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Uno dei temi della sociologia del diritto riguarda l'agire degli individui difronte alle norme.
Viviamo in un mondo disseminato di norme.
Esistono norme di diverso tipo (morali, sociali giuridiche ecc.). Le norme giuridiche sono
quelle attraverso cui si organizza la vita sociale.
Esse sono caratterizzate dalla coercitivitá, perché obbligano a rispettarle (contengono
infatti la sanzione in caso di mancata osservanza della norma stessa). In altre parole,
essendo rafforzate da una punizione, sono coercitive, e in quanto tali limitano la libertà
dell'individuo.
Una delle funzioni del diritto è quindi quella di organizzare la vita sociale.
Uno studioso siciliano, Santi Romano, in "L'ordinamento Giuridico" (1917) sosteneva che
la società e il diritto coincidono. Questo perché secondo lui dove c'è la società c'è il diritto,
e dove c'è il diritto è la società (ubi societas, ubi ius), perché la società è organizzata, e ad
organizzarla è proprio il diritto.
Il sociologo del diritto in questo senso studia quindi l'impatto delle norme sulla società.
Treves individuò due punti di vista diversi: come cambiano le norme in rapporto ai
mutamenti sociali, oppure, come attraverso le norme si può modificare la società.
Questi sono i modi in cui considerare il rapporto tra diritto e società.
Studiare il tema delle trasformazioni del diritto partendo dalla società, di solito è un
approccio seguito più dai sociologi.
Studiare il diritto nella prima direzione (il diritto nella società) significa formulare una teoria
della società e poi cercare di capire la funzione del diritto nella stessa.
Principalmente, all’interno di questa visione, vengono distinte due principali categorie di
teorie dette “consensuali” e “conflittuali”
L'altra prospettiva (come il diritto trasforma la società), porta a parlare di diritto efficace e
inefficace, e in base a ciò si ha la creazione di nuove norme e la modifica di quelle
esistenti. Esse vanno poi controllate attraverso la raccolta di dati.
Perciò possiamo affermare che la sociologia del diritto ha bisogno sia di ricerche teoriche
(teorie conflittuali e consensuali), sia di ricerche empiriche (raccolta dati per stabilire
efficacia o meno del diritto).
Kant occupandosi di problemi giuridici, scrisse una filosofia del diritto all’interno del libro
“Metafisica dei Costumi” (1797). In tale opera egli esordisce dicendo che ci sono due modi
per studiare il diritto, da una parte quello dei giuristi (che studiano il contenuto dei codici),
e dall'altro quello dei filosofi dei diritto (che si chiedono se una norma sia giusta o meno).
Per qualificare una norma come ingiusta, si devono elaborare dei criteri di giustizia.
"Il diritto nella società o la società nel diritto" diceva Treves, indicando da una parte la
teorizzazione della società per capire il diritto; e dall'altro il capire il diritto per capire se
esso faccia presa oppure no sulla società traducendosi in termini di obbedienza e
trasgressione delle norme.