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LUMSA

Corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria

Insegnamento di DIDATTICA DELLA LETTERATURA ITALIANA MODERNA E


CONTEMPORANEA
a.a. 2017-18
Primo modulo, ottobre-dicembre 2017

Prof.ssa Caterina Verbaro

LA POESIA ITALIANA DEL NOVECENTO:


STORIA, ISTITUZIONI
E USI DIDATTICI NELLA SCUOLA PRIMARIA

DISPENSA DI TESTI POETICI E MATERIALI DIDATTICI


?Auzzesc1l

CHI SONO?

forse un poeta?
No, certo.
Non scrive che una patola, ben strana,
la penna dell'anima mia:
"folliatt.
Son dunque uri Pittore?
Neanche.
Non ha che un colore
la tavalazza delltanima mia:
trmalinconiatt.
Un musico, allora?
Nemmeno.
Non ctè che una nota
nella tastiera delltanima mia:
ttnostalgiatt.
Son dunque... che cosa?
Io metto una lente
davanti al mio cuore
per fado vedere alla gente.
Chi sono?
Il saltimbanco delltanima mia
Fqrnuz Zscut

tossisce,
Clof, clop, cloch, Clo{, clop, cloch,
cloffete,
ciop, cloch, cloppete,
ciocchete.
chchch...

Biu',
nel cortile.
povera
mi fa

spasimo! poco
bene,
tanto..."
ossl§ce, Che lagno!
tossisce, Ma Habel!
poco Vifforia!
LAL,l .
Andate,
"..
di nuovo. correte,
chiudete
povera Ia fonte,
fontana, mi uccide
il male quel suo
hai eterno tossire!
il cuore Andate,
preme. mettete
i tace, qualcosa
getta per farla
nulia. finire,
Si tace, magari...
s'ode magari
morire.
di sorla Madonna!
forse... Gesù!
forse Non più!
sia morta?
Non più.
C)rrore Mia povera
no" fontana,
R.iecco
eol rnale
che hai.
ancora

uccidi
dell'universo
GTUSEPPE UNGARETTI Il mio supPlizio
è ouando
,ron mi credo in armonia
Ma quelle occulte
mani
I fiuni che m'intridono
Cotici iI 16 agosto 1916 mi regalano
la rara
Mi tengo a quest'albero mutilato feiicità
abbandonato in questa dolina Ho ripassato
che ha il languore le epoche
di un circo della mia vita
prima o dopo lo spettacolo
e guardo Questi sono
i miei fiumi
il passaggio quieto
delle nuvole sulla luna Questo è il Serchio
al ouale hanno attinto
Stamani mi sono disteso
duèmil'anni forse
in un'urna d'acqua
di gente mia camPagnola
e come una reliquia
e Àio p"dre e mia madre
ho riposato
Questo è il Nilo
Lllsonzo scomendo
che mi ha visto
mi levigava
nascefe e crescere
come un suo sasso
e ardere d'inconsaPevolezza
Ho tirato su nelle estese Pianure
Ie mie quattr'ossa Ouesta è la Senna
e me ne sono andato e-in quel suo torbido
come un'acrobata mi soìo rimescolato
sull'acqua e mi sono conosciuto
Mi sono accoccolato Questi sono i miei fiumi
vicino ai miei panni contati nell'Isonzo
sudici di guerra
e come un beduino Questa è la mia nostalgia
mi sono chinato a ricevere che in ognuno
il sole mi traspare
ora ch'è notte
Questo è I'Isonzo che la mia vita mi Pare
e qui meglio una corolla
mi sono riconosciuto di tenebre
una docile fibra
G. Ungarettir ll porto sePolto U. Saba, Trieste
Mariano il 19 giugno 1916
Ho attraversata tutta la città.
Poi ho salita un' ert4
Vi arriva il poeta popolosa in principio, in 1à deserta,
e poi torna alla luce con i suoi canti chiusa da rur muricciolo:
e li disperde un cantuccio in cui solo
siedo; e mi pare che dove esso termina
Di questa poesia termini la cirè.
mi resta
quel nulla Trieste ha una scontrosa
d' inesauribile segreto gazia. Se piace,
è come [r'ragazzaccio aspro e vorace,
con gli occhi azrurne mani troppo grandi
per regalare un fiore;
come un amore
G, Ungarettr, Comruiato con gelosia.
Da quest'erta oglu chies4 ogni suavia
scopro> se mena all'ingombrata spiaggia
Gentile Ettore Serra o alla collina cui, sulla sassosa
poesia cima una casa I'ultima s'aggrappa.
è il mondo I'umanità Intomo
la propria vita circola ad ogni cosa
fioriti dalla parola un'aria stran4 un'aria tormentosa,
la limpida meraviglia l'aria natia.
di un delirante fermentc
ta mia città che in ogru Parte è viva,
Quando trovo ha il cantuccio a me fatto, allamiavita
in questo mio silenzio pensosa e schiva.
una parola
scavata è nella mia vita (Umberto Saba, daTrieste e una danna,1910-
come un abisso. 12)

G. Ungaretti,Itfrlia

Sono un poeta
un gndo unanime
sono ur grumo di sogni

P. Jahier, Giorni

che la minima buona azione

vale 1a più bella Poesia.


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5. GoaI

Ii portiere caduto a1la difesa


uitima vana, contro terra cela
la faccia, a non veder l'amara luce.
Ii compagno in ginocchio che l1nduce,
con parole e con mano, a rilevarsi,
scopre pieni di lacrime i suoi occhi.

La iolla - unita ebbrezza - par trabocchi


nel campo. Intorno a.l. vincitore stanno,
al suo collo si gettano i frateili"
Pochi momenti come questo belli,
a quanti lbdio consuma e l'amore,
è dato, sotto il cielo, di vedere.

Presso la rete invioiata iI portiere


- l'altro - è rimasto. Ma non la sua anima,
con la persona vi è rirnasta sola.
tl
La sua gioia si fa una capriola,
si fa baci che manda rdi lontano.
Deila festa - egli dice - anch'io son parte.

