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La Sfera celeste

Se si osservasse il cielo notturno più volte a brevi intervalli, si vedrebbero le


stelle muoversi tutte insieme e si avrebbe l’impressione che la Terra sia al
centro di un'enorme sfera, la Sfera celeste, sulla quale si vedono proiettate
le stelle.

Nel corso della notte la Sfera celeste sembrerà ruotare attorno a noi.
Soltanto un punto, il Polo nord celeste, resta fermo; esso si trova vicino a
una stella usata da tempo come punto di riferimento: la Stella polare.

Punti di riferimento sulla Sfera celeste


- Poli celesti nord e sud: punti in cui l'asse terrestre prolungato nello spazio incontra
la Sfera celeste;
- Zenit: punto in cui la verticale innalzata sopra la testa di un osservatore posto in un
punto qualsiasi della Terra incontra la Sfera celeste;
- Nadir: punto che si trova in direzione opposta allo Zenit;
- Orizzonte celeste: circonferenza che si ottiene tagliando la Sfera celeste con un
piano perpendicolare alla retta verticale rispetto all'osservatore;
- Meridiano celeste del luogo di osservazione: circonferenza in cui si trovano il Polo
nord e il Polo sud celesti, lo Zenit e il Nadir;
- Equatore celeste: circonferenza che si ottiene tagliando la Sfera celeste con un
piano perpendicolare all’asse del mondo.

Coordinate celesti e coordinate altazimutali

Coordinate celesti: Coordinate altazimutali:

- declinazione: distanza angolare tra l'astro - altezza: distanza angolare fra l'orizzonte
considerato e il piano dell'Equatore celeste; celeste e la stella;

- ascensione retta: distanza angolare - azimut: distanza angolare fra la direzione


dell'astro dal meridiano celeste che passa Sud individuata dal meridiano del luogo e la
per il punto y (costellazione dell’Ariete). perpendicolare calata dalla stella
sull'orizzonte celeste, procedendo in senso
orario.

Distanze astronomiche e costellazioni


Unità di misura astronomiche:

- unità astronomica (U.A.): corrisponde a 1,496 X 1011 m, cioè la distanza media tra la Terra e il
Sole;

- anno-luce (a.l.): corrisponde alla distanza percorsa dalla luce in un anno, cioè 9,461 X 1015 m;

- parsec: corrisponde a 3,26 a.I.

Le costellazioni riuniscono stelle tra loro lontanissime e indipendenti. Si tratta di un effetto


dovuto alla prospettiva, che fa apparire alcune stelle «associate» tra loro sullo sfondo della volta
celeste.

La luce

La luce è un’onda elettromagnetica caratterizzata da una lunghezza d’onda, λ (distanza tra due creste in
m), e da una frequenza, ν (numero di onde nell’unità di tempo in s-1 o Hz).

Le due grandezze sono inversamente proporzionali, infatti λ = c / ν, con c = velocità della luce (3 x 108 m/s).

Ad ogni onda elettromagnetica è associata un’energia: maggiore è ν maggiore sarà l’energia (E = h x ν, con
h = costante di Planck (1,055 x 10-34 J s)).

Lo spettroscopio

Uno spettroscopio, come un semplice prisma di vetro, separa le diverse lunghezze d’onda che
compongono la luce visibile che lo attraversa e le proietta su uno schermo come fasce di diverso
colore, che formano uno spettro.

La luce stellare generalmente possiede uno spettro nel quale lo sfondo continuo è interrotto da
alcune righe scure sottili. Questo spettro viene chiamato spettro a righe di assorbimento.
Nello spettro a righe di assorbimento lo sfondo continuo è prodotto dall'energia emessa dal nucleo
della stella; le righe scure, che corrispondono a lunghezze d'onda mancanti, sono invece causate
dagli strati di gas più esterni, che assorbono parte dell'energia al passaggio delle radiazioni. Dallo
studio delle lunghezze d'onda mancanti è possibile quindi risalire agli elementi chimici che si
trovano negli strati gassosi esterni delle stelle.

Le caratteristiche delle stelle


Le stelle sono corpi gassosi ad altissima temperatura che emettono energia
sotto forma di radiazioni elettromagnetiche, in conseguenza delle reazioni
nucleari che avvengono al loro interno.

La luminosità di una stella è l’intensità della luce di una stella. Viene


misurata un fotometro, capace di raccogliere e quantificare con precisione la
luce emessa da fonti anche estremamente deboli. L'unità di misura della
luminosità è la magnitudine: una stella di magnitudine 1 è 2,5 volte più
luminosa di una con magnitudine 2, e così via.

La magnitudine apparente, descrive la luminosità di una stella come ci


appare, non come è effettivamente.

La magnitudine assoluta, invece, è la quantità di energia luminosa


effettivamente emessa. Indica quale magnitudine avrebbe una stella se si
trovasse a una distanza standard dalla Terra (fissata in 10 parsec, cioè 32,6
anni luce).

