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09.12.

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Distribuzione geografica delle principali città europee:

mappe mentali, rappresentazioni immaginarie sia di professionisti (geografi e cartografi), sia di artisti e
abitanti del territorio, attraverso tecniche di tipo partecipativo.

Il cuore urbano dell’Europa, dove c’è una forte concentrazione di città di piccole, grandi dimensioni, c’è
differenziazione tra quadrati e punti per capire l’entità urbane con valenza nazionale, o locale. Prevediamo
questa espansione urbana, che parte dall’insediamento umano della megalopoli europea, individuata dal
sud Inghilterra attraverso lo spazio renano fino alla pianura padana. Cuore urbano che si espande,
urbanizzazione che espande nel nostro continente. Da un lato una megalopoli mediterranea (da spagna a
Turchia) e lungo oriente.

Con 4 schemi ci dà l’idea dell’evoluzione dell’urbanizzazione dall’Impero romano al XXI secolo. Impero
romani al centro del mondo, con maggiore concentrazione di città urbane lungo il mediterraneo
nel resto dei borghi, questi sono più piccoli nel resto d’Europa,
rispetto quelli greci e romani.

La storica configurazione a X dell'urbanizzazione europea


evolve dalla sua originaria concentrazione mediterranea al suo
pieno sviluppo medievale, fino al rafforzamento del cuore
continentale centrale a scapito delle estremità, in età
moderna e contemporanea.

Optimum climatico ha permesso di coltivare piante in


ambienti impensabili, permettendo di sfamare una popolazione più numerosa. Nel medioevo c’è stata
tendenza alla chiusura attraverso mura di cinta, terminate o ricostruite in età moderna. L’età medievale +
quella in cui ci sono fortificate le protezioni dei borghi. C’è stata una frammentazione del potere in piccole
signorie, che hanno fatto si che ci sia stata un’espansione del fatto rubano e dei borghi recintati/ murati,
che si sono espansi anche nel centro del nord- Europa, in precedenza erano villaggi.

Nel 600 con l’industrializzazione fa sì che gli equilibri urbani interni all’Europa si modificano, l’area
mediterranea perde l’importanza avuta in precedenza, per lascia spazio per dare potere ai paesi del centro
nord. Fino al XXI secolo c’è una tendenza centrale ad accentrare i fatti urbani più importanti all’interno del
continente europeo (sedi delle organizzazioni internazionali si trovano nel centro-nord dell’Europa), gli
equilibri sono mutati.

Con questi schemi si fanno riflessioni sulla organizzazione di Europa per un periodo molto vasto.

Festival di Saint-Malo, tra gennaio e febbraio, con cartografie e altre espressioni legati ai viaggi e alle
scoperte. Città immaginaria ben murate, città creata a partire dalle lettere dell’alfabeto, paesaggio
marittimo e costiero con pseudobussola con rappresentazione di isoipse.

Le rappresentazioni cartografiche della neoenciclopedia:

Cartografia immaginaria per creare una prospettiva italiana sull’africa, serie di stereotipi che vengono alla
luce con le interviste
Per America si parla di USA, non si è preso in considerazione i nativi americani, ma che sono state popolate
dai colonizzatori, di origine prevalentemente europee. Durante crisi di identità dell’America, questa si
ritrova le radici in Europa. Su neoenciclopedia ci sono elementi su come può essere usata la cartografia: per
satira, mettere in evidenza il ruolo degli stereotipi, interessante capire come sono state fatte le inchieste di
base, ci fidiamo delle cartografie che sono interessanti, per i propositi.

Un giovane geografo utilizza una carta per rappresentare un luogo che non esiste

Fremont, geografo che decise di valorizzare la sua regione d’origine, la Normandia, evidenziando con la sua
cartografie le specificità le tendenze della regione facendo riferimenti letterari in una zona, altre tematiche
in altre che riguardano più il territorio. Con la sua schematizzazione ci descrive la geografia di madame
Bovary, riferimenti reali e immaginari, l’insieme delle contraddizioni che possono emergere da un’opera di
definizione che fa riferimenti a contesti geografici esisteneti ma non solo.

