02 Guida Per Il Dimensionamento Degli Impianti Di Terra

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N O R M A I T A L I A N A CEI

Progetto Data Scadenza Inchiesta

C. 862 30-04-2003
Data Pubblicazione
2003-...
Classificazione Fascicolo
11-37
Titolo
Guida per l’esecuzione degli impianti di terra di impianti utilizzatori in cui
sono presenti sistemi con tensione maggiore di 1 kV
PROGETTO

Title

IMPIANTI E SICUREZZA DI ESERCIZIO

NORMA TECNICA
P ROGETTO
P R O GET T O

COMITATO
ELETTROTECNICO CNR CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE • AEI ASSOCIAZIONE ELETTROTECNICA ED ELETTRONICA ITALIANA
ITALIANO
Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica
e come tale può subire modifiche, anche sostanziali

13. DIMENSIONAMENTO ALLE TENSIONI DI CONTATTO E DI


PASSO

13.1 DETERMINAZIONE DELLE UST E USS


La tensione di contatto a vuoto è data dalla differenza tra il potenziale di terra del
dispersore ed il potenziale rispetto alla terra di riferimento del punto della
superficie del suolo situato a 1 m di distanza dalla verticale del punto di contatto sul
conduttore interrato; la tensione di passo è data dalla differenza tra due punti della
curva della tensione di terra, distanti tra loro 1 m. I valori di solito sono dati in %
della tensione di terra UE.
Si può dimostrare che la rete di terra a maglie quadrate non è la migliore; a parità di
lunghezza di conduttore interrato, maglie lunghe e strette, cioè una rete impostata
solo su file parallele, danno minori tensioni di maglia (e quindi anche di contatto e
di passo), soprattutto alla periferia della rete di terra. I collegamenti trasversali,
sotto questo punto di vista, non dovrebbero essere estesi oltre la necessità di
collegamento a terra delle masse.
Ciò significa, in altre parole, che al fine di definire la UST contano solo i conduttori
paralleli in una sola direzione, avendo gli altri conduttori in direzione
perpendicolare solo la funzione di connessione delle masse al dispersore.
Per una maglia di 100 m x 50 m, con 10 conduttori paralleli interrati, la tensione di
contatto valutata sulla periferia della maglia è compresa tra il 10% e il 20% della
tensione di terra, verso l’interno della maglia, e tra il 20% e il 25% verso l’esterno.
Nelle maglie all’interno della magliatura, i valori sono più bassi.
Analoghe ricerche condotte all’elaboratore elettronico relative a impianti di terra
magliati di stazioni AT, in terreno omogeneo, hanno condotto ai seguenti valori di
USS indicativi espressi in % della tensione totale di terra (tensioni di passo a vuoto
all’esterno del perimetro della maglia):
 UST: 5% ÷ 13% dall’interno alla periferia;
 USS: 1% ÷ 5% dall’interno alla periferia e 4% ÷ 8% all’esterno del
perimetro;
Picchetti di alcuni metri di lunghezza (per es. 4 m ÷ 10 m) distribuiti all’esterno del
perimetro della maglia pressappoco dimezzano la tensione di passo periferica USS.
I programmi di calcolo conducono a valori approssimati delle U S T perché le
variabili in gioco sono molteplici, quali ad esempio:
 resistività del terreno non omogenea né in direzione verticale né in direzione
orizzontale;
 resistività del terreno di riempimento diversa da quella locale, misurata
preliminarmente;
 presenza di dispersori naturali che alterano in modo non prevedibile il campo
elettrico in superficie quali fondazioni metalliche o in calcestruzzo armato,
tubazioni interrate, binari, schermi di cavi, cunicoli, fosse e trincee, ecc;
 tipo di pavimentazione e sua finitura;

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 umidità del terreno e condizioni ambientali durante le operazioni di verifica


strumentale;
 campo elettrico disturbato, per la presenza della richiesta resistenza di 1000 Ω,
durante le operazioni di verifica a mezzo delle tensioni di passo e di contatto;
 manufatti e reti di terra altrui, nelle immediate vicinanze, che generano
interferenze ed accoppiamenti resistivi;
 incognite legate alle caratteristiche di drenaggio reali, dei conduttori di ritorno.
Inoltre, con i programmi di calcolo, si possono simulare terreni a più strati nella
sola direzione verticale, mentre in realtà potrebbero esserci delle stratificazioni
anche nella direzione orizzontale. Possono inoltre sfuggire dalla analisi di progetto,
alcune strutture e/o masse aggiunte solo successivamente alle elaborazioni, oppure
modifiche apportate in corso d’opera.
Parimenti dispersori dalla forma tridimensionale articolata, non possono essere
valutati
Perciò per installazioni complesse, le verifiche sul posto sono in pratica necessarie
al fine di accertare che non si localizzino tensioni di contatto e di passo maggiori di
quelle ammesse.

13.2 RIMEDI, PROVVEDIMENTI CORRETTIVI


Qualora il calcolo o le misure sul posto mettessero in evidenza alcuni luoghi o
punti nei quali la U ST > U T p, dove la U Tp sia la tensione di contatto ammessa, si
consiglia di ricorrere ai seguenti provvedimenti correttivi:
 controllo locale del potenziale infittendo localmente le maglie del dispersore a
maglia ove possibile; oppure, per esempio nei posti di lavoro o di manovra,
disponendo una maglia supplementare metallica di equipotenzialità in
superficie o ad una profondità < 0,5 m, estesa fino a ca. 1,25 m dalla massa
relativa, naturalmente da collegare a questo elettrodo supplementare;
quest’ultimo deve essere a sua volta collegato in più punti al dispersore
principale;
 aumento della resistività superficiale del terreno nella zona circostante il luogo
critico, mediante ricopertura del terreno con pietrisco ecc. come detto al punto
9.1; oppure, per esempio nei posti di lavoro o di manovra, isolamento del luogo
con pedane isolanti di dimensioni minime 1 m x 1 m.
 segregazione, cioè protezione della zona pericolosa con barriere o parapetti che
impediscano l’accesso alla zona pericolosa ad altri che non siano persone
autorizzate e quindi adeguatamente equipaggiate.

13.3 SCHEMA A BLOCCHI


La sequenza delle operazioni da eseguire per il dimensionamento dell’impianto di
terra nei riguardi delle tensioni di contatto, può essere condensata in uno schema a
blocchi, o schema sequenziale, come riportato in Fig. 26.
Sulla base dei dati fondamentali di partenza si elabora innanzi tutto un progetto
base.

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I dati fondamentali di partenza sono:


• la corrente di guasto IF;
• il tempo di durata del guasto tF;
• la resistività presunta o misurata del terreno ρ;
• le dimensioni principali dell’installazione e la sua configurazione
geometrica per quel che possa essere rilevante nei confronti dell’impianto di
terra;
• lo schema elettrico dell’alimentazione e della distribuzione;
• eventuali vincoli esterni, come ferrovie, tubazioni interrate e fuori terra, e
altre masse estranee di rilevante estensione.
Il progetto base consiste nel disegno di prima approssimazione dell’impianto di
terra comprensivo di dispersori intenzionali, quali la maglia principale e gli
eventuali altri elettrodi supplementari come picchetti ecc.; e di dispersori di fatto
già prevedibili in fase di progetto, quali le fondazioni in cemento armato, eventuali
pali di fondazione ed altre strutture metalliche interrate di rilevante estensione.
Per i dispersori intenzionali si procede al dimensionamento termico e quindi alla
definizione delle sezioni come indicato ai punti 12.7 e 12.8.
Sulla base dello schema elettrico di alimentazione, e cioè: autoproduzione,
centrostella dei trasformatori di alimentazione collegati all’impianto di terra,
nonché accordi con autorità esterne che permettano eventualmente di valersi di
conduttori di ritorno nel sistema elettrico esterno di alimentazione, si può definire
la corrente di terra IE.
Con queste premesse si può calcolare in via preliminare la resistenza di terra
presunta RES dell’impianto, e la sua tensione di terra UE:
UE = IRS × RES

Per il calcolo della RES, si può fare affidamento alle formule riportate al Cap. 12.
Quindi si procede nelle sequenze dello schema a blocchi.

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Fig. 26 - Schema a blocchi per la verifica della progettazione dell’impianto di terra con riferimento alle tensioni di
contatto UTp = UST ammissibili secondo la Norma CEI 11-1

Nota: tutti i riferimenti sono INIZIO


relativi alla Norma CEI 11-1 [Sono soddisfatti i punti
a), b) e c) dell'Art. 9.2.1 ]

E' parte di un
impianto di terra globale SI
Art. 2.7.14.5

NO

Dati di progetto
IF, tF, ρ, r

Calcolo di Fig. 2.2


IE, ZE, IRS Tab. 9.1
Fig. K3
Modifica del circuito
o del dispersore

E' disponibile un
Calcolo di Progetto Tipo per la
NO SI
UE = IE ZE configurazione considerata?
ρ IRS < ρ IProgetto Tipo

UE < 1,5 UTp


Provvedimenti
SI 9.2.4.2 Cond. C2 NO UE < 4 UTp All. D
M
Fig. 9.1
NO

Definizione dei Determinare Con calcoli


mezzi di protezione UT o rilievi

SI

Possibilita' di
NO provvedimenti NO UT < UTp
restrittivi

SI

Il progetto soddisfa il punto


d) dell'Art. 9.2.1

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13.4 ESECUZIONE DELL’IMPIANTO DI TERRA

13.4.1 DISPERSORE
Per la messa a terra di un edificio, il dispersore orizzontale ad anello od a maglia
viene posato abitualmente a livello delle fondazioni. In terreno aperto, il dispersore
orizzontale viene posato in uno scavo profondo da 50 cm a 80 cm come detto al
par. 12.2. Il conduttore orizzontale a maglia non deve essere esposto a
sollecitazioni meccaniche, quali trazione o compressione. Se il terreno di posa è
ghiaioso o pietroso, si raccomanda di posare il conduttore su di un letto di terriccio
e di ricoprirlo per un certo spessore adeguato dello stesso terriccio.