:l'
::
ii .1

ltl
li

il,
Mi nasconda la notte e il dolce vento'
Da casa mia cacciato e a te venuto
mio romantico antico flume lento'

Guardo il cielo e le nuvole e le luci


degli uomini laggiù così lontani
r.Àpt* da me. Ed io non so chi voglio
amare ormai se non il mio dolore'

La luna si nasconde e Poi riaPPare f N\ s(A


- lenta vicenda inutilmente mossa
;leRtÉLL
sovra il mio capo stanco di guardare'

(S. Penna, rn Poesie,1939) di tuttc quesis niente. qliesis nicqte


addosso. corne un {ùrso. queste vesae
che stinge. sciupa. sm*gi&r fra le leste
ungi:ie .*egi!. a*ni. qil*esie iuci spente
inescra'bilmenre. questa *:ente
tar:ata e queruia. rii turte quesie
oie rincorse a fa.-ae specchio e ae§te
Btrr le irascsrse e i§]rl1e.rse ' resia r:iente.
come la §pug*a tutto §i contleae.
si sputa. si riassorbe . menire il siero
ehe ei s*mme;ge itgr*ssa. e al dcpc vie*e

e\xoLl un dal:o. uil *iente ai niente. iir-rcité intero


ierrio sovviene i1 gusto deii'insieme.
r.restice eicec. che anirr:a il psrlsiero
I,'ASSIUOLO

Dov'era la luna? ché il cielo


.roi*" in un'alba di-Perla'
e L[ melo
ed ersersi il mandorlo
;;;;?;" a meglio vederla'
di lamPi.
' V.ìi.rano soffi
di nubi laggi6;
.

à^
"" ".t"
,r".ri.r" una voce dai camPi:
chii...
Le stelle lucevano rare
'o tra mezzo alla nebbia di
latte:
sentivo il cullare del mare,
t."tl"" un fru fru tra le fratte;
ta"ii"" nel cuore un sussulto'
."À'..o d'un grido che fu'
t' Sonava lontanò il singulto:
cbiù...
Su tutte le lucide vette
tremava un sosPiro di vento:
souassavano le cavallette
' finissimi sistri d'argento
(tintinni a invisibili Porlg -
che forse non s'aProno Ptu /"')i
e c'era quel Pianto di morte"'
cbii...
SANDRO PENNA

Non è latimidezza che tu celi forse un sogno


confuso degli dei?

Amore, amore,
lieto disonore

f)itcmi, grandi albcri sogflarlti,


a, voi noà baftc il cuofc ,:1uanclo zmole
fa caniat la cicala, quanilo il sole
sorprende e lascia ir"nmobiXc ncl temixi
il bàtticuorc alla tenera lucertola
petduta fra due n-rani in un dolce far niente
r
?

Anchc a me batte il cuore, e pul: rlon sono


io clel far,rciullo vittima innocente.
Scuola

NeElli azzurri rnattini


lc fi1c s'u,clfc c rlcrc
clei collcgiati. Cìhini
su libr:i poi, l3tnclicrt:
cli nostalgia campcstrc
gii alÌ:er:i allc fincstrc.
I .c 1>tlt'lc ,-1ul n ru>tltit t llolì s'J!lno-l

clic ftrori 1t piorirSia lc ccro:a'


Le ccrca. l,e ccrut. Paeicnte
si ncrdc, ritortlrr. l,t Itrcc
,r,rt ," jcllt pit,guit. l-e Pioggia
n0r1 sa dclla luce. Lc Port.e,
lc p,trtc c.lul tlronclti son chiuse:
serrxtc xllfl. 1)lo!i,q11,
serl'ate alLa Iuce-

trltteno tarder') di almeno u$'ora'


L'atqrte clcl mal"c si fe piir turchilta'
Sul Àur.r calcin:rto ii crrlpr'nello
casalirrqo non sutìlla. Lt'l'e
panchina
rli fctr5 scotta al sole' cicalc
sono Ie sole Pa<lrone detrl'ola'
CorradoGovoni,inArrnoniaingrigioetinsilenzio'1903

Le cose che fanno la domenìca


L'odore catdo del pane che si cuoce dents il
forno'
I1 canto del gallo nelPollaio.
I1 gorgheggio dei canarini alle finestre'
r,'ittJO.iJ"cchi contro ilpozza e il cigolìo de1la puleggia'
La biancheria distesa nel Prato.
Il sole sulle soglie.
La tovaglia nuova nella tavola'
GIi specchi nelle camere.
I fiori nei bicchieri.
Il girovago che fa piangere la sua armonica'
I1 grido de1lo sPazzacamino.
L'elemosina.
La neve.
Il canale gelato.
Il suono delle camPane.
Le donne vestite di nero.
Le comunicanti.
Il suono trianco e neto del pianoforte'
Le suore bianche bendate eome ferite'
I preti neri.
I ricoverati grigi.
L'azzttrto del cielo sereno.
Le passeggiate dei malati.
Lo stormire degli alberi.
I gatti bianchi contro i vetri'
Il prillare delle rosse ventarole'
Lo sbafiere delle finestre e de1le porte'
Le bucce d'oro degli aranci sul selciato'
I bambini che giuocano nei viali al cerchio'
Le fontane aPerte nei giardini'
Gli aquiloni librati sulle case'
che fanno la manovra azz1lr:tà'
I soldati
che scalpitano su1le pietre'
I cavalli
Le fanciulle ehe verrdono le viole'
I1 pavone che apre la ruota §opra la scalèa
rossa'
Le colornbe che tubano sul tetto'
I mandorli fioriti nel convento'
Gli oleandri rosei nei vestiboli'
Le tendine bianche che si muovono al vento'
Govolot,W

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Mario Lazi,Avorìo

Parla il cipresso equinoziale, oscttro


e montuoso esulta il caPriolo,
dentro le fonti rosse le criniere
dai baci adagio lavan le cavalle.
Giù da foreste vaporose immensi
alle eccelse città battono i fiumi
lungamente, si muovono in un sogno
affettuose vele verso OlimPia.
Correranno le intense vie d'Oriente
ventilate fanciulle e dai mercati
salmastri guarderanno ilari il mondo'
Ma dove attingerò io la mia vita
ora che il hemebondo arnor§ è morto?
Violavano le rose I'orizzonte,
esitanti città stavano in cielo
asperse di giardini tormentosi,
laiua voce nell'aria era una roccia
deserta e incolmabile di fiori'

:::-._----=:-.a:--':--::

I itmpi de.ilct tcignolict

Vorrei che i vostri occhi potesserc veder'e


questo cielo sereno che si è aperto,
1àcaima delle tegole, la dedizione
del rivo d'acqua che si scalda'

La parola è questa: esiste la primavera,


la perfezione congiunta aif imperfetto'
11 fianco della barca asciutta beve
I'olio della vernice, il raglo tt'otta'

Diremo più tardi quello che deve essere detto'


Per ora guardate la bella curva dell'oieandro'
i iampi deltra magnolia.
1984)
(Franco Fortini, daPaesaggio con serpente'
M. Luzi, o'Vola alta, Parola"

Vola alta, parolq cresci irr profondità


tocca nadir e zenith della tua significazione,
giacché talvolta 1o puoi - sogno che la cosa esclami
ne1 buio della mente -
però non separarti
da me, non arrivaxe,
ti prego, a quel celestiale appuntamento
da sola, senza il caldo di me
o almeno il mio ricordo, sii
1uee, non disabitata traspareilza. . .