In riferimento alla geografia letteraria della citta muraria di Saint-Malo, da cui sono stati tratti un film e
serie di spettacoli di ricostruzione storica, composte da abitanti e non da attori, riproducendo situazioni.
Questa saga presenta l’evoluzione della città, mette in evidenza la città, nata come un’isola disabitata vicino
a un centro di fondazione romana. Uneremita venuto dall’irlandaa per convertire al cattolicesimo gli
abitanti di questi territori si è insediato su questo isolotto rendendolo il centro più importante dell’area. Ha
subito cambiamenti anche costieri: la morfologia della costa ha fatto si che sia emerso un cordone sabbioso
che collega l’isola alla terra ferma diventando “le sillon” (letteralmente solco). Questa nascita insulare ha
fatto si che Sain-Malo si sviluppasse e arricchisse. Era uno dei porti dell’atlantico da cui partivano i
pescherecci per la pesca d’altura per andare verso il banco di terranova. Una delle prime attività sviluppate
con tecnica diversa del solito, potandosi da un lato le mattonelle di sale per salare ikl merluzzo, facnedolo
diventare baccala, e dall’altro creare insediamenti in terranove da cui potessero partire piccole
imbarcazioni per la pesca costiera del merluzzo che veniva fatto seccare in loco (produzione di stoccafisso).
Campagna di pesca che dura dai 3 ai 5 mesi, finita ciò la flotta va verso il mediteraneo : Marsiglia per il
sapono, Livorno per il vino ecc. l’ultima tappa civitavecchia, si finivano di scaricare le ultime produzioni per
importare il travertino, una pietra particolare e chiara, considerata preziosa per i manuan, perhcè le loro
case erano costruite in pietralavica, case belle e lussuose ma grige, il travertino permetteva di illumenare le
sue case dalle rocce tetre. Dopo queste attività si sono sviluppate altre, patenti da corsare per sviluppare
attività nella manica contro inglese e irlandesi e nel mar dei caraibi per le colonie francesi nelle indie
occidentali. Tradizione di corsa da parte dei manuan gia dal medioevo, ma si sviluppa tra il 5 e il 600 dove si
cotruiscono le fortune. Molti armatori e capitani hanno riconvertito una parte delle loro navi per dedicarsi
alle attività di corsa perché più redditizie. Un altro fenomeno che li ha resi ancor più ricchi creando fortune
per una serie di famigli importanti della città, è la navigazione di frodo con patenti di scoperta, per capitani
che armavano per il mare del sud, l’oceano. I manuan hanno creato la rotta di Cap Horn, hanno dato il
nome alle folken, usate per la navigazione della costa pacifica dell’america meridionale per riempire e faer
scorta i barili per ricominciare a risalire dalla parte occidentale dell’america meridionale area di colonie
spagnole, poi dimenticate dal paese poiche in guerra di successione, commercio di frodo accettato per
quasi 1 secolo e ha permesso ai manuan di farsi fortune notevoli, partivano con oggetti introvabili negli altri
posti per scambiarli con preziosi, facendo così le loro fortune. La compgnia delle indie orientali è statata
creata dai francesi, è stata la base per la colonizzazione dell’oriente, con gli avamposti indiani e man mano
verso l’oriente tutti i paesi stati a lungo delle colonie francesi. Sviluppo mondiale di un centro che non ha
mai avuto piu di 20 mila abitanti, che gia sono tanti poiché è una città contenuta.

I manuan hanno atteggiamenti mediterranei, abìvevano inventato strategie per non pagare le tasse al re di
francia.

L’evoluzione della città, della fase minerale, città prima isolata e poi murata ed dimportante, chiusa anche
nei confronti della vicina costa
Fase corsara, della grande espansione, in cui la costa è diventatat parte integrante dell’area in funzione
sempre dei bisogni della citàà e dei suoi signori, dei potenti. Decadenza dalla morte del re sole in poi non
sono stati rinnovati alcuni privilegi, è cambiato il mondo , tante rivoluzioni, cose importanti a livello
planetario e c’è stata anche un’evoluzione nelle tecniche di ingegneria per cui san malo è diventato un
porto obsoleto, di origine romana, che permetteva alle grandi imbarcazioni di ancorarsi senza problemi di
maree. Vuol dire che con la bassa marea le imbarcazioni si trovavano poggiate sul fondale, così cerano dei
sostgni di legno per tenerle dritte, per non sciuparle, un’altra tradzione era il canile, il porto non era solo ad
acque profonde con la bassa marea vengono liberati i cani dalle 10 di sera, addestrat ad uccidere per
difendere i beni nelle imbarcazioni.

Fase vernacolare, Il ritardo della costruzione delle dighe allontana san malo dalla sua centricità diventando
un porto soprattutto turistico. Dagli anni 70 80 il canada ha bloccato la pesca terranova, poiché era stato
distrutto il varco, perciò funziona come porta per la GB irlanda ma non ha più una portata importante. Ha
ancora la nomea di citta corsara, esistono ancora famiglie importanti corsare, che hanno anche acquisito
titoli nobiliari, hanno attività importanti ma sono isolati e chiusi rispetto agli abitanti nuovi della città.

