra la prima, e la seconda finestra
evvi espresso l'assalto dato alla Città
di Zara per Mare, e per Terra del
pennello di Andrea Vicentino.
Nel Quadro sopra la seconda finestra,
si veggono i Popoli Zaratini colle don
ne, e fanciulli tutti vestiti di bianco
comparire colla Croce, e chiavi della
Città sopra panni d'Argento dinnanzi
al Doge, di mano del Tintoretto.
Segue il quarto quadro, dove si ve
de Allessio figliuolo d'Isaccio Comneno
Imperator de' Greci, il quale fuggito
dalle mani d'Alessio suo Zio, che im
prigionato il Fratello, Padre di lui,
avea violentemente occupato l'Imperio,
e presentatosi avanti il Doge con lette
re credenziali, e raccomandazioni di
Filippo Imperator per impetrar l'aiuto
della Repubblica, gli espose il suo biso
gno : Opera di Andrea vienti,
Sentier di S. Marto, re?
Nel quinto si rappresenta, di mano
del famoso Palma, quando i Veneziani
coi Cavalieri Croce-signati, e col sudde.
to Alessio, danno l'assalto a Costantino
poli, laddove intimoriti que Popoli, si
rendono in poter de Latini. a
p e E L A L 1 e R e R 1 A,
º Zecca, Procuratie Nuove e vecchie,
Campanile, Loggetta, e della Torre
dell'Orologio.
Dirinepetto al suddetto Palazzo si ve
de una fabbrica moderna sontuosa, chi
è la Libreria di San Marco molto no
tabile, e rara. La facciata è tutta di
Pietra Istriana con belle e pulite colon
ne, con figure di Vecchi, e di Donne
che versano acqua, significando fiumi:
le volte che la sostengono sono 16. in
tutto; negli angoli delle finestre sone
Vittorie, cioè Donne coll'ale, colloca
te in maniera che siedono, sopra le
stesse finestre: sopra la cornice si veg
gono vari festoni sostenuti da fanciulli
ignudi, lavorati mirabilmente al di so
pra de' pergoli vi stanno situate molte
figure al naturale, il tutto opera di Rc
cellenti Scultori - ,
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Sestier di S. Marco. 129
Alla destra di detta Libreria evvi fa
Zecca, tanto più maravigliosa per es
i sere stata senz'alcuna sorta di legname,
il\ ma solo di pietre e ferro, opera molto
stimabile del Sansovino. La Porta prin
cipale al primo incontro dimostra la so
i derza dell'edificio,imperciocchè è com
posta d' ordine rustico, mescolato col
dorico, dove vi sono due grandi statue
, mirabilmente scolpite. Nel mezzo del
Cortile attorniato da Fucine, e Botte
ghe, nelle quali si fondono i metalli,
e coniansi le monete, è posto un poz
zo di forma ottangolare, nella cui cima
si vede un Apollo di pietra, effigiato
dal Danese, che tiene nelle mani alcu
ne verghe d'oro. Vi sono due scale per
cui s ascende ad alcuni luoghi e diver
si uffizi, che sopraintendono alla mede
sima, nè voglia tralasciar di dire chal
| di sopra intorno vi sono da 2o8, Colon
ne piccole. i
Vicino dunque a questa gran fabbrica,
anzi tosto voltato il cantone verso il
, Campanile, si vede una magnifica co
struzione di Palazzi tutti uguali e d'
| altezza e di lunghezza, sostenuti da vol
º pilastroni, e colonnati, di pietra
| Istriana d'ordine Dorico, Jonico, e Co.
intio, i quali arrivano fino a cinger la
l Chiesa di S. Geminiano dalla parte
destra; e queste si chiamano le Procu
J .
sig
ter:
isl
ºtt
sestier di S. Marco. 133
un Lione di Bronzo che guarda if Mare,
significante S. Marco, e la statua di
marmo di San Teodoro ehe guarda la
terra, coll'asta nella sinistra e lo scudo
nella destra, eon che vuolsi di notare la
retta mente della Repubblica di difende
re la sua natia libertà e 'l suo Domi
nio, ma non d'invadere mai gli altrui
Stati. Queste furono portate a Venezia
sopra d'alcune caracche al tempo del Do
ge Sebastian Ziani, le quali, dice il Sa
bellico, ch'erano tre, ma una cadde in
acqua, nè si procurò di trarnela fuori:
e l'altre due le drizzò in piedi un Ar
chitetto Lombardo, che dimandò per
grazia che ognuno su i scalini, da cui
sono attorniate, vi potesse giuocare a
Dadi, e alle carte senza pena alcuna.
Pochi passi indietro verso la porta
per cui s'entra al Battisterio, si veggo
no due Pilastri quadrati lavorati alla So
riana con lettere di quella lingua, i qua
Mi erano a una delle porte della Città
di Acri; ma distrutasi quella Città da
Minichrsedar Re de' Saraceni nel 1291
furono portate quì con quel pezzo di
colonna dove si pubblicano i Banditi,
e quelle quattro figure di Porfido che s'ab
bracciano, collocate sul cantone del San
tuario al di fuori, sotto il Principato
di Pietro Gradenigo.
Alla fine nel gran Cortife del Palaz
zo sono degne d'osservazione le bocche
di quel due Pozzi, le quali non sola
1938 a -
134 Sestier di S. Marco,
mente sono di Bronzo, ma tutte inta
gliate a fogliami e figure per mano di
Niccolò de' Conti e Fratelli, e merita
di esser veduta, nel medesimo cortile,
la statua di Francesco Maria dalla Ro
vere, fu Generale dell'Armi di que
sta Repubblica, posta sopra un nobile
piedestallo colla statua di M. T. Ci
CerOne » - ,
TERzo s EsTIERE.
D e T T o
DI CAN A REGIO
Uanto alla denominazione antica di
questo Sestiere abbiam detto, quan
to basta a principio: aggiugneremo se
lamente, che alcuni non sò con qual
iſondamento asseriscono, che dove al
presente è posta la Chiesa di S. Giob
be, fosse un Arsenale, e nel luogo del
Ghetto, una Zecca; altri vogliono che
l'abbia preso da una macchina Reale,
dov'era una Fontana; ed in fatti cir
ca l'anno 168o. fu cavato il Canal sud
detto, e vi trovarono un Cannone che
gettava acqua dolce, lo che rende più
accetta questa seconda opinione presso
taluno.
SA N
Sestier di Canaregio. 35
SAN G E R E M 1 A. I.
La Chiesa Parrocchial e Collegiata
di S. Geremia Profeta d'anime 6ooo.
in circa, fu eretta nell'anno 128o dalle
Famiglie Morosini, Malipiera, e Rimon
di: questa viene ufficiata dal Pievano,
4. Preti Tit. Diac. e Sud. e da altri
28. in circa fra Sacerdoti e Chierici.
Vi sono molti Altari, e la Cappella
maggiore fu rinovata nel 16oo. in cir
ca, e consacrata a M. V. la di cui Im
magine è di rilievo. Questa possiede
molte insigni Reliquie, fra le quali il
Corpo di S. Magno Vescovo d'Eraclea,
ch'ebbe quelle Divine rivelazioni nel
principio della fondazion di Venezia,
come abbiamo detto nel primi fogli di
questa Cronaca. In oltre un dente del
S, Titolare, un Braccio di S. Bortolom
meo Apostolo, ed altre. Evvi la scuo
1a del SS. quella di M. V. del Popolo;
la Scuola della Pres. di M. V., quella
di S. Magno, quella de Barcaiuoli del
Traghetto sotto titolo di S. Bartolom
meo, quella di S. Francesco di Paola de'
Chiavajuoli, quella di Sant'Antonio di
Padova, ed il Suffragio de' Morti.
SAN MA R cu o LA. 2.
La Chiesa di S. Ermagora è una del
le più antiche della Città, e corrotta
mente chiamata S. Marcuola. Questa fu
edificata da alcuni di quelli che perti
mOre
136 Sestier di Canaregio.
more dei Longobardi in queste paludi si
ricovrarono, e dedicaronla ai Ss. Erma
gora, e Fortunato Protettori della Città
di Aquileia, di cui credesi che fossero
Cittadini i suoi edificatori. Fu questa se
condo il Dandolo, eretta nel Sesto Seco
lo, insieme con quella della Croce; e
veane poscia ristaurata dalle famiglie Lu
panici, Memi, ed Ingegneri nel 99e. .
Leggiànno nel Sivos che nel 1114 ca
desse per un gran Terremoto, e che
venisse poi rifatta. Molti anni dopo fu
rimodernata la Cappella maggiore con
ricco Altare per colonne e per marmi,
e ne ritroviamo la consacrazione fatta
da Angiolo Delfino nel 1332. Finalmen
te in questi ultimi anni è stata dai
fondamenti rifrabbricata, e per la bene.
merità diligenza del suo, vivente Pie
vano Bartolommeo Trivisano, zelantis
simo per bene della sua Chiesa fu ri
dotta alla bellezza, e perfezione in
cui al presente si vede, avendola con
sacrata il Patriarca Corraro nel 1737.
Questa viene uffiziata dal Pievano, 3.
Preti Titolati Diacono e Suddiacono,
e da 24. fra Sacerdoti e Chierici. Vi
sono molte Reliquie, fra le quali del
legno della Santa Croce, donato dal qu.
N. U. Antonio Ottoboni Kav. e Proc.
di S. Marco nel 17oz. , il corpo di S.
Fortunato. M. portato da Roma dal N.
U. s. Donato Rubini l'anno 168o. , con
un'ampolla di Sangue dell'istesso Santos
eV V i
Sestier di Canaregio. 137
evvi un dito della mano destra di San
Gio: Battista, con cui egli mostrava G.
C. dicendo: Ecce Agnus Dei ec. che fu
portata dalla Città di Sebaste l'anno
i 1o9. dal Vescovo di Castello, un dito
di Sant'Ermagora, uno di Sant'Andrea
Apostolo, la testa di S. Serino M., la
mano di S. Teodosio V. e M., parte
del braccio di S. Crescenzio M. , una
coscia di S. Fausto, ed altre l
Vi sono sei scuole, tre di divozione,
cioè quella del SS. quelfa della B. V. dette
grazie, e quella di S. Gio: Battista : tre
delle Arti, cioè de favatori di Lana
sotto titolo del Rdentore, deºfessitori
da Tela sotto titolo di Sant' Elena, e
dei Partioro sotto titolo di S. Gaetano,
Di più evvi il Suffragio del Crocefisso,
e la Congregazione di Preti, una deº
le nove del Clero. . . .
Di pitture, fa tavola dell'Assunzione
di M. V. fus dipinta da Lionardo Coro
na, il Tintoretto vi fece fa Cena di Cri
sto, e 'i lavar de piedi, ma furono le
vati, e postevi le copie, restando di
quest'autore solamente la tavola di S.
Elena: Giacomo Palma vi fece l'Incar
nazione di Spine, e Paulo Faratino il
Battessimo di Nostro Signore. a -
ºa . i
L As case tra
Nella suddetta Parrocchia è situata
la Cappella o sia Oratorio dell'Annun
ziata, detta l'Anconetta la ta" un
ll O a
138 Sestier di Canaregio,
luogo di gran Divozione, dove si cele
brano molte Messe all'anno coll' Ele
mosine de' Divoti da diversi Cappella
ni che l'uffiziano. Vi sono pure delle
stimabili Pitture, conciossiachè la pal
la dell'Altar maggiore col Padre Eter
“no è opera di Jacopo Petrelli, a'lati S.
-Gioi Evangelista e S. Marco di Filippo
i Bianchi, e l'Annunziata di Domenico
Tintoretto : Sopra una porta v'è un
Miracolo di Sant' Antonio di Padova di
meno di Daniello Vaodich, e due al
tri Quadri, in uno S. Stefano dell'is
tesso Petrelli, e nell'altro la strage de
gl'Innocenti di Gio: Bat. Rossi. Nel
soffitto, i tre quadri di mezzo sono di
Lionardo Corona, ma l'Assunzione,
e la Presentazione di M. V. è del sud
detto Jacopo Petrelli. -
e SAN L 1oN AR o o. 3.