13.4.2 CONDUTTORE DI TERRA


Il percorso del conduttore di terra deve essere il più breve possibile. Quando il
conduttore di terra sia nudo nella parte di percorso fuori terra, se è esposto a
danneggiamenti meccanici, può essere protetto con un tubo protettivo di plastica
dura, oppure può essere impiegato conduttore isolato.

13.4.3 GIUNZIONI
Le giunzioni, sia del dispersore sia del conduttore di terra, devono essere scelte in
modo che la resistenza meccanica e il riscaldamento per effetto della corrente non
siano rispettivamente inferiore e superiore a quelli del conduttore. Deve inoltre
essere accertata la loro rispondenza alle caratteristiche elettriche e meccaniche
richieste e deve essere verificato che la messa in opera segua le istruzioni del
costruttore.

13.5 PROTEZIONE CONTRO LA CORROSIONE


Il dispersore e il conduttore di terra non devono dar luogo a coppie elettrolitiche
(vedere anche la Guida CEI 64-12, App. C).
La scala galvanica dei metalli, riferita all’elettrodo d’idrogeno, è la seguente
(limitata ai metalli impiegati in elettrotecnica ):

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Potenziali elettrochimici

Potenziale elettrochimico
Metallo
(Volt)

Litio - 3,02
Sodio - 2,72
Magnesio - 1,80
Alluminio - 1,45
Manganese - 1,10
Zinco - 0,77
Cromo - 0,56
Ferro - 0,43
Cadmio - 0,42
Nichel - 0,20
Stagno - 0,14
Piombo - 0,13
Idrogeno 0,0
Antimonio + 0,2
Rame + 0,35
Argento + 0,80
Mercurio + 0,86
Platino + 0,87
Oro + 1,5

Quando due metalli di potenziale elettrochimico diverso sono tra loro in contatto, in
ambiente umido, il metallo di segno negativo si corrode tanto più rapidamente
quanto più sono distanti tra loro i due metalli nella scala galvanica. Pertanto è da
evitarsi, per esempio, l’accoppiamento diretto rame-alluminio e rame-zinco, e a tal
uopo il morsetto di rame verrà stagnato, o zincato, o nichelato, o cadmiato; oppure
tra i due metalli verrà interposta una lamina di materiale anticorrosione
(elettrocupal). In alternativa il giunto può essere del tipo a saldatura
alluminotermica o essere adeguatamente protetto dall’ambiente mediante
verniciatura, catramatura, nastratura o applicazione di apposite resine. Quando
nell’impianto industriale siano previste protezioni catodiche, le corrispondenti
Norme UNI e UNI CEI devono essere rispettate.

13.6 INTERFERENZE AD ALTA FREQUENZA


L’impianto di terra per la protezione contro i contatti indiretti è dimensionato alle
correnti di guasto a terra a frequenza industriale, cioè 50 Hz. Ma interferenze ad
Alta Frequenza sono possibili soprattutto a causa di scariche atmosferiche (fulmini)
e di sovratensioni di manovra, originate dalla apertura e chiusura di interruttori e
sezionatori, e dall’intervento degli scaricatori. I transitori di corrente prodotti da tali
sovratensioni possono interferire con il corretto funzionamento dei circuiti di

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comando e controllo e, più in generale, con tutti i circuiti elettronici.


I problemi relativi alle interferenze rientrano nel quadro più generale della
Compatibilità Elettromagnetica, per la quale si rimanda alle Norme dell’apposito
CT 210.
Ma nella misura in cui la riduzione dei disturbi in alta frequenza si può ricondurre
ad un problema di equipotenzialità dell’impianto di terra, non solo a frequenza di
rete ma anche a frequenze più elevate, ci si limiterà in questa sede a considerare i
provvedimenti che si possono prendere in fase di progetto dell’impianto di terra al
fine di ridurre l’impedenza dei collegamenti. Tali accorgimenti sono
economicamente di modesta rilevanza se presi in fase di progetto, ma possono
essere onerosi se dovessero rendersi necessari come interventi successivi.
I principali provvedimenti sono i seguenti:
 percorsi dei conduttori di terra i più corti possibili;
 infittire le maglie del dispersore a maglia in corrispondenza delle aree più
esposte ai transitori di corrente, in particolare scaricatori, riduttori di corrente e
di tensione, sezionatori;
 aumentare il numero dei conduttori di terra di una stessa massa,
opportunamente distanziati tra loro, allo scopo di ridurre l’impedenza del
collegamento. Ad esempio, due conduttori di terra da 63 mm2 distanziati tra
loro di circa 0,5 m hanno minore impedenza di un conduttore unico da 120 mm2
o di due conduttori da 63 mm2 fasciati insieme;
 fare in modo che i conduttori interrati della maglia siano posati parallelamente e
il più vicino possibile ai cunicoli cavi di comando e controllo; oppure posare
nel cunicolo stesso un conduttore di terra supplementare parallelo ai cavi e
collegato in 2 o più punti alla rete principale di terra, alla quale verranno
collegati gli eventuali schermi dei cavi stessi; tale conduttore supplementare
rileverà parte della corrente transitoria che altrimenti avrebbe caricato gli
schermi della cavetteria di comando e controllo, se questi fossero stati messi a
terra ad entrambe le estremità;
 collegare all’impianto di terra le armature del cemento armato in più punti, al
fine di sfruttarne l’effetto schermante.

13.7 ALTRI ASPETTI ESECUTIVI


Le masse e le masse estranee devono essere messe a terra. Spesso però queste
masse sono costituite da strutture complesse, supporti, tralicci, tubazioni, passerelle
e simili, composte da elementi diversi connessi meccanicamente tra loro in diversi
modi. Se queste connessioni sono fisse, tali che togliendole verrebbe ad essere
compromessa la funzione stessa della struttura, non è evidentemente necessario
mettere a terra singolarmente tutti i suoi componenti. Per altre masse che non
hanno funzione statica ma per lo più funzione di barriere di protezione, il criterio
per discriminare la messa a terra è quello della possibilità di asportare un
componente solo con l’ausilio di appositi utensili.
Per entrambi i criteri è condizione indispensabile che la continuità metallica sia
sempre assicurata.
Come esempio del primo criterio si può fare riferimento ad un portale a traliccio
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per supporto di apparecchiature elettriche o amarro di conduttori. Evidentemente


non si metteranno a terra individualmente tutte le aste del traliccio, bensì la
struttura nel suo insieme verrà messa a terra alla sua base, in quanto tutte le
tralicciature dei sostegni e della trave sono tra loro connesse saldamente a mezzo di
bulloni o saldature. Il portale viene messo a terra alla base dei sostegni una sola
volta per sostegno, salvo il dimensionamento alla corrente del conduttore di terra,
come specificato al capitolo precedente. Se l’equipaggiamento elettrico è
supportato da una struttura a cavalletto, la base metallica dell’apparecchiatura o
dell’involucro o della carcassa di un motore, può essere messo a terra sul cavalletto,
e questo sarà poi messo a terra alla sua base. Se invece si preferisce collegare la
massa, vale a dire la carcassa del motore o il basamento dell’apparecchiatura
elettrica, direttamente al dispersore tramite il conduttore di terra, allora non è più
necessario mettere a terra il cavalletto alla sua base, poiché in questo caso non è più
una massa, in accordo con la definizione di massa delle Norme CEI 11-1 e 64-8.
Questo non significa che non si possa mettere a terra entrambi, è soltanto
inutilmente oneroso.
Gli scaricatori in Media e Alta Tensione possono essere messi a terra sul supporto,
se metallico naturalmente, e questo viene poi messo a terra alla base. Però spesso
gli scaricatori vengono messi a terra direttamente con un conduttore di terra
apposito, per permettere l’inserzione di un contaimpulsi o di un amperometro per la
misura della corrente di fuga; allora a rigore non è più necessaria la messa a terra
del supporto. Ma se lo scaricatore è isolato dal supporto da piedini isolanti, per
l’inserzione per es. di uno spinterometro immagine, allora anche il supporto deve
essere messo a terra alla base.
Come esempio del secondo criterio si può fare riferimento ad una barriera metallica
di protezione contro i contatti diretti, costituita per esempio da telai a rete sostenuti
da sostegni metallici ai quali sono rigidamente imbullonati; la barriera deve essere
messa a terra almeno in due punti estremi, ma non occorre che siano messi a terra
individualmente tutti i telai, se per rimuovere i bulloni che li fissano ai sostegni si
deve far uso di una chiave (Fig. 27). Se invece i telai sono metallici ma i sostegni
sono isolanti, questi devono essere cavallottati, per ristabilire la continuità metallica
lungo tutta la protezione; oppure questa volta tutti i telai devono essere messi a
terra individualmente.
Parti metalliche che non siano né masse né masse estranee, possono, ma non
devono, essere messe a terra. Per esempio una porta metallica inserita in una parete
in muratura, se non porta né lampade né strumenti né altra apparecchiatura di
segnalazione elettrica, non è una massa e non c’è bisogno che venga messa a terra,
anzi è sconsigliabile, specialmente se la porta si trova nei pressi e/ sul bordo della
maglia di terra; così anche telai metallici degli edifici, finestre, inferriate, griglie
ecc. Recinzioni metalliche che delimitano aree all’interno di stabilimenti, ringhiere,
corrimano, guard-rail, paletti metallici con cartelli indicatori, e qualsiasi altra parte
metallica che non sia supporto di circuiti elettrici di categoria I, II e III, non è una
massa e quindi non è necessaria la sua messa a terra. Anzi, se la recinzione di un
sistema di III categoria è in comune con altre utenze, di II o I categoria ed è stata
collegata a terra da entrambe le proprietà, detto collegamento contribuisce al
trasferimento dei potenziali di terra, in zone ove probabilmente non vi sono
garanzie di sufficiente equipotenzialità, e comunque costituisce elemento di rischio
indebito nei confronti altrui.
Queste considerazioni non sono contraddette dalla eventualità che si possa
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appendere ad una di queste parti metalliche una lampada portatile o un qualsiasi