Mappe di comunita:

mappe di comunità, (nel casentino sono state costurite 3 4 mappe grazie al museo) è una rappresentazione
grafica con origine diversa da altre rappresentazioni del terroitorio, l’idea è nata come Parish Map, in
inghilterra nell’83 con l’obiettivo di valorizzare e far conoscere il patrimonio locale attraverso il lavoro e
l’attività e coinvolgimento attivo degli abitanti dei territori. Parish amministrativa di base in inghilterra,
parrocchia. Concetto partecipazione ancora non coniato, è stato deciso di tradurlo in italiano come mappa
di comunità.

Un progetto, percorso delle mappe di comunità serve èer riattivare

In italia sono arrivate negli anni 90, dove c’era la tradizione dell’urbanistica partecipativa degli anni 60
(riorganizzazione dei centri storici, progetti urbanistici importanti). Risponde ad una serie di bisogni che si
esplicitano nel recupero di valori ancorati ad un territorio, patrimoni locali, che i fenomeni tendevano a
ridurne l’importanza. Questi eprcorsi hanno eprmesso di recuperare e tessere nuovi legami e relazioni che
erano allentate, rifare gruppo e stare insieme per gli abitanti. Porta avanti un discorso che è quello di
individurare le peculiarità del territorio e le origini. Normalmente, da quando p stata definita la
convenzione europea id paesaggio, questo percorso è basato sull’evoluzione del paesaggio

Struenti usato dagli abitanti di un territorio per rappresentare il patrimonio materiale o immateriali, i saperi
(con storie e leggende locali), attività scomparse (carbonai) fondamentali per il funzionamento dei territori
e di buona parte delle città. La mappa permette di ridare il valore al territorio, dimenticato a causa di una
serie di cambiamenti. La mappa non è un censimento di tutto ciò che c’è all’interno del territorio.
Normalmente ci sono serie di eventi condivisi dalla maggiorparte e raccolta di materiali (foto, storie),
percorsi per cercare di trovare un loro posto all’interno della mappa che verrà costruita.

Ciò che è interessante è che il percorso della mappa di comunicta è un processo diridefinizione degli
abitandi di un territorio che attira altri processi, come creazione di serie di attività che fanno si che questo
territorio non sia più marginale come lo era in origine, progetti di tipo culturale, sociale. Normalmente
parte da una presenza di un ecomuseo, in cui sono esperti he hanno attivato il processo ecomuseale che lo
gestiscono e hanno le competnze per accompagnare il processo. Insegnare agli abitanti a raccogliere
testimoniaanze o altri oggetti. Il risultato è che spesso non sono molto leggibili, poiché all’interno della
mappa c’è tutto ciò che gli abitanti hanno individuato come importanti.
La prof ha scritto un saggio sulle mappe di comunità, cartografia spontane, non ci sono riferimenti e
simbologie tradizionali, ma sono accompagnate da specialisti che non possono stravolgere quelle chesono
le volontà degli abitanti del territorio  difficoltà nel capire il territorio. Simglia un po' le carte dell’età
moderna con iconografie bellissime.

Altre carte a seconda di come sonos tati accompagnati i percorsi ci fa capire che èè meglio mettere gli
elementi di lato e non all’interno della mappa per far capire meglio al lettore, con altre informazioni i
sentieri scomparirebbero.

Problema della definizione dell’area di raggiolop


perché sconfnava con latri comuni, abitudini e
consuetudini andavano verso altre comunità.
Difficoltà nel definire il territorio. Legenda
importante e grande.

Area in cui si è sviluppata la castagna cultura,


ecomuseo della castagna.

Alcune immagini possono essere rappresentate


all’interno della carta ma le spiegazioni si trovano di
lato.

Una volta pubblicata diventa strumento per creare


altre cose, se non viene pubblicata non si attivano
nuovi processi e raccolta di idee per altre attività.

Abitanti viene proprosto di fare il percorso, diventano poi il motore che si assume la responsabilità della
gestione del processo, non son necessariamente molte le persone, ma organizzano incontri questionari
focu group ecc. e vediamo che la loro partecipazione nel processo è prevalentemtnemente centrato su

Infromazione e comunicazione, che gli abitanti siano informati

Cosultazione, attraverso strumenti (questionari, interviste ecc. che coinvolgono anche gli abitanti sia nel
percorso di raccolta materlai sia nel percorso di costruzione vera e propria della carta

Partecipazione attiva degli abitanti, fondamentale per l’empowerment della carta, gli abitanti acquisiscono
informazioni e competenze tecniche su come analizzare date fare intervista raccogliere materiali e come
trttarli.