La cosa e la sua anima? O la mia e la sua sofferenza?

E. Montale, «Forse un mattino"

Forse un mattino andando in un'aria di vetro,


arida, rivolgendomi, vedrò compirsi i1 miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.

Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto


alberi case colli per f inganno consueto'
Ma sarà troppo tardi; ed io me ne andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segteto'
E, YoPTA LL-

Ti tibero [a fronte dai ghiaccioti


che raccogtiesti traversando ['atte
nebutose; hai te Penne lacerate
dai cictoni, ti desti a soprassatti'

Mezzodì: attunga nel' riquadro i[ nespoto


l'ombra nera, i'ostina in cieto un sole
freddotoso; e t'attre ombre che scantonano
net vicoto non sanno che sei qui'

reeidere, forbiee, quel volt-o I


nella meraoria che si sfolIa,
far deI grande suo viso in ascolto
la mia nebbia di senPre'
freddo cala... Duro iL colpo swetta'
I'a.cacia ferita da sé scrolla
guscio di ci-cala
la crj.ma be]-]-etta di Noveabre'

I NASCOhIDIGT,I

Quando non sono certo di essere viyo


la cettez,za è a due passi n"la costa pena
ritrov'arli gli oggetti, una pipa, il cagnuccio
di,legno rli mia rn,cglie, un necrotrogio
del fratello di lei, tre o quattrcl occhiali
di lei ancora!, un tappo di bottigiia
che colpì la sua fronte in rr.ln lontano
cotillon dì capodanno a sitrs lV[aria
e aitre carabattole. Mrutano alloggio, entrancr
nei buchi più nascosii, ad ogni c,ra
hanuo rischiato il secchio deXla spazzatura.
Con:ph:ttamdo tra Ioro si sono organizr.ate
per sostenermi. sanno più di rne
il fìlo che le lega a chi vorrebbe
e non osa disfarserre. Piil prossimo
negli an*i il Grabelin automatico tenta
di aggregarvisi, sernpre rifìutato.
Lo comprantmo a Lucerna e trei disse
piove troppo a Lucerna non funzionerà mai.
E infatti...
Ma pur la debbo Porhre'
ioso
C ongda det viagg iobte ceri m on ,oo fott" che Per seguire l'uso'
l.asciatemi, vi Prego, Pas§are'
Amicucredo chesia Ecco. Ora ch'essa è
meglio Per me cominciare nel corridoio, mi sento
atirar giù ta valigia' più sciolto. Vogliate scusare)'
Anche i. oot so bene l'ora
d'arrivo, e neppure Dicevo, che era bello stare
conosca quali stazioni insieme. Chiacchierare'
nrecedano Ia mia, Abbiamo avuto qualche
sicuri segni mi dicono, diverbio, è naturale'
J, ou"nto m'è giunto all'orecchio Ci siamo - ed è normale
di questi luoghi, ch'io anche questo - odiati
vi dowò Presto lasciare' su più d'un Punto, e frenati
soltanto Per cortesta'
Vogliatemi Perdonare Ma cos'importa' Sia
quel Po' di disturbo che reco' come siatorno
Con voi sono stato lieto a dirvi, e di cuore, grazle
dalla Partenza, e molto per lottima comPagnia'
vi sono grato, credetemi,
per llottima comPagnia' Congedo a lei, dottore'
e alla sua faconda! dottrina'
Ancora vorrei conversare Congedo ate,ragazzina
a lungo con voi' Ma sia' ,*iÉ", e altuo lieve afrore
Il luogo del trasferimento di ricreatorio e di Prato
lo ignoro. Sento sul volto,la cui tinta
p"iò .h" vi dovrò ricordare mite è sì lieve sPinta'
ip"tto, nella nuova sede' Congedo, o militare
Àentre il mio occhio giàvede (o marinaio! In terra
dal finestrino, oltre il fumo àome in cielo ed in mare)
umido del nebbione alla Pace e alla guerra'
che ci awolge, rosso Ed anche a lei, sacerdote'
il disco della mia stazione' congedo, che m'ha chiesto
s'io
in dote
1scÉrzava!) ho avuto
Chiedo congedo avoi ài credere al Yero Dio'
senza Potervi nascondere'
lieve, una costernazione' Congedo alla saPienza
Era così bello Parlare e congedo all'amore'
insieme, seduti di fronte: Congàdo anche aIIa religione'
così bello confondere Orrnai sono a destinazione'
i volti (fumare,
scambiandoci le sigarette)' Ora che Più foÉe sento
e tutto quel raccontare sffidere il freno, vi lascio
di noi [quell'inventare dawero, amici' Addio'
facile, nel dire agli altri)' Di questo, sono certo: io
fino a poter confessare son giunto alla disPerazione
quantò, anche messi alle strette' calma, senza sgomento'
mai avremmo osato un istante
[Per sbaglio) confidare' Scendo' Buon Proseguimento'

(scusate' E' una valigia Pesante


che:
anche se non contiene gran Congedo del viaggiatore
domando fGiorgio Caproni, 1965J
tanto ch'io mi Perché
cerimonioso e altre prosapopee'
l'ho recata, e quale
aiuto mi Potrà dare
poi, quando lavrò con me'
Gcnovadi mtaxLrelfa
Genova etri niala voce. ,\ospiro. futrarit Stella"
Mia dtlixia, klia mtce. Genova p,ortuale,
Genova d'Oregina, ilnese, Silllltrdle.
tr..itania larniera, uenla, brina.
Genova di Sottoripa.
Genova nnme b.arbaro. Fmporio, Sesso' Jjt$a.
Gcnova rnia cirtà inrcra.
Carnpana. .Mon tale. S fsarbaro.
6:eranio. prilaeriwa. Genova di ltorta Soprana,
(ìcnova di fr.rrt.l .; Genova di casarnenri d'angelo e di Pattarta"
rìr.i:r,
lunghi, miei tormenti.
nna /at.a,;n,t, treilt rit.
Genova di coltello.
Genova rli scntina, ilti Pesce" tr)i wanteltrt"
Gcnova crmà pulira.
Di lata\u,;ts. Ì-atrina. Genova di larripione
. l]rczza a /uce in .wlìta.
Gcnova ,ircrficalc, Genova di petrolier,*, a gas, costcrna.znn€'
s t rxggimen ta, s mgli era "
uertigi.n4 aria,,tca/e.