altro utensile elettrico, se questo è correttamente isolato in classe II.

Fig. 27 - Messa a terra di una barriera metallica di protezione

LEGENDA
a) Particolare collegamento alla rete di terra

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13.8 ACCESSIBILITÀ, VISIBILITÀ, ISPEZIONABILITÀ


Per ispezioni e verifiche devono essere sempre disponibili la pianta generale
dell’impianto di terra e i disegni di dettaglio dei conduttori e dei giunti, sia del
dispersore che dei conduttori di terra, in modo da poter verificare sia la correttezza
del dimensionamento termico, sia la tenuta alla corrosione.
La parte fuori terra delle connessioni di terra è ispezionabile a vista. Per la parte
interrata, ivi comprese le giunzioni tra elementi del dispersore e tra i conduttori di
terra e il dispersore, fanno fede i disegni ed eventuale documentazione fotografica
presa durante l’installazione. Anche per le connessioni tra dispersore a maglia e le
teste dei picchetti supplementari, che spesso sono a profondità maggiori della
maglia stessa, fanno fede i disegni di dettaglio.
Se ci sono ragionevoli dubbi su possibile corrosione, dopo lungo tempo
dall’installazione (es. 5 anni) può essere opportuna un’indagine a campione
scavando in corrispondenza di un giunto fino a scoprirlo onde verificarne lo stato di
conservazione.
Devono poter essere verificabili a vista i rimedi usati nei punti critici per ricondurre
la tensione di contatto entro i limiti ammessi, quali controllo del gradiente, aumento
della resistività superficiale, segregazione e interruzione della continuità dei corpi
metallici fuori terra, contro le tensioni trasferite. Per le interruzioni delle tubazioni
interrate fanno fede i disegni e le relative misure delle tensioni di contatto.
Per le connessioni tra dispersore intenzionale e i ferri di armatura delle fondazioni
in cemento armato, si rimanda alle indicazioni contenute nella guida CEI 64-12. Si
raccomanda che l’esecuzione di tali connessioni nel corso dei lavori di
installazione, sia concordata con un esperto di impianti elettrici.

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ALLEGATO A
RIFERIMENTI NORMATIVI
Pubblicazione CEI 64 fasc. 4985 R. Effetti della corrente attraverso il corpo umano.
IEC TR 60479-1. Effects of current on human beings and livestock - Part 1:
General aspects.
IEC TR 60479-2. Effects of current on human beings and livestock -Part 2: Special
aspects - Chapter 4: Effects of alternating current with frequencies above 100 Hz -
Chapter 5: Effects of special waveforms of current - Chapter 6: Effects of
unidirectional single impulse currents of short duration.
Norma CEI 11-1 + V1 + Ec. Impianti elettrici con tensione superiore a 1 kV in
corrente alternata (HD 637 S1).
Norma CEI 64-8. Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a
1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua.
Norma CEI 81-1. Protezione di strutture contro i fulmini.
Norma CEI 11-20. Impianti di produzione di energia e gruppi di continuità
collegati a reti di I e II categoria.
Norma CEI EN 60079-14 (CEI 31-33). Costruzioni elettriche per atmosfere
esplosive per la presenza di gas – Parte 14: Impianti elettrici nei luoghi con
pericolo di esplosione per la presenza di gas (diversi dalle miniere).
Guida CEI 64-12. Guida per l’esecuzione dell’impianto di terra negli edifici per uso
residenziale e terziario.
Guida CEI 64-14. Guida alle verifiche degli impianti elettrici utilizzatori.
Norma CEI EN 60909-0. Correnti di cortocircuito nei sistemi trifasi in corrente
alternata – Parte 0: calcolo delle correnti.
IEC TR 60909-1. Short-circuit current calculation in three-phase a.c. systems - Part
1: Factors for the calculation of short-circuit currents in three-phase a.c. systems
according to IEC 909.
IEC TR 60609-3. Short-circuit current calculation in three-phase a.c. systems - Part
3: Currents during two separate simultaneous single phase line-to-earth short
circuits and partial short-circuit currents flowing through earth.

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ALLEGATO B
DIMENSIONAMENTO DI DISPERSORI DI FORMA SEMPLICE
GENERALITÀ
Con questa dizione si intendono quei dispersori caratterizzati da geometrie semplici
e precisamente ad anello e ad anello quadrato, quest’ultimo eventualmente
integrato con conduttori interrati orizzontalmente lungo le diagonali (sbracci).
Le geometrie sopraccitate sono quelle generalmente utilizzate per realizzare il
dispersore di strutture aventi modeste dimensioni in pianta (pochi metri) e nelle
quali siano da temere eventuali tensioni di contatto solo all’esterno della struttura
stessa.
Esse sono infatti normalmente utilizzate per realizzare i dispersori di cabine di
sistemi di II Categoria (tensione nominale oltre 1 kV fino a 30 kV compreso) in
muratura (sia in elevazione che sotterranee) nelle quali, per altri motivi (migliore
accessibilità ed operatività), il piano di calpestio interno alla cabina è realizzato con
calcestruzzo armato con reti metalliche che, essendo connesse al dispersore,
garantiscono l’equipotenzialità.
Tuttavia, al fine di consentire la completa caratterizzazione dei dispersori
considerati, sono qui riportati i grafici degli andamenti della resistenza di terra -
RES- , della tensione di maglia a vuoto -U m- e della tensione di contatto esterna a
vuoto -U ST- in funzione delle dimensioni (raggio o lato) del dispersore stesso
quando esso sia interrato ad una profondità da 0,5 m a 0,8 m.
Gli andamenti sono stati valutati sulla base dei risultati ottenuti con appositi
programmi di calcolo: le grandezze caratteristiche (RES - U m - U ST) sono espresse
con riferimento ad un suolo anisotropo avente resistività omogenea pari ad 1 Ω m
ed a una corrente -IRS- impressa nel dispersore (e da questo dispersa nel terreno)
pari ad 1 A.
DISPERSORI AD ANELLO
FIG. B.1 A) – DISPERSORE AD ANELLO
Andamento della resistenza di terra, RES, in funzione del raggio dell’anello

0,25

0,2
( Ωm)]

0,15
Ω/
[

0,1
RES

- 0,8294
RES = 0,229 r
0,05

0
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
raggio r (m)

Progetto
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FIG. B.1 B) – DISPERSORE AD ANELLO


ANDAMENTO DELLA TENSIONE DI MAGLIA A VUOTO, Um, IN FUNZIONE DEL RAGGIO DELL’ANELLO

0,1

0,09

0,08

0,07
m)]

0,06

[V/(A

0,05
Um

0,04 - 1,0288
U m = 0,1466 r
0,03

0,02

0,01

0
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

raggio r (m)

FIG. B.1 C) – DISPERSORE AD ANELLO


ANDAMENTO DELLA TENSIONE DI CONTATTO A VUOTO, UST, ALL’ESTERNO DEL DISPERSORE IN FUNZIONE DEL RAGGIO DELL’ANELLO

0,1

0,08
m)]

0,06
[V/(A
UST

0,04
- 0,7205
U ST = 0,092 r
0,02

0
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
raggio r (m)

Progetto
74
C. 862:2003-02 – Scad. 30-04-2003
Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica
e come tale può subire modifiche, anche sostanziali

DISPERSORI AD ANELLO QUADRATO

FIG. B.2 A) – DISPERSORE AD ANELLO QUADRATO


ANDAMENTO DELLA RESISTENZA DI TERRA, RES, IN FUNZIONE DEL LATO DEL QUADRATO L PER DIVERSE LUNGHEZZE DEGLI SBRACCI,
DI LUNGHEZZA S, POSIZIONATI LUNGO LE DIAGONALI

1,000
RES Ω/(Ω m)]

0,100
[

S/L = 0
S/L = 0,5
S/L = 1
S/L = 2

S/L = 4
0,010
1 10
Lato del quadrato L (m)

