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LA NOSTRA STORIA
DALLE
ORIGINI
AL
1940
1
10 gennaio 1933
la denominazione Cascine Bovati
è sostituita con San Fruttuoso
2
Le origini Il primo accenno della presenza di un nucleo
abitativo nei pressi dell'attuale quartiere di
Urne e corredi funerari, armi, San Fruttuoso di Monza risale al III secolo
lucerne, spilloni, vasellame vario: questi d. C. quando si descrive l'unica strada che,
ritrovamenti databili all'età del bronzo provenendo da Monza, si allaccia alla
(circa II millennio a.C.) sono scoperti nel Comense, per dirigersi quindi a Milano nei
territorio monzese sul finire del XX secolo. pressi di un Foro detto Bovario, ove si trova
Tali ritrovamenti, oggi conservati nei anche un Vallo e una Mansione detta ad
depositi dei Musei Civici, documentano la Negotia (l'attuale Cascina Nigozza nei pressi
sicura presenza nella regione di comunità di Cinisello Balsamo).
socialmente organizzate di probabile origine A queste informazioni, ricavate da “Cento
celtica. città d’Italia”, supplemento al n. 9180 de “Il
Un popolo dell'antica Gallia, gli Insubri, Secolo” del 25 ottobre 1891 a cura di Luigi
(secondo altre fonti i Retici o Reti) valicate Zerbi, se ne devono aggiungere altre.
le Alpi, si stabilisce intorno a Mediolanum
(Milano), dividendosi in numerosi villaggi.
In precedenza nella zona dell'antico vicus di
Monza una tribù gallo-celtica fonda un
villaggio in riva al fiume Lambro e le due
popolazioni si mescolano.
Le prime testimonianze del vicus romano di
Monza ci vengono da due iscrizioni su stele
di pietra, risalenti al I secolo d.C., ritrovate Affreschi Chiesa di Sant’Eusebio (sec. XIV)
l'una nella chiesa di S. Maria in Carrobiolo,
l'altra nei giardini di Villa Reale. Alcuni reperti lapidei testimoniano l’utilizzo
Il nome latino della città è probabilmente della zona intorno alla chiesetta di
Modicia (come testimonia la dedica, incisa Sant’Eusebio a Cinisello Balsamo, fin dal IV
su di un'ara del II secolo dedicata a Ercole secolo d.C., a scopo sepolcrale per i cristiani
dagli Juvenes Modiciates) anche se non si martirizzati all’interno di un anfiteatro nel
ritrova menzionato nei documenti né di età vicino Castrum Bovarium (oggi San
repubblicana, né imperiale. Fruttuoso). Trattasi comunque di tradizione
orale. (dal sito del Comune di Cinisello Balsamo).
Altro indizio importante è il ritrovamento di
un frammento centro inferiore di stele in
marmo lariano (ora 56 x 58 x 14 cm) tra
Cascina Pelucca e località Taccona, oggi
conservato presso il Museo Archeologico di
Milano. Anche il testo della stele ha un
significato assai interessante:
-------
Pa++
Et C(aii) Romili Call(aei)
San Fruttuoso (1978) viri eius
In ogni documento, a partire dell'epoca et sibi
romana fino al 1933, San Fruttuoso è C(aius) Iunius Germanus v(ivus) f(ecit)
sempre citato con nomi legati al settore et Terentiae Pupae
primario delle attività produttive e in uxori amatissim(ae)
particolare all'allevamento: Cascine Bovario, et libertis sui set
Boè, Bovati, Cavroto, Bovari, Caprotti. Polliae Proclae
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amicae a San Fruttuoso almeno dal IV secolo d.C.
che può essere così tradotto: Se scaviamo all’interno di tali indizi,
(Consacrato agli Dei Mani) possiamo azzardare alcune ipotesi.
di … e di Pa … La presenza di un Foro non ci dice molto,
e di Gaio Romilio Calleo poiché in origine si tratta dello spazio
marito di colei, esistente intorno a una casa o a una tomba e
e per sé solo in seguito, individua l'area che
preparò dal vivo Gaio Iunio Germano; costituisce il cuore della vita pubblica di un
ed (anche) per Terenzia Pupa, centro abitato, perché in essa vi si svolge la
moglie amatissima maggior parte delle attività politiche,
e per i suoi liberti e amministrative ed economiche.
per Pollia Procla, Secondo lo Zerbi v’è pure un Vallo che,
sua amica. presso gli antichi Romani è una palizzata di
legno piantata al disopra e a rinforzo di un
terrapieno difensivo di un accampamento,
può essere anche una cinta murale oppure
un limes, vale a dire una linea di confine o
una strada di penetrazione all’interno di
territori di recente conquista.
L’esistenza di una mansione, vale a dire di
stazione di tappa lungo le strade di
costruzione romana, detta a Negotia, fa
pensare a un’attività commerciale.
Infine la residenza di una famiglia di un
certo rilievo sociale e il nome Bovario, dato
al Foro, ci permettono di azzardare
un’ipotesi che, pur essendo da dimostrare,
può avere un fondamento.
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Il medioevo annotazione su Cascine Bovati, riferita alla
Carta di Convenzione fra l’Arciprete Oberto
Per ritrovare altre notizie su San Fruttuoso da Terzago e San Gerardo de' Tintori in cui
devono passare molti secoli. si afferma che, dal 1174, per la Messa
Nessuna indicazione abbiamo sulla San Pontificale della Natività i “Venerandi
Fruttuoso del periodo goto (Teodorico), né Parrochi di San Gerardo, di S. Biagio, della
di quello longobardo (Teodelinda) e neppure Santa, di Brugherio, di Sesto, e delle Cascine
di quello carolingio (Berengario), Bovate e Caprette, moderni Plebani di Monza
nonostante la progressiva penetrazione sul e sua Corte” devono donare al Duomo i ceri
territorio monzese del Monastero milanese necessari alla celebrazione.
di Sant’Ambrogio che, come vedremo in
seguito ha, notevole rilevanza sulla vita
quotidiana del nostro rione.
Nulla abbiamo nemmeno sul periodo regio –
imperiale (Ottone I, Ottone III, Enrico II,
Corrado II) e arcivescovile (Valperto,
Ariberto d’Intimiano, tremendo despota
della chiesa milanese) che riguardi San
Fruttuoso. E’ certo che, in questo periodo
(sec. XI e XII), la città di Monza, grazie
anche alla nascita del suo Comune,
attraversa una fase di espansione economica
e demografica di notevole importanza.
Non v’è da stupirsi dell’assenza San Gerardo dei Tintori con un ammalato
d’informazioni sul nostro quartiere giacché
Bonincontro Morigia nel suo “Chronicon
si tratta di un piccolo nucleo composto di
Modoetiense” (1340 - 50) riferisce, con
circa 50 – 80 persone.
ricchezza di particolari, sulla vita di S.
Gerardo, deceduto il 6 giugno 1207.
Descrive anche un suo miracolo che ha come
protagonista una donna di S. Fruttuoso,
allora ancora Cascine Bovati: “Questa donna,
sposata, di nome Onorina della Cascina
Bovati, invecchiando aveva perso la vista ma,
insistendo con i suoi parenti, era riuscita a
farsi accompagnare nella chiesa che già
nell'anno della morte del Santo era stata eretta
per contenerne le spoglie e venerarlo”.
“Condotta davanti al sepolcro e dopo averne
baciato il mantello, la donna tornò a vedere ...
il miracolo è testimoniato da un prete
cappellano della chiesa di S. Giovanni e
San Gerardo raffigurato in Duomo confessore della donna”.
Il miracolo, confrontando i molteplici scritti
Nelle “Memorie Storiche di Monza e Sua su S. Gerardo dei Tintori, avviene tra il 1247
Corte” (cap. X – Tomo I - 1794) di Anton e il 1295.
Francesco Frisi, appare una breve
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Il Rinascimento e il Seicento
Del periodo di lotte tra i Visconti e i Torriani Corte” di Prete Girolamo Carminati de
e, in seguito degli Sforza, per la supremazia Brambilla (sec. XVI).
a Milano, a Monza e sull’intera Lombardia,
abbiamo qualche notizia sul nostro paese. Il primo tratta della cessione (1520 ca.) da
Nel “Cronista Monzese” (1840) di Giovanni parte della Basilica di S. Giovanni Battista
Antonio Mezzotti, troviamo alcuni aneddoti della titolarità di una Messa da celebrarsi in
interessanti, ma un po’ fantasiosi sulla Villa onore dei S.S. Pietro e Paolo alla Chiesa
Torneamento. Eccone uno: “Correvano le delle Cassine de Bovari e “…che haveva
calende di Ottobre del 1429, lorchè, cessati tutti titulare de lire ottanta di reddito. Il solito è di
i timori della peste, i Dalla Croce di cantargli li Vesperi e le Messe tutte le feste di
Torneamento presso Monza pensarono S. Pietro e di S. Paolo: eccettuata la festa
rinnovare uno di quei divertimenti che, negli principale de' detti Santi, che corre alli 29 di
anni avanti la diffusione del contagio, soleano giugno , nella quale si va solamente ad
dare annualmente nel tempo appunto della incensare alli Vesperi di detta festa…”.
raccolta dei cereali e delle uve. Queste feste
cavalleresche erano a guisa di Tornei, da cui
aveva preso il nome il loro castello, perciò la
denominazione di Torneamento che tuttora
conserva”.
9
Il Settecento
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Durante il periodo della prima traslazione Cascine Bovati, a Sud delle Cascine Caprotti,
delle spoglie di San Fruttuoso, il Cardinal e ad Est della proprietà del Monastero di
Durini è ospite nella villa dei nobili Calchi. San Marco a Milano. Affinché si possa
comprendere meglio, è possibile disegnare la
proprietà Calchi come l'area che oggi
comprende tra l'altro Mc Donald's,
l'Esselunga, il Cimitero locale e la sede di
Rottapharm.
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Mappa di San Fruttuoso del 1720
Elaborazione grafica di Giorgia e Angelo Galimberti
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Ottocento e Novecento costruzioni nel Parco e in città sorgono
palazzi della nobiltà milanese, affascinata
dalla Villa Reale.
Prima di inoltrarci nelle vicende che
La presenza dei regnanti (il francese
riguardano l’’800 e il 900 a San Fruttuoso, ci
Beauharnais fino al 1813, gli austriaci
sembra doveroso, per non confondere il
Ranieri e Massimiliano fino al 1859, i
lettore, fare un breve riassunto di quanto
sabaudi Vittorio Emanuele II e Umberto I
accade nella città di Monza in quel periodo.
fino al regicidio del 1900), pur
Ci aiuta l’introduzione alla Parte IV di
manifestando predilezione per la città,
Monza e la Sua Storia – Pro Monza – 2002,
hanno un'influenza limitata sulle vicende
dalla quale ricaviamo spunto per le prossime
cittadine.
righe.
Gli ultimi due secoli sono quelli che danno
l’impronta attuale a Monza, sia nella
fisionomia urbanistica, sia in quella sociale
ed economica. La città regia diventa città
del lavoro.
Centro commerciale e manifatturiero, posto
in un'area che usufruisce dei servizi di
Milano e dell’apporto di prodotti e
lavoratori del territorio brianteo, la città
compie un balzo nel settore industriale tra i
più rilevanti in Italia.
L'incremento demografico ne è un indice:
dai circa 10.000 abitanti d’inizio ‘800, ai Cappellificio Proserpio - 1934
41.000 di fine ‘800, ai 120.000 attuali. E’ dopo il 1850 che lo sviluppo economico
caratterizza la storia di Monza.
Il decollo industriale è incoraggiato sia dalla
rete di comunicazioni (linea ferroviaria
Milano-Monza - 1840), che favorisce i
rapporti con gli altri centri nazionali, sia
dall’immigrazione dal contado, causata
anche dalle crescenti difficoltà dell'economia
agricola.
La lavorazione del cotone si sostituisce al
setificio e diventa la principale industria con
quella del cappello.
Questo sviluppo pone la città, agli inizi del
‘900, tra i principali centri industriali del
Paese.
Le categorie di lavoratori e degli
imprenditori si costituiscono in
Pà Togn - Il Birocciaio - 1890 organizzazioni sindacali, tra le prime in
Italia, che diventano laboratori di soluzioni
La configurazione urbanistica, che prima del nei conflitti del mondo del lavoro.
1750 è ancora quella medievale, all’inizio Dopo la 1° guerra mondiale, negli anni ‘20,
dell’’800 subisce profonde trasformazioni: l'industria del cappello è al massimo
sono tracciate nuove strade verso le dell'espansione, con una produzione che
periferie, il nucleo urbano si espande oltre le
raggiunge i mercati di tutto il mondo.
mura ormai distrutte, sono arricchite le
Dagli anni ‘30 l'industria tessile e quella
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meccanica occupano la maggior parte dei della città, con Milano e i paesi limitrofi.
lavoratori monzesi.