Sono processi fondamentali, fasi importanti che permettono dia rrivare a percorsi di valorizzazione del
territorio. Oltre la consultazione, possibilità non solodirraccogliere informazioni ma anche di usarli, e altre
serie di incontri che permettono di definire i temi fondanti della mappa di comunità

La parteicpazione attiva degli abitanti significa costruire e lavorare assieme sulla mappa, creare il percorso
di mappa e arrivare insieme alla definizione di uno strumentoche permette di dr vita ad altre attività.
Quando si parla di participazione attiva il livello più alto è quella di partecipazione deliberativa, gli abitanti
decidono le scelte relative al tema trattato. È l’elemento centrale e poi elevato del percorso partecipativo.

La mappa consiste inn uno strumento a disposizione degli abitanti per rappresentarsi all’interno del loro
territorio e rappresentare il loro territorio, ricomponendo dando valore al paesaggio al patrimonio del
territorio stesso. Consiste in un rappresentazione cartografica.
Nell’ecomuseo del csentino si è voluto lavorare a parte dalla vallata del valle rinchiusa a partire da attività
tradizionali (carboinaia, molitura per cereali e castagne, tessitura). Attività sviluppate grazie alla volontà di
trasmettere consocenze e patrimonio da una gnerazione ad altre, attività parascoltastiche.

Una mappa del genere permett di avviae una raccolta partecipata per l’insieme del patrimonio e capire
nelle mani di chi sta questo patrimonio. Patrimoni recuperati che stavano andando perduti.

Presentazione della mappa da cui scaturisce una serie di progetti importanti nei territori.

Si fa un mappa per comunicazione, definire un territorio, perché non si sapevano i confini amministrativi.

Percorso: si analizzano raccoglono serie di informazioni e vengono fatte le restituzioni dei primi risultati die
contenuti, momento più interessante e importante, momento festivo che ha a che fare con canti balli e
cibarie in prossimità di feste, permettendo così di radunare le persone in cui vengono restituite le
informazioni(i vecchioni, tradizione di travestirsi e faree raduni nel periodo dell’epifania). Cominciare a
come approfondire le conoscenze e approfondire il territorio attraverso passeggiate progettanti (per
costruire antichi percorsi e recuperare strade originarie  bisogna andare a scoprire dove si trovavano le
fonti ecc.) lw sintesi finali (laboratori di scrittura) le scelte sono dastriche, nella mappa non può esserci
tutto, dobbiamo rappresweentare solo alcuni fenomaeni più importanti.

La presentazione più importante è quella pubblicazione della mappa

Il dopo mappa è un percorso estremamente importante. Il percorso della mappa di raggiolo esisteva da
prima del progetto, esisteva il gruppo che ha partecipato alla creazione della mappa. Il percorso è sttao
lungo con varie negozzazioni importantinascita dei colloqui e riunioni.

Attività successive sono attività pedagogiche didattiche non necessariamente scolastiche, attività
extrascolastiche. Riprese serie di altri importanti elementi: trasumanza verso la maremma, il cammino di
dante nel casentino, passeggiat4e progettanti (recarsi verso la fonte diavolina, quasi scomparsa e ritrovata,
fonte con acqua da proprietà medicamentose). Le mappe ci indicano altri modi per andare avanti, nuove
idee. Per definire un progetto di sostenibilità, senza nuove strutture ma valorizzando quelle del territorio
stesso.

Mappa di comunita del solano: vogliono far conoscere più le famiglie che i territori, l’idea è quella di
raccogliere materiali sconfinati, raccolta di foto numerosa, mostra foto d’epoca

Vallesanta, comunità del nord europa, che hanno tenuto in vita le organizzazioni locali che altirmenti
avremmo perso. Grazie a una serie di altri progetti altri abitanti, spesso giovani con progetti, hanno una
chiave per entrare nella mappa di comunità online per modificare o aggiungere oggetti. Mappe di comunità
elettroniche che permettono agli abitanti di interagire. Portate avanti quindi da alcuni tedeschi, che sono
riusciti a raccogliere informazioni e mettere insieme le persone della vallata dagli abitanti vecchi, nuovi e
stranieri, realizzando una mappa interattiva per poter aggiornare e modificare i camiiametni.
La mappa è uno strumento importante a livello pedagogico sia per lavorare cona dulti e bambini.