La Chiesa Parrocchiale e Collegiata
di San Lionardo detta San Lunardo d'
anime 8oo. in circa fu fondata l'an
no 1o25. ma da chi non si sa, essendo
molto antica, che anzi vi si vede an
cora un pavimento lavorato a Musai
do. Alla custodia di lei v'è il Pievano
ed un Titolato, con altri 5. fra Sacer
dota e Chierici. Vi sono alcune Reli
quie, cioè del legno della S. Croce, una
gamba e dito di S. Lionardo, un pez
zetto di Cranio di S. Benedetto, e del
la veste e camicia di S. Carlo, S
Q
Sestier di Canaregio. 139
Sonovi quattro Scuole, cioè quella
del SS., quella della B, V. del Parto,
la Scuola di S. Lionardo Protettore de
Prigionieri e Schiavi, nella cui festa,
che fassi a 6. di Novembre, v'intervie
ne la Scuola Grande della Carità pro
cessionalmente, e fa obblazione al Pie
vano, in riconoscimento del suo prin
cipio avuto in questa Chiesa l'anno
126o., e quella di S. Carlo, dove si
ha per tradizione ch'egli celebrasse la
S. Messa, nella sua venuta in questa
Città. Di Pitture l'Aliense vi dipin
se la Resur. di N. S. e il Molinari la
palla della B. V. 2 ,
In questa Chiesa riposano l' ossa del
Principe D. Gasparo Altieri, fu Nipo
te del Sommo Pontefice Clemente X.
LA M A DDAL E N a 4.
La Chiesa Parrocchiale Coll. di S. M.
Maddalena detta la Maddalena d'ani
me 6oo in circa fu eretta l'anno 1222.
dalle Famiglie Baffo, e Carolo, ma prima
in questo sito eravi un Castello, detto
Castel Baffo, isolato dall'acque che scor
revano, ma si atterrò il Rio, ed appel
lossi poscia Rio Terrà, e il Campanile
che giace in mezzo al campo era Tor
re - è la Chiesa una Cappella; ora
vien ufficiata dal Pievano, 2. Preti Ti
tolati, Diacono, e Suddiacono e da
5. in circa fra Sacerdoti, e Chierici.
- - \ Que
v4o Sestier di Canaregio. -
l
- Sestier di Canaregio. 141
Di Scuole avvi quella del SS., e del
la B. V. del Rosario, quella de Fene
streri sotto il titolo di Santa Maria
Maddalena, il Sovvegno di S. Liberale,
quello di S. Pietro d'Alcantara, quel
lo della Madonna e di S. Gaetano, ed
il Sovvegno di Preti sotto il titolo di
s. Antonio di Padova.
SA N MAR z 1 A 1 E. s.
La Chiesa Parrocchiale Collegiata di
S. Marziale, detta S. Marciliam d' ani
me 26oo. in circa, fu eretta dalla Fami
glia de' Bocchi l'anno 1132, e la con
trada dalla Famiglia Dardana, la qua
le per allettar i forestieri a stanziarvi
si, contribuì di molto per fabbricarvi,
che anzi dalla Repubblica ottenne mol
te prerogative. La Chiesa però al gior
no d'oggi è totalmente rifabbricata all'
uso moderno in una sola Nave con co
lonne d'ordine corintio, con Altari ric
chi di marmi, e magnifici, particolar
mente il maggior ch'è isolato con un
tabernacolo di non ordinaria statura e
perziosità. Evvi un'Immagine miraco
losa di M. V., la quale dicesi che da
se si sia trasferita da Rimini in questo
luogo, il cui Altare è nobilissimo, tut
to di pietra da Carrara. La palla
del Transito di San Giuseppe è sta
ta dipinta dal Balestra; Jacopo Tin
toretto vi fece quella del Santo Ti
tolare co Santi Pietro e Paolo; Ti
21 a In O
142 Sestier di Canaregio.
ziano il quadro dell'Angiolo Rafaello
con Tobia, e il Cavaliere Passignano
Fiorentino Gesu Cristro in un'altro; fi
nalmente la tavola del Redentore con
altri Santi è opera di Antonio Zanchi,
quella della Madonna con S. Francesco
e S. Antonio del Molinari, ed i soffitti
di Sebastiano Ricci. 2
Questa viene uffiziata dal Pievano ,
due Preti Titolati Diacono e Suddiaco
no e da venti fra Sacerdoti e Cherici.
Evvi la scuola del SS., quella della Vi
sitazione, e quella della B. V. delle
Grazie con molte Reliquie.
S A N T A F o s c A. 6.
SAN
Sestier di Canaregio, 143
S A N F e L 1 c E. 7.
La Chiesa Parrocchiale Collegiata di
S. Felice detta S. Felise, d'anime 2ooo.
in circa l'anno 966. fu eretta dalla Fa
miglia Gallina, e restaurata nuovamente
dal Procurator Carlo Contarini, che tra
gli altri ornamenti vi fece fare un Bat
tisterio di pietra mandolata da Verona,
con belle invenzioni, dove si vede un
gran vaso, che riceve l'acqua battesimale
adornato d'intagli assai vaghi, dorati
al moderno. Di pitture, la palla, dell'
Altar maggiore è del Cavalier Passi
gnano Fiorentino, quella di S. Jacopo
colla cena di Cristo, l'Altar di S. De
metrio, e Cristo orante nell'orto, sono
del Tintoretto; la palla di S. Paolo, e
Sant'Antonio Eremita, è di Gentile da
Fabriano. Le statue poi della B. V.,
S. Gio: Battista e S. Pietro di bronzo,
che sono nella Cappelletta a man sini
stra nell'entrar in Chiesa, furono get
tate da Giulio del Moro, come anche
l'altre due ch'adornano l'Altare. Nel
la scuola de' Centuraj ch'è per fianco,
di essa Chiesa, evvi una palla della B.
V. di Giovanni Bellino. -
S A N T A S o F 1 A . 8.
- pic
Sestier di Canaregio. 147
picciol osso di S. Matteo. Di scuole
di divozione vi è quella del SS., quel
la de' dodici Apostoli, la Scuola della
B. V. delle 12. stelle , e 'l Suffragio
dell'Angiolo Custode, di cui è quel
nobile Oratorio fabbricato poch' anni
sono in un canto della Piazza di detta
“Chiesa, ove al di sopra v'hanno eret
to un Altare, colla palla del Santo An
sgiolo di mano di Sebastiano Rizzi.
SAN CAN z 1A N o. Io.
- La Chiesa Parrocchiale Collegiata
de Santi Canziano, Canzio, e Cancia
inilla Fratelli, e Cavalieri Romani del
la Famiglia Anizia , d'anime 4ooo. in
circa, fu edificata a principio dalla Ca
sa Zeno, ma poscia è stata ridotta a
bella e moderna Architettura. La Cap
pella a sinistra della maggiore fu fat
ta fare dalla Famiglia Vidman , tutta
di marmi fini con colonne d'affricano,
e fregi rimessi di macchie di Francia:
in luogo di palla sonovi due Angipli,
che sostengono un Cassone di ";
rame dorato, in cui riposa il corpo di
S. Massimo e al di sopra la sua statua
con due altri Angioli e cinque figure pur
di marmo: la volta è tutta lavorata a
stucco e mista ad oro, co i quattro Dot
tori e molti ornamenti, il tutto lavo
rato da Clemenre Moli scultor Bolo
gnese. L'altra Cappella alla destra di S.
Filippo Neri, fu eretta da Sebastiano
G 2 Fi
148 Sestier di Canaregio.
Rinaldo Pievano, dove si veggono due
statue di stucco, finte di bronzo. L'Al
tar di S. Luca è opera di Giovanni Zop
po: la Cena nella Cappella del SS. è
stimata di Paolo Veronese. Sopra la
porta del campo si vede l'Immagine di
marmo di Tiberio Tinelli Cavalier e
Pittore, e sopra la porta della Sacristia,
quella del Pievano Gratarolo, e dirim
petto un'altra d'altro Pievano.
Di Reliquie vi sono; il Corpo dell'
accennato Santo in carne e in ossa , e
quella Crocetta colla quale egli segna
va gl'infermi: una spina della Corona
di N. S. , la testa di S. Venerando M.,
un pezzo d'osso di S. Clemente Pp.
M., dell'interiora e sangue di S. Filippo
Neri, un pezzo d'osso di S. Canciano
una parte della veste di S. Giuseppe ,
del Legno della Santa Croce, ed il ca
po, di S. Giuliano M. Evvi la Scuola
del SS., quella della B. V. di Pietà,
la Scuola di S. Rocco Confessore, un
Sovvegno di Preti sotto il titolo di S.
Filippo Neri, e la Congregazione di S.
Canziano, una delle nove del Clero.
Questa Chiesa viene uffiziata dal Pie
vano, tre Preti Titolati, Diacono, e Sud
diacono, e da 2o. altri tra Sacerdoti, e
Chierici, ed evvi un legato del q. Con
te Vidman, di cui si formano ogn'anno
3o. grazie di Ducati dieci l'una, per
maritare povere Donzelle nate ed abi
tanti in questa Parrocchia .
l SAN
Sestier di Canaregio. I 49
SANTA M a R 1 A N o v A. I 1.
- a
G 4 Sas
152 Sestier di Caneregio.
SAN T A Luc1 a. 13.
La Chiesa Parrocchiale di S. Lucia
V. M. Monache Agostiniane, d'anime
3 ooo. in circa, fu eretta l'anno 1192.
sotto titolo dell'Annunziata, ma tras
portatasi il Corpo di detta Santa da Si
cilia in Costantinopoli da Basilio, e Co
stantino, e di là a Venezia da Enrico
Dandolo, Bailo per la Serenissima Re
pubblica, prese il nome di Santa Lu
cia; avvertendo però che prima d'es
ser collocato quì, lo posero in S. Gior
gio Maggiore, dove stette sino che s'
ampliò la Chiesa , e sino che il N.
U. Lionardo Mocenigo Cavaliere diede
principio alla magnifica Cappella Mag
giore, la quale va ricca di colonne, cor l
nici, e nicchie di pietra istriana, di
forma ovale, e d'ordine composito,
dove pure si vede l'effigie del fonda
tore scolpita in marmo da Alessandro
Vittoria. Sopra dell'Altare evvi un
Tabernacolo di finissimi marmi, intar
siato di vari colori, con figure di bron
zo. Al lato sinistro mirasi la Cappella
di Santa Lucia, eretta da Donato Ba
glioni Fiorentino l'anno 1592. sopra il
cui Altare riposa il Corpo di Lei in no
bile sepolcro di pietra macchiata, e it
Palma vi dipinse la palla, come anche
le due tele laterali, ove in una espres
se la Santa in estasi alla tomba di Sant'
Aga
Sestier di Canaregio. 153
Agata, e nell'altra la traslazione del
detto Corpo in Venezia ; ed una inferiata
adorna d'oricalchi con altri lavori serra
questa Cappella. L'anno poi 16o9. fu get
tato a terra il resto della Chiesa vec
chia, e rifatta nella forma ch'apparisce
oggidì, ordinata da Andrea Palladio ,
sull'ordine Jonico fino alla prima cor
nice, e sopra di essa segue il Corintio
con colonne, cornici, e nicchie il tutto
di marmo d'Istria. -
- - av
S a N G a R o L a Mr o - zr
- -
-
Le PENITENTI DI s. GioBBE.
S A N P O L O.
Ra passerem il Ponte di Rialto,
e scorreremo gli altri tre Sestie
-ri, il primo, del quali è San Paolo det
to San Polo, il secondo Santa Croce,
e il terzo Dorsoduro: º" Sestiere
giace in quella parte di Città che con
tigua a Rialto si può dire sia quella dove
. ebbe i suoi fondamenti, e principi. Que
sto sito specialmente verso la Chiesa di S.
Jaco
182 Sestier di San Polo.
Jacopo è nel terreno più stabile, e più
sodo degli altri dove le prime edificazioni
piantaronsi; ma siccome di esso, e de
suoi incrementi abbiam detto a princi
pio quanto pensiamo che bastar possa
darne qualche contezza , così passe
remo col solito metodo a favellare del
le sue Chiese, cominciando da quella
da cui il sestiere medesimo trasse la
sua denominazione. -
1
- (e) Dand. lib., 8. cap. 6, . . s?
186 Sestier di S. Polo.
mente che la parte antica rimasta, ch”
è quella più alta che si vede nella Chie
sa, fu consacrata da Alessandro III.
personalmente allorchè ricovrossi in Ve
nezia, come si legge nell'antica iscri
zione ivi posta; ed è osservabile, che
favellando il Dandolo di un cotai fatto
cioè della pace che fece con Federigo
lmperadore, nomina questa Chiesa Ca
pellam Gradensis Patriarchae ( a) . Fu
poi data in custodia al Pievano , tre
Preti Titolati, Diacono, e Suddiaco
no, oltre 16. fra Sacerdoti, e Chieri
ci che la ufficiano. Avrà 1ooo. anime
in circa; ed è notabile in essa il Ta
bernacolo adornato di belle figure, cioè
di un Cristo morto, sostenuto dagli
Angoli, con due Virtù Teologali Fe
de , e Carità , opera di Enrico Mei
E ring. e - ,
- Vi sono alcune Scuole di Divozione,
cioè quella del SS., quella della B. V.:
, la Scuola di S. Giuseppe, di S. Croce
de'Mercatanti da vino, di S. Tommaso
-Cantuariense de Mastellei , di S. Gio:
: Battista de'Peateri, quella della Madonna
de'Suonatori, di Sant'Alessandro della
Nazione Bergamasca, e la Congregazio
ne de Preti, una delle nove del Clero.