I problemi sociali e la necessità
d’infrastrutture, legate a tale sviluppo sono
al centro dei programmi delle
Amministrazioni Comunali, che si alternano
fino all'avvento del fascismo, con prevalenza
dei socialisti.
Sono gli anni della costruzione dell'ospedale,
del cimitero, del macello e del mercato del
bestiame, dei servizi di energia elettrica e
acqua potabile: realizzazioni attuate con
buoni criteri igienico-sanitari e di
modernità. Giuseppe Pessina: operaio di un cappellificio
al ritorno dal lavoro - 1919
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Una delle caratteristiche che influenza lo sepoltura gestito dagli Agostiniani del
sviluppo dei sec. XIX e XX di Cascine Monastero di San Marco in Milano, presso la
Bovati, è quella di trovarsi lungo la Cascina dei Pessina Gross, in via San
direttrice della strada postale Milano–Lecco. Fruttuoso, 2
Questa particolarità stradale sollecita la
notevole trasformazione urbanistica del
quartiere.
L’Ottocento a San Fruttuoso non si
apre nel migliore dei modi. Nel mese di
giugno un abitante, di professione muratore,
muore di tifo petecchiale e viene emanata
una “Circolare per il trasporto di petecchiosi
all’Ospedale Maggiore di Milano”. (Fondo
Repubblica Cisalpina – Biblioteca di Monza).
E’ probabile che, viste le modalità di
diffusione del tifo, legate a condizioni di
scarsa igiene o di sottoalimentazione, San
Fruttuoso viva una difficile situazione Monastero di San Marco a Milano
sociale, economica e sanitaria.
Più facile è rilevare l’isolamento in cui
Cascine Bovati vive rispetto alla città.
A San Fruttuoso, nel 1830 viene aperto un possibilità di nutrizione del podere e alle
esercizio di rivendita del latte. necessità lavorative per la coltivazione dei
La produzione del latte è ben radicata nella terreni, con i quali i contadini hanno la
pianura Padana, ma le aziende sono garanzia di sopravvivenza della famiglia. Al
piccolissime, mantenendo un’impronta contrario i prodotti della stalla, come il
artigianale e una funzione ausiliaria latte, hanno un valore secondario, pertanto
all’allevamento. prendono spesso la strada del mercato o
In effetti, il capitale bestiame risponde alle della vendita “porta a porta”.
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In paese, fino alla metà degli anni ’50 del
sec. XX, molti contadini offrono Nel frattempo il 1850 è un anno importante
gratuitamente il loro latte ai “ricchi” del per il nostro paese poiché è istituita una
quartiere. Ciò non si deve a uno slancio di scuola comunale rurale con 1° e 2° classi
generosità particolare, ma a una sudditanza maschile e femminile e di cui pubblichiamo
ossequiosa e a una sottomissione spontanea, ampie informazioni nel capitolo dedicato
generata da secoli di rassegnate umiliazioni. alla scuola.
A metà dell’800 è assai diffusa a San
Fruttuoso l’attività dell’Opera Pia Morelli
(probabilmente istituita in ricordo di don
Carlo Giuseppe Morelli, già parroco di
Cascine Bovati dal 1732 al 1754) che si
occupa dell’assistenza ai poveri permanenti,
agli orfani e ai derelitti. L’iniziativa presta
cure gratuite da parte dei medici, fornisce
medicinali e ricovero nell'ospedale locale.
Non mancano neppure la distribuzione di
una dote per le ragazze povere e gli assegni
per il pagamento di una bàlia.
L’Opera Pia Morelli è affidata al Parroco di
Cascine Bovati, don Francesco Vitali.
Lapide ai caduti del 1848 - Ingresso Municipio a sx La legge del 3 agosto 1862 n. 753 istituisce
Non sappiamo se ai moti delle Cinque presso ogni Comune del Regno una
Giornate di Milano del marzo 1848 Congregazione di carità con lo scopo di
partecipa qualche abitante di San curare l'amministrazione dei beni destinati
Fruttuoso, ma non è possibile escluderlo in all'erogazione di sussidi e altri benefici per i
quanto, come ben riportato da diversi storici poveri.
(il Modorati, il Curato), dal 19 al 21 marzo i
tafferugli e le proteste in centro città
riguardano sia la borghesia, sia molti
contadini provenienti dalle periferie. I
violenti scontri seppur brevi causano cinque
morti e decine di feriti.
In agosto gli austriaci tornano al potere in
Lombardia e conducono una politica
spietata e repressiva nei confronti di tutta la
popolazione.
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Mappa di San Fruttuoso del 1875
Elaborazione grafica di Giorgia e Angelo Galimberti
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Nel 1895 siede in Consiglio Comunale Inoltre sono “assai ben avviate” cinque
Ulderico Brambilla, proprietario del Castello osterie gestite da Ferdinando Castiglioni,
del Torneamento. Angelo Figini, Ferdinando Garlati, Angelo
Nel 1896 è istituito un servizio ostetrico per Guidi e ancora da Paolo Ornaghi.
l'assistenza alle donne partorienti con bando E’ sorprendente come in un paese di duemila
di concorso pubblico per l’assunzione di una anime possano essere produttive cinque
levatrice condotta. È nominata prima osterie! Togliendo donne e bambini,
Teresa Checchi che rinuncia. A lei subentra notoriamente lontani da quei luoghi, ci si
Agostina Ferrario. può chiedere se Cascine Bovati e Caprotti
sia un paese di alcolizzati?
Andiamo a vedere quante osterie sono in
funzione a Monza nello stesso anno. Se ne
contano 206, a fronte di cinque negozi di
formaggio, cinquantasette falegnami, sei
ferramenta, dodici idraulici, sei imbianchini,
trentotto macellai, trentuno mercanti di
stoffa e settantadue pizzicagnoli. La
medesima proporzione si riscontra in tutta
la Brianza dell’epoca.
Perché?
Alla fine del XIX l'affacciarsi di nuove Cartolina del regicidio - Quinto Cenni (1900)
istanze sociali, dovute al progressivo
sviluppo industriale italiano e lo sviluppo Umberto I conferisce personalmente al
dei primi movimenti di massa, quali il generale Bava Beccàris la croce di
socialismo, interpreti di tante aspirazioni del grand'ufficiale dell'ordine militare di Savoia,
ceto popolare, creano sempre maggiori Con quel gesto il re firma la propria
frizioni con le istituzioni, che s’irrigidiscono condanna a morte: il 29 luglio 1900, a
su posizioni conservatrici. Milano, già Monza, Umberto I è assassinato
capitale economica della nazione, è la città dall'anarchico Gaetano Bresci, emigrato
più importante, dove sperimentare nuovi negli Stati Uniti, che dichiara
modelli di una società semi-industrializzata, esplicitamente di aver voluto vendicare i
in una fase cruciale di sviluppo ed morti del maggio 1898 e l'offesa per la
emancipazione del ceto popolare, guidato da decorazione conferita a Bava Beccaris.
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Mappa di San Fruttuoso del 1900 - 1901
Elaborazione grafica di Giorgia e Angelo Galimberti
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Qualche mese prima, il 21 gennaio 1900, il di Monza un terreno finalizzato a ospitare la
Comune di Monza fa installare dai propri scuola elementare.
tecnici una pesa pubblica in Via Nel marzo del 1905 nasce la Scuola
Risorgimento 14. L’impianto ha un notevole Elementare Alfieri, dove la troviamo ancora
valore per la comunità contadina del borgo, oggi. La scuola è organizzata su due piani e
perché finalmente il peso delle merci deve ha sei aule.
essere certificato da uno stimatore
professionale, assai più affidabile di una
valutazione di parte. Alla pesatura di
granaglie, legna, bestiame, ecc., sono
preposti Angelo e Achille Figini dal 1900 al
1926, Antonio e Giovanni Marelli dal 1927 al
1942, Giuseppe Moioli dal 1943 al 1946, più
tardi da Sandro Fossati e infine da Alfieri
Zoppellaro. La pesa chiude nel 1967.
Scuola Elementare Alfieri – i ragazzi nati nel 1931 Altra bella novità giunge nel 1907, quando
anche a Cascine Bovati arriva
Alla morte del padre, il figlio Dott. Cav. l'illuminazione elettrica delle strade e, in
Giuseppe Ferrario, decide di affittare i locali seguito, anche nelle case.
a privati, donando nel contempo al Comune
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corrisponde un efficace propagarsi del foglio
L’11 febbraio 1909 il Parroco, don Luigi cattolico monzese “il Cittadino”.
Mariani, compila un nuovo questionario per
il Card. Ferrari e ci offre nuove informazioni.
La popolazione sale a 2.500 abitanti.
Con maggior precisione il Censimento del 10
giugno 1911 attesta che Cascine Bovati
contano 2319 abitanti.
Le parole di Don Mariani tuttavia sono
anche una cartina tornasole di quanto
accade nel mondo occidentale. Egli rivela
una certa preoccupazione per la presenza a
San Fruttuoso di socialisti dediti a “discorsi
irreligiosi” e alla lettura de “La Brianza”,
periodico socialista edito a Monza. 25° della Compagnia Filodrammatica – (1928)
29
La prima guerra mondiale termina nel 1918,
lasciando dietro di sé problemi che porteranno al potere la dittatura Fascista e quella Nazista,
oltre a 8.400.000 di morti, 21.188.000 di feriti e 7.751.000 di dispersi.
Sui campi di battaglia cadono 665 morti monzesi, di questi trentanove sono di San Fruttuoso.
Una stampa, inviata da Vittorio Emanuele III, ricorda tutti i combattenti del paese (162) e tutti
i caduti, con quell’enfasi beffarda tipica di questi ingannevoli riconoscimenti, di queste illusorie
redenzioni. A noi bastano i loro nomi, le loro persone.
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Caduti di San Fruttuoso nella 1° Guerra Mondiale
Agostoni Antonio Agostoni Giuseppe
nato il 5 agosto 1897 figlio di Angelo e Cerizza Giuditta. nato il 13 giugno 1895 figlio di Giosuè e Trezzi Maria.
241° reggimento fanteria Teramo 10° reggimento fanteria Regina
morto il 30 giugno 1918 muore il 24 ottobre 1915
ospedale da campo 007 per malattia. sul Monte San Michele in combattimento
Alzati Giuseppe Arosio Pietro
nato il 22 gennaio 1891 nato il 3 giugno 1890
figlio di Angelo e Agostoni Mansueta. figlio di Giuseppe e Pessina Rosa.
162° reggimento fanteria Ivrea 2° reggimento genio Pontieri
morto il 5 settembre 1915 Muore il 7 ottobre 1918
sul Carso in combattimento ospedale da campo 041 per malattia.
Artesani Angelo Artesani Domenico
nato il 22 gennaio 1885 nato il 6 agosto 1894
figlio di Giuseppe e Gaiani Teresa. figlio di Giuseppe e Gaiani Teresa.
201° reggimento fanteria Sesia 1 4° reggimento bersaglieri.
morto il 13 luglio 1916 morto il 17 settembre 1916
27° sezione sanità per ferite da combattimento. ospedale da campo 18 per ferite da combattimento.
Artesani Luigi Barzaghi Michele
nato il 20 aprile 1882 nato il 28 settembre 1895
figlio di Giovanni e Pennati Luigia. figlio di Andrea e Della Torre Rocca.
201° reggimento 72° fanteria Puglia 17° colonna carreggio e salmerie.
fanteria Sesia 1 morto il 3 dicembre 1916
morto il 3 novembre 1916 ospedale da campo n. 123, per ferite da
sul Carso in combattimento. combattimento.
Beretta Umberto Bestetti Vittorio
nato il 7 maggio 1898 nato 23 luglio 1890
figlio di Pietro e Artesani Modesta. figlio di Giuseppe e Negri Giacinta.
14° reggimento bersaglieri. 26° reggimento fanteria Bergamo
morto il 12 gennaio 1919 morto il 12 ottobre 1916
a Monza per malattia. sul Medio Isonzo in combattimento.
Brambilla Cesare Capra Angelo
nato il 6 febbraio 1891 nato il 16 maggio 1896
figlio di Angelo e Tagliabue Maria. figlio di Isidoro e Marelli Carolina.
2° reggimento granatieri di Sardegna 72° reggimento fanteria Puglia
morto il 16 settembre 1916 morto l’8 settembre 1919
sul Carso in combattimento in Albania in combattimento
Carpani Ambrogio Castoldi Rinaldo
nato il 1° ottobre 1899 nato 16 giugno 1896
figlio di Angelo e Rovelli Claudina. figlio di Eugenio e Civati Giuseppina.