(ìcnova ncra c bianca. Genova cli tramontana,"


(.,acir tt; r ur. )
Di tanfo" Di sailana.
[ rI,t n ;, t
(ìcnova doirc 1-10r-ì ,1r..,,
- Genova d'acquama:ina, Genova di Raibetta'
»tìrL norue, v.r tan
area, l,udtina. Di Gatta ALrtra. trn tta'
I iut.
Gencrva della Strega,
Gr:rirtya mio rirnario.
Genova c:li luci ladre. straPiornbi che i d'mzti alkga'
paerizta. Si/laba ITiglirili. FaCre, tuIadr*
io.
(ìclrrtya rnia rradrta, c'enova che non si dice'
Genova vecchia e fagazza.)
Di barrhe. Dì aerni«'
titntr_ro di tutta /a yita. pazzia, ad.sz, lewdzzd..
Genova balrt,eare,
Gr:nova in cornitiya. d'arl:i da nln stttrd,are'
Genova rli Soziglia.
Gttl,lo Attittt,t t ìu,t {uniaila. pollamt. Trigli a.
C'cnova cii soliruclinc. Genova di «Faok: & I-eie».
Genova d'aglio e di rose,
D'i smgli. Itwonbard'o' Vele'
.rtr*/ucult, ùriet udine di Prà, di Fontane fuIarose.
Genova di Villa Quartara,
duue li am,oru s' imPara'
Genoya di limone. Genova di Caricarnenro-
Di $ecdcio. l)i cannone. Di [,/okri. I)i sgomruta.
G'enova di casertta.
Gcnova da inravedcre, Gcnova del I'Acquasolal
Di latteria. Di .rltewa'
mattoni, ghiai a, scrsgltere. da lc i.r s i m a, u.r ign ola.
Gcnova mia di Srulla,
che anaYa xel sangwe m'i urla'
Genova grigia e celeste. Genova fufta colore.
Ragazze. Bofiiglte. G:te. Bantli era. Ri march i ato ye.
^
Genova di rufo e sole, Genova viva e cl,ilerta,
(ienova d'argcnto e stagno'
I)i zanzara. I)i sca'gno'
rincorse, sa.rsaiole. . salino, orto, spùlleild.
Genova di rnagro fieno,
mn i le,-M aras'r i, St aglzen o'
Gennva mffa tetto. Genova di llarile.
Maceyie. CastelLetto. (,auolica. Atqua d aprile.
Genova d'aerci fa,ti,
t\
\rcnoyL Cip.mun$ru,
Genova di grige mura.
Dis*ato' Lt Pawra'
Albàro, Rorgoratti. brtrci o{i la., trmp i s t a.
(ienova dell'enmoterra,
ndssi rossi, ln guerra'
Genova che rni srruggi. Genova cli Corso Odcione.
Inteilini. Caruggi. Mtt reggiata. Spin tone.
Genova e così sia, Gcnova di piovasco, ' (ìcnova di cosc tritc'
mare in un'asteria. l.tt'tnarle' tr a neft"i te'
"follia, Faganrrui, Magrarco " (it'nor'.t bi:tntl c 't rt:llt'
Genova illividita. Genova che non mi lascia. .iP(r"t lt::d' I t:lt({tt' I tl d'
Inaemo nelle dita. Mia fidanzatu.
Gcn<-rva mcrcantrilc,
^
Genova ch'ò'turto dire
Bagascia.
(ìenttva chc si r:isc;ttta'
'1-etkti a. Azzu tn.i' {-,a l t d "
industriale, riuile rcspiro da non-j"truire
u tTl';ln''l'
Genova scmi)rc
LTCTIOVA quarta COfdA. te' Part t gt atta'
Gcnova d'uornini destri. Prtseil
Sirma che non si scorda"
Arnaldo. San Giorgio. Sestri. Genova ctr'ascfnsorfi,
Genova di banchina, (icnuva dclla rnia lìina'
pttteffiq .rlretta al cu*re- l/ al trebhia' Aria fitta'
trantatlantico, lnna.
tli {ilulic
( llnr.rvrt' lt'Lt'st'
Genova tutta canfiere. Genova mio petrorale. i,.ttt.,.' cÌ"i''' lu' fsrttrt tttt'''1[ic'
Bisagruo. khtetlere. fu{i o fatsetto. Crinale.
Gcnor,a di canarino, (ienova illurnirrata,
Clcnova scllìPrcì nuova'
ttotl u w tt,
,ùersiana mrde, zercÌt i no.
ar^ni du, alz ata. l;jtt, l.r ri ril rt,t,t-
(ìtnova iunglr t iorlt'ìtìl'
Genova di torli hianche. Genov* di mio fratello. tttrt Sjlttttt't
(a,aedral . Bord.ello. P"ttì'tìt 'ltlla
Di fuuri. Di ltalawhe.
Genova in saiamoi:t, Genova cli violino,
drEud. fft{.}rtd di woia. di topo, di rwino"
(lcntlv lr 1'rlltr lti t:itl tt:'
)Vi, ,,,rn'. ùlir, bullautt
Cicnova mio ilomicilio,
tkn'e ru'e nato ,4ttilirt'

(icn ova dr:l1'Actluavcr<'lc'


'Yi si
Àrlio Patlr"t the Percle '
(icnova di singtuozzi.
ntia tùdrt, l'-ia Htt"ttitt'titnL 51ru:::ii'

Gcnova cli larrrenti.


ilrtea,, IfurnùardarneYt ti.
Genova clisperata,
inuano da me intPlorata'

Genova detrla Spezia.


lnfanzia che si srrezia.
Genova di lJvorno,
parlenza smza rilotYo-

Genova di tutta Ia vita.