Di pitture la tavola dell'Altar Mag
sgiore col Padre Eterno ec. è opera di
Giovambattista Lorenzetti : que, della
- - - er
S A N r U E A L D o,
r -
detto S. Boldo. 7.
Questa Chiesa Parrocchiale, e Colle
giata d'anime 6oo, in circa è stata fon
data dalle Famiglie Giusta e Trona, e
la dedicarono a Sant'Agata V. M., lo
che si rileva non solamente da un'iscri
zione gottica che giace dietro l'Altar
fie"
. Maggiore in una con l'effigie
di essa Santa, che vi fu posta l'anno 1375.
e da molti stromenti e Testamenti fatti
da'divoti di quel tempo , ne'quali il
Pievano s'appella in ogni luogo della
Chiesa di Sant'Agata , ma ancora dall'
odierno sigillo ch'ha l'effigie della San
ta, e dall'uffizio di lei che si fa di pri
ma Classe con ottava, e quello di Sant'
Ubaldo semplice; ma perchè nel 1528.
sull'Altare del Santo vi fu un divoto
che fece porre la statua di lui, che sta a
sedere cogli abiti Vescovili indosso, d'
allora in quà è passato in uso che tutti
nominino questa Chiesa da quella Im
magine, Sant'Ubaldo, detto S. Boldo.
Viene uffiziata dal Pievano , un Prete
Titolato, Diacono, esuddicono i da
altri
192 Sestier di San Polo.
altri 12. in circa fra Sacerdoti, e Chie
rici - - º - -
S A N T o M M A s o
- detto S. Tomà. Io.
I MINORI CoNvENTUALI.
detti i Frari. 11.
La Chiesa e Monistero di questi PP.
Conventuali, che sogliono essere da 8o.
in circa, è intitolata S. Maria Assun
ta, detta anche S. Maria Maggiore per
il grand'edifizio, il quale solea chia
marsi la Ca Grande de'Frari. Nel pri
mi tempi eravi una Badia di Monaci
Bianchi, ma venuto in queste parti S.
Francesco, ottenne dal Sereniss. Dominio
sott'il Principato d' Enrico Dandolo,
tutto il Terreno che occupa questa ma
ravigliosa fabbrica, concorendo alla spe
sa molti Nobili, e Cittadini, ma par
ticolarmente uno di Casa Gradenigo
che v'eresse quattro Colonne colle mu
ra dai lati, uno di casa Giustiniana che
ne fece due, un Cittadino di casa An
guiè ch'edificonne una , e Paolo Sa
vello Barone Romano, e Condottie
re dell'Armi della Repubblica (di cui
ora si vede la Statua equestre ) vi fe
ce le volte , ed uno della Famiglia
Viara principiò il Campanile, ed aven
do spesi nel fabbricarlo fino alla metà
16. mila Ducati, vestì l'abito di dett'
Ordine, e venuto in breve tempo a
morte non potè compierlo, ma la Na
zione Milanese, cioè quelli della Ter
ra
Sestier di San Polo. 199
ra di Monza finirono l'altra metà.
In questa Chiesa sonovi 18. Altari,
compresi quello del Chiostro, e quello
di Sacristia, fra le Palle de'quali, quel
la della Presentazione è di Giuseppe
Salviati, quella di Santa Caterina, del
Palma: la tavola dell'Altar Maggiore è
opera di Tiziano ; quella nella Cappella
che segue di Barnardino Licini, la palla
di S. Ambrogio lavorolla Vittore Carpac
cio, quella in tre comparti nella Cap
pella di Casa Cornara Bartolommeo Vi
varino, l'altra dell'Altar di Casa Pesa
ro con Nostra Signora sedente ec. l' insi
gne Tiziano, e la Palla in tre comparti
dell'Altare in Sacristia è opera singo
lare di Gio: Bellino. Altre molte e sin
golari Pitture vi si trovano, ma rimetto
il Lettore studioso alla lettura della De
scrizione compiuta del Boschini.
Possiamo trattenerci per un poco an.
che intorno alle Sculture, delle quali
ve ne sono assai, ma tralascierò tutte
quelle, il cui Autore non m'è riuscito
di saperlo; l'Angiolo nella Cappella di
S. Marco è di Giacomo Padovano : la
Statua di Niccolò Trono con diver
se Figure lavorolla Antonio Bregno ,
ed il Marte di marmo è di Baccio da
Monte Lupo Fiorentino : Alessandro
Vittoria fece la Palla di marmo di mez
zo rilievo, con S. Girolamo di tutto
tondo, e sopra la Porta di Sacristiane'
Pilastri da una parte si vede intagliato
4 VlIA
-
-loo Sestier di San Polo.
un S. Girolamo in una Grotta di rilie
vo, e dall'altra parte un S. Francesco
di mezzo rilievo opere del Sansovino.
Il S. Giambattista della Nazion Fio
pentina, che si vede sopra l'Altare, è
stato scolpito dal Donatello, il quale in
Padova fece il Cavallo di Gatta Mela
ta, e sopra una Palla evvi pure un S.
Gio: Battista di mano dell'accennato
Sansovino. L'architetto tanto del ma
gnifico Altare di Sant'Antonio di Pa
dova, come del maraviglioso Monumen
to del Doge Giovanni da Pesaro, fu
il celebre Longhena.
Ella è fornita all'intorno di molti ador
ni Depositi, e vi sono sepolti vari sog
getti illustri, cioè Jacopo da Pesaro Ves
covo di Baffo, che fu Generale di 2o.
Galere di Papa Alessandro VI., Pietro
Milani Vescovo di Vicenza, quattro
Principi di Venezia, Francesco Dando
lo, Francesco Foscari, Niccolò Trono,
e Giovanni da Pesaro ; Benedetto da
Pesaro che fu Generale della Repubbli
ca, Lodovico Foscarini Jurisconsulto, e
quattordici volte Ambasciadore a diversi
Principi, Paolo Savello Principe Roma
no che militò per la Repubblica, Jaco -
S A N N 1 cc o L o D E' FR a R 1
DETTO DELLA LATTUGA ,
ed anche S. Niccoletto de' Frari. 12.
S a N R o cc o 13.
E' notabile questa Chiesa per più
capi, ma spezialmente perchè in essa
vi giace il corpo di S. Rocco portato
di Germania da alcuni Mercatanti Te
deschi, i quali la prima volta lo pose
ro nella Chiesa di San Giuliano ; ma,
nel 149r. avendo liberata Venezia da
un'accerbissima peste; i Fratelli si vol
lero elegger un luogo da se soli, e fu a
Ss. Rocco e Margherita, dove stetero
sinochè ottenuto un terreno da PP. Mi
nori Conventuali , vi edificarono la
Chiesa, e la Scuola presente, e vi col
locaron il Santo in un bellissimo Sepol
cro sopra l'Altar maggiore inseme col
la sua statua scolpita da Bartolommeo
- - - Ber
Sestier di San Polo. 2o 3
Bergamasco, e due altre a lati di S.
Sebastiano, e di S. Pantaleone, opere
del Mosca.
Pochi anni sono l'hanno restaurata,
e fatta da nuovo alcuni Altari di mar
mo bianco, fra le palle dei quali una
del Solimene, la Cupola grande è sta
ta dipinta a fresco dal Pordenone, ma
ora ridotta a olio, i quadri laterali so
no di mano del Tintoretto: nella Cap
pella alla sinistra evvi Gesù Cristo stra
scinato da un manigoldo, che facendo
molti Miracoli, v'accorsero molte ele
mosine non solo da Venezia, ma an
che dalle Città vicine; opera pregiatis
sima di Tiziano: in alto si veggono
ancora tre comparti a fresco del sud
detto Pordenone, i quali erano nella
vecchia muraglia, e furono riserbati e
trasportati sulla nuova, ed altre molte.
Al governo di lei vi creano un Cap
pellano con buoni proventi, e quattro
Coristi per recitar i divini Uffizi.
Le altre tre tavole degli Altari so
praccennati sono una di FrancescoTre
visano rappresentante Sant'Antonio di
Padova, e le altre due colla invenzione
della Croce, e S. Francesco di Paola
sono di mano di Sebastiano Ricci. Vi
si vede una statua pedestre di Pellegri
no Bosello da Bergamo che militò sot
to l'Alviano, -
D E LL A CROCE.
Uesto sestiere in quanto a se stes
so non è molto grande, ma l'Iso
le circonvicine, che gli sono sot
toposte, lo fanno forse maggior degli
altri: esso è stato così detto dalla Chie
sa di Santa Croce in Luprio, la quale
in quel tempo era la più nobile, e la
principale fra le Chiese di quelle Con
trade, ch'allora chiamavansi Luprio.
S A N T A C R o c E. 1.
cron.Ven.Tom.II 1X Vie
218 Sestier della Croce.
Viene uffiziata dal Pievano, cinque
Titolati, e da 24 fra Sacerdoti e Chie.
rici. * - -
- A Sara
- l -
Sestier della Croce. “219
-
-
. Filippo Neri, e molte altre. º
-
v
Sartier della Croce. 2 2. I
S A N T' E U sr a c H 1 o .
detto S. Stae. 6.
La Chiesa Parrocchiale e Collegiata
de Ss. Eustachio e Compagni d'anime
I 2 co. in circa, si edificò anticamente
dalla Famiglia del Corno, era dedicata
a Santa Caterina V. M., nè ho letto
perchè e quando l'abbiano consecrata a
detti Santi, se non che nel 17oo. in cir
ca fu rinnovata dalla carità de' Fedeli
sul modello di Giovanni Grassi.
K 3 Ev
-2 - 2 Sestier della Croce.
evvi il Pievano, quattro Titolati , con
altri 2o. fra Sacerdoti, e Chierici che l'
uffiziano: vi sono le scuole del SS., quel
Ia di Santa Ceterina, e Sovvegno; Ma
Scuola dell'Assunta, il Sovvegno di S.
Eustachio, ed un'altro di S. Osualdo di
sco. Religisoi. -
S. Cassiano MARTIRE. 7.
G E s U' E M aR 1A . 9.
S.
-
SANT'ANDREA APosToLo. 1 ,
SAN CL E M E NT F. - 2.
--
-
-
s -2 - -
S a N S P 1 R 1 T O . 4. --- :
SA N T' E L E N A D E TT A
i r ,
SANTA L E NA. 5 ,
Il Fondatore di questa Chiesa, e Mo
nistero fu Alessandro Borromeo Nobile
Fiorentino nell'anno 142o., il quale abi
tava già in Venezia, ed ebbe divozione
di costituir questo luogo ad onore di S.
Elena Madre di Costantino Imperatore,
il cui Corpo essendo stato portato di Co
sta ri
º
238 Sestier della Croce.
stantinopoli a Venezia nel 1112- fu ri
posto prima nella Chiesa del Servi, indi
in quella del Carmini nel 12o8., e fi
nalmente in quest'Isola. I primi Uten
sili Sagri fatti dal Borromeo furono un
nobilissimo paramento d'oro, un Mes
sale scritto a penna, una Croce del va
lore di 4oo. Ducati, e un maraviglioso
Calice. -
N
Sestier della Croce. 239
de Re Magi, e S. Elena. Di Reliquie, -
oltre l'accennata della Santa Titolare,
vi si venera la parte di dietro del ca
po di S. Jacopo Apostolo, ed altre mol
tissime: vi sono anche sepolti vari per
sonaggi illustri, come Vettor Cappello,
la cui statua pedestre di finissimo mar
mo puro, scolpita da Antonio Dentone
Veneziano, è posta inginocchioni dinanzi
alla Santa : Francesco de'Roni Amba
sciator del Re d'Inghilterra, ed altri.
SANT'ANDREA DELLA CERTosa. 6.
-
242 Sestier della Croce.
Mare evvi un Pozzo d'acqua dolce, e
d'una vena abbondantissima, il quale ne
somministra a tutte le Galere, e Navi
chi escono dalla Città, ma ciò che si re
puta miracolo di natura si è, che l'ac
squa per entro e cresce, e cala a simili,
tudine del Mare, onde nè mai si scema,
nè mai diviene guasta.
in qualche distanza poi dalla Chiesa
suddetta evvene situata un'altra detta
Santa Elisabetta del Lido, la qual è
Parrocchiale, e viene regolata dal Pie
vano eletto dagli Ortolani di quel luc
go, e vi sono due Palle, una con tre
Sante d'un allievo del Salviati, e l'al
tra con tre Santi del Pilotti.
