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Elettromagnetismo

L'elettromagnetismo è la branca della fisica che studia i fenomeni di natura elettrica e


magnetica e le loro correlazioni (come ad esempio i campi magnetici prodotti dalle correnti
elettriche e le correnti elettriche prodotte dai campi magnetici variabili).

1. Il magnetismo
Il magnetismo è quel fenomeno fisico, per cui alcuni materiali sono in grado di attrarre il
ferro nonché trasmettere tale capacità ad altri materiali.
Analogamente al caso elettrostatico anche nel magnetismo si individuano due sorgenti di
campo di natura opposta che vengono convenzionalmente definiti poli. Usando come magnete
di riferimento la Terra si parlerà allora di polo nord (N) e sud (S), in particolare il polo nord
geografico corrisponde grossomodo al polo sud magnetico e viceversa.

Per saperne di più…


L'esistenza di un magnetismo naturale era noto già agli antichi greci (V - VI secolo a.C.), ma
probabilmente ancora precedentemente era stato scoperto nell'antica Cina dove, si dice, fosse
in uso un rudimentale prototipo di bussola magnetica.
Pare che Archimede (287-212 a.C.) abbia cercato di magnetizzare le spade dell'esercito
siracusano al fine di disarmare più facilmente i nemici.
Quello che è certo, comunque, è che gli antichi avevano scoperto la capacità di alcuni minerali
(ad esempio la magnetite) di attrarre la limatura di ferro o piccoli oggetti ferrosi. Questa
capacità di esercitare una forza a distanza ha dato fin dagli albori un particolare significato nei
secoli al magnetismo. Tuttora nel XXI secolo si sente ancora talvolta parlare di forze
magnetiche lasciando sottintendere un significato arcano e misterioso.
I primi studi quantitativi sui fenomeni magnetostatici si possono far risalire alla fine del
Settecento - inizio dell'Ottocento ad opera dei francesi Biot e Savart e, successivamente, di
Ampère sempre in Francia.
2. I magneti
Un magnete (o calamita) è un corpo che genera un campo magnetico.
Un campo magnetico è invisibile all'occhio umano, ma i suoi effetti sono ben noti: sposta
materiali ferromagnetici come il ferro e fa attrarre o respingere due magneti.
In fisica, in particolare nel magnetismo, il campo magnetico (H) è un campo di forze generato
nello spazio dal moto di una carica elettrica o da un campo elettrico variabile nel tempo.
L’unità di misura del campo magnetico è l’Ampere/metro, indicato con la lettera A/m.
Un magnete permanente è formato da un materiale che è stato magnetizzato e crea un proprio
campo magnetico.
I materiali che possono essere magnetizzati sono anche quelli fortemente attratti da una
calamita, e sono chiamati ferromagnetici (o ferrimagnetici); questi includono ferro, nichel,
cobalto, alcune leghe di terre rare e alcuni minerali naturali come la magnetite. Anche se i
materiali ferromagnetici (e ferrimagnetici) sono gli unici attratti da una calamita così
intensamente da essere comunemente considerati "magnetici", tutte le sostanze rispondono
debolmente ad un campo magnetico, attraverso uno dei numerosi tipi di magnetismo.

Calamita. Una proprietà interessante dei magneti naturali è che essi presentano sempre sia
un polo N che un polo S. Se si divide in due parti un magnete, tentando di "separarne" i due
poli, si ottengono due magneti del tutto simili (ciascuno con una coppia di poli opposti).
Poiché il processo può concettualmente proseguire all'infinito è ipotizzabile che il
magnetismo naturale abbia origine nelle proprietà atomiche della materia.
Bussola. Se il polo N di una calamita viene avvicinato al polo N di un ago calamitato, si nota
che l’ago subisce una rotazione, il polo N dell’ago si allontana mentre il polo S dell’ago è
attratto. Lo stesso si verifica se si avvicinano due poli S.

Polarità dello stesso nome si respingono, mentre polarità di nome opposti si attraggono.

Se fissiamo un ago magnetico molto piccolo sul suo centro in modo che esso non subisca
rotazioni e lo immergiamo nel campo magnetico prodotto da una calamita, questo si dispone
in una determinata direzione. Questa direzione prende il nome di linee di forza del campo
magnetico. Nella figura sono riportate le linee di forza del campo magnetico generato da una
calamita. Il verso delle linee di forza si assume uscente dal polo N ed entrante nel polo S.
3. Relazione tra campo magnetico e corrente elettrica
Mentre preparava il materiale per una lezione, Ørsted scoprì qualcosa che lo sorprese molto:
egli avvicinò una bussola magnetica ad un filo elettrico in cui scorreva corrente e l'ago
magnetico della bussola si mosse improvvisamente.
Ørsted fu così sorpreso che ripeté l'esperimento. Egli realizzò un circuito con il filo conduttore
in direzione nord-sud fissata dai poli geografici. Al di sotto del filo, mise l'ago magnetico che si
indirizzò spontaneamente lungo la stessa direzione del filo. Chiuse il circuito e notò che
appena la corrente passava per il conduttore, l'ago magnetico deviava la propria direzione e
se la corrente fornita era di alta intensità, la direzione diventava perpendicolare a quella del
filo. Ne concluse che un conduttore percorso da cariche elettriche in movimento genera nello
spazio circostante un campo magnetico e se la corrente è abbastanza intensa, l'ago punta in
direzione perpendicolare alla direzione del filo.
L'esperienza di Ørsted dimostra che una corrente elettrica genera un campo magnetico. Prima
di questo esperimento si era tentato di trovare un legame tra le cariche elettriche e i magneti,
ma senza risultato, poiché di fatto un campo magnetico non ha alcun effetto su una carica
elettrica in stato di quiete, ma soltanto su una carica in movimento. Infatti solo le cariche
elettriche in moto producono un campo magnetico.