Mia litania infinita.
(ì'enova di stoccafisso'
e di garofana, fxo
b*rs eg li o c{rtr,' e itrc I i n a
la runriine: la rima.
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Goczk, ZDoj J

A1 piccione invcsriro tl D -j -2A0j,


a i\{ilano in via mipare Lorenteggio

Qualc csca ciualc scli-risita briciola


tr ha chiarnato vicnri
vieni, sci sccso
c{al rnarciapicdi vispo comc
qiornri
;:,cnsairclcr' che
fortunato o5;gi, stai l(
sclraiato colltc r;n s<lldato
insanguinato, ti frcrla
ancora viva rri,il'el.r trrrr 1ri11111;g
grigio-arqcnto (o malgari ò
in vcnto?).
.fr.4 i\lìClrl.l,O (ìt I tclXtl

ilrrssy

Qricsta ilot[c,
{i:a }c hotti ormai sccchc
d'una cantit-la abtranclonala
il silcnzio si cl<lndola
<lo,',c
su ailachc di ragnat,tic,
Ì)uss1,,
1a rnia girttil,
ìl:l pa rtorittr t rc Slttirri trcri.
Non irn;rorta a ncssllno
, ht [)ussy'rlrbi;r Ilrtorito.
a ncssuno vicnc in rxìentc
di rncttcrc lrocchi su11'usrcio.
L incliffcrcnza vcrso cio che è ( ì,nrlint rrt.L,q M,{t"tr't'I
in{'criorc,
ìnt:olla ruìanno sul votto clcgii uornini"
Ma. intanto, Pussy t fclicc,
offrc itr suo sc1l0 ,.;onfìo (1,,n. t
a trc bocchc affamate
nrir.: canc
"tt"
c inscgna alla supcrbia
cenc di canto
dc,gli inclifferenti ,li stcllc
c occl:i
chc ciarc la vita ò'acccndcrc
ti,i,*ci il pargolo unito vivido
una lucc cli gioia. scmprc,
alla i:riu. sah,'ezza
anchc ncl br-rio di ilna cantina abbandonata. maic
rnimaie anima tu inclcnnc <-1a

c,,rnclorc c can,iiclo
iri Lapcr
i-'c clltc,]lno re P(jr
!:111 iì11

tr::ni ucsto lllio u l)cr nrie ctlPlt


tii tr-tostrazionc clell'esscrc onnivago
, ire trri trci'.:.t, chc tni l)r(\'ictìr: "

ircntrc tu, é{cncroso, oh, LaPo


chc pa:ricnti c cla urolti nrorbi
clist,::gli
sci lucc c laccio nrio
ftancir-rl[o pcr ]a vita
irl r,ita.
A,{a nm Lurs,t Splzr,,rNr

In Coniglici

11 C,oniglio è il contrario di un eroc.

ltressuna sccna di battagnie c assecli


ne [a un protagonista: la cautela
<lcl suo sguardo guiarclingo, nn
1:o'vctroso,
c qtrci passerti c salti alla Charlot...
fiiascica I'e rba, rr:mina, risucchia.
trou Iìr rrrrii rrlt ro. Lo possierno anrlre ?

lv{a è bell,: quanrlo è ritto. venrrc lucido


<la tcicra r:incse , c soprattutto
pe r lc stupcni-lc orccchic. antcnnc {isse
a captarc mcssaggi cla un suro cicio.
Ecccl una fresca dàrscna dl vcle
iltalcnanri in giochi di iibeccio,
ccco sciami di Iìgli, coniglietti Grusr V'itrutnHc1
Iriunchi c rosati strl vcr.l.. clcl praro.
tilt'gra sic'p.'. luiilrrlil I <;rcsta
,

di ciclarnini che non appassiscono. La rondine

L, l'ansia dcll'arri,,ro
* rncrnoria cli altr:i cieli
già solcati d'aurlrnno
c abbandonati omai pcr stanco amorc --
chc folgora la roncline sfrcmata
sulla notta d'arrirro?

0 non ò il dubbio
chc il viaggio onniri conciuso
Varsxrnvo Zsrcrml+ non sia r:hc il punto ncro
chc conrpcnclia la curva c la rcstringe
{ìno ali'rpicc cstrcilìo <lclla rcsa}
Giancr

Sfoglio l'album
del bianco e nero:
sta in bella posa
nella foto ricordo
i}ftrrl:o cacciatore;
un merlo, Lrn topo, un geco,
tutte prede d'unL giorno
detr rnio gatro Giano.
Vado ancora a ritroso
ed ecc<l chi ti ritrovo:
un altro aniinale caro,
il mio cavallo a dondolo.
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ti pr*g* fi-s1r,*ti:a
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iiÉ?à il?*zg'*reffa"

La iuce liene
Ia notte ci lascia
toglie la sua l,este
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e nìerre un abirc ceiestino
con un taschino
cclor del martino.
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LA POESIA ITALIANA (1877- 1971)

CRONOLOGIA ESSENZIALE

1877 – Carducci, Odi barbare (poi 1882 Nuove odi barbare e 1889 Terze odi barbare)

1891 – Pascoli, Myricae* (poi varie edizioni fino al 1903)

1893 – D’Annunzio, Poema paradisiaco

1897, Pascoli, Poemetti (poi 1904 Primi poemetti e 1909 Nuovi poemetti)

1903 – Govoni, Le Fiale*

1903-1904 – D’Annunzio, primi tre libri delle Laudi (in particolare 1903, Alcyone)

1905 – Palazzeschi, I cavalli bianchi*

1907 – Gozzano, La via del rifugio*

1910 – Palazzeschi, L’incendiario

1911 – Govoni, Poesie elettriche


Gozzano, I colloqui
Saba, Poesie*
Sbarbaro, Resine*

1913 – Rebora, Frammenti lirici*

1914 – Campana, Canti orfici*

1916 – Cardarelli, Prologhi*


Ungaretti, Il Porto Sepolto*

1919 – Ungaretti, Allegria di naufragi

1920 – Sbarbaro, Trucioli

1921 – Saba, Il Canzoniere

1925 – Montale, Ossi di seppia

1929 – Bertolucci, Sirio*

1930 – Quasimodo, Acque e terre*

1931 – Ungaretti, L’Allegria

1932 – Gatto, Isola*


Quasimodo, Oboe sommerso
Betocchi, Realtà vince il sogno*

1934 – Bertolucci, Fuochi in novembre


1935 – Luzi, La barca*

1936 – Ungaretti, Il Sentimento del tempo


Quasimodo, Erato e Apollion
Caproni, Come un’allegoria*
Pavese, Lavorare stanca*
Sinisgalli, Diciotto poesie*