S. CRITsoroRo DELLA Pace. 8.
- i
C I O E'
- - L 3 - Fuo
e
246 Sestier della Croce.
Fuori della Chiesa, e separata affat
to dal corpo di essa, si vede una Cap
pella ricchissima di marmi, che fu fat
ta edificare da una Gentildonna di Ca
sa Miani, il cui Architetto fu Gugliel
mo Bergamasco. - -
- -
.
S. A N G 1 o Lo D r C o N c o RD 1 A
detto della Polvere. 14.
: : : iº ,
S. S a R v o 1 o. 15.
- -
S a N 1' E R A s M o. 17. º
. Quest'Isola è tutta Vigne abbondan
tissime, e fertili Giardini, che sommi
strano alla Città molta provisione d'er
bami, e di frutta: non vi abitano che
Qrtolani, i quali compongono la Par
- - L 6 rOC
252 Sestier della croce.
rocchia, e creano il loro Pievano. Di
pitture in questa piccola Chiesa evvi al
la destra dell'Altar maggiore Cristo in
Croce, ed altri Santi dell'Aliense, ed
un quadro col Martirio del Santo Tito
lare di Domenico Tintoretto.
S. L A z z a R o. 18.
Questa Chiesa di S. Lazzero fu edifica
ta per Ospitale ove dovevansi governare
i Lebrosi, ma fabbricatosi dipoi l'Ospita
le de Mendicanti, fu conceduta dal Pub
blico ad alcuni PP. Domenicani venuti di
Candia per l'invasione del Turchi. -,
· *|-----|-
· ·|-
, f,
|-|-·|-« . .
|-· • •
----|------
** …-- |-*** ** **
-
I L.
. 257 a
EA a
258 Sestier di Dorsoduro.
Excusati de Mazorbo, o isti sunt de
majoribus, 3 sunt XXIII. . .
Excusati de Torcello, co sunt IX.
Excusati de Costantiaco, C3 sunt XIX.
Excusati de Prioratu Loccoli, 3 sunt
XIX. i
H ec sunt nomina Excusatorum quì ser
e viunt in Palatio, di sunt CXXIV.
ANomina Excusatorum nostri Palat ,
s & sunt CLXXXXVIII. . ..
Inoltre nata essendo discordia fra le
famiglie Patrizie dei Basegi, Polani, e
Giustiniani coi Barbolani, coi Selvi, ed
altri, dopo di essere stati esiliati, final
mente si appacificarono, e contratta fra
loro parentella ad istanza dell'Impera
dore Lodovico rimessi in grazia si tras
ferirono per ordine dello stesso Doge ad
abitare in questo sestiere, e in cotal
guisa andossi a poco a poco oltre le ca
se popolari e Patrizie, anche di Chiese
riempiendo.
Quivi risiede il Gastaldo , o sia Capo
de Pescatori chiamato volgramente Do
ge de' Niccolotti. Questº era il Capo che
per privilegio si elegevano gl'abitato
ri dell' Isola di Povegia, i quali nella
guerra contro i Genovesi furono riparti
ti anch'essi in queste contrade, con che
crebbe notabilmente questa parte; e con ciò
restando, per pubblico comandamento spo
polata quell'Isola, conservano ancora a !-
cuni degli antichi lor privilegi, e
-
fi
gli
a -
-
t Sestier di Dorsoduro. 2 59
altri questo della elezione di questo Ca
po. Il corpo de'Pescatori di S. Niccolò
ne sono gli elettori coll'assistenza del
Pievano , di un Secretario, e di due
Cancellieri Ducali; nè altri può esser l'
eletto che un pescatore di questa Parroc
chia, o di quella dell'Angiolo Rafaello.
Tiene questi alcune particolari incom
benze sopra i pescatori medesimi, dai
quali ne ritrae un provento convenevole
per mantenersi : veste un abito distinto
rosso al di sotto colle scarpe e calzette
dello stesso copore, e violato al di sopra
con veste a maniche larghe.
- S. N 1 c c o L è, 1
S. Ma a ra .
La Chiesa , e Monistero di questa
Santa, dove stanno Monache dell'Ordi
ne Agostiniano al numero di 8o. in cir
l
ca, fu edificata dalla famiglia Salomo-,
ni, ed in ricognizione di ciò suole ogn'
anno l'Abbadessa mandar a donare al
più vecchio della Casa una Rosa di se
ta. E' però stata ridotta al moderno in
sieme cogli Altari, che sono di fini
marmi.
Di pitture, la tavola dell'Altar mag
giore è opera di Leandro Bassano, il
piover della manna alla destra è d'An
drea Vicentino, la palla con Cristo mor
to, della Scuola del Bassani, e quella di
S. Maria Maddalena è di mano di Do
menico Tintoretto. -
º
sI E S o c c o R S o . 5.
º -
- - - La
Sestier di Dorsoduro. 27r
La statua della Beata Vergine di mar
rro neffa Cappella di Matteo da Cor
tona Generale della Fanteria della Re
pubblica è stata scolpita da Tommaso
Lombardo: fa Conversione di S. Pao
fo fatta a musaico è opera di Erminio
Zuccato, e il Sansovino favorò il se
pofcro di Livio Podacatharo Arcives
eovo di Cipro, e dal lato sinistro dell'
Crgano Camilto Bozzetti fece l'effigie
sul Deposito di Paolo Veronese, la
quale di poi fu rinnovata da Matteo
ºCarneri - : e .
S a N B a s r . r o, p E r 1 o
S A N B A s E G 1 o. 7- ,
La Chiesa Parrocchiale, e Collegiata
di questo Santo d'anime 19oo in circa
è stata fondata nel 1148., e forse pri
; ma, conciossiachè in quest'anno si trova
º er Pievano D. Francesco Miani, ma
essendo poi andata in rovina per un Ter
remoto nel 1347. si riedificò dalla fa
miglia Baseſa, e viene custodita, ed
uffiziata dal Pievano, 3. Titolati, e da
14. altri tra Sacerdoti, e Chierici.
Qui riposa il Corpo di San Costanzo
Confessore, portato da Ancona a Ve
nezia, quello del Beato Pietro Acotan
to Patrizio Veneto, il dito indice di
San Basilio, un nodo di San Filippo Dia
; cono, un osso, ed un braccio di Sant'
Alessandro M., reliquie di San Celesti
Mi 4 Il Q »
252 Sestier della croce
rocchia, e creano il loro Pievano. Di
pitture in questa piccola Chiesa evvi al
ia destra dell'Altar maggiore Cristo in
Croce, ed altri Santi dell' Aliense: ed
un quadro col Martirio del Santo Tito
lare di Domenico Tintoretto
s. La z za a o 18. i
I L.
v
s - - 257
il sESTO ED ULIMO SESTIER
D E T T o
D I D O R SO DUR O.
roRetendono alcuni che il Sestiere di
Dorsoduro traesse la denominazione
da una certa famiglia di Dorsoduro ; ma
il Sansovino vuole, che dal suo terreno
sodo, e duro a guisa di un dorso, ve
nisse così nominato. L'essere questa
parte esposta alle incursioni de' nemici
dalla parte di mare cagionò che questa
Fosse l'ultima parte della Città che ne
primi Secoli venisse abitata. Il Doge per
rò Orso. Participazio nell'864., o secon
do il Sabellico nell'874. volle ridurla a
coltura, consegnandola per abitazione
a parte di quegli uomini che erano de
stinati al suo servizio, i quali per esse
re esenti da altre incombenze venivano
chiamati exeusati. Che di questi ve ne
fossero molti in varie delle Isole circon
vicine non v'è dubbio, stante il trovar
li mentovati da vari Autori, e il San
sovino i medesimo asserisce di aver ritro
vato in un'antica Scrittura con annota
zioni scritto così. - -
- EA a
258 Sestier di Dorsoduro.
Excusati de Mazorbo, o isti sunt de
majoribus, 3 sunt XXIII. . .
Excusati de Torcello, co sunt IX.
Excusati de Costantiaco, co sunt XIX.
Excusati de Prioratu Loccoli, 3 sunt
2KIX.
H ec sunt nomina Excusatorum quì ser
e viunt in Palatio, o sunt CXXIV.
ANomina Excusatorum nostri Palatuj,
s & sunt CLXXXXVIII. ,
Inoltre nata essendo discordia fra le
famiglie Patrizie dei Basegi, Polani, e
Giustiniani coi Barbolani, coi Selvi, ed
altri, dopo di essere stati esiliati, final
mente si appacificarono, e contratta fra
loro parentella ad istanza dell' Impera
dore Lodovico rimessi in grazia si tras
ferirono per ordine dello stesso Doge ad
abitare in questo sestiere, e in cotal
guisa andossi a poco a poco oltre le ca
se popolari e Patrizie, anche di Chiese
riempiendo, i -
S. N 1 c c o L è, 1
-
S. M A a ra .
La Chiesa , e Monistero di questa
Santa, dove stanno Monache dell'Ordi
ne Agostiniano al numero di 8o. in cir
ca, fu edificata dalla famiglia Salomo
ni, ed in ricognizione di ciò suole ogn'
anno l'Abbadessa mandar a donare al
più vecchio della Casa una Rosa di se
ta. E' però stata ridotta al moderno in
sieme cogli Altari, che sono di fini
marmi.
Di pitture, la tavola dell'Altar mag
giore è opera di Leandro Bassano, il
piover della manna alla destra è d'An
drea Vicentino, la palla con Cristo mor
to, della Scuola del Bassani, e quella di
S. Maria Maddalena è di mano di Do
menico Tintoretto.
Le altre tavole, cioè una colla San
tissima Trinità ec. lavorolla Bernardi
no Prudenti, ma una col marito di San
Lorenzo, Odoardo Fialetti, ed un'altra
della Madonna di Regio, e S. Giusep
pe, Matteo Ingoli. Degli altri quadri,
la Risurrezione, e Trasfigurazion di Cri
sto sono del Cav. Bambini, la Probatica
Piscina, e Cristo che sana molti infer
mi, di Santo Piatti, Cristo che scaccia
i Mercatanti dal Tempio è di Domenico
Clavarino, il miracolo del Pane, p, de'
e
262 Sessier d. Dorsoduro.
Pesci d'Antonio Zanchi, Lazzaro risu
scitato di Pietro Ricchi, Cristo che va
in Gerusalemme dell'istesso Zanchi, il
Battesimo, e le Nascita di Cristo, col
quadro sopra l'Altare di S. Lorenzo, di
Sristoforo Tasca, il soffitto cogli ador
nati, e pittura è tutto del Lambranzi,
e finalmente la tavola in Sacristia colla
Santissima Trinità è opera dell'accenna
to Domenico Tintoretto.
Vi si venera la preziosa Reliquia del
Corpo di Sant'Agapito M., ed una ma
ino di Santa Marta,
i
L E T E R E s E. 3.
La Chiesa, e Monastero delle MM.
Carmelitane Osservanti dette le Terese
non perchè professino l' Istituto Te
resiano, ma perchè la loro Chiesa è
dedicata a Dio in onore vi Santa Te
resa, persino verso la metà del secolo
ultimo passato fu posseduta dalli Padri
Minori Osservanti Riformati , detti al
presente di S. Bonaventura, ma una
Vergine, priva de'beni di fortune, ispi
rata da Dio come si può credere; intra
prese la grande, e difficil opera di for
mare un Convento, e così bene corris
pose l'esito al desiderio, che in breve
tempo fu fatta Madre spirituale di mol
te Figliuole, non solamente in questo
Monistero di Venezia, ch'ella moder
nò, e ampliò insieme colla Chiesa,1 mama
Sestier di Dorsoduro. 263
in Padova , Vicenza, e Verona, nelle
quali Città riuscì a lei di fondarne tre
altri. Di poi nell'anno 1667. ottenne
dalla Santa Sede la permissione di stabi
lirvi la Clausura Regolare, come si ese
guì con pubblica solennità dal Nunzio
Appostolico l'anno medesimo, nel Me
se di Luglio, giorno di S. Anacleto. Il
N Monistero, e la Chiesa furono dichiara
ti esenti dalla giurisdizione dell'Ordina
rio, e prima devoti solenni, per con
corde, e libera volontà, le Religiose si
posero sotto il Jus Patronato Regio, ed
avendo abbracciato l'instituto Carmeli
tano, e professato sotto l'ubbidienza del
Capo dell'Ordine, furono disposte le lo
ro Constituzioni dal P. Generale Anto
nio Filippini nel 1653., che furono poi
confermate nel Capitolo Generale tenu
to in Roma l'anno 168o. , le quali di
- º particolare prescrivono la vita comune.
