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2. la teoria psicoanalitica sottolinea l’importanza dell’inconscio e dei meccanismi di difesa. Nei test,
l’obiettivo e il modo in cui sarà interpretato non saranno svelati, per cui il test può superare le difese del
soggetto.
3. visione olistica condivisa: non c’è un’interpretazione o un’analisi delle singole parti, il teorico è
interessato alle relazioni tra le parti di una persona. IRRIDUCIBILI ALLA MERA SOMMA DELLE PARTI, E’ PIU’
DELLA SOMMA DELLE PARTI.
NON SI PUO’ QUINDI RISPONDERE ALLA DOMANDA CIRCA LA VALIDITA’ DEI TEST PRENDENDO IN CON
SIDERAZIONE SOLO UNO O DUE STUDI ISOLATI, SONO NECESSARI ESAMI APPROFONDITI.
Alcuni studiosi, tra cui LILIENFELD, hanno studiato gli aspetti legati alla validità dei test. Ma cosa hanno
scoperto?
CHE I TEST PROIETTIVI GENERALMENTE NON FUNZIONANO, MANCANO DI VALIDITA’. MA PERCHE’?
Vi sono diverse cause, , ma due sono le più importanti:
1. L’attendibilità intra-giudice: se due psicologi valutano le risposte di una persona a un test proiettivo, si
trovano d’accordo? Nel caso di questionari standardizzati, si hanno risposte certe, obiettive. Nel caso dei
test, non si hanno risposte a scelta multipla, ma è necessario INTERPRETARE DICHIARAZIONI VERBALI e le
interpretazioni non rispecchiano solo i pensieri del soggetto sottoposto al test ma anche quelli dello
psicologo che si occupa della valutazione. I pensieri, i sentimenti e le tendenze dello psicologo possono
influenzare il punteggio finale del test, è chiaro che in questo modo l’ATTENDIBILITA’ SARA’ BASSA.
2. Di solito il contenuto degli item dei test è del tutto estraneo al contenuto della vita quotidiana del
soggetto sottoposto al test.
CHE COSA SUGGERISCONO I LIMITI DEI TEST PROIETTIVI SULLA TEORIA DELLA PERSONALITA’ PSICONALTICA
DI FREUD?
Alcuni sostengono che suggeriscono molto poco: siccome Freud non utilizzava test proiettivi, ma solo le
libere associazioni, la sua teoria può essere validissima anche se le procedure di valutazione sviluppate dai
suoi seguaci possono essere poco efficaci.
Tuttavia, malgrado i suoi punti di forza, la psicoanalisi ha fallito nel conseguire livelli elevati di
ATTENDIBILITA’ E VALIDITA’ , per ovvie ragioni.
LA PSICOPATOLOGIA.
Freud dedicò la maggior parte del suo impegno professionale al lavoro con pazienti affetti da disturbi
nevrotici. Giunse alla conclusione che i processi psicologici riscontrati nei suoi pazienti nevrotici erano simili
ai processi psicologici di persone che non soffrivano di nevrosi e non erano in terapia. LE NEVROSI
POTEVANO ESSERE RISCONTRATE A DIVERSI LIVELLI E IN FORME DIVERSE , IN TUTTE LE EPRSONE. Quindi, le
analisi della patologia condotte da Freud , il suo sviluppo, il trattamento, sono parte integrante della sua
teoria della personalità.
I TIPI DI PERSONALITA’
Freud ha esaminato i motivi per cui un individuo sviluppa la patologia e perché proprio un certo tipo di
patologia. Quest’analisi è strettamente collegata alla teoria degli STADI PSICOSESSUALI: è possibile che in
ognuno degli stadi, lo sviluppo degli istinti vada incontro a diversi insuccessi.
1. FISSAZIONI: può verificarsi in due casi- quando le persone ricevono scarsa gratificazione durante uno
stadio tanto da temere di passare allo stadio successivo- o quando ottengono una gratificazione eccessiva
tale da annullare la motivazione a procedere allo stadio successivo.
La persona cercherà di ottenere lo stesso tipo di soddisfazione dello stadio nel quale si è verificata la
fissazione.
Una persona con una fissazione allo stadio orale, può continuare a cercare nella vita adulta la gratificazione
orale nel fumo, nel cibo, nell’alcol.
PER OGNUNO DEI 3 DIVERSI STADI DI SVILUPPO-ORALE, ANALE, FALLICA- ESISTE UN TIPO DI CARATTERE
CORRISPONDENTE CHE SI E’ FORMATO A CAUSA DI UNA FISSAZIONE IN QUELLO STADIO:
PERSONALITA’ ORALE: risulta dalla fissazione allo stadio orale e riguarda le tematiche ‘prendere le
cose’ dentro sé, verso sé e solo per sé.
Le personalità orali sono NARCISISTICHE, INTERESSATE SOLO A SE STESSE E NON RICONOSCONO GLI
ALTRI COME ENTITA’ SEPARATE E VALIDE; le altre persone sono viste solo in riferimento a quel che
possono dare (es. nutrimento). Queste personalità chiedono sempre qualcosa in modo aggressivo o
in maniera implorante.
IL SUCCESSO PER LA PERSONALITA’ ORALE E’ :OTTENERE.
PERSONALITA’ ANALE: risulta dalla fissazione allo stadio anale.
Importanti nello stadio anale sono i processi fisici (accumulazione ed espulsione delle feci) e le
relazioni interpersonali (lo scontro a proposito dell’educazione al controllo degli sfinteri). Unendo
questi due processi la personalità anale vede nella DEFECAZIONE il simbolo di un potere enorme.
Il carattere anale è contraddistinto da una triade di tratti, definita TRIADE ANALE: ordine e pulizia(
formazione reattiva contro l’interesse per le cose sporche e il disordine), parsimonia e avarizia(
trattenere le cose=risale a trattenere le feci) , ostinazione( atteggiamento di sfida nei confronti
degli altri con cui il bambino risponde alla richiesta di separarsi dalle feci=controllo degli sfinteri).
In definitiva le personalità anali cercano di controllare le cose e di esercitare il potere o il dominio
sugli altri.
IL SUCCESSO PER LA PERSONALITA’ ANALE E’: CONTROLLARE.
PERSONALITA’ FALLICA: risulta dalla fissazione allo stadio fallico, la fase del complesso edipico.
La fissazione, in questo caso, ha implicazioni diverse per uomini e donne.
IL SUCCESSO PER LA PERSONALITA’ FALLICA E’: ESSERE UOMO\ESSERE DONNA.
-Concentriamoci sull’uomo: l’uomo fallico deve negare qualsiasi elemento che possa far pensare ad
una mancanza di virilità , ad un’ipotetica castrazione. Deve affermare continuamente la propria
potenza sugli altri e la propria virilità. La tendenza all’eccesso e all’esibizionismo di queste persone
esprime la sottostante angoscia di castrazione;
-Concentriamoci sulla donna: personalità isterica. Come difesa ai desideri edipici la bambina si
identifica con la madre e con la femminilità; adotta un comportamento seduttivo e civettuolo per
conservare l’interesse del padre ma nega le proprie intenzioni sessuali. Nella vita adulta si avrà una
donna che pur negando le proprie intenzioni sessuali e presentandosi come una persona ingenua,
attrae gli uomini con il proprio comportamento seduttivo.
IL CONFLITTO E LA DIFESA.
La teoria psicoanalitica afferma che la PSICOPATOLOGIA ha origine dallo sforzo di gratificare istinti
rimasti bloccati a stadi precedenti dello sviluppo. La volontà di esprimere tali istinti, di tali desideri ,che
non sono mai stati soddisfatti e che sono spesso associati a traumi vissuti, crea un enorme
SENTIMENTO DI ANGOSCIA. Si verifica un vero e proprio conflitto intrapsichico tra il DESIDERIO e
l’ANGOSCIA. In che modo?
facciamo un esempio: DESIDERIO- vorrei avere un rapporto sessuale con quella persona;
ANGOSCIA- questi sentimenti sono cattivi e saranno puniti.
In una situazione del genere spesso la persona resta bloccata, è infelice, non trova soluzioni.
MA per ridurre la dolorosa esperienza dell’angoscia entrano in gioco i MECCANISMI DI DIFESA.
esempio: CONSEGUENZA COMPORTAMENTALE DEL MECCANISMO DI DIFESA- negazione di qualunque
comportamento sessuale, preoccupazione ossessiva per i comportamenti sessuali degli altri.
Se la difesa ha esito positivo, il livello di angoscia si riduce; se invece la difesa è meno efficace , l’energia
associati agli istinti inconsci si esprime nei SINTOMI PATOLOGICI. Un sintomo come un tic , una paralisi
isterica o una coazione, rappresentano un’espressione di un impulso rimosso, rappresentano un
conflitto inconscio tra un desiderio e l’angoscia.
IL CAMBIAMENTO PSICOLOGICO.
Quando una persona ha stabilito un modello comportamentale, un modo di pensare e di reagire alle
situazioni, attraverso quale processo si verifica un cambiamento della sua personalità?
ALFRED ADLER!
Faceva parte della Società Psicoanalitica di Vienna ma alcuni anni dopo , non ne fece più parte perché
fondò una propria scuola di PSICOLOGIA INDIVIDUALE. Ma perché si separa dalla società e da Freud?
Perché Adler accentuava molto di più le SPINTE SOCIALI ED I PENSIERI CONSCI, anziché le spinte
sessuali e i pensieri inconsci.
Già all’inizio della sua carriera, Adler si era interessato alle inferiorità fisiche e al modo in cui le persone
compensano queste inferiorità: es. una persona balbuziente può cercare di diventare un grande
oratore, sforzandosi, compensando al massimo la sua carenza.
Adler si rese conto che le persone vivono consapevolmente sentimenti di inferiorità e sono motivate a
compensare questi sentimenti dolorosi E’ IL SENSO DI INFERIORITA’ , DI INADEGUATEZZA, DI
INSICUREZZA CHE DETERMINA L’OBIETTIVO DELL’ESISTENZA DELL’INDIVIDUO.
Il principio della compensazione dei sentimenti di inferiorità NON RIGUARDA SOLO GLI INDIVIDUI CHE
SOFFRONO DI DEFICIENZE FISICHE, E’ APPLICABILE A TUTTI, per il semplice motivo che ognuno di noi
nell’infanzia ha sperimentato l’inferiorità. Tutti i bambini piccoli si rendono conto di essere meno capaci
di gestire oggetti ed eventi rispetto agli adulti o rispetto ai bambini più grandi. E oltre a sperimentare
l’inferiorità, TUTTI sperimentano la motivazione , la forza, che ci si mette per compensare i sentimenti
di inferiorità
-Interessanti sono gli studi sul modo in cui l’ordine di nascita tra fratelli può influenzare il loro sviluppo
psicologico. Si pensa che i primogeniti o i figli unici, tendono ad affermarsi di più dei più piccoli.
Addirittura uno studio condotto su 23 astronauti , di cui 21 primogeniti o figli unici, condotto da
SULLOWAY, rivela che i primogeniti sono più conscenziosi e conservativi, mentre i minori sono ribelli.
CARL G. JUNG!
Medico svizzero, rimase profondamente colpito dal lavoro di Freud, tanto da incontrarlo e iniziare una
relazione sia sul piano professionale che su quello personale. Il loro rapporto ricorda tanto quello di ‘padre
e figlio’, un rapporto che però era destinato a finire. Quali sono i motivi della rottura?
Secondo Jung l’enfasi eccessiva che Freud aveva posto sulla sessualità ; per Jung la libido non è un istinto
sessuale, ma un’energia vitale generalizzata, che non comprende solo la sessualità , ma anche altre spinte
in direzione del piacere.
Secondo Freud invece il collega aveva sentimenti edipici nei confronti del padre professionale, quindi nei
suoi confronti.
Ma sono molti altri i punti dal quale Jung si distacca:
-Freud enfatizza il fatto che il nostro comportamento sia solo una ripetizione del passato, delle repressioni
dell’infanzia. Jung invece pensa che lo sviluppo della personalità è caratterizzato da una tendenza al
progredire, si guarda in avanti, non solo al passato!
- Jung accettava il concetto di inconscio , ma aggiunse qualcosa in più, parlò dell’esistenza di un INCONSCIO
COLLETTIVO: le persone conservano nel proprio inconscio collettivo le esperienze delle generazioni passate,
e questo inconscio, a differenza di quello personale, è UNIVERSALE, LO POSSEGGONO TUTTI, E’ PARTE
DELLA NOSTRA EREDITA’ UMANA, E’ UN DERIVATO DEI NOSTRI ANTENATI.
Questo inconscio contiene IMMAGINI UNIVERSALI O SIMBOLI, noti come ARCHETIPI. Gli archetipi si
trovano nelle fiabe, nei miti , nei sogni, sono immagini che appaiono in tutte le culture, ma con forme
leggermente diverse; possono essere rappresentati da persone , demoni, animali, forze naturali, oggetti
L’UNIVERSALITA’ DEGLI ARCHETIPI , CHE SI TROVANO NELLE ESPRESSIONI DEL PNSIERO UMANO IN TUTTI I
TEMPI E IN TUTTE LE CULTURE, DIMOSTRA CHE ESSI SONO PARTE DELL’INCONSCIO COLLETTIVO.
- Jung afferma che le persone lottano interiormente con forze opposte. Per esempio Jung parla del conflitto
tra la faccia o la maschera che presentiamo agli altri ; oppure la persona( che si esprime nei ruoli sociali) e il
senso di sé (identità); la parte maschile e la parte femminile di sé..ogni maschio ospita una parte femminile-
anima, e ogni donna ospita una parte maschile- animus. Un tratto interessante nella teoria di Jung è che
circa gli stereotipi del ruolo sessuale, egli afferma che questi non sono il prodotto dell’esperienza sociale
dell’individuo, bensì dell’esperienza dei propri antenati (psicologia evoluzionistica).
MA QUAL’E IL COMPITO FONDAMENTALE DELL’INDIVIDUO? TROVARE L’UNITA’ NEL SE’: il compito consiste
nell’integrare le diverse forze opposte della psiche e conoscere il proprio sé.
Nella teoria di Jung, il ‘se’ non si riferisce alle credenze consce dell’individuo, è piuttosto una forza
inconscia; è nello specifico un archetipo (UNIVERSALE) dell’inconscio collettivo che funziona come centro
organizzativo dell’intero sistema psicologico della persona.
IL SE E’ SPESSO RAPPRESENTATO DA FIGURE CIRCOLARI, PERCHE’ RAPPRESENTANO IL SENSO DI
INTEREZZA DA ACQUISIRE ATTRAVERSO LA CONOSCENZA DEL PROPRIO SE’. (I MANDALA)
- Jung stabilisce anche la differenza tra INTROVERSIONE ED ESTROVERSIONE: il tipo introverso è esitante ,
riflessivo, prudente; mentre quello estroverso è verso l’esterno, in direzione del mondo, si impegna
socialmente, è attivo, avventuroso.
Secondo la visione di Freud: le relazioni sociali non determinano la struttura della personalità; esse
sono determinate dalle strutture della personalità il cui sviluppo avviene a partire dai desideri,
impulsi, istinti, di origine biologica, dell’ES.
Secondo i teorici della psicodinamica interpersonale: (Sullivan) le relazioni sociali non sono
secondarie, ma sono primarie! Le strutture della personalità si sviluppano attraverso le interazioni
con gli altri , a partire proprio dal contatto con gli altri.
KAREN HORNEY!
La differenza tra la sua teoria e la psicoanalisi si può identificare nella contrapposizione tra
INFLUENZE UNIVERSALI BIOLOGICHE E INFLUENZE CULTURALI: ‘Quando ci si rende conto del forte
peso esercitato dai fattori culturali sulle nevrosi, i fattori biologici e fisiologici che Freud pone alla
radice di tali fenomeni ritornano sullo sfondo’. Sosteneva questa posizione sulla base di 3 fattori:
- il ruolo della cultura nello sviluppo dell’identità di genere;
-la collaborazione con lo psicoanalista FROMM;
-quando si trasferì dalla Germania negli Stati Uniti, e si inserì quindi in una nuova cultura, osservò le
differenze nella struttura della personalità tra pazienti europei e pazienti americani.
ARRIVO’ ALLA CONCLUSIONE CHE LE RELAZIONI INTERPERSONALI RAPPRESENTANO IL NUCLEO
DEL FUNZIONAMENTO , SANO O DISTURBATO, DELLA PERSONALITA’.
-OPINIONI SULLE DONNE: ( scrive un volume PSICOLOGIA FEMMINILE) le donne non sono
biologicamente predisposte ad atteggiamenti masochisti di debolezza, di dipendenza, di
sottomissione, di sacrificio del sé; al contrario, questi atteggiamenti sono indicativi della forte
influenza della società.
LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO.
L’ultimo sviluppo teorico post-freudiano è la teoria dell’attaccamento, fondata dallo psicologo britannico
JHON BOWLBY, ed evoluta successivamente grazie ai lavori della psicologa dell’età evolutiva MARY
AINSWORTH.
Bowbly era interessato allo studio degli EFFETTI DELLA SEPARAZIONE precoce dai genitori sullo sviluppo
della personalità, un problema diffuso in Inghilterra durante la Seconda Guerra Mondiale, quando molti
bambini venivano allontanati dai genitori e mandati in campagna per metterli al sicuro dai bombardamenti
che facevano in città.
Bowbly, sfruttando la sua conoscenza dell’etologia, ha ipotizzato l’esistenza di un sistema psicologico
dedicato alle relazioni tra genitori e figli e lo ha definito SISTEMA COMPORTAMENTALE DI ATTACCAMENTO
(SCA): si tratta di un sistema innato, che possiedono tutti dalla nascita ed è un sistema MOTIVAZIONALE,
cioè induce il neonato a rimanere vicino alle persone che si prendono cura di lui, che gli danno sicurezza,
consolazione. Le relazioni che il bambino stabilisce con gli adulti fungono da BASE SICURA per l’esplorazione
dell’ambiente.
- Secondo la teoria dell’attaccamento, GLI EFFETTI DELL’ATTACCAMENTO DURANO NEL TEMPO.
Alla base di questa affermazione c’è un motivo di base fondamentale, ovvero il fatto che nei bambini
esistono MODELLI OPERATIVI INTERNI. I cosiddetti Modelli Operativi Interni (MOI), sarebbero l’insieme di
schemi di rappresentazione interna che costituiscono immagini, emozioni, comportamenti connessi
all’interazione tra il bambino e gli adulti significativi , che diventano ben presto inconsapevoli e
tendenzialmente stabili nel tempo. Una sorta di mappa formata da una rappresentazione mentale che il
soggetto ha della realtà esterna , l’immagine di sé e gli assunti su come funzionano le relazioni
interpersonali. La loro capacità anticipatoria degli eventi li porta ad influenzare le future relazioni affettive
che tenderanno a ripetere la relazione precoce tra l’infante e il caregiver.
Per Bowlby (1979) gli uomini hanno due modelli : uno ambientale che ci informa sulle cose del mondo e
uno orgasmico che ci informa su noi stessi in relazione al mondo. Portiamo in noi una mappa di noi stessi,
degli altri, e della relazione io-altro, costruita a partire dalle esperienze e che viene influenzata dal bisogno
di difendersi da sentimenti dolorosi.
Il Modello Operativo Interno deriva quindi dalle esperienze di attaccamento precoce. Un bambino vissuto
in una famiglia con figure genitoriali disponibili e affettuose interiorizzerà un Modello Operativo Interno
sicuro. Questo gli da la sicurezza, perlopiù inconscia, che tutte le volte in cui potrà trovarsi in difficoltà, e in
qualsiasi luogo, vi saranno sempre a disposizione persone fidate che gli verranno in aiuto.
I bambini che, al contrario , hanno sperimentato relazioni connotate da indisponibilità, discontinuità o che
hanno avuto figure incapaci di fornire cura e protezione si sentiranno soli e rifiutati; pertanto, reagiranno
evitando il mondo o opponendosi.
Queste idee hanno ottenuto sostegno grazie alla ricerca di MARY AINSWORTH: lei ha ideato la STRANGE
SITUATION, ovvero una procedura concepita per identificare le differenze individuali negli stili di
attaccamento mediante l’osservazione diretta delle interazioni tra genitore-figlio.
Gli psicologi osservano le reazioni dei bambini all’allontanamento (separazione) e al ritorno (riuonione)
della madre o di un caregiver all’interno di un contesto sperimentale strutturato. I bambini sono stati
classificati in base al tipo di attaccamento:
ATTACCAMENTO SICURO: erano sensibili all’allontanamento della madre, felici di rivederla, si
facevano consolare e tornavano a giocare.
ATTACCAMENTO INSICURO-EVITANTE: poco sensibili all’allontanamento della madre , al suo ritorno
la evitavano.
ATTACCAMENTO ANSIOSO-AMBIVALENTE: difficoltà a separarsi dalla madre e a riunirsi a lei dopo il
suo ritorno ( volevano andare in braccio ma non essere abbracciati).
2. FRALEY E SHAVER: ‘ il comportamento delle coppie in una fase di separazione temporanea è stato
osservato in un aereoporto’
- compilare un questionario su com’e viaggiare separati
- si guardavano i comportamenti:
COLORO CHE RICERCANO IL CONTATTO- si baciano, si guardano dall’oblò
COLORO CHE MANTENGONO IL CONTATTO- si abbracciano come a non voler far andare via
GLI EVITANTI- evitano lo sguardo e il contatto
I RESISTENTI-desiderano essere abbracciati, ma resistono al contatto, e si infastidiscono
SONO COMPORTAMENTI CHE RISPECCHIANO I PRECOCI STILI DI ATTACCAMENTO.
LA VALUTAZIONE CRITICA
L’OSSERVAZIONE SCIENTIFICA: LA BANCA DEI DATI
La scelta di Freud di affidarsi esclusivamente alla tecnica delle libere associazioni assolutamente negativa:
- non è eterogenea: i soggetti era un gruppo circoscritto di persone con una buona formazione, che
vivevano in una particolare realtà urbana non si può generalizzare
-non vi è garanzia di oggettività dei dati: colui che raccoglie i dati è la stessa persona che elabora la teoria,
potrebbe trovare con forza prove a favore della sua teoria;
-fondamento inadeguato per una teoria scientifica.
LA TEORIA SISTEMATICA?
La teoria non deve essere un assemblaggio di affermazioni sugli individui, al contrario , le idee devono
essere collegate l’una all’altra in modo logico e coerente.
Freud qui ha raggiunto risultati eccellenti: aspetti della teoria diversi tra loro sono interrelati in modo
eccezionalmente coerente.
LA TEORIA: COMPRENSIVA?
<il teorico si concentra su tutti gli aspetti della personalità o solo su quelli che sono più facili da dimostrare
con la sua teoria?
E’ straordinariamente comprensiva. Freud ha preso in esame tanti argomenti: ha fornito la più comprensiva
tra tutte le maggiori teorie della personalità.
LE APPLICAZIONI
Rappresentano il punto di forza della teoria psicoanalitica, non deve sorprenderci perché la psicoanalisi era
in principio UN’APPLICAZIONE: freud ha iniziato il suo lavoro con la CURA DELL’ISTERIA, e solo
successivamente ha elaborato una teoria generale. Freud si è da sempre impegnato per cercare
applicazioni valide della teoria che fossero in grado di MIGLIORARE LA VITA DELLE PERSONE.
MOLTI HANNO PRESO IN ESAME L’EFFICACIA DELLA TERAPIA PSICOANALITICA NEGLI ANNI SUCCESSIVI: la
psicoanalisi funziona, sortisce effetti positivi sulle persone; anche se c’è da dire che altri trattamenti hanno
cmq effetti positivi e questa è una sorta di sconfitta per la psicoanalisi.
CONTRIBUTI.
-Ha parlato di fenonemi che erano stati trascurati in precedenza
- ha elaborato una teoria complessa, che rende la complessità dello sviluppo umano e dell’individualità:
freud ha fornito una teoria che è in grado di spiegare in modo giusto o sbagliato quasi tutti gli aspetti del
comportamento umano.
CAPITOLO 5
UNA TEORIA FENOMENOLOGICA: CARLO ROGERS E LA TEORIA DELLA PERSONALITA’ CENTRATA SULLA
PERSONA.
