Sei sulla pagina 1di 2

cap.

4 – La Cina in Africa

La Cina in Africa come si muove? Su un piano paritario e in modo neocoloniale?


L’espansione in Africa è stata semplice per le debolezze strutturali stati africani = hanno strutture
di uno stato postcoloniale
Beijing consensus = multilateralismo, consenso, coesistenza pacifica sono le parole d’ordine, ma in
economia la Cina segue modello occidentale, quindi i paesi africani restano entro stesso modello
Centro-Periferia (coloniale e neo-coloniale), che è poco sostenibile anche dal punto di vista
ambientale
Eccetto il non riconoscimento diplomatico di Taiwan la Cina non pone vincoli politici

L’atteggiamento cinese verso l’Africa è stato storicamente stabile o è cambiato?


Periodo maoista (dal 1949 fino al 1978-80): “internazionalismo proletario”, Cina e Terzo Mondo
alleati contro capitalismo e colonialismo.
Dopo il 1980 apertura economica di Deng Xiaoping (leader cinese) e Cina avviata a diventare la
fabbrica del mondo: necessità di materie prime. Dal 2001 politica del “going out”, soprattutto in
Africa

Cosa cerca la Cina in Africa?


La Cina in Africa cerca materie prime (energetiche, minerali; meno vegetali) per la propria
produzione industriale che poi esporta nel mondo soprattutto nei mercati ricchi del Nord-Centro
(USA, UE, Giappone) e nel mondo.

Quali vantaggi per i paesi africani? Per la popolazione, per le élite (statali e locali)?
La Cina ha ingenti capitali e capacità tecnologiche da offrire come anche capacità operative sul
campo che consentono di portare a termine le operazioni (infrastrutture, costruzioni, ecc.) =
vantaggi economici per le élite al potere (compartecipazione nelle società, servizi e assistenza
amministrativa, rendite, tangenti)
Vantaggi per la popolazione: posti di lavoro nei settori legati alle miniere e infrastrutture da
costruire. C’è una maggiore circolazione di danaro e quindi di attività economiche autogestite
(commercio e servizi) dai locali.
In quali settori economici la Cina interviene di più?
La Cina in Africa cerca materie prime (energetiche, minerali, meno vegetali) per la propria
produzione industriale che poi esporta nel mondo soprattutto nei mercati ricchi del Nord-Centro
(USA, UE, Giappone) e nel mondo.
Cina primo esportatore in Africa; bilancia commerciale sostanzialmente in pari (macchinari e
prodotti elettronici contro materie prime minerali e vegetali-alimentari). Accordi bilaterali con 45
paesi su 56.
Infrastrutture (pagg.99-101 di Sud-Sud) = ferrovie, strade, dighe, telecomunicazioni, miniere
Media (finanzia radio e TV), soldati per missioni di pace ONU, istituti Confucio in Africa e borse di
studio per studiare cinese in Cina [Spazio Rappresentato/simbolico],
Invia manodopera cinese e prodotti cinesi a basso costo (che creano problemi all’industria locale
che già è poca)

Quali problemi si sono manifestati?


La manodopera cinese è estranea alla popolazione per abitudini sociali e la differenza linguistica
non favorisce i contatti. E’ cresciuta l’immigrazione cinese che è più capace e autosufficiente in
campo economico di stile “moderno-occidentale” rispetto alla media africana.
Ci sono state proteste contro l’immigrazione cinese

Il suo intervento è stato diverso da quello dei paesi occidentali? Se sì, in cosa?
Beijing consensus = multilateralismo, consenso, coesistenza pacifica sono le parole d’ordine, ma in
economia la Cina segue modello occidentale, quindi i paesi africani restano entro stesso modello
Centro-Periferia (coloniale e neo-coloniale), che è poco sostenibile anche dal punto di vista
ambientale.
Come gli Occidentali cerca risorse e rapporti commerciali, ma non pone questioni politiche e/o
ricatti politici (logica di schieramento) o economici (condizioni politiche o di riforme economiche
per dare i finanziamenti)

Potrebbero piacerti anche