Il Generale per la loro direzione v'
- instituisce un Commissario , a tenore
della Bolla di Gregorio XV. , deputa
i Confessori, e tiene il luogo del Pre
lato Regolare , oltre quello deputato
dalla Sede Apostolica , nominato per
rò prima dal Doge, come Regio Pa
drone. - - -- - - -
-
La Chiesa Parrocchial, e co" e
Sestier di Dorsoduro, 265
dell'Angiolo Rafaello, detta l'Anzolo d'
anime 6ooo. in circa è stata edificata dopo
quella di San Jacopo di Rialto, e fu in que
sto modo: il Signor di Padova nominato
Genuzio avendo scoperto la Città d'A-
quileja coll'Esercito Padovano contro At
tila, e dubitando che gli sopravvenisse
qualche gravissimo danno, mondò Adria- -
ma sua moglie, ed i suoi figliuoli a Ve
nezia, e sbarcarono all'Isola di Dorsoduro,
la dove essa Adriana fece voto di fab
bricar una Cappella in onore dell'An
giolo Rafaello, se Genusio suo marito
fosse ritornato libero dai suoi nimici;
il Cielo secondò le sue brame, ed el
la adempì il voto, e fece questa Chiesa
come un Oratorio; poscia contratta ami
cizia colle Monache di San Zaccaria,
allora sole in quella Città, e monacata
s" sua figliuola, venivano elle ogni
Sabbato in barca a questa Chiesetta, e
vi cantavano il Vespero: finalmente ve
nuta la detta Adriana a morte lasciò ad
esse per testamento questo Sacro luogo,
e ne furono le padrone per un tempo,
ma abbrucciatosi colle Case vicine, ces
sò coll'Oratorio anche il Jus di esse Mo
;
º
nache. Sopra di questo particolare ab
bian già detto qualche cosa ragionando
della Chiesa di San Zaccaria, ove si
può ricorrere. Nell'anno poi 8o9. fu di
nuovo fabricato da i Candiani, ed A
riani per rivelazione a San Magno, e
Corn. Ven, Tom. II, M nel
t!
2 o6 Seſtler al L0ri Oaxiro.
f SAN SE B a sT iA No. 6.
La Chiesa, e Monistero di
- 2,
seri Pae
r1
268 Sèstier di Dorsodurs,
dri ebbe origine in Venezia nel 14os.,
in tempo che vivea il Beato Pietro Gam
bacorta da Pisa, che nell'anno 138o.
fondò la Congregazione de Religiosi det
ti Romiti di San Girolamo, a cui s'uni
nel 1393. Fr. Angelo da Corsia del Ter
zo Ordine di San Francesco, il quale ol
tre molti altri luoghi in Romagna pos
sedea anche in Venezia un Ospizio nel
la Contrada dell'Angiolo Rafaello, che
perciò nell'anno 1395. i seguaci del Bea
to Pietro ottenuta facoltà dal Capitolo
de Canonici della Basilica Laterana di
Roma fabricarono un Oratorio con ti
tolo di Santa Maria piena di grazie,
e di misericordia, e celebravasi la fe
sta il giorno dell'Assunzione di essa
Beata Vergine, come anche al presen
te si celebra con solennità. Di poi es
sendo insorti per più anni dopo la fab
brica di quell'Oratorio molti litigi colla
Parrocchia, l'Anno 1455. Calisto Ill. Pa
pa con suo Breve in data de' 28. Agosto
diede loro ampia licenza che potessero
fabbricar una Chiesa pubblica in onore
di S. Sebastiano, di cui gettata la prima
pietra nel 153o, nel termine di tre lu
stri, e mezzo si vide perfezionata, riu
scendo veramente nobile, e per l'archi
tettura ammirabile. r
· S a N B a sr e r o, p E r T o
S A N B A s E G 1 o. 7- ,
La Chiesa Parrocchiale, e Collegiata
di questo Santo d'anime 19oo in circa
è stata fondata nel 1148., e forse pri
ma, conciossiachè in quest' anno si trova
per Pievano D. Francesco Miani, ma
essendo poi andata in rovina per un Ter
remoto nel 1347. si riedificò dalla fa
miglia Basega, e viene custodita, ed
- uffiziata dal Pievano, 3. Titolati, e da
14. altri tra Sacerdoti, e Chierici.
Qui riposa il Corpo di San Costanzo
Confessore, portato da Ancona a Ve
nezia, quello del Beato Pietro Acotan
to Patrizio Veneto, il dito indice di
San Basilio, un nodo di San Filippo Dia
: cono, un osso, ed un braccio di Sant'
Alessandro M., reliquie di San Celesti
Mi 4 Il C ,
272 sestier dt, Dorsoduro.
no, di San Donato, di San Generoso,
c di Santa Illuminata MM., ed un den
te, e della pelle di San Bartolommeo
Apostolo.
Di Scuole di Divozione evvi quella
del Santissimo, la quale ha un legato
annuo di Ducati 36. da dispensarsi ai
poveri per le feste di Pasqua, quella
della Visitazione dei Ministri da Bar
ca, l'altra degli Acquajoli sotto titolo
di San Costanzo, le Scuole di San Giur
seppe, di Sant'Alipio, di San Osual
do, e tre Sovvegni, che prestano soc.
corso a fratelli infermi.
Di Pitture i dodici Appostoli, e i
quattro Dottori tra le volte intorno la
Chiesa sono di Leonardo Corona, un
quadro con Cristo condotto al Monte
Calvario di Pietro Mera, un'altro con
Cristo dinanzi a Pietro di Bernardino,
Prudenti ; sopra una porta la Beata
Vergine co Santi Sebastiano, e Roc
co di Bartolommeo Donati, la cena di
Cristo opera di Marco di Tiziano.
I G E sv a r 1. s.
Questa Chiesa, e Monistero fu già
mna volta de' Gesuati Religiosi dell'Isti
tuto di San Colombino, detti li Poveri
di Sant'Agnese, e si cominciò a fabbri
- carla nel 1473., gettatavi la prima pie
tra da San Lorenzo Giustiniano, e pre
Sta D
Sestier di Dorsoduro. 273
stando grande aiuto Niccolò Marcello
Doge , che anzi alla sua morte lasciò
loro molte tappezzarie, ed argenti, fra
quali un Cristo bellissimo d'argento dell'
altezza poco meno d'un braccio, e due
Candelieri di Diaspro, e nel 1524. fu
solennemente consecrata sotto il titolo
del Buon Gesù, e della Visitazione della
Beata Vergine. Venendo poi soppressa
da Clemente IX. l' anno 1668. la Reli
gione dei suddetti Gesuati furono inve
stiti i Padri Domenicani Osservanti det
ti mangia erbe, e delle Zattere, e ne pre
sero il possesso a 14. di Luglio l'anno
a 669, dove al presente dimorano in nu
mero di 69. e più , e mutarono l'anti
co titolo della Chiesa in quello del san
tissimo Rosario. i
Resa cadente la Chiesa vecchia, si so
no accinti questi buoni Religiosi alla fab
brica di un sontuoso, e magnifico Tem
Pio quale si vede ultimamente termina
to sul disegno dell'Architetto Giorgio
Massari. Gli Altari sono intonacati di
Diaspro di Sicilia, e le Tavole dei pri
mi valentuomini nella Pittura viventi o
morti poco fa. Quella di San Pio V. è
di mano diSebastiano Ricci, l'ultima
da esso dipinta. Quella di San vicen
zº. Ferrerio del Piazzetta, altre del
Tiepoletto, il quale ha dipinto anch
tutto il Palco. i
G L' I N c U RA a 1 L 1 9.
I C A T E c U Ma N 1 . 14.
- - - X ri, - e
º
La Chiesa Parrocchiale, e Badia di S.
Gre
286 Sestier di Dorsoduro.
Gregorio I. Papa, e Dottore d'anime
27oo. in circa, è stata eretta da Parti
cipazi, e fu prima abitata da Monaci
sotto la giurisdizione di Sant'Ilario.
Questa Badia è ricca di molto, ed ha
Jus sopra gran parte del Territorio delle
Gambarare, Tresegole, ed Oriago. Il
“primo Abate di essa fu Bartolammeo
Paruta Vescovo, investito da Calisto III,
Papa, e sottentrò nelle ragioni di S. Ila
rio; ma ora è un Cardinale, che secon
do l'uso degli altri Abati vi mantiene
sun Cappellano, un Curato, cui attesele
sue benemerenze ha concéduto il titolo
di Vicario, e un Sacristano.
- Ella è ben fornita d'eccellenti Pitture,
imperciochè il quadro sopra la porta mag
giore con Cristo all'Orto, e l'altro ap
presso col lavar de piedi sono di An
drea Vicentino: la tavola dell'Assun
sta con due quadri alle parti di Anto
nio Foller; la tavola colla Madonna, S.
Bellino ec. di Pietro Ricchi: all'Altare
maggiore la Comunione degli Appostoli;
la Trasfigurazione, e l'Ascenzione del
Signore del Cav. Bambini: la manna
nel diserto del suddetto Ricchi: S. Fosca
di Niccolò Renieri: il moltiplico del
pane, e del pesce di Domenico Tin
toretto; Lazzaro risuscitato dell'Alien
se; sopra gli archi S. Gregorio Papa
ec. dinanzi a Maria V., e Venezia ec.
dell'accennato Bambini, e nella sud
detta dove cantasi le Litanie evvi la ta
vO
N
S a N T A GN E s E. 17.
la Chiesa Parrocchial, e Collegiata
di questa Santa d'anime 2ooo. in circa
e antichissima, e fu edificata dai Molini,
ma poscia di tempo in tempo in molte
sue parti rimodernata. Vi presiede il
Pievano, 2. Titolati con Diacono, e
Sudiacono, e 16. altri fra Sacerdoti, e
“Chierici che insieme l'uffiziano .
Qui si venera il Corpo di S. Venereo,
che morto nel 61o, fu portato a Vene
zia da Portovenere dall'Armata l'anno
86o. : il Corpe di S. Secondino M., un
dito della Santa Titolare, ed una Reli
quia di S. Pietro d'Alcantara. Evvi la
Scuola del Santiss., quella della B. V. con
Sovvegno, l'altra di S. Agnese, un Suf
fragio de'Morti, un Sovvegno di 1 oo.
Sacerdoti, e finalmente una Fraterna di 7.
Donzelle nate di Genitori dabbene, le
quali sino all'età di maritarsi, o monacar
si sono custodite da una Priora, ed istrui
te in virtù , e buoni costumi, e mancan
do esse se n'eleggono altre 7., e queste
si chiamano le Vergini di S.
-
A"1
-
Sestier di Dorsoduro. 289
AU)i Pitture la tavola della Santa Ti
tolare con quella della Nascita di M.
V. sono d'Antonio Foller: Cristo all'
Orto sotto all'Organo è di Bortolom
meo de Negri: Cristo dinanzi a Pilato
d' Odoardo Fialetti: la manna nel de
serto, e l'acqua che scaturisce, son ope
re dell'Aliense: La tavola di S. Jacopo
lavorolla Alessandro Varotari, e quella
e di S. Vitale Padre de Santi Gervasio e
Protasio, e protettore de'Popoli di Po
vegia, si dice della scuola di Damiano.
La Carita'. 18.
La Chiesa di S. Maria detta della
* Carità, è stata fabbricata nel I 51 . da
Marco Giuliani, essendo prima di pure
Tavole all'intorno d'un Capitello, do
ve eravi un Immagine miracolosa di
M. V. Di poi Innocenzo II. la conce
dette al Priore di Santa Maria in Por
to di Ravenna, il quale vi pose i Ca
noneci Regolari Lateranensi, che al pre
sente l'uffiziano, il cui Monistero se
fosse compiuto sarebbe per architettura
ch'è d'Andrea Paladino, il più nobile
di questa Città. -
u Scu o L A D e LL A C A R I TA',
una delle 6. Scuole grandi.
T U TT1 1 S AN T 1 . 2o.
-
298 Sestier di Dorsoduro.
vola di S. Catterina ec. è di mano del
Figliuolo di Andrea Vicentino, di cui
è pure una palla dell'Altare col mar
tirio di S. Lorenzo, e i quadri dalle
parti, il quadro col martirio di Sant'
Appolonia d'Antonio Zanchi: la tavo
la che segue, il quadro coll'Annunzia
ta, e l'altro col martirio di Sant'Eras
mo di Girolamo Pellegrini : quella dell'
Altar maggiore con S. Barnaba Vesco
vo sedente in alto ec. di Dario Varrot
tari: Cristo in Emaus di Marco Libe
ri: Cristo ch'appare alla Madre, del
suddetto Zanchi; e la Cena sopra il
Banco della Scuola del Santiss. del Pal
i ma - - -
S. P A N T A L e o N e. 25.
La Chiesa Parrocchiale, e Collegiata
di S. Pantaleone M. detto San Pantalon
d' anime 4ooo.. in circa, è stata edifi
cata nel 1o25. dalle Famiglie Signola,
e Daula ora Dandola, e poscia del
tutto rinnovata sotto il Pievano Zam
belli, ed essendo per l'addietro Com
menda , fu ridotta in Parrocchia da
Angiolo Simitecolo, che fu primo Pie
vano, ed al presente si uffizia dal Pe
vano, 4. Preti Titolati, Diacono, e
Suddiacono, e da 5o, in circa fra Sa
cerdoti, e Chierici. -
-- -
- - -
--------*-
-
-
--- -
----
----
ve
- Sestierº di Dorsoduro. 3o9
ILE CHIESE DELLA GIUDECCA
SAN GIo: Barrista, I,
LE 21 TT e 1 L E. 2.