Il colore delle stelle dipende dalla temperatura della loro superficie:


all'aumentare della temperatura di un corpo diminuisce la lunghezza d'onda
delle radiazioni luminose che esso emette in prevalenza.

La fusione termonucleare

Nella fusione termonucleare 4 nuclei di idrogeno danno origine a un solo nucleo


di elio. Se misurassimo le masse dei nuclei di idrogeno e di quello di elio che
deriva dalla loro fusione, vedremmo che la somma non torna: 4 nuclei di idrogeno
hanno massa maggiore di quella di un nucleo di elio. Nel corso della reazione,
perciò, si è avuta una lieve diminuzione della massa. La piccola quantità di
materia mancante si è trasformata in una grandissima quantità di energia,
secondo la formula proposta da Albert Einstein: E = mc2 (dove E è l'energia
emessa, m è la massa che è andata perduta e c la velocità della luce).
Nascita di una stella
Le stelle nascono all’interno di nebulose, cioè giganteschi ammassi di aspetto simile alla
nebbia, contenenti polveri finissime e gas freddi (in gran parte idrogeno e per il resto elio).

Una stella nasce quando grazie alla forza di gravità le particelle della nube si avvicinano e si
agregano. Se la contrazione prosegue, l'energia delle particelle cresce, la temperatura
aumenta e si forma una protostella.

A causa della forza di gravità, la contrazione continua ancora e la temperatura interna sale
fino a provocare l'espulsione degli strati più esterni di gas:

- se la massa iniziale è scarsa (1/100 di quella del Sole) non si innescano le reazioni
termonucleari e si forma una nana bruna;

- se la massa è sufficiente, nel cuore delle protostelle la temperatura diventa abbastanza


alta (fino a 15 milioni di gradi) da innescare le reazioni termonucleari che trasformano
l'idrogeno in elio e avviano l'emissione di una grande quantità di energia sotto forma di
calore. L’aumento di energia prodotta dalle reazioni nucleari provoca l'innalzamento della
pressione che bilancia la forza di gravità. Nasce così una stella che rimane di dimensioni
stabilità per milioni o miliardi di anni.

Evoluzione stellare

Una stella è stabile se la sua tendenza a contrarsi, dovuta alla forza di attrazione
di gravità, è in equilibrio con la sua tendenza ad espandersi, a causa delle
reazioni di fusione termonucleare.

Quando quasi tutto l'idrogeno di una stella è consumato e l'elio si è accumulato


nel nucleo, le reazioni termonucleari rallentano, il nucleo ritorna a contrarsi e
provoca un aumento della temperatura sufficiente a innescare nuove reazioni
termonucleari che trasformano l'elio in carbonio, liberando una quantità di energia
maggiore di quella prodotta precedentemente e facendo dilatare la sua superficie
che si raffredda, finché la forza di gravità ferma l'espansione e si raggiunge un
nuovo equilibrio. La stella è entrata così nella fase di gigante rossa.

Evoluzione stellare

Quando anche l'elio è esaurito,


l'evoluzione stellare dipende dalla massa
iniziale della stella:

1. Stelle con massa iniziale di poco inferiore a quella del Sole, al termine della
loro vita, collassano trasformandosi in nane bianche, sfere molto dense,
caldissime e bianche, delle dimensioni della Terra, destinate a raffreddarsi
lentamente.

2. Se la massa iniziale è come quella del Sole o poco superiore, prima di


diventare nane bianche le stelle possono espellere i loro strati più esterni, dando
origine a nubi sferiche di gas in espansione che vengono dette nebulose
planetarie, oppure, in alcuni casi, possono esplodere in una fase definita nova. In
questo caso la stella diviene improvvisamente 150000 volte più luminosa, per
spegnersi lentamente in un anno, ridotta allo stadio di nana bianca.

3. Una stella con massa iniziale una decina di volte quella del Sole collassando
esplode in modo violentissimo: gran parte della stella, definita supernova, si
disintegra ed è lanciata nello spazio (i materiali dispersi comprendono non solo
idrogeno ed elio, ma anche tutti gli altri elementi che conosciamo). Dopo
l'esplosione, il materiale che non si è distaccato assume densità elevatissima: la
stella si trasforma in una stella di neutroni, del diametro di soli 20-30 km.

4. Stelle con massa iniziale alcune decine di volte quella del Sole dopo la fase di
supernova continuano a collassare e possono originare i buchi neri.

Diagramma Hertzsprung-Russel

Il diagramma H-R rappresenta il rapporto tra la luminosità delle stelle e la loro temperatura superficiale (dalla
quale dipende il loro colore). Nel diagramma H-R le stelle si distribuiscono:

- lungo la sequenza principale: secondo un ordine regolare, da quelle blu, più calde e con massa maggiore
(50 volte quella del Sole) fino a quelle rosse, più fredde e di massa minore (1/10 di quella del Sole) (il Sole si
trova nella sequenza principale in posizione intermedia, come una stella gialla);

- al di fuori della sequenza principale: nella parte in alto e a destra compaiono stelle giganti rosse (hanno la
stessa temperatura superficiale, e quindi lo stesso colore, delle stelle rosse della sequenza principale, ma
rispetto a queste sono molto più luminose); nella parte in basso e verso sinistra compaiono le nane bianche
(hanno lo stesso colore di quelle della sequenza principale, ma sono molto meno luminose, quindi molto più
piccole).