Il valore di resistenza di terra -RES- può essere determinato con una incertezza
compresa entro il ± 3 %, mediante la relazione:

RES = A * L –B
dove:
A = 0,381 (S/L + 1) – 0,823
B = 0,825 + 0,015 S/L – 0,001 (S/L)2
Le funzioni utilizzate per determinare i cinque tracciati della Fig. B.2A sono:
per S/L = 0 RES = 0,381 L – 0,825
per S/L = 0,5 RES = 0,2729 L – 0,8298
per S/L = 1 RES = 0,2154 L – 0,834
per S/L = 2 RES = 0,1543 L – 0,841
per S/L = 4 RES = 0,1013 L – 0,849

Progetto
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Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica
e come tale può subire modifiche, anche sostanziali

FIG. B.2 B) – DISPERSORE AD ANELLO QUADRATO


ANDAMENTO DELLA TENSIONE DI MAGLIA A VUOTO, Um, IN FUNZIONE DEL LATO DEL QUADRATO L PER DIVERSE LUNGHEZZE DEGLI
SBRACCI, DI LUNGHEZZA S, POSIZIONATI LUNGO LE DIAGONALI

1,000

0,100
[V/(A Ωm)]

S/L = 0
Um

S/L = 0,5
0,010 S/L = 1
S/L = 2

S/L = 4

0,001
1 10
Lato del quadrato L (m)

Il valore della tensione di maglia a vuoto - Um - può essere determinato con una
incertezza compresa entro il ± 13 %, mediante la relazione:

Um = α * L – β
dove:
α = 0,142 (S/L + 1)-1,2969
β = 0,7115 - 0,0191 S/L
Le funzioni utilizzate per determinare i cinque tracciati della Fig. B.2B sono:
per S/L = 0 UM = 0,1335 L – 0,693
per S/L = 0,5 UM = 0,0906 L – 0,7389
per S/L = 1 UM = 0,0599 L – 0,7077
per S/L = 2 UM = 0,0325 L – 0,6224
per S/L = 4 UM = 0,0176 L – 0,6519

Progetto
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Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica
e come tale può subire modifiche, anche sostanziali

FIG. B.2 C) – DISPERSORE AD ANELLO QUADRATO


ANDAMENTO DELLA TENSIONE DI CONTATTO A VUOTO, UST MEDIANA, ALL’ESTERNO DEL DISPERSORE IN CORRISPONDENZA DELLE
MEDIANE IN FUNZIONE DEL LATO DEL QUADRATO L PER DIVERSE LUNGHEZZE DEGLI SBRACCI, DI LUNGHEZZA S, POSIZIONATI LUNGO
LE DIAGONALI

m)] 1,000

0,100
U STMEDIANA [V/(A Ω

S/L = 0
S/L = 0,5
0,010 S/L = 1
S/L = 2

S/L = 4

0,001
1 10
Lato del quadrato L (m)

Il valore della tensione di contatto a vuoto in corrispondenza delle mediane -


USTMEDIANA- può essere determinato con una incertezza compresa entro il ± 12 %,
mediante la relazione:

USTMEDIANA = λ * L – γ
dove:
λ = 0,2871 (S/L + 1)-1,3091
γ = 1,0508 - 0,002 S/L
Le funzioni utilizzate per determinare i cinque tracciati della Fig. B.2C sono:
per S/L = 0 USTMEDIANA = 0,2871 L – 1,0508
per S/L = 0,5 USTMEDIANA = 0,1689 L – 1,0507
per S/L = 1 USTMEDIANA = 0,1159 L – 1,0506
per S/L = 2 USTMEDIANA = 0,0681 L – 1,0504
per S/L = 4 USTMEDIANA = 0,0349 L – 1,05

DISPERSORI AD ANELLO QUADRATO INTEGRATO DA SBRACCI E/O PICCHETTI


Sono stati considerati i dispersori rappresentati in Fig. B.3.
Per ciascun dispersore sono stati calcolati, a titolo di esempio, i massimi valori di
corrente -IRSmax - che il dispersore può disperdere nel terreno, senza che siano
superati i valori di UST ammessi dalla Norma CEI 11-1, nei casi siano previsti
tempi di interruzione della corrente di guasto -tF - pari a 1s, 0,6s, 0,5s e 0,3s. I
corrispondenti valori massimi di tensione di contatto a vuoto -UST - ammessi dalla
Norma suddetta risultano rispettivamente pari a 100 V, 165 V, 212 Ve 387 V.
I più elevati valori delle tensioni di contatto, per la configurazione priva di sbracci e
Progetto
77
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Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica
e come tale può subire modifiche, anche sostanziali

picchetti (a) e per quelle che prevedono picchetti ai vertici (b e c), si localizzano in
corrispondenza dei vertici del dispersore. Per le configurazioni che prevedono
sbracci ai vertici (tutte le rimanenti) i più elevati valori delle tensioni di contatto si
localizzano in corrispondenza delle mediane del dispersore.
I massimi valori di corrente -IRSmax - sono stati calcolati con riferimento ad un
terreno avente resistività uguale a 100 Ω m e sono riportati nella Tab I unitamente
al valore di resistenza di terra -RES- che ciascun dispersore presenta con tale
resistività.
Nella tabella è riportato inoltre il più elevato valore di tensione di contatto a vuoto -
USTmax- che caratterizza il dispersore considerato: detto valore è espresso come
rapporto con la tensione di terra -UE (quindi in p.u. di quest’ultima).

Tabella I

ρ Caratteristiche dispersore IRSmax (A)


del Configurazione RES USTmax UST = UST = UST = UST =
terreno geometrica 100 V 165 V 212 V 387 V
(Ω m) (Figura 1) (Ohm) (p. u.) (tF = 1 s) (tF >0,6 s) (tF = 0,5 s) (tF = 0,3 s)
a 10,1 0,57 17 29 37 67
b 8,2 0,52 23 39 50 91
c 7,1 0,42 34 55 71 130
d 7,0 0,44 32 54 69 126
e 6,7 0,45 33 55 70 128
100 f 5,3 0,27 70 115 148 270
g 5,1 0,31 63 104 134 245
h 4,5 0,25 89 147 188 344
i 5,0 0,28 71 118 151 276
l 4,1 0,24 102 168 215 393
m 3,5 0,22 130 214 275 503

Il massimo valore di corrente -IRSmax- che il dispersore considerato può essere


chiamato a disperdere nel suolo senza superare il valore di tensione di contatto
a vuoto indicato dalla norma può essere determinato per qualsivoglia tempo di
interruzione della corrente di guasto -tFx- (a cui corrisponde -U STx -) e per
qualsivoglia resistività del terreno -ρx- mediante la relazione:
IRSmax = USTx / (RES100 * USTmax * ρx / 100)
dove:
RES100 è il valore della resistenza di terra con suolo avente ρ = 100 Ω m (terza
colonna della Tab I)
USTmax è il valore, espresso in p. u., della massima tensione di contatto che
caratterizza il dispersore (quarta colonna della Tab. I)

Progetto
78
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Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali

Fig. B.3 – Dispersori semplici con o senza sbracci e picchetti

5m 5m

0,5 m
0,5 m
5m 5m
3m

Profondità
Profondità
a) dispersore senza picchetti b) dispersore come a) con due picchetti sulla diagonale

3m
5m 5m

0,5 m
0,5 m
5m 3m 5m 3m
3m

Profondità
Profondità
c) dispersore come a) con quattro picchetti ai vertici
d) dispersore come a) con quatto sbracci ai vertici
6m
3m
5m 5m

0,5 m
0,5 m
5m
3m 3m 5m
6m 6m

Profondità
Profondità

e) dispersore come d) con sbracci non complanari al quadrato f) dispersore come e) con sbracci di 6 m

Progetto
79
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Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali

6m
3m
5m 5m

0,5 m
0,5 m
3m 5m 6m 5m
1,6 m 1,6 m 1,6 m 1,6 m

Profondità
Profondità
g) dispersore come e) con picchetti al vertice di ciascuno sbraccio h) dispersore come g) con sbracci da 6 m

3m
3m
5m 5m

0,5 m
0,5 m
5m 5m
3m 3m

3m 3m
6m 6m

Profondità
Profondità
i) dispersore come g) con picchetti da 3 m l) dispersore come g) con picchetti da 6 m

3m
5m

0,5 m
5m
3m

Profondità
9m 9m

m) dispersore come g) con picchetti da 9 m

Progetto
80
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Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale
può subire modifiche, anche sostanziali

ALLEGATO C
ALLEGATO B (NORMATIVO) DELLA NORMA CEI 11-1
CALCOLO DELLE SEZIONI MINIME DEI CONDUTTORI DI TERRA
In caso di correnti di guasto che vengano interrotte in meno di 5 s, la sezione del
conduttore di terra o del dispersore deve essere calcolata con la seguente formula B-1
(vedere la IEC 60724:1984, formula F1):