-
-
-
-
-
-
a - -
- -
-
-
- ---
--
- -
-
--
i - - - - - --- - - -
- Sestier di Dorsoduro. 3o9
ILE CHIESE DELLA GIUDECCA
SAN GIo: Barrista, I,
LE 21 TT e 1.1 E. 2.
I l R e p e N r o R E. 4.
-
ap
Sestier di Dorsoduro. 319
Carletto Caliari, e tre comparti nel
Soffitto di Paolo, con vari ornamenti,
stanze, pergolati, e cartellami all'in
torno, creduti lavori del suddetti Bene
detto , e Carletto, ma ritocchi dal
medesimo Maestro. -
s a s T A N a 1 o 1 o 6.
Questo luogo colla Chiesa, e Moni
stero fu conceduto nel 1518. dalle Mo
nache di S. Croce di quest'Isola, con
pubblica permissione ai PP. Carmeli
tani della Congregazione di Mantova
e di Brescia, obbligandosi essi a con
servarlo, e di contribuire ogni anno in
perpetuo alle dette Religiose due Can
delotti di due libbre l'uno ne' giorni 3.
Maggio, e 14. Settembre. Qui si pon
gono i Pazzi, e sono con grande cari
tà governati. Questo Convento è sta
to soppresso a nostri giorni.
Vi sono tre tavole di Odoardo Fia
"i e nel
| tre III -
-
Soffitto due quadri del Pe
SAN TA E U F e M 1a. 7.
La Chiesa Parrocchial, e Collegiata
-
LE C o N v E R T 1 T E. 9.
o 6 - CRO
sº
%$%$%$%$%$ %.NºaS
CR O N A CA
V E N E T A
P A RT E Q U.A R T.Ar.
D E S C R I z I o N E
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intaglio
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tante E | - -
- Colorate - - -
-
-- - -----
-
soº ava
sv -
-a
a
-- - - a- ----
----
----
----
Descrizione del Bucintoro. 325
Di poi si distingue in due piani,
uno al di sotto dove stanno i Remigan
ti Uomini di fiorita, e robusta Gioven
tù, dell'Arsenale in numero di 168. a
quattro a quattro per Remo, con altri di
riserva, e da 49. Marinaj in circa;
uno di sopra sul quale s'alza la mae
stosa Regia, che resta coperta da un
Tetto, che si chiama volgarmente Tie
mo, il quale s'estende in piedi 65. di
lunghezza, e diviso per lungo nel mez
zo si formano due lunghe Sale. Indi
coll'alzato di gradini, incamminandosi
inver la Puppa, si vede un distinto e
minente Gabinetto di piedi 15. quarte
3 , ove in prospetto nel mezzo evvi la
Real Sede del Principe, e viene esso
Gabinetto coperto da più alto Tetto, o
sia Tiemo della lunghezza di piedi 24.
e mezzo, guardato al di fuori , e cir
condato da Giardini o sieno Pergolati,
lungi 34. piedi e mezzo, collo sporto
d'una ringhieria nel mezzo di piedi
sei. La Piazza che altramente si chiama
Palmetta è dell'ampiezza di piedi 12.,
ed un quarto, con due Giardini alle
parti, spuntando in fuori della Prora
stessa due Rostri, o sieno Speroni, il più
lungo de'quali è di piedi tredici e mezzo.
L'esterno delle parti laterali. -
Sembra che dal Mare sorgano numero
se Sirene alate colla fraposizione di Te
ste, e Mascheroni a sostener il palamen
to de' Remiganti. Un continuo orna
men
326 Descrizione del Bucintoro.
mento si mira nel basso di Festoni,
che treccie o fasce sono, vagamente in
trecciate da Fiori, e Frutta, con meda
glioni frammezzo, e queste si portano
ad ornare tutto l'intorno sino a i Fori
de Remiganti, che sono al numero di
5o. fra una e l'altra parte, 42. de'
quali servono per li Remi, cioè ventti
no per lato, i quali restano adorni da
un intaglio diligentissimo di cartella
mi, che serpeggiano con l'innesto di
Cappe, e Frutta simili di Mare sino ad
una gran Cornice, sopra cui segue in
basso rilievo un Trionfo, e festosa Adu
nanza di numerose marittime Deità,
fra le quali Nettuno sul Delfino, mez
zano de suoi amori, Venilia, e Saccia,
Tetide, e Forco; indi Nereo, e la Nin
fa Janira sopra un Delfino, con Portun
no suo amante, Proteo in sembianza
di Balena che sostiene la Ninfa Ligia,
Citerea portata da una Conca marina,
e Leucippe, e Disa pur Ninfe del Ma
re assise sopra destrieri marini, di poi
succede la Ninfa Dori figliuola dell'
Oceano, e di Teti, Galatea figlia di
Nereo col seguito di molte Minfe Ne
reidi, o varj Tritoni Trombetti di Net
tuno colle Buccine ritorte; Glauci col
le Cornamuse, ed altre Ninfe d'Anfi
trite, e di Teti in varie azioni , con
molti Animali marini di varie spe
zie; Favole tutte, ma di gran signifi
cato, conciossiachè cum sapientes anti
qui
Descrizione del Bucintoro. 327
qui Philosophiam magnificarent, natura,
aut disciplina secreta sub variis fabula
rum figmentis occultaverunt. Nat. Com.
Myth.
L' Esterno della Prora.
A questa termina la suddetta gran
Cornice sostenuta da amendue le par
ti da un Mostro Marino colla Corna
musa, e di sopra s'ergono due Giar
dini, o sien ringhiere, uno per parte,
ornati da figure di Ninfe Nereidi, e
Satiri Maritimi, e nel loro interno si
mira un Baccanale di Bambini, che con
vaghi festoni intrecciati di fiori, e frut
ta vanno scherzando. Nella sommità
s'alzano due gran figure rappresentan
ti Giustizia , e pace , la quale colla
Colomba sul capo sta genuflessa, pre
sentando con una mano alla Giustizia
un ramo d'Ulivo, e sono corteggiate
da Fanciulli, che posano sopra ben ac
concj cartellami, fra quali uno porta la
spada, e l'altro la Cornucopia. A pie
di di esse figure si spande una ben va
sta Conchiglia, la quale ripiena di Tro
fei militari riposa sul primo Rostro.
Si ha già detto che da essa Prora
spuntano due Rostri, chiamati volgar
mente Speroni, il primo de'quali ch'è
al di sopra rappresenta il Mare ornato
di sponde assai vaghe con coppe , ed
erbe marittime , nel mezzo vi sono
due fanciulli, il primo sopprime la
Guerra prostrata su fasci d' Armi, e:
- mi
328 Descrizione del Bucintcro.
militari insegne, e vi è afla cima urn
ben nodrito Leone, che posando porta
l'ali spiegate: il secondo, ch'è al di
sotto simbolizza la terra con cespugli,
e sassi, ed un Zeffiro nel mezzo che soffia,
e alle parti di lui nei più gonfio della
Prora si veggono due eccedenti figure
sotto un Grottesco, che significano i due
rincipali Fiumi dello Stato Veneto in
erraferma, cioè il Pò, e l'Adice, ch'a-
mendue mettono foce nel Mare Adriatico
L'Esterno della Puppa. -
l
;
!
prie.
ALa 1 1. è la Fedeltà figurata in una
Donna sedente, che tiene in mano la
sferza, ed a piedi un cane. Al di so
pra il mese d'Aprile che figurasi in
un Giovane con ghirlanda di Mortella
di notante Amore, che colla dritta tie
ne il segno di Tauro di più sorte di
viole, e fiori adorno, e nella sinistra
frutta proprie di lui.
La 1 11. è l'Amor della Patria es
Arti Liberali.
La xx1v. figura è la Geografia rap
presentata in una Donna, che tiene
nella dritta mano un Compasso, mi
surando il Globo Terracqueo sostenu
tole da un fancitillo, e nella sinistra
una Tabella con figure Matematiche.
L'ora xrr. è una fanciulla che tiene
il segno di Saturno in una , e nell'al
tra mano
volge pur un ramo di le
al Solstizio Salice,
foglie.che riv.
La xxv. è la Geometria dimostrata
in una Donna, che tiene con amen
due le mani l'Archipendolo, o sia
; Perpendicolo, e due fanciulli alle par
" ti, uno colla Squadra, e l'altro col
Compasso. a
(..
: Seguono le ore della notte. te
iº -
La prima ora della notte, egualmen
ſ te che quelle del giorno , è una fan
4 ciul
344 Deserizione del Bucintero.
ciulla alata, e succinta nella veste,
che tiene il segno di Giove nella de
stra, e coll'altra una Nottola, o sia
Vespertilione, così detto a Vespertino
2empore.
La xxv 1. è la Simetria che vien ac
cennata da una Donna d'età virile,
e di singolar bellezza, la quale sta
misurando con un Compasso nella de
stra una statua umana, e tiene accan
to un fanciullo con un Cane in atto
di salir sopra una base. La 11. ora è
una fanciulla che tiene il segno di
Marte, ed una Civetta nelle mani,
segno della notte.
La xxv 11. è la Nautica espressa in
una Donna vecchia, che sedendo su
tre gradini, appoggia la destra sopra
la Bussola, e la sinistra sopra un Ti
mone, con al fianco un fanciullo che
sta misurando una Carta Geografica .
IL ora 1 1 1. è una fanciulla, che nella
destra tiene il segno del Sole, e colla
sinistra un Bubone, o Barbagiani Uc
cello notturno.
La xxv1 11. è la Geodesia delineata
in una Donna Giovane che tiene con
amepdue le mani il quadrato Geome
trico, ed un fanciullo al lato dritto
con Livello, e Squadra. L' ora I v.
è una fanciulla che tiene il segno di
Venere , e un Oriuolo da Polvere
nelle mani.
La xx1x. è l' Architettura rappre
Sen -
-
I TRATTENIMENTI PIACEVOLI
D e 1 L A C 1 T r
D I V E N E Z I A-
.
:
eorrono, e bello
vedere la Nobiltà, che occupa colle
sedie tutto il tratto della Piazza con
tiguo alle Procuratie vecchie per la
beilezza delle Dame, e per la bizza”
ria degli abiti veramente sfoggiati -
Spesso si veggono comparse ingegnose:
e in un pompose di Mascherate di
compagnia, e talvolta con alcune rap
presentanze di gran diletto -
In più Casotti fanno pompa del loro
balli i Funamboli, e si dimostrano di
verse curiosità che allettano ec.
L' ultimo Giovedì del Carnovale ,
detto volgarmente Grasso, è composto
di molte solennità curiose: impercioc
chè a mezza mattina si fa la Festa
de Tori a Rialto, vedendosi varie biz
zare livree indosso del condottieri .
Dopo pranzo in Piazza concorre tut
ta la Città sopra i Palchi, che danno
comodo a sedere. Cala Sua Serenità
colla Signoria, e Ministri pubblici al
luogo deputato delle colonnelle ad os
servare la Compagnia de Fabbri , e
de Mascellaj, solita di tagliar in un
colpo di spadone la testa al Toro, e
la Macchina de fuochi artificiali, pre
parata in mezzo la Piazza del Broglio,
55 Trattenimenti piacevoli
dirimpetto di Sua Serenità; ma prima
di dar principio ai fuochi suddetti, si
sogliono godere diversi balli sulla cor.
da, e sul Palco di detta macchina,
fatti per lo spazio di un' ora da' Fu
namboli, e sopra due altri Palchi che
sono a lati della medesima le Forze
dette d'Ercole, fatte dalla Compagnia
de Castellani, e de Nicolotti, e fi
nalmente il più delle volte si vede
qualche volo sulla corda, che dal Cam
panile di San Marco va a terminar -
I Trat
della Città di Venezia ; 357
I Trattenimenti straordinari, ed inº
ti, certi, cioè quelli che sogliono accade -
i re in ogni stagione dell' anno portati
i; dal caso, sono, prima ogni volta che
i succede la Creazione del nuovo Prin
i; cipe, per cui si fanno tre giorni di
Maschere: tre sere di fuochi artifizia
li in Piazza con Macchina ogni sera
diversa: nel Palazzo armoniosi concer
ti con ballo di Dame, e Cavalieri, e
si gode la pubblica comparsa, è la so
lenne cerimonia di gettar monete al
popolo in tempo ch'egli è portato per
da Piazza dagli Arsenalotti dentro un
pozzo di legno dorato.