Il diario di bordo:

strumento che hanno usato le maestre delle scuole per raccontare l’esperienza permette di capire come
funziona. Concetto di carta nautica medievale accompagnato dal portolano il diario di bordo accompagna
i percorsi di tipo partecipativo sul campo permettendo di capire l’importanza degli avvenimenti che sono
annotati, comprendendo come avviene il lavoro sul campo.
Il diario di bordo si scrive per sé stessi e difficilmente si fa circolare. Questo perché rivela parti di noi che
non vorremmo condividere ed osservazioni sul terreno che non è opportuno rivelare. C’è una notevole
differenza tra un diario scritto per sé e uno da pubblicare, poiché la presenza di un destinatario modifica il
modo in cui presentiamo le situazioni. Anche la forma della scrittura cambia: il diario per sé solitamente è
scritto su quaderni che ci si porta sempre dietro e che restano, il più delle volte, sotto forma di appunti
sparsi. Invece, nel momento in cui entra in gioco un destinatario, il diario deve prendere una forma più
strutturata che modifica il materiale iniziale. Questo tipo di lavoro trasforma anche la temporalità: il tempo
dell’esperienza che la forma meno strutturata riproduce, è diverso dal tempo della narrazione a cui diventa
soggetta un’opera maggiormente curata.

Diario di bordo degli insegnanti.  Le insegnanti manifestano la preoccupazione di non riuscire a compiere
il progetto per mancanza di tempo, date le numerose assenze per influenzata degli alunni, le varie attività
integrative previste e le esigenze del programma didattico. Si decide di proseguire come stabilito e,
eventualmente, di velocizzare il lavoro in fase esecutiva indirizzando i ragazzi verso tecniche creative e di
realizzazione sbrigative. Sono programmati i successivi incontri con la classe: martedì 1° marzo (14.00-
16.00) presentazione power-point dell’Ecomuseo e specificatamente dei 7 temi con documentazione
fotografica 3 martedì 8 marzo (8.00-10.00) presentazione power-point di esempi di mappe (antiche,
topografiche, tematiche e di comunità) ed introduzione del lavoro di costruzione della mappa. giovedì 17
marzo (9.00- 15.00) uscita sul territorio in Val de Lach.

Mappa di sintesi mette in evidenza le peculiarità del territorio: Il diario di bordo è uno strumento molto
importante per il ricercatore durante il lavoro sul campo. Consente di monitorare quotidianamente il lavoro
svolto, prendendo nota a caldo delle osservazioni fatte e delle intuizioni che scaturiscono nell’incontro con
gli altri. Ma non solo. Nel caso di un lavoro di ricerca solitario, il diario è spesso una forma di riflessione ad
alta voce sulle impressioni della giornata. A volte è anche uno sfogo delle frustrazioni subite. Il diario di
bordo si dovrebbe scrivere ogni giorno, annotando persino particolari apparentemente irrilevanti, ma che
poi, ad una successiva lettura, appaiono capaci di rivelare dimensioni nascoste al momento
dell’osservazione. Così come avviene sul campo, quando nei momenti più inaspettati, nelle pause dal
lavoro, quando finalmente ci si rilassa uscendo dalla cornice della ricerca, magari per prendere un caffè, si
rivelano dettagli inattesi che procurano delle intuizioni da cui possono anche svilupparsi nuove piste di
indagine e di riflessione.

Portando alla luce oggetti e patrimoni, verranno presi in considerazione del comune dalla provincia
realizzando cantieri per recuperare e valorizzare patrimoni di prossimità. Si è aperta un’iterazione tra
abitanti e studenti nella realizzazione degli appalti.
<< C’è anche il rischio, come ricorda Elias Canetti, di uccidere l’esperienza: Non sono ancora mai riuscito a
tenere un diario durante un viaggio in un paese nuovo. Il numero di persone sconosciute con cui si parla
senza capirsi, vuoi a segni, vuoi a presunte parole, è talmente grande e mi riempie a tal segno che non
riuscirei neppure a prendere la matita in mano. [...] Incredulità, fiducia, ambiguità, vanteria, forza, minaccia,
rifiuto, dispetto, inganno, tenerezza, ospitalità, meraviglia, c’è tutto, e in modo così immediato che sembra
di non averlo mai notato prima. Dinanzi a ciò una parola scritta giace sulla carta come il cadavere di se
stessa. Mi guardo bene, in mezzo a simili magnificenze, dal diventare un assassino. Vale però, secondo me,
la pena di correre il rischio ed accettare le inevitabili perdite ed arbitrarietà che un lavoro di questo tipo
comporta, perché leggere un diario di bordo risponde ad una duplice utilità: pedagogica e scientifica.
Permette anzitutto di comprendere come effettivamente si svolga il lavoro di terreno. Credo che nessun
manuale di metodologia della ricerca possa spiegarlo con altrettanta chiarezza. Il diario, infatti, anticipa in
forma narrativa le difficoltà che si incontrano sul campo, perché racconta le pratiche che non si trovano
scritte da nessuna parte e che si è costretti ad imparare con l’esperienza. Così, essendo scritto in un
linguaggio più colloquiale e avendo come protagonisti il ricercatore e le persone incontrate sul campo,
permette uno scambio di esperienza, pur se attraverso la forma mediata della narrazione. In particolare,
suggeriamo che ciò che è a volte assente o non dichiarato da tali resoconti riflessivi è un riconoscimento
che i dilemmi, inevitabilmente, emergono per il ricercatore temporalmente prima di entrare in contatto con
l’impostazione della ricerca, ma anche durante il processo di ricerca etnografica e, successivamente, nel
tempo che occorre per svelare l’importanza teorica della ricerca dopo che si è concluso il lavoro sul campo
>> (Roberts, Sanders 2005, p. 296).