Ι t
A= (B-1)
Κ Θf + β
ln
Θi + β

Dove
A è la sezione in millimetri quadrati
I è la corrente del conduttore in ampere (valore efficace)
t è la durata in secondi della corrente di guasto
K è una costante che dipende dal materiale del componente percorso dalla corrente; la Tab.
B-1 indica i valori per i materiali più comuni assumendo una temperatura iniziale di 20 °C
β è il reciproco del coefficiente di temperatura della resistenza del componente percorso
dalla corrente a 0 °C (vedere la Tab. B-1)
Θi è la temperatura iniziale in gradi Celsius. I valori possono essere rilevati dall’Appendice
A della IEC 60287. Se nelle tabelle Nazionali non è indicato alcun valore, si dovrebbe
adottare, come temperatura del terreno alla profondità di 1 m, quello di 20 °C
Θf è la temperatura finale in gradi Celsius

Tab. B-1: Costanti dei materiali

Materiale β [°C] K [A mm-2 s1/2]

Rame 234,5 226

Alluminio 228 148

Acciaio 202 78

In condizioni ordinarie dove il conduttore di terra è in aria ed il dispersore è nel terreno, il


valore della densità della corrente di cortocircuito G può essere rilevata dalla Fig. B-1 con
temperature iniziali di 20 °C e temperature finali fino a 300 °C.
Per correnti di guasto che fluiscono per un periodo più lungo (come in impianti con neutro
isolato o con messa a terra risonante) le sezioni ammissibili sono riportate nella Fig. B-2.
Se si sceglie una temperatura finale diversa da 300 °C (vedere la Tab. B-2, linee 1, 3 e 4),
la corrente può essere calcolata con un fattore scelto nella Tab. B-2. In particolare,
temperature finali minori sono raccomandate per conduttori isolati e conduttori immersi
Progetto
81
C. 862:2003-02 – Scad. 30-04-2003
Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale
può subire modifiche, anche sostanziali

nel calcestruzzo.

Tabella B-2
Fattori di conversione per correnti permanenti dalla temperatura finale di 300 °C ad un’altra temperatura finale

Temperatura finale Fattore di


conversione
in °C

400 1.2

350 1.1

300 1.0

250 0.9

200 0.8

150 0.7

100 0.6

Progetto
82
C. 862:2003-02 – Scad. 30-04-2003
Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale
può subire modifiche, anche sostanziali

Figura B-1: Densità della corrente G di cortocircuito per conduttori di terra in aria e per dispersori in funzione della durata tF
della corrente di guasto

Le linee 1,3 e 4 si riferiscono ad una temperatura finale di 300 °C, la linea 2 a quella di
150 °C.
1 Rame, nudo o con rivestimento di zinco
2 Rame, rivestito di stagno o con guaina di piombo
3 Alluminio, solo per conduttori di terra
4 Acciaio zincato

2000

A/mm 2

1000
800

600

400
300

200

150
G
100
80 1

60 2
3
40
4

20
10

0,06 0,08 0,1 0,2 0,4 0,6 0,8 1 2 4 6 8 10

tF

Progetto
83
C. 862:2003-02 – Scad. 30-04-2003
Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale
può subire modifiche, anche sostanziali

Figura B-2a: Corrente permanente ID per conduttori di terra con sezione circolare (A)

Le linee 1, 3 e 4 si riferiscono ad una temperatura finale di 300 °C, la linea 2 a quella di


150 °C.
La Tabella B-2 contiene fattori per la conversione ad altre temperature finali.
1 Rame, nudo o con rivestimento di zinco
2 Rame, con rivestimento in stagno o con guaina di piombo
3 Alluminio
4 Acciaio zincato
Nota – Si devono considerare le sezioni minime come in 9.2.2.2.

2000
A
1500

1000

800

600

400

300
ID
1

200 2

150 3

100
4
80

60

40
10 16 25 35 50 70 95 120 150 185 240 300

A [mm 2]

Progetto
84
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Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale
può subire modifiche, anche sostanziali

Figura B-2b: Corrente permanente ID per conduttori di terra con sezione rettangolare equivalenti, agli effetti termici, a quella
circolare A ( A∗ s = 4 ?π ? A3 , dove s = perimetro rettangolare)

Le linee 1, 3 e 4 si riferiscono ad una temperatura finale di 300 °C, la linea 2 a quella di


150 °C.
La Tabella B-2 contiene fattori per la conversione ad altre temperature finali.
1 Rame, nudo o con rivestimento di zinco
2 Rame, con rivestimento in stagno o con guaina di piombo
3 Alluminio
4 Acciaio zincato
Nota – Si devono considerare le sezioni minime come in 9.2.2.2.

2000

1000

800
1
600
2

400
3
300

ID 200

150

100

80

60

40
100 200 400 600 800 1000 2000 4000 6000 20000

A*s [mm2 * mm]

Progetto
85
C. 862:2003-02 – Scad. 30-04-2003
Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale
può subire modifiche, anche sostanziali

ALLEGATO D
Tab. 9-1 e relative note della Norma CEI 11-1
Valori di corrente da utilizzare per la progettazione di impianti di terra

Modo di messa a terra del neutro del sistema Con riferimento alle Con riferimento alla tensione
di alta tensione sollecitazioni termiche 1) totale di terra ed alle tensioni di
contatto

Dispersore Conduttore di
terra

Sistemi con neutro isolato - 6) I”kEE 9) IE = r Ic 7)

Stazioni elettriche con bobine di 2 2 2)


Impianti IE = r I L + I RES
6) 3) 9)
soppressione d’arco - I”kEE
con
messa a
terra
risonante

Stazioni elettriche senza bobine IE = r IRES


di soppressione d’arco

Impianti con messa a terra del neutro con I”k1 4) I”k1 IE 5)

bassa impedenza

In stazioni elettriche nelle quali

Impianti
il neutro è messo a terra I”k1 4) I”k1 8) IE 5)
temporaneamente
con
messa a
terra
risonante
e messa a

terra
con bobine di
temporan 2 2 2)
soppressione d’arco IE = r I L + I RES
ea del In tutte le
- 6) I”kEE 3)
neutro altre _________________ _________________________
con bassa stazioni
impedenz elettriche senza bobine di IE = r IRES
a soppressione d’arco

1) Si devono prendere in considerazione le sezioni minime dell’Allegato A normativo.


2) Solo per impianti ben compensati. Si deve considerare inoltre la componente reattiva della corrente residua per sistemi
considerevolmente fuori risonanza.
3) Le correnti nominali delle bobine di estinzione d’arco devono essere prese in considerazione anche quando si
progettano i loro conduttori di messa a terra.
4) Se sono possibili molti percorsi di corrente, per la progettazione del sistema dei dispersori si può considerare la
distribuzione risultante della corrente.

Progetto
86
C. 862:2003-02 – Scad. 30-04-2003
Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale
può subire modifiche, anche sostanziali

5) Nessuna formula generale disponibile (vedere per esempio la Fig. 2-2).


6) Le sezioni minime dell’Allegato A normativo sono sufficienti.
7) Se negli impianti locali di alta tensione, per esempio in impianti industriali, è probabile che un guasto verso terra si
protragga per un periodo considerevole, per esempio parecchie ore, si raccomanda di prendere in considerazione I”kEE.
8) Se I”kEE. è maggiore di I”k1 si deve prendere in considerazione il valore maggiore.
9) Se il tempo di eliminazione del guasto verso terra è inferiore a 1s, si può usare IC o IRes.
Legenda della Tab. 9-1:
Ic Corrente capacitiva del guasto verso terra calcolata o misurata
IRES Corrente residua del guasto verso terra (vedere la Fig. 2-3b). Se il valore esatto non è disponibile, si può assumere
che sia il 10% di IC.
IL Somma delle correnti nominali delle bobine di estinzione d’arco in parallelo nella relativa stazione elettrica.
I”kEE Corrente di doppio guasto verso terra calcolata in accordo con la Norma CEI EN 60909-0 (per I”kEE può essere
usato, come valore massimo, l’85% della corrente iniziale simmetrica di cortocircuito trifase)
I”k1 Corrente iniziale simmetrica di cortocircuito per un cortocircuito linea-terra, calcolata in accordo con la Norma CEI
EN 60909-0.
IE Corrente verso terra (vedere Fig. 2.2 )
r Fattore di riduzione (vedere Allegato J)
Se le linee ed i cavi uscenti dalla stazione elettrica hanno diversi fattori di riduzione, si deve determinare la relativa
corrente (in accordo con l’Allegato N).

Progetto
87
C. 862:2003-02 – Scad. 30-04-2003
Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale
può subire modifiche, anche sostanziali

ALLEGATO E
MISURE IN CAMPO
PREMESSA
Per quanto attiene alle misure della resistenza di terra di dispersori che si incontrano nella
pratica (cioè dove l’impianto utilizzatore è alimentato da cabina MT/BT) può essere
adottato il metodo descritto nella Guida CEI 64-14. Molte delle cause che possono essere
fonti di errore, quando si utilizzi il metodo suddetto, sono individuate nella Guida CEI 0-
11 ed in particolare nel Capitolo B1.
Nel presente Allegato, i metodi di misura descritti, sono afferenti ad impianti di terra
particolari, come ad esempio quelli molto estesi, sia MT che AT, o impianti MT con più
cabine collocate a grande distanza tra loro e con situazioni del suolo tra loro molto diverse
dove è necessario che le misure in campo corrispondano il più possibile ai valori veri della
resistenza di terra dei relativi dispersori: ciò per evitare di eseguire opere di ampliamento
degli stessi alquanto dispendiose ancorché non necessarie.
Si noti, inoltre, che le tecniche di misura del presente Allegato richiedono particolari
situazioni ambientali tipiche di impianti generalmente non presenti in aree urbane.
La presente Guida, infine, non entra nel merito della scelta del metodo da adottare per la
misura della resistenza di terra dei dispersori, ma si limita a descrivere alcuni esempi
pratici che possono essere di ausilio agli operatori del settore, se del caso.
MISURA DELLA RESISTIVITÀ DEL TERRENO
Tra i diversi metodi di misura della resistività del terreno ρ si ricorda quello dei quattro
picchetti illustrato nella Fig. E.1. Con questo metodo può essere determinata la resistività
del terreno ρ a diverse profondità dello stesso, variando la distanza “a” tra i picchetti
disposti per la misura.
La resistività è data dalla relazione:
ρ=2πaR

dove R è la resistenza misurata all’ohmmetro e a è la distanza tra i picchetti.