11° reggimento bersaglieri 59° reggimento fanteria Calabria
morto il 12 ottobre 1918 Morto il 26 agosto 1917
ospedale da campo 66 ospedale da campo 0131 per ferite da combattimento
Civati Antonio Colombo Giuseppe
nato il 30 giugno 1897 nato il 2 marzo 1898 figlio
figlio di Luigi e Civati Maria. di Luigi e Maggioni Maria.
153° reggimento fanteria Novara 336° batteria bombardieri.
Morto il 28 maggio 1917 morto il 2 giugno 1918.
sul Carso in combattimento. Ospedale da campo n. 243 per malattia.
31
Duranti Riccardo Figini Giuseppe
nato il 30 luglio 1886 nato il 15 febbraio 1890
figlio di Giovanni e Parma Giovannina. figlio di Ambrogio.
53° reggimento fanteria Umbria 111° reggimento fanteria Piacenza
morto il 5 giugno 1916 Morto il 19 agosto 1917
in seguito ad azione di gas asfissianti. sul Carso in combattimento.
Fossati Pietro Fumagalli Gaetano
nato il 20 marzo 1880 nato il 29 novembre 1896
figlio di Luigi e Nova Giuseppina figlio di Giovanni e Agostoni Celestino.
68° reggimento fanteria Palermo
Morto il 6 settembre 1916
per malattia.
Fumagalli Paolo Gaiani Giosuè
nato il 15 novembre 1892 nato il 4 aprile 1891
figlio di Antonio e Galbiati Giuseppina. figlio di Angelo e Fusi Emilia.
159° reggimento fanteria Milano 202° reggimento fanteria Sesia 2
Morto il 7 ottobre 1915 morto il 19 giugno 1918
in Valle Boite in combattimento. sul Piave in combattimento.
Gaiani Luigi Galeazzi Andrea
nato il 2 dicembre 1889 nato il 26 settembre 1891
figlio di Carlo. figlio di Natale e Marnati Luigia.
3° compagnia sanità. 1° reggimento genio.
Morto l’11 giugno 1917 Morto il 30 dicembre 1917
per malattia in prigionia per malattia.
Grassi Enrico Grassi Ernesto
nato il 7 giugno 1894 nato il 16 ottobre 1898
figlio di Carlo e Villa Maria. figlio di Carlo e Villa Maria.
Reggimento Savoia. 3° Cavalleria. 149° reggimento fanteria Trapani
Morto il 22 giugno 1918 Morto il 22 agosto 1917
per malattia. ospedale da campo n. 51 per infortunio bellico.
Motta Antonio Pagani Giuseppe
nato il 4 settembre 1895 nato il 13 marzo 1886
figlio di Giuseppe e Magni Rosa. figlio di Primo Giacomo e Merati Luigia.
Caporale del 9° reggimento fanteria Regina 1 206° compagnia mitraglieri Fiat.
Morto il 4 ottobre 1916 Morto il 16 maggio 1917
sul Carso in combattimento. sul Monte San Marco in combattimento
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Rovelli Luigi Tremolada Antonio
nato il 4 maggio 1891 nato il 13 aprile 1894
figlio di Giuseppe e Castoldi Luigia. figlio di Giosuè e Citterio Angela.
Caporale del 159° reggimento fanteria Milano 13° reggimento artiglieria da campagna Roma
Morto il 15 maggio 1917 Morto i 17 settembre 1915
nella 10° sezione sanità per ferite da combattimento nella Valle Popena in combattimento.
Medaglia di bronzo al valor militare
Tremolada Arcangelo Trezzi Giuseppe
nato il 24 gennaio 1897 nato il 20 novembre 1883
figlio di Giosuè. figlio di Ambrogio e Galimberti Stella.
250° fanteria Pallanza 201° reggimento fanteria Sesia 1
morto il 24 maggio 1917 Morto il 3 novembre 1916
sul Carso in combattimento sul Carso in combattimento
Trezzi Luigi Vergani Luigi
nato il 13 marzo 1892 nato il 18 luglio 1885
figlio di Ambrogio e Galimberti Stella. figlio di Antonio e Caprotti Ernesta.
59° reggimento fanteria Calabria 73° reggimento fanteria Lombardia
Morto il 26 luglio 1915 Morto l’8 giugno 1917
sul Monte San Michele in combattimento a Ravenna per ferite da combattimento
Villa Giuseppe
nato il 16 settembre 1893
figlio di Angelo e Stucchi Delia.
Caporale del 9° reggimento fanteria Regina 1
Morto il 4 ottobre 1916
nella 21° sezione sanità per ferite da combattimento
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difesa degli interessi borghesi e padronali, i
Cattolici temono, in modo esagerato, che i
Socialisti siano causa anche in Italia di una
Rivoluzione Bolscevica. Vincono i Socialisti
e Sindaco diventa Enrico Faré.
Dopo due anni di amministrazione e talvolta
di collaborazione tra i due più importanti
partiti, la questione dell’Autodromo diventa
motivo scatenante per una crisi
dell’Amministrazione Comunale.
I Socialisti sono favorevoli alla costruzione
Achille Grandi (1883 – 1946) dell’Autodromo, mentre i Popolari sono
L’11 febbraio 1919 nasce a Monza il Partito contrari.
Popolare Italiano, guidato da Achille I contrasti tra il sindacato socialista e quello
Grandi che si avvale della preziosa cattolico aumentano fino a rasentare il
collaborazione di Alfonso Marelli, di San ridicolo sia nei toni, sia nei contenuti.
Fruttuoso. Il Partito Fascista trova condizioni
ambientali che altrove gli avrebbero
Nella nostra città il Partito Fascista nasce il permesso di attecchire. Non così a Monza, la
14 aprile 1919, fondato da Ettore Boschi e cui componente operaia (cattolica e
guidato poi da Giuseppe Setti. socialista) blocca le violenze squadriste delle
Il 9 agosto viene istituita l’Unione Sindacale camicie nere.
Monzese, espressione sindacale dei fascisti. Tuttavia i ceti borghesi e il padronato
E’ diretta da Celso Riva, uno squadrista che industriale poco illuminato si schierano con i
parteciperà al Processo di Verona, fascisti. Questi, nell’agosto 1922 occupano il
condannando a morte Ciano e gli altri Municipio sotto la guida di Carlo Maria
infedeli del 25 luglio ’43. Maggi, segretario provinciale.
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l’ambulanza con degli infermieri, si
stabilisce per qualche ora nell’ambulatorio,
fornito di “mobilio e ferri chirurgici”, ma i
cittadini non conoscono l’ora e neppure il
giorno di sosta dell’ambulanza, come si
evince dai documenti in possesso
dell’Archivio Comunale (Categoria 5.17 -
Sezione seconda, 191/1, corda 1195).
Ben diverso è l’intervento del 1934, quando,
Il daziere Attilio Spinelli durante una processione
modificando il capitolato per il servizio di
Tra il 1922 e il 1936 v’è un ampliamento assistenza medico - chirurgica e deliberando
rilevante della rete stradale di San l’istituzione delle nuove condotte
Fruttuoso con la costruzione di strade più residenziali, San Fruttuoso ha il suo primo
ampie e praticabili: Via del Cimitero medico condotto residente nel paese. Tale
(attuale Via Marelli), Via Risorgimento, Via iniziativa si deve anche al vice podestà
Tazzoli, Via Tanaro, Via Ugo Bassi. Angelo Varisco che, con un memoriale
Non sono ancora strade all’altezza dei dettagliato sulle incongruenze del servizio
tempi, ma sono motivo di maggior mobilità istituito nel 1925, riesce a convincere il
da parte della gente. In particolare lo è la Podestà Cattaneo a intervenire.
strada che unisce il paese con Via Cavallotti Il primo medico condotto residente e
e in tal modo al centro città. operante a San Fruttuoso è il dott. Antonio
Non esiste ancora Viale Romagna che, fino Ridella.
agli anni ’60 rimane poco più di un sentiero,
percorso dai bambini che raccolgono l’acqua
per i contadini dal pozzo della Cascina dei
Radice.
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coinvolte in questa rivoluzione culturale.
Giulio Guffanti & figli – V.le Lombardia Donne verso il posto di lavoro – anni ‘50
San Fruttuoso rimane ai margini della città La mattina si vedono file di biciclette uscire
di Monza. Gli interessi del paese sono dal paese verso le più diverse attività
pressoché ignorati dalla politica cittadina e lavorative. Molti vanno a piedi, altri
dalla popolazione del centro Monza. prendono il tram (la carusèta).
I pochi ragazzi del paese che riescono a La famiglia contadina, patriarcale subisce
frequentare la scuola media in centro un duro colpo. La sicurezza economica
Monza, sono messi agli ultimi banchi della induce i giovani a mettere su famiglia,
classe, appena l’insegnante sa che abbandonando la corte, anche se non
provengono dall’Alfieri di San Fruttuoso rinunciano ad accudire i campi, aiutando i
(tale abitudine ha seguito fino al ’68) loro vecchi.
Falegnami Rocco Villa e nipoti (1938) Le nuove famiglie non sono più
caratterizzate da un elevato numero di figli.
In paese prende piede un modo di dire che Le abitazioni sono più confortevoli e sane. I
sopravvive ancora oggi, e che è sintomo di servizi igienici sono ancora nel cortile o in
quanto il senso di appartenenza delle fondo alla ringhiera, ma l’esigenza di un
persone sia rivolto a San Fruttuoso e non a bagno in casa cresce.
Monza. Non si dice: ”Vado in centro”. Si Ormai la coltivazione del baco da seta è
dice:” Vado a Monza”. Il paese e la città: quasi del tutto accantonata.
due entità estranee tra loro. I nostri contadini diventano spazzini e
Negli anni ’30, sia Sesto San Giovanni, sia riciclatori dei rifiuti prodotti dalle città.
Milano offrono un modo di pensare più Ogni notte, molto prima dell'alba, verso le
adatto ai tempi, danno la possibilità di tre, in ogni stagione, con ogni tempo, si
assumere una coscienza professionale e spingono in città con i loro carri, in fila
umana più vicina alla realtà di quegli anni, indiana, trainati dai cavalli per raccogliere i
permettono ai giovani di ripensare il loro rifiuti della città, farne la cernita, separando
ruolo nella società, anche alla luce del
fascismo imperante. Anche le donne sono
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ciò che può essere recuperato, della città.
trasformandolo in fertilizzante e Nello studio sono previste l’apertura di una
riutilizzandolo. farmacia a Triante nel 1935 e una a San
Una volta al mese, si spingono fino in centro Fruttuoso nel 1936.
Milano, dove è possibile recuperare sia Nonostante l’attenzione alle circolari e alle
materia prima per il concime, sia oggetti disposizioni prefettizie, riguardanti la
preziosi, gettati nella spazzatura (cucchiai preparazione, il commercio e la
d’argento, servizi per caffè, mobili, abiti somministrazione dei medicinali, gli
ecc.) Con i loro carri dotati di grosse botti in amministratori non riescono a prendere una
legno (la bùnza) ripuliscono i pozzi neri dei decisione.
palazzi della città, raccogliendo concime Sono influenzati dall’alto numero di persone
semiliquido (la ganga) che, con il tempo si che esercitano abusivamente la professione
trasforma in concime per i campi. di farmacista. La quantità di sostanze
I giovani intanto guardano verso Milano e sequestrate dai vigili sanitari presso
l’industria. esercenti “non farmacisti” della città,
appare troppo elevata perché si aprano
nuovi esercizi sanitari.
Ermenegildo Tresoldi
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CAPITOLO 3°
LA
SECONDA
GUERRA
MONDIALE
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La Seconda Guerra Mondiale
particolare per la Resistenza partigiana.
E’ ancor vivo nella gente di San Nel 1943 avviene la fondazione del
Fruttuoso il ricordo della Seconda guerra Fronte d’Azione Antifascista, guidato da
mondiale. Gianni Citterio.
Conosciamo persone che ancora non
riescono a vedere un film bellico, altre che al
suono di una sirena cercano un riparo, altre
che non salutano l’avversario politico poiché
ha causato dolori inenarrabili alla propria
famiglia, altri che piangono i loro scomparsi,
altri che non si danno pace per i morti che
hanno provocato, altri che covano un fuoco
d’odio sotto una brace in apparenza calma.
Qualcuno ha dimenticato, la maggior Buca causata da un bombardamento a San Fruttuoso
parte ha avuto la fortuna di non vivere quel 1943 (Archivio Comune di Cinisello)
periodo.