IDROGRAFIA:

bacino idrografico:

concetto del bacino idrografico di un corso d’acqua, che può


essere di un torrente o di un fiume di larga portata.
Importante perché permette di capire dal punto di vista fisico
come sono alimentati i corsi d’acqua, se sono perenni o
temporanei (torrenti secchi in estati e pieni nel periodo
invernale per scorrere in periodo primaverile). Affluenti di
vario tipo che vanno a formare una ragnatela in un territorio
delimitato da spartiacque.

Spartiacque tra mediterraneo e atlantico. Divide un bacino


idrografico da un altro. Se parliamo dell’appennino c’è uno
spartiacque importante nel casentino: Arno e Tevere che
nascono a poca distanza l’uno dall’altro che si orientano verso
il terreno, sul versante opposto è il bacino idrografico del Po. Le
acque si dirigono verso un altro mare. Con gli spartiacque si
capiscono le direzioni generali che prendono i corsi d’acqua, la
direzione in cui scorrono.
Bacino idrografico totale (delimitato dallo spartiacque
principale), bacini idrografici parziali (delimitati dagli
spartiacque secondari) e ordine gerarchico delle aste fluviali:
•le aste di primo ordine (1) non hanno affluenti,
•quelle di secondo ordine (2), hanno per affluenti quelle del primo,
•quelle di terzo ordine (3) hanno per affluenti quelle di secondo e così via

Un altro modo per dare idea del bacino di un corso d’acqua e laghi, reticolo idrografico.

Bacino idrografico del Po nell’intera pianura padana.

I corsi d’acqua interni ed i laghi rappresentano la fase terrestre del ciclo dell'acqua. Essi, infatti, si originano
da quella parte di precipitazioni meteoriche che, giunta al suolo, vi permane come acqua di deflusso
superficiale, senza partecipare ai processi di evaporazione, evapotraspirazione, infiltrazione nel sottosuolo
ed assorbimento da parte della vegetazione. Schema del bacino idrografico di un corso d'acqua Le acque di
deflusso, in seguito, scorrono lungo le linee di maggior pendenza determinate dalla geomorfologia del
territorio e si raccolgono nelle valli, in rivoli di portata sempre maggiore, procedendo verso mare e
formando, così, un insieme di corsi d'acqua definito come "reticolo idrografico".
Evoluzione del reticolo idrografico: qualsiasi corso d’acqua si inserisce in vari stadi evolutive, una porzione
di crosta terrestre si consuma con l’erosione normale: nello stadio iniziale una porzione di zona terrestre
non ancora solcata è attraversata da gole, stato intermedio è uno stadio di maturità più complesso, vallate
dolci e rilievi meno tangenti; stadio finale della senescenza in cui anche la crosta è consumata, si è ridotta,
l’erosione l’ha consumata con lo scorrere dei corsi d’acqua che hanno formato area pianeggiante che
spesso finisce per diventare una pianura definita pedepiano

Profilo d’equilibrio di un corso d’acqua:

-Fase giovane: are con pendio con gole, cascate e rotture di pendenza, fase
intermedia meno irruenta;
-Fase di maturità;
-Fase di senescenza parte terminale, corsi lenti con percorsi sinuosi (“meandri”si
formano perché non c’è più pendenza perché le acque sappiano dove andare,
devono cercare la linea di pendenza per poter continuare a scorrere).

Cattura fluviale:

fenomeno geomorfologico che deriva dalla forza di un corso d’acqua di


consumare la testata di una montagna, dipendentemente dalla roccia, fino ad
arrivare a catturare un corso d’acqua che scorre in vallata limitrofa. Succede per
una serie di ragioni: il corso d’acqua è riuscito ad erodere, o è arrivato a causa di fenomeni tettonici. si
produce quando un corso d'acqua viene deviato dal proprio alveo originario e si trova invece a scorrere
lungo l'alveo di un corso d'acqua vicino. Questo può capitare per svariate ragioni, tra le quali:
1. movimenti tettonici che modificano la pendenza dei versanti deviando il corso d'acqua dal suo percorso
originario;
2. creazione di dighe naturali, ad esempio a causa di frane o smottamenti;
3. erosione in varie tipologie.

Fenomeno di cattura fluviale dell’area di Borgo giovi: corso dell’Arno catturato dal corso d’acqua che
scorreva nel Valdarno, lasciando il corso originario (protoarno, affluente del Tevere), lasciando l’area
nell’indecisione, area della val di Chiana, are che ha richiesto secoli di progetti e bonifica.

Fenomeno del Tanaro, è stato catturato dal Po che ne ha fatto un suo affluente, togliendo al Tanaro il
primato di fiume più lungo italiano. Succede lo stesso in Francia tra la Loira e L’alier. Problemi di cattura
fluviale in zone in cui l’altitudine è mediocre non oltre il centinaio di metri, è difficile capire chi ha catturato
l’altro. Area del Roero, il Tanaro è stato catturato ed è diventato un affluente del Po smettendo di essere il
fiume più importante.

Corso d’acqua ad alveo intrecciato: corsi d’acqua che seguono, dipendentemente dal cambiamento
climatico, periodi di piena, perciò hanno bisogno di letti ampi, e in periodo di siccità hanno letti vuoti e privi
di acqua. Hanno origine torrenziale.

Meandri, Anse di corsi d’acqua che prendono il


nome di meandri (dal nome del fiume
Meandro, in Asia Minore). che deriva dalla
ricerca della linea di pendenza che l’acqua può
seguire, avviene in area pianeggiante o di
scarsa pendenza, o aree in cui la roccia è
particolarmente friabile (gran canyon). Si
formano con la ricerca della pendenza,
l’erosione di area, i detriti vengono
abbandonati sulle anse, se la piega è molto
stretta può tagliare il meandro e il corso
d’acqua ridiventa regolare, abbandonando
progressivamente il meandro, anche se area
facilmente inondabile ma coltivabile perché
fertile grazie ai residui.
Meandri incassati  gran canyon. Se la roccia è erodibile l’acqua erode non solo orizzontalmente ma anche
verticalmente.

Tipi di laghi: morfologia e origine:

Lago: cavità all’interno del suolo in cui si accumula e accoglie l’acqua, raccolta dal bacino imbrifero, Tali
cavità si possono essere prodotte nella crosta terrestre per svariati motivi. I laghi vengono classificati a
seconda della loro origine l’origine può essere diversa

-Laghi vulcanici: Sono quelli ospitati nei crateri, singoli o diversi compenetrati, di vulcani spenti
(laghi craterici); o nelle depressioni formatesi per lo sprofondamento delle parti centrali dei vulcani a
seguito della fuoruscita dei magmi (laghi di caldera), stessa cosa per i laghi di sbarramento di vallate
formatisi per il consolidamento di colate laviche trasversali alla valle.
Apparato vulcanico spento al cui interno il cratere si chiude e cominciano a cogliere le acque pluviali e delle
sorgenti vicine e dei piccoli corsi d’acqua in prossimità (lago di Bolsena). Laghi di sbarramento vulcanico:
lava che ha sbarrato un corso d’acqua dando origine al lago, sono laghi non solitamente permanenti, poiché
l’acqua ha una forza tale che riesce in tempi brevi o lunghi a evitare la sua raccolta trovando la via per
continuare a scorrere.

-Laghi tettonici: formati a causa di movimenti degli strati più profondi della crosta terrestre, che
fratturandosi e spostandosi, hanno determinato l'aprirsi di bacini ove si sono raccolte le acque. I laghi più
spettacolari si trovano nell’area dei grandi laghi africani, dove ci son fosse tettoniche enormi che ci hanno
lasciati bacini idrografici complessi e laghi importanti.
Esistono diverse tipologie di laghi tettonici: 1. relitti o di reliquato: si tratta di antichi bacini marini residuali,
un tempo molto più vasti. Il mar Caspio, il mar Nero e il lago d'Aral sono esempi classici; testimoniano la
presenza dell'antico mare Sarmatico (noto anche come Paratetide), che un tempo (Terziario) si estendeva
dalla ex Jugoslavia alla ex Russia. 2. di inversione della pendenza di un sistema fluviale; 3. di sussidenza; 4.
di sinclinale; 5. di Graben (fossa tettonica).
Il Trasimeno è un lago di origine
tettonica, conca ampia e poco
profonda, alimentata da sorgenti
sotterranee, rischi nei periodi di
grande siccità di diminuire la sua
superficie.
Lago d’Aral nel mar caspio, se il
caspio ha mantenuto le
caratteristiche di un mare chiuso,
lago salato, il lago d’Aral le sue acque
sono state deviate per
sviluppare la coltura del cotone, vedendosi diminuire la sua superficie
rischiando di scomparire.

-Laghi di frana: Si formano in seguito ad eventi catastrofici per la


deposizione sul fondo di una vallata dei detriti franati da una parete
della valle stessa: a causa di frane e versanti che crollano sbarrando
una vallata impedendo il corso d’acqua; laghi vulcanici causati dalla
colata lavica che crea sbarramento. Dipende dalla frana e dal tipo di
materiale che sbarra. Lago di Antrona, formato a causa di frana a
meta ‘600.

-Laghi glaciali: conche lacustri create dai ghiacciai scavando direttamente nella roccia
-laghi alpini delle nostre valli alpini, creati da lingue di ghiacciai che hanno sovra scavato le vallate
(il ghiaccio scorre e ha potenza di erosione superiore all’acqua), allo scioglimento dell’ultima
glaciazione, queste vallate erano scavate talmente profondamente che allo scioglimento hanno
dato vita a laghi di origine glaciale. Stesso modo che ha dato vita ai fiordi, oltre all’acqua del mare.
-laghi di circo, si trovano dove in precedenza c’era un circo glaciale, quando il ghiacciaio si scoglie
lascia la conca vuota facendo si che si crei un lago, solitamente ben circolari
-laghi morenici, laghi creati da sbarramento di una valle con materiale morenico.

-Laghi di pianura: si creano in una pianura molto livellata percorsa da molti corsi d’acqua che
causano: costipamento dei sedimenti, sbarramento ad opera di alluvioni, irregolarità nella deposizione del
materiale alluvionale che ha costituito la pianura, o sono creati ad opera dell’uomo per l’estrazione del
sottosuolo. se un meandro del fiume viene segregato dal corso principale, per esempio per la deposizione
di materiali alluvionali, vi si può trattenere una raccolta d'acqua denominata lanca: lago lasciato dai corsi
d’acqua che tagliano i meandri e invadono aree prossime al corso d’acqua che alimentano i laghi di pianura.

-Laghi di cava: Nelle aree pianeggianti troviamo sfruttate per lungo tempo e poi abbandonati, usati
per scopi di irrigazione, si trovano di fianco le vie di comunicazione per la ricerca dei materiali per la
costruzione di infrastrutture dando poi luogo a questi laghi che una volta abbandonati possono diventare
zona di pesca facilitata.

-Laghi costieri: aree costiere in cui si depositano detriti che separano dal mare degli specchi d’acqua
di origine marittimi: cordoni litoranei, si formano per deposizione,
parallelamente alla linea di costa, del materiale sospeso nelle acque
marine, dando vita a serie di laghi costieri. Se questo si origina
all'imboccatura di un seno della costa, può giungere a saldarsi con la
terraferma ad entrambe le estremità isolando dal mare aperto uno
specchio d'acqua che diventa un lago costiero. Lago di Massaciuccoli e fogliano.
-Laghi artificiali: bacino acquatico creato artificialmente dall'uomo. La gran parte di queste creazioni
sono costruite per produrre energia elettrica attraverso degli impianti di produzione idroelettrici situati in
dighe, che nella maggior parte dei casi sono la costruzione fondamentale per la creazione di un lago
artificiale. Laghi di sbarramento artificiale, l’uomo ha creato dighe, in cemento o in terra, creati per
produrre energia elettrica o alimentare acqua potabile o per irrigazione.

-Laghi carsici: Lago dovuto a dissoluzione di rocce idrosolubili (calcari, gessi, dolomie), con
formazione di bacini superficiali o sotterranei. Nel sottosuolo possono occupare cavità isolate o collegate a
una rete idrica accessibile da parte dell’uomo. Varia morfologia con roccia di tipo carsico, che si scioglie,
idrosolubile, con l’acqua (rocce calcarei di gessi) che danno origine a concavità dando luogo a laghetti di
origine naturale.

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