In questa relazione la resistività ρ è quella degli strati del terreno fino alla profondità “a”.
Nei casi in cui non si disponga di informazioni relative agli strati profondi del terreno, se
possibile, è utile estendere la distanza “a” tra i picchetti fino alla dimensione pari al
diametro equivalente del dispersore in progetto.

Progetto
88
C. 862:2003-02 – Scad. 30-04-2003
Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale
può subire modifiche, anche sostanziali

Fig. E.1 - Schema del circuito usato per la misura della resistività del terreno

Questa misura è considerata sufficientemente approssimata nella maggior parte dei casi,
tuttavia, quando si debbano progettare dispersori di grande estensione, quali sono in genere
quelli per stazioni elettriche o impianti utilizzatori connessi a sistemi ad alta tensione, tale
misura può essere approfondita per tener conto della non omogeneità del suolo.
Scelta l’area in cui verrà installato il dispersore, conviene eseguire numerosi sondaggi
elettrici sia orizzontali che verticali per poter posizionare le sonde in modo da simulare una
profondità almeno pari alla massima diagonale del dispersore in esame, ad esempio
utilizzando il metodo dei quattro picchetti nelle due disposizioni di Wenner e di
Schlumberger opportunamente integrate(1).
Si ricorda che nel caso di utilizzo di uno strumento misuratore a quattro morsetti
(ohmmetro), al fine di ridurre le resistenze dei circuiti di prova e di quella delle sonde, può
essere opportuno inumidire la zona di infissione.
Si consiglia di tenere i conduttori amperometrici e voltmetrici il più distante possibile tra
loro.
Nel caso di stendimenti di modesta estensione, la profondità di infissione delle sonde non
supera 1/20 della loro mutua distanza.
I risultati di tali misure vengono poi accuratamente interpretati con l’ausilio di abachi
(presenti in qualsiasi testo di geofisica di livello universitario) che riportano le diverse
resistività del suolo in relazione alle tipologie del terreno al fine di individuare la resistività
equivalente che il progettista potrà utilizzare per determinare le caratteristiche del
dispersore.
Nel caso di dispersori estesi, si raccomanda di eseguire numerosi sondaggi in punti diversi
dell’area interessata. Ciò allo scopo di evidenziare eventuali disomogeneità della resistività
del terreno.

MISURA DELLA RESISTENZA TOTALE DI TERRA

(1) V. Carrescia: “Fondamenti di sicurezza elettrica”, Hoepli 1984


Progetto
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Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale
può subire modifiche, anche sostanziali

Il metodo di misura della RE più comunemente adottato è quello Voltamperometrico.


Esso, poi, viene realizzato secondo due criteri applicativi che utilizzano strumentazione
diversa.
1) Criterio della caduta di tensione mediante utilizzo di un misuratore della resistenza di
terra.
Questo criterio di misura è adottato per il rilievo della resistenza totale di terra di
elettrodi di modeste dimensioni (es. singolo picchetto o combinazione di picchetti,
dispersori per tralicci di linee aeree, dispersori per piccoli impianti in MT o BT). Si
raccomanda che la frequenza di alimentazione del circuito di misura non superi i 150
Hz; è preferibile utilizzare strumenti che eroghino correnti di prova a più frequenze e
che permettano di eseguire la media delle letture in automatico.
A questo proposito si precisa che:
• gli impianti di terra non sempre hanno solo componente resistiva, ma specialmente
in quelli di medie ed ampie dimensioni, la componente reattiva non è trascurabile.
Più aumenta, pertanto, la frequenza della corrente di prova iniettata sul dispersore
in prova, più il valore letto dallo strumento si discosta da quello effettivo a 50 Hz:
ciò non dovrebbe essere accettato in quanto inutilmente restrittivo (es. far
concludere di rilevare le tensioni di passo e di contatto, di inserire "traslatori
telefonici" sulle linee di telecomunicazione entranti, ecc.);
• a causa delle variazioni nel tempo delle tensioni di disturbo quasi sempre presenti
tra l'impianto in esame e le sonde, la misura deve essere ripetuta più volte:
strumenti che effettuano da soli la media delle misure rendono meno incerta la
definizione del valore da utilizzare.
La configurazione da adottare prevede il posizionamento della sonda di tensione e
dell’elettrodo ausiliario di corrente lungo direttrici geometriche diverse,
preferibilmente in opposizione tra loro rispetto all’impianto da provare, come in Fig.
E.2.

Progetto
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Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale
può subire modifiche, anche sostanziali

Fig. E.2

a) Vista planimetrica del circuito di misura


della Srumento di misura
R E con le sonde disposte in opposizione

I1 V1 V2 I2

4xD

Nodo Collettore

Sonda ausiliaria Sonda ausiliaria


amperometrica voltmetrica

Dispersore in prova

D
Diametro del cerchio di area equivalente
a quella del dispersore in prova

b) Vista planimetrica del circuito di misura


della Srumento di misura
R E con le sonde disposte a triangolo

4xD
I1 V1 V2 I2
Sonda ausiliaria
amperometrica

Angolo tra le sonde


Nodo Collettore

Sonda ausiliaria
voltmetrica

Dispersore in prova

D
Diametro del cerchio di area equivalente
a quella del dispersore in prova

Progetto
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Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale
può subire modifiche, anche sostanziali

Questa disposizione permette di renderle più indipendenti tra loro; in tal modo, inoltre,
viene eliminato il problema del mutuo accoppiamento elettromagnetico dei conduttori
di prova causato dal loro parallelismo e capace di introdurre notevoli errori nelle
letture.
Si deve accertare che la resistenza delle sonde rimanga nel campo previsto dal
costruttore dello strumento e che le connessioni siano effettivamente continue
(eseguendo una prova di continuità sul circuito di misura allestito).
Si registrano, inoltre, con voltmetro avente elevata impedenza di ingresso, le tensioni
alternate e continue applicate a cavallo dei morsetti dello strumento, sempre al fine di
verificare che esso lavori nel campo nominale stabilito dal costruttore.
Si collega lo strumento nelle zone dove può avvenire il guasto a terra (in stazione AT o
in cabina MT): non si dovrebbero ritenere accettabili altri punti che, a causa delle
resistenze trasversali e della differente ripartizione della corrente di prova,
porterebbero a risultati di variabilità incontrollata.
La distanza della sonda di corrente dall’impianto in prova è indicativamente pari
almeno a 4 volte il diametro del cerchio di area equivalente all’impianto stesso.
La sonda di tensione deve essere ripetutamente allontanata dall’impianto in prova, allo
scopo di misurare valori di resistenza di terra R E , che tendano a stabilizzarsi con
l’aumentare della distanza. Più precisamente, le variazioni dei valori letti si accentuano
in prossimità dell’impianto a causa della maggiore ripidità del gradiente di tensione,
mentre a grandi distanze, esse si attestano su valori asintotici, come meglio raffigurato
nell’esempio di Fig. E.3 e Tab. E.3 (caso reale di impianto con dispersore di forma
quadrilatera con diagonale di circa 50 m).
Si ritengono accettabili variazioni di lettura modeste, ad esempio non superiori al 5%
ogni 100 m di spostamento della sonda di tensione, oppure, per impianti di piccole
dimensioni, al 1% ogni 20 m di spostamento.
Al raggiungimento delle letture da ritenere accettabili, lo scambio tra loro delle sonde
amperometrica e voltmetrica non dà luogo a variazioni di lettura; si raccomanda di
adottare questo artificio per valutare se le sonde e l'impianto di terra non interferiscano
tra loro.