Nel 1945, con la città sotto il presidio
Ci siamo chiesti se fosse il caso di
delle truppe tedesche, alcuni monzesi
riaprire ferite, raccontando nomi e cognomi,
cercano di tessere rapporti con il comando
fatti e misfatti di quell’assurda e folle
tedesco per evitare ritorsioni contro la
guerra.
popolazione e ottengono un armistizio.
Ci siamo interrogati a lungo, e
Il 25 aprile la notizia della
abbiamo deciso di parteciparvi ciò che ci è
capitolazione nazista arriva.
sembrato più importante, condivisibile e
Il 25 aprile è veramente la Liberazione.
costruttivo, affinché la memoria non si
Al termine della guerra Monza conta
perda, affinché non si ripetano gli stessi
85 partigiani caduti.
errori e si manifestino in tutti noi scelte di
effettivo valore etico. Nel nostro paese, un luogo dove tutti
si conoscono, v’è ancora tanto affetto per gli
amici che non sono tornati.
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44
Caduti di San Fruttuoso nella 2° Guerra Mondiale
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Gaetano Maggi alla Festa degli Alpini – Bellusco - 1989
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Dove sei stato mio bell’alpino?
di Gaetano Maggi
Sono venuto a San Fruttuoso nel '74. Mi "morte bianca": si sedevano sulla neve, poi si
sono trovato molto bene perché qui è sdraiavano, si addormentavano e morivano
facilissimo farsi degli amici. assiderati senza soffrire.
In città è molto difficile. Io abitavo a C'era Tonino Biffi, un carissimo amico. Un
Milano dove,se va bene, ci si saluta in giorno, per dirmi due parole, mi viene vicino
ascensore, tanto ognuno si fa i fatti propri. e mi sposta un poco la testa. Un movimento
Qui invece uno scende in strada e subito minimo e la pallottola,invece di colpire me,
parla col prestinaio, col materassaio. A due uccide lui. Perché un uomo salva la vita a
passi ci sono la farmacia, la chiesa, il un altro ?
medico. Cosa si vuole di più? Io mi trovo Ricordo anche il Gabrielli, che voleva
benissimo: c'è una dimensione umana. tornare a tutti costi dalla guerra per vedere
la sua figliola, che era nata durante la
permanenza in Russia. Mostrava a tutti la
fotografia della bambina che gli aveva
inviato la moglie.
Poi al ritorno venne a sapere che la piccola
era morta. Una cosa terribile!
E il Tempini? Lui era un famelico:
mangiava alle 10 del mattino, poi andava di
nascosto ad assaggiare il rancio, poi veniva
a mensa e infine usciva ancora a pranzare in
una vecchia locanda (in tempo di pace).
Durante la ritirata col freddo e il buio delle
quattro di mattina, non avevo trovato
niente da mangiare. Sentivo soldati che
maledivano le loro madri per averli fatti
Uno dei libri di Gaetano Maggi nascere e altri che le pregavano perché
potessero farli tornare.
Partii per la Russia il 27 giugno 1942, Le forze andavano spegnendosi, un urlo
lasciando a casa mia moglie e mio figlio di lontano e potente: "Gaetano, Gaetano vieni
tre anni. qua. Non ne posso più."
Partecipai a quella campagna fin dal primo Vado e vedo un uomo con in mano una
combattimento. La ritirata iniziò il 17 coscia di pollo: era il Tempini che l'aveva
gennaio 1943 alle 17.00. conservata per me.
Vidi cadere in un solo giorno 5000 alpini e Una prova d'amicizia incredibile!
dei 220.000 partiti tornammo in 60.000.
La neve era rossa dal tanto sangue versato o
nera per i troppi cadaveri che la coprivano. Al rientro, era straziante andare a casa dei
Camminavamo a 40° sottozero e la compagni d'armi per portare la notizia della
tormenta gelata radeva il suolo con loro morte. Ricordo una madre di Brescia
stilettate sferzanti. La fame era tanta e la che, quando le comunicai la morte del figlio,
sete spietata. Le labbra e il palato si continuava a ripetere: "Mio figlio è vivo e
screpolavano e si riempivano di piaghe. Così tornerà !" Eppure l'avevo visto morire io
anche cibarsi, era un'atrocità. Ma era tanta stesso. Guardando questi genitori, leggevo
la voglia di mangiare che mandavamo giù sui loro volti una domanda spaventosa:
anche i vermi. Alcuni di noi, sopraffatti "Perché proprio nostro figlio ?".
dalla crudeltà di quei momenti, cercavano la
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Ho scritto due libri sulla ritirata di Russia. di Russia, scrivevo un pensiero per mio
"La mia naia alpina" - edizioni Mursia, e figlio, pensandolo già uomo.
l'altro, uscito da Mondadori, è un libro di Conservo tutto con grande emozione. Scrissi
fotografie:"Gli alpini: storia e immagini". anche una lettera intera a mio figlio per il
Santo Natale del '42: è bella.
Ci sono anche due versi di Pablo Neruda:
"Come costa su questo pianeta, amarci
tranquillamente..."
In certi momenti sarebbe stato facile morire.
Abbiamo visto cose indescrivibili. Nessuno
può immaginare qual è la resistenza che un
uomo ha dentro di sé, quando decide di
campare. Ma se si voleva rientrare,
bisognava ancorarsi a valori.
Io non sarei mai ritornato se non avessi
pensato che avevo un figlio di tre anni e una
moglie che mi aspettavano. Ogni momento
pensavo al mio bambino e questo mi dava la
forza di continuare. Poi avevo la
responsabilità di condurre in salvo il
maggior numero dei miei alpini. Ero
obbligato a rimanere in piedi anche per loro.
Per comandare occorreva decisione e
l'umiltà di mettersi, anche in quelle
condizioni, a imparare a conoscere gli
uomini. I miei alpini...
Gli alpini: storia e immagini di Gaetano Maggi Siamo anche tornati in Russia, a Rossoch, a
costruire un asilo per 150 bambini. Vi erano
A maggio vorrei pubblicare "Otto mesi di anche altri alpini di San Fruttuoso. Ecco,
Russia in un'agendina". Un volume agile e gli alpini fanno la pace in questo modo.
interessante, composto da documenti e In Russia ho conosciuto Don Carlo Gnocchi.
fotografie. Ci sono lettere di combattenti, Nella battaglia di Nikolajevka io stavo
immagini crude e bellissime, stati di servizio vicino al pilastro di sinistra del ponte sulla
di alcuni alpini, carte topografiche e tanto ferrovia, Don Carlo a destra: una strage
altro materiale. brutale e feroce.
Il volume sarà stampato in Germania per Il 12 gennaio 1943 eravamo 61.155. Quattro
interessamento del Console tedesco in Italia. giorni dopo, conclusa la battaglia di
Ha voluto che vi aggiungessi alcune Nikolajevka siamo rimasti 13.420, più altri
fotografie di soldati alemanni al fronte. L'ho 7.500 feriti o congelati. Con Carlo Gnocchi
fatto volentieri. sulla destra del ponte, in quei giorni ho
Durante la ritirata tenevo un diario sul cominciato a credere.
quale annotavo gli avvenimenti più Dal 1983 al 1988 sono stato ammalato di
importanti della giornata. Lo custodisco depressione. Eh sì! Anche uno che riesce a
ancora. uscire da quell'inferno che è stata la Russia,
Da quel documento storico è nata l'idea del dopo aver portato fuori i suoi alpini da
nuovo libro. quella folle guerra, può soffrire di
In Russia lo scrivere mi ha aiutato a depressione.
sopravvivere. Ogni giorno io e mia moglie ci La guerra te la porti addosso e non va mai
scrivevamo una lettera, anche se poi non via, come le macchie d’olio.
potevamo spedirle. Ogni giorno della ritirata
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Partigiani deportati
Dopo l’8 settembre 1943, il movimento in Germania a lavorare.
della Resistenza partigiana in Italia si Vi sono ragazzini del tutto ignari di
caratterizza per l'impegno unitario di politica, portati nei campi di sterminio per
molteplici gruppi politici (comunisti, “errore”, per “caso” o per pura malvagità.
azionisti, socialisti, cattolici, liberali, Li ricordiamo, cercando di conoscerli
repubblicani, ecc.), cui concorre una decisiva attraverso qualche notizia.
adesione popolare.
Riuniti nel Comitato di Liberazione Il 20 gennaio 1945 le forze fasciste di
Nazionale (CLN), hanno lo scopo di liberare S. Fruttuoso scatenano una caccia all'uomo:
la nazione dalla presenza dell’esercito nazi- nelle prime ore del mattino cinque giovani
fascista e portare la democrazia nel Paese. partigiani del luogo sono arrestati in
La Resistenza costituisce il fenomeno contemporanea.
storico nel quale vanno individuate le origini Non si sa come gli appartenenti alla RSI (la
stesse della Repubblica Italiana e della repubblica fascista di Salò, di fatto agli
Costituzione, fondata sulla sintesi tra le ordini dei nazisti) siano a conoscenza dei
tradizioni politiche dei partiti e ispirata ai loro nomi, ma i repubblichini vanno a colpo
princìpi della democrazia e dell'antifascismo. sicuro. La cattura dei cinque giovani fa
Il periodo storico in cui il movimento è pensare a una spiata.
attivo, inizia dopo l'armistizio dell'8 In ogni caso, da quel giorno inizia la loro
settembre 1943 e termina nei primi giorni storia di deportazione che vivono insieme,
del maggio 1945, per una durata di venti fino ai primi giorni dell'internamento nel
mesi circa. lager di Bolzano.
La scelta di celebrare la fine di quel
periodo con il 25 aprile 1945 fa riferimento
alla data dell'appello diramato dal CLNAI
per l'insurrezione armata della città di
Milano, sede del comando partigiano
dell'Alta Italia.
Campo di Bolzano
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ha dato un potente ceffone, ma proprio forte. Riproduciamo un passaggio delle
Niente visita medica e filare con gli altri ...” parole di Fossati sullo stupore provato
nell’ascoltare la lingua tedesca pronunciata
“...All'entrata del campo c'era una SS, dai soldati nazisti: “… ed io che avevo sempre
una donna giovane che buttava per terra donne pensato che il tedesco fosse una lingua dolce,
di ottant'anni … con una violenza .,. non ho pur nelle sue asprezze. Fosse la lingua per dire
parole… la disumanità, la bestialità di questa “ti amo”, “stammi vicino”, “amico mio”, con
donna mi ha scosso”. tenerezza e affetto, come in tutte le lingue del
Dopo i trasferimento al blocco K, mondo; e invece … in quel mondo fuori dal
Fossati è incluso nella lista per Mauthausen. mondo che era il lager di Bolzano sentivo un
I selezionati per i campi di sterminio si tedesco diverso: urlato e scagliato in faccia,
avviano a piedi alla stazione di Bolzano per come ogni parola fosse un insulto al di là del
essere caricati su carri bestiame. suo significato. E mi chiedevo, dove fossero in
Arrivati nel comune di Fortezza, il quella lingua sputata, le parole dolci per dire
treno si ferma: i bombardamenti degli l'amore, la paura o la solitudine. Ho dovuto
Alleati sul Brennero frenano i trasporti poi leggere Primo Levi per capire che quello
verso la Germania. che ascoltavo nel lager di Bolzano non era il
I nazisti fanno scendere i prigionieri e tedesco di Goethe e di Schiller ma Lingua del
decidono di portarli a Vipiteno, 20 km a Terzo Reich, paranoico delirio verbale, aspro
nord. I bombardamenti continuano, le suono di morte e per capire, come ogni sillaba
notizie della guerra sono tutte negative per i assomigliasse tetramente allo scatto del mitra
nazi-fascisti. A questo punto le truppe quando si toglie la sicura.
tedesche sono allo sbando, le guardie
battono in ritirata. I deportati
comprendono di poter trovare la libertà e si
danno alla fuga, cercando di arrivare prima
possibile a casa. Anche Franco inizia la sua
lunga marcia verso San Fruttuoso. Sfrutta
ogni mezzo per ritornare dai familiari.
All’arrivo lo abbracciano, lui è “...vestito da
galeotto, con una verniciata di rosso sulla
schiena a croce, il 9638 triangolino rosso,
pelato e barbuto..." Celle a Bolzano (foto Felice Pirola - prigioniero)
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Giuseppe Serughetti nasce il 1°
ottobre 1921 a Grumello al Monte (BG) e Partigiani
vive in via S. Fruttuoso 647 a San A San Fruttuoso, nell’ambiente partigiano
Fruttuoso. Fa l’operaio meccanico alla spiccano alcune figure femminili di grande
Pirelli ed è arrestato anche lui con gli altri statura umana, di forza morale e di
quattro amici. femminilità intelligente. Le vogliamo
A San Vittore il suo numero di matricola è ricordare, raccontando le loro storie.