1937 – Gatto, Morto ai paesi

1938 – Penna, Poesie*


Caproni, Ballo a Fontanigorda
Luzi, Avvento notturno
Sinisgalli, Poesie

1939 – Montale, Le occasioni


Gatto, Poesie
Sinisgalli, Campi elisi

1940 – Quasimodo, Lirici greci

1941 – Sereni, Frontiera*


Parronchi, I giorni sereni*
Caproni, Finzioni

1942 – Quasimodo, Ed è subito sera


Sereni, Poesie
Bigongiari, La figlia di Babilonia*
Pasolini, Poesie a Casarsa*

1943 – Montale, Finisterre


Caproni, Cronistoria

1945 – Saba, Il Canzoniere (2° ed.)

1946 – Fortini, Foglio di via*


Quasimodo, Con il piede straniero sopra il cuore
Govoni, Aladino

1947 – Ungaretti, Il dolore


Quasimodo, Giorno dopo giorno
Sereni, Diario d’Algeria
Luzi, Quaderno gotico
Sinisgalli, I nuovi campi elisi

1948 – Sinisgalli, Quadernetto della polevere


Risi, L’esperienza*

1950 – Ungaretti, La Terra promessa


Gatto, Nuove poesie

1951 – Zanzotto, Dietro il paesaggio*


Erba, Linea K*
Saba, Il Canzoniere (3° ed.)
Bertolucci, La capanna indiana
Pavese, Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

1952 – Ungaretti, Un grido e paesaggi


Luzi, Primizie del deserto
Caproni, Stanze della funicolare
Sinisgalli, La vigna vecchia
Saba, Cose leggere e vaganti

1953 – Quasimodo, Il falso e il vero verde


Giudici, Fiorì d’improvviso*

1954 – Pasolini, La meglio gioventù


Gatto, La forza degli occhi
Pagliarani, Cronache e altre poesie*

1955 – Sinisgalli, Quadernetto 54-55

1956 – Montale, La bufera e altro


Penna, Una strana gioia di vivere
Caproni, Il passaggio d’Enea
Saba, Preludio e fughe
Sanguineti, Laborintus*

1957 – Pasolini, Le ceneri di Gramsci


Luzi, Onore del vero
Zanzotto, Vocativo
Penna, Poesie

1958 – Penna, Croce e delizia


Pasolini, L’usignuolo della chiesa cattolica
Bigongiari, Le mura di Pistoia

1959 – Fortini, Poesia e errore


Caproni, Il seme del piangere

1960 – Sbarbaro, Scampoli


Ungaretti, Il Taccuino del vecchio

1961 – Gatto, Poesie del 1929-1941


Betocchi, L’estate di San Martino
Pasolini, La religione del mio tempo
AA. VV., I Novissimi
Raboni, Il catalogo è questo*
Sanguineti, Opus metricum

1962 – Zanzotto, IX Ecloghe


Pagliarani, La ragazza Carla e altre poesie

1963 – Giudici, L’educazione cattolica


1964 – Rosselli, Variazioni belliche*
Luzi, Nel magma
Pasolini, Poesie in forma di rosa

1965 – Sereni, Gli strumenti umani

1966 – Caproni, Il congedo del viaggiatore cerimonioso e altre prosopopeee

1968 – Zanzotto, La beltà

1971 - Montale, Satura


Luzi, Su fondamenti invisibili
Bertolucci, Viaggio in inverno
Pasolini, Trasumanar e organizzar
TESTO POETICO
E RIUSO DIDATTICO
• La funzione poetica
• I livelli di analisi del testo poetico
(metrica e retorica)
• Istituzioni poetiche: definizioni ed
esempi
• Gli obiettivi didattici
• I giochi di parole
• L’osservazione didattica sul testo
JAKOBSON, ATTI COMUNICATIVI
• CONTESTO
• circostanze esterne, contesto

• MESSAGGIO
• EMITTENTE testo DESTINATARIO
• Chi parla chi ascolta
• CANALE
• mezzo materiale utilizzato

• CODICE
• sistema di segni utilizzato
Sul testo poetico e il suo riuso
didattico
• La funzione poetica
• I livelli di analisi del testo (metrica e retorica
del testo poetico)
• Gli obiettivi del testo poetico
• Giocare con le parole
• Esempio di Osservazione didattica sul testo
JAKOBSON, LE FUNZIONI DEL LINGUAGGIO
I LIVELLI DELL’ANALISI DEL TESTO POETICO
• Il testo stratificato
• Reticolo
• Isotopia
• Il significato nasce dall’integrazione dei diversi
livelli testuali
• Livelli:
 Strofico-strutturale
 Sillabico-metrico
 Ritmico-prosodico
 Ritmico-fonico
 Sintattico
 Semantico
LIVELLO STROFICO-STRUTTURALE

I VERSI sono generalmente raggruppati in STROFE

I raggruppamenti strofici possono essere


• Regolari/Irregolari
• Liberi /Codificati
(Strofe a schema fisso sono: monostico, distico, terzina,
quartina, sestina, settima rima, ottava, nona rima)

• Le più importanti forme strofiche codificate della tradizione


italiana sono Canzone (5 strofe dette “stanze”) e Sonetto (14
versi, 2 quartine + 2 terzine)