Progetto
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Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale
può subire modifiche, anche sostanziali

Fig. E.3

1,20

1,00
letta sullo strumento (Ohm)

0,80

0,60
Resistenza RE

0,40

0,20

0,00
0 100 200 300 400 500

Distanza della sonda di tensione rispetto al bordo del dispersore (m)

Tab. E.3

Lettura Distanza sonda Variazione % della Incremento della Accettabilità


strumento RE voltmetrica dal resistenza letta distanza della variazione
bordo impianto di lettura
di terra
(Ohm) (m) (% ogni X metri) (m)
0,60 6
20,3 14 NO
0,76 20
14,4 30 NO
0,89 50
6,4 50 NO
0,95 100
4,0 100 SI
0,99 200
1,1 100 SI
1,00 300
0,6 100 SI
1,00 400
0,9 100 SI
1,01 500

Progetto
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Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale
può subire modifiche, anche sostanziali

E’ il caso di ricordare che il valore esatto della resistenza di terra si può acquisire
solamente a grandi distanze: questo metodo, perciò, porta ad attribuire un valore di RE
leggermente più basso dell’impianto in prova rispetto a quello reale.
In ambito urbano, quando possibile, si consiglia di aumentare le distanze di cui si
parla: l’estensione dell’impianto in esame, infatti, potrebbe essere aumentata dal non
prevedibile parallelo con altri impianti di terra o con conduttori di terra limitrofi.
Sono sempre consigliabili allontanamenti maggiori dei minimi ritenuti adeguati in
prima istanza: potrebbe accadere, infatti, che la presenza di masse conduttrici interrate,
interferenti con l’impianto di terra in esame oppure la connessione diretta a dispersori
di altri impianti, possa modificare l’andamento del gradiente di tensione, come
nell’esempio di Fig. E.4 e Tab. E.4 (caso reale di impianto con dispersore di forma
complessa avente diagonale di circa 200 m) in cui viene evidenziato come non sia
sufficiente fermarsi con la sonda di tensione alla distanza 75 m, (ove sono state fatte
due letture con variazione minore del 1,1% ogni 25 m di spostamento) ma occorre
proseguire oltre 400 m per raggiungere una buona precisione di misura.

Progetto
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Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale
può subire modifiche, anche sostanziali

Fig. E.4
0,70

0,60
letta sullo strumento (Ohm)

0,50

0,40

0,30
Resistenza RE

0,20

0,10

0,00
0 50 100 150 200 250 300 350 400 450 500 550 600 650 700 750 800

Distanza della sonda di tensione rispetto al bordo del dispersore (m)

Tab. E.4
Lettura distanza sonda variazione % della incremento della Accettabilità
strumento RE voltmetrica dal resistenza letta distanza della variazione
bordo impianto di lettura
di terra
(Ohm) (m) (% ogni X metri) (m)

0,153 2
23,9 23 NO
0,201 25
23,6 25 NO
0,263 50
1,1 25 SI
0,266 75
3,3 25 NO
0,275 100
26,3 50 NO
0,373 150
6,3 50 NO
0,398 200
10,2 100 NO
0,443 300
18,0 100 NO
0,540 400
2,0 100 SI
0,551 500
0,4 100 SI
0,553 600
2,1 100 SI
0,565 700
1,2 100 SI
0,572 800

Progetto
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Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale
può subire modifiche, anche sostanziali

Le connessioni tra strumento di misura ed elettrodo di prova si realizzano con due


conduttori, uno voltmetrico e uno amperometrico, affinché le resistenze di contatto non
si sommino al valore proprio di RE e non vi si aggiunga la resistenza del conduttore
amperometrico.
Un altro metodo, ossia quello che prevede sonde di corrente e di tensione allineate
lungo la medesima direttrice e nella stessa direzione, come da Fig. E.5, mira al
raggiungimento del punto di flesso, inteso come zona del terreno ove lo stesso non è
perturbato dall’area di influenza né dell’impianto di terra né della sonda di corrente.

Fig. E.5

Srumento di misura

I1 V1 V2 I2
Sonda ausiliaria
amperometrica
4xD

Sonda ausiliaria Nodo Collettore


voltmetrica

Dispersore in prova

D
Diametro del cerchio di area equivalente
a quella del dispersore in prova

I principali ostacoli che s’incontrano per individuare esattamente il punto di flesso


sono i seguenti:
• la succitata disposizione circuitale porta ad attribuire valori più elevati di quelli
reali, legati alla lunghezza del tratto di parallelismo dei due conduttori; più è lungo
il tragitto comune e maggiore è l’errore in eccesso che si commette;
• se la ricerca del flesso viene eseguita su impianti di terra alquanto estesi, non è
affatto agevole trovare la disposizione delle sonde di Fig. E.5 che conduce
all’individuazione del flesso.
Si consideri, infatti, la retta, condotta sulla superficie del terreno, congiungente il
dispersore in esame e la sonda di corrente. Detta congiungente è la zona del terreno
attraversata dalla massima corrente di prova erogata dallo strumento.
Il terreno, peraltro, presenta una resistività sempre diversa da zero e quindi
Progetto
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Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale
può subire modifiche, anche sostanziali

consideriamone la caduta di tensione dovuta al passaggio della corrente di prova


che si somma vettorialmente a quella presente sui conduttori di prova paralleli tra
loro. È evidente che a seconda della direzione della congiungente scelta, ovvero
della disposizione sul terreno della sonda di corrente, si otterranno somme vettoriali
diverse e quindi valori misurati diversi. Pertanto, la decisione di quale di dette
misure sia quella più attendibile risulta piuttosto difficile;
• in ambito urbano, ma non solo, le deformazioni del campo elettrico presente
nell’area di misura possono generare ripetuti “flessi” di difficile interpretazione
(vedere Fig. E.4 e Tab. E.4); ricorrere al "valore medio" delle letture, peraltro, non
può essere d’aiuto per l’impossibilità di poter stabilire a priori quale "range" dei
valori misurati in campo debba essere utilizzato nel calcolo di verifica.
2) Criterio dell’iniezione di corrente (classico voltamperometrico)
Questo metodo è particolarmente usato per la misura dell’impedenza totale di terra di
dispersori aventi dimensione estesa.
Esso consiste nell’applicazione di una tensione alternata, alla frequenza di rete, tra il
dispersore in esame ed un altro elettrodo ausiliario di corrente allo scopo di fare
circolare una corrente di prova IM nel dispersore in esame.
Tale corrente produce un incremento del potenziale del dispersore in prova che può
essere rilevato mediante l'utilizzo di un voltmetro ad alta impedenza di ingresso.
Nel caso di utenze aventi più cabine, tra di loro distanti (ad esempio poste sui lati
opposti di uno stabilimento) e comunque fuori dalla rete di terra magliata, si consiglia
di eseguire la misura per ciascuna cabina. L’esecuzione della misura deve essere fatta
nelle normali condizioni operative dell’impianto, cioè lasciando collegate
eventualmente le funi di guardia delle linee o gli schermi dei cavi normalmente
collegati.
Questa impedenza di terra tiene conto quindi dei vari fattori di riduzione “ r ” offerti
dai conduttori di ritorno e di quelli collegati alla rete di terra che, essendo in parallelo,
contribuiscono alla diminuzione della suddetta impedenza.
Il valore dell’impedenza totale di terra è dato dalla relazione:
U EM
ZE =
IM

dove:
UEM = tensione misurata tra il dispersore in prova e la sonda di tensione posta in area
a potenziale nullo in volt;
IM = corrente iniettata nella rete di terra in ampere;
Dal punto di vista pratico, il principale problema che si presenta in queste misure è
sostanzialmente quello legato alla distanza di posa dell’elettrodo ausiliario di corrente
e della sonda di tensione.
Con riferimento alla successiva Fig. E.6, le distanze L1 ed L2 dell’elettrodo di corrente
e della sonda di tensione, dipendono dalle dimensioni del dispersore soggetto alla
verifica.
La Norma CEI 11-1 suggerisce, per l’elettrodo ausiliario di corrente, una distanza pari
ad almeno 4 volte la dimensione massima del dispersore in esame: il che vuol dire che
per impianti di dimensioni ragguardevoli (grandi stabilimenti industriali) tale distanza
Progetto
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Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale
può subire modifiche, anche sostanziali

può arrivare a qualche chilometro. Pertanto, per questo collegamento è particolarmente


utile ricorrere alle linee in alta o media tensione fuori servizio. L’elettrodo ausiliario di
corrente è costituito dal dispersore della stazione di partenza di tale linea. Se esiste la
fune di guardia sulla linea utilizzata come conduttore amperometrico, essa è connessa a
terra ad entrambe le estremità, questa introduce un errore, in quanto la corrente di
prova IM induce sulla fune una corrente di verso contrario, che chiameremo IM’ la quale
deve sottrarsi alla prima per poter determinare l’effettiva corrente di prova che viene
dispersa dall’impianto di terra.
Se invece si utilizza una linea in cavo, il coefficiente di riduzione r è talmente elevato
da introdurre un errore inaccettabile: in pratica avviene che la maggior parte della IM
ritorna attraverso gli schermi del cavo, generando un valore della tensione di terra più
contenuto, ossia a svantaggio della sicurezza. In tal caso si deve sconnettere, ad una
estremità, la guaina del cavo.
L’impedenza di terra ZE, in tal caso, corrisponderà alla resistenza di terra RE.
Nel caso di stazioni AT o cabine MT alimentate con un solo cavo, avente guaina
utilizzata quale conduttore di ritorno, l’uso del cavo stesso, come conduttore del
circuito amperometrico, diviene problematico e comunque fortemente sconsigliabile a
causa dell’indeterminatezza dei risultati: la corrente di guasto reale viene ripartita sulle
conduttanze in modo diverso da quello che si realizza con l’assetto del circuito di
prova allestito.
Nei casi in cui non sia possibile l’utilizzo di linee esterne, si deve provvedere alla posa
temporanea di un cavo unipolare di sezione adeguata, steso per la lunghezza necessaria
e facente capo ad un dispersore realizzato con più picchetti in parallelo per consentire
la circolazione della corrente iniettata per la prova.
L’apparecchiatura di prova dovrebbe essere dotata di tutti gli accorgimenti atti a
garantire una misura in condizioni di sicurezza, ad esempio relè di minima corrente o
relè a massima impedenza del circuito, per evitare che un’accidentale rottura del cavo
amperometrico determini un rischio di folgorazione per l’operatore.
Si deve controllare che le tensioni di contatto sul dispersore, in fase di prova, siano
entro i limiti ammessi, oppure interdire l’accesso all’area pericolosa.
La sonda ausiliaria di tensione pone problemi analoghi a quelli della sonda di corrente,
anche se di minore entità, poiché:
• la sezione del filo è piccola;
• il tempo di posa è limitato;
• alla sua estremità si collega una semplice sonda, che può essere infissa
agevolmente.