Il lavoro di ROGERS può essere definito TEORIA FENOMENOLOGICA, una teoria che mette in risalto
l’esperienza soggettiva che l’individuo fa del proprio mondo e del proprio sè, quindi la sua ESPERIENZA
FENOMENOLOGICA. Per definire questa teoria si può fare ricorso anche al termine UMANISTICA, infatti il
lavoro di Rogers è parte del movimento psicologico umanistico la cui caratteristica di base consiste
nell’enfatizzare il potenziale di crescita che è presente nelle persone. Quindi in conclusione è:
UNA TEORIA DEL SE’ UMANISTICA E FENOMELOGICA.
I SENTIMENTI DI AUTENTICITA’.
Gli individui sono soggetti a una forma di malessere psicologico: un sentimento di alienazione, di
separazione dal proprio sé autentico. La sensazione che quello che si fa quotidianamente, non rispecchia il
proprio sé. Perché emergono questi sentimenti? Perché noi tutti abbiamo bisogno dell’approvazione degli
altri , e diciamo a noi stessi che I LORO DESIDERI SONO ANCHE I NOSTRI, anche se in realtà non è così:
una persona cerca di convincersi che sia una buona scelta fare ingegneria, come insegnano i genitori, anche
se vorrebbe fare psicologia e quindi SCEGLIERE INDIPENDENTEMENTE DAL DESIDERIO ALTRUI,
DALL’APPROVAZIONE ALTRUI.
Quando ciò accade l’inidividuo si mette su una strada che più tardi gli farà dire ‘non conosco veramente me
stesso’ e ignora le reazioni sensoriali e viscerali.
CASO DI UN PAZIENTE: ‘Ho sempre cercato di essere la persona che gli altri pensavano che dovessi essere,
ma ora mi chiedo se io non debba prendere nota del fatto che sono quello che sono’.
Secondo Rogers, le reazioni VISCERALI, ISTINTIVE, SENSORIALI, non devono essere ignorate o trattate dal
punto di vista psicoanalitico come qualcosa che deve essere domato dall’Io e dal Super-io, sono piuttosto
UNA FONTE DI SAGGEZZA: l’individuo che sperimenta apertamente le sue emozioni, TUTTE LE SUE
EMOZIONI, CHE LE ACCETTA, LE INTEGRA E LE VIVE, è psicologicamente equilibrato.
BOX. APPLICAZIONI ATTUALI: IL SENSO DI SE’ E’ UNA PREORGATIVA ESCLUSIVAMENTE UMANA? PAG.199
LA TECNICA Q-SORT- una volta riconosciuto il concetto di sé come centrale nella personalità di una persona,
è necessario sviluppare un modo oggettivo per misurarlo. Rogers ha utilizzato la tecnica Q-SORT elaborata
da STEPHENSON.
Lo psicologo consegna al paziente una serie di carte ognuna contenente un’affermazione che descrive una
caratteristica della personalità: “fa amicizia facilmente”, “si arrabbia poco”, ecc.
Viene chiesto poi al soggetto di disporre le carte a partire da quelle che ritiene più descrittive della sua
personalità, fino a quello meno descrittive della sua personalità, seguendo una scala del tipo “più rappr.
Della mia perso.” \ “meno rappr. Della mia pers.”
Sono due le caratteristiche di questa tecnica:
1. Raggiunge un bel compromesso tra le misure fisse e flessibili: la misura è fissa perché a tutti i soggetti
vengono consegnate le stesse carte; e flessibile perché i soggetti indicano a proprio piacimento ciò che più
li rappresenta NON E’ PERO’ COMPLETAMENTE FLESSIBILE, LE PERSONE DEVONO USARE AFFERMAZIONI
FORNITE DALLO SPERIMENTATORE, NON AUTODESCRIZIONI, E DEVONO ORDINARE LE AFFERMAZIONI
SECONDO UN CRITERIO STABILITO DALLO SPERIMENTATORE, NON COME VOGLIONO.
2. Può essere somministrata più volte, sia per valutare il sé attuale che il sé ideale: confrontando queste
due misurazioni si ottiene una misura quantitativa della differenza tra i due aspetti del sé; ueste
discrepanze sono importanti per la psicopatologia e per il cambiamento terapeutico.
IL DIFFERENZIALE SEMANTICO (misura degli atteggiamenti e del significato dei concetti)- il soggetto deve
classificare un concetto( ad esempio il sé) attribuendogli un punteggio da 1 a 7 in riferimento ad alcune
scale definite da una polarità di aggettivi (buono-cattivo\ forte-debole..); in questo modo il soggetto ritiene
che un aggettivo sia molto o poco descrittivo del concetto.
Questo test, al pari del q-sort, NON E’ DEL TUTTO FLESSIBILE.
UN CASO DI PERSONALITA’ MULTIPLA: “I 3 VOLTI DI EVA” (THIGPEN E CLECKLEY)
Eva aveva 3 personalità ognuna delle quali alternandosi rapidamente con le altre, poteva presentarsi
momentaneamente come prevalente ..le tre personalità presero il nome di EVA BIANCA , EVA NERA E JANE.
Le descrizioni delle personalità sono state prese grazie al differenziale semantico.
BOX : LA CONGRUENZA DEL SE’ IDEALE-NEI DUE SESSI IL SE’ IDEALE RIMANE COSTANTE NEL CORSO DEL
TEMPO? PAG. 202
IL PROCESSO.
Rogers, a differenza di Freud, non presenta un modello altamente elaborato della struttura della
personalità. EGLI PROPONE UN MODELLO SEMPLICE CHE METTE IN LUCE QUELLA CHE SEONCDO ROGERS E’
LA STRUTTURA CENTRALE DELLA PERSONALITA’ :IL SE’. Anche il processo è altrettanto semplice.
-L’AUTOREALIZZAZIONE.
Egli riteneva un concetto fondamentale nella psicologia della persona, il fatto che l’individuo abbia una
tendenza PROGRESSIVA, VERSO LA CRSCITA, che chiamò AUTOREALIZZAZIONE.
ROGERS PARAGONA LA VITA AD “UN’ALGA DAL FUTO SNELLO”: un’alga che si trova in riva all’oceano, che
non si fa abbattere dal mare, resta sempre in piedi, ed anzi continua a crescere! E’ tenace, resistente,
flessibile, si migliora, capace di vivere in un ambiente ostile, si adatta, sopravvive.. in quest’alga si vede
tutta la PERSISTENZA DELLA VITA!
-Rogers non ha mai costruito uno strumento di misura dell’autorealizzazione, altri studiosi invece si.
un esempio è la SCALA A 15 ITEM, che misura la capacità di agire in modo indipendente , l’accettazione o la
stima di sé, della propria vita emotiva e la fiducia nelle relazioni interpersonali ( con un VERO O FALSO).
-RYFF : ha proposto una concezione della saluta mentale che dipende da un’ottimale crescita personale,
una crescita che include l’accettazione di sé, relazioni positive con gli altri, autonomia, presenza di scopi
nella vita; tutti concetti vicini alla autorealizzazione di ROGERS.
Ryff propone una SCALA DI CRSCITA PERSONALE 8PERSONAL GROWTH SCALE), che è un questionario.
BOX : UNA CONCEZIONE DI SE’ COERENTE O VARIABILE : QUAL’E MIGLIORE? PAG. 207
LA CRESCITA E LO SVILUPPO
Rogers lavorò a lungo con i bambini , ma per lui lo sviluppo non è limitato ai primi anni della vita, come
aveva ipotizzato Freud. Gli individui tendono all’autorealizzazione nel corso della loro vita e sperimentano
negli anni sempre maggiore complessità, autonomia, socializzazione, maturità.
I fattori evolutivi quali sono?
-INTERAZIONE GENITORE-FIGLIO: i genitori forniscono un ambiente ottimale per la crescita psicologica e
secondo Rogi l’ambiente ottimale\ideale è quello che fornisce la considerazione positiva incondizionata;
-STRUTTURE PSICLOGICHE INTERNE: gli individui sperimentano la congruenza tra il sé e l’esperienza
quotidiana o distorcano gli aspetti della propria esperienza per ottenere la considerazione degli altri e
mantenere un concetto di sé coerente.
INOLTRE, lo sviluppo sano del sé avviene in un’atmosfera in cui il bambino possa sperimentarsi pienamente,
possa provare tutta la gamma di emozioni che lo contraddistingue, accettare se stesso ed essere accettato
dai genitori , anche quando questi disapprovano il suo comportamento, quindi al di fuori di CONDIZIONI DI
VALORE.
LE RICERCHE SULLE RELAZIONI GENITORE-BAMBINO.
Moltissime ricerche dimostrano che :
-GENITORI TOLLERANTI E DEMOCRATICI: favoriscono la crescita dei figli in modo positivo sviluppo
intellettuale accelerato, originalità, sicurezza emotiva, controllo ;
-GENITORI RIFUTANTI E AUTORITARI: favoriscono la crescita dei figli in modo negativo instabili, ribelli,
aggressivi, litigiosi
Ancora più decisivo è il modo in cui il bambino percepisce la VALUTAZIONE DEI GENITORI:
-SE SENTE CHE LA VALUTAZIONE E’ POSITIVA: trovare piacere nel proprio corpo e nel proprio sé;
- SE SENTE CHE LA VALUTAZIONE E’ NEGATIVA: insicuro e non trova piacere nel proprio corpo e nel proprio
sé.
IL MODO IN CUI I GENITORI VALUTANO I PROPRI FIGLI, RIFLETTE IL LORO LIVELLO DI ACCETTAZIONE: una
madre che si accetta, tende ad accettare il proprio figlio.
Nella ricerca un campione di bambini è stato sottoposto ad una misura dell’autostima basata sul self-
report. Con questo studio Cooper ha fornito prove sulla questione dell’origine dell’autostima: il grado di
istruzione, il benessere, non erano collegati con i punteggi di autostima dei bambini. Al contrario,
l’autostima era collegata alle relazioni interpersonali nell’ambiente familiare e in quello circostante. I
bambini costruivano la propria immagine di sé e un giudizio sul proprio sé , utilizzando le opinioni di se
stessi espresse dagli altri. Quali atteggiamenti\ comportamenti dei genitori sono apparsi importanti nella
formazione dell’autostima?
-IL LIVELLO DI ACCETTAZIONE, L’INTERESSE, L’AFFETTO, IL CALORE ESPRESSI DAI GENITORI NEI CONFRONTI
DEL BAMBINO;
-PERMESSIVITA’-PUNIZIONE: i genitori pongono richieste chiare e con tono rispettoso, se i bambini
rispettano hanno una ricompensa;
-DEMOCRAZIA-DITTATORIALITA’: non coercitivi, rispettano la parola del bambini , anche se loro impogono
cmq delle regole.
Nonostante queste ricerche, alcuni psicologi ritengono che il termine AUTOSTIMA sia stato definito in
modo troppo globale: la maggior parte degli individui si valuta positivamente in alcuni contesti ed in altri
negativamente! Altri psicologi invece sostengono questa concettualizzazione di un AUTOSTIMA GLOBALE.
CAPITOLO 6
LA TEORIA FENOMENOLOGICA DI ROGERS: LE APPLICAZIONI, LE CONCEZIONI TEORICHE AFFINI E GLI
SVILUPPI RECENTI DELLA RICERCA.
LE APPLICAZIONI CLINICHE
Il pensiero di Rogers può essere compreso in opposizione a quello di Freud: Freud trattava i clienti come
pazienti, in questo caso l’individuo era una persona con problemi che dovevano essere diagnosticati e
curati; Rogers invece non li tratta come pazienti, non diagnostica e cura, ma mette in risalto il potere
curativo del cliente, in quanto il cliente possiede secondo rogi una pulsione innata verso la salute
psicologica.
LA PSICOPATOLOGIA
LA DISCREPANZA TRA IL SE’ E L’ESPERIENZA
Qual è l’origine del disagio psicologico?
Se la persona faccia o meno esperienza di una congruenza tra il sé e l’esperienza: DISCREPANZA TRA IL SE’ E
L’ESPERIENZA.
Rogers non faceva distinzioni sui tipi di patologia, tuttavia ha individuato alcune distinzioni tra le forme di
COMPORTAMENTO DIFENSIVO, che viene assunto nel momento in cui si percepisce una discrepanza:
-RAZIONALIZZAZIONE: la persona distorce un comportamento in modo da renderlo congruente con il sé (se
una persona convinta di non sbagliare mai, fa un errore, può razionalizzare l’accaduto incolpando
dell’errore un’altra persona);
-FANTASIA
-PROIEZIONE: un individuo esprime un bisogno ma in una forma tale da negarne la consapevolezza e da
considerare il comportamento congruente con il sé (una persona il sui concetto di sé non consente ‘cattivi’
pensieri di natura sessuale può convincersi che siano gli altri a indurgli tali pensieri);
TUTTO SIMILE A FREUD, MA ROGERS CREDE CHE LA FUNZIONE DI QUESTI COMPORTAMENTI DIFENSIVI
SIA GESTIRE UN’INCONGRUENZA TRA IL SE’ E L’ESPERIENZA ATTRAVERSO LA NEGAZIONE ALLA
CONSAPEVOLEZZA O LA DISTORSIONE PERCETTIVA.
IL CAMBIAMENTO PSICOLOGICO
Il principale focus professionale di Rogers, non è la teorizzazione, la creazione di una teoria, quanto IL
PROCESSO PSICOTERAPEUTICO; si impegnò per capire come si realizza il cambiamento psicologico.
A tal proposito, Rogers ha descritto tipi di circostanze o di eventi che dovevano verificarsi nella relazione tra
cliente e terapeuta affinchè avvenisse il cambiamento.
LE CONDIZIONI TERAPEUTICHE NECESSARIE PER IL CAMBIAMENTO.
Nei suoi primi lavori Rogers enfatizzò la tecnica dell’uso dello ‘specchio’ ; in questo approccio NON
DIRETTIVO i terapeuti non guidano il flusso di degli eventi in terapia, ma riassumono al cliente ciò che il
cliente stesso dice: in questo modo il cliente si sente compreso.
Poiché alcuni terapeuti non direttivi venivano percepiti come passivi e disinteressati, Rogers mise in risalto
la FIGURA DEL TERAPEUTA CENTRATA SUL CLIENTE: in questa TERAPIA CENTRATA SUL CLIENTE, il terapeuta
svolge un ruolo più attivo.
Rogers trovò fondamentale in questa terapia l’incontro che si sviluppa tra terapeuta e cliente, ciò che
chiama CLIMA TERAPEUTICO, e ne descrisse quello ideale sulla base di una seria di condizioni, 3 delle quali
fondamentali affinchè avvenisse il cambiamento psicologico:
1. CONGRUENZA E SPONTANEITA’: il terapeuta spontaneo è se stesso, non presenta una facciata scientifica
o medica, ma è aperto e trasparente. Egli condivide sinceramente con il cliente i suoi sentimenti , anche se
tali sentimenti sono negativi. IL CLIENTE QUINDI FA ESPERIENZA DI UNA RELAZIONE INTERPERSONALE
AUTENTICA CON IL TERAPEUTA, E NON VIVE LA RELAZIONE FORMALE E RIGIDA CLASSICA;
2.CONSIDERAZIONE POSITIVA INCODIZIONATA: il terapeuta comunica un interesse sincero e profondo nei
confronti del cliente come PERSONA. Ciò permette al cliente di esplorare il proprio sé con FIDUCIA;
3.COMPRENSIONE EMPATICA: abilità del terapeuta di percepire le esperienze del cliente proprio come
vengono da lui sperimentate. Attraverso l’ascolto, il terapeuta si sforza di comprendere il significato e il
vissuto soggettivo degli eventi sperimentati dal cliente , e di far percepire al cliente che questi sono
COMPRESI EMPATICAMENTE DAL TERAPEUTA.
BOX: IL SE’ IDEALE E IL SE’ TEMUTO: ASPETTI MOTIVAZIONALI DEL SE’? PAG. 226
LA PRESENZA
Alle classiche condizioni necessarie affinchè avvenga un cambiamento psicologico, è stata aggiunta, negli
anni successivi, un’altra nozione quella di PRESENZA.
Rogers suppone che la sua sola presenza durante le sedute sembra essere CURATIVA: le esperienze
interpersonali tra il cliente ed il terapeuta sembrano andare “oltre le parole e la logica” , lo spirito del
terapeuta sembra toccare quasi lo spirito del paziente, è come se anche il terapeuta facesse esperienza del
suo sé . INCONTRI INTUITIVI, QUASI SPIRITUALI, MA CHE RISULTANO ESSERE FUNZIONALI AL
MIGLIORAMENTO DEL TERAPEUTA.
La nozione di “presenza” però ha ricevuto scarsa attenzione da un punto di vista scientifico ; eppure è
sostenuto da altre culture come i TIBETANI i quali definiscono il loro leader sociale e politico il DALAI LAMA-
KUNDUN che in tibetano vuol dire ‘presenza’, termine che ha lo stesso significato di quello di Rogers, quindi
IL POTENTE SENSO DI CONNESSIONE INTERPERSONALE CREATO DALL’ECCEZIONALE CONSAPEVOLEZZA E
APERTURA EMOTIVA DEL LORO LEADER SPIRITUALE.
L’EVOLUZIONE DEL PENSIERO DI ROGERS: DALL’ENFASI SUGLI INDIVIDUI ALL’ATTENZIONE PER I GRUPPI E
LA SOCIETA’.
Andando avanti con la sua carriera, Rogers cambiò punti di vista, prospettive, per quanto riguarda alcuni
aspetti della sua teoria e del suo lavoro terapeutico:
1. All’inizio della pratica clinica , Rogi combinava la sensibilità clinica con il rigore scientifico.
In seguito, comprese che i risultati degli studi scientifici erano minimi rispetto agli approfondimenti ottenuti
attraverso il lavoro clinico, per cui si mostrò sempre più propenso a basarsi quasi esclusivamente sui propri
studi di base fenomenologica.
2. Il passaggio da una terapia INDIVIDUALE a una terapia DI GRUPPO.
Nella sua opera ‘I GRUPPI DI INCONTRO’ afferma che i piccoli gruppi intensivi rappresentano setting più
efficaci per il cambiamento psicologico. Di particolare interesse per Rorgi erano i GRUPPI SUL RAPPORTO DI
COPPIA all’interno del matrimonio e sulle alternative al matrimonio, in cui lui sottolineava l’importanza
dell’apertura, dell’onestà , della condivisione, del movimento verso la consapevolezza dei sentimenti intimi.
Egli inoltre, si occupò anche di amministrazione pubblica, minoranze, relazioni interrazziali, interculturali,
internazionali.
Un risvolto negativo di questo cambiamento è che ha offerto sempre meno contributi all’argomento per
noi di maggior interesse: lo studi della personalità dell’individuo
IL CASO DI JIM
MASLOW.
Uno dei principali teorici del movimento del potenziale umano.
Anche lui, come Rogi, enfatizzò gli ASPETTI POSITIVI DELL’ESPERIENZA UMANA.
Propose l’idea secondo cui le persone sono fondamentalmente buone o neutrali piuttosto che cattive: in
ognuno esiste un impulso verso la crescita e la realizzazione del proprio potenziale.
La PSICOPATOLOGIA deriva dalla distorsione e dalla frustrazione di questa natura dell’uomo: questa
frustrazione probabilmente, secondo Maslow, deriva dalle STRUTTURE SOCIALI che ostacolano l’individuo
nella realizzazione del proprio potenziale; LE PERSONE SONO LIMITATE ED INBITE DALL’AMBIENTE.
Malsow di conseguenza afferma che le cose possono migliorare se le PERSONE SONO LIBERE DI ESPRIMERSI
E DI ESSERE SE STESSE.
-Le idee di Maslow cmq sono importanti per 2 aspetti, oltre che per la prospettiva generale appena citata:
1. Visione della motivazione umana che distingue tra BISOGNI UMANI come la fame, il sonno , la sete, e i
BISOGNI PSICOLOGICI come l’autostima, l’affetto, il senso di appartenenza.
Una persona non può sopravvivere come organismo biologico senza acqua o cibo; allo stesso modo non
può svilupparsi come organismo psicologico senza la soddisfazione di altri bisogni.
E’ POSSIBILE ORDINARE QUESTI BISOGNI IN UNA GERARCHIA A PARTIRE DAI BISOGNI FISIOLOGICI
PRIMARI FINO AI BISOGNI PSICOLOGICI PIU’ IMPORTANTI.
Autorelizzazione
Stima
Appartenenza
Sicurezza
Fisiologico
2. Studio intensivo degli individui sani , soddisfatti e realizzati.
Era convinto che fosse necessario non circoscrivere gli studi sulla personalità al funzionamento della
personalità normale o alla psicopatologia . Lo psicologo dovrebbe ,secondo Maslow ,prendere in
considerazione le persone ‘anormali’ , eccezionalmente positive , con un funzionamento elevato, realizzate.
CHI SONO QUESTE PERSONE?
Maslow cita personaggi storici: Einstein, Lincoln, Roosevelt, Nelson Mandela, Madre Teresa;
le caratteristiche di queste persone , sono una buona base per gli studi del potenziale umano: accettano se
stesse e gli altri per quello che sono, possono essere preoccupate per se stesse ma anche capaci di
riconoscere i bisogni e i desideri degli altri, possono creare relazioni intime, sono spontanee, creative,
resitono al conformismo, si fanno valere pur rispondendo alle richieste della realtà.
MASLOW SOSTIENE CHE OGNUNO DI NOI HA LE CAPACITA’ POTENZIALI DI MUOVERSI IN DIREZIONE DI
QUESTE QUALITA’.
IL FLOW
Un ulteriore studio nell’ambito della psicologia positiva è costituita dal lavoro di MIHALY CSIKSZENTMIHALY
relativa al concetto di FLOW.
Il flow descrive una caratteristica dell’esperienza conscia, si riferisce in particolare a stati di coscienza
positivi con le seguenti caratteristiche: percezione di corrispondenza tra le abilità personali e le sfide
dell’ambiente , un livello elevato di attenzione focalizzata, il coinvolgimento in un’attività tale per cui il
tempo sembra scorrere e i pensieri non rilevanti e le distrazioni esclusi dalla coscienza , un senso di piacere
in una data attività, una temporanea perdita di autoconsapevolezza.
Le esperienze di flow possono verificarsi in attività come il LAVORO, HOBBY, SPORT, DANZA, INTERAZIONI
SOCIALI: sembra di fluire, si è calmi ed eccitati allo stesso tempo, si desidera che l’attività vada avnti
all’infinito.
Questi studi da parte di MIHALY, iniziarono quando , durante la seconda guerra mondiale, si trovò ad
osservare come da un lato ci fossero persone che davano il meglio di sé e dall’altro individui che avevano
perso ogni dignità.
L’ESISTENZIALISMO.
Rogers costruisce la sua teoria basandosi sulle idee di un movimento filosofico che lo ha preceduto:
l’esistenzialismo.
L’esistenzialismo è una particolare forma di filosofia ‘psicologica’, prende in considerazione la natura
dell’esperienza umana senza però creare imponenti teorie astratte. Gli esistenzialisti enfatizzano gli stessi
temi che sono diventati fondamentali per Rogi: libertà, scelta, autenticità, alienazione.
Le idee degli esistenzialisti hanno trovato espressione in 3 domini della vita intellettuale:
-LETTERATURA E I PRODOTTI ARTISTICI: DOSTOEVSKIJ autore russo, esplora le tematiche della libertà, del
determinismo, della responsabilità, e l’angoscia interiore che può emergere quando l’individuo riflette su
queste tematiche e sulla propria collocazione nel mondo.
-FILOSOFIA: KIERKEGAARD , filoso danese, era critico nei confronti dei sistemi filosofi elaborati
precedentemente che si focalizzavano sui sistemi sociali e culturali e poco sugli individui.
Egli pensava che ciò che serviva era una FILOSOFIA DELL’INDIVIDUO, DELLE SUE EMOZIONI, DELLE SUE
PASSIONI, DELLA FACOLTA’ DEL LIBERO ARBITRIO La sua filosofia prese il nome di FILOSOFIA
DELL’ESISTENZA o ESISTENZIALISMO.
