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QUADERNO TECNICO
Ringraziamenti
Si ringrazia la Prof.ssa Valeria Puglisi per la disponibilità e professionalità
mostrata durante il corso e per l’aiuto offerto nel redigere il presente
“Quaderno Tecnico”.
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FIP Quaderno Tecnico - Corso Allievo Allenatore Catania 09/06-09/07-2008 Formatore CNA: P.M.Messina
Indice
I corsisti 4
Legenda 5
Modulo 1: il gioco della pallacanestro 6
Caratteristiche del gioco 6
La formazione del giocatore 7
I fondamentali del gioco 7
Il modello di prestazione 8
Modulo 2: ball-handling 9
Esercizi per la rapidità delle mani 9
Esercizi per la sensibilità delle dita 9
Esercizi propedeutici per i movimenti tecnici 9
Esercizi da fermo e in movimento 9
Esercizi con o senza palla 9
Esercizi con uno o due palloni 9
Esercizi individuali e a coppie 9
Gli esercizi di ball-handling 10
Modulo 3: fondamentali individuali senza palla 12
Posizione fondamentale 12
Cambio di velocità 12
Cambio di direzione 12
Cambio di senso 12
Giro in corsa 12
Giro 13
Lavoro dei piedi 13
Gli esercizi per l lavoro dei piedi 14
Gli esercizi per i fondamentali individuali senza palla 17
Modulo 4: arresti e partenze 19
Arresto a un tempo 19
Arresto a due tempi 19
Arresto dopo il palleggio 19
Arresto in seguito alla ricezione della palla 19
Partenza incrociata 19
Partenza omologa 20
Gli esercizi per gli arresti e le partenze 21
Modulo 5: il tiro 24
La meccanica 24
L’equilibrio 24
La coordinazione 24
La forza 24
Il punto di mira 24
La parabola 24
Tiro da fermo 25
Tiro in elevazione 25
Tiro in sospensione 25
Tiro in corsa (terzo tempo) 25
Tiri speciali 25
Gli esercizi per il tiro 26
Modulo 6: il palleggio 29
Palleggio veloce 29
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Palleggio protetto 29
Cambio di velocità 29
Cambio di senso 30
Cambio di direzione 30
Cambio di mano frontale 30
Cambio di mano fra le gambe 30
Cambio di mano dietro la schiena 30
Giro in palleggio (virata) 30
Gli esercizi per il palleggio 31
Modulo 7: il passaggio 33
Ricezione e presa della palla 33
Passaggi a due mani 33
Passaggi ad una mano 34
Finta di passaggio 34
Gli esercizi per il passaggio 35
Modulo 8: fondamentali individuali di difesa 37
Posizione fondamentale di difesa 37
Uso delle braccia e delle mani 37
Scivolamenti 37
Cambio di guardia 37
Gli esercizi per i fondamentali individuali di difesa 39
Modulo 11: elementi di didattica 41
L’apprendimento motorio 42
Gli esercizi o attività 42
La preparazione degli esercizi 43
L’organizzazione degli esercizi 43
Come presentare gli esercizi 44
Il feedback e i contenuti dell’informazione 44
L’osservazione delle attività 45
N.B. I moduli 9, 10 e 12 non sono trattati nel presente quaderno tecnico perché inerenti
rispettivamente le aree del regolamento tecnico, della preparazione fisica e della
metodologia dell’insegnamento sportivo.
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I corsisti
Blaze Roderich
Capodicasa Damiano
Cocco Andrea
Di Masi Davide Simone
Di Pietro Giuseppe
Giorgianni Gabriele
La Rosa Gaetano
Lo Faro Marco
Luca Valentina
Marullo Giuseppa
Maugeri Salvatore
Merenda Maria Luisa
Pappalardo Marco
Reitano Luca
Scarcella Livia
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Legenda
Palla
Cono o cinesino
Giocatore in difesa
Allenatore
Passaggio consegnato
Arresto
Passaggio
Tiro
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Il modello di prestazione
Per modello prestativo o funzionale si intende la descrizione dettagliata di ciò che
accade, dal punto di vista dell’impegno fisico, durante la gara. Per avere questo quadro
è necessario osservare e descrivere le caratteristiche di base del gioco e rilevare dati
sui parametri fisiologici e bio-energetici della prestazione.