La misura della tensione (U EM) deve essere effettuata in diversi punti, a distanza in
progressivo aumento a partire dalla periferia del dispersore in prova verso la sonda di
corrente.
Circa la disposizione circuitale della sonda di tensione, rispetto a quella di corrente,
valgono le medesime considerazioni esposte per l’utilizzo dello strumento misuratore
(ohmmetro).
Peraltro, con sonde disposte a 180° o comunque non allineate nella medesima
direzione, è più agevole evitare l’influenza del flusso della corrente: ciò facilità la
Progetto
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Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale
può subire modifiche, anche sostanziali

misura e specialmente la costruzione ed interpretazione dell’andamento della tensione.


Con in punti così rilevati, si costruisce la curva dell’andamento della tensione, allo
scopo di verificare che i valori misurati del potenziale del terreno possano tendere ad
un valore nullo rispetto a quello del dispersore in prova: si possono ritenere accettabili
valori che si discostano meno del 5% ogni 100 m di allontanamento della sonda di
tensione.
La corrente di prova da iniettare nel circuito deve permettere di rilevare valori della
tensione totale di terra di gran lunga superiori a quelli che possono derivare da
interferenze o disturbi normalmente rilevabili nel terreno. Un valore di almeno 50 A in
reti con neutro a terra assicura generalmente le condizioni di un elevato rapporto
segnale/disturbo. Ciò non può sempre essere vero nel caso di installazioni
particolarmente disturbate e laddove lo stesso disturbo sia continuamente variabile nel
tempo come ad esempio:
• in ambito o nei pressi di impianti di trazione elettrica ferroviaria;
• in installazioni aventi impianti di tipo TN-C, ossia laddove la corrente di utilizzo
delle utenze attraversi i conduttori PEN e perciò anche la rete di terra;
• impianti con presenza di forni ad induzione e/o forni ad arco.
In questi casi, si raccomanda di aumentare oltre i 50 A il valore della corrente di prova.
Ciascun rilievo deve essere inoltre depurato dalle tensioni di disturbo, di tipo
isofrequenziale con il segnale impresso, sempre presenti nel terreno.
Si precisa che la depurazione vettoriale (detta anche di Erbacher) è valida solamente
nel caso il disturbo si mantenga costante durante le tre letture di tensione (a vuoto,
diretta e con corrente di segno inverso); anche il valore della corrente di prova,
dovrebbe, per quanto possibile, mantenersi costante durante le misure.
La Norma CEI 11-1, all’Allegato normativo N.4 specifica la relazione da utilizzare per
determinare il reale valore della tensione prodotta dalla corrente impressa, attraverso il
criterio dell’inversione di polarità.

Progetto
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Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale
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Per ciascun punto di misura, perciò, è necessario il rilevamento di tre valori di


tensione:
Ud = valore della tensione rilevata in assenza di corrente;
Ua = valore della tensione rilevata durante l’iniezione di corrente;
Ub = valore della tensione rilevata con corrente invertita di 180°.
L’applicazione della relazione seguente:

U a2 + U b2
U= − U d2
2
fornirà il valore reale della tensione prodotta dalla corrente impressa.
Nel caso in cui la differenza vettoriale tra U a ed U b sia maggiore di 2 volte U d è
necessario ripetere le tre letture.
MISURA DELLE TENSIONI DI PASSO E DI CONTATTO
La misura delle tensioni di passo e di contatto viene realizzata, anch’essa, mediante il
criterio dell’iniezione di corrente già descritto per la misura della RE.
I valori delle tensioni di passo e di contatto possono essere misurati mediante un voltmetro
ad alta impedenza interna; in parallelo al suo ingresso si collega una resistenza di 1 kΩ a
simulazione della resistenza del corpo umano. Può essere utile eseguire anche alcune
misure con la resistenza di 1 kΩ disinserita, (tensione indisturbata) allo scopo di valutare
la resistività dello strato superficiale del terreno.
Ammettendo la relazione di proporzionalità, le tensioni misurate si riportano alla massima
corrente di terra che l’impianto è chiamato a disperdere.
La tensione di contatto deve essere misurata fra la parte metallica sotto esame e due
elettrodi ausiliari connessi in parallelo di superficie unitaria di 200 cm2, posti alla distanza
di 1 m e premuti contro il suolo con forza di almeno 250 N ciascuno.
La tensione di passo deve essere misurata tra i due elettrodi ausiliari disposti ad 1 m di
distanza l’uno dall’altro premuti, anch’essi, contro il suolo con forza di almeno 250 N
ciascuno.
Non sono richieste forze maggiori di quelle previste dalle norme, tuttavia forze maggiori di
250 N danno luogo a valori di tensione inferiori.
Sul terreno ghiaioso, sull’asfalto o simili, la misura si fa ponendo sotto l’elettrodo un
panno umido o dopo aver bagnato abbondantemente il suolo.
I rilievi si eseguono nelle zone, che per la loro ubicazione, si possono considerare
statisticamente più pericolose.
I punti di prova possono essere determinati con il metodo della reticolazione per le
superfici libere: su una planimetria del sito in esame, si suddivide l’area in zone di forma
quadrangolare in cui si individuano tutti gli elementi che potrebbero determinare un
potenziale pericolo per le persone.
Lo scopo è quello di non dimenticare alcuna delle aree da controllare ai fini della sicurezza
per le persone e nello stesso tempo di individuare le eventuali aree omogenee su cui,
qualora fosse necessario, intervenire con provvedimenti di bonifica dello stesso tipo.
In particolare l’indagine “tipo” comprende le apparecchiature nel piazzale all’aperto delle
stazioni AT, i quadri di media tensione, i pali metallici dell’illuminazione, gli idranti, i
Progetto
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ganci dei carri ponte e delle gru, i quadretti, i rubinetti, le prese elettriche, le tubazioni e le
canalizzazioni, i tralicci, le tettoie, le grandi masse metalliche, i macchinari, i cancelli e le
recinzioni.
Circa l’uso di prolunghe, ci si deve accertare a quale tensione verso il suolo, quando siano
completamente o in buona parte svolte, si porta il PE incluso nelle stesse: ciò è
particolarmente importante in sistemi di Categoria III.
Come già accennato al punto 9.4 della presente Guida, si raccomanda un riguardo
particolare alle recinzioni metalliche plastificate, del tipo a rombi semplici, perché anche
se citate nei provvedimenti M dell’Allegato D della norma CEI 11-1, i loro tiranti di
sostegno orizzontali, anch’essi realizzati con filo di acciaio plastificato, possono essere
insidiosi ai fini del trasferimento di potenziali pericolosi anche a grandi distanze dal bordo
della rete di terra e quindi fuori dalla zona equipotenziale: un rimedio accettabile consiste
nel sezionarli elettricamente a tratti regolari.
E’ necessario verificare che le linee e le installazioni telefoniche, non possano essere
veicolo di trasmissione dei potenziali pericolosi (per persone e per cose) all’esterno delle
installazioni: esistono in Italia direttive del Ministero P.T. risalenti agli anni ’70, ancora
applicabili. Si suggerisce, comunque, di adottare anche le raccomandazioni ITU (ex
CCITT) quale ad esempio la ITU-T K33 “Limits for people safety related to coupling into
telecommunications system from a.c. electric power and a.c. electrified railway
installations in fault conditions”.

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Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale
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Fig. E.6 - Circuito utilizzato per le misure:

a) della resistenza totale di terra;


b) delle tensioni di contatto e di passo

LEGENDA
VT = Variatore trifase di tensione
TR = Trasformatore trifase
IB = Invertitore bipolare
TA = Riduttore di corrente
A = Amperometro
Tp = Impianto di terra in esame
Ta = Elettrodo ausiliario di corrente
Tv = Sonda di tensione
L1 = Distanza dell’elettrodo ausiliario di corrente, usato per misurare la resistenza di terra
L2 = Distanza della sonda di tensione
VT = Voltmetro digitale, precisione 0,5
S = Struttura metallica nell’area dello stabilimento
Sv = Elettrodi ausiliari di tensione, usati per il rilievo delle tensioni di contatto e di passo
V = Voltmetro digitale usato con resistenza da 1000 _ in parallelo.

Progetto
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La presente Norma è stata compilata dal Comitato Elettrotecnico Italiano
e beneficia del riconoscimento di cui alla legge 1º Marzo 1968, n. 186.
Editore CEI, Comitato Elettrotecnico Italiano, Milano - Stampa in proprio
Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 4093 del 24 luglio 1956
Responsabile: Ing. A. Alberici

CT 11 - Impianti elettrici ad alta tensione e di distribuzione pubblica di bassa tensione

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