Secondo , nell'elezione del Procura
tori di San Marco, per li quali pari
. mente tre giorni vi sono Maschere :
feste nel loro Palazzi, e nelle sue Par
rocchie: nel giorno poi solenne di suo
; ingresso, nuovamente Maschere, e la
Merceria per dove essi passano fa pom
pa, e de suoi più rari addobbi, e di
molte ingegnose, ed erudite rappre
; Sentan Ze , -
NO
359
º i
NOTIZIA DELLA POLIZIA
D E L L ' A
R E PU B B LI CA
D 1 -
v E N E z I A.
TLº gran Machina di questo Domi
nio, è appoggiata a due qualità
di persone, cioè Ecclesiastiche, e Se
colari : le prime sono i Patriarchi, gli
Arcivescovi, e Vescovi, gli Abati, i
Vicari, i Canonici, i Pievani, i Cura
ti, ed altri, dei quali essendo comuni
colla Chiesa Cattolica i riti del Go
verno, non accade che se ne faccia al
cuna menzione.
Quell' altre poi che il corpo della
Repubblica compongono, si dividono in
molte membra ; imperciocche alcune
consultano i maneggi politici, e decre
tano i pubblici affari, come il Senato,
ed il Collegio: Altre presiedono all'
Giudicatura, e sono divise in Collegia
Consigli, Corti, Uffizi, Magistrati,
simili
stinatiCarichi, del quali alcuni sono d ea'
alle materie criminali, si
3 - e
-
-
36o Notizia della Polizia.
ralle Civili , ed altri alle miste : chi
attende agl'interessi pubblici , chi a i
privati : chi invigila alla conservazione
de buoni costumi, chi alla Sanità, chi
all'abbondanza del viveri, e chi alla
pulitezza della Città: in somma dalla
serie medesima de Magistrati si verrà
in cognizione d'un, ben disposto Go
verno, benchè sienò notati senza or
dine, e senza distinzione di tutte le
materie a loro spettanti, conciossiachè
io non intendo di voler dar norma a Cu
riali, ma solamente di rappresentar al
Mondo l'idea di una gran Repubblica.
Il gran Consiglio.
Questo è il corpo del Governo, ed
anzi il fonte dell'autorità suprema del
lDominio, dove possono intervenire tut
ti i Nobili, che sono al numero in cir
ca di 156o. dopo l'età d'anni 25. , ed
anche innanzi, i quali o sono d'una
qualche Famiglia assai benemerita, e
perciò privilegiati, o hanno avuta fa
sorte favorevole nel giorno di S. Barba
ra, in cui imbossolati tutti i gievani
Nobili dell'età di 2o, sino ai 25. anni,
a que trenta che restano estratti, è per
messo d'entrarvi. Si convoca la mat
tina, e per il più ne giorni festivi, e
in altri ancora, se le occasioni lo ricer
cano: in questo si eleggono i Magistra
ti, si deputano i Rettori alle Città
suddite, e sono distribuiti tutti li ca
- . rl
della Repub. di Venezia. 361
richi, eccetto alcuni pochi, che ven
gono dispensati dal Senato.
.Il Doge.
Egli è il Capo e l'Apice di questo
gran Corpo, che gode non solamente la
dignità suprema, e la preminenza ne'
luoghi, negli abiti, nell'abitazione ,
nel titolo di Serenissimo; ma ancora
risponde per nome del Pubblico agli
Ambasciatori, e Ministri de'Principi:
col suo nome s'improntano le monete,
si spediscono i pubblici Decreti, e ben
chè negli affari pubblici non possa da
se solo deliberare, gli è nondimeno in
ogni tempo permesso libero ingresso
nel Maggior Consiglio, nel Senato, in
Collegio, e nel Consiglio de' Dieci .
Nelle Giurisdizioni del Ducato giudica
egli solo, e con autorità dispostica può
conferir alcune cariche in Palazzo i
come Scudieri, ed altri Ministri, che
pur sono col Denaro pubblico stipen
diati, e promover Cavalieri. I suoi fi
gliuoli però, e congiunti, vivente Lui
hanno l'esclusiva da tutti gli altri Ca
(! richi della Repubblica, -
- Il Senato.
Che il Senato sia detto a Senibus per
l'uso che correva anticamente, che i
I Consiglieri di sopra.
Questi sono a tempi nostri, com'era
no i Tribuni dell'Isole, uno per Sestie
re che sono sei. Cominciarono ad e
leggersi sotto il Doge Domenico Mone
gario, a cui ne furono assegnati due
per assistenti, e di poi sotto il Doge
Sebastian Ziani si giº al nutne
3 ro
366 Notizia della Polizia
ro di sei . Hanno autorità di proporre
in Gran-Consiglio quelle cose che oc
corrono; presiedono a tutti i Consigli,
ed a loro tocca ordinare le radunanze
del Maggior Consiglio : Siedono col
Doge in Collegio, e nel Consiglio di
Dieci, e con esso lui eseguiscono va
rie faccende, le quali possono anche e
seguire senza di lui, ma il Doge non
può senza di loro.
I Consiglieri da basso.
Questi sono tre, e sono stati, e deb
bono essere del numero de Consiglieri
di Sopra, perchè durano un'anno, nel
qual tempo assistono Mesi otto in Col
legio, e gli altri quattro nella Quaran
tja Criminale, in vece del Doge, che
vi assisteva in persona avanti il Prin
cipato di Marco Cornaro.
I Savj Grandi.
Sono sei, e così detti per l'incom
benza che hanno di maneggiar gli af
fari più grandi della Repubblica. Si
uniscono insieme per consultar fra di
essi ciò, che hanno da riferir al Sena
to. E' carica ricercata anche da Procu
ratori di S. Marco: vengono eletti dal
Senato, e sono poi abilitati ad aver in
esso voce deliberativa .
- -
- - -
consiglio di Dieci.
Sono diecisette, cioè il Doge, sei
-
Consiglieri, ed altri dieci Senatori elet
ti dal Maggior Consiglio, tutti di di
verse Famiglie. Fu creato l'anno 13 ro
er reprimer i Ribelli in occasione del
a famosa congiura di Boemondo Baia
monte Tiepolo, l'anno susseguente
1311. fu ratificato per anni dieci; e fi
nalmente nel 1335 . a 2o di Luglio fu
stabilito per sempre.
Questo Consiglio ha titolo d'Eccel
so, perchè l'autorità sua è veramente
- , eC
della Repub. di Venezia. 369
eccelsa, e suprema, anche sopra tutti i
Magistrati, che trasgredissero nell'Uf
fizio loro. Procede contra tutti i di
litti di lesa Maestà , contra i sedizio
si Monetarj, falsari, ec. L'esempio,
e la moderata gravità di chi in esso
presiede, ritiene i Nobili, e i Plebei,
col timore del castigo, nel rispetto, e
nell'ubbidienza. Insomma il Consiglio
de'Dieci è il sostegno delle Leggi, il
rifugio de' Popoli, il nodo della con
cordia, il fondamento dell'ugualità, il
freno delle prepotenze, ed il tempe
ramento di tutte le altre parti del Go
Verno -
Gli Avogadori.
Sono tre, e furono instituiti l'anno
1 18o., e sono detti Avogadori di Co
mun, cioè quasi Advocatores Communi
tatis, poichè in ogni pubblica delibera
zione del Maggior Consiglio, del Se
nato, e del Consiglio de' Dieci deve
esser presente uno degli Avogadori.
Possono intromettere le deliberazioni
del Gran Consiglio, acciocchè sieno di
nuovo considerate, e deliberate. L'Avo
gadore ha autorità di reprimere tut
te le violenze. Giudica materie Cri
minali, miste e civili, è Giudice d'ap
pellazione nelle Cause Criminali di fuo
ri, le quali intromesse, porta alla Qua
rantia Civil Vecchia. Nella Quarantia
Criminale parla in primo luogo contra
º i Delinquenti , ed è tenuto di tempo
- Q 5 in
37o Notizia della Polizia
in tempo a leggere in Pubblico Consi
glio gli ordini vecchi acciocchè l'igno
ranza non serva ad alcuno per pretesto
di non osservarli.
Nell'Avogaria si conserva il Regi
stro, ( che si chiama Libro d'Oro) di
tutte le Famiglie de Nobili, dove si
notano tutti i Nomi, e Cognomi de
i loro Figliuoli, che nascono di legitti
mo Matrimonio, per confrontarli poi
nell'età requisita per l' ingresso nel
Maggior Consiglio. Eglino sono eletti
dal Senato, e confermati dal Gran Con
siglio, vestono con Ducale, or pavo
nazza, ed ora rossa, come i Capi dei
Consiglio de' Dieci.
- I Censori. -
Quarantia Criminale.
Ella è formata di 43., cioè de 4o.
ordinari, e dei tre Consiglieri, i qua
li dal Principato di Marco Cornaro in
qua v' assistono in luogo del Doge,
che prima ci assisteva personalmente.
Giudicano tutte le Cause Criminali di
casi pensati, e premeditati (eccetto quel
le di lesa Maestà ) intromessevi dagli
Avogadori. Quì a prò de Rei parlano
gli Avvocati del Prigionieri, ovvero
i loro propri, acciocchè i Giudici ab
bino avanti gli occhi le colpe, e le di
fese. E' di maggiore stima, che l'altre
Quarantie, perchè tutti i suoi Giudi
ci hanno voce deliberativa in Senato.
Ha titolo di Sereniss. Signoria, ed
suoi Capi entrano in Collegio con ;
Consiglieri di sopra o o º
i , i
.9uarantia Civil Vecchia.
Questa ch'è composta di 4o. Giudi
ci, fu instituita l'anno 1425. , e giudi
cano le Cause Civili in appellazione di
Sentenze d'altri Magistratti subalterni,
e particolarmente delle Corti, ovver in
tromesse dagli Auditori Vecchi. Giudi
cano Cause Criminali appellate all'Avo
garia, e da medesimi Avogadori intro
messe a questo Consiglio. In tutte le
-
Quarantie è proibito che assistano più
di due Giudici d'una medesima Fami
ragli , o Casato ro? o 2 i
Q 6 Qua
372 Notizie della Polizia -
-
Collegio del XX.
a r -
- Prov
-
della Repub di Venezia . 37;
Provveditori sopra i Denari.
Sono sei, e quì spetta la materia d'
Uffizi, tanto di Città, quanto di Ter
ra Ferma, come anche le Pieggierie
de Curiali Reggimenti.
Savj, ed Esecutori all'Acque.
Sono sei, e giudicano di tutte la ma
terie della Laguna, e di tutti Porti,
e i Fiumi circonvicini. Hanno autori
rità civile, e criminale.
- Scansadori.
Sono tre Senatori gravissi mi, i quali
han
della Repub. di Venezia 377
hanno soprantendenza in ordine a scan
sare le spese pubbliche del Ministri, o
salariati del Pubblico. Anche quì, so
gliono delegarsi cause civili, così della
Città, come di fuori.
Provveditori sopra i Feudi
Sono tre, e giudicano tutte le cau
se de Feudi: tengono registro di tutti
i Titolati, e Feudatari della Repubbli
ca, ed invigilano contra gli abusi dei
medesimi.
Sopra i Beni Comunali.
Sono tre, ed invigilano sopra il pre
servare alle Comunità , e Luoghi di
fuori i loro Beni, e sono Giudici in
tutte le differenze, che per tal occa
sione nascono. Fanno le vendite degli
stessi Comunali, decretate però dall'
Eccellentiss. Senato
Sopra i Beni Inculti.
Sono cinque, ed a questi spettano l'
investiture dell'acque pubbliche , che
sono richieste con supplica da partico
lari per render fertili i loro Beni in
culti,
Sopra Provveditori, o Provveditori al
le Biade. -
- Prov
della Repub.- di Venezia . 379
"
provvedirori in Zecca .
º
Sono tre, che soprantendono a tutta
1a Zecca ; fanno terminazioni di giri
ſi
º
di Capitali,
messe rispostee ad essi vengonº cº
dall'Eccellentissimo Se
IlatO -- - e - a º e
Depositario in Zecca.
Questi paga le parti prese di pagar
soldati, Milizie, Stipendiati ec
Provveditore alli Prò in Zecca.
Paga i Bolletti, o rate maturate de'
1Prò ec. - -
Giu
384 Notizie della Polizia
Giudici del Procuratore.