• Haiku = componimento giapponese 3 versi 7/5/7 sillabe


LIVELLO SILLABICO-METRICO
• Sillaba: unità di misura del verso
• Quante sillabe metriche compongono un verso?
• Nel computo delle sillabe metriche incidono alcune
figure metriche :
• SINALEFE (fusione di vocale finale e iniziale di due parole)
Es:
Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono (Petrarca)
• DIALEFE (mancata fusione sillabica) Es:
Là onde il Carro già era sparito (Dante, Purg.)
• Metaplasmi: fusioni o mancate fusioni all’interno di
una parola (ELISIONE, AFERESI, SINCOPE, APOCOPE)
Quello spirto guerrier ch’entro mi rugge (Foscolo, Alla sera)
LIVELLO RITMICO-PROSODICO
• PROSODIA = studio delle regole metriche
• Il più importante elemento prosodico è l’ACCENTO (Altri
elementi: TIMBRO, DURATA, INTENSITA’, INTONAZIONE)
• L’accento del verso si chiama accento prosodico, o ICTUS
• Individuare gli accenti prosodici
 primario (´´)
 secondario (``)
• In base al computo sillabico-metrico e alla collocazione
dell’ictus primario, si definiscono i possibili tipi di versi:
 trisillabo, quadrisillabo, quinario, senario
 settenario, ottonario, novenario
 decasillabo, endecasillabo, dodecasillabo, martelliano (detti
“ennesillabici”)
ENDECASILLABO
• Ictus primario 10° sillaba
• Quante sillabe nel verso?
 Se l’ultima parola è PIANA avrà 11 sillabe
 Se l’ultima parola è SDRUCCIOLA avrà 12 sillabe
 Se l’ultima parola è TRONCA avrà 1O sillabe

• Due emistichi (= metà verso) in una delle due seguenti


combinazioni:
1. Settenario + quinario (ictus secondario sulla 6° sillaba)=
ENDECASILLABO A MAIORE
2. Quinario + settenario (ictus secondario sulla 4° sillaba) =
ENDECASILLABO A MINORE
ESEMPI DI ENDECASILLABI
• Mi nasconda la notte e il dolce vento (Penna)

• E vi rivedo, o gattici d’argento (Pascoli)

• I turbini sollevano la polvere (Montale)

• E la vita, sapessi a me che fu (Sbarbaro)

• Giù da foreste vaporosi immensi (Luzi)


LIVELLO RITMICO-FONICO
• Figure foniche:
• RIMA e sue varianti: ASSONANZA
• CONSONANZA
• QUASI RIMA
• RIMA EQUIVOCA
• RIMA IPERMETRA
• RIMALMEZZO
• Altre figure foniche:
• ALLITTERAZIONE
• PALINDRONO
• PARANOMASIA
• ONOMATOPEA

• Disposizione codificata delle rime:
• BACIATA (AA BB)
• INCATENATA (ABA BCB CDC)
• ALTERNATA (ABAB)
• INCROCIATA (ABBA)
LA RIMA
• “Perfetta identità di suono dell’uscita del verso a partire
dall’ultima vocale tonica” (Elwert)
• La poesia del 900 predilige le sue variazioni e tende a essere
imperfetta. Inoltre evita gli schemi codificati delle rime
(baciata, incatenata, alternata, incrociata)
• È più frequente tra le uscite piane, più rara tra le sdrucciole.
• Ha anche una funzione mnemonica (filastrocche, canzoni,
proverbi).
• Oltre a una funzione fonica, ha un’importante funzione
semantica, perché segnala un nesso tra due termini (magari
apparentemente distanti).
LIVELLO SINTATTICO

• Disposizione degli elementi sull’asse sintagmatico.


• Frequente la non corrispondenza con l’ordine
versale
• Figure retoriche ricorrenti:
• ENJAMBEMENT
• ANASTROFE O INVERSIONE
• ANAFORA/EPIFORA
• ANADIPLOSI
• Qualche esempio: (…) e il mondo è un grande/ deserto./Nel
deserto/ io gurado (…) (Sbarbaro) (enjambement e anadiplosi)
• Questa/ bella famiglia d’erbe e d’animali (Foscolo)
(enjambement e anastrofe)
LIVELLO SEMANTICO
• Figure retoriche semantiche (che incidono sul significato):
 SIMILITUDINE
(L’Isonzo scorrendo/ mi levigava/ come un sasso, Ungaretti)
 METAFORA
(Forse un mattino andando in un’aria di vetro, Montale)
 METONIMIA
 SINEDDOCHE
• Figure retoriche logiche (che modificano il senso dell’espressione):
 OSSIMORO (la morte che vive, Montale)
 ANTITESI ( Pace non trovo, e non ho da far guerra, Petrarca)
 LITOTE (Don Abbondio non era nato con un cuor di leone, Manzoni)
 RETICENZA, IRONIA, ALLEGORIA, IPERBOLE (più frequenti nella
narrativa)
LE FIGURE DI SOSTITUZIONE SEMANTICA

• METAFORA – Spostamento di significato in cui si


confrontano due termini che hanno tra di loro un
rapporto di somiglianza, estrinseco, cioè
paradigmatico (capelli biondi/oro= capelli d’oro). Il
termine intermedio è taciuto (es. giallo-biondo).
• Può riguardare tutte le parti del discorso, verbo
sostantivo aggettivo (più comune).
• Per sciogliere la metafora ci si deve riferire al
contesto della poesia.
LE FIGURE DI SOSTITUZIONE SEMANTICA
• METONIMIA – Figura retorica di trasferimento
semantico che utilizza un termine al posto di un altro
(letterale e traslato), laddove, a differenza che nella
metafora, tra i due vi è un rapporto di contiguità
spaziale o temporale, intrinseco, sintagmatico.

• Anche nella SINEDDOCHE c’è un rapporto ‘interno’


tra i due termini, ma di misura, maggiore o minore
estensione.
• La SIMILITUDINE è invece una comparazione esplicita tra due termini (spesso
mediante l’avverbio «come»)
LE FIGURE DI SOSTITUZIONE SEMANTICA

• Rapporti di METONIMIA:
• causa per effetto e viceversa;
• materia per oggetto;
• astratto per concreto e viceversa;
• mezzo per persona.