Kierkegaard , come Rogers, era interessato a svelare le fonti del disagio psicologico nell’uomo;
reputava che la DISPERAZIONE fosse comune a tutti gli esseri umani, distinguendo addirittura differenti
forme di disperazione:
-i sentimenti che derivano dalla convinzione di essere diversi dal proprio sé autentico ( essere estraneo a se
stesso);
- quelli che derivano dall’idea di non riuscire a realizzare il proprio potenziale (la propria vita è una perdita
di tempo);
-quelli che derivano dal domandarsi se si è realmente un ‘sé’ duraturo con una vita ricca di significato e
futuro (pensieri che affiorano quando si pensa alla fragilità della vita e all’inevitabilità della morte)
TROVIAMO PERO’ UN TONO PIU’ CUPO RISPETTO A QUELLO UTILIZZATO DA ROGERS: ci sono tematiche
come la consapevolezza l’inevitabilità della morte, la disperazione, l’alienazione.
Ciò che tra le idee di Rogers riflette di più il pensiero di Kirki è il tema della solitudine: ‘ una persona si sente
sola quando , dopo aver in parte lasciato cadere il proprio guscio esteriore, l’aspetto che ha mostrato nel
suo incontro con il mondo, percepisce con certezza il fatto che nessuno può capire, accettare, o curarsi
della parte del suo sé interiore che è venuta alla luce’.
-PSICOLOGIA: VIKTOR FRANKL, psicologo clinico che studia la condizione umana. Il suo interesse è verso gli
sforzi che le persone compiono per trovare un significato alla vita, un interesse che nasce dalla sua
esperienza personale. Egli stesso dovette cercare un senso alla vita quando venne rinchiuso in un campo di
concentramento durante la seconda guerra mondiale.
Egli disse che LA VOLONTA’ DI TROVARE UN SIGNIFICATO E’ UN FENOMENO TIPICAMENTE UMANO (nessun
animale si preoccupa della propria esistenza) e la frustrazione esistenziale, la nevrosi esistenziale, implicano
l’insoddisfazione e l’impossibilità di saziare il desiderio di trovare un significato. Il trattamento per una tale
condizione, la LOGOTERAPIA (basato sul dialogo e sul ragionamento con il paziente, che viene così aiutato a
ritrovare fiducia in sé stesso), consiste nell’aiutare i pazienti a diventare ciò che sono in grado di diventare ,
aiutandoli a realizzare e ad accettare le sfide e le opportunità che si trovano di fronte. SI PONE COME
OBIETTIVOLA RISCOPERTA DEL SIGNIFICATO (LOGOS) DELL’ESISTENZA DELL’ESSERE UMANO.
* SE SI MANIPOLA IL GRADO A CUI LE PERSONE PENSANO ALLA MORTE, se le persone vengono indotte a
pensare alla morte, si dovrebbe manifestare un bisogno di difendere i propri valori culturali più forte del
solito.
-STUDIO IN GERMANIA (JONAS E GREENBERG): a favore o meno della riunificazione politica della germania
orientale e occidentale. Chi era a favore della riunificazione, dava maggiore rilevanza alla morte , per cui i
pensieri relativi alla morte influenzano la forza dei valori culturali delle persone.
PHILIPS E SILVIA, in alcune ricerche, hanno visto che un fattore importante è il GRADO DI CONSAPEVOLEZZA
DELLE DISCREPANZE relative al proprio sé, che influenza l’esperienza emotiva in maniera più decisa.
I due studiosi utilizzano uno SPECCHIO: guardare la propria immagine allo specchio ha l’effetto di dirigere
l’attenzione su di sé.
Alcune persone erano sedute di fronte allo specchio (riflettendo quindi sul proprio sé) ed erano tenute a
completare misure del concetto di sé e dell’esperienza emotiva; altri soggetti non erano seduti di fronte
allo specchio ma dovevano cmq completare le misure. Si è visto che le discrepanze del sé erano più legate
all’esperienza emotiva nella condizione di autoconsapevolezza ( quando si pensa al proprio sé), quando le
persone erano poste di fronte allo specchio.
RICERCA CROKER E COLLEGHI: la fluttuazione dell’autostima negli studenti universitari che hanno
ricevuto una risposta positiva o una risposta negativa alla domanda di iscrizione a una scuola di
specializzazione.
L’AUTOSTIMA AVREBBE FATTO REGISTRARE UNA FLUTTUAZIONE IN CONSEGUENZA DELL’ESSERE STATI
RIFIUTATI O ACCETTATI, MA SOLTANTO TRA GLI STUDENTI PER I QUALI IL SUCCESSO ACCADEMICO
RAPPRESENTAVA UN’IMPORTANTE CONTINGENZA DI VALORE DEL SE’.
LA VALUTAZIONE CRITICA.
L’OSSERVAZIONE SCIENTIFICA: LA BANCA DATI.
Per molti aspetti, le osservazioni scientifiche su cui Rogers ha basato le sue teorie sono davvero degne di
ammirazione. Rogers era, ben più di Freud, sensibile al fatto che le osservazioni scientifiche dovessero
essere OGGETTIVE.
Cosa fanno Rogers e colleghi per garantire l’obiettività dei dati ed eliminare qualsiasi bias personale dal
processo di raccolta dati?
Tecnica Q-Sort, registrazioni e pubblicazioni delle trascrizioni delle sedute terapeutiche, così i resoconti
clinici di Rogers potevano essere verificati da osservatori esterni.
Altre caratteristiche delle osservazioni scientifiche sembrano LIMITATE:
-si basano su self-report espliciti, spesso le persone non riescono ad esprime a parole o non vogliono
esprime a parole alcuni aspetti della propria personalità. Per ovviare questo problema, si sono adottate
misure implicite del concetto di sé come gli indici della velocità con cui le persone reagiscono a certe parole
o idee collegate al concetto di sé.
-Il limite appena esposto implica che l’approccio fenomenologico può escludere dall’indagine i processi
psicologici fondamentali che avvengono al di fuori dell’esperienza conscia. ROGERS ERA CONSAPEVOLE DI
TALE PROBLEMA: LUI DICEVA CHE IL SUO APPROCCIO ERA IMPORTANTE PER LA PSICOLOGIA, MA NON ERA
L’UNICO DI CUI AVEVA BISOGNO, NON E’ L’UNICO VALIDO.
-mancanza di diversità culturale; Rogers ha dedicato scarsa attenzione alla possibilità di varianti culturali
relative alla natura del concetto di sé.
Le sue teorie possono essere compromesse dai limiti nella banca dati su cui fondano.
LA TEORIA: SISTEMATICA?
Quando Rogers si occupava della trattazione del processo terapeutico, il suo lavoro era carente di
sistematicità; ma quando passò alla stesura di una teoria formale della personalità, il suo lavoro è diventato
di gran lunga più sistematico: i diversi elementi della teoria risultano BEN ITEGRATI, sono tutti interrelati.
Il LIMITE della teorizzazione sistematica di Rogi , è proprio nell’aver dedicato poche energie alla
presentazione di una teoria sistematica: lui stesso ha riconosciuto che il proprio lavoro teorico non era
adeguatamente sviluppato.
Ha fornito una teoria sistematica, eppure meno sistematica di quelle formulate da altri.
LA TEORIA: COMPRENSIVA?
A differenza della teoria estremamente comprensiva di Freud, quella di Rogi non è comprensiva: egli ha
dedicato le sue energie a sviluppare terapie di gruppo e individuali, invece di focalizzarsi sulla teoria di base.
Inoltre trattando le persone come esseri sociali, si dimentica di trattarli anche come esseri biologici: non
tutto è causato da come percepiamo noi stessi, ma anche da malesseri fisici che influenzano il nostro
umore.
LE APPLICAZIONI E I CONTRIBUTI.
Tutti i contributi sono dati dall’innovazione della TERAPIA CENTRATA SUL CLIENTE e dal fatto che Rogi ha
posto attenzione verso aspetti della psicologica umana che erano stati trascurati: concetto di sé.
CAPITOLO 7
LE TEORIE DEI TRATTI DI PERSONALITA’: ALLPORT, EYSENCK E CATTELL.
La teoria dei tratti differisce sia dalla teoria di Rogi, sia da quella di Freud.
Loro hanno messo in risalto la MISURA come caratteristica centrale delle SCIENZE FISICHE, laddove il
progresso scientifico si fonda su misure precise:
-FREUD: il suo lavoro era privo di misurazione scientifica oggettiva; egli si era basato su resoconti di casi
clinici, a carattere interpretativo e soggettivo;
-ROGERS: era stato più attento ai principi di misurazione, eppure alcuni dei suoi principali costrutti teorici
(autorealizzazione) non erano stati sostenuti con strumenti di misurazione.
I teorici dei tratti allora si domandano: QUESTI PRIMI PENSATORI HANNO APPORTATO UN REALE
PROGESSO ALLA RICERCA SCIENTIFICA? La loro risposta è negativa;
i teorici dei tratti propongono un approccio le cui misurazioni degli attributi psicologici fossero altrettanto
oggettive e affidabili di quelle delle scienze fisiche.
IL CONCETTO DI TRATTO.
I tratti di personalità si riferiscono a PATTERN COERENTI ( schemi ricorrenti) dei modi in cui le persone si
comportano, provano emozioni, sentimenti e pensano: es. se per descrivere un individuo usiamo il termine
‘gentile’ , intendiamo di solito che questo individuo tende a comportarsi in modo gentile nel tempo
(settimane, mesi, anni) e in diverse situazioni (amici, famiglia, sconosciuti).
I termini che indicano i tratti hanno DUE CONNOTAZIONI:
1.COERENZA: il tratto descrive una regolarità nel comportamento della persona. La persona sembra
PREDISPOSTA ad agire nel modo descritto dal termine che indica tale tratto, infatti i tratti sono spesso
chiamati DISPOSIZIONI o COSTRUTTI DISPOSIZIONALI.
Ma se un teorico dei tratti utilizza un termine - socievole- per descrivere qualcuno, non significa che la
persona si comporterà SEMPRE così, in tutti i contesti.
Come ha sottolineato DE RAAD, i termini che indicano i tratti si riferiscono a COMPORTAMENTI RELATIVI A
DETERMINATI CONTESTI SOCIALI: il teorico si aspetta dalla persona socievole che sia COERENTEMENTE
SOCIEVOLE in contesti sociali che implicano la presenza di altre persone e nei quali il comportamento
socievole è consentito dalle norme sociali. Non vi è certamente l’aspettativa che la persona sia socievole
verso oggetti o quando gli viene detto da figure autoritarie di non comportarsi in questo modo.
2.PECULIARITA’ : il teorico dei tratti si interessa alle caratteristiche psicologiche che esprimono le
DIFFERENZE tra le persone , caratteristiche quindi che rendono una persona PECULIARE ( con qualità
propria, distintivo) rispetto alle altre.
LE TEORIE DEI TRATTI DI PERSONALITA’: PROSPETTIVE FONDAMENTALI CONDIVISE DAI TEORICI DEI TRATTI.
-Una delle affermazioni condivise che definisce globalmente l’approccio dei tratti è che LE PERSONE
POSSIEDONO GENERICHE PREDISPOSIZIONI , DENOMINATE TRATTI, A REAGIRE IN PARTICOLARI MODI.
La personalità, quindi, può essere caratterizzata in termini di una tendenza dell’individuo relativa al
comportarsi, al sentire, al pensare in un determinato modo.
Vi è una DIRETTA CORRISPONDENZA tra le azioni di una persona collegate al tratto e il fatto che la persona
possiede il tratto corrispondente: le persone che si comportano in una maniera più estroversa o
coscienziosa di altri possiedono in misura maggiore (hanno punteggio superiore ) il tratto corrispondente
dell’estroversione o della coscienziosità.
Può sembrare ovvia questa affermazione, ma in realtà è in forte contrasto con la PSICOANALISI:
una persona calma , potrebbe in realtà non avere un livello superiore della caratteristica psicologica della
calma; potrebbe piuttosto essere così ansiosa da reprimere la sua ansia e sostenere di essere invece molto
calmo. La psicoanalisi riconosce che sono possibili RELAZIONI INDIRETTE tra il comportamento manifesto e
le caratteristiche di personalità sottostanti. Al contrario, le teorie dei tratti presumono che il
COMPORTAMENTO MANIFESTO E LE CARATTERISTICHE SOTTOSTANTI SIANO COLLEGATE IN UNA MANIERA
PIU’ DIRETTA.
- Un altro assunto condiviso è che il comportamento e la personalità umana possano avere
UN’ORGANIZZAZIONE GERARCHICA.
Una organizzazione del genere è stata proposta da EYSENCK , egli suggerisce che:
- AL LIVELLO PIU’ SEMPLICE (LIVELLO DELLE REAZIONI SPECIFICHE)- il comportamento può essere
considerato in termini di risposte specifiche;
- AL LIVELLO INTERMEDIO (LIVELLO DELLE REAZIONI ABITUALI)- alcune di queste risposte specifiche sono
collegate tra loro e danno vita ad abitudini più generalizzate;
-AL LIVELLO PIU’ ALTO (LIVELLO DEL TRATTO)- diverse abitudini che tendono a verificarsi insieme formano i
tratti.
Es. una persona che preferisce incontrare persone , generalmente tende a divertirsi ad una festa- questo
suggerisce che queste due abitudini possono essere raggruppate insieme sotto il tratto della
SOCIEVOLEZZA.
- AL LIVELLO MASSIMO: vari tratti possono essere raggruppati insieme a formare quelli che Eysenck chiama
FATTORI SECONDARI E DI ORDINE SUPERIORE o SUPERFATTORI.
L’AUTONOMIA FUNZIONALE.
Egli studia non solo i tratti ma anche i processi motivazionali, ha messo in evidenza l’AUTONOMIA
FUNZIONALE della motivazione umana: benchè le motivazioni degli adulti possano avere origine dalle
motivazioni infantili volte a ridurre la tensione, come aveva suggerito Freud, l’ADULTO SUPERA QUESTE
MOTIVAZIONI ORIGINARIE. Nella vita adulta, le motivazioni diventano indipendenti, autonome;
Il duro lavoro e il raggiungimento dell’eccellenza, ad esempio, possono essere motivati inizialmente dalla
ricerca dell’approvazione da parte dei genitori; ma poi, nell’età adulta, possono diventare finalità
importanti per se stessi, perseguite indipendentemente dal fatto che vengano o meno incoraggiate dagli
altri. L’attività che una volta soddisfaceva qualche bisogno, ora soddisfa l’immagine di sé della persona, non
è più l’infanzia a guidare le scelte, ma la MATURITA’!
Questo ovviamente distingue Allport da Freud: Freud siegava il comportamento adulto solo sulla base delle
pulsioni infantili.
LA RICERCA IDIOGRAFICA.
Utilizza un approccio idiografico perché enfatizza L’UNICITA’ DELL’INDIVIDUO: fa studi approfonditi di
singole persone, ricerca molteplici tratti ENTRO il soggetto , considerati anche un mezzo per ampliare le
conoscenze sulle persone in generale.
Questo approccio è molto diverso da quello di altri teorici che in genere usano un approccio NOMOTETICO:
un gran numero di individui, descritti sulla base di un insieme di tratti universali e comuni.
COMMENTO AD ALLPORT.
-Ha illustrato il concetto di tratto, ma ha svolto poche ricerche per stabilire l’utilità del concetto di tratto.
-Il suo approccio idiografico è stato definito da molti, antiscientifico ( in realtà può essere assolutamente
necessario studiare l’essere umano nel dettaglio per costruire un’adeguata scienza della persona), e non è
stato perseguito dagli altri teorici dei tratti.
COME FUNZIONA?
-Vengono somministrati numerosi item a un gran numero di soggetti :
Alcuni di questi item sono correlati positivamente tra loro.
es. le persone che rispondono in un certo modo alla domanda ‘partecipi spesso a feste scatenate e
chiassose?’ risponderanno allo stesso modo a domande analoghe , come ‘Ti piace passare il tempo in
compagnia di molte persone?’
Altri item sono correlati negativamente tra loro.
es. risposte a ‘ la sera preferisci stare a casa invece di uscire?’ possono essere correlate negativamente alle
due domande precedenti.
Raggruppamenti (cluster) di item possono riflettere l’influenza di un fattore sottostante, di qualcosa che è
responsabile della correlazione tra gli item.
LA TECNICA DELL’ANALISI FATTORIALE, SEMPLIFICA LE INFORMAZIONI CONTENUTE IN UN’AMPIA
TABELLA DI CORRELAZIONI ATTRAVERSO L’IDENTIFICAZIONE DI UN RISTRETTO NUMERO DI FATTORI, IN CUI
OGNI FATTORE RAPPRESENTA UN CLUSTER DI CORRELAZIONI.
-Tanti item;
-Questi item possono essere correlati;
-Tante correlazioni (coppie di item) tra loro formano RAGGRUPPAMENTI O CLUSTER;
-Ogni raggruppamento ha un FATTORE che è responsabile di tutte le correlazioni che si trovano nel gruppo.(
per esempio un fattore potrebbe essere la socievolezza, laddove gli item correlati fossero partecipare a
feste chiassose e stare spesso in compagnia di persone).
I FATTORI SONO PURAMENTE MATEMATICI , tuttavia gli psicologi attribuiscono etichette psicologiche ai
fattori ( socievolezza).
Per la maggior parte dei teorici dei tratti, i fattori che vengono identificati attraverso l’analisi fattoriale ,
rappresentano le STRUTTURE DELLA PERSONALITA’.
*L’uso dell’analisi fattoriale comporta alcuni VANTAGGI :
- in precedenza i teorici si basavano molto sul proprio intuito, intuivano certe strutture della personalità
dallo studio dei casi clinici; ma l’intuizione umana può fallire, per cui i teorici dei tratti usano questa
procedura statistica oggettiva.
- la procedura statistica identifica la COVARIAZIONE (variazione congiunta di due o più variabili) , ma non
risponde al perché certe variabili covariano. E’ il ricercatore a risponde al PERCHE’.
- l’analisi fattoriale è composta da un insieme complesso di tecniche , non da un semplice algoritmo
matematico, e il ricercatore deve scegliere come procedere, quali tecniche usare. Questo è il motivo per cui
diversi ricercatori giungono a differenti fattori, oltre che ad un numero differente di fattori, nelle loro
teorie.
COMMENTO A CATTELL.
Il suo questionario 16 PF è ancora usato oggi, ma nonostante ciò la sua teoria ha avuto scarso impatto
nell’odierna scienza della personalità, questo perché:
- ha formulato un sistema teorico fondato su numerosi fattori, 16: nella pratica è difficile per gli psicologi
tenere conto di un numero così elevato di fattori, non è un approccio economico.
- basa la sua teoria sulla MISURAZIONE: scelta molto azzardata. Il rischio consiste nel fatto che potrebbero
esistere qualità importanti che dovrebbero essere comprese in una teoria ma che non sono state rilevate
dal sistema di misurazione. Ad esempio, le persone hanno una storia di vita alle spalle che non può essere
catturata da un tipo di misurazione numerica, con una tecnica statistica. QUESTO E’ UN GRANDE LIMITE.
Dopo aver individuato queste due dimensioni, Eysenck ha individuato un TERZO SUPERFATTORE:
-PSICOTICISMO: organizza quei tratti di personalità che possiamo catalogare come ‘anormali’, come
aggressività , assenza di empatia, freddezza interpersonale, tendenze antisociali.
IL MODELLO COMPLETO DELLA STRUTTURA DELLA PERSONALITA’ DI EYSENCK QUINDI E’: PSICOTICISMO,
ESTROVERSIONE E NEVROCITISMO (P, E e N).
MISURARE I FATTORI.
E’ necessario a questo punto uno strumento di valutazione per misurare le differenze individuali relative a
P, E e N.
Ha sviluppato alcuni questionari , come il QUESTIONARIO DELLA PERSONALITA’ DI EYSENCK- EYSENCK
PERSONALITY QUESTIONNAIRE, EPQ, che conteneva item di self-report finalizzati a individuare i vari fattori.
In questo questionario, ha anche inserito item ricollegabili a una ‘scala delle false asserzioni’ per individuare
i soggetti che modificano le risposte al fine di fornire una buona immagine di sé (‘ridi mai ad una battuta
spinta?’).
-Eysenck, come Cattell, ha sviluppato un sistema di misurazioni oggettive dei tratti, cioè di misurazioni che
non si basavano sulle valutazioni soggettive fornite nei questionari. Uno di questi test, è il TEST DELLA
GOCCIA DI LIMONE, finalizzato a distinguere gli estroversi dagli introversi: una quantità standard di succo di
limone viene posta sulla lingua del soggetto. Gli introversi e gli estroversi (identificati in base ai questionari)
si distinguono per la quantità di saliva prodotta… ma perché dovrebbe essere così? Perché vi sono
differenze biologiche alla base delle differenze individuali.
COMMENTO A EYSENCK.
-si è mantenuto fedele ai più alti standard della scienza e ha fornito anche diverse prove;
-sempre andato controcorrente;
-ma cmq molti si allontanano dalla sua prospettiva per 4 ragioni:
1. Sono stati proposti modelli alternativi a due o tre dimensioni che meglio si adattano ai dati a disposizione
(es. impulsività-ansia);
2. Le teorie sulle basi biologiche dei tratti ( nevroticismo e psicoticismo) mancano di un sostegno empirico;
3. Le riviste pubblicate hanno isolato il suo lavoro, non facendolo integrare nella tradizione psicologica del
tempo;
4. FORSE SONO NECESSARI PIU’ DI DUE O TRE FATTORI PER DESCRIVERE LA PERSONALITA’ !
CAPITOLO 8.
LA TEORIA DEI TRATTI: IL MODELLO DEI 5 FATTORI. LE APPLICAZIONI E LA VALUTAZIONE DELLE TEORIE DEI
TRATTI DELLA PERSONALITA’.
In ogni area di studi, sono necessarie tassonomie, schemi di classificazione, che guidano la ricerca e
permettono agli studiosi di condividere i risultati.
Organizzare la molteplicità di tratti di personalità in una tassonomia semplice e coerente è stata una delle
principali attività della psicologia della personalità; valutiamo adesso i contributi di tale sforzo: IL MODELLO
DEI 5 FATTORI.
Molti ricercatori credono che le differenze individuali possano essere organizzate in termini di 5
DIMENSIONI, conosciute con il termine BIG FIVE.
Si ricollega alle teorie esposte in precedenza; ma quindi cosa apporta di nuovo questa teoria? LE PROVE, un
enorme mole di prove, indica che i 5 fattori sono necessari e sufficienti (più dei 3 di Eysenck) per una
tassonomia delle differenze individuali.
L’INTEGRAZIONE DEI FATTORI DI EYSENCK E DI CATTELL ALL’INTERNO DEL MODELLO DEI BIG FIVE.
i fattori di personalità di Cattell e Eysenck possono essere compresi all’interno di un sistema basato sui 5
fattori? Molte prove suggeriscono una risposta affermativa: grazie anche allo strumento di misurazione
NEO-PI-R.
-EYSENCK E BIG FIVE: I superfattori ESTROVERSIONE e NEVROTICISMO si ritrovano identici nei Big Five, e il
superfattore PSICOTICISMO corrisponde a una combinazione di un basso punteggio di gradevolezza e un
basso punteggio di scrupolosità.
-CATTELL E BIG FIVE: le scale socievole, sicuro di sé, e avventuroso si collegano con le dimensioni di
ESTROVERSIONE; le scale fiducioso e idealista si collegano alla GRADEVOLEZZA ; la scala coscienzioso ,
controllato, ottimista si collegano alla SCRUPOLOSITA’; emotivo, teso e apprensivo con il NEVROTICISMO;
fantasioso e sperimentatore all’APERTURA.
I SOSTENITORI DEI BIG FIVE SOSTENGONO CHE TALE MODELLO FORNISCE UNA STRUTTURA ESAUSTIVA
ALL’INTERNO DELLA QUALE I COSTRUTTI DI EYSENCK E CATTELL POSSONO ESSERE INTEGRATI.
- Il NEO-PI-R si relaziona in modo significativo con altre forme di misurazione, quali:
Q-SORT, MURRAY (connessione tra tratti e motivazione), RICERCA BIOLOGICA SUL TEMPERAMENTO (i
fattori possono essere riconducibili a sistemi biologici soggiacenti).
- Il NEO-PI-R è disponibile sia in forma di SELF-REPORT( DATI-S) sia di ETERO-VALUTAZIONE(DATI-O): in
diversi studi le autovalutazioni sono state confrontate con le valutazioni compiute dai pari o dal rispettivo
coniuge. McCRAE E COSTA riportano un grado di accordo per quanto riguarda le autovalutazioni rispetto
alle valutazioni dei pari o del coniuge su tutti e 5 i fattori, laddove è maggiore tra soggetto e coniuge perché
probabilmente i coniugi si conoscono più degli amici o anche perché i coniugi si confrontano molto sul tema
della personalità.
McCrae e Costa propongono l’idea che i 5 FATTORI ABBIANO UNA BASE BIOLOGICA: le differenze
comportamentali connesse con i 5 fattori sono determinate da influenze genetiche sulle strutture neurali e
sulla chimica del cervello. In realtà, i due ricercatori, sostengono che la base biologica connessa ai fattoi è
così forte che le 5 tendenze disposizionali non vengono influenzate direttamente dall’ambiente, sono
indipendenti dalle influenze ambientali.
Questa posizione illustra una classica questione in campo psicologico, la questione della contrapposizione
tra NATURA E CULTURA: la teoria di McCrae e Costa è forse la posizione più autorevole a favore della
NATURA, ossia l’affermazione più autorevole dell’idea che la COMPONENTE BIOLOGICA EREDITATA
(NATURA) DETERMINI LA PERSONALITA’ E CHE L’ESPERIENZA SOCIALE (CULTURA) ESERCITI UNO SCARSO
EFFETTO.
La seconda caratteristica della TEORIA DEI 5 FATTORI è l’affermazione secondo cui i TRATTI NON SONO
SEMPLICI DESCRIZIONI MA SONO STRUTTURE CAUSALI, i 5 fattori sono la materia prima universale della
personalità.
EPPURE TALE MODELLO LASCIA APERTE TANTE DOMANDE: 3 PUNTI SEMBRANO PROBLEMATICI.
1. COME CONNETTERE LE STRUTTURE DELLA PERSONALITA’ AI PROCESSI DELLA PERSONALITA’:nella visione
di McCrae e Costa questi sono dettagli che devono essere completati da altre teorie ; in generale i teorici
della personalità connettono le STRUTTURE ai PROCESSI chiarendo nel dettaglio i meccanismi che
compongono le strutture psicologiche e quindi spiegando come questi meccanismi guidano i processi della
personalità ( es. PSICOANALISTI: ipotizzano che i meccanismi dell’Es implicano la presenza di pulsioni
inconsce e quindi spiegano come tali forze influenzano il comportamento osservabile).
CIO’ NON VIENE SPIEGATO NELLA TEORIA DEI 5 FATTORI.
2. L’IDEA CHE I TRATTI NON SONO INFLUENZATI DA FATTORI SOCIALI: i risultati delle ricerche
contraddicono questa idea- TWENGE ha affermato che cambiamenti culturali nel corso del XX secolo
potrebbero aver apportato dei cambiamenti nella personalità. Negli USA, ad esempio, rispetto agli anni 50,
negli anni 90 le persone hanno sperimentato tassi più elevati di divorzio, livelli di criminalità più alti,
dimensioni della famiglia inferiori; tali cambiamento socioculturali secondo TWENGE sono associati a
LIVELLI SUPERIORI DI ANSIA negli anni 90 rispetto agli anni 50. Questi cambiamenti di carattere storico,
contraddicono l’ipotesi che i tratti non siano influenzati da fattori sociali.
3. LA TEORIA AFFERMA CHE TUTTI I FATTORI SONO POSSEDUTI DA TUTTI GLI INDIVIDUI, negli individui varia
solo il GRADO del tratto, ma tutti lo possiedono in misura diversa. Ma le analisi statistiche, che studiano
popolazioni, non sono in grado di dimostrare che ogni individuo possiede tutti i fattori, sono efficaci sono
nel riassumere le differenze le differenze individuali nella popolazione.
BORSBOOM, MELLENBERGH E VAN HEERDEN: sottolineano il fatto che l’analisi delle popolazioni e dei
singoli individui sono due cose TOTALEMNTE DIFFERENTI, loro dicono che se si vuole sapere cosa accade in
una persona, bisogna studiare quella persona. I termini che riassumono le differenze tra le persone, non
possono essere assunti per descrivere qualità di ogni singola persona.
Al momento poche persone hanno tentato di trovare la struttura dei 5 fattori a livello individuale ( magari
effettuando analisi fattoriali dei punteggi degli individui uno per volta).
Per la maggior parte dei teorici i 5 fattori non risolvono le questioni a cui si sono interessati FREUD e
ROGERS e altri teorici di cui si parlerà: identificare strutture di personalità nella mente del singolo individuo
che spiegano le sue esperienze e le sue azioni.
LA CRESCITA E LO SVILUPPO.
I punteggi dei soggetti la cui personalità viene misurata con i Big Five cambiano in modo sistematico con
l’aumentare degli anni? O restano stabili nel corso della vita adulta?
Il modo migliore per rispondere a queste domande è studiare le persone nel corso di un lungo asse
temporale, e di somministrare le medesime misure di personalità in diversi momenti. In questo modo, si è
riscontrata una NOTEVOLE STABILITA’.
Ciò però non significa che nessun singolo individuo ( che potrebbe distaccarsi dalla media del gruppo)
cambi o che non vi siano cambiamenti nella personalità degli individui:
- adulti di età avanzata hanno un punteggio inferiore ai tratti di nevroticismo , estroversione, apertura, e
più elevata per gradevolezza e scrupolosità rispetto agli adolescenti e ai giovani adulti;
- gli adolescenti hanno un livello superiore di ansietà e di preoccupazione relative all’autoaccettazione e
all’autostima, con un livello più elevato di nevroticismo e tendono apassare più tempo al telefono e in
attività sociali con gli amici , con un livello più elevato di estroversione, e sono più aperti a tutti i generi di
esperienze e di sperimentazione , con un livello più alto di apertura, ma sono anche più critici ed esigenti
nei confronti degli altri e della società, con un livello più basso di gradevolezza, e meno coscienziosi e
responsabili in confronto a quanto gli altri (genitori, insegnanti) si aseptterebbero da loro, con un livello più
basso di scrupolosità.
Ciononostante questi risultati AMBIGUI perché le differenze osservate possono riflettere non cambiamenti
relativi all’età , ma a differenze generazionali, al crescere in periodi storici diversi. LE DIFFERENZE
POTREBBERO ESSERE DOVUTE A FATTORI STORICI PIUTTOSTO CHE A FATTORI RELATIVI ALL’ETA’: COSTA E
MCCRAE si sono concentrati su questo aspetto.
-Loro hanno studiato le differenze relative all’età in un’ampia gamma di culture riferendosi in particolare
alla scrupolosità: le persone tendevano a diventare più coscienziose con l’età, in ogni cultura , le quali
differiscono in termini di condizioni politiche, economiche, appunto culturali.
LORO QUINDI SOSTENGONO CHE I CAMBIAMENTI NEI LIVELLI DEI TRATTI DI PERSONALITA’ NON SONO
CONNESSI ALLE ESPERIENZE NEL CORSO DELLA VITA DELL’INDIVIDUO.
EPPURE altri ricercatori hanno fornito prove che suggeriscono che per i FATTORI SOCIALI, vi sia un grado di
cambiamento in qualche misura superiore.
-RAVENNA HELSON- ha studiato per un periodo lungo di tempo, un gruppo di donne residenti nella
California settentrionale. Le donne inizialmente erano state studiate nel 1960, quando erano studentesse
degli ultimi anni dell’uni- quarant’anni dopo quando le donne avevano 61 anni circa, sono state fatte altre
misure. Furono riscontrate prove di mutamenti nel corso della loro vita adulta (es. orientamento
normativo, i punteggi aumentavano in corrispondenza dell’aumentare dell’età ).
I cambiamenti nella personalità delle donne erano correlati a un fattore socioculturale: IL MOVIMENTO
FEMMINISTA, che aveva proposto nuove idee relative al genere e al posto occupato dalle donne nella
società ( per coloro le quali era importante il movimento e le sue idee, avevano punteggi alti in:
autoaccettazione, dominanza, fiduciose in se stesse, empatiche).
- SRIVASTAVA, JOHN, GOSLING, POTTER: hanno condotto una ricerca in internet, somministrando a molte
persone, di qualsiasi età, un test sui 5 fattori ha rilevato cambiamenti legati al fattore età.
GLI AUTORI SOSTENGONO CHE TALI RISULTATI CONTRADDICONO L’ETICHETTA DI BIOLOGISMO CHE E’
STATA ATTRIBUITA ALLA TEORIA DEI 5 FATTORI, contraddicono l’idea che i livelli dei tratti siano
interamente ereditati e non vengano per nulla influenzati dalle esperienze sociali.
-CRAMER: utilizzare meccanismi difensivi diversi (capitolo 3) sia predittivo di cambiamenti nei tratti dei big
five. L’uso di meccanismi di difesa nella prima età adulta fosse predittivo di cambiamenti nei tratti di
personalità nell’età adulta avanzata: una difesa come la negazione, predice un livello superiore di
nevrocitismo negli anni successivi.
ANCHE SE I PUNTEGGI RELATIVI AI TRATTI SONO RELATIVAMENTE STABILI NEL TEMPO, E’ COMPROVATO
CHE POSSONO CAMBIARE IN MANIERA SIGNIFICATIVA.
IL CASO DI JIM
LA CONTROVERSIA PERSONA-SITUAZIONE.
Consideriamo un attimo le nostre esperienze. Siamo coerentemente estroversi? O a volte siamo persone
estroverse e , in altri momenti, timide e inibite?
A partire dagli anni 60 vari autori si sono domandati se vi sia sufficiente coerenza nel comportamento da
sostenere l’idea del concetto di tratto ( regolarità nel comportamento di un individuo) come elemento
cardine di una teoria della personalità. Il più autorevole tra questi autori è WALTER MISCHEL, il cui libro
PERSONALITY AND ASSESSMENT, ha influenzato il settore.
Mischel afferma che il COMPORTAMENTO DELLE PERSONE CAMBIA SPESSO O MANCA DI COERENZA TRA LE
VARIE SITUAZIONI; questa incoerenza , riflette una capacità umana fondamentale: quella di distinguere i
diversi contesti e di modificare le proprie azioni in funzione delle diverse opportunità, dei diversi vincoli,
delle diverse regole e norme.
Negli anni 70-80 , il dibattito relativo a tali questioni, noto come CONTROVERSIA PERSONA-SITUAZIONE, ha
dominato gran parte di questo ambito.
Per considerare la MAGGIORE O MINORE COERENZA dei tratti, occorre considerare due aspetti:
1. LA STABILITA’ LONGITUDINALE: si valuta se in una persona un punteggio alto su un tratto sarà sempre
alto anche se misurato in un altro momento;
2. COERENZA TRANSITUAZIONALE: si rivela se in una persona un punteggio alto su un tratto sarà sempre
alto anche se misurato in altre situazioni o contesti.
I TEORICI DEI TRATTI DICONO CHE UN TRATTO SARA’ STABILI SIA IN MOMENTI DIVERSI CHE IN SITUAZIONI
DIVERSE; ma tutti gli altri, non la pensano come loro!
LA STABILITA’ LONGITUDINALE.
La COERENZA LONGITUDINALE esiste almeno in 3 forme:
1. Se si confrontano DIVERSE FASCE D’ETA’ , per esempio soggetti di 30 anni e di 50 anni, si rilevano
differenze limitate, aspetto enfatizzato da McCrae e Costa;
2. Se ci si interroga circa la stabilità longitudinale tra le persone , per esempio se x è più estroverso di y
quando entrambi hanno 30 anni, x sarà più estroverso di y anche a 40 anni? ; si possono ancora trovare
prove di stabilità, prove che emergono non solo con le autovalutazioni ma anche con le etero-valutazioni.
3. Esistono prove della stabilità longitudinale di comportamenti specifici relativi ad un tratto, per esempio
se studiamo la scrupolosità, potremmo valutare la puntualità degli studenti alle lezioni o se prendono
appunti durante i corsi; studiano questi comportamenti in diversi momenti: esaminano se gli studenti che si
presentano puntuali alle lezioni e prendono buoni appunti si comportano allo stesso modo anche alla fine
del semestre – hanno riscontrato solide prove a sostegno della stabilità longitudinale.
PERCHE’ DOVREBBE ESSERCI UNA STABILITA’ LONGITUDINALE NEI TRATTI?
Forse per la possibilità che i fattori biologici geneticamente determinati influenzino i tratti di personalità;
dal momento che le strutture biologiche sono relativamente stabili nel tempo, ANCHE I TRATTI
DOVREBBERO ESSERLO.
Ma i teorici della personalità hanno messo in rilievo il fatto che i fattori ambientali contribuiscono alla
stabilità longitudinale: le persone selezionano e modellano il loro ambiente in modo da rinforzare i propri
tratti – un estroverso non aspetta semplicemente che una situazione si verifichi, ma ne va in cerca.
LA COERENZA TRANSITUAZIONALE.
Bisogna considerare una serie di questioni prima di interpretare i risultati:
1. Una questione è definire se una persona si sia comportata, in varie situazioni, in una maniera definibile
‘coerente’ o ‘incoerente’; chiaramente non ci si aspetta di trovare dimostrazioni di aggressività in una
cerimonia religiosa. La teoria dei tratti, però, sostiene che la DIMOSTRAZIONE DELLA COERENZA deve
emergere in una serie di situazioni in cui molti comportamenti diversi sono considerati ESPRESSIONE DELLO
STESSO TRATTO.
2. Un’altra questione riguarda la ricerca metodologica.
E’ difficile trovare coerenza in comportamenti specifici adottati in situazioni specifiche , perché le singole
misure di comportamenti contengono sostanziali ERRORI DI MISURAZIONE.
Per capire il concetto di errore di misurazione, prendiamo in considerazione due esami, test a scelta
multipla, stilati dal professore per valutare gli studenti: uno di 50 domande ed uno di 5 domande, tutte
domande che riassumono perfettamente il materiale dell’esame. Il secondo ovviamente non consente una
stima accurata della conoscenza del candidato all’esame del materiale del corso.
Gli psicologici usano la nozione di ERRORE DI MISURAZIONE, per indicare che TEST PIU’ BREVI SONO PIU’
INFICIATI DA ERRORI CASUALI CHE NON HANNO NIENTE A CHE VEDERE CON IL VERO PUNTEGGIO DEL
SOGGETTO.
-L’errore di misurazione è importante per la teoria dei tratti, poiché quando si indaga la coerenza dei tratti,
occorre assicurarsi che le misure dei tratti contengano un errore di misurazione minimo.
SEYMOUR EPSTEIN: afferma che la ricerca nell’ambito della psicologia della personalità è stata falsata
troppo a lungo da errori di misurazione- es. test composti da un unico item.
Da qui capiamo anche perché gli psicologi amano usare i QUESTIONARI, perché si cade meno in errore.
CHE COSA ACCADE ALLORA SE TENIAMO CONTO DI QUESTE CONSIDERAZIONI E SI VA A MISURARE LA
COERENZA DI UN COMPORTAMENTO COLLEGATO AD UN TRATTO?
MISCHEL E PEAKE: studio sulla coerenza di comportamenti collegati alla scrupolosità tra studenti
universitari.
- hanno domandato agli studenti di indicare quei comportamenti che rappresentano il tratto della
scrupolosità nel contesto universitario es. prendere appunti;
-hanno risolto il problema dell’errore di misurazione misurando il comportamento in numerose occasioni;
-I risultati hanno generato prove di stabilità longitudinale dei comportamenti collegati a un tratto.
Le persone che avevano un punteggio alto di scrupolosità, in un determinato momento del semestre,
continuavano a comportarsi in maniera scrupolosa per tutto il resto del semestre.
Tuttavia, i LIVELLI DI COERENZA TRANSITUAZIONALI ERANO BASSI: gli studenti rivelatisi coscienziosi in un
contesto es. prendevano ottimi appunti delle lezioni , non erano affatto scrupolosi in altri contesti es. la
loro camera era disordinatissima!
LA VALUTAZIONE CRITICA.
Non esiste una singola teoria dei tratti, per cui la valutazione è un po’ più complessa.
LA TEORIA: SISTEMATICA?
I diversi elementi risultano collegati in maniera sistematica?
Per alcuni la risposta è affermativa; Cattell ha fornito conclusioni altamente sistematiche sulla personalità (
ruoli, stati, processi motivazionali, anche se questi ultimi hanno avuto un impatto ridotto sulla psicologica
contemporanea); Eysenck ponendo i tratti in relazione ai meccanismi biologici ha fornito un modo per
connettere strutture ai processi , ma ad eccezione dell’estroversione, non ha fornito prove.
Quando consideriamo le teorie dei tratti più recenti, ritroviamo un grado ridotto di sistematicità: McCrae e
Costa dicono che la loro teoria non chiarisce i processi dinamici attraverso i quali i tratti influenzano
l’esperienza e il comportamento.
LA TEORIA: COMPRENSIVA?
-Per certi aspetti, le teorie dei tratti sono ESAUSTIVE: hanno concentrato le loro energie nel compito di
misurare le differenze individuali e di identificare una tassonomia esaustiva dei tratti!
-Eppure per altri aspetti, le teorie dei tratti non sono comprensive come dovrebbero: hanno poco da dire
circa le dinamiche consce e inconsce che interessavano Freud, le esperienze fenomenologiche che
appassionavano Rogers, il ruolo della sessualità, e tante altre tematiche.
Inoltre, mancano di comprensività in due altri modi: assenza di analisi dei PROCESSI DINAMICI di
personalità e mancanza di attenzione nei confronti dell’individuo ( a parte Allport) , i teorici si sono
concentrati più sulle differenze che sulla vita mentale dell’individuo.
LE APPLICAZIONI.
Ciò che le teorie dei tratti effettivamente forniscono sono gli strumenti di previsione delle differenze tra gli
individui nelle manifestazioni psicologiche: l’uso di queste misure attesta la sua utilità da un punto di vista
applicativo.
Tuttavia, altri teorici, vorrebbero qualcosa in più: un approccio terapeutico ad esempio può essere
un’applicazione di una data teoria( Freud e Rogi). LA TEORIA DEI TRATTI E’ UN SISTEMA TEORICO CHE NON
HA PRODOTTO TERAPIE FINALIZZATE AL CAMBIAMENTO PSICOLOGICO, i teorici dei tratti affermano che
non è parte del loro ambito di lavoro, le teorie dei tratti hanno come oggetto di studio le differenze
individuali non il cambiamento psicologico, quindi potrebbe non essere giusto valutare tali teorie
negativamente sulla base del loro fallimento nel fornire nuove forme di terapia.
CAPITOLO 9.
LE BASI BIOLOGICHE DELLA PERSONALITA’.
Per secoli gli esseri umani hanno cercato di capire la relazione tra il corpo e la mente, tra la costituzione e la
personalità, e a partire da GALTON che ha contrapposto la natura (eredità) alla cultura (ambiente), gli
psicologi si sono interessati alla relazione fra questi due concetti.
Alcuni scienziati giungono per caso ai loro risultati: la storia della mela caduta sulla testa di Newton è un
esempio.
Anche la comprensione delle basi biologiche della personalità ha tratto grande beneficio da EVENTI
ACCIDENTALI: caso più famoso è quello di PHINEAS GAGE , il quale in un incidente aveva perso
simultaneamente MATERIA CEREBRALE DEL LOBO FRONTALE e DETERMINATE CARATTERISTICHE DELLA
PERSONALITA’ – ciò suggerisce l’esistenza di interconnessioni tra il funzionamento del cervello e il
funzionamento della personalità, il fatto che queste due perdite si siano verificate allo stesso tempo non è
un caso.
Qui ci concentriamo su una serie di risultati scientifici, che però non sono stati conseguiti sulla base di
un’unica teoria: sono una mole di informazioni e conoscenze che tutti i teorici della personalità devono
prendere in considerazione.
BOX :EMOZIONI E TRATTI – QUANTO SI ASSOMIGLIANO L’UOMO E GLI ALTRI ANIMALI? PAG. 361
-ARNOLD BUSS e ROBERT PLOMIN: hanno utilizzato le valutazioni che i genitori davano del comportamento
dei propri figli per definire 4 DIMENSIONI TEMPERAMENTALI:
1. EMOZIONABILITA’: facile attivazione in situazioni di stress, stato di tensione generalizzato;
2. ATTIVITA’: ritmo e vigore dei movimenti motori, sempre in movimento, agitato;
3. SOCIALITA’: simpatia per altre persone, capacità di stringere amicizie invece di timidezza;
4. IMPULSIVITA’: incapacità di inibire o controllare il comportamento, impulsività, faciltà ad annoiarsi. (
Questa fu abbandonata successivamente)
Danno vita all’acronimo: EASI.
La ricerca conferma l’ipotesi che il TEMPERAMENTO PRESENTA UNA CONTINUITA’ NEL TEMPO ED E’ IN
LARGA MISURA EREDITARIO: le madri di GEMELLI MONOZIGOTI\IDENTICI riferivano di una MAGGIORE
SOMIGLIANZA tra i figli rispetto alle madri di GEMELLI DIZIGOTI\NON IDENTICI. Questa ricerca appare
problematica in quanto si basa sulle valutazioni fornite dai genitori più che su misure di osservazioni più
obiettive. I ricercatori contemporanei hanno rilevato che i genitori manifestano spesso tendenze alla
distorsione quando valutano la personalità dei propri figli (es. sovrastimare la somiglianza di gemelli identici
e sottostimare quella tra gemelli dizigoti).
-Insieme alla coerenza del comportamento nel tempo, emerge tuttavia anche la prova del CAMBIAMENTO:
molti piccoli con elevata reattività non diventavano bambini timorosi, inibiti; e quelli con bassa reattività
avevano perso negli anni il loto stile rilassato.
L’AMBIENTE AVEVA ESERCITATO LA SUA INFLUENZA NELLO SVILUPPO DELLA PERSONALITA’, così secondo
Kagan ‘qualunque predisposizione accordataci dal nostro patrimonio genetico è ben lungi dall’essere una
condanna a vita’.
Al contempo, però, Kagan mette in luce il fatto che nessun bambino con alta reattività era diventano un
bambino disinibito e bassa reattività-inibito: sebbene il cambiamento fosse possibile , la TENDENZA
TEMPERAMENTALE non era svanita e sembrava porre alcuni limiti alla direzione dello sviluppo – Kagan
diche che ‘E’ molto difficile modificare completamente una predisposizione ereditata’.
-WOODWARD, LENZENWEGER, KAGAN, SNIDMAN, ARCUS: possibilità che le qualità temperamentali varino
dal punto di vista della dimensione (es. altezza) o della categoria (es. colore degli occhi, sesso biologico).
Utilizzando tecniche statistiche, hanno scoperto che il gruppo di bambini con REATTIVITA’ ELEVATA (
movimenti di arti e pianto) costituisce una classe distinta.
-LA RICERCA CONTEMPORANEA chiarisce quali siano precisamente le regioni del cervello che
contribuiscono a dar vita ad una tendenza inibita o disinibita. Sembra che sia coinvolta più di una regione e
che le tendenze comportamentali rispecchino le interazioni tra i diversi sistemi neuronali: amigdala (paura),
corteccia frontale(risp. Emotive) ( il funzionamento di queste regioni cerebrali non è completamente
determinato da fattori ereditari, sembra che le esperienze sociali siano in grado di modificare il
funzionamento del cervello e quindi influenzare le tendenze emotive del bambino).
Una ricerca di NEURO-IMAGING fornisce prove del ruolo dell’amigdala nel temperamento inibito rispetto a
quello disinibito: i ricercatori hanno studiato giovani adulti che all’età di 2 anni erano stati valutati come
bambini inibiti o disinibiti; i soggetti dovevano osservare immagini di volti umani. Cosa bisogna osservare?
Le loro reazioni rispetto alla vista di volti familiari (già visti in una fase precedente dell’esperimento) e volti
nuovi l’ipotesi è che I SOGGETTI INIBITI AVREBBERO REAGITO IN MODO PIU’ MARCATO AI VOLTI NUOVI.
Una tecnica di brain imaging, la fMRI , è stata impiegata per determinare esattamente le regioni del
cervello che si attivano quando le persone osservavano i volti nuovi o quelli familiari; i risultati hanno
fornito un sostegno all’ipotesi che LE PERSONE DISINIBITE RISEPTTO A QUELLE INIBITE PRESENTANO UN
FUNZIONAMENTO DIVERSO DELL’AMIGDALA: quelli che a 2 anni erano stati valutati come bambini inibiti ,
quando osservavano volti nuovi, facevano rilevare un’attività elevata dell’amigdala.
QUINDI C’E’ UNA BASE BIOLOGICA PER IL TEMPERAMENTO.