Sono tre , e giudicano de' Beni di
fuori, delle Doti vivente Viro, e del
le commissarie del particolari, gover
nati dalle medesime Procuratie; onde
si dissero Judices Procuratorum, ed è
Corte.
Giudici del Proprio.
Sono tre, i quali principiarono l'an
no 1o24. Giudicano circa le Doti del
le Donne, circa le divisioni tra Fra
telli, delle successioni ab intestato, e
de' confini delle fabbriche, ed è la se
sta, ed ultima delle Corti,
Signori de Cataveri.
Sono tre, che furono instituiti l'an
no 128o., sono Fiscali, e ricuperatori
del Pubblico : Giudicano delle cose ri
trovate in Mare, e in Terra : della rob
ba lasciata da chi muore senza Testa
mento: Castigano gli Ebrei, che aves
sero commercio con Cristiane, ec.
Auditori Novi, v
.
'
Sono tre, che furono stabiliti l'anno
1451. Hanno sede in Palazzo, ed an
che in Rialto, fanno eseguire le Sen
tenze delle Corti, vendono li Beni de'
debitori,
Cron, Ven, Tom, II, R Ma
386 Notizia della Polizia
MAGISTRATi DI RIALTo.
Messetteria.
-
Magistrato de Senseri.
Sono Giudici del Corpo dei medesi
mi, e giudicano sopra le materie spet
tanti a Sensali, e Senserie. Hanno ai
torità civile, e criminale, potendo con
dannar in Galea sino ai 3. anni; ma
le appellazioni delle loro Sentenze van
no ai Consoli de' Mercatanti . Senseri,
quì si dicono i mediatori, che s'inter
pongono tra chi vende, e chi compra.
Giudici della Seta.
/
396 I N D I C E.
Bertuzzi Valiero D. t. I. 149
Biagio (San ) - - t. I, 22 º
Biagio (San) alla Giudecca : : i i
A. S. Francesco t. I. 265 ,
Ai Carmini t. 2, 2o4
Boccole o A S. Girolamo t. 2. 174
sien Pizzo- A Sant'Angiolo t. 2. 61 º
chere. A S. Martino t. I. 229 i
Bocche de' Pozzi in corte di Palazzo.
t- 2. I33 , - i
Boldo (San) t. 2. I 9 I
Bonaventura ( San ) t. 2- I 95 l
Bucintoro sua descrizione t. 2. 324
C
ciº",
. -: Di Castello
t. 2. I 47
t. I. 2 o 3
l
Canonici Di S. Marco. t. 2. 16
Cappuccini t. 2. 3 I I
Cappuccine di Castello t. 1. 297 .
Cappuccine di S. Girolamo t. 2. 175 i
Cappuccine delle Grazie t. 2. 235 -
Felice (San) t. 2. I 43
Fe
I N. DA I C E. 399
Festa del Giovedì Grasso perchè. t. 1. 173:
Filippo, e Jacopo (Santi) t. 1. 298
Fondaco de Tedeschi. t. 2. 2I2 !
Fosca (Santa ) t. 2. I 42
Francesco (San) della Vigna. t. 1. 258,
Francesco (San) di Paola. t. I. 266 -
Francesco (San) del Deserto. t. 1,256
Francesco Dandolo D. t. I. IOO.
Francesco Foscari D. t. I, I I I
Francesco Donate D. t. I. 127
Francesco Veniero D. t. I. I 29
Francesco Contarini D. t. I. I 44 .
Francesco Erizzo D. t. 1 . I 46
Francesco Molino. D. t. I. 2 47
Francesco Cornaro D. t. 1. 148
Francesco Morosini D. t. 1.- I 52
Frari (I) t.- 2. 198
Fuoco in Palazzo. t. I . 133. I 35
Nel Santuario di S. Marco. t. 2. 42 -
In Barbaria dalle Tavole, t. I. 245
Altro fuoco che distrusse venti e
più Contrade. t., 1. 78
G.,
Galla Gaulo D. , t. I. 39
Gesuati (I) t. 2. 168
Gesuiti (I) t. 2. 268
Gesù, e Maria. t. 2. 225
Geremia (San) t. 2. I 35
Girolamo Priuli D. t. 1. 13 e
Geminiano (San) t. 2. 47
Giobbe (San) t. 2. I 57
Girolamo (San) t. 2. I 74 .
Giorgio (San) de Greci, t. I
4oo 1 N D 1 c E.
Giorgio (San ) Maggiore. t. 2. 23 o
Giorgio (San) Alega. t. 2. 247 -
Giostra in Venezia sotto Pietro Orseo
lo t. I. 68
Giovanni Galbajo D. t- I. 4r.
Giovanni Participazio D. t. I. 5 o
Giovanni II. Participazio D. t. 1. ss
Giovanni Dandolo D. t. I 97
Giovanni Soranzo D. t. I. 99
Giovanni Gradenigo D. t. 1. ro3
Giovanni Delfino D. t. I. 1 o4
Giovanni Mocenigo D. t. I. I 2o
Giovanni Bembo D. t. r. 142
Giovanni Cornaro D. t I. 145
Giovanni Pesaro D. t. f. 149
Giovanni Cornaro II. D. t. 1. 155
Gio: Battista (San) in Bragora. t. 1. 236
Giovanni (San ) Novo t. I. 234
Gio; e Paolo (Santi) t. I. 247
Gio: (San ) Laterano t. 1. 294
Gio: (San ) de Furlani t. 1. 297
Gio: Grisostimo (San ) t. 2. I 5o
Gio: (San ) di Rialto t. 2. 187
Gio: (San) Evangelista t. 2. 27 I
Scuola Grande. ivi
Gio: (San ) Decollato t. 2. 2. I 9
Gio: (San ) alla Giudecca t. 2. 3o9
Giuliano (San) t. 2. 81
Giuseppe (San ) t. 1. 276
Giustina (Santa) te I. 242
Giustiniano Participazio D. t. 1. 49
Gregorio (San) t. 2. 285
Guerre de' Pugni in Venezia. t. 2. 133
ja
1 N D 1 e e, sor
- 1 -
Lazaro (San) t. 2, 2 a
Lazaretto nuovo - ivi
Lazaretto vecchio ivi
Lega di Cambrai - t, r. 123
Leone IX, a Venezia t. 1, 74
Leone (San ) detto S. Lio t. 2 24o
Leonardo Loredano D. t. 2. 123
Leonardo Donato D. t, I, I 4O
Libreria di S. Marco - t. 2. 128
Lodovico II. Imperatore a Venezia t.
I. 53
Loggetta di Piazza t. 2. I 3o
Lorenzo (San - t. 1. 285
Lorenzo Tiepolo D. t. 1. 94
Lorenzo Celsi D. t. 2. Io4
Lorenzo Priuli D. t. I I 29
Luca (San ) t. 2. 73
Lucia (Santa) t. 2. I 52
Luigi, ovver Alvise Mocenigo D. t.
I, I 54
Lui
4o2 I N D I C E.
Luigi, o Alvise Foscari Patriarca.t.1.226
Lunardo (San) t. 2. 138
MI
Maddalena (La ) t. 2. r; 9
Madonna (La ) dell'Orto t. 2. 163
Madonna (La) dall'Arsenale. t.1.3 o 3
Magno (San ) Vescovo Altinate, o di
Eraclea t. T. 9.
Marcello Tegaliano Di t. 1. 36
Marcilian (San ) t. 2.
2. riq I
Marco Cornaro D. t. l1. 1o 5
Marco Barbarigo D. t. I. I2 I
Marc'Antonio Trivisano D. t. 1. 128
Marc'Antonio Memmo D. t. 1. 141
Marc'Antonio Giustiniano D. t. 1. 151
Marco (San) Chiesa Ducale t. 2. 3.,
e sua descrizione 17, sino 41
Marco (San ) portato a Venezia t. 2 5
Marco (San) Scuola Grande t. 1. 257'
Margherita (Santa ) t. 2, 3 or
Maria (Santa) Formosa t. r. 236
Maria (Santa) delle Vergini t. 1. 272
Maria (Santa ) della Celestia t. 1. 277
Maria (Santa ) del Pianto t. 1: 299
Maria (Santa) Zobenigo t. 2- 54
Maria (Santa) Nova, t. 2. I 49
Maria (Santa ) Mater Domini t. 2. 224
Maria (Santa ) Maggiore t. 2. 3o6
Marina (Santa ) t. r. 238
Marino Morosini D; t: r. 92
Marino Giorgio D. t. 1. 98
Marino Faliero D. t. 1. 1o2
Marino Grimani D. t. 1 - 139
e Mar
I N D I C E. 4o3.
Marta (Santa ) . l t. 2. 26r
lº
Martino (San ) t... 1. 228)
Maurizio (San) t. 2. 55
Maurizio Galbajo D. t. - I sa o
Matteo (San ) t. 2. I 9o
Michiel Morosini D. t. I. Io7
Michele Steno D. t. I . I O9
Michele (San ) di Murano t. 2-243
Misericordia (La) Badia t. 2. 167
Misericordia (La) Scuola Grande. t. 2,
166.
Miracoli ( I ) t. 2. 178
Mosè (San ) : t. 2, 52,
Monete gettate al popolo per la pri
ma volta. - t. 1. 85
Morosina Morosini coronata Dogaressa
t. 1. 139. la Querini Moglie di Silve
stro Valiero 154 decreto che mai
più non se ne debbano coronare 54
Niccoletto (San) de'Frari t. 2. 207
Niccolò (San) : t. 2. 259
1Niccolò Tron D. t. 1. I ris
Niccolò, Marcello D. t. I. I I 7
Niccolò, da Ponte D. t. 1. 126
Niccolò Donato D. tv I. I 43
Niccolò Contarini D. t. I I 45
Niccolò Sagredo D. t. I. I 5o
Niccolò Giustiniano Benedittino esce
di Religione, e prende Moglie. t.
I. 83
Niccolò (San) del Lido. t. 2: 242 ,
Notizia della Polizia di Venezia. t. 2
359., Obe- -
-
4o4 I N D 1 C E,
O
Obelerio D. t. 1. 42. passa in Francia
a Carlo Magno 43. nel ritorno è
preso a S. Martin di Strà, e crudel
mente trucidato colla famiglia. 47
Ognisanti t. 2. 294 -
Ombrella del Doge, Sedia, Guanciali l
ecs t. 1. 163
Ordelafo Faliero D. t. 1. 77 -
Salvador (San)
Samuello (San)
Salute (La )
Scolastica (Santa)
P", Passione.
t. 2. 74
t. 2. 6o
t. 2. 279
t. 1. 3o8
to 2. 2 C2,
l
De Giustiziati.
- t. 2. 68
i" ei t. 2. 2o6
De Zoppi. t. 2. 66
De Luchesi. t. 2. 162
De Mercanti. t. 2. 166
Sebastian Ziani D. t. 1. 84
Sebastian Veniero D. t. I. I 34
Sebastian Mocenigo D. t, I. I 55
Secondo (San) t. 2. 247
; Seminario Ducale, o sia di Castello
ºt. I. 3o7. S
e
I N D I C E. 4o7
Serie di tutti li Primiceri. t. 2.
Servi (I) t. 2. I 6o
Di Castello. t. 1. 196
Di è Marco. t. 2, 3
: Di Canaregio. t. 2. I 34
Sestier 5; S, pºi, t. 2. I 81
Della Croce. t. 2. 213
Di Dorsoduro t. 2. 253. loro
divisione. t. I. 192,
Sepolcro (Il ) t. I. 282
Servolo (San ) t. 2. 249
Severo (San) t. I. 233
Silvestro (San) t. 2. 185
Silvestro Valiero D. t. I. I 53
Simon (San) Piccolo. t. 2 , 2 16
Simon (San) Grande. t. 2- 2 I 7
Soccorso (Il ) t. 2. 267
Sofia (Santa ) ts 2 - I 44
Spirito Santo (Lo) t. 2 . 277
Spirito (San) t. 2. 236
Stae (San ) t. 2. 22 I
Stefano (San ) t. 2. 84
Stendardi (Gli) in Piazza. t. 2. 132
Stin (San ) t. 2. I 94
T
Teodato Ipato D. t. 1. 38
Teodoro (San) Scuola Grande. t. 2. 78
Terese (Le) t. 2. 262
Tesoro di Marco. t. 2. 4 r
Titoli del Doge. t. I . I 66
Tolentini (l) t. 2. 3o4
Tomà (San ) - t. 2 - 19;
Tommaso Mecenigo D. t. I. I I Q.
Tor
a8 ITN D , c E.
Torre delle Ore, t. 2. I 3r
Trattamenti piacevoli di Venezia or
dinari e straordinari, t, 2. 35 I,
Tribuno Memmo D, t. 1, 67
Trinita (Santa ) t. I, 236 -
- - 1 L. F IN E.
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