1394, a Bolzano diventa 9645.
E’ rinchiuso anch’egli nel blocco D.
Serughetti nella sua reclusione a Bolzano,
vive quei giorni con Mario Scuratti.
A Sarentino è protagonista di un tentativo
d'evasione non riuscito ma punito con
l'incatenazione al palo per una notte e un
giorno, senza cibo. La sera Scuratti, di
nascosto, gli porta qualcosa da mangiare,
rischiando la vita.
Liberato al termine del conflitto, rientra in Elisa Pezzotta con il papà dei F.lli Cervi
città.
Elisa Pezzotta, nasce nel 1926 a
Urignano (Bg), vive da sempre a San
Fruttuoso.
Appena adolescente inizia a diffondere
stampa clandestina contro il fascismo
partecipa alla Resistenza nella 150° Brigata
Garibaldi.
Il padre Serafino è arrestato a Sesto S.
Giovanni per propaganda politica, subisce il
confino in Francia, e aderisce alla Resistenza
Alle vittime del campo di Bolzano di C. Tschager monzese insieme alla figlia.
Foto: Mauro Mazzio
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Lavoratori coatti o precettati-Reclutamento forzato
Una delle vicende della 2° Guerra Mondiale richiede d’essere esaminato, poiché contiene
non sempre considerata quanto si dovrebbe innumerevoli sfumature e dettagli assai
è quella dei “lavoratori coatti”. rilevanti, e perché è la più grande operazione
di riduzione in schiavitù dei tempi moderni.
Fritz Sauckel arrestato dagli americani – 1945 Per quanto riguarda San Fruttuoso, i
(Archivio Germania Federale) lavoratori coatti trasferiti in Germania sono
sedici. Anche in questo caso ci viene in
Sauckel dichiarò di voler compiere "con aiuto, con qualche correzione, il libro di
volontà fanatica" il tentativo di procurare tutta Arienti.
questa manodopera, ripromettendosi di
arruolare in Italia 1,5 milioni di lavoratori,
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Iniziamo a conoscere due lavoratori coatti negozio di biciclette in Viale Lombardia, 242,
del nostro paese, non presenti nella ricerca vicino a Robecco. Anche lui, come l’Aldeghi,
di Arienti. Si tratta di Ernesto Aldeghi, e si offrì di andare a lavorare in Germania
Pierino De Ponti. perché era sicuro di guadagnare qualche
Li ricordiamo attraverso il racconto di soldino, restando lontano dai problemi in
Peppino Pozzi, allora giovanissimo Italia. E anche che il momento di partir aveva
partigiano del nostro paese. capito che le cose non stavano come la
propaganda voleva far sembrare. A casa non è
Ernesto Aldeghi e Pierino De Ponti più tornato.
di
Peppino Pozzi
Bicicletta Ravasi
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Nel gennaio del ’44 partono tre persone di destinazione è la Sassonia, più precisamente
San Fruttuoso: è assegnato al commando di Zschachwitz,
alla periferia sud di Dresda. Lavora alla
Mario Pasquale Pacchetti, nato il 28 MIAG, dove più di 1000 lavoratori coatti
marzo 1926 a Monza, abita in viale sono impegnati nella costruzione di carri
Lombardia 228. Lavora come fonditore. armati. (Archivio di Stato di Trento).
Parte il 12 gennaio 1944.
Il 21 gennaio del 1944 parte In seguito partono due lavoratori coatti che
Giuseppina Festa, nata l’8 agosto 1921, vive finiscono nello stesso posto di lavoro.
Via Marsala 606. Non è sposata e fa la Il primo è Pasquale Galbiati, nato 26
fresatrice gennaio 1927, vive in Via Marsala 606, non è
Mentre il 31 gennaio 1944 parte sposato e lavora come lattoniere. Parte il 16
un’altra donna: Angela Ripamonti nata il 17 marzo 1944, secondo la scheda ufficiale,
aprile 1922 a Monza, abitante in viale come volontario.
Lombardia 135. Lavora come magazziniera. Il secondo è Florindo Tavola nato il 13
La sua destinazione in Germania è la giugno 1922 a Monza, residente in viale
Sassonia, in particolare la città di Lipsia, Lombardia 172. Non è sposato ed è
dove è presa in custodia dall’ufficio del ricordato in paese per la sua abilità nel
Lavoro tedesco, comandato da Robert Ley. mantenere alte velocità per diversi
chilometri in bicicletta. Lavora come
impiegato apprendista. Parte il 26 aprile
1944
Il viaggio del Galbiati e del Tavola li porta
prima presso l’ufficio regionale del lavoro
nella città di Mangdeburgo, poi in quello più
piccolo della città di Dessau, dove sono
impiegati presso la Junkers, nella
fabbricazione di motori aeronautici. Il nome
Me 262 trainato da un trattore, 1944 Junkers è ben noto in associazione con gli
Archivio Germania Federale aerei, soprattutto bombardieri, della
Nello stesso anno, ma nel mese successivo Luftwaffe, l'aviazione militare tedesca,
parte Giampiero Resnati nato il 25 giugno durante il secondo conflitto mondiale.
1924 a Monza, vive in Via Lamarmora 15.
Non è sposato e fa il fonditore. Parte il 7
febbraio 1944. La sua prima destinazione è
Brunswick, nella Bassa Sassonia, da lì è
trasferito a Watensdedt, dove lavora, sempre
come fonditore, nelle Opere Hermann
Göring (il numero due del nazismo assieme a
Goebbels): industrie per l’estrazione del
ferro, la produzione dell’acciaio e la Stabilimenti Junkers a Dessau e il fondatore Hugo
Junkers, 1928 - Archivio Germania Federale
costruzione di materiale bellico. In
particolare Resnati lavora alla produzione Nel maggio del 1944 sono ben cinque i
di accessori per l’aereo da caccia M 262 o lavoratori coatti di San Fruttuoso, che
Me262. finiscono in Germania: Artemio Bianchi,
Il 3 marzo del 1944 parte Dante Tremolada Egidio Boracchi, Giuseppe Tanzi, Italo
nato il 17 giugno 1907 a Monza, vive in via Giovanelli e Giuseppe Malavaso.
Risorgimento 6. E’ sposato con Luigia
Bramati ed è un radiomatore. La sua
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Artemio Bianchi, nato 27 settembre 1922 a Giuseppe Malavaso, nato il 2 febbraio 1907 a
Spino d'Adda (CR), vive in viale Lombardia Cavarzere (Ve), abita in Via Lamarmora 21.
228. Non è sposato, è dipendente della E’ sposato con Maria Longoni. Lavora in
Magneti Marelli, dove lavora come un’azienda chimica. Anch’egli è ingaggiato
attrezzista. E’ il fratello del deportato attraverso una richiesta dell’Ufficio del
Osvaldo Bianchi. Lavoro di Monza. Parte il 21 maggio 1944, il
Parte il 3 maggio 1944 per il capoluogo del giorno dopo il Giovannelli.
Niederdonau, una delle unità di suddivisione Entrambi finiscono a lavorare a Berlino
amministrativa creata in alcune delle aree presso l’azienda AEG.
annesse alla Germania nazista e si trova AEG fornisce energia elettrica, linee
quindi a Vienna, dove lavora nella fabbrica ferroviarie, illuminazione pubblica, prodotti
di accumulatori AFA, oggi Varta. elettrochimici, turbine a vapore, cavi
Sempre il 3 maggio 1944 parte Egidio elettrici, telegrafi, aerei, registratori audio
Boracchi, nato 14 ottobre 1911 a Monza, magnetici a bobine, ecc., Durante il conflitto
vive in Viale Lombardia 240. Sposato con mondiale, si dedica completamente alla
Chiarina Montrasio, lavora come sbavatore. produzione bellica, per rifornire le forze
Arriva in Germania su richiesta dell’ufficio armate tedesche.
regionale dell’attuale Bassa Sassonia. In Malavaso lavora in officina, Giovannelli in
seguito è inviato a lavorare a Watenstedt in ufficio.
un’azienda per la lavorazione dell’acciaio per
scopi militari e bellici.
Giuseppe Tanzi nato il 21 gennaio 1918 a
Legnano, vive in via Cimitero 4, l’attuale
Via Marelli. Non sposato, lavora come
tipografo. Parte il 6 maggio 1944 ed è preso
in consegna dall’ufficio regionale della
Franconia a Norimberga. E’ inviato a
lavorare a Erlangen presso la Siemens
Reininger Werke che collabora con l‘Ufficio
responsabile per l'Aviazione da caccia.
AEG di Berlino negli anni ’40 - Foto Doris Antony
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Tra le persone di San Fruttuoso come
lavoratore coatto, v’è anche Giampiero
Albertini.
Nasce il 20 dicembre 1927 a Cascina Santa
Giuliana di Taccona, ancora in fasce si
trasferisce in via San Fruttuoso 16.
Ha un’infanzia infelice dovuta alla morte
della mamma, alla faticosa convivenza in
una famiglia sui generis e numerosa: tredici
tra fratelli, fratellastri, sorelle e sorellastre.
Locomotiva da lavoro prodotta a Nordhausen, 1939
(Wikipedia source – 2013)
Il padre, Battista, è cassiere alla Falck. La
In questa città lavorano per la M.B.A. Und mamma proviene da una famiglia
Bahnbedarf Aktiengesellschaft), un’azienda contadina. Orfano di madre Giampiero
che produce locomotive, vagoni, scavatrici, rimane è pertanto inviato in un collegio
autocarri, mezzi cingolati. della Brianza.
Attilio Cipolla, nato a Cassina de Pecchi
(Mi), abita in Via Bassi 22. Non è sposato e
lavora come operaio.
Parte il 4 luglio 1944 e l’Ufficio regionale di
destinazione a Dusseldorf, lo trasferisce a
Leverkusen, dove lavora presso l’azienda
chimica l’JG Farben: un conglomerato di
aziende con sede legale a Francoforte e con
56 fabbriche in Germania. La JG Farben
produce la massima parte dello Zyklon-B (la
sostanza mortale utilizzata nelle camere a
gas dei lager) per il governo tedesco, durante
l'Olocausto. La JG Farben è anche una delle Giampiero Albertini
società che più richiedono deportati come
cavie per esperimenti e test di medicinali di Sogna di diventare scultore. Studia col M°
vario genere, per mezzo dei quali sono Panceri, autore del monumento ai caduti di
inventati il gas nervino, l'eroina, il Piazza Trento e Trieste.
metadone, ecc. Nell’ottobre 1944, l’azienda Tuttavia, proprio a causa della vita
è più volte bombardata e, tra i morti molti intricata in una famiglia complessa sul
sono i lavoratori forzati. (da "J.G. Farben - from piano affettivo, Giampiero ha un serio
Anilin to forced labor" di Jörg Hunger e Paul Sander) problema nel riconoscere il valore della sua
scultura, tanto che, terminata ogni nuova
opera, non riesce a trattenere il bisogno di
distruggerla.
Per questo motivo, i suoi lavori artistici
rimasti sono solamente dei bassorilievi, il
busto di Achille Grandi, nella sede della ex -
DC di Piazza Duomo a Monza, le vetrate
della casa di Ugo Tognazzi, quelle della
Chiesa di Arcinazzo Romano e uno
splendido crocefisso, conservato dalla moglie
Cartolina della Sede Amministrativa Lucia Romanoni, attrice di prosa e pianista,
della JG Farbena Leverkusen – 1942
allieva di Arturo Benedetti Michelangeli.
63
della trasmissione Cyclo, ove si fabbricano
motoriduttori, utilizzati per la lavorazione
di metalli di ogni tipo.
La fabbrica si trova in Dachauerstrasse 114,
dove Adolf Hitler, tra il 1919 e il 1920 si
ferma spesso nella birreria Zum Deutschen
Reich, incontrando gli amici del Partito dei
Lavoratori. Dal maggio del 1942
innumerevoli lavoratori coatti sono
trasferiti a Dachauerstrasse, dal campo di
Concentramento di Dachau.
64
Sulle terre del nord
Sulle terre del nord,
dove anche ora, rincorrevano comete di bengala,
attendono foreste, ho confuso i demoni con Dio
freddo e crudeli sacrifici, invocando pietà da entrambi
ho provato la spinta giù, verso Il basso, (Ho leccato i piedi alla morte,
in vigliacche, improvvise confusioni. implorando accoglienza,
(Inciampavo al peso di rotaie, senza costole strisciavo,
e di travi annerite. verme, la follia concessami).