Un qualsiasi conduttore percorso da corrente genera intorno a sé un campo magnetico.

Filo rettilineo

Le linee di forza del campo magnetico


generato da un filo percorso da
corrente sono perpendicolari alla
corrente in ogni punto: ciò significa che
sono rappresentate da cerchi
concentrici attorno al filo. Il verso delle
linee di forza è dato dalla regola della
mano destra: afferrando il filo con la
mano destra e puntando il pollice in
direzione della corrente, le dita della
mano indicano il verso delle linee di
forza del campo magnetico generato dal
filo. Le linee di forza inoltre sono tanto
più fitte quanto più è intensa la
corrente che passa nel filo e quanto
minore è la distanza dal filo stesso.

Regola della mano destra: pollice in direzione della corrente I, campo magnetico H nel verso
della chiusura della mano.

Il valore dell’intensità del campo magnetico H percepito ad una distanza r dal filo nel quale
scorre una corrente I è

Insieme di fili rettilinei paralleli


Il valore dell’intensità del campo magnetico H generato da un insieme di N fili lungo l posti in
parallelo e percorsi dalla stessa corrente I è
Solenoide rettilineo

Nel caso in cui la corrente percorra un filo avvolto a spira anziché un filo rettilineo, le linee di
forza del campo sono ancora perpendicolari al filo in ogni punto e il suo verso è quello di una
vite destrorsa che percorre il filo nel senso della corrente.
Un filo percorso da corrente avvolto a spirali ravvicinate costituisce un solenoide. Un
solenoide percorso da corrente produce anch'esso, naturalmente, un campo magnetico,
prodotto dalla somma dei campi magnetici di ciascuna spira del solenoide. All'interno del
solenoide le linee di forza del campo magnetico sono parallele, ovvero il campo è uniforme.
Il valore dell’intensità del campo magnetico H generato da un solenoide rettilineo formato da
N spire, lungo l e percorso da una corrente I è
Il campo magnetico prodotto da un solenoide percorso da corrente può perciò essere
assimilato a quello prodotto da una sbarretta magnetica, i cui poli sono posti agli estremi del
solenoide e dipendono dal verso della corrente.

Solenoide toroidale
Il valore dell’intensità del campo magnetico H generato da un solenoide toroidale formato da
N spire di raggio r percorse da una corrente I è

4. Induzione e permeabilità magnetica


L'intensità del campo magnetico prodotto da un solenoide può essere notevolmente
aumentata applicando all'interno delle spire del solenoide una sbarra di ferro o di un altro
materiale ferromagnetico: il solenoide magnetizza il ferro e il campo magnetico prodotto dal
solenoide si somma a quello prodotto dal magnete artificiale. Un sistema di questo tipo viene
chiamato elettromagnete. Gli elettromagneti sono molto usati nelle applicazioni tecnologiche:
la forza di attrazione che possono esercitare dipende dal numero di avvolgimenti e
dall'intensità della corrente che circola nelle spire e può raggiungere valori estremamente
elevati. Piccoli elettromagneti si trovano per esempio nei campanelli e negli altoparlanti,
mentre grossi elettromagneti sospesi a gru permettono di sollevare grandi quantità di
materiali ferrosi negli impianti di trattamento dei metalli.

L'induzione magnetica (B) è un campo di forze utilizzato per descrivere la polarizzazione


magnetica di un materiale in seguito all'applicazione di un campo magnetico.
L’induzione magnetica si misura in tesla, T.
Ora resta da capire il rapporto che intensità magnetica H e induzione magnetica B.
Le due grandezze sono legate dalla seguente legge

dove con µ è indicata la permeabilità magnetica.

La permeabilità magnetica di un materiale è una grandezza fisica che esprime l'attitudine del
materiale a magnetizzarsi in presenza di un campo magnetico.

Essa è indicata come permeabilità magnetica assoluta µ la cui unità di misura sono gli Henry
al metro [H/m]. Essa può anche essere indicata come permeabilità relativa µr rispetto alla
permeabilità del vuoto µ0 secondo al relazione

Ovviamente µr è un numero puro (adimensionale) e µ0

In funzione del valore di µr le sostanze esistenti in natura si suddividono in diamagnetiche,


paramagnetiche, ferromagnetiche.

L’intensità del campo magnetico non dipende dal mezzo.

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