• Rapporti di SINEDDOCHE:
• parte per il tutto e viceversa
• genere per specie e viceversa;
• singolare per plurale e viceversa.
• La sineddoche può essere particolarizzante o generalizzante
LAVORARE COL TESTO POETICO:
PRINCIPALI OBIETTIVI
AVVICINAMENTO AL TESTO
E AL LINGUAGGIO POETICO

• Educare al gusto e al giudizio estetico


• Ascoltare e cogliere il senso del testo
• Cogliere gli elementi enigmatici del testo
• Cogliere le immagini del testo
• Osservare la modalità di costruzione del testo
• Riflettere sulla peculiarità della struttura poetica
• Notare gli elementi metrici basilari
• Contestualizzare il testo
COGLIERE IL RITMO E FAVORIRE
L’ASCOLTO DELLA MUSICA
• Cogliere musicalità e ritmo attraverso rime e
accenti
• Abbinare musica al testo poetico
• Tradurre il testo in musica
• Riprodurre mediante percussioni il ritmo del
testo
• Riprodurre le parole con strumenti musicali
(es. onomatopee)
ARRICCHIRE IL LESSICO E ACCENTUARE LA
FAMILIARITA’ CON LE PAROLE
• Conoscere nuove parole ed espressioni
• Fare ricerche su nuove parole
• Cercare sinonimi
• Giocare con le parole (anagrammi,
metagrammi, scarti, zeppe)
• Comporre calligrammi/acrostici/anagrammi
• Trovare parole in rima
SVILUPPARE COMPETENZE TESTUALI
• Riflettere sulla punteggiatura
• Stimolare l’uso del linguaggio figurato e della
metafora in particolare
• Comprendere e utilizzare la similitudine
• Riconoscere e produrre le figure foniche di
base (rima, allitterazione, onomatopea)
ACCOSTARE LA POESIA AD ALTRE
FORME TESTUALI
• Confrontare il testo ad altri testi poetici (es.
filastrocche)
• Confrontare più poesie sullo stesso tema
• Accostare la poesia a cartoni animati/ film/
fumetti/ quadri/ canzoni
TRADURRE LA POESIA IN ALTRE
FORME TESTUALI
• Trasformare la poesia in fumetti
• Trasformare la poesia in disegno/ sequenza di
disegni
• Trasformare la poesia in una rappresentazione
grafica
• Trasformare la poesia in una partitura
musicale
LAVORARE SULLE IMMAGINI
• Rappresentare il testo in forma visiva
• Tradurre in disegno
• Tradurre in immagini pittoriche
• Associare parole e immagini
• Tradurre in immagini le emozioni suscitate dal
testo
• Produrre collage di immagini ispirati al testo
• Produrre fotografie partendo dal testo
• Produrre semplici video partendo dal testo
UTILIZZARE CORPO E MOVIMENTO
• Sviluppare l’uso dei sensi
• Tradurre in danza/ drammatizzazione
• Produrre una semplice coreografia
ATTIVARE COMPETENZE
INTERDISCIPLINARI
• Veicolare contenuti storici e geografici
• Sviluppare attività matematiche
• Sviluppare attività di disegno e musica
• Attivare conoscenze di L2
SCRIVERE TESTI
• Sperimentare la scrittura poetica guidata
mediante variazioni testuali
• Scrivere le proprie esperienze
• Produrre frasi a partire da una parola
• Scrivere brevi testi descrittivi
• Scrivere testi argomentativi semplici e guidati
• Scrivere testi narrativi
• Scrivere testi poetici
RIFLETTERE SUI CONTENUTI
• Favorire l’osservazione della natura e del
mondo circostante
• Sviluppare empatia verso il mondo circostante
• Riflettere sui mutamenti storici
• Riflettere sui mestieri e sui modi di vivere
• Riflettere sulle diverse culture e sulle relative
festività/ cibi / abitudini/ abbigliamenti/
lingue / religioni/ rituali
ACQUISIRE CONSAPEVOLEZZA DI SE’

• Esprimere i propri sentimenti, emozioni,


paure
• Relazionarsi al proprio vissuto
• Diventare consapevoli della propria
soggettività
• Sviluppare empatia verso gli altri e il
mondo circostante
FAVORIRE LA COOPERAZIONE
• Imparare a lavorare in gruppo
• Imparare a lavorare in coppia
• Riconoscere i propri errori mediante il confronto con
gli altri
I draghi locopei 1
• Anagramma = comporre altre parole o frasi
con le stesse lettere in diversa posizione
cosa/caso, roba/baro/bora

• Scarto/Zeppa = togliere/inserire una lettera o


sillaba per modificare la parola:
Rape/ape; rumore/more; tappeto/tappe
Ciglio/cigolio
I draghi locopei 2
• Cambio di lettera
Ballo/bello; agile/abile

• Metagramma = passaggio progressivo da una


parola a un’altra mediante cambi di una
lettera per volta
Casa/ cala/ sala/ sale/ sole
I draghi locopei 3
• Catene di parole = costruire frasi di senso
compiuto le cui parole siano legate da uguale
sillaba alla fine/all’inizio:
Il sorriso soffice celava vari ritorni

• Acrostici = frasi costruite con parole le cui


iniziali costituiscono un’altra parola
Andiamo naturalmente navigando ancora
I draghi locopei 4
• Lipogramma = testo in cui viene tralasciata
una certa lettera (vocale) dell’alfabeto
• Calligramma = scrittura che riproduce una
data forma (vedi dispensa)
• Il nome della forma = assegnare un nome
inventato a diverse forme di oggetto (es.
foglie)
• Vignette = aggiungere fumetti alle immagini
Parodie
Parodia di Rio Bo di Aldo Palazzeschi

Pozza Ro
Sei capanne
Di tetti di paglia,
Un arido deserto,
Un’oasi straripante: Pozza Ro,
Una palma dormiente:
Minuscolo villaggio, è vero,
Un villaggio da nulla, però…
Continuamente un fuoco,
Un enorme, gigante sole,
Spunta insicuro,
Bruciando l’intera palma
Di Pozza Ro.
Un timido sole innamorato?
Chissà che bei
Fusti in città!
Anna Laura Fioribello II^Alst
Un esempio di Osservazioni didattiche:
Trieste di U. Saba
Il testo, proposto in relazione ad altri testi che focalizzano un’immagine di
città, può servire a comparare diverse modalità di rappresentazione di uno
stesso oggetto (la città, l’habitat, il rapporto con lo spazio). L’importanza
didattica principale della poesia risiede nella stimolazione di una
riflessione sul proprio rapporto col luogo di vita e sulla propria capacità di
osservazione meditativa.
Il testo appare piuttosto impegnativo a livello lessicale, e necessita di un
lavoro di chiarimento lessicale e semantico (es. perché l’uso delle parole
alterate). Tale caratteristica può dare luogo a un lavoro sul lessico e sulla
grammatica. Appaiono idonei obiettivi legati all’uso e alla conoscenza delle
parole.
Non appare invece di particolare rilievo l’aspetto fonico-ritmico, anche per
questo la poesia non è adatta alle prime classi.
Il testo si presta all’osservazione delle caratteristiche formali essenziali del
testo poetico, quali l’isotopia in ambito lessicale, sintattico, ritmico, fonico.

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