La sera, cercandomi,
mi vergognavo del magro alle braccia). Sulle terre del nord,
dove le aurore,
Sulle terre del nord, incredibili aurore mostruose,
dove nel buio, lanciavano fango nel cielo,
il mio chiostro lontano era scrigno, con occhi e teste e schiene,
gremito di Santi e limoni, tutto sprofondava nel sole morto.
ho vissuto il bruciore solitario, (Il fumo dei cremati
dì colpe non commesse. era un serpente col cervello
(Il chiaro neonato di vent’anni inchiodato nell’abisso,
in un lavacro assurdo, neppure l’inferno lo voleva).
solo ossa e lividi
e strappi della pelle troppo purificata...) Sulle terre del nord,
FORSE,
Sulle terre del nord, frammenti bruciacchiati di cometa
dove il Natale, custodiscono
massacrava i bambini e i Magi intatta
la mia infanzia.
Giampiero Albertini - Natale 1944 – Monaco di Baviera.
Dopo la guerra Giampiero Albertini diventa L’ultimo lavoratore coatto di San Fruttuoso
un attore teatrale, televisivo, a partire è Giosuè Ravasi.
cinematografico e doppiatore di buona Vive in via San Fruttuoso 7, non è sposato e
fama, partecipando a film di grande lavora come cuoco.
impegno civile e di notevole successo sia di Lo troviamo nel raggio tedesco del carcere di
pubblico, sia di critica. Di questa sua San Vittore l’11 settembre del ’44. E’
attività daremo conto in un capitolo volontario, parte il 18 settembre e la sua
successivo. destinazione è un’azienda chimica in
Germania. Come ha raccontato Peppino
Pozzi, non tornerà mai più.
Soldati in Germania
A Cassabile, un piccolo comune nella alla popolazione. Per contro gli Alleati
provincia siciliana di Siracusa, il 3 rispondono bombardando Civitavecchia,
settembre 1943, l’Italia firma l’armistizio Viterbo e Napoli. Perdurando l'incertezza da
con gli alleati che prevede la resa parte italiana, gli anglo-americani
incondizionata. annunciano autonomamente l'avvenuto
Nei giorni successivi il Capo del Governo, armistizio: l'8 settembre, alle 18:30, il
gen. Badoglio, tergiversa nel dare l’annuncio generale Dwight Eisenhower legge il
65
proclama ai microfoni di Radio Algeri. Alle Nelle settimane immediatamente successive,
19.45, Badoglio fa il suo annuncio da Roma: 815.000 soldati italiani sono catturati dai
“Il governo italiano, riconosciuta la nazisti, e destinati a diversi Lager con la
impossibilità di continuare la impari lotta qualifica di I.M.I. (internati militari
contro la soverchiante potenza avversaria, italiani). Più della metà dei soldati in
nell'intento di risparmiare ulteriori e più gravi servizio abbandonano le armi per tornare
sciagure alla Nazione ha chiesto un armistizio alle loro case in abiti civili. Molti si
al generale Eisenhower, comandante in capo aggregano alle milizie partigiane, altri sono
delle forze alleate anglo-americane. La uccisi dai tedeschi, altri restano fedeli al Re
richiesta è stata accolta. Conseguentemente, (es. Divisione Acqui, sterminata dai nazisti
ogni atto di ostilità contro le forze anglo- a Cefalonia – quasi diecimila morti). Due tra
americane deve cessare da parte delle forze i soldati sbandati sono di San Fruttuoso:
italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno Giulio Vignola e Giosuè Tremolada
ad eventuali attacchi da qualsiasi altra Giulio Vignola nasce a Milano nell’agosto
provenienza”. del 1923. Abita in Via Cola Montano, vicino
Il 9 settembre alle 6.00 del mattino si a Piazza Fidia, tra il Monumentale e
allontanano da Roma, dirette verso Pescara Piazzale Lagosta.
e poi Brindisi, tre auto con il re Vittorio A sedici anni è un buon fisarmonicista. Ciò
Emanuele III, il principe Umberto, il Capo gli permette di esibirsi nelle sale da ballo
del Governo gen. Badoglio. La fuga dalla dell’epoca, suonando lo swing, il jazz arcaico
capitale da parte delle massime autorità e la canzone melodica italiana.
italiane è una delle pagine più vergognose Suo compagno in un sestetto è anche il
della nostra Nazione. chitarrista jazz Franco Cerri.
Ne segue un momento di totale smarrimento Nel gennaio del 1943 è chiamato alle armi ed
da parte degli italiani. La confusione, è inserito nel 27° Reggimento Artiglieria
dovuta anche al linguaggio del proclama di Pesante Campale "Marche", presso la
Badoglio, che non fa comprendere il reale Caserma di Piazzale Perrucchetti a Baggio.
senso dell’armistizio e che, i più interpretano
come “la fine della guerra”, genera ulteriore
disordine presso tutte le forze armate
italiane in tutti i vari fronti sui quali ancora
combattono.
Le truppe, lasciate senza precisi ordini,
sbandano.
66
E’ il mese di giugno quando la compagnia Provano a chiamare via radio altre caserme
sosta, prima della partenza, nella caserma di per sapere. Nessuna risposta e intanto passa
Codroipo, una cittadina di poco più di del tempo prezioso.
diecimila abitanti in provincia di Udine.
67
v’è un autentico campo di sterminio (2.000 stazione merci, l'impianto a gas e la hall
morti in un anno), in un altro v’è un’officina della stazione, la scuola di Lutero, diverse
per la riparazione di materiale ferroviario. case di ebrei. Danneggiati gravemente la
Giulio Vignola non ricorda con precisione il Biblioteca Universitaria, l'Auditorium , la
nome del campo ove è prigioniero, ma è Chiesa di San Paolo, il Municipio e la Chiesa
probabile che sia proprio quest’ultimo. di San Giovanni. Muoiono 120 persone,
I prigionieri presenti sono sempre tra i 1000 scompaiono oltre 235 case. Vignola è chiuso
e i 1200. in uno dei vagoni che l’ha portato in
Sistemati in capannoni con letti a castello e Germania. Il rumore delle bombe si
pagliericci, i prigionieri sono divisi in amplifica e il terrore scorre nelle vene dei
squadre di dieci uomini. Gli ordini di prigionieri.
servizio per la squadra di Giulio Vignola Alla fine di aprile arrivano gli americani
riguardano il rifornimento aereo per quattro che, dopo un periodo di quarantena,
giorni la settimana, e il ritiro e la liberano tutti i prigionieri.
distribuzione della posta per altri due giorni. Agli ordini delle forze USA, Giulio e i suoi
Il cibo non cambia mai: una minestra e una compagni s’incamminano per una decina di
pagnotta da dividere in cinque. chilometri, arrivano a una stazione
ferroviaria, dove sostano due giorni.
La cattedrale di Halbertstad
Durante la Resistenza, uno dei primi gruppi Al Pian dei Resinelli vi sono 110 uomini, 170
spontanei di opposizione armata ai nazi- al Pizzo d’Erna, 140 al Campo de’ Boi, altri
fascisti, nasce sulle montagne del lecchese: il sul Monte Legnone, sulle Grigne, in Val
Resegone e le Grigne. Varrone.
Dopo l’8 settembre, i nazisti occupano in tre Ai Piani d’Erna v’è il gruppo autonomo
giorni Bellagio, Canzo e Lecco. “Carlo Pisacane” con 4 mitragliatrici
I militari sbandati nascondono le armi al pesanti, 12 fucili, 72 moschetti, 4 mitra e 25
Pian dei Resinelli e ai Piani d’Erna. pistole. E’ un gruppo eterogeneo, carico di
In pochi giorni molti giovani costituiscono le entusiasmo, di ardimento, di capacità
prime formazioni partigiane di guerriglia, improvvisativa, di coraggio sproporzionato.
coordinate da Umberto Morandi.
71
l’attacco di duemila nazisti. I tedeschi usano
mortai da 81 mm. e cannoni da 152 mm.
Paolantonio, sdraiato a terra per evitare le
pallottole traccianti, cerca di aggirare il
blocco dei tedeschi attraversando dei
cespugli. C’è silenzio in montagna. In
quest’atmosfera surreale si sente un grido in
italiano, ma con chiaro accento tedesco:
"Arrendetevi, siete circondati!”. E’ il 20
ottobre: terzo giorno di combattimento.
Paolantonio e ottanta suoi compagni di
lotta, sono arrestati dagli Alpenjager le
truppe di montagna tedesche.
I nazisti ottengono il risultato voluto:
seminare paura, terrore, morte verso chi osa
contrastarli.
Eugenio Paolantonio nel 1960 Dopo essere stati presi a legnate, i partigiani
sono costretti a camminare con due casse di
Tra loro v’è Eugenio Paolantonio, nato il 31 munizioni sulle spalle, a piedi nudi fino a
marzo del 1926 a Sesto San Giovanni. Lecco, dove sono imprigionati nella vecchia
Lavora come attrezzista alla Fack Unione, Caserma degli Alpini. Paolantonio ha i piedi
dopo essere stato licenziato dalla Marelli per rovinati e i compagni lo devono portare di
aver distribuito un bollettino del peso alla latrina.
Comunismo Internazionale e per essere
Dopo qualche giorno, un colonnello del XVI
l’informatore degli antifascisti in merito alle
Battaglione Mussolini chiama i prigionieri e
notizie diffuse da Radio Londra.
li minaccia con queste parole: "Diteci tutto
Avvisato da un collega operaio di essere
quello che sapete altrimenti sarete fucilati!”
sulla lista nera dei tedeschi, decide di andare
I tedeschi a loro volta avvisano i fascisti che
rifugiarsi in montagna nella zona delle
i prigionieri sono di loro proprietà e che
Grigne e del Resegone, unendosi ai
possono usarli come vogliamo.
partigiani della formazione Carlo Pisacane.
Dopo quindici giorni, Paolantonio e altri
Non comunica nulla alla propria famiglia: il
prigionieri sono caricati su camion e
padre, vecchio socialista, convive col regime
condotti alla caserma Cavalli di Novara.
per proteggere i numerosi figli.
Dopo tre giorni e tre notti di viaggio su treni
Da Calolziocorte, da Lecco e da altre
piombati, il 1° dicembre 1943, Paolantonio
direzioni, i tedeschi attaccano più volte i
arriva Germania e allo Stalag VII B di
gruppi delle Prealpi lombarde con una
Memmingen è immatricolato.
manovra a tenaglia.
Il gruppo dei partigiani Eremiti, quindici
giovani tra cui Paolantonio, dopo aver
distrutto i collegamenti audio
dell’aereonautica tedesca in Valcava,
catturano sei fascisti, ma se ne lasciano
scappare un settimo.
Il giorno successivo, 18 ottobre 1943, inizia
il primo grande scontro armato tra i nazisti
e i partigiani in Lombardia, proprio nella
zona del Resegone.
Centociquanta partigiani, rifugiatisi alla
Stoppani e al Passo del Fo, subiscono
72
raccoglie l'oro dal corpo dei morti: anelli,
catenine, protesi dentali, ecc. Nei vagoni dei
treni recupera documenti, borse, “pezzi
d'uomo che cerca di mettere assieme”.
74
Qualche anno dopo il Presidente dell’ANED
(Associazione nazionale ex deportati nei
campi nazisti), Giuseppe Valota si presenta
nella casa di Via Aldina per invitare
Eugenio Paolantonio a una serata in cui
avrebbe ricevuto una medaglia per il suo
vissuto durante la Seconda Guerra
Mondiale.
La figlia Carla informa Giuseppe Valota
della morte di Paolantonio.
Con una grande e antica tristezza Valota
torna a casa, con il rammarico di essere
arrivato troppo tardi.
Ma è proprio grazie a Giuseppe Valota e al
suo libro Streikertransport – Ed. Guerini e
associati – Milano, 2007, che abbiamo
potuto ricostruire la storia di Eugenio e
Giuseppe Valota, Streikertransport, Milano, 2007
offrirla al lettore.
75
Chi invece non torna è Luigi Ferrari.
Nasce a Seriate (BG) il 15 maggio 1906 da
Gabriele Ferrari e Lucia Pastori.
E’ battezzato Luigi Govanni.
I genitori sono di famiglia semplice: gente
comune di sani principi morali.
Appena muove i primi passi nel mondo del
lavoro, inizia a fare il pendolare tra Seriate e
Sesto San Giovanni, dove lavora come
operaio alla Falck nel reparto Vittoria.
Il Vittoria è il più piccolo fra gli stabilimenti
Falck di Sesto, con una superficie di 32.000
mq. La fabbrica occupa circa 800 persone Elisa Carminati in Ferrari
che producono fili e corde in acciaio e rame.