-INDAGINI RECENTI: base molecolare per la paura , almeno negli animali i cui sistemi neuronali della paura
ricordano quelli degli umani. I ricercatori hanno individuato un gene che contribuisce a determinare i livelli
di una proteina la STATMINA, che a sua volta influenza il funzionamento dell’amigdala – esperimenti sui
topi che comprendono tecniche genetiche di KNOCKOUT, in cui il materiale genetico veniva manipolato
sperimentalmente, rivelano che topi con o senza il gene della statmina ottenevano risultati diversi
nell’esprimere la paura.
LA PSICOLOGIA EVOLUZIONISTICA.
Negli ultimi anni, molti psicologi hanno tentato di costruire spiegazioni evoluzionistiche del funzionamento
psicologico, dando vita ad analisi che si diversificano l’una dall’altra: di conseguenza si parla di PSICOLOGIE
EVOLUZIONISTICHE. Le differenze riguardano per lo più in QUALE MISURA la tendenza psicologica è
considerata CONGENITA, piuttosto che il risultato delle interazioni tra biologia e cultura.
Gli autori che sottolineano gli ASPETTI EVOLUZIONICISTICI ‘CONGENITI’ DELLA NATURA UMANA , si sono
ritagliati uno spazio sempre maggiore nella psicologia della personalità: in questo approccio il
funzionamento dell’uomo è visto in relazione alle soluzioni ai problemi adattivi affrontati dalle specie in
milioni di anni; l’idea è che i meccanismi psicologici sono il risultato di un’evoluzione avvenuta per
selezione. Questi meccanismi psicologici, quindi, esistono e sono giunti fino a noi perché hanno un valore
adattivo rispetto alla sopravvivenza e alla capacità riproduttiva!
LE COMPONENTI FONDAMENTALI DELLA NATURA UMANA POSSONO ESSERE COMPRESE COME
MECCANISMI PSICOLOGICI EVOLUTIVI CHE HANNO VALORE ADATTIVO IN TERMINI DI SOPRAVVIVENZA E
CAPACITA’ RIPRODUTTIVA.
Sono 4 i punti fondamentali della psicologia evoluzionistica:
1. Le caratteristiche della mente che si sono evolute sono quelle che affrontano i problemi per il successo
riproduttivo e per la sopravvivenza ( es. il nostro sistema nervoso ci ha dato la capacità di vedere lontano,
di percepire la profondità);
2. I meccanismi mentali evoluti hanno carattere adattivo nei confronti dello stile di vita di centinai di secoli
fa, quando i nostri antenati vivevano di caccia e di raccolta; questo significa che forse le tendenze
psicologiche che abbiamo sviluppato non sono più utili attualmente (es. la predilizione per i cibi grassi, era
adattiva rispetto alla nostra passata evoluzione, perché il grasso era fonte di calorie ma era anche
scarsissimo! Anzi era scarsissimo il cibo in generale, perciò si cercava il grasso, in modo che potesse dare
sostegno per un lungo tempo! Oggi non è più una risorsa poco disponibile e soprattutto il cibo c’è, e si
sovrebbe preferire quello ‘sano’, perché quello ‘grasso’ può compromettere la nostra vita);
3. I meccanismi psicologici evoluti sono CONTESTO-SPECIFICI: l’uomo non sviluppa una tendenza generica
alla sopravvivenza; il corpo e la mente sono dotati di meccanismi evolutivi che risolvono problemi specifici
in contesti specifici. (es. l’uomo non sviluppa una tendenza generale alla paura, l’evoluzione piuttosto
seleziona i meccanismi psicologici che ci inducono a temere quegli timoli particolari che hanno
rappresentato una minaccia per gli uomini nel corso dei secoli).
Abbiamo emozioni specifiche, perché tali reazioni emotive si sono dimostrate adattive nella soluzione di
problemi specifici nella vita sociale: oggi abbiamo ancora queste emozioni, perché sono stati e sono ancora
utili per la sopravvivenza;
4. Riguarda le componenti e la struttura della mente o la cosiddetta architettura dei sistemi mentali.
Alcuni paragonano la mente ad un PC: il nostro pc elabora tante informazioni, ma tutte allo stesso modo
grazie ad un meccanismo di elaborazione centrale. Usa lo stesso meccanismo per elaborare una lettera
d’amore, una tesina , MA IL NOSTRO CERVELLO NON FUNZIONA COSI’.
La psicologia evoluzionistica rifiuta questa concezione della mente: ammette che è coinvolta
nell’elaborazione delle informazioni ma afferma che essa contiene diversi strumenti per l’elaborazione
delle info, non tutto viene elaborato allo stesso modo e soprattutto dallo stesso strumento. C’E’ UNA
GRANDE SPECIFICITA’, LA MENTE E’ DOTATA DI MECCANISMI SPECIFICI PER OGNI CONTESTO , questi
meccanismi sono spesso definiti MODULI (Fodor).
Altri dati che contraddicono le conclusioni a cui erano giunti gli psicologi evoluzionisti a proposito delle
differenze sessuali.
-MILLER, PUTCHA-BHAGAVATULA E PEDERSON: hanno osservato che gli studi di BUSS sulla scelta del
partner non riuscivano a mettere a confronto uomini e donne su tutte le variabili psicologiche. Nel
riesaminare questi dati hanno scoperto che ‘ ciò che gli uomini desideravano maggiormente da una
compagna era esattamente ciò che le donne desideravano dal compagno’.
- Anche gli studi sulla gelosia vengono contraddetti: le procedure di ricerca che erano state condotte erano
a SCELTA FORZATA, un metodo a scelta multipla, che è inverosimile rispetto a quanto possa accadere nella
vita di tutti i giorni ( decidere, scegliere, quale fosse la condizione peggiore tra due tradimenti).
DE STEFANO : riconoscendo questa procedura ‘forzata’, ha domandato ai partecipanti di considerare
CONTEMPORANEAMENTE l’aseptto sessuale e l’aseptto sentimentale e di indicare il grado di dolore che
avrebbe provocato ognuna delle due condizioni Uomini e donne erano estremamente simili, entrambi
erano più disturbati dalla scoperta di un’infedeltà sessuale.
HARRIS: studia sempre il caso dell’infedeltà\gelosia ma prendendo misure di indici fisiologici, quando
venivano esposte le persone a tutte e due le condizioni di infedeltà: può essere che gli uomini reagiscono
con forza all’esposizione del rapporto sessuale, non per l’infedeltà in sè, ma per la scena sessuale, all’idea
del rapporto sessuale; può darsi che reagiscono così in ogni situazione che presenti contenuti sessuali.
BOX : EMOZIONI E TRATTI: QUALE SOMIGLIANZA TRA L’UOMO E GLI ALTRI ANIMALI? PAG. 392
GENI E PERSONALITA’.
Qualsiasi cosa ereditiamo esiste grazie all’azione dei geni ed è l’informazione contenuta nei geni a guidare
lo sviluppo biologico dell’organismo ( i cromosomi che ereditiamo dai genitori contengono geni).
I geni non controllano direttamente il comportamento: non esiste un ‘gene dell’estroversione’ , i geni
piuttosto agiscono guidando il funzionamento biologico del corpo.
LA GENETICA COMPORTAMENTALE.
Lo studio dei contributi della genetica al comportamento è definito GENETICA COMPORTAMENTALE.
i genetisti comportamentali impiegano 3 metodi di ricerca: SELETTOCOLTURA, STUDI SUI GEMELLI, STUDI
SULL’ADOZIONE.
STUDI DI SELETTOCOLTURA.
Questi studi sono condotti su animali dotati del tratto di interesse per lo studio ; vengono selezionati e fatti
accoppiare. La selezione ed il processo riproduttivo sono applicati alle generazioni successive fino a quando
viene prodotta una discendenza di animali in cui sia costante la caratteristica desiderata.
E’ possibile poi sottoporre i vari discendenti a diverse esperienze evolutive sperimentali: possono
individuare gli effetti delle differenze genetiche e delle differenze ambientali sul comportamento .
QUESTI STUDI MOSTRANO IL RUOLO CHE I GENI SVOLGONO DELL’INCLINAZIONE VERSO UN
COMPORTAMENTO.
IL COEFFICIENTE DI EREDITABILITA’.
In che modo il gentista comportamentale stabilisce in quale misura le variazioni genetiche determinano le
differenze tra le persone per quanto riguarda una caratteristica della personalità?
Con il calcolo del COEFFICIENTE DI EREDITABILITA’ o h^2 (è una stima della varianza all’interno di una
popolazione, non una misura definitiva dell’azione dei geni, non indica il grado in cui la genetica è
responsabile del fatto che un individuo possieda determinate caratteristiche).
Se h^2=0 – non c’è effetto genetico ( es. gemelli MZ non sono simili tra loro di più dei gemelli DZ);
Se h^2 > 0 ( limite superiore è 1,0) – c’è effetto genetico (es. gemelli MZ sono molto diversi dai gemelli DZ)
Se h^2 < 1,0 – esiste una varianza non spiegata da fattori genetici, spiegata piuttosto dal cambiamento
ambientale.
-Altri lavori hanno individuato fattori genetico-molecolari che rendono gli individui più o meno vulnerabili
alla DEPRESSIONE: oggetto di studio è il fattore genetico che influenza i livelli di serotonina nel cervello.
Gli studiosi si aspettavano di scoprire che i geni avrebbero avuto funzione predittiva dell’inizio della
depressione solo nelle persone con determinate esperienze ambientali, come situazioni altamente
stressanti, relative a situazioni economiche, di salute, di lavoro, relazioni interpersonali.
NON SI ASPETTAVANO CERTO LA COMPONENTE GENETICA AVREBBE DETERMINATO INEVITABILMENTE
L’ESPERIENZA DELLA DEPRESSIONE, a prescindere dalle condizioni di vita.
Tale studio conferma che: le persone geneticamente predisposte a livelli inferiori di attività serotoninergica
e che avevano vissuto numerosi eventi stressanti nella vita avevano maggiore probabilità di altri individui di
cadere in depressione.
BOX : LE CAUSE DELLE DIFFERENZE INDIVIDUALI- GENI, ESPERIENZA SCOIALE O ALTRO? PAG. 409
NEUROSCIENZE E PERSONALITA’.
In tutti gli studi considerati precedentemente l’aspetto biologico è scarsamente considerato!
Una strategia alternativa consiste nell’esplorare direttamente il cervello e altri sistemi del corpo umano.
La ricerca contemporanea sulle NEUROSCIENZE DELLA PERSONALITA’ cerca di comprendere in che modo i
SISTEMI NEURONALI , I NEUROTRASMETTITORI, GLI ORMONI, contribuiscono a determinare le
caratteristiche psicologiche del comportamento , e tenta di svelare l’influsso reciproco tra processi
psicologici e fisici.
-Altre ricerche: le persone depresse o che sono state depresse hanno un’attività corticale anteriore sinistra
INFERIORE rispetto alle persone non depresse;
Inoltre i soggetti che presentano un danno anterocerebrale sinistro tendono a diventare depressi, mentre
quelli con un danno anterocerebrale destro sviluppano un disturbo di tipo maniacale.
-Altre ricerche: i bambini che sperimentano una maggior angoscia al momento della separazione dalla
madre mostrano una maggiore attivazione prefrontale destra e una minore attivazione prefrontale sinistra
rispetto ai piccoli che vivono uno stato minore di angoscia.
-Studio di Kagan: reattività maggiore dell’emisfero destro nei bambini inibiti e una dominanza dell’emisfero
sinistro nei bambini disinibiti.
-Misure eseguite con EEG: distinguere due aspetti diversi dell’esperienza emotiva, entrambi negativi – la
comparsa dell’ansia durante un compito e la preoccupazione ( maggiore attivazione frontale sinistra
rispetto all’ansia) prima di affrontare un compito. Ciò ha implicazioni per le teorie dei tratti: il tratto del
nevroticismo, nel modello dei 5 fattori, combina i diversi aspetti dell’ansia in un solo fattore, mentre queste
prove indicano l’esistenza di diversi tipi di emozioni negative NETTAMENTE DISTINTE.
RICORDIAMO CHE CMQ NON ESISTE CORRISPONDENZA BIUNIVOCA TRA I PROCESSI BIOLOGICI E I TRATTI
DELLA PERSONALITA’: sembra che ogni componente biologica sia associata all’espressione di più di un
tratto e che l’espressione di ogni tratto sia influenzata da più di un fattore biologico.
Dunque è difficile integrare questi dati neurobiologici nel MODELLO TRIDIMENSIONALE DEL
TEMPERAMENTO, perché si rischia di semplificare la neurobiologia.
-Secondo DAMASIO, GALL aveva ragione quando sosteneva che il cervello è formato da parti specializzate
nello svolgimento di specifiche funzioni e non da un’ampia massa indifferenziata. Tuttavia, Gall non solo
non era riuscito ad identificare correttamente le parti e le funzioni, ma ignorava il FUNZIONAMENTO DEL
CERVELLO IN QUANTO SISTEMA: la mente è il risultato dell’attività di ciascuno dei componenti separati e
dell’azione simultanea di queste componenti.
Esiste sia DIFFERENZIAZIONE-LOCALIZZAZIONE che ORGANIZZAZIONE-SISTEMA: e i tratti sono collegati al
funzionamento di più elementi e non al funzionamento di singoli elementi.
IL CERVELLO E IL SE’.
Una caratteristica esclusiva dell’essere umano è rappresentata dalla capacità di riflettere sul sé: sulle
proprie caratteristiche, le potenzialità, come si appare agli altri, ecc.
Esistono forse nel cervello sistemi distinti dal punto di vista funzionale che entrano in gioco quando
riflettiamo su noi stessi e altri che si attivano quando pensiamo alle altre persone o agli oggetti?
Un recente lavoro ha svolto indagini in questa direzione utilizzando la fMRI (risonanza magnetica
funzionale): permette ai ricercatori di identificare aree specifiche del cervello ,attraverso il fluire di
liquidi\sangue all’interno delle aree del cervello, attive quando il soggetto esegue un determinato compito.
Se c’è un particolare flusso sanguigno in un’area del cervello mentre il soggetto esegue un compito, vuol
dire che quell’area è implicata nell’esecuzione del compito.
RICERCA DI KELLEY: il compito che i soggetti devono svolgere è valutare aggettivi riguardanti alcuni tratti di
personalità; si chiedono in particolare 3 tipi di valutazione sulle parole presentate:
1. Se l’aggettivo è scritto a lettere maiuscole;
2. Se l’aggettivo descrive George Bush;
3. Se l’aggettivo descrive loro stessi.
L’ipotesi è che esistessero alcune aree del cervello attive esclusivamente quando le persone riflettono su se
stesse o su altre persone o su aspetti non collegati ad una persona.
RISULTATI: esistono alcune aree del cervello che sembrano essere implicate esclusivamente nella
VALUTAZIONE RIGUARDANTE IL SE’ = la corteccia prefrontale mediana. Questa era attiva quando il soggetto
ragionava sul sé rispetto a quando ragionava su Bush o il carattere grafico della parola.
OVVIAMENTE QUESTO NON VUOL DIRE CHE LA CORTECCIA PREFRONTALE E’ LA SEDE BIOLOGICA DEL SE’,
E’ PIUTTOSTO IMPLICATA NEL RAGIONAMENTO, come sono implicate anche altre aree del cervello quando
ci si concentra sulla riflessione del sé o altri tipi di ragionamento.
CAPITOLO 10.
GLI APPROCCI DEL COMPORTAMENTISMO E DELLE TEORIE DELL’APPRENDIMENTO ALLO STUDIO DELLA
PERSONALITA’.
Presentiamo due teorie , il condizionamento classico di Pavlov e il condizionamento operante di Skinner ,
che insieme forniscono il fondamento per una concezione psicologica nota come COMPORTAMENTISMO:
secondo cui le persone acquisiscono gradualmente i loro stili di personalità in conseguenza delle esperienze
che vivono a contatto con l’ambiente; le teorie che formano questo movimento specificano i processi
attraverso i quali le persone vengono forgiate dalle esperienze.
La scuola di pensiero comportamentista:
-ha dato vita a metodi terapeutici di valore indiscusso;
-alcuni teorici ‘non comportamentisti’ mette in luce sull’idea che le nostre azioni sono in gran parte
controllate direttamente da stimoli ambientali;
-alcuni teorici ‘non comportamentisti’ hanno messo in luce l’idea che avere un controllo consapevole del
nostro comportamento ( contraria rispetto a quella di essere controllati dall’ambiente) sia solo un’illusione
della nostra mente.
CHE COSA HA A CHE VEDERE TUTTO QUESTO CON LO STUDIO DELLA PERSONALITA’?
Secondo il comportamentista, le variabili in tutte le altre teorie della personalità – i conflitti psicoanalitici, i
tratti, ecc- non sarebbero entità psicologiche reali nella mente dell’individuo. Al contrario, sono da
considerare ETICHETTE DESCRITTIVE, descrizioni dei pattern di esperienza psicologica che sono in realtà
causati dall’ambiente.
NELLE ALTRE TEORIE IL TERMINE ‘PERSONALITA’’ NON IDENTIFICA LA CAUSA DEL COMPORTAMENTO DELLA
PERSONA: quindi è una semplice etichetta per un pattern di azione causato dall’ambiente.
Per i comportamentisti, quindi, la comprensione delle LEGGI DELL’APPRENDIMENTO, potrà sostituire tutte
le altre teorie della personalità: se il comportamento può essere spiegato dalle leggi dell’apprendimento e
se la personalità è solo un’etichetta descrittiva del tipo di comportamento acquisito da una persona, allora
NON E’ NECESSARIA UNA TEORIA SCIENTIFICA DELLA PERSONALITA’. I comportamentisti attendevano il
momento in cui le teorie della personalità potessero essere ‘considerate una bizzarria della storia’.
Mediante il condizionamento classico, si può imparare ad evitare uno stimolo inizialmente neutro: RITIRO
CONDIZIONATO.
CASO DEL CANE:
cane al quale vengono applicati degli elettrodi alle zampe
-scossa elettrica= stimolo incondizionato;
-ritiro della zampa= risposta incondizionata, una risposta riflessa, automatica;
-suono del campanello= stimolo condizionato, SEMPRE PRIMA DELLA SCOSSA;
-ritiro della zampa al suono del campanello= risposta condizionata.
BOX : MORTE PER OVERDOSE DI EROINA: UNA SPIEGAZIONE SULLA BASE DELLA TEORIA DEL
CONDIZIONAMENTO CLASSICO. PAG. 440
PSICOPATOLOGIA E CAMBIAMENTO.
Ha elaborato spiegazioni a proposito del conflitto psicologico e dello sviluppo delle nevrosi.
Ha studiato quelle che sarebbero state definite NEVROSI SPERIMENTALI DEGLI ANIMALI:
-un cane era stato condizionato a secernere saliva alla presentazione di un cerchio;
- poi era stato sottoposto a discriminazione con la presentazione di un’ellisse ( in modo che si rafforzasse la
risposta per il cerchio);
-piano piano faceva diventare l’ellisse uguale al cerchio: non discriminava più e non rispondeva più al
cerchio con la salivazione.
In seguito a ciò, il cane non era più tranquillo, si ribellava quando era in gabbia, mordeva i tubi, gli
apparecchi nella gabbia, abbaiava violentemente, presentava tutti i sintomi di una nevrosi in fase acuta.
LA DESENSIBILIZZAZIONE SISTEMATICA.
Un progresso nell’applicazione dei principi del condizionamento classico ai problemi della PSICOPATOLOGIA
è stato lo sviluppo di una tecnica terapeutica nota come DESENSIBILIZZAZIONE SISTEMATICA, sviluppata da
JOSEPH WOLPE, uno psichiatra che era venuto a conoscenza degli scritti di Pavlov.
Wolpe considerava le reazioni persistenti all’ansia come risposte apprese che potevano essere disattivate ;
elaborò quindi una teoria che permettesse questa disattivazione: la desen. sistematica era concepita con
l’intento di INIBIRE L’ANSIA mediante un CONTROCONDIZIONAMENTO.
Nel controcondizionamento la persona apprende una nuova risposta fisiologica incompatibile con la
risposta già esistente: se la risposta esistente a uno stimolo è l’ansia, allora l’obiettivo può consistere nel
fare in modo che la persona apprenda una nuova risposta allo stimolo, come ad esempio il rilassamento!
Quando la persona impara , grazie a nuove esperienze di condizionamento classico, a reagire con il
rilassamento allo stimolo che precedentemente produceva la paura, l’ansia, questa dovrebbe svanire
(AVVIENE OVVIAMENTE PER FASI: es. fasi della desensibilizzazione all’ansia pag. 444).
Wolpe mette in discussione così la CONEZIONE PSICOANALITICA: secondo la quale, fino a quando i conflitti
sottesi non vengono risolti , il paziente tende a sviluppare un nuovo sintomo al posto di quello rimosso; ma
secondo i comport. nessun sintomo è provocato da conflitti inconsci, esiste solo una risposta disadattiva
appresa e quando questa risposta è eliminata, non verrà sostituita da un’altra risposta disadattiva.
BOX : CHE COSA RENDE AI NOSTRI OCCHI ALCUNI CIBI DELIZIOSI E ALTRI STOMACHEVOLI? PAG. 445.
La base della procedura del CONDIZIONAMENTO OPERANTE è rappresentata dal CONTROLLO DEL
COMPORTAMENTO attraverso la MANIPOLAZIONE DELLE RICOMPENSE E DELLE PUNIZIONI
NELL’AMBIENTE, in particolare nell’ambiente sperimentale.
Tuttavia il suo lavoro si estese oltre il laboratorio e costruì una BABY BOX per meccanizzare la sorveglianza
del bambino; le TEACHING MACHINE , macchine per insegnare che dispensavano ricompense ed erano
applicate nell’insegnamento delle materie scolastiche ; ed elaborò una procedura per utilizzare i piccioni in
campo militare per portare i missili al bersaglio.
- Scrisse un romanzo WALDEN DUE, nel quale descrive un’utopia basata sul controllo del comportamento
umano attraverso il rinforzo positivo (ricompensa) , invece della punizione. Skinner aderì all’idea che la
scienza del comportamento umano e la tecnologia che ne sarebbe derivata avrebbero dovuto essere
sviluppate al servizio del genere umano (SIAMO TUTTI INEVITABILMENTE SOTTO IL CONTROLLO
DELL’AMBIENTE).
LA STRUTTURA.
L’unità strutturale nell’approccio comportamentista generale, e in particolare in quello di Skinner, è la
RISPOSTA.
Una risposta può andare da una semplice reazione riflessa (salivazione), a espressioni comportamentali
complesse (soluzione di un problema matematico).
E’ fondamentale che la risposta rappresenti una manifestazione esterna e osservabile di un
comportamento e che si possa mettere in rapporto con eventi ambientali: il processo di apprendimento
sottende l’associazione di risposte ad eventi nell’ambiente.
Skinner distingue tra:
-risposte sollecitate da stimoli conosciuti ( chiusura della palpebra ad un soffio d’aria);
-risposte che non possono essere associate a nessun stimolo, queste risposte provengono dall’organismo e
sono definite OPERANTI gli stimoli dell’ambiente non costringono l’organismo a comportarsi in un certo
modo , né lo incitano ad agire, la causa iniziale del comportamento è nell’organismo stesso. L’OPERANTE E’
PROPRIO L’ORGANISMO.
MA IN CHE MODO GLI ANIMALI APPRENDONO AZIONI PIU’ COMPLESSE RISPETTO AD ABBASSARE UNA
LEVA?
Secondo skinner il comportamento complesso è la conseguenza di un processo noto come
MODELLAMENTO o APPROSSIMAZIONE SUCCESSIVA: mediante un processo graduale, costruito passo dopo
passo, si rinforzano sempre più i comportamenti complessi che in questo modo si avvicinano al
comportamento a cui si aspira. Il comportamento viene ‘modellato’ fino a quando non corrisponde alla
risposta desiderata (es. topino che deve correre a cerchio).
L’APPRENDIMENTO COMPLESSO UMANO PUO’ AVVENIRE SULLA BASE DI UN PROCESSO GRADUALE DI
APPROSSIMAZIONI SUCCESSIVE.
-Oltre all’uso di eventi piacevoli per il rinforzo, Skinner osserva che anche l’eliminazione o il ritiro di uno
stimolo sgradevole può servire come rinforzo: per esempio provo ansia all’idea di partecipare ad un evento
sociale al punto da decidere di non partecipare e prendendo questa decisione l’ansia scompare. La
riduzione dell’ansia può rinforzare la decisione di non partecipare ad eventi sociali.
LA RIDUZIONE DELL’ASEPTTO NEGATIVO FUNZIONA DA RINFORZO.
-anche le PUNIZIONI hanno un ruolo in questa teoria: nella punizione , uno stimolo ostile, avversivo, segue
una risposta , riducendo la probabilità che quella risposta si presenti di nuovo.
Generalmente gli skinneriano NON SONO A FAVORE DELLE PUNIZIONI, I CUI EFFETTI SONO TEMPORANEI E
LA CUI SOMMINISTRAZIONE PUO’ INDURRE LE PERSONE ALLA RIBELLIONE: ha semore sottolineato Skinner
il valore del rinforzo positivo per modellare il comportamento.
LA CRESCITA E LO SVILUPPO.
Per Skinner i bambini apprendono un numero sempre maggiore di risposte in conseguenza di esperienze di
rinforzo che si verificano naturalmente.
Questa concezione MECCANICISTICA dello sviluppo presenta implicazioni pratiche che possono essere
vantaggiose:
- i genitori devono stare attenti a COME e a QUANDO rinforzano il comportamento del bambino: devono
rinforzare il comportamento positivo immediatamente dopo la messa in atto;
-lo sviluppo non è una sequenza di fasi, non esistono conflitti che tutti sperimentano: L’INSIEME DI
COMPORTAMENTI CHE L’INIDIVIDUO PUO’ METTERE IN ATTO AUMENTA PER GRADI, QUANDO QUESTI
SPERIMENTA IL RINFORZO.
LA PSICOPATOLOGIA.
La patologia comportamentale non è un disturbo , è un modello di risposta appreso.
Gli skinneriani si dichiarano contrari a qualsiasi concetto di inconscio o di ‘personalità malata’: gli individui
non sono malati, semplicemente NON RISPONDONO IN MODO ADEGUATO AGLI STIMOLI ( deficit
comportamentale), o non riescono ad imparare una risposta, o imparano una risposta disadattiva.
IL RINFORZO E’ IMPORTANTE NON SOLO PER L’APPRENDIMENTO DELLE RISPOSTE, MA ANCHE PER
SOSTENERE IL COMPORTAMENTO: uno dei possibili risultati della mancanza di rinforzo da parte
dell’ambiente è la depressione.
- Quando una persona apprende una RISPOSTA DISADATTIVA il problema che emerge è che tale risposta
non è considerata accettabile dalla società o dagli altri individui ( N.B. comportamento superstizioso: si
sviluppa a causa di un rapporto fortuito tra una risposta e un rinforzo).
Un ultimo aspetto importante è quello che illustra la distinzione tra un APPROCCIO SIGN E UN APPROCCIO
SAMPLE alla valutazione del comportamento:
-APPROCCIO SIGN: una determinata risposta al test viene considerata un indicatore di una certa
caratteristica interiore dell’individuo; ( es. ‘mi piacciono le feste’ – un teorico dei tratti presume sia
estroverso)
-APPROCCIO SAMPLE: ed è quello che adottano i comportamentisti! Quando valutano una persona che
produce una certa risposta , i comportamentisti considerano la risposta come un campione di
comportamento, ossia un esempio del tipo di comportamento che la persona adotta quando affronta un
determinato stimolo ( es. ‘mi piacciono le feste’- il comp. deduce che questo comportamento , in passato, è
stato rinforzato in questo individuo, non vi sono inferenze circa le strutture psicologiche).
IL CAMBIAMENTO COMPORTAMENTALE.
Hanno elaborato una tecnica per utilizzare i principi del rinforzo in contesti reali: ECONOMIA DELLE
RICOMPENSE SIMBOLICHE o TOKEN ECONOMY.
L’utilizzo della proprietà associativa dei rinforzi è alla base dei programmi di token economy, una
procedura strutturata basata sui rinforzi condizionati.
In questa procedura i rinforzi condizionati sono gettoni (tokens) o altri oggetti simbolici stabiliti per
convenzione che uno o più soggetti possono guadagnare e successivamente scambiare con altri
rinforzatori.
In altre parole la token economy è un contratto educativo con il quale una o più persone pattuisce con
l’educatore che l’accesso a certi rinforzatori (alimenti extra, beni, oggetti, attività piacevoli, ecc..) avverrà
previo pagamento di un certo numero di gettoni o altri oggetti simbolici. I gettoni si ottengono emettendo
determinati comportamenti previsti dal contratto. Appare evidente che i gettoni hanno la stessa funzione
del denaro e come questi sono dei rinforzatori simbolici e generalizzati.
I programmi di token economy sono stati utilizzati in svariati contesti istituzionali e comunitari come
strutture psichiatriche o per persone con ritardo mentale, istituti di minori a rischio devianza, contesti
scolastici normali (scuole di ogni grado dalla materna all’università), contesti famigliari normali (per es. per
stimolare condotte positive nei figli), contesti comunitari non istituzionalizzati per incentivare per esempio
la raccolta differenziata o per stimolare comportamenti che facilitano l’ottenimento di un posto di lavoro in
soggetti socialmente svantaggiati.
LIBERO ARBITRIO?
Il comportamentismo operante di Skinner presenta un’implicazione scomoda, lui stesso ne era
consapevole, gli individui NON POSSIEDONO IL LIBERO ARBITRIO.
Se l’ambiente, e non noi stessi, è la causa del nostro comportamento, noi allora non disponiamo veramente
della libertà d’azione, non abbiamo libera scelta.
Skinner era consapevole del fatto che le persone credono di possedere il libero arbitrio ma riteneva che tale
credenza non fosse altro che un’illusione.
Es. presenza del poliziotto\rallento – compro una macchina rossa perché mi piace\esperienze del passato
hanno contribuito a determinare quel comportamento.
Nei casi in cui le cause ambientali del comportamento sono complesse, le persone perdono traccia di tali
cause ambientali e sbagliando concludono che il loro comportamento è stato causato da un unico fattore:
se stessi.
Skinner non mette in discussione il libero arbitrio per turbare le persone: piuttosto riteneva che la soluzione
dei problemi sociali e personali richiedesse un’applicazione della tecnologia comportamentista; ed era
convinto che le persone non avrebbero accettato questa tecnologia se fossero state del parere che
avrebbero calpestato il loro libero arbitrio.
LA VALUTAZIONE CRITICA.
La prospettiva comportamentista è in forte contrasto con le teorie della personalità esposte
precedentemente, tale contrasto emerge se si considera quanto un comportamentista affermerebbe a
proposito di queste teorie:
- PSICOANALISI: sarebbe accusata di totale mancanza di scientificità , poiché specula su variabili interiori
invisibili che non possono essere osservate;
-FENOMENOLOGIA: una concezione ingenua che cade nella trappola di considerare gli individui come cause
del proprio comportamento;
-TEORIA DEI TRATTI: tratta aspetti superficiali del comportamento invece di indagare sulle cause del
comportamento.
MA LA PIU’ GRANDE DIFFERENZA E’ IL COMPORTAMENTISMO HA MENO SEGUACI DELLE ALTRE TEORIE, HA
AVUTO MENO SUCCESSO DELLE ALTRE.
LA TEORIA: SISTEMATICA?
I comportamentisti erano teorici molto sistematici: fenomeni diversi sono tutti spiegati mediante un
sistema concettuale unico, coerente, tutte le parti sono sistematicamente collegate.
Per loro è stato molto semplice correlare tutte le parti perché hanno MENO TEORIA, vale a dire che ne loro
approccio si riscontra minore teorizzazione sui processi e sulle strutture mentali interiori rispetto alle altre
teorie; non si occupa , come gli altri, di collegare l’uno all’altro i diversi costrutti teorici.
LA TEORIA: COMPRENSIVA?
Il comportamentismo ha ottime caratteristiche di completezza: questa teoria considera una vasta gamma di
fenomeni sociali e individuali.
LE APPLICAZIONI.
Hanno dimostrato una valida inclinazione pragmatica. Sono passati rapidamente da ricerche di laboratorio
a pratiche concepite per aiutare gli esseri umani. MA FORSE QUESTO PASSAGGIO E’ STATO TROPPO
RAPIDO!I comportamentisti non hanno sollevato la domanda di come la psicologia degli esseri umani si
differenzi da quella degli animali; malgrado ciò hanno cmq sviluppato ottime pratiche terapeutiche come la
TERAPIA COMPORTAMENTALE.
CAPITOLO 11
UNA TEORIA COGNITIVA: LA TEORIA DEI COSTRUTTI PERSONALI DI GEORGE KELLY.
Esaminiamo una terza teoria che è emersa dal contatto con i pazienti nel corso della terapia (Oltre a quella
di Freud e a quella di Rogi): un contatto in cui lo psicoterapeuta invece di focalizzarsi su una delle variabili
psicologiche , deve prendere in considerazione l’individuo globale, complesso, integro che si pone molti
obiettivi e sperimenta sentimenti diversi che coesistono.
Come Fred e Rogi, nelle vesti di clinici teorici, George KELLY aspira a comprendere l’individuo nella sua
interezza. La teoria di KELLY però si differenzia da quella di Freud e Rogers:
-Freud sottolineava le forze istintive dell’incoscio, mentre Kelly mette in evidenza la capacità umana di
riflettere su se stesso, sul mondo e sul futuro;
-I contributi di Rogi e di Kelly sono per alcuni versi simili, entrambi intendevano costruire una teoria della
persona globale e coerente. MA KELLY ha esplorato in maniera molto più dettagliata i PROCESSI COGNITICI
mediante i quali le persone categorizzano gli altri , le cose e costruiscono il significato a partire dagli eventi
quotidiani.
PERCHE’ IL LAVORO DI KELLY E’ DEFINITO TEORIA DEL ‘COSTRUTTO PERSONALE’?
Ha utilizzato la parola ‘costrutto’ per indicare idee o le categorie che le persone usano per interpretare il
mondo:
-alcune di queste categorie sono universali (es. categoria albero);
-altre categorie variano da persona a persona e le persone si differenziano per il fatto di possedere o meno
una data categoria e utilizzarla in una o nell’altra occasione (es. 2 studenti, ognuno identifica la prof come
‘severa’ oppure ‘scrupolosa’, usano costrutti personali diversi per interpretare il comportamento della
prof!) . L’uso di uno o di un altro costrutto avrà grandi implicazioni per i pensieri e i sentimenti che
l’individuo sviluperrà in seguito (uno ammirerà la prof per la sua scrupolosità\ l’altro si sentirà offeso).
Secondo KELLY , la personalità di un individuo può essere compresa sulla base di costrutti personali, o
meglio del SISTEMA DI COSTRUTTI PERSONALI che l’individuo utilizza per INTERPRETARE IL MONDO.
Questa teoria è definita ‘COGNITIVA’ che in psicologia si riferisce ai PROCESSI DI PENSIERO: una teoria della
personalità cognitiva, quindi, è una teoria che pone al centro dell’analisi della personalità e delle differenze
individuali l’analisi dei processi di pensiero dell’uomo. KELLY PERO’ NON UTILIZZAVA IL TERMINE
‘COGNITICO’ PER DESIGNARE LA PROPRIA TEORIA, riteneva fosse troppo RESTRITTIVO e che desse adito ad
una divisione artificiale tra cognizione (il pensiero) e l’affezione (il sentimento).
Tuttavia ‘cognitiva’ rimane ancora la classificazione più diffusa della teoria di KELLY e per buone ragioni:
gli individui applicano i propri costrutti nell’interpretazione degli eventi quotidiani mediante procedure
mentali denominate PROCESSI COGNITIVI ; essi includono la categorizzazione di persone e oggetti,
l’attribuzione di significato e predizione di eventi.
KELLY HA ANTICIPATO LO SVILUPPO DI UNA PSICOLOGIA COGNITIVA!
Kelly considerava una TEORIA UN’ESPRESSIONE SPERIMENTALE di quanto era stato osservato e di ciò che ci
si aspettava; una teoria ha un:
-AMBITO DI PERTINENZA , che indica i confini dei fenomeni entro i quali la teoria stessa può agire;
-FUOCO DI PERTINENZA, che indica i punti, all’interno dei confini, nei quali la teoria funziona al meglio.
Tutte le teorie hanno ambiti e fuochi di pertinenza diversi.
Inoltre, per Kelly, una teoria viene modificata o abbandonata quando non conduce più a nuove previsioni o
porta a previsioni non corrette.
Oltre a sottolineare l’utilità della teoria, Kelly ha messo in discussione alcuni assunti tradizionali:
-enfasi sulla misurazione dei costrutti, porta erroneamente i teorici a considerare i concetti teorici come se
fossero aspetti reali nella testa delle persone; lo psicologo diventa un tecnico statistico invece di essere uno
scienziato che studia la mente umana;
-Kelly lascia spazio ai METODI CLINICI, in contrapposizione ai metodi puramente sperimentali;
-la scienza dovrebbe concentrarsi su problemi importanti; secondo Kelly molti psicologi temevano che la
loro materia potesse non essere riconosciuta come scienzaq e questo timore li portava ad evitare di
studiare gli aspetti importanti dell’esperienza umana che sono difficili da verificare sperimentalmente.
KELLY INSISTEVA AFFINCHE’ GLI PSICOLOGI SMETTESSERO DI PERSEGUIRE IN MODO RIGIDO LA
SCIENTIFICITA’ E SI DEDICASSERO AL COMPITO DI COMPRENDERE LE PERSONE.
Comunque, i costrutti che le persone utilizzano sono organizzati come PARTE DI UN SISTEMA , laddove i
costrutti si differenziano sulla base delle circostanze a cui sono riferiti ed ogni costrutto , quindi, ha
all’interno del sistema un ambito e un fuoco di pertinenza.
Inoltre, alcuni costrutti sono PIU’ IMPORTANTI DI ALTRI nel sistema , così esistono:
-COSTRUTTI NUCLEARI: basilari per il funzionamento di una persona ;
-COSTRUTTI PERIFERICI: molto meno importanti ;
Es. qualcuno che non considera tanto l’arte ma ha una forte credenza religiosa avrà: costrutto ‘creativo-non
creativo’ come periferico, e il costrutto ‘peccaminoso-virtuoso’ come centrale!
Il sistema di costrutti è organizzato GERARCHICAMENTE:
-COSTRUTTI SUPERORDINATI: costrutti specifici e più circoscritti ( CANE);
-COSTRUTTI SUBORDINATI: ognuno di quei costrutti contiene questo costrutto, ancora più circoscritti.
(PASTORE TEDESCO);
E’ IMPORTANTE NOTARE CHE i costrutti all’interno del sistema di una persona sono interrelati e un
cambiamento in un aspetto del sistema determina cambiamenti anche in altri parti del sistema;
sebben quasi tutti i costrutti siano coerenti tra loro , alcuni possono essere in conflitto e generare in questo
modo TENSIONE E DIFFICOLTA’ NELLA PERSONA QUANDO DEVE OPERARE DELLE SCELTE.
BOX: TROVARE LE PAROLE PER ESPRIMERE QUELLO CHE SI GUSTA, SI VEDE E SI ODORA PAG. 486
Altri lavoro hanno permesso di acquisire ulteriori dati sulla complessità\semplicità cognitiva:
1.Le persone con un alto grado di complessità si distinguono da quelle con un basso grado di complessità
per il MODO IN CUI GESTISCONO LE INFORMAZIONI INCOERENTI SU UNA PERSONA; le persone con un
grado di complessità alto elaborano un’impressione e non trascurano le informazioni che contrastano tale
impressione, sono quindi più abili nel comprendere e nell’immedesimarsi in ruoli altrui.
(complessità=apertura dei big five);
2.Complessità delle credenze riguardanti il sé :
PATRICIA LINVILLE-ha affermato che le persone si differenziano per quanto riguarda il livello di complessità
del sé. Alcuni individui possiedono un numero limitato di credenze sul sé che manifestano nelle poche
circostanze e nei pochi ruoli della propria vita; altri , invece, sono coinvolti in numerosi ruoli nella vita e
possiedono una ricca schiera di abilità diverse, tendenze personali, ognuna delle quali entra in gioco in
contesti diversi, a questo tipo di persone viene associato un grado elevato di complessità del sé.
La ricerca di Linville indica che i livelli elevati di complessità hanno anche la capacità di ridurre lo STRESS,
sembrano cavarsela meglio dal punto di vista emotivo in situazioni stressanti. ES. se uno studente con un
alto livello di complessità del se, non supera l’esame, l’esistenza di altri ruoli ((lavoratore, genitore, ecc)
nella sua vita sembra aiutarlo a distrarsi e ad evitare di prolungare lo stato d’animo negativo.
3. Complessità dell’identità sociale: complessità delle rappresentazioni mentali che gli individui hanno dei
gruppi sociali a cui appartengono.
BOX: UN REP TEST PER BAMBINI-IN CHE MODO I PICCOLI COSTRUISCONO LA PERSONALITA’? pag. 492
IL PROCESSO.
Si allontana dalle tradizionali teorie della MOTIVAZIONE. La motivazione presuppone che una persona sia
inerte e abbia bisogno di qualcosa per attivarsi; ma se supponiamo che le persone fondamentalmente siano
attive, il problema di ciò che sprona all’azione un organismo inerte viene superato.
ANTICIPARE GLI EVENTI.
Un compito della psicologia scientifica consiste nello spiegare le ragioni per cui gli esseri umani sono attivi e
orientano le proprie azioni verso un obiettivo o un altro; questa capacità dell’uomo veniva spiegata spesso
in termini di ‘motivazione’, ma abbiamo detto che Kelly rifiuta questo concetto. E allora come lo spiega?
Ha affrontato questo tema in quello che ha definito il POSTULATO FONDAMENTALE DELLA TEORIA DEI
COSTRUTTI PERSONALI: i processi psicologici delle persone sono canalizzati dal modo in cui le persone
anticipano gli eventi, sono modellati dalle anticipazioni del futuro fatte dagli individui.
Le persone impiegano il proprio sistema di costrutti personali per anticipare ciò che il futuro riserverà per
loro.
Ma che cosa spiega la direzione del comportamento?
Di nuovo, al apri dello scienziato, le persone orientano il proprio comportamento nella direzione che , a loro
giudizio, offre maggiori opportunità di anticipare gli eventi futuri; gli scienziati cercano di sviluppare teorie
migliori che conducano alla previsione efficace degli eventi, e gli individui cercano di sviluppare sistemi di
costrutti migliori.
Operando la scelta di un costrutto particolare, l’individuo, in un certo senso, fa una ‘scommessa’ ,
anticipando un evento o una serie di eventi:
-se l’evento anticipato si verifica, la previsione è confermata e il costrutto convalidato , almeno per il
presente;
-se l’evento anticipato non si verifica, la previsione non è confermata e il costrutto è invalidato. In questo
caso, il soggetto deve sviluppare un nuovo costrutto o rendere più flessibile o espandere il vecchio
costrutto fino a includere la previsione dell’evento che si è verificato.
GLI INDIVIDUI QUINDI SANNO CHE I PROPRI COSTRUTTI POTREBBERO E DOVREBBERO ESSERE CAMBIATI:
cercano di convalidare ed espandere i propri sistemi di costrutti.
Deve essere chiaro che Kelly non ipotizza che l’individuo ricerchi la certezza, le persone cercano di
anticipare eventi e di ampliare l’ambito di pertinenza o i confini nei propri sistemi di costrutti.
Questi tre concetti sono importanti perché: c’è un’interazione tra il desiderio dell’individuo di mantenere,
rafforzare, espandere il sistema di costrutti e il desiderio di evitare la minaccia di distruzione di quel
sistema.
LA CRESCITA E LO SVILUPPO.
In quest’ambito la teoria non è pienamente sviluppata.
Kelly non ha mai esplicitato le origini dei sistemi di costrutti.
In generale, la ricerca in campo evolutivo associata alla teoria dei costrutti personali ha messo in rilievo 2
tipi di cambiamento:
1. Crescita della complessità nel sistema di costrutti in relazione all’età: ipotesi secondo cui nel corso dello
sviluppo il bambino tende a costruire un numero crescente di costrutti a lui accessibili che operano
differenziazioni sempre più sottili e mostrano un’organizzazione gerarchica o integrazione.
2. Modificazioni qualitative nelle caratteristiche dei costrutti e nella capacità dei bambini di essere più
empatici o consapevoli nei confronti dei sistemi di costrutti di altre persone: durante la crescita i bambini
diventano sempre più consapevoli che numerosi eventi non sono collegati al sé , e sempre più capaci di
valutare i costrutti altrui.
MA QUALI SONO I FATTORI CHE DETERMINANO LA CRESCENTE COMPLESSITA’ DEI SISTEMI DI COSTRUTTI,
LE STRUTTURE COGNITIVE COMPLESSE?
1. Collegato alla molteplicità di ambienti culturali ai quali i soggetti sono esposti nell’infanzia;
2. I genitori di bambini dotati di elevata complessità cognitiva garantivano una maggiore autonomia, erano
meno autoritari e quindi i bambini avevano più possibilità di fare tante e nuove esperienze;
3. I bambini che sperimentano una minaccia duratura e grave da parte di genitori autoritari, tendono a
sviluppare sistemi di costrutto limitati e flessibili.
LE APPLICAZIONI CLINICHE.
LA PSICOPATOLOGIA.
Secondo Kelly, la psicopatologia è una RISPOSTA DISTURBATA ALL’ANSIA: viene definita come un
funzionamento disturbato del sistema dei costrutti.
Un individuo dal comportamento anomalo conserva immodificato il proprio sistema di costrutti nonostante
ripetute previsioni scorrette.
Secondo Kelly il COMPORTAMENTO UMANO E’ ORIENTATO IN ULTIMA ANALISI AD ALLONTANARE L’ANSIA:
i disturbi psicologici implicano l’ansia e i tentativi falliti di ristabilire un senso di padronanza
nell’anticipazione degli eventi. Sono fondamentali i tentativi delle persone di evitare l’ansia ed evitare la
minaccia.
Per difendersi dall’ansia e dalla minaccia, l’individuo adotta STRUMENTI DI PROTEZIONE: gli individui
possono reagire in maniera tale da rendere i propri costrutti impossibili da verbalizzare , non disponibili
consciamente, quindi per es. di fronte all’ansia le persone talvolta sommergono un polo di un costrutto o
sospendono quegli elementi che non si adattano al costrutto (molto simile alla repressione freudiana).
CASO DI JIM.
LA VALUTAZIONE CRITICA.
L’OSSERVAZIONE SCIENTIFICA: BANCA DATI.
Questo criterio lo soddisfa a pieno: in quanto clinico fa analisi dettagliate e profonde – in quanto teorico ha
elaborato il REP Test un mezzo sicuramente affidabile e obiettivo per la valutazione.
Per gli standard del XX secolo la banca dati è pregevole, per noi contemporanei la banca appare limitata: le
sue osservazioni non comprendono la diversità culturale; non aveva le tecniche dei tempi di reazioni o di
priming impiegate dagli psicologi cognitivo-sociali che condividono l’interesse di Kelly per i sistemi di
costrutti ( ma cmq questa è una critica forzata).
LA TEORIA: SISTEMATICA?
E’ altamente sistematica: stile logico, formale, mostra una serie di postulati teorici e corollari associati, è
riuscito a mettere in relazione ogni elemento .
LA TEORIA: COMPRENSIVA?
-E’ comprensiva quando accettiamo l’assunto che in alcune circostanze noi ci muoviamo come scienziati ma
anche se fornisce un ritratto eccellente di quelle circostanze in cui le persone agiscono ‘come scienziati’ , le
altre circostanze che fine fanno? Le circostanze in cui ci si innamora? Si è folli? Si è ispirati?
-poco comprensiva per quanto riguarda il processo: come sa l’individuo quale costrutto sarà lo strumento
di previsione migliore?
-discussione sulla crescita e lo sviluppo troppo limitata;
-non dice come le emozioni influenzano i costrutti;
-come Rogers, kelly si concentra di più sull’uomo come essere cognitivo e sociale, che come essere
biologico ( es. studio della cognizione EMBODIED, la cognizione è data dal lavoro di tanti sistemi neuronali,
come uditive, visive, motorie);
LE APPLICAZIONI.
E’ sicuramente un punto di forza!
Ha fondato la teoria a partire da esperienze cliniche ed ha arricchito la teoria , ha trasformato la teoria, in
un grandioso approccio terapeutico.
Il suo lavoro inoltre ha contribuito in maniera significativa al pensiero dei teorici cognitivo-sociali
CAPITOLO 12.
LA TEORIA COGNITIVO-SOCIALE : BANDURA E MISCHEL.
La teoria cognitivo-sociale affonda le proprie radici nella tradizionale teoria comportamentale e
dell’apprendimento: si è spostato il focus di attenzione dal comportamento degli animali in gabbia, verso le
azioni e le esperienze degli esseri umani inseriti nel contesto sociale. Rispecchiando queste origini,
l’approccio cognitivo-sociale era noto all’inizio come ‘teoria dell’apprendimento sociale’ ed è diventata
‘cognitivo-sociale’ perché richiama l’attenzione su 2 caratteristiche:
1. I processi di pensiero dell’uomo o processi cognitivi;
2. La cognizione si sviluppa nel contesto sociale, attraverso l’interazione sociale;
WALTER MISCHEL.
Nasce a Vienna e trascorre i suoi primi nove anni di vita ‘a giocare nei pressi della casa di Freud’.
Inizialmente Mischel credeva che la psicoanalisi presentasse un’esauriente concezione dell’uomo, ma
questo entusiasmo si acquietò quando cercò di applicare inutilmente le idee della psicoanalisi lavorando
come operatore sociale con ‘giovani delinquenti’; dovette scegliere una strada diversa!
Aveva studiato , all’uni dell’ohio, sia con Kelly che con Rotter ( il quale avevano applicato i principi
comportamentisti agli umani, esplorando le aspettative delle persone circa i rinforzi ambientali).
L’INFLUENZA DI KELLY: si osserva nell’interesse di Mischel per i costrutti attraverso i quali le persone
codificano l’informazione;
L’INFLUENZA DI ROTTER: si evidenzia nello studio di Mischel sui valori e le aspettative che determinano
l’azione in una situazione specifica.
-Come Bandura è entrato alla STANFORD e in questo periodo ha partecipato ad un progetto di valutazione
dei Corpi di pace, esperienza che lo ha profondamente influenzato: in questo progetto le misure dei tratti
erano di scarso aiuto nella previsione della prestazione ; tale risultato rende Mischel ancora più scettico
rispetto all’utilità della teoria dei tratti e altre teorie come la psicoanalisi.
Tale scetticismo trova la sua più alta espressione nel volume ‘Personality and Assessment’: qui mette in
discussione tutti gli assunti teorici e le pratiche metodologiche associate alla psicoanalisi e alla teoria dei
tratti. Come descrive questo scetticismo?
Scetticismo circa l’utilità di variabili della personalità ampiamente generalizzate, come i tratti :
caratterizzare gli individui secondo dimensioni di tratti comuni ha permesso sintesi dei LIVELLI MEDI DI
COMPORTAMENTO, senza mai cogliere quella capacità di utilizzare comportamenti diversi in diverse
situazioni. Come è possibile che questi diversi modi di essere nelle diverse situazioni rappresentino dei
modelli stabili che caratterizzano per lungo tempo una persona?
MA OLTRE A CITARE GLI APPROCCI PRECEDENTI E CRITICARLI, HA PROPOSTO UN’ALTERNATIVA: una serie di
variabili personali cognitivo-sociali, spiegando in che modo queste variabili potessero essere comprese
come un sistema complesso di processi emotivi e cognitivi che sono alla base dell’individualità umana.
COMPETENZE E ABILITA’.
Le differenze che osserviamo tra le persone riflettono le diverse abilità degli individui nell’esecuzione di
diversi tipi di azione (es. alcuni individui agiscono in maniera introversa perché manca loro l’abilità sociale
necessaria per mettere in atto azioni disinvolte e socialmente efficaci);
Le competenze comprendono sia i modi di pensare i problemi della vita sia le abilità comportamentali per
mettere in atto le possibili soluzioni; essi comprendono 2 TIPI DI CONOSCENZA:
-CONOSCENZA DICHIARATIVA: una conoscenza che possiamo affermare a parole;
-CONOSCENZA PROCEDURALE: capacità comportamentali e cognitive che una persona possiede senza
essere in grado di spiegare l’esatta natura di tali capacità o in che modo le mette in atto (es. essere in grado
di rallegrare un amico);
LE COMPETENZE QUINDI COMPRENDONO UNA COMBINAZIONE DI CONOSCENZA DICHIARATIVA E
PROCEDURALE.
l’attenzione per le competenze presenta 2 IMPLICAZIONI:
1. SPECIFICITA’ DEL CONTESTO: le strutture psicologiche importanti in determinati contesti, possono essere
irrilevanti in altri; CONTESTI DIVERSI PRESENTANO SFIDE DIVERSE CHE RICHIEDONO COMPETENZE DIVERSE.
Questa caratteristica differenzia la teoria cognitivo-sociale dalle teorie dei tratti che propongono variabili
della personalità decontestualizzate, le quali la teoria cognitiva rifiuta spudoratamente , in particolare
quando si parla di ‘competenze cognitive’;
2. CAMBIAMENTO PSICOLOGICO: le competenze vengono acquisite attraverso l’interazione sociale e
l’osservazione del mondo sociale; una persona a cui mancano certe abilità in un ambito della vita, può
cambiare. Può impegnarsi in nuove interazioni e in nuove osservazioni del mondo e acquisire così nuove
competenze (applicazioni in campo clinico- incrementare le abilità delle persone).
CONVINZIONI E ASPETTATIVE.
3 modi di cui dispongono le persone per riflettere sul mondo:
1. -una serie di pensieri implica le convinzioni su COME E’ effettivamente il mondo : tali credenze sono le
CONVINZIONI;
-altri pensieri su COME SARA’ probabilmente in futuro il mondo: ASPETTATIVE – la teoria cognitivo-sociale
enfatizza in modo marcato il ruolo delle convinzioni circa gli eventi futuri;
2. come le cose DOVREBBERO ESSERE : STANDARD DI VALUTAZIONE , ossia criteri mentali per la valutazione
della bontà o del valore degli eventi;
3. pensieri che riguardano ciò che SI DESIDERA CONSEGUIRE IN FUTURO: OBIETTIVI PERSONALI.
ASPETTATIVE.
Le aspettative per il futuro sono una determinante fondamentale delle nostre azioni ed emozioni. Gli
individui hanno aspettative riguardanti temi come il probabile comportamento di altre persone, le
ricompense, le punizioni, la propria abilità, gestione dello stress, le sfide: è questo sistema di pensieri circa il
futuro che costituisce le aspettative della persona.
anche le aspettative, come le competenze, possono variare nelle diverse situazioni: le persone diversificano
le situazioni e si aspettano diverse opportunità, diverse ricompense o limitazioni nei diversi contesti
(la maggior parte dei teorici cognitivi esaminano le aspettative in situazioni legate al contesto anche se
studiano le aspettative generalizzate). Cmq i teorici riconoscono che questa DISCRIMINAZIONE DEI
CONTESTI è fondamentale per la SOPRAVVIVENZA.
-Quando costruiscono le proprie aspettative, le persone raggruppano le situazioni in modo idiosincratico
(incompatibile): un individuo raggruppa magari situazioni che riguardano la vita sociale e la vita scolastica, e
forse ha aspettative elevate in un campo e aspettative basse nell’altro. Un’altra persona può pensare alle
situazioni in termini di circostanze rilassanti e circostanze che mettono ansia – e sia le circostanze rilassanti
che quelle che provocano ansia possono verificarsi tanto a scuola quanto nella vita sociale. Un’altra
persona ancora può possedere una categoria cognitiva del tipo ‘opportunità di ottenere un appuntamento’
e queste opportunità possono mettere ansia o essere rilassanti, e verificarsi sia in contesti sociali che nella
vita scolastica LE PERSONE POSSONO SCOMPORRE LE SITUAZIONI DELLA PROPRIA VITA IN MODI DIVERSI
E POSSONO QUINDI MANIFESTARE PATTERN IDIOSINCRATICI DI ASPETTATIVE E DI COMPORTAMENTO
SOCIALE;
-Questa caratteristica sulle aspettative, distingue la teoria cognitivo-sociale dalla TEORIA
COMPORTAMENTISTA: secondo il comport. il comportamento era causato dalle ricompense e dalle
punizioni proveniente dall’ambiente; in questa teoria cognitiva invece il comportamento è spiegato in
termini di ASPETTATIVE RIGUARDANTI LE RICOMPENSE E LE PUNIZIONI DELL’AMBIENTE: ciò spiega il motivo
per cui deu persone diverse possono reagire in maniera diversa allo stesso ambiente, possono sviluppare
aspettative diverse.
L’AUTOEFFICACIA E LA PRESTAZIONE.
Le percezioni di AUTOEFFICACIA, influenzano causalmente il comportamento.
Ma se riflettiamo bene, troviamo subito un contro-argomento: forse le percezioni di autoefficacia non
hanno realmente un ruolo causale , forse la VERA CAUSA è rappresentata da ALTRI FATTORI.
Un possibile fattore è il LIVELLO REALE DI ABILITA’: es. io so di poter alzare un peso di 2 kg e so anche di non
poter alzare un peso di 2 tonnellate; ma non è necessario ricorre alla nozione di autoefficacia per spiegare il
motivo per cui realmente riusciamo a sollevare il peso leggero e non quello pesante, il comprotamento
viene spiegato solo sulla base delle nostre capacità fisiche.
MA ALLORA, IN CHE MODO SAPPIAMO QUANDO DOBBIAMO RICORRERE ALLA NOZIONE DI AUTOEFFICACIA
PERCEPITA PER SPIEGARE IL COMPORTAMENTO?
Per rispondere sono state adottate alcune STRETEGIE SPERIMENTALI: si tratta di manipolare l’autoefficacia
percepita mantenendo costanti altri fattori, come le abilità reali dell’individuo, per vedere qual è la vera
causa del comportamento.
-TECNICA conosciuta come MANIPOLAZIONE DI ‘ANCORAGGIO’: l’ancoraggio si riferisce ad un PROCESSO DI
PENSIERO che entra in gioco quando le persone cercano di immaginare la risposta ad un problema ; accade
spesso che la risposta finale delle persone sia influenzata da quello che le persone stesse hanno pensato
inizialmente quando hanno cercato di risolvere il problema – LA LORO RISPOSTA FINALE E’ ANCORATA ALLA
LORO IDEA INIZIALE. Ciò accade anche quando l’idea iniziale è determinati da fattori che sono casuali e
irrilevanti per il problema: presentare valori di ancoraggio casuali , è un modo di manipolare
sperimentalmente i giudizi delle persone (vedi esempio estrazione numero- indovina il numero della
popolazione della Russia- sono influenzata dal numero estratto a caso nel tentativo di indovinare la
popolazione pag. 533) .
-CERVONE E PEAKE: hanno applicato le tecniche di ancoraggio.
Prima di eseguire un compito composto da una serie di item , i partecipanti dovevano giudicare se
sarebbero stati in grado di risolvere ‘più o meno di X’ item propositi, laddove X è un numero preso a caso
dal cappello e corrisponde ad un livello di prestazione elevato o scarso. Il numero di item che sarebbero
riusciti a risolvere corrisponde al loro livello di autoefficacia, un’autoefficacia però in questo caso
MANIPOLATA.
-se dal cappello esce 5, loro prendono il numero 5 come orientativo, come un’idea iniziale al quale
ancorarsi e dicono di risolvere dai 3 ai 6 item (SCARSO LIVELLO DI AUTOEFFICACIA );
-se dal cappello esce 20, dicono di risolvere dai 15 ai 22 item (ALTO LIVELLO DI AUTOEFFICACIA);
Le persone però, si rivelano diverse per quanto riguarda l’autoefficacia percepita, mentre sono le stesse per
quanto riguarda altri fattori, come le reali abilità ad un compito .
PROVE DEL FATTO CHE LE PERCEZIONI SOGGETTIVE CHE LE PERSONE HANNO DI SE STESSE ESERCITANO
UN’INFLUENZA UNICA E CAUSALE SUL LORO COMPORTAMENTO: influenzano le azioni e le decisioni
successive.
- una chiara prova anche contro il comportamentismo: se si manipolano le percezioni di autoefficacia , si
riscontrano delle modificazioni nel comportamento successivo, ciò suggerisce che le PERCEZIONI DI
AUTOEFFICACIA hanno un RUOLO CAUSALE , sono la VERA CAUSA, e non sono semplicemente correlate con
altri fattori che rappresentano le vere cause del comportamento, come le reali abilità o come i fattori sociali
(ciò che pensavano i comportamentisti= ambiente è la causa del comportamento).
GLI OBIETTIVI.
Un obiettivo è una rappresentazione mentale dell’intento di un’azione o di una linea d’azione: un’idea è
che la capacità delle persone di prevedere il futuro consente loro di stabilire obiettivi specifici di azione e di
motivare e guidare il proprio comportamento.
GLI OBIETTIVI CONTRIBUISCONO A SVILUPPARE LA CAPACITA’ UMANA DI AUTOCONTROLLO: CI GUIDANO
NELL’ATTO DI STABILIRE LE PRIORITA’ E DI SCEGLIERE TRA LE SITUAZIONI, CI PERMETTONO DI
ORGANIZZARE IL NOSTRO COMPORTAMENTO IN UN ARCO DI TEMPO AMPIO.
-Gli obiettivi di una persona sono organizzati in un SISTEMA, all’interno del quale alcuni obiettivi sono più
importanti di altri, si può facilmente capire che sono quindi organizzati gerarchicamente.
I sistemi di obiettivi però NON SONO RIGIDI E FISSI: le persone hanno la possibilità di scegliere tra gli
obiettivi, sulla base di ciò che ritengono importante al momento, delle opportunità ambientali del
momento, dei loro giudizi di autoefficacia legati alla realizzazione di un obiettivo.
Gli obiettivi in relazione ad un compito possono differire in molti modi:
-una variazione ovvia è il LIVELLO DI SFIDA, DI DIFFICOLTA’ DELL’OBIETTIVO;
-VICINANZA o PROSSIMITA’ DELL’OBIETTIVO , un obiettivo prossimo o un obiettivo per il futuro- ricerche
sostengono che l’obiettivo prossimo ha un’influenza maggiore sul comportamento della persona , questo
accade , in parte, perché gli obiettivi a lungo termine permettono all’individuo di procedere più lentamente
nel presente;
-SIGNIFICATO SOGGETTIVO DELL’ATTIVITA’, che porta alla differenziazione di :
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
OBIETTIVI DI PRESTAZIONE
Gli obiettivi, inoltre, sono collegati alla struttura ASPETTATIVE: le aspettative influenzano il processo di
definizione degli obiettivi. Quando scelgono gli obiettivi, le persone riflettono sulle proprie aspettative
riguardanti la prestazione, ciò vuol dire che coloro che hanno percezioni più elevate di autoefficacia spesso
si pongono obiettivi più elevati ed il loro impegno per realizzarli è maggiore.
Per contro, gli obiettivi possono influenzare e interagire con le aspettative quando le persone lavorano al
compito e ricevono i feedback relativi alle prestazioni (es. del ragazzino che prende il voto ad un esame
uguale a quello di tutta la classe, mentre il suo obiettivo era prendere un voto alto per impressionare la
classe e il docente- è sfiduciato e crede che non potrà più raggiungere il proprio obiettivo in quel corso).
IL DETERMINISMO RECIPROCO.
Quando si analizza il comportamento di una persona si devono considerare 3 fattori: PERSONA,
COMPORTAMENTO, CONTESTO AMBIENTALE. In questo sistema tripartito come analizziamo le cause e gli
effetti? Cosa causa cosa?
Bandura afferma che la CAUSALITA’ è una VIA A DOPPIO SENSO DI MARCIA, LA CAUSALITA’ E’ RECIPROCA:
ognuno dei 3 fattori sono causa l’uno dell’altro. Persona, comportamento e ambiente devono essere
compresi come un SISTEMA DI FORZE che si influenza reciprocamente.
Il principio di determinismo reciproco si contrappone a quanto proposto dalle altre teorie:
-Alcune teorie spiegano il comportamento in termini di forze interiori: i conflitti interiori la psicoanalisi, le
motivazioni che sono alla base della realizzazione del sé nelle teorie fenomenologiche , le predisposizioni
genetiche delle teorie dei tratti, i modulo psicologici della psicologia evoluzionistica;
-Altre teorie spiegano il comportamento in termini di forse esterne: comportamentismo .
BANDURA RIFIUTA QUESTA DIATRIBA SULLE FORZE ‘INTERIORI VS ESTERIORI’.
LA PERSONALITA’ COME SISTEMA DI ELABORAZIONE COGNITIVO-EMOTIVO (MODELLO CAPS).
La personalità deve essere intesa come un sistema laddove per sistema si intende un insieme composto da
diverse parti che interagiscono tra loro. Le interazioni tra le parti , sebbene le parti siano relativamente
semplici, determinano la complessità del sistema: più le parti sono altamente interconnesse ed integrate,
più è possibile osservare forme di comportamento complesse e coerenti (es. cervello).
LA PERSONALITA’ E’ UN SISTEMA COMPLESSO: le variabili cognitivo-sociali non operano separatamente le
une dalle altre; le conoscenze, le emozioni, interagiscono tra loro in maniera organizzata , di conseguenza vi
è una COERENZA GENERALE NEL FUNZIONAMENTO DELLA PERSONALITA’.
-MMISCHEL E SHODA: hanno proposto un modello basato su un SISTEMA DI ELABORAZIONE COGNITIVO-
SOCIALE (CAPS), il quale presenta 3 caratteristiche fondamentali:
1. Le variabili cognitive ed emotive sono collegate in maniera complessa le une alle altre: i pensieri circa i
propri obiettivi possono sollecitare riflessioni sull’abilità , che a loro volta solleciteranno pensieri circa
l’autoefficacia , e tutto questo può influenzare le emozioni e le autovalutazioni.
2. Riguarda l’AMBIENTE SOCIALE: i diversi aspetti delle situazioni sociali attivano vari sottoinsiemi del
sistema della personalità.
3. Deriva dalla seconda caratteristica: se le diverse caratteristiche situazionali attivano parti diverse del
sistema della personalità , allora il comportamento delle persone dovrebbe variare in base alla situazione.
Questa forse è la QUALITA’ PIU’ DISTINTIVA DEL MODELLO CAPS ,secondo il quale non solo i livelli medi di
comportamento ma anche le VARIAZIONI comportamentali sono un aspetto determinante della
personalità.
-RICERCHE con l’obiettivo di illustrare il modello CAPS- MISCHEL E COLLEGHI:
ricerca campo estivo e ricerca del ‘se…allora’ non esperti in psicologia, pag. 545-546.
-Questo processo di modellamento è molto più complesso della semplice IMITAZIONE, la quale implica
semplicemente una riproduzione esatta di un pattern di risposta limitato: nel modellamento invece le
persone apprendono regole generali di comportamento osservando gli altri e successivamente possono
utilizzare queste regole per gestire i diversi tipi di comportamento;
-Allo stesso tempo questo concetto è anche più limitato del concetto freudiano di IDENTIFICAZIONE:
l’identificazione implica l’incorporazione di pattern di comportamento manifestati da un’altra persona;
mentre il modellamento implica l’acquisizione di informazioni attraverso l’osservazione di altri, senza però
che l’osservatore interiorizzi gli stili di azione mostrati dall’altro individuo.
INOLTRE il modello non deve essere necessariamente presente fisicamente ; nella società contemporanea
gran parte del modellamento avviene attraverso i mezzi di comunicazione, i media, la tv. Il punto è che i
media, spesso mostrano comportamenti antisociali e ciò non è benefico per le persone, soprattutto per i
bimbi che vengono plagiati da questi comportamenti.
HUESMANN- hanno verificato se l’esposizione alla violenza attraverso i media durante l’infanzia porti a
livelli di aggressività superiori nel corso della vita…confermano questa idea!
ACQUISIZIONE VS PRESTAZIONE.
Una parte importante della teoria del modellamento è rappresentata dalla distinzione tra :
-ACQUISIZIONE: un comportamento può essere appreso;
-PRESTAZIONE: il fatto che il comportamento venga o meno messo in atto dipenderà dalle ricompense e
dalle punizioni!
STUDIO DI BANDURA- a 3 gruppi di bambini era mostrato un modello nell’atto di esprimere un
comportamento aggressivo nei confronti di un bambolotto di plastica.
1 GRUPPO: in questo gruppo di bambini era mostrato il comportamento aggressivo del modello , ma non
era seguito da alcuna conseguenza;
2 GRUPPO: era seguito da ricompensa;
3 GRUPPO: era seguito da punizione.
Dopo l’osservazione, i bambini di tutti e 3 i gruppi, venivano esposti a 2 condizioni sperimentali:
1. Venivano lasciati soli in una stanza con molti giocattoli, tra cui un bambolotto;
2. I bambini ricevevano ricompense piacevoli quando riproducevano il comportamento del modello.
Due conseguenze:
1. I bambini mostravano un numero maggiore di comportamenti aggressivi di imitazione nella condizione di
‘presenza di incentivi’ – questo risultato ha messo in evidenza la distinzione tra acquisizione e prestazione!
2. I bambini che avevano assistito alla punizione del modello, eseguivano , rispetto agli altri due gruppi, un
numero molto inferiore di atti imitativi – questa differenza veniva cancellata se si offrivano ai bambini
incentivi quando riproducevano il modello.
LE CONSEGUENZE SUBITE DAL MODELLO INFLUENZANO L’ESECUZIONE DI ATTI AGGRESSIVI MA NON
L’APPRENDIMENTO DI TALI ATTI – osservare gli effetti di un comportamento su un’altra persona, il modello,
influenza la PRESTAZIONE ma non L’ACQUISIZIONE del comportamento.
IL CONDIZIONAMENTO VICARIO.
Su base cognitiva o su base emotiva, i bambini REAGIVANO alle CONSEGUENZE subite dal modello: si
ipotizza che i bambini abbiano imparato risposte emotive osservano il modello; è possibile condizionare su
base vicaria reazioni emotive quali paure e gioia!
Il PROCESSO DI APPRENDIMENTO di REAZIONI EMOTIVE mediante l’osservazione degli altri, è il cosiddetto
CONDIZIONAMENTO VICARIO: è stato dimostarto che i soggetti umani che hanno osservato un modello
esprimere una risposta di paura condizionata, sviluppano la risposta emotiva vicariamente condizionata da
uno stimolo precedentemente neutro .
ESPERIMENTO CONDOTTO SUGLI ANIMALI: delle scimmiette che osservano, in un tempo breve, come i
genitori si spaventano alla vista di un serpente, provano a loro volta una paura intensa e persistente nei
confronti dei serpenti.
L’AUTOREGOLAZIONE E LA MOTIVAZIONE.
Un secondo processo riguarda la MESSA IN ATTO DELLA CONOSCENZA ACQUISITA mediante osservazione:
quindi la MOTIVAZIONE.
L’idea è che le persone generalmente orientano e motivano le proprie azioni attraverso i loro processi di
pensiero, i cui processi fondamentali comprendono il sé. Sono le aspettative e gli obiettivi personali , il
‘parlare a se stessi’ che la teoria cognitivo-sociale considera il cuore della motivazione umana!
Il termine generale che indica i processi della personalità che implicano la motivazione autodiretta del
comportamento è AUTOREGOLAZIONE, significa che le persone sono in grado di MOTIVARE SE STESSE,
fissare obiettivi personali, pianificare strategie, valutare e modificare un comportamento.
L’autoregolazione comprende non solo avviare un percorso che porta alla realizzazione di un obiettivo, ma
anche evitare possibili distrazioni ambientali e impulsi emotivi che potrebbero interferire con
l’avanzamento .
Questo processo inoltre coinvolge TUTTE LE STRUTTURE COGNITIVO-SOCIALI e mette in rilievo la capacità
umana di previsione, la nostra capacità di anticipare i risultati o di anticipare addirittura la
soddisfazione\insoddisfazione generata dalla realizzazione\non realizzazione di un obiettivo, di fare
progetti sulla base di tali previsioni.
Quindi, l’autoefficacia percepita ha dimostrato effetti diversi sull’esperienza e sull’azione nei modi seguenti:
-SELEZIONE: le convinzioni di autoefficacia influenzano gli obiettivi che gli individui scelgono per se stessi
(autoefficacia elevata- obiettivi più difficili);
-IMPEGNO, PERSEVERANZA E PRESTAZIONE: le persone con elevata autoefficacia mostrano maggiore
impegno e persistenza ed ottengono prestazioni migliori rispetto a chi ha bassa autoefficacia;
-EMOZIONI: gli individui con convinzioni forti di autoefficacia affrontano i compiti con uno stato d’animo
migliore rispetto a chi ha bassa autoefficacia;
-COPING: gli individui con alta autoefficacia percepita sono più abili ad affrontare lo stress e la delusione
rispetto a coloro che hanno convinzioni di scarsa autoefficacia.
IN SOSTANZA: le persone considerano le possibili azioni e prendono decisioni sulla base dei risultati
anticipati (esterni e interni) e dell’autoefficacia percepita per mettere in atto i loro comportamenti. Una
volta messa in atto l’azione , il risultato viene valutato sulla base delle ricompense esterne da parte degli
altri e delle proprie autovalutazioni interne: le prestazioni di successo possono portare ad incrementare
l’autoefficacia o ad allentare l’impegno o a porsi standard ancora più elevati . Un fallimento della
prestazione può indurre a rinunciare o al contrario continuare nei tentativi, in base al valore del risultato
per il soggetto e per il suo senso di autoefficacia in relazione agli impegni futuri.
-Lavori successivi hanno dimostrato che il FATTORE FONDAMENTALE nel differimento della gratificazione è
rappresentato da ciò che passa per la mente dei bambini quando cercano di temporeggiare per aggiudicarsi
la ricompensa più grande . I bimbi, infatti, offrono buone prestazioni in questo compito se impiegano
STRATEGIE COGNITIVE che li distraggono dalle qualità della ricompensa; se i bambini fanno altro, allora
riescono a differire la gratificazione anche se le ricompense sono visibili (es. codifica caldo-freddo capitolo
14).
-Gli esiti delle analisi condotte da Mischel illustrano chiaramente la CAPACITA’ UMANA DI
AUTOCONTROLLO.
Mettiamo ora a confronto il suo approccio cognitivo-sociale con il comportamentismo: il comportamentista
che considera il paradigma di michi sostiene che il fattore principale del comportamento del bambino siano
le RICOMPENSE; ma il problema che emerge da questa osservazione è che i bimbi nelle diverse condizioni
sperimentali ricevevano tutti la stessa ricompensa, anche se alcune piccole ed altri grandi in consguenza
dello stesso comportamento.
Mischel quindi illustra il potere di quelle che il comportamentismo classico non ha mai considerato: LE
RAPPRESENTAZIONI MENTALI delle ricompense – si insegna ai bambini o a fare altro per temporeggiare o a
pensare a come i cioccolatini ricordano oggetti diversi dagli alimenti, come dei mattoncini da costruzione ,
o si chiede loro di costruire immagini mentali in cui pensano le ricompense come se fossero fotografie
invece di oggetti reali, ecc.
-Dato che questa ricerca riguarda i bambini, è lecito domandarsi quali siano le implicazioni dei risultati
rispetto al successivo sviluppo della personalità: Mischel ha studiato il problema mettendo in relazione i
punteggi relativi alla capacità dei bambini di differire la gratificazione e le misure della loro competenza
sociale e cognitiva nell’ADOLESCENZA ( capacità studiare grazie alle valutazioni dei genitori, valutazione
scolastica, quindi i voti, giudizi nella pagella,ecc).
I RISULTATI indicano una CONTINUITA’ tra le capacità di differimento dei bambini e le competenze sociali
nell’adolescenza: il bambino capace di differire la gratificazione diventa un adolescente attento, capace di
concentrazione, abile nell’esporre le proprie idee, ragionevole, competente, bravo, capace di rispondere
adeguatamente, di prevedere , di affrontare gli impegni con maturità, capacità di distrarre l’attenzione e di
controllarla in maniera strategica rispetto al perseguimento del proprio obiettivo.
CAPITOLO 13.
LA TEORIA COGNITIVO-SOCIALE : LE APPLICAZIONI, I CONCETTI TEORICI CORRELATI E LA RICERCA
CONTEMPORANEA.
L’idea di base della teoria cognitivo-sociale è che le cosiddetta capacità di pensiero o ‘cognitive’, cioè le
convinzioni, gli obiettivi, e gli standard, così come le competenze comportamentali, contribuiscano
all’unicità e alla coerenza della nostra personalità , generano pattern di comportamenti stabili e coerenti.
Queste cognizioni hanno 2 qualità importanti:
1. Sono state acquisite socialmente;
2. Sono duraturi, di solito abbiamo le stesse convinzioni e gli stessi obiettivi e standard un giorno e il giorno
successivo anche.
Un GRANDE PREGIO è l’aver fornito PROVE SPERIMENTALI, ed è tutto merito di Higgings: utilizza una
PROCEDURA DI PRIMING, una procedura che attiva la conoscenza, siccome tra l’altro gli standard ideali e gli
ought self sono considerati elementi di conoscenza.
NEL DETTAGLIO: Il Priming è un sistema mnemonico inconscio che consente a uno stimolo (verbale, uditivo,
visivo) al quale si è stati esposti una prima volta, di essere riconosciuto le volte successive rapidamente e
senza averne consapevolezza.
-Più di recente, HIGGINGS, ha messo in luce il fatto che gli standard valutativi delle persone hanno
implicazioni non solo in termini di ESPERIENZA EMOTIVA, ma anche in termini di MOTIVAZIONE:
-STANDARD IDEALI: le persone tendono ad avere un APPROCCIO PROMOZIONALE, relativamente alle loro
azioni; sono motivate alla promozione del benessere;
-STANDAR OUGHT SELF: tende a spingere il soggetto verso un focus orientano alla prevenzione, finalizzato
a prevenire i risultati negativi, o ad evitarli; tendono ad avere un APPROCCIO PREVENTIVO.
LE APPLICAZIONI CLINICHE.
Non esiste un’unica teoria o una tecnica di terapia cognitiva; esistono invece approcci differenti, spesso
definiti in relazione a specifici problemi , che però condivido alcune premesse:
1. Le cognizioni sono considerate fondamentali nel determinare sentimenti e comportamenti, quindi
l’attenzione è risolta a ciò che le persone pensano e dicono di se stesse;
2. Le cognizioni sono specifiche delle situazioni, benchè si riconosca l’importanza di alcune aspettative e
convinzioni generalizzate;
3. La psicopatologia è considerata una conseguenza di cognizioni distorte riguardanti il sé, gli altri, gli eventi
del mondo;
4. E’ possibile che si instauri un ciclo di convalida del sè: le persone agiscono in modo da confermare e
mantenere le proprie convinzioni distorte e disadattive, errate;
5. La terapia cognitiva implica uno sforzo di collaborazione tra il TERAPEUTA ed il PAZIENTE con l’intento di
individuare le cognizioni distorte e disadattive che creano la difficoltà e di sostituirle con altre cognizioni più
realistiche e adattive ( l’approccio terapeutico è attivo e strutturato sul presente);
6. Gli approcci cognitivi non attribuiscono importanza all’inconscio ed inoltre l’enfasi è posta su
cambiamenti relativi a specifiche cognizioni problematiche, non sul cambiamento globale della personalità.
STRESS E COPING.
LAZARUS suggerisce che lo stress emerge quando la persona considera le circostanze troppo pesanti o
eccessive rispetto alle sue risorse e pericolose per il proprio benessere. A questo riguardo vi sono 2 fasi di
valutazione cognitiva:
1. La persona valuta se la situazione rappresenta effettivamente un rischio, se è una minaccia o un pericolo;
2. La persona valuta che cosa si può fare, se è possibile fare qualcosa , per superare o prevenire un danno ,
o per favorire la prospettiva di un beneficio: ciò implica l’esame delle risorse di cui dispone la persona per
affrontare il potenziale danno o il beneficio .
Per ogni situazione ci sono DIVERSE MODALITA’ DI COPING, laddove in psicoterapia cognitiva e psichiatria il
termine coping (termine inglese traducibile con "strategia di adattamento") indica l'insieme dei meccanismi
psicologici adattativi messi in atto da un individuo per fronteggiare le situazioni potenzialmente stressanti o
pericolose per il normale funzionamento psichico e il normale stato di benessere psicofisico.
Una distinzione da fare è quella tra:
-COPING FOCALIZZATO SUL PROBLEMA: tentativi di affrontare la situazione alterandone le caratteristiche
stressanti;
-COPING FOCALIZZATO SULLE EMOZIONI: il soggetto aspira a migliorare il proprio stato emotivo interno ,
per esempio, con il distacco emotivo o la ricerca del supporto sociale.
FOLKMAN E LAZARUS hanno prodotto un questionario per valutare le modalità di COPING , la SCALA DELLE
MODALITA’ DI COPING, ed hanno esplorato le implicazioni relative alla SALUTE delle diverse modalità.
Vediamo le conclusioni:
1.l’impiego di diverse strategie di coping sembra essere influenzato dai contesti situazionali;
2.più è elevato il livello di stress riportato e l’intensità degli sforzi compiuti per affrontarlo, più è scarso il
livello di salute e maggiore la probabilità che compaiano sintomi psicologici;
3.sebbene la modalità di coping vari in base al contesto, in generale, la soluzione pianificata del problema
(‘ho fatto un piano e lo devo seguire’) è una forma di coping più adattiva dell’evitamento (‘ho ridotto la
tensione mangiando, bevendo, fumando) oppure del coping basato sulla protesta (‘mi sono arrabbiato con i
responsabili del problema’).
Oltre a questa analisi concettuale dello stress e del coping, IL TERAPEUTA ha bisogno di PROCEDURE
PRATICHE PER RIDURRE LO STRESS: DON MEICHENBAUM ha proposto la procedura di ADDESTRAMENTO
ALL’IMMUNIZZAZIONE DALLO STRESS, che suggerisce una visione dello stress in termini cognitivi.
Quindi, gli individui in condizioni di stress tendono ad avere pensieri di autosconfitta(cognizioni) , che
interferiscono con il loro funzionamento; la procedura di meich. È stata elaborata, quindi, con l’intento di
aiutare le persone ad affrontare lo stress in maniera efficace.
La procedura prevede:
1. Spiegare ai clienti la natura dello stress: aiutare a prendere coscienza dei pensieri automatici , negativi, e
apportatori di stress, i quali spesso appunto non sono consapevoli e quindi è necessario aiutare il cliente a
riconoscerne l’esistenza;
2. Fornire le istruzioni relative alle procedure di coping e finalizzate a mutare le cognizioni errate : vengono
proposte ai clienti alcune procedure di rilassamento per affrontare lo stress e vengono insegnate alcune
strategie cognitive adeguate a renderli più gestibili i problemi; vengono insegnate anche strategie di
problem solving come valutare i pro e i contro di una situazione; viene insegnato anche l’utilizzo di
affermazioni autoriferite come ‘posso farcela’, ‘continuo a provare’,ecc;
3. Addestrare le persone ad applicare queste procedure: attraverso la visualizzazione immaginativa di
situazioni cioè metodo secondo cui il cliente immagina varie situazioni stressanti e raffigura nella propria
mente le possibili abilità di coping e strategia, e la pratica che comprende giochi di ruoli, modellamento con
il terapeuta, nonché esercitazioni nelle situazioni della vita reale, i clienti apprendono ad utilizzare con
disinvoltura tutte le procedure che gli sono state insegnate.
E’ STATA UTILIZZATA IN AMBITI COME: persone prima che subissero interventi, atleti che devono affrontare
una gara, vittime di violenza, ambienti lavorativi.
PATOLOGIA E CAMBIAMENTO.
La psicopatologia deriva da cognizioni non realistiche e non adattive, quindi la terapia è volta a modificare
tali distorsioni cognitive e a sostituirle con altre più realistiche e adattive.
LA TERAPIA COGNITIVA.
Lo scopo della terapia contro la depressione è descritto sopra. Vediamo però come è strutturata.
La terapia di solito consiste in un numero variabile di sedute compreso tra 15 e 25 a cadenza settimanale; è
finalizzata ad insegnare al paziente a monitorare i pensieri negativi, a riconoscere come questi pensieri
portino a sentimenti e comportamenti problematici, ad esaminare le prove a favore e contro questi
pensieri, a sostituire tali cognizioni distorte con interpretazioni più orientate al reale. Il terapeuta aiuta il
paziente a capire che determinate interpretazioni degli eventi danno origine a sentimenti depressivi.
BECK SOTTOLINEA LA DIFFERENZA CON LA TERPIA ANALITICA TRADIZIONALE: in relazione al ruolo
continuamente attivo del terapeuta nello strutturare la terapia, il qui ed ora, e l’enfasi posta sui fattori
consci.
BANDURA: ha formulato l’ipotesi secondo cui le discrepanze tra gli standard e le prestazioni possono avere
effetti diversi:
- aumento dell’impegno: quando le persone si reputano abbastanza efficaci da conseguire gli obiettivi;
-apatia: convinzione che gli obiettivi vadano oltre le proprie capacità porterà il soggetto ad abbandonare
l’obiettivo e all’apatia;
-depressione: insorge laddove la persona si sente inefficace rispetto all’obiettivo, ma reputa tale obiettivo
ragionevole, allora sente di dover continuare a lottare per raggiungere l’obiettivo.
L’effetto della discrepanza tra standard e prestazione , sull’impegno e sull’umore, dipende dalle
convinzioni relative all’autoefficacia e dalla percezione dello standard, come ragionevole, raggiungibile,
impossibile, ecc.
MA SI PARLA DI UNA STRADA A DOPPIO SENSO: non solo tali discrepanze inducono emozioni depressive ,
ma le emozioni depressive a loro volta contribuiscono a generare le discrepanze: per esempio, quando le
persone sono depresse tendono a manifestare standard più improntati al perfezionismo .
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L’AUTOEFFICACIA E LA SALUTE.
Le convinzioni forti e positive di autoefficacia sono favorevoli alla salute, mentre le convinzioni di
autoefficacia deboli e negative sono sfavorevoli alla salute.
Queste convinzioni influenzano la salute in 2 modi:
1. Sia la probabilità di sviluppare diverse malattie;
2. Sia il processo di guarigione dalle malattie.
Le convinzioni di autoefficacia sono state messe in relazione con vari comportamenti tra cui il fumo delle
sigarette, l’uso di alcol, l’uso di profilattici per evitare gravidanze e malattie: il modellamento, pianificazione
di obiettivi, e altre tecniche, sono state utilizzate per incrementare le convinzioni di autoefficacia e ridurre
così i comportamenti a rischio e sono in realtà anche determinanti nel processo di guarigione di malattie.
IL CASO DI JIM.
LA VALUTAZIONE CRITICA.
L’OSSERVAZIONE SCIENTIFICA: LA BANCA DATI.
Qui la teoria cognitivo-sociale eccelle. Bandura , Mischel, hanno costruito una teoria sulla base di una
raccolta di prove scientifiche. Inoltre una caratteristica fondamentale è la sua DIFFERENZIAZIONE: vengono
svolti esperimenti di laboratorio, studi correlazionali, metodi longitudinali, studi sui risultati clinici; i soggetti
sono molto vari e anche i metodi di ricerca sono vastissimi.
Di tutti gli approcci la TEORIA COGNITIVO- SOCIALE E LA TEORIA DEI TRATTI sono quelle la cui base di dati
scientifici è più ampia.
LA TEORIA : SISTEMATICA?
Tutti gli elementi teorici non sono coerentemente collegati: questo approccio funziona più come una
cornice teorica per lo studio della personalità che come una teoria dettagliata in tutte le sue parti.
C’è l’assenza di una teoria sistematica, anche perché lo scopo dei teorici cognitivisti non è quello di fare una
rappresentazione teoria della persona nella sua interezza.
LA TEORIA: COMPRENSIVA?
alcuni aspetti comprensivi ed altri meno, come alcuni aspetti relativi all’esperienza umana che hanno
ricevuto scarsa attenzione dai teorici cognitivi: forze biologiche maturazionali , il temperamento ereditario,
è un esempio.
LE APPLICAZIONI.
Grande successo nell’applicazione della teoria a soluzioni di problemi sociali e nell’attenuazione del disagio
psicologico. Nessun altra teoria ha avuto tanto successo quanto questa in questo ambito. Questo per 2
motivi:
1. Non hanno separato la ricerca teorica da quella clinica;
2. I teorici hanno scritto testi per la formazione professionale di molti altri psicologi , i quali hanno
contribuito al progresso delle applicazioni cliniche.
CAPITOLO 14
Alcuni esiti delle ricerche sono contemporanee dell’ambito della scienza della personalità sono distaccati da
qualsiasi teoria , poiché forniscono informazioni importanti per tutti gli psicologi della personalità,
indipendentemente dalle loro concezioni teoriche.
I risultati che esaminiamo adesso sono i dati che emergono dalla ricerca che indaga i fondamenti culturali,
sociali ed interpersonali della personalità: senza le esperienze socioculturali , nessun indidviduo sarebbe
completamente umano.
Quindi, come la personalità si sviluppa e funziona in contesti interpersonali e socioculturali?
LE RELAZIONI INTERPERSONALI.
I contesti più significativi nella vita della maggior parte delle persone sono quelli che coinvolgono altre
persone. Quando esploriamo la personalità nel contesto, il primo contesto che prendiamo in
considerazione è quello delle RELAZIONI INTERPERSONALI.
Le relazioni sono STRADE A DOPPIO SENSO DI MARCIA: l’influenza tra due persone è reciproca; il ruolo dei
fattori di personalità, quindi, deve essere considerato da ognuna delle due prospettive:
1. Da un lato, le caratteristiche di personalità possono indurre la persona a fare cose che favoriscono o
danneggiano la relazione;
2. Dall’altro, le qualità della personalità possono influenzare l’interpretazione che diamo del
comportamento del partner indipendentemente dal modo in cui il partner effettivamente agisce
(percezioni distorte, mi fanno pensare ad esempio erroneamente che il mio partner sia interessato ad
un’altra persona). Le percezioni distorte del partner, ovviamente, influenzano gli esiti della relazione.
L’importanza delle percezioni soggettive relative al partner è mostrata in una ricerca su una qualità della
personalità, definita SENSIBILITA’ AL RIFIUTO.
LA SENSIBILITA’ AL RIFIUTO.
La sensibilità al rifiuto, si riferisce ad uno stile particolare di pensiero: è caratterizzato da angosciose
aspettative di rifiuto nelle relazioni interpersonali; alcune persone sembrano inclini ad aspettarsi che una
relazione, anche quando procede abbastanza bene, debba interrompersi. Sono persone che si soffermano
troppo, diventando ansiose, sulla possibilità di ESSERE RIFUTATE!
Questo stile di pensiero è in grado di rovinare una buona relazione!!!
DOWNEY e FELDMAN – questionario sulla sensibilità al rifiuto (RSQ) .
Viene chiesto ai soggetti di indicare, in varie circostanze interpersonali, la loro previsione soggettiva della
probabilità di successo , la probabilità quindi che il partner accetti o rifiuti la richiesta; inoltre dovevano
indicare il grado di ansia o preoccupazione in relazione alla risposta dell’altro per ognuna delle circostanze.
Alle persone che rispondevano frequentemente affermando una probabilità elevata di essere rifiutate ,e
che dichiaravano di provare ansia all’idea di essere rifiutate, era attribuito un punteggio elevato nella
sensibilità al rifiuto.
DOWNEY e FELDMAN, inoltre, valutano se la sensibilità al rifiuto avrebbe contribuito a generare riflessioni
su una relazione successiva: caso degli studenti universitari che non avevano una relazione nel primo
semestre e che invece dopo questo semestre si sono imbattuti in una relazione ( nel primo semestre è stata
misurata il grado di sensibilità al rifiuto).
I risultati mostrano che la SENSIBILITA’ AL RIFIUTO E’ PREDITTIVA DELLE CONVINZIONI SULLA NUOVA
RELAZIONE: le persone con un punteggio elevato nella sensibilità al rifiuto prima che la loro relazione
iniziasse, avevano maggiori probabilità di percepire intenti ostili da parte del partner.
- La sensibilità al rifiuto è una VARIABILE CONTESTUALIZZATA della personalità: si riferisce ad una struttura
di pensiero (le aspettative ansiose) che emerge in un contesto specifico: un contesto interpersonale nel
quale vi sia la possibilità di non essere socialmente accettati da una persona per cui si prova interesse.
Ciò è ovviamente in contrasto con le VARIABILI GLOBALI, o decontestualizzate, come il ‘nevroticismo’ ,
che si riferisce ad una tendenza generalizzata a sperimentare ansia e malessere psicologico.
Anche in questo caso, la VARIABILE CONTESTUALE per comprende la ‘personalità nel contesto’ è la
relazione tra gli attributi di una vecchia e di una nuova conoscenza: grazie a questi processi anche se la
relazione con una persona si interrompe, è possibile che essa continui a ‘vivere nella nostra testa’ e ad
influenzare le nostre relazioni future.
L’ALFABETIZZAZIONE.
Miguel Sabido, direttore dell’azienda televisiva messicana ,aveva l’obiettivo di incrementare l’alfabetismo
tra gli adulti nella sua nazione.
Sebbene il governo messicano avesse previsto programmi di alfabetizzazione per adulti e istituito alcuni
centri in cui i cittadini potevano ritirare i materiali necessari per lo studio, questi sforzi si erano rivelati
insufficienti, pochissime persone accedevano a questo programma.
Era necessario un intervento in grado di motivare gli individui a recarsi presso i centri, a ritirare il materiale
educativo, ad imparare a leggere e ascrivere nell’età adulta. Gli ostacoli che non permettevano le persone a
frequentare il programma erano vari, come il fatto che le persone non sapessero esattamente come
ottenere i materiali, o che avessero veramente una bassa autoefficacia per raggiungere l’obiettivo di
imparare a leggere e ascrivere.
LO STRUMENTO utilizzato da Sabido per superare questi ostacoli è stata una SOAP OPERA TELEVISIVA: una
telenovela lunga un anno che raccontava la vita di alcuni personaggi che prendevano parte ad un corso di
alfabetizzazione. Le persone, osservando i loro comportamenti (quindi sfruttando la teoria cognitivo-sociale
di Bandura, il modellamento) , come per esempio ritirale il materiale educativo in centri davvero esistenti a
CITTA’ DEL MESSICO, il loro impegno, le loro motivazioni ad imparare a leggere e a scrivere, iniziarono ad
iscriversi in questi istituti.
TALE MODELLAMENTO E’ STATO FUNZIONALE AD ISTRUIRE LE PERSONE ADULTE E QUINDI ANCHE A
MIGLIORARE IL RESTO DELLA SOCIETA’.
LA PREVENZIONE DELL’HIV\AIDS.
Sabido si è rivelato un esempio per altri ricercatori in campo psicologico: un’applicazione aveva come
obiettivo la riduzione della grande diffusione dell’HIV\AIDS in Tanzania , nell’Africa Orientale.
Per più di 5 anni , è stata trasmessa in Tanzania una soap opera radiofonica intitolata TENDE NA WAKATI,
concepita dal governo della Tanzania in collaborazione con un’organizzazione la Population Comunications
International (PCI) per offrire non solo l’intrattenimento televisivo, ma anche utili istruzioni sui
comportamenti a rischio relativi alla diffusione dellHIV.
I cittadini erano poco informati : sulle cause dell’infezione da HIV , non conoscevano gli strumenti di
prevenzione o avevano delle informazioni errate (com per es. che i preservativi non funzionavano).
In questo paese c’è il tasso più elevato di infezione e spesso il contagio avviene tramite rapporti sessuali
non protetti.
Dal momento che la RADIO è un mezzo di comunicazione importante in questo paese, venivano quindi
trasmessi programmi radiofonici, come questa soap opera, nel tentativo di favorire comportamenti mirati a
ridurre la grande diffusione dell’HIV\AIDS: i personaggi della soap opera presentavano una vasta gamma di
possibilità negative e positive riguardanti questo argomento; si voleva SENSIBILIZZARE GLI ASCOLTATORI.
L’aspetto più importante è che il programma rappresentava MODELLI TRANSIZIONALI: personaggi che
all’inizio della storia non praticavano sesso sicuro , ma che man mano, grazie agli interventi degli altri
personaggi, hanno adottato misure di prevenzione.
-Il governo, dopo la soap opera, ha deciso con un esperimento di scoprire se il programma aveva sortito
l’effetto sperato e indotto gli ascoltatori ad adottare pratiche di sesso sicuro: interviste, sondaggi – la
trasmissione si è rivelata efficace per molti aspetti!