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Dalle origini dalla preistoria ci sono stati segni chiari sul bisogno degli esseri umani di rappresentare il
proprio territorio ad altri, con strumenti che avevano a disposizione incisioni su roccia rupestri, affreschi
più o meno leggibili, tavolette d’argilla. Grazie a filosofi ionici con materiali dal punto di vista eurocentrico
che hanno cominciato a porsi una serie di domande su rappresentazioni del mondo e su come
rappresentarlo con domande di tipo scientifico, arrivando progressivamente ad una serie di conoscenze
della terra, del pianeta e dell’intero universo.
Percorso lungo ma già gli ionici hanno definito elementi base che costituiscono ancora oggi l’ABC della
cartografia delle rappresentazioni del mondo. Dare i punti, le coordinate geografiche (latitudine e
longitudine). Si inventa uno strumento molto semplice per definire la latitudine e le stagioni, gli gnomoni;
ed uno strumento per misurare la longitudine, il primo metodo per misurarlo attraverso lo studio delle
eclissi lunari.
Non avevano strumenti per misurare la terra, ma i filosofi non erano così ingenui da considerare la
superficie terrestre piatta, la rappresentavano come un disco piatto ma in realtà avevano già capito che
effettivamente il nostro pianeta ha una forma sferoidale e con l’andare delle riflessioni, nei secoli
dell’antichità, sono arrivati a capire che c’era bisogno di uno strumento geometrico e matematico ulteriore,
per trasferire la rappresentazione della sfera su piano. Così viene inventato il principio delle proiezioni
geografiche
Ipparco e Tolomeo, inventano la proiezione troncoconica e il primo mondo dalle forme stondate e
allungate. I loro mappamondi sono il primo tipo di proiezione esistente. Idealmente si avvolge la superficie
alla sfera con un foglio e nel momento in cui si riapre il foglio abbiamo idealmente la rappresentazione sulla
superficie piana questo strumento permette di ridurre il più possibile le deformazioni dovute a questa
transizione.
Oltre a Pomponio Mela, nessuno si interessa più, per un periodo, allo studio scientifico del mondo; perciò,
si ha bisogno di strumenti pratici, tabula Peutingeriana stilizzata e non scientifica. Roma capitale vie per
borghi e paesi, le cui strade non sono precise. Modo di rappresentare fiumi, catene montuose.
Nell’età medievale, si ha un regresso delle scienze, il progresso della scienza era solo nelle mani di pochi.
(collegamento al nome della rosa).
Nel medioevo, diffusione di mappamondi T nella O che non danno più informazioni sulle rappresentazioni
del mondo, i mappamondi sono essenzialmente simbolici, alcuni monaci ma anche cartografi arabi nelle
corti europee, rappresentavano in maniera abbastanza chiara anche se rispettavano la forma del disco
piatto e usavano strumenti creati e definiti nel passato.
In contemporanea, i naviganti avevano bisogno di stabilire rotte e conoscere correnti marine ed evitare di
finire su scogli, secche ecc. grazie all’importazione della bussola da parte di Marco Polo, in Italia nella
repubblica di Amalfi è stato messo a punto il metodo a compasso, per stabilire rotte attraverso l’utilizzo
della rosa dei venti. Se prendiamo una carta a compasso ci sembrerà inizialmente illeggibile poiché le linee
coprono la parte disegnata, ma le coste vengono finalmente disegnate in maniera più chiara e precisa.
Ci sono delle scuole di cartografi marinai e naviganti, che costruiscono carte a compasso usate a partire
dall’inizio dell’età moderna da navigatori ecc. specialmente tra il 1400 e il 1500, le carte non erano costruite
con metodi scientifici ma con metodi a compasso. Quando riappare la geografia di Tolomeo in versione
latina, si riprende a usare sistemi geometrici e matematici, ma le carte costruite con proiezioni geografiche
esistenti non erano in grado di permettere di costruire carte utili per la definizione delle rotte (solo una, che
è stata creata per poter costruire e mantenere le rotte deformazioni conseguenti all’uso di questa
proiezione, è utile solo in alcune aree del pianeta.)
Tutte le produzioni prima erano in greco, quelle in latino sono di Pomponio Mela nella penisola iberica,
riprese successivamente:
La parola “karte” è stata introdotta nel tedesco orale da Laurent Fries, cartografo alsaziano dell’età
rinascimentale. La parola “landcharte” ha cominciato ad essere utilizzata in Germania a partire dal XVII
secolo.
Gli esseri umani che sapevano leggere e scrivere erano la netta minoranza, ma l’invenzione della stampa,
oltre a fare perdere lavoro agli amanuensi, ha permesso una facilità nella riproduzione dei testi, grazie
all’incisione su legno o su rame. Oltre alle scritture è stato più semplice produrre carte e riprodurle con
facilità. Fino al secolo scorso, ne veniva disegnata una di carta e non c’era più bisogno di disegnarla, poiché
poteva essere ristampata più volte. Bastava incidere su una base in legno o rame e si poteva poi produrre e
stampare. Ha fatto sì che ci fosse grande produzione di carte e nascita di nuovi mestieri.
Italia di Tolomeo, in base alle sue conoscenze dell’epoca, è
un’Italia della nuova geografia, tradotta in latino a fine
1400. Presenta delle innovazioni nelle rappresentazioni
della superficie terrestre, ma ancora tante precisazioni e
dettagli da definire. rimane comunque meno precise delle
carte a compasso.
Con la Rivoluzione copernicana, le conoscenze tolemaiche vengono abbandonate e ci sono state, in tempi
stretti, quantità di nuove informazioni e invenzioni che hanno permesso di andare avanti in tempi
abbastanza rapidi e avere questo sviluppo straordinario delle proiezioni geografiche.
In età medievale, Marco Polo, un grande esploratore e diplomatico a livello internazionale, aveva aperto
delle rotte commerciali, il suo interesse, in realtà, era di costruire ponti culturali tra l’oriente e l’occidente.
In seguito a lui, un gesuita, Matteo Ricci, con l’intento di convertire al cristianesimo e cattolicesimo i gruppi
che conoscerà, riesce con le sue competenze a continuare questa tradizione di relazioni con l’oriente e
soprattutto riesce a dare delle rappresentazioni dell’oriente decisamente più precise rispetto a quelle viste
in precedenza. Tre secoli dopo il grande esploratore veneziano, un gesuita marchigiano ha raggiunto la Cina
costruendo un ponte culturale tra Oriente e Occidente.
Carta spagnola della seconda meta del ’500 che rappresenta l’intero planisfero, terra conosciuta. Problema
di rappresentazione di terre australi estese che in realtà non hanno questa estensione, e anche delle terre
polari. Rappresentazione dell’africa e dell’Europa molto proporzionata e vicina alle rappresentazioni dei
continenti che abbiamo oggi.
Dal 500 si formano scuole cartografiche importanti, quella di scuola padovana, veneziana e olandese.
Fra ‘500 e ‘600 furono le due scuole dominanti Giacomo Gastaldi in Italia, Abramo Ortelio in Olanda
(Pubblicò una raccolta sistematica di carte, il vero e proprio primo atlante della storia) Gerardo Kremer,
detto Mercatore (Pubblicò la prima raccolta sistematica di carte denominandola Atlante. Inventò la
proiezione cilindrica, detta di Mercatore) e infine di Snellius (inventore dei metodi trigonometrici e da lui
applicati nel ‘600).
Nella prima metà vengono usate per la prima volta le carte, per parlare della rappresentazione del mondo,
dopo molto tempo. Il Cartografo alsaziano che usa il termine “landcharte”, lancia l’uso di questo termine
per parlare delle carte geografiche per indicare le carte del territorio.
Scuola italiana:
Giacomo Gastaldi, di origini piemontesi, aveva lavorato a Venezia, e ha poi creato una scuola cartografica
che è andata avanti per secoli, ancora oggi si hanno scuole cartografiche importanti. Grazie a lui e al suo
gruppo di cartografi è stata fatta una produzione straordinaria di cartografie nel nostro paese (sulla
penisola araba e sull’asia).
Difficoltà della restituzione della terza dimensione sulle carte geografiche. Gastaldi rappresenta la terza
dimensione con mucchi di talpa (con montagnette a forma di triangoli), a seconda delle dimensioni dei
monti, della direzione, della formazione di catene ecc. è il metodo più usato fino al tempo dell’invenzione di
un sistema geometrico più preciso.
Fabio Licinio, che ha anche lui fatto una riproduzione: la riproduzione della Sardegna nel 1550. Utilizza nelle
sue rappresentazioni mucchi di talpa per indicare zone di rilievo, c’è
anche l’indicazione di grande quantità di alberi di vario tipo, all’interno
della carta abbiamo essenzialmente aree montuose e boscose. Un
problema che ci siamo portati dietro dall’antichità fino al ’700, quando è
stata definita l’importanza della simbologia cartografica (sono stati, in
particolare, la famiglia Cassini della cartografia francese a perfezionare la
rappresentazione della carta geografica ideale Alla base di una carta
abbiano la legenda, dove ci sono segni che si possono trovare in una
cartina. Incubo delle carte mute, la legenda è la base della
rappresentazione, non dobbiamo studiare la carta a memoria.)
Successivamente, un secolo dopo, abbiamo Giovanni Antonio Magini, con cui abbiamo di nuovo la
tradizione cartografica, che poi segue col figlio, gli tramanda l’esperienza. (scuola di padova)
Scuola olandese:
Ci sono stati periodi in cui hanno dominato scuole cartografiche in particolare. La scuola olandese ha avuto
un personaggio importante, Abramo Ortelio e Mercatore, fondatori della grande scuola cartografica
fiamminga. Malgrado una serie di limiti, hanno creato raccolte di carte straordinarie.
Mappamondo rappresentato con terra australe gigantesca, polo nord formato da terre emerse non
esistenti, a causa di un bisogno ancora di rappresentare il sentito dire, non ciò che era stato esattamente
esplorato.
L’uso delle proiezioni ha richiesto molto tempo prima di ridurre le formazioni più grossolane. Sull’Europa e
sull’asia (a eccezione del Giappone) le deformazioni sono abbastanza contenute, e le Americhe sono
rappresentate più deformate.
Altri esempi di carte di Ortelio delle sue terre, dell’olanda che è rappresentata in periodi diversi, capacità
degli esseri umani di vincere gli ostacoli posti dal territorio, si può notare gli sforzi di Ortelio nella
rappresentazione della bonifica dell’area, che è inizialmente paludosa e percorsa da corsi di fiumi europei
progressivamente trasformati in un paese.
Rappresentazioni di Ortelio dell’Italia, ancora troppo larga,
anche la Corsica.
Rappresentazione della terza dimensione più complesso
dell’arco alpino più la catenella montuosa fino alla punta
dello stivale che ci rappresenta l’appennino. Difficoltà
importante nella rappresentazione dell’altitudine.
Rappresentazione
del lago Trasimeno di
Ortelio:
rappresentazione del
bosco che rende difficoltosa la
rappresentazione della catena
montuosa. Problemi che ancora ci
porteremo dietro per un po’ di
tempo.
Eredità di Mercatore:
Raccolta da Jodocus Hondius, che inventa l’atlante tascabile, “Atlas Minor”, ovvero tavole più contenute, in
scala diversa, che permette di avere atlanti più maneggevoli rispetto a quelli classici. Le mappe si basano in
parte sul lavoro mercatoriano del 1580-90 e in parte sulle mappe dello stesso Hondius pubblicate nel 1606.
Atlas Maior un atlante completo del mondo, ideato da Willem Blaeu ma redatto dal figlio Joan Blaeu e
completato nel 1665. Il libro originale, scritto in latino, consisteva di 11 volumi e conteneva 594 mappe.
Famiglia Blaeu, altra famiglia di cartografi olandese, che ha creato delle cartografie straordinarie, buona
parte del nostro paese è stato rappresentato nel
“teatro orbis terrarum”, carte topografiche bellissime,
ma con dei limiti rispetto alle capacità dell’epoca,
ispirate al teatrum orbis terrarum di Ortelio.
Esempio orso dei territori di Berna. Considerare che dall’antichità gli studiosi avevano bisogno di
mecenati: i signori volevano il loro dominio rappresentato e dunque mantenevano e finanziavano gli
studiosi, gli artisti, i cartografi. In molti casi i signori desideravano che il territorio del loro dominio fosse di
forma simile all’animale loro rappresentativo. I cartografi oltre ad avere conoscenze scientifiche e tecniche
devono riuscire a comprendere il territorio all’interno di una forma artistica, la forma dell’animale, devono
anche essere creativi. Malgrado le deformazioni, la carta non risulta troppo sbagliata, un po' deformata ma
leggibile non del tutto incomprensibile.
Altri esempi: leone belgico, nome latino per leone olandese (paesi bassi rappresentati dal leone), cartografi
e artisti bravissimi, alcune rappresentazioni colorate. Sforzo notevole di dettaglio nelle rappresentazioni
iconografiche, ma questo comunque porta delle malformazioni, non attendibili.
Eredità di Gastaldi:
Ritorna alla fine del ’600 uno dei più grandi cartografi italiani, Vincenzo Maria Coronelli, che riprende la
cartografia dell’oriente data dai legami tra Venezia e l’oriente, che si esprimono attraverso queste
cartografie sempre più precise. Abbiamo rilievi e grandi quantità di boschi, ma così non abbiamo altri
oggetti, ciò indica che c’è ancor un problema.
La scuola francese:
Nel ’600 c’è un declino nella scuola italiana e olandese, si afferma la scuola cartografica francese, con
cartografi molto numerosi.
Il primo conosciuto è Nicolas Sanson, il quale ha perfezionato il metodo trigonometrico che permette di
fare il punto delle posizioni, ha perfezionato e definisce serie di punti sul territorio e vengono fatte le prime
misurazioni dirette, mentre le altre, quelle precedenti, erano indirette.
Famiglia Cassini, generazioni di cartografi che costruiscono la prima carta moderna della Francia.
Delisle (/delìl/), cartografo francese di inizio ’700. In Francia si vuole eliminare l’allungamento del
mediterraneo delle rappresentazioni tolemaiche. Il primo a liberare le allegorie e le rappresentazioni, primo
anche ad imporre che le terre non conosciute andavano lasciate in bianco o con contorni non definiti, come
scuola olandese in passato (Blaeu).
La sua riforma venne perfezionata da Bourgingnon Danville, mette fine alla cartografia empirica e si affermò
la cartografia scientifica, la quale indica un uso necessario della base geodetica (determinazione
astronomica della posizione dei punti fondamentali), della triangolazione e delle proiezioni geografiche.
Carta dei corsi d’acqua della Francia.
In Italia una delle prime necessità espresse dal potere politico è quello di rappresentare il territorio e le
risorse strategiche del territorio, come acqua e corsi d’acqua. Ad alcuni paesi fa comodo conoscerli saperli
perché i corsi d’acqua costituiscono corsi di comunicazioni importanti e trasporto di merce. I corsi d’acqua
permettono la navigazione, e il comunicare più facilmente.
Le Sorgenti del Nilo in antichità erano rappresentate, ora bisognerà aspettare fine ’800.
Le carte erano ben disegnate lungo il corso del Nilo, ben fatto il delta del Nilo, e l’area
rappresentata nell’antichità da tempo, rappresentazione satellitare del delta e del corso del
Nilo di giorno e notte. Circondata dal deserto, vengono messe in evidenza queste
caratteristiche sulla carta.
Famiglia cassini primo topografo e astronomo del re di Francia, nato nel regno di savoia,
diventato un cartografo reale dopo essere andato in Francia, dando vita ad una generazione di Cassini, che
hanno redatto la prima carta topografica di uno stato-nazione, già dalla seconda generazione hanno
ottenuto il titolo nobiliare di conti di Thury, e hanno ottenuto un riconoscimento per il loro lavoro, hanno
avuto difficolta all’inizio, poiché le prime carte sono state pubblicate a loro spese, dopodiché sono stati
finanziati dal re e dai governi francesi successivi. Hanno redatto la prima carta topografica nazionale
Spezzone della carta della 4° generazione di Cassini: interessante rappresentazione di territori montuosi
con tratteggio, un po’ troppo marcati, non danno l’idea della realtà pianeggiante e non così montuosa della
Francia. Iniziano a esserci evidenti delimitazioni di proprietà, tipologie di avvitato, vie di comunicazione,
scritture (che diventano strumenti importanti per dare informazioni precise qualitative e quantitative degli
oggetti interni nella carta topografica).
Parigi in diverse scale, pianta della città: quartiere latino abbastanza rimpicciolito, area dalla Tour Eiffel
poco invasa da costruzioni.
Carta di Parigi delle aree limitrofe, tessuto abitato denso, con indicazioni su toponimi, scritture che ci
indicano l’importanza dei fenomeni diversi. Ancora il problema della descrizione dei manti forestali, e
dettagli delle aree delle vie di comunicazione dei corsi d’acqua, tipi di scritture che danno più o meno
importanza al fenomeno nella carta.
Carta di Marsiglia, abbiamo essenzialmente foresta, vie di comunicazioni interne alla foresta
Legenda della carta topografica di Francia della famiglia cassini, indicazioni chiare su come devono essere
rappresentate le cose all’interno di una carta.
Sforzo straordinario perché si ha finalmente una prima legenda che raggruppa tutti i simboli interni alla
carta topografica: i vari gruppi di tipi di abitato, rete stradale, vegetazione ecc. indicazione di sforzo
dettagliato nel definire dei modi di rappresentare, condivisibili con gli altri cartografi, per condividere le
stesse informazioni.