Vi sono anche smalterie e laminatoi a freddo Pur non essendo attivo in nessun partito,
per la produzione di nastri di ferro e acciaio Luigi è consapevole del progetto fascista e
e un'officina presse che fabbrica minuterie della tragedia portata dai nazisti,
metalliche. occupando l’Italia dopo l’8 settembre.
76
Tale avvenimento costituisce l'atto del Comitato Nazionale di Liberazione, lo
conclusivo di una serie di agitazioni sciopero inizia il 1° marzo nelle fabbriche del
cominciate nel settembre 1943, all'indomani "triangolo industriale", si diffonde
della costituzione della Repubblica Sociale rapidamente e per più di una settimana,
Italiana e dell'occupazione tedesca, e bloccando gran parte delle attività
sviluppatesi soprattutto nei mesi di produttive del Nord Italia.
novembre e dicembre. Lo sciopero del marzo La repressione dei tedeschi e della polizia di
1944 presenta tuttavia una sostanziale Salò non si fa attendere e, nel marzo dello
novità. E’ infatti caratterizzato da una stesso anno, si concretizza in una massiccia
precisa matrice politica, mentre le azione di rappresaglia e di deportazione dei
precedenti agitazioni sono attuate in lavoratori,
un'ottica di rivendicazione economica e Secondo fonti repubblichine allo sciopero
hanno come scopo primario il partecipano complessivamente 208.549
miglioramento sia delle condizioni salariali, operai. A Milano gli scioperanti sono
sia della situazione alimentare. 119.000, a Torino 32.600.
Con lo sciopero generale del marzo 1944 le Addirittura maggiore il numero di coloro
lotte operaie si configurarono come una che si erano astenuti dal lavoro, secondo le
precisa forma di lotta politica antifascista e stime dei nazisti.
antinazista. Deciso e approvato dai partiti
Poiché Hitler ordina di deportare in E’ la più grande protesta di popolo con la
Germania il 20% degli scioperanti, quale deve confrontarsi la potenza nazista.
l'ambasciatore tedesco presso la Repubblica E’ una protesta attuata senza aiuti esterni,
di Salò, Rudolph Rahn, calcola che tale senza armi, con grande energia e sacrificio.
percentuale corrisponde a 70.000 persone. E non è soltanto il più importante sciopero
Ciò significa valutare gli astenuti dal lavoro in Italia dopo vent'anni di dominio fascista,
in 350.000, cifra veramente imponente. ma è anche il più grande sciopero generale
Proprio il consistente numero di coloro che nell'Europa occupata dai nazionalsocialisti.
« devono essere deportati » si rivela A ciò si deve aggiungere che si svolge in un
controproducente sul piano politico, paese sottoposto alle leggi di guerra e
offrendo nuovi stimoli allo sviluppo della dell'occupazione. Lo sciopero ha risvolti
Resistenza. Pertanto i tedeschi riducono il importanti nel favorire lo sviluppo della
numero delle deportazioni. Resistenza perché lascia palesemente
Anche se non si può accertate la cifra esatta intendere che lo scenario dello scontro col
dei deportati, una stima dovrebbe collocare nazismo può essere solo armato. Soltanto la
questo numero tra i 1200 e i 1500, solo lotta delle bande partigiane contro gli
come rappresaglia agli scioperi del occupanti può portare il Paese alla libertà.
marzo ’44. Inoltre le agitazioni operaie uccidono le
Va sottolineato che i lavoratori mantengono speranze dei fascisti di Salò di ottenere un
un atteggiamento fermo di fronte ai dialogo con i lavoratori.
tentativi dei dirigenti politici e sindacali Tuttavia le deportazioni sono il durissimo
repubblichini di indurli a riprendere il prezzo che il movimento di Liberazione deve
lavoro. Alla fine quel che li porta a fermare subire. Per tutto il mese si susseguono
le proteste è la violentissima repressione rastrellamenti punitivi. In Brianza, il colpo
nazista. finale delle deportazioni si ha nei giorni di
Quello sciopero generale ha una grandissima lunedì 27 e martedì 28.
importanza. Il 27 marzo, durante un rastrellamento
notturno dei nazifascisti, Luigi Ferrari è
arrestato nella sua casa di Via Marelli, dopo
il cimitero. In quel momento sono presenti
la moglie Elisa e la figlia Lucia di nove anni.
77
Il trauma di quella notte e i successivi a bestia, senza mai dare per scontato che ciò
avvenimenti diventano una ferita indelebile non possa avvenire.
per tutta la famiglia.
Elisa cresce da sola le due figlie,
continuando a lavorare, anche nei turni di
notte, alla Falck fino al pensionamento.
80
Guerra a San Fruttuoso
Quando i nazisti giungono in Italia Conosciamo persone che, ancora oggi,
occupano i luoghi di maggior valore ricordano col batticuore il passo dell’oca,
artistico, culturale e urbanistico. eseguito dai nazisti durante la marcia.
A San Fruttuoso s’impadroniscono della Fortunatamente i cannoni hanno sparato in
Scuola elementare Alfieri, della Villa dei poche circostanze, ma quante volte l’allarme
Gianetti e Locatelli, della Curt di Pesìna fa scappare la gente nei rifugi antiaerei?! In
Gross, entrambi in Via San Fruttuoso 2, e ogni corte v’è una cantina, dove si affollano
dei magazzini pieni di prodotti alimentari. donne, vecchi, bambini, uomini col terrore
dei bombardieri che sorvolano la zona.
Un vivace aneddotto riguarda un’anziana
donna del paese: Rosa Varisco. Abita in Via
San Fruttuoso 2, proprio nella corte, dove è
di stanza una pattuglia di tedeschi. Lei vive
col figlio Umberto Pessina e tutta la
famiglia, E’ in vigore il coprifuoco, cioè
l'obbligo di restare nelle proprie abitazioni
durante le ore notturne, spegnendo tutte le
Luigi Pessina, ul prestinè, in Villa Locatelli - 1950 luci. L’ordine, imposto a tutti i civili è
indiscutibile. Chi lo infrange rischia pene
Inoltre realizzano una postazione contraerea come il pestaggio, l’arresto, la deportazione.
molto importante, poiché si estende, sulla
direttrice Nord – Sud, dal Tiro a Segno di
Via Tevere fino all’attuale Via Piemonte, e,
su quella Est - Ovest, dalla Via Tanaro al
Viale Lombardia.
81
I ricordi di uno del paese tutto il materiale rubato, i tedeschi radono al
di Peppino Pozzi suolo tutto il paese.
Nel terreno di mio padre costruiscono Le persone piano, piano riportano tutto, ma
delle piazzole in cemento armato per installare manca ancora un pezzo. Si tratta di un
un posto di blocco. I nazi - fascisti espropriano pugnale cui il comandante dei nazisti è molto
il terreno ai contadini per mettere delle affezionato. Minaccia rappresaglie nei
sentinelle. Solo con dei permessi speciali confronti della popolazione. Interviene ancora
qualcuno riesce a coltivare le zone libere. don Giovanni e, con l'aiuto di qualche
Ricordo un'avventura con Giosuè volenteroso, il pugnale si ritrova.
Ravasi, un mio amico, finito in Germania e L'aveva preso un ex – sergente, invalido della
mai più tornato. I suoi parenti hanno un prima guerra mondiale.
terreno, dove vi sono i cannoni. Tutti i giorni Mi ricordo altre cose. Il 26 aprile 1945 una
va lì per raccogliere l’erba da trasportare con colonna tedesca parte dalla Villa Reale, mentre
una carriola. Un giorno mi chiede di andare transita da San Fruttuoso, spara al papà del
con lui, perché c'è la possibilità di recuperare ciclista Ravasi che è colpito a una gamba.
due paia di scarponi. Armati con mitra e fucili, io, con tutti i
Vi sono diverse casermette a San Fruttuoso. partigiani, mi nascondo dietro al muro di
Vicino al suo cascinale ve n’è una piena di Villa Scotti, l’attuale Via Risorgimento.
scarpe usate, ma in buono stato. Fortuna che non ci hanno visto!
Giosuè ed io passiamo davanti alla sentinella. In seguito la colonna tedesca è bloccata sulla
Nel frattempo mi spiega come arrivare alla Milano - Torino dai veri partigiani.
casermetta e aprire la porta. Ci arrivo, sta A San Fruttuoso vi sono due gruppi di
andando tutto bene. Mi tuffo su un mucchio di “partigiani”: il primo, vicino al C.L.N. ha
scarpe. Recupero due paia di scarponi e li come base Villa Scotti, il secondo, i
nascondo sotto l’erba nella carriola. Garibaldini, ha la base vicino alla Scuola
Ripassiamo davanti alla sentinella per uscire. Alfieri.
Abbiamo la morte nel cuore, ma non ci Un giorno nella Villa Scotti arriva don
controlla e tutto va bene. A quattordici anni Angelo Gariboldi e porta dei fazzoletti azzurri,
queste cose si fanno senza pensare. provenienti dai gruppi partigiani del
Poi arriva l'8 Settembre, tutti i militari Carrobiolo:
spariscono. La gente prende d'assalto le Da quel momento diventiamo gli Azzurrini.
casermette e i depositi, portando via di tutto.
Io prendo una coperta e una gavetta.
Poi i tedeschi ritornano. Il parroco, Don
Giovanni Colombo, raduna tutti i cittadini di
San Fruttuoso e spiega che, se non riportiamo
82
I seguaci di Mussolini rastrellano e, su un Il Varisco, che è un capo dei fascisti a Monza,
ponte fuori città, fucilano quattro giovani. ha un atteggiamento serio e si comporta con
Così la mia esperienza partigiana finisce dopo onore.
tre giorni. Troppo giovane.
Intanto a San Fruttuoso, i Garibaldini, dopo Si mette davanti alla folla che, lo vuole linciare
un lungo inseguimento sui tetti e qualche colpo e ammette tutti i fatti di cui è accusato, e si
di moschetto, arrestano il sig. Varisco e il dice pronto a morire. Il capo settore riesce a
tenente Pasquali. fuggire in Spagna, dove rimane fino alla
morte. Ora è sepolto nel cimitero centrale
A questo punto interviene don Angelo
Gariboldi.
Don Angelo è molto amato dalla gente e riesce
a convincere tutti quanti che non è il caso di
uccidere Varisco e Spinelli, perché il
linciaggio avrebbe un sapore fascista, mentre
entrambi devono essere giudicati dalla
giustizia ordinaria. E così sono liberi
entrambi.
La Liberazione a Monza (Archivio Alfredo Viganò)
A quel punto si vende tutto quello che si trova
A San Fruttuoso la fine della guerra è accolta nella Villa Scotti (centralino, rotoli di rame,
con gioia. Non tutti però possono gioire. ecc.). I soldi sono dati un po' a tutti (a me
Il vice podestà, il capo settore e il capo del 100 lire). Si compra anche un nuovo proiettore
dazio temono la giustizia del popolo, che, per il cinema.
infatti, li vuole ammazzare.
La gente è molto arrabbiata e vuole uccidere
Angelo Varisco e anche Attilio Spinelli, il
daziere.
Dal suo balcone lo Spinelli dice che lui ha
svolto solo il suo dovere e che le denunce che ha
eseguito fanno parte della legge. Sì, però sono
leggi fasciste.
La Liberazione a Monza (Mostra Brianza Partigiana)
83
di buona cultura classica, una scuola per i
ragazzi e le ragazze della scuola elementare.
Pompeo Villa è una figura importante per
San Fruttuoso, non tanto perché ultimo di
una dinastia di salumieri, ma soprattutto
per la dedizione alla giustizia sociale, che
dimostra prima e dopo la guerra, nelle
molteplici associazioni cristiane del paese.
14 Maggio 1945
Dettato
Ieri tutta la popolazione di San Fruttuoso
venne a sapere che, alcuni giovani, capeggiati
da Don Angelo, si sarebbero recati al Brennero
a raccogliere i nostri compaesani provenienti
dalla Germania.
Immediatamente tutti noi, in uno slancio di
generosità e di solidarietà fraterna, ci
adoperammo a raccogliere indumenti, prodotti
alimentari, medicinali e altri generi di
conforto.
Stupendo fu il gesto benefico e fraterno di tutti
i non riconoscibili offerenti.
Pompeo Villa : manifestazione unitaria del Comitato Stanotte la nostra chiesa parrocchiale,
di Quartiere - 25 aprile 1977 quantunque fossero le due e le nostre case
avvolte dalle ombre notturne, rigurgitava di
Pompeo Villa (1920 – 2008) nasce a San gente, partecipante con devozione alla S.