Il diagramma H-R permette anche di ricostruire e prevedere la storia di una stella.


Sistema solare
Il Sistema solare si trova nella Via Lattea ed è formato da una stella di medie dimensioni, il Sole,
attorno alla quale ruota un insieme di corpi celesti con caratteristiche differenti.

Il Sistema solare comprende:

- il Sole, centro del sistema, in cui è concentrato il 99,85% della materia complessivamente presente;
- 8 pianeti;
- almeno 59 satelliti principali (con raggio di almeno 8 km) e molti altri minori, che ruotano intorno ai
pianeti;
- migliaia di asteroidi, sia piccole masse concentrate in una fascia che circonda il Sole a distanze tra
2 e 3 U.A., sia corpi isolati di dimensioni maggiori con orbite allungate fin oltre i pianeti (come
Plutone);
- moltissimi meteoroidi, frammenti di varia origine e natura, troppo piccoli per essere considerati
asteroidi;
- innumerevoli masse ghiacciate che si muovono all'estrema periferia del Sistema solare, fino a 1,5
a.l. dal Sole, e che occasionalmente originano le comete.

Struttura del Sole


Il Sole ha un raggio di 700000 km (circa 110 volte più grande di quello terrestre), un volume pari a 1,4 × 108
km3 (1300000 volte quello della Terra) e una densità media di 1,4 g/cm3 (circa quattro volte inferiore a
quella della Terra).

La struttura del Sole può essere suddivisa in una serie di involucri concentrici:

1. Nucleo: gas di elettroni liberi e di nuclei atomici. È la sede


delle fusioni nucleari che liberano energia termica.

2. Zona radiativa: composta da atomi di gas che assorbono


l'energia prodotta nel nucleo, la quale viene riemessa verso
gli strati superiori riscaldandoli.

3. Zona convettiva: flussi di materia calda che salgono dalla


zona radiativa verso la superficie solare e perdendo
energia (si raffreddano) tornano a sprofondare.

4. Fotosfera: superficie del Sole che presenta una struttura a


granuli costituiti da masse di gas più calde delle zone
circostanti (corrispondenti alla porzione superficiale di
colonne di materiale caldo che risale attraverso la zona
convettiva).

5. Cromosfera: involucro trasparente di gas incandescenti,


che avvolge la fotosfera (visibile durante le eclissi totali di
Sole).

6. Corona: involucro di gas ionizzati (cioè gas i cui atomi


possiedono una carica elettrica) che si estende per migliaia
di kilometri.

I pianeti del Sistema solare hanno caratteristiche comuni:

- hanno una forma che è approssimabile a una sfera;


- orbitano attorno al Sole in senso antiorario (o diretto), Pianeti del
anche se con tempi diversi; questo moto è detto di
rivoluzione; Sistema solare
- ruotano attorno a un proprio asse, anche se non tutti
nello stesso senso; questo moto è detto di rotazione;
- hanno l'asse di rotazione inclinato rispetto al piano
dell'orbita, anche se con inclinazioni molto variabili;
- hanno una massa tale da mantenere la loro orbita
libera da altri corpi.

Possiamo suddividere i pianeti del Sistema solare in


base alle dimensioni:

1. Il gruppo dei pianeti piccoli, detti anche pianeti di tipo


terrestre, comprende Mercurio, Venere, Terra e Marte.
Hanno una densità media che è circa 5 volte
superiore a quella dell'acqua, in quanto formato da
materiali rocciosi, hanno una atmosfera poco densa
(o ne sono privi) e hanno pochi satelliti.

2. Il gruppo dei pianeti giganti, detti anche pianeti di tipo


gioviano, comprende Giove, Saturno, Urano, Nettuno.
Hanno una densità media che è circa 1,5 volte
superiore a quella dell'acqua, in quanto formato da
gas e ghiacci, hanno una atmosfera gassosa molto
densa e hanno numerosi satelliti.

Leggi di Keplero

Prima legge di Keplero: i pianeti si muovono


su orbite ellittiche aventi il Sole in uno dei
fuochi.

Seconda legge di Keplero: il segmento che


congiunge un pianeta con il Sole percorre
aree uguali in tempi uguali.

Terza legge di Keplero: i quadrati dei tempi


impiegati dai pianeti a compiere le loro orbite
sono proporzionali ai cubi dei semiassi
maggiori delle orbite.
Leggi di Keplero
Le leggi di Keplero possono essere spiegate analizzando l’enunciato della legge della
gravitazione universale: due corpi si attirano in modo direttamente proporzionale alle loro masse
(maggiore è la massa, maggiore è anche la forza di attrazione) e inversamente proporzionale alla
loro distanza elevata al quadrato (maggiore è la distanza tra i due corpi, molto minore è la forza di
attrazione).

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