In generale possiamo dire che la pallacanestro è uno sport di squadra e di
situazione, nel senso che i comportamenti sono dettati dagli eventi-azioni che si
susseguono durante la gara, è inoltre una disciplina con opposizione diretta degli
avversari che utilizzano abilità aperte (open skill). Nel modulo dedicato alla
preparazione fisica si osserverà come la gara incide sui parametri fisiologici del
giocatore (carico interno) e sui principi che guidano alla programmazione e
periodizzazione dell’allenamento per far fronte alle esigenze di performance della gara
(carichi esterni). La conoscenza generale del modello di prestazione permette
all’allenatore di modulare adeguatamente gli stimoli, in modo da ottenere un adeguato
miglioramento della performance.
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Modulo 2: ball-handling
Per ball-handling o trattamento di palla si intende la capacità del giocatore di
saper padroneggiare la palla in tutti i movimenti tecnici, in particolare nella presa e
ricezione nel passaggio e nel palleggio. Questa capacità migliora, nell’insieme, le
capacità coordinative e conseguentemente le abilità tecniche, permettendo un
miglioramento graduale sia del controllo della palla che dei movimenti del corpo.
Gli esercizi per il miglioramento dell’abilità nel trattare la palla possono essere
divisi in base agli obiettivi specifici e alle modalità di esecuzione.
In relazione agli obiettivi, gli esercizi si distinguono come segue:
• Esercizi per la rapidità delle mani: viene evidenziata la sequenza di rapporti
che si stabiliscono tra la palla e i vari segmenti corporei. La velocità di
esecuzione deve essere aumentata gradualmente mantenendo sempre stabile il
rapporto velocità-precisione.
• Esercizi per la sensibilità delle dita: viene evidenziata la sequenza di rapporti
che si stabilisce tra la palla e le dita, al fine di migliorare la padronanza digitale e
la possibilità di dirigere e controllare la palla con la sola manipolazione, in tal
senso grande importanza dovrà essere data alla capacità di articolare il polso.
• Esercizi propedeutici per i movimenti tecnici: gli esercizi di ball-handling
possono essere utilizzati come attività preparatoria ai vari fondamentali tecnici in
particolare alla presa e ricezione, al palleggio e al passaggio. Questo aspetto si
ritiene sia indispensabile per una corretta e completa acquisizione della tecnica.
In relazione alle modalità di esecuzione, gli esercizi possono essere distinti come
segue:
• Esercizi da fermo e in movimento: il passaggio da condizioni statiche a
condizioni dinamiche aumenta la difficoltà di esecuzione nonché l’intensità del
lavoro.
• Esercizi con o senza palleggio: il trattamento della palla può essere sviluppato
con modalità diverse. Gli esercizi di sola manipolazione (senza palleggio)
permettono un miglioramento della capacità di gestione della palla, necessaria in
tutte le situazioni che precedono il passaggio, il tiro e il palleggio. Gli esercizi
con il palleggio, oltre a migliorare il controllo della palla, costituiscono un’attività
propedeutica molto importante, sia in condizione statica (da fermo) che in
condizione dinamica (in movimento).
• Esercizi con uno o due palloni: l’utilizzo di uno o due palloni permette di
migliorare la capacità di combinazione, di ritmo e la coordinazione dinamica
generale.
• Esercizi individuali e a coppie: la possibilità di interagire con un compagno,
oltre a migliorare specifiche capacità coordinative, abitua a collaborare e a
percepire spazi, tempi e riferimenti operativi diversi dal lavoro individuale.
Durante l’esecuzione degli esercizi è sempre bene non guardare la palla, evidenziando
la necessità di migliorare e ampliare la libertà articolare e aumentando gradualmente la
velocità. È consigliabile inserire gli esercizi di ball-handling nella prima parte
dell’allenamento (anche come componente del riscaldamento), ciò permette un
apprendimento in condizioni di freschezza neuro-muscolare. L’esercitazione costante
(giusta frequenza e volume di lavoro) e la combinazione dei diversi esercizi permette
nel giovane discente un miglioramento progressivo e continuo delle abilità.
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Anche in questo caso le mani saranno pronte per un’eventuale ricezione della
palla. Il giro in corsa viene utilizzato prevalentemente per smarcarsi.
• Giro: può essere effettuato ventralmente o dorsalmente. La posizione è quella
fondamentale a cui si aggiunge un adeguato lavoro delle mani (chiamare la palla
con una o due mani, controllo dell’avversario).
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Per gli esercizi sul lavoro dei piedi vengono utilizzati piccoli attrezzi, come le
strisce di gommapiuma, cinesini o coni, la scala libera (in uso per la preparazione
fisica), o le stesse righe del campo. Questi attrezzi possono essere utilizzati
singolarmente o combinati tra loro e abbinati anche all’uso della palla.
a b
c d
e f
Fig.1
Gli spostamenti sulle linee o sulle strisce devono essere effettuati mantenendo la
posizione fondamentale, alla massima velocità e con piccoli passi (2-3 appoggi),
facendo in modo che l’appoggio dei piedi sia alternato (dx-sx-dx-sx, e non dx-sx-sx-dx)
e che i piedi siano sempre radenti al suolo (evitare i saltelli). Negli spostamenti laterali il
piede che per primo supera la linea deve essere quello omologo alla direzione presa; in
tal modo si evita di incrociare i piedi, peculiarità tecnica necessaria in molti
fondamentali. Pertanto, in una serie continua di spostamenti laterali, sarà sufficiente
effettuare due appoggi tra ogni linea. Nella serie di spostamenti in avanti, all’indietro, o
laterali alternati, è possibile effettuare anche tre appoggi, in modo da alternare il piede
che valica la linea (fig.1 e 2).
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a b c d e f
g h i l m
Fig.2
a b c d
arresto
arresto Arresto
e
f g
Fig.3
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Il lavoro sulle linee può essere abbinato a movimenti delle braccia, al trattamento
della palla, al palleggio o al passaggio (fig.3).
cambio giro
di mano
c d
Fig.4
Possono anche essere organizzati esercizi in cui, combinati al lavoro dei piedi, si
eseguono fondamentali con e senza palla (giri in corsa, cambi di mano, ecc.)
usufruendo pure dell’appoggio dell’allenatore, e che si concludono con un tiro a
canestro (fig.4).
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È bene ricordare che le esercitazioni sulle partenze sia incrociate che omologhe
devono prevedere sia modalità “esecutive”, che permettono un’esecuzione tecnica che
risponde alle regole poste dal regolamento (passi di partenza) che modalità
“applicative”, che permettono la valutazione dei parametri necessari per battere
l’avversario (distanza dall’avversario, ampiezza del passo, velocità di esecuzione, ecc).
Partenze ed arresti devono essere allenati sia con esercizi specifici, sia abbinati ad altri
movimenti. Gli esercizi proposti saranno inizialmente senza difensore per inserire poi
gradualmente la difesa.
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Modulo 5: il tiro
Il tiro rappresenta il momento gratificante nonché il mezzo per finalizzare il gioco.
Ad esclusione dei tiri speciali, i giocatori eseguono sostanzialmente due tipi di tiro: il tiro
da fermo in tutte le sue varianti di attitudine e il tiro in corsa detto anche terzo tempo.
Nell’insegnamento del tiro è necessario considerare una serie di aspetti
sostanziali, ovvero:
• La meccanica: il gesto tecnico del tiro si sviluppa attraverso una sequenza
cinematica dei vari segmenti corporei che possono essere genericamente
codificati attraverso specifici gradi angolari di riferimento. Tra questi risultano
orientativi l’angolo al gomito di 90° nell’istante precedente il tiro e, al termine del
tiro, il braccio in completa estensione posto orientativamente a 45° rispetto al
terreno con il polso flesso.
• L’equilibrio: come tutti i fondamentali è necessario mantenere un buon
equilibrio durante l’esecuzione del tiro, che si ottiene attraverso il recupero della
posizione fondamentale; pertanto, torna utile evidenziare l’importanza di un buon
arresto prima di effettuare il tiro.
• La coordinazione: il tiro rappresenta un modello coordinativo che, se eseguito
in assenza di fattori di disturbo (ad esempio tiro libero), può essere ricondotto ad
un modello di riferimento biomeccanico sufficientemente rigido (abilità chiusa!?).
L’esecuzione del gesto tecnico è però inserito in un processo coordinativo che
coinvolge i vari segmenti corporei, pertanto, è necessario considerare
l’esecuzione complessiva con un’analisi dettagliata, che definisce la sequenza
temporale delle forze che si esprimono in forma progressivamente ascendente,
cioè dai piedi alla mano che tira.
• La forza: oltre alla spinta trasmessa dagli arti inferiori, il giocatore dovrà essere
in grado di modulare la forza (capacità di differenziazione) in funzione della
distanza dal canestro.
• Il punto di mira: è possibile suggerire al giocatore di mirare al bordo anteriore
del canestro e, nel caso di tiri ravvicinati effettuati con un angolo di 45° rispetto al
tabellone, all’angolo superiore del rettangolo interno.
• La parabola: durante il tiro la palla descrive una traiettoria a forma di parabola,
questa deve essere tale da permettere un facile ingresso nel canestro; in tal
senso, la spinta delle gambe, dell’avambraccio e del polso ricoprono un ruolo
fondamentale.
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Tipi di tiro:
• Da fermo: viene eseguito in posizione statica e con i piedi a contatto con il
terreno. Oltre alla situazione di tiro libero e possibile che si verifichi in tutte quelle
situazioni in cui il giocatore ha un ampio margine di vantaggio sull’avversario.
• In elevazione: il giocatore tira mentre salta.
• In sospensione: il giocatore scocca il tiro dopo aver raggiunto il massimo
dell’elevazione (tiro in attitudine di volo).
• Il tiro in corsa: il giocatore prima di tirare esegue due passi con la palla in mano.
È necessario ricordare che il tiro in corsa (o terzo tempo) può essere effettuato
solo se il giocatore riceve la palla in movimento o proviene da una situazione
dinamica di palleggio. I due passi che precedono il tiro si effettuano il primo in
profondità e il secondo con una spinta verso l’alto (trasformazione cinetica verso
l’alto). L’esecuzione del tiro può avvenire o secondo la sequenza canonica
precedentemente descritta, o con un tiro in sottomano (mano sotto la palla)
frequentemente usato nelle conclusioni veloci.
• Tiri speciali: l’uncino è uno dei tiri più difficili da stoppare, da eseguire sia di
destro che di sinistro e di facile apprendimento; viene generalmente usato dai
giocatori più lunghi e a una distanza non superiore ai 3 metri. Partendo da
schiena al canestro, si effettua un passo con il piede opposto alla mano che tira
(mano di tiro sotto la palla) e, guardando il canestro, con un movimento continuo
si porta la palla in linea con le orecchie estendendo il braccio che tira e piegando
il polso, mentre la mano guida accompagna la palla fino al suo rilascio.
Viene inoltre sottolineata l’importanza delle finte di tiro. Per finta s’intende
l’esecuzione del fondamentale che viene ad un certo punto interrotta; il punto
d’interruzione, nel caso del tiro, coincide con il momento in cui la palla è stata posta
sopra la fronte. Una finta efficace deve avere le stesse caratteristiche tecniche del
fondamentale e deve essere eseguita ad una velocità “leggibile” dall’avversario. Il
comportamento generale del giocatore è quello tipico di chi tira ovvero posizione
fondamentale, fronteggiare e occhi a canestro.
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finta
c.v.
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Modulo 6: il palleggio
L’uso del palleggio, specie nelle categorie giovanili, deve essere adeguatamente
proposto al fine di raggiungere un apprendimento consapevole e tatticamente utile.
Formare i giocatori dando un’idea, attraverso esercizi di situazione, delle potenzialità
offensive del palleggio, permette di sviluppare una capacità di leggere le situazioni e
quindi un’autonomia nell’agire indispensabile per la formazione del giovane.
In tal senso il giocatore dovrà sapere qual è l’uso corretto del palleggio:
• Andare in contropiede: è consigliabile l’uso del palleggio nelle situazioni di 1c0
o nelle situazioni in cui, pur essendo in sovrannumero non è ancora possibile
effettuare un passaggio.
• Spostarsi sul campo: è la situazione che deve essere maggiormente controllata
dall’allenatore poiché nasce dalla necessità di mantenere il possesso della palla
sino a quando non si prospetta una situazione di vantaggio o tatticamente utile
per sé o per i compagni.
• Battere l’avversario: l’uso del palleggio per battere l’avversario è uno delle
abilità più importanti che il giocatore deve acquisire. Se si effettua una partenza,
il primo palleggio deve essere forte e basso poiché risulta determinante assieme
al passo di partenza per battere l’avversario. Si consiglia l’uso di uno, massimo
due palleggi dalle posizioni perimetrali (linea dei tre punti), ponendo attenzione
alla chiusura del palleggio che deve essere effettuata con due mani e distante
dall’avversario.
• Migliorare l’angolo di passaggio: è utile spostarsi in palleggio per migliore la
linea di passaggio; ciò avviene dalle posizioni esterne per i passaggi agli interni o
anche tra gli esterni quando i giocatori sono fortemente pressati (vedi anche
situazioni di taglio).
• Uscire da una situazione di pericolo: viene utilizzato un palleggio protetto e in
arretramento in tutte quelle situazioni in cui il giocatore deve uscire da situazioni
pericolose come i raddoppi di marcatura o pressioni in corrispondenza delle linee
del campo.
• Dare inizio ad un gioco organizzato: spesso per dare inizio ad un gioco il
giocatore ha la necessità di portarsi in palleggio in una determinata posizione.
Tipi di palleggio:
• Palleggio veloce: l’incremento del ritmo del palleggio e della velocità di
spostamento sono due caratteristiche che il giocatore deve imparare a modulare.
All’aumentare della corsa il numero dei palleggi diminuisce e viceversa, nelle
situazioni di pressione difensiva sulla palla, la frequenza dei palleggi aumenta,
diminuendo il tempo di rimbalzo. Nel palleggio in velocità la mano spinge la palla
da dietro.
• Palleggio protetto: in questo tipo di palleggio il giocatore protegge la palla con
l’avambraccio opposto alla mano di palleggio. La palla viene palleggiata bassa e
vicino al piede arretrato ponendo la mano sopra la palla (lievemente avanti o
dietro alla palla se si arretra o si avanza) e il giocatore deve mantenere lo
sguardo avanti.
Movimenti connessi al palleggio. I fondamentali individuali senza palla, quando sono
abbinati all’uso della palla, rimangono invariati nella loro struttura tecnica.
• Cambio di velocità: la mano di palleggio viene spostata dietro la palla in modo
da permetterne lo spostamento in avanti.
• Cambio di senso: nel cambio di senso il giocatore si gira dal lato del palleggio e
nel contempo cambia mano. È bene ricordare che il giocatore deve osservare la
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Modulo 7: il passaggio
È un fondamentale che permette un’immediata collaborazione tra i giocatori. È
un’abilità aperta e pertanto è necessaria una progressione di lavoro che preveda lo
sviluppo di tutte le variabili che si stabiliscono nel contesto di gara. Il modello tecnico di
riferimento è in ogni caso un “modello coordinativo”, basato cioè non su una sequenza
precisa dei segmenti interessati (quale può essere il rigido modello tecnico del tiro
libero), bensì su una sequenza temporale degli elementi che compongono il gesto e che
rimane costante indipendentemente dal tipo di passaggio effettuato (sono centinaia le
possibilità di combinazione). Da un punto di vista metodologico sarà necessario
proporre situazioni in cui il passaggio viene eseguito in assenza di una reale
opposizione dell’avversario, come ad esempio nelle situazioni di contropiede o nel gioco
perimetrale, e con opposizione (pressione difensiva) come nei casi in cui è necessario
affrontare difese pressanti o effettuare passaggi oltre la sagoma dell’avversario. Sarà
chiaro pertanto che, pur riferendoci alle classificazioni canoniche del passaggio (diretti e
indiretti, con una o due mani, dal petto o laterali), sarà sempre necessario proporre
esperienze reali con e senza opposizione e in cui le varie tipologie si combinano tra di
loro come ad esempio, il passaggio battuto a terra che può partire dal petto o
lateralmente, che può essere effettuato con una o due mani e che può evidentemente
prevedere o meno la presenza dell’avversario. È necessario comunque lasciare alla
creatività dei giocatori effettuare passaggi comunemente non descritti ma che
permettono di ottenere o mantenere un vantaggio sugli avversari.
Tra le esigenze tecniche da enfatizzare ricordiamo la necessità di accorciare la
distanza tra passatore e ricevente (passo verso il ricevitore e verso la palla, ad
eccezione di alcune situazioni, ad esempio il contropiede), indirizzare la palla nel punto
richiesto (con una o due mani) dal ricevente, far viaggiare rapidamente la palla e per vie
rettilinee.
• Ricezione e presa della palla: nel ricevere la palla è necessario dare sempre al
compagno un riferimento o bersaglio con una o due mani (polsi vicini e mani ad
imbuto), accorciando nel contempo la distanza e ricevendo possibilmente con
due mani. La palla sarà sempre controllata a due mani con una presa forte e
passata prevalentemente a una. Durante la fase di volo e ricezione della palla, è
necessario guardare la palla finché non se ne effettua la presa. Diversamente
dalla chiusura del palleggio, in cui la breve fase di volo del rimbalzo non
necessita di un controllo visivo, nel caso dei passaggi, la distanza, la velocità e
la tipologia del passaggio obbliga necessariamente il ricevitore a guardare la
palla per tutta la fase di volo. Pertanto, qualunque possibile situazione di
vantaggio ipotizzabile negli istanti immediatamente successivi alla ricezione (ad
esempio ripassare subito ad un compagno libero), dovrà essere osservato e
valutato dal ricevitore non oltre l’istante in cui la palla avrà lasciato le mani del
passatore, o quando possibile, in visione periferica contemporaneamente alla
fase di volo.
• Passaggi a due mani: dalla posizione fondamentale può essere effettuato:
dal petto: in tal caso la palla viene spinta in avanti con una intratorsione e
contemporanea estensione degli avambracci, la palla viene rilasciata flettendo i
polsi a mani aperte e pollici in basso.
battuto a terra (o indiretto): in assenza di avversario, l’esecuzione è identica a
quella dal petto ma la palla viene spinta battendola a terra ad un terzo della
distanza dall’avversario. In presenza dell’avversario è necessario effettuare il
passaggio lateralmente controllando la palla a due mani. In entrambi i casi la
mano che passa sarà flessa in direzione del compagno che ha ricevuto.
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sopra la testa: la palla è tenuta con due mani sopra la testa e da questa
posizione viene spinta distendendo le braccia e flettendo i polsi.
laterale: viene eseguito dopo aver gestito la palla per ricercare lo spazio da cui
passare; è un passaggio che può essere effettuato abbinando l’uso del piede
perno. La difficoltà di questo passaggio è da ricercare nella impossibilità di
allargare il punto di rilascio della palla a causa dell’eccessiva distensione del
braccio opposto.
• Passaggi ad una mano:
baseball: è un passaggio che si effettua in assenza di opposizione del diretto
avversario (ad esempio in contropiede). La palla viene portata lateralmente
all’altezza dell’orecchio tenendola con la mano passatrice dietro e la mano
d’appoggio lateralmente avanti. Al momento del passaggio il braccio passatore
viene disteso in avanti con una flessione finale del polso, il movimento è
combinato ad un avanzamento del piede opposto alla mano che passa.
laterale: dopo aver gestito la palla, si effettua portandola lateralmente,
distendendo il braccio e flettendo il polso. Questo passaggio può essere eseguito
anche incrociando il piede libero e abbinando un passaggio sia con la mano
omologa che con quella opposta al piede incrociato. Una delle particolarità di
questo passaggio risiede nel fatto che, nelle situazioni che richiedono una
notevole estensione laterale (cioè completa distensione del braccio associato ad
un ampio passo), la palla è controllata per un breve tratto dalla sola mano
passatrice a causa dell’impossibilità, imposta dalla meccanica articolare (specie
se le spalle rimangono in linea con il braccio che passa), di mantenere la presa a
due mani.
dal palleggio: la palla viene raccolta bassa ad una mano, accompagnando la
fase ascendente del palleggio con una flessione dorsale della mano e spingendo
con una sequenza immediata la palla in direzione del ricevente, il movimento si
conclude con la completa distensione del braccio e la flessione del polso.
consegnato: viene effettuato controllando la palla con due mani ma
consegnata ad una; la mano che consegna è sempre quella che non permette di
proteggere la palla dall’azione del difensore. Viene sempre abbinata con un giro
dorsale o frontale.
• Finta di passaggio: il giocatore finge di passare la palla con un’esecuzione
tecnica che viene però interrotta in modo da sfruttare a proprio favore la reazione
dell’avversario. Sono particolarmente utili nelle situazioni di 1 contro 1 statico e
contro le difese a zona.
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L’apprendimento motorio
L’apprendimento delle abilità avviene lentamente, per gradi e attraverso un allenamento
costante.
Fase della coordinazione grezza
In questa fase si hanno due obiettivi fondamentali: comprendere le caratteristiche del
compito e pervenire ad una forma grossolana del movimento da eseguire; inoltre,
compito importante in questa fase è lo sviluppo delle capacità motorie. Le difficoltà in
questa fase sono la ridotta capacità di dosare la forza, difficoltà nella combinazione dei
movimenti, l’ampiezza dei movimenti spropositata e una scarsa precisione e
sincronizzazione dei movimenti. Le indicazioni metodologiche consigliate sono quelle di
adottare adeguate strategie di facilitazione, spiegare in modo chiaro e semplice, far
eseguire il compito immediatamente dopo la dimostrazione e ad un giocatore ben
riscaldato e non affaticato.
Fase della coordinazione fine
In questa fase si perfeziona e si rende più stabile l’esecuzione non in presenza di fattori
di disturbo. In questa fase migliora l’intervento della forza, migliora la coordinazione
segmentarla, l’ampiezza e la velocità di movimento si avvicinano a quelli ideali e il
giocatore è in grado di controllare l’esecuzione del movimento, oltre al risultato finale
dell’azione. Dal punto di vista metodologico è opportuno utilizzare diverse ripetizioni, è
necessaria maggiore attenzione ai particolari esecutivi, bisogna stimolare il feedback
dell’atleta sull’esecuzione e occorre modulare le possibili difficoltà.
Fase della disponibilità variabile
È la fase del perfezionamento sportivo, nella quale l’abilità motoria non viene solo
automatizzata, ma è soprattutto utilizzabile in contesti diversificati di competizione.
Questa fase è caratterizzata da maggiore costanza, precisione, ritmo e velocità dei
movimenti e il livello di automatizzazione è tale da permettere di orientare l’attenzione
verso informazioni diverse da quelle relative al movimento.
Evidentemente, gli esercizi per l’automatizzazione di abilità con una struttura di
movimento più rigida come il tiro (sembrerebbe un’abilità chiusa ma non lo è), potranno
essere impostati in modo più analitico rispetto al resto delle abilità che sono
prettamente aperte. Comunque è necessario comprendere che lo sviluppo degli
automatismi è strettamente dipendente dalla frequenza delle esperienze di allenamento
e quindi dal volume di lavoro complessivo.
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Gebbia Gaetano; Metodologia dell’insegnamento nel settore giovanile, Clinic CNA Ragusa 27.12.2006
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