Fruttuoso, abita in Via Ugo Bassi 2, ed è Messa.
figlio di Giovanni (1885 – 1956) e di Dopodiché i nostri due autocarri, ricoperti dal
Giuseppina Garlati (1885 – 1956). tricolore, rombarono veloci verso i confini
Studia in Seminario per parecchi dell’Italia, portando ai nostri fratelli, martiri
anni, ma lascia la strada del sacerdozio. della bestialità nazista e fascista, l’annunzio
Sposa Enrica, con la quale ha due figli, festoso ed amoroso dei nostri sentimenti di
Marino, morto giovanissimo in un incidente, benevolenza, di carità e di gratitudine.
e Giovanni, ora sacerdote in Valtellina. I cuori delle nostre mamme, addolorati più che
Chiudiamo questo triste capitolo dedicato mai in questi giorni, battono fortemente
alla Seconda Guerra Mondiale con uno all’unisono col cuore dei loro figli, varcanti i
scritto di una ragazzina di dieci anni, sotto sacri e inviolabili confini della tanto sospirata
la dettatura di Pompeo Villa. Italia.
84
CAPITOLO 4°
LA NOSTRA STORIA
1946 - 2013
85
Il Dopoguerra
La situazione dell'Italia al termine della economico che, oltre ai molti aspetti
guerra è drammatica: i mezzi di trasporto, le positivi, è causa anche di sviluppi spesso
industrie, le abitazioni sono molto negativi quali l'abbandono imponente delle
danneggiate. Disastrose sono le condizioni campagne, la brusca trasformazione dei
delle maggiori città italiane distrutte dai costumi, il consumismo sfrenato e uno
bombardamenti, La vita della popolazione è sregolato sviluppo edilizio.
molto faticosa: disoccupazione, miseria,
fame sono realtà quotidiane. Dell’immediato Dopoguerra ricordiamo i
La produzione dello zucchero e della più importanti e radicali cambiamenti per
carne scende al 10% e al 25% di quella l’Italia.
anteguerra. Il 2 giugno 1946 il referendum istituzionale,
La Lira perde valore e il costo della dove per la prima volta in Italia, possono
vita è di venti volte maggiore rispetto al votare anche le donne assegna 12.718.641
1938. voti alla repubblica contro i 10.718.502 voti
Le attese di cambiamento sfociano in alla monarchia.
aspre lotte sociali, come quelle dei braccianti
meridionali per una riforma agraria o le
lotte operaie nell'Italia settentrionale, spesso
represse con la forza.
Gli impegni per la ricostruzione
richiedono enormi sacrifici, ma l’Italia è
libera e con una grande voglia di mettersi
alle spalle i venti anni del regime fascista e
Nasce la Repubblica Italiana
gli orrori di un conflitto disastroso, per
Il Corriere della Sera - 11 giugno 1946
lavorare con entusiasmo a un nuovo Paese.
Con l’impegno dei lavoratori, delle Nasce la Repubblica Italiana e il primo
imprese, l’aiuto degli Stati Uniti, si avvia la presidente è Enrico De Nicola.
Ricostruzione fisica economica e morale del I 556 membri dell’Assemblea Costituente
Paese. Alla sua realizzazione contribuisce realizzano la Costituzione Italiana, che
una politica nazionale equilibrata di alcuni entra in vigore il 1° gennaio 1948.
governi e dei partiti, anche se questi ultimi,
nel clima di guerra fredda di quegli anni,
sono in forte conflitto tra di loro.
Nel periodo tra il 1951 e il 1958 il
prodotto interno lordo dell’Italia aumenta a
un tasso medio annuo di oltre il 5%; nel
1959 sfiora il 7%.
Fra il 1953 e il 1961 la crescita media della
produttività è dell’84%, accompagnata da
un incremento dei salari del 49%.
In poco più di un decennio, l’Italia diventa
un Paese industrializzato. La Gazzetta Ufficiale del 27 dicembre 1947 con il
testo della Costituzione Italiana.
Nel ’54 la RAI manda in onda la prima
trasmissione televisiva. Anche San Fruttuoso attraversa un periodo
Tutto ciò porta un profondo rinnovamento di grande crescita collettiva. Nascono
culturale e sociale di una parte del Paese, associazioni culturali, sportive, ricreative,
che coinvolge, negli anni sessanta, l’intera religiose, politiche, sociali; migliorano le
società, gettando le basi del Boom condizioni economiche delle famiglie;
86
sorgono molte industrie nel nostro paese che casa e una guida sacerdotale per crescere
si collocano sui mercati di tutto il mondo nella fede.
con ottimi risultati; la struttura urbanistica Negli anni ’70 l’attività della Fondazione si
cambia radicalmente; l’istruzione dei amplia con la gestione di alcuni collegi per
giovani ha uno slancio incredibile, la studenti universitari a Milano, e con quella
partecipazione alla vita pubblica aumenta di Pensionati, che accolgono lavoratori
notevolmente. Si va creando una comunità immigrati, provenienti dall’Italia del Sud.
che oltrepassa ideologie e schemi mentali
rigidi. A tutti questi aspetti della vita di San
Fruttuoso riserveremo un capitolo specifico.
Ora ci limitiamo a ricordare alcune piccole,
grandi tappe che ci portano all’oggi.
Tra il ‘50 e il ’53 San Fruttuoso vede
l’ampliamento del proprio cimitero di 160
ossari, l’asfaltatura delle strade intorno alla
Chiesa, la costruzione di un tratto di rete
fognaria, l’estensione dell’utilizzo di acqua
potabile dall’acquedotto comunale in tutto
il paese.
Altre caratteristiche urbanistiche cambiano
in modo rilevante il paese, ma di questo Il Centro Sociale di Via Tazzoli - 1968
parleremo nei capitoli dedicati alle
cooperative edificatrici. Don Achille Stefanelli (1931 – 2013),
ordinato sacerdote nel 1954, è il primo
Direttore del Centro Sociale di San
Fruttuoso dal 1966 al 1970. In seguito è
Rettore del Collegio Villoresi San Giuseppe
di Monza fino al 1983.
87
Alla fine degli anni ’70 la Cariplo,
attraverso il vicepresidente Avv. Camillo
Ferrari, decide di donare gratuitamente il
Centro Sociale al Comune di Monza.
L’offerta è tenuta nascosta perché
l’Amministrazione Comunale la rifiuta,
poiché ritiene troppo onerosi i costi di
gestione, che tuttavia Cariplo s’impegna a
pagare per il 50% il primo anno e per il 25%
per altri nove anni.
Il problema, sollevato da un gruppo di
Il Punto d’Incontro vende il proprio giornale - 1978.
giovani di ogni estrazione politica e sociale,
riunitosi in un gruppo denominato “Punto Dal 2009 il Centro Sociale diventa Casa
d’Incontro”, è immediatamente fatto d'accoglienza Giovanni Paolo II e ospita sia
proprio da organi di stampa, televisioni, ecc. studenti sia lavoratori maschi.
… e partiti politici. La struttura offre 92 camere, di cui 50 con
Il risultato è che il Centro Sociale diventa bagno in comune e 42 con bagno in camera.
del Comune, ma la gestione gratuita resta a Dieci camere sono disponibili per situazioni
“La Vincenzana”. segnalate dai Servizi Sociali del Comune di
A parziale risarcimento per la popolazione Monza.
di San Fruttuoso, v’è la buona volontà del Il costo della ristrutturazione è di circa 800
direttore, Don Ercole Gerosa, nel cedere mila euro.
spazio esterno per la costituzione La gestione della Casa è affidata alla
dell’Associazione Sportiva San Fruttuoso. Cooperativa Sociale Monza 2000.
88
Residenza Sanitaria Assistenziale – Via Lipari
89
Nel 1969 inizia la costruzione del L’Oratorio di Via della Novella, attento alle
cavalcavia di Viale Lombardia, demolito nel esigenze dei ragazzi e delle famiglie del
2009. paese, mette a disposizione della Scuola
Media Zucchi diverse aule, i bagni, la
palestra, affinché si realizzi una sede
staccata della medesima scuola.
Nel 1976 v’è l’inaugurazione della Scuola
Materna Andersen e del Nido Comunale di
Via Tazzoli.
Nel settembre del 1980 la scuola media trova
una sede definitiva in Via Iseo 18. Per anni è
denominata con una X, a indicare che è la
decima scuola media di Monza. Sotto la
presidenza del prof. Alberto Serini, la scuola
Cartello segnaletico d’inizio lavori è intitolata ad Albert Bruce Sabin,
del Cavalcavia di San Fruttuoso - 1969 scopritore del vaccino antipolio.
95
Il 23 maggio 2010 si realizza il smaltimento dell'acqua e dei liquidi di
completamento del Centro Sportivo di Via sversamento.
Montanari, in gestione all’Associazione La galleria ha una sezione stradale con due
Sportiva San Fruttuoso Calcio. carreggiate separate, una per ogni senso di
marcia, ciascuna con tre corsie e una
banchina laterale destra di 0,90 metri, per
una larghezza complessiva della piattaforma
stradale di 12,40 metri per ciascuna
carreggiata.
Il tunnel ha semafori per la gestione delle
emergenze, regolatori di flusso luminoso per
ridurre i consumi energetici e luci a led per
indirizzare alle uscite di emergenza e i primi
50 metri di entrambi gli ingressi sono dotati
di pannelli fonoassorbenti.
La galleria è monitorata in maniera costante
per tutta la sua lunghezza grazie alla
presenza di un impianto tv a circuito chiuso.
Insieme
Marco Longoni per Assessore alla Mobilità
Monza
Franco Monteri PD 2012 Consigliere Comunale
Maria Grazia Artesani PD 2012 Consigliere Comunale
98
Frontespizio della brochure della DC
per le Elezioni Amministrative - 1964
Manifesto del PCI per la visita del Presidente USA in Italia - 1951
99
CAPITOLO 5°
MONDO CONTADINO
SCUOLA
NEGOZI E TRATTORIE
100
Il Mondo Contadino
101
rapporti col vicinato e con gli artigiani che Alcuni concetti ci sembrano comunque
frequentano la casa. importanti e spesso trascurati.
La presenza del regiü e della regiüra riunisce Dietro tanti e diversi “fare” del contadino ci
intorno al focolare e al tavolo da pranzo, i sono tanti “saperi”: saperi ecologici,
famigliari di tutte le età, davanti a polentate naturalistici, tecnici, su animali, piante,
o minestroni fumanti, Al decesso del regiü, il acque, oggetti e nature varie. Dietro al
potere passa, per diritto tradizionale, alla “fare” del contadino c’è pensiero, c’è
regiüra e, alla scomparsa di questa, al più razionalità, c’è classificazione del mondo. E
anziano della famiglia. il tutto con l’umiltà di chi crede di non
sapere.
1. Usa la terra, piuttosto che averla in
proprietà.
2. Realizza l’autoconsumo prima
dell’immissione nel mercato dei loro
prodotti.
3. Realizza scambio ecologico anziché
scambio economico.
4. Pratica l’arte di valorizzare il
gratuito della terra.
Curt di Capròt - Matrimonio 5. Pratica l’aiuto reciproco piuttosto
che la competizione.
Anche se può sembrare un regime famigliare 6. Possiede saperi e saper fare piuttosto
piuttosto rigido, è anche il più efficace, che agronomia universalista.
poiché la convivenza dei membri della 7. Pratica la razionalità ecologica
famiglia è alquanto singolare. piuttosto che quella economica.
A quei tempi le coppie hanno parecchi figli,
il lavoro nei campi esige molte braccia,
quando i figli si sposano, rimangono con le
mogli in famiglia sotto lo stesso tetto.
In questo modo i legami familiari si
consolidano fortemente, ma possono nascere
attriti e incomprensioni insanabili e, non v’è
la possibilità di trovare una nuova
abitazione perché i soldi non ci sono.
Ecco allora che la figura del regiü e della
regiüra sono fondamentali perché
mantengono unito il gruppo famiglia,
risolvendo con autorevolezza i problemi
postai dalla quotidianità.
Non si vogliono nascondere i problemi che
esistono in una famiglia patriarcale. Certo è
che la famiglia contadina si distingue perché
fondata su uno stato di fatto: l’affetto dei
suoi elementi, dovuto anche a uno stile di Il contadino al lavoro
vita essenziale e quindi alla ricerca del senso
primario delle relazioni tra le persone. E tutto questo lo fa senza sapere di farlo …
Raccontare in poche parole la vita del per questo è scomparso, sostituito
contadino del nostro paese non è semplice. dall’imprenditore agricolo.
102
Il contadino si occupa della coltivazione dei Vi è poi la manutenzione degli attrezzi
campi: bruciatura della macchia - semina di agricoli, la coltivazione dell'orto, la cura
diradamento - concimