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Divina Commedia

La Divina Commedia è senza dubbio tra le opere più rappresentative della cultura italiana.
Scritta da Dante Alighieri, questo poema allegorico-didascalico è universalmente
considerato come una delle più grandi opere della letteratura di tutti i tempi, nonché una
delle più importanti testimonianze della civiltà medievale, tanto da essere nota e studiata in
tutto il mondo.

A rendere così sensazionale l’opera dantesca, la struttura dell’intero lavoro e le tematiche


trattate che, come evidenziato soprattutto negli studi di Erich Auerbach, offrono una
rappresentazione ampia e drammatica della realtà.

Perché Dante scrive la Divina Commedia? Quale era il titolo originale dell’opera?

La Commedia in generale

La Divina Commedia è un’opera scritta in lingua volgare fiorentina, seguendo una struttura
in terzine incatenate di endecasillabi (poi chiamate per antonomasia terzine dantesche).

Il titolo con cui la conosciamo non è stato quello attribuito dallo stesso Dante alla sua opera:
Alighieri, infatti, denominò il suo lavoro semplicemente Comedia. L’aggettivo «Divina» le fu
attribuito dal Boccaccio nel Trattatello in laude di Dante, scritto fra il 1357 e il 1362 e
stampato nel 1477.

Per quanto riguarda gli anni di composizione dell’opera, i critici concordano che i tempi da
considerare siano compresi tra il 1306/07 e il 1321, anni dell’esilio dantesco in Lunigiana e
Romagna.

L’opera riscosse, sin da subito, uno straordinario successo e contribuì in maniera


determinante al processo di consolidamento del dialetto toscano come lingua italiana.

Struttura del poema

La Divina Commedia è divisa in tre parti, definite «cantiche»: queste sono Inferno,
Purgatorio e Paradiso.

Ciascuna di queste è composta da 33 canti (tranne l’Inferno, che contiene un ulteriore canto
proemiale). Nella Commedia, Dante racconta un viaggio immaginario attraverso i tre regni
ultraterreni, che lo condurranno fino alla visione della Trinità.

Divina Commedia: Inferno

Il viaggio dantesco inizia proprio nell’Inferno, sotto le mura di Gerusalemme. La guida di


Dante è il poeta Virgilio, che lo accompagnerà tra le anime dannate.

L’Inferno si apre con un Canto introduttivo (che serve da proemio all’intera opera), nel quale
il poeta Dante Alighieri racconta in prima persona del suo smarrimento spirituale e
dell’incontro con Virgilio.
Dante si ritrae, infatti, “in una selva oscura”, allegoria del peccato, nella quale era giunto
avendo smarrito la “retta via”, la via della virtù, e giunto alla fine della valle.

L’inferno dantesco è concepito come una serie di anelli numerati, sempre più stretti, che si
succedono in sequenza e formano un tronco di cono rovesciato; l’estremità più stretta si
trova in corrispondenza del centro della Terra ed è interamente occupata da Lucifero che,
movendo le sue enormi ali, produce un vento gelido.

Nell’inferno, ad ogni peccato corrisponde un cerchio, ed ogni cerchio successivo è più


profondo del precedente e più vicino a Lucifero; più grave è il peccato, maggiore sarà il
numero del cerchio.

Sono molte le storie emblematiche dell’Inferno, da quella dei due amanti Paolo e Francesca
a quella del conte Ugolino della Gherardesca.

Nell’ultima parte dell’Inferno, a subire la punizione peggiore, si trovano i tre grandi traditori:
Cassio, Bruto (che complottarono contro Cesare) e Giuda Iscariota.

Divina Commedia: Purgatorio

Dopo essere usciti dall’Inferno, Dante e Virgilio approdano in mezzo al mare, dove s’innalza
la montagna del Purgatorio.

Il Purgatorio è composto da sette “cornici”, dove le anime non sono condannate per sempre:
sul monte i peccatori scontano il loro peccato prima di accedere al Paradiso. Contrariamente
all’Inferno, dove i peccati si aggravavano maggiore era il numero del cerchio, qui alla base
della montagna, nella prima cornice, stanno coloro che si sono macchiati delle colpe più
gravi, mentre alla sommità, vicino al Paradiso terrestre, i peccatori più lievi.

Divina Commedia: Paradiso

Dopo aver percorso tutto il monte del Purgatorio, Dante saluta il suo accompagnatore
Virgilio: questo perché Virgilio si trova nel Limbo, quel luogo dell’Inferno dove si trovano i
non battezzati che hanno vissuto nel bene. Ne consegue, dunque, che Virgilio non viene
considerato degno di accompagnare Dante in Paradiso.

A guidare Dante in Paradiso è Beatrice, la donna amata dal Poeta.

La struttura del Paradiso è composta da nove cieli concentrici, al cui centro sta la Terra; in
ognuno di questi cieli, dove risiede un pianeta diverso, stanno i beati, più vicini a Dio a
seconda del loro grado di beatitudine. Non c’è una gerarchia della beatitudine, perché le
anime del Paradiso non stanno meglio o peggio, e nessuno desidera una condizione
migliore di quella che ha, poiché la carità non permette di desiderare altro se non quello che
si ha.
Secondo la visione dantesca Dio, al momento della nascita, ha donato secondo criteri
inconoscibili ad ogni anima una certa quantità di grazia, ed è in proporzione a questa che
essi godono diversi livelli di beatitudine.

La cronologia del viaggio

Il viaggio che Dante affronta dall’Inferno al Paradiso dura in realtà “solo” 7 gioni.

Il riferimento principale al tempo della storia è Inferno XXI, 112-114: in quel momento sono le
sette del mattino del Sabato Santo del 1300, 9 aprile. L’anno è confermato da Purgatorio II,
98-99, che fa riferimento al Giubileo in corso.

Sulla base di questo, i critici sono giunti alla conclusione che:

La mattina dell’8 aprile (Venerdì Santo), Dante esce dalla “selva oscura” e inizia la salita del
colle, ma viene messo in fuga dalle tre fiere e incontra Virgilio;
Al tramonto, Dante e Virgilio iniziano la visita dell’Inferno, che dura circa 24 ore e termina
quindi al tramonto del 9 aprile;
Superando il centro della Terra, Dante e Virgilio approdano nel “fuso orario” del Purgatorio
(12 ore di differenza da Gerusalemme e 9 ore dall’Italia), per cui è mattina quando essi
intraprendono la risalita, che occupa tutto il giorno successivo;
All’alba del 10 aprile (domenica di Pasqua), Dante e Virgilio iniziano ad esplorare il
Purgatorio, con un viaggio che dura tre giorni e tre notti;
Alba del quarto giorno, 13 aprile o 30 marzo, Dante entra nel Paradiso Terrestre e vi
trascorre la mattina, durante la quale lo raggiunge Beatrice. A mezzogiorno, Dante e
Beatrice salgono in cielo.

Tematiche trattate

I temi affrontati nella Divina Commedia da Dante sono diversi. Parliamo di:

➔ Redenzione dell’umanità;
➔ Redenzione dell’anima del poeta dopo il periodo di traviamento (la “selva oscura” che
il Poeta trova “nel mezzo del cammin di nostra vita”);
➔ Redenzione politica: l’umanità con la guida della ragione (Virgilio) e dell’impero
raggiunge la felicità naturale;
➔ Redenzione religiosa: con la guida della Teologia e della fede si arriva alla felicità
ultraterrena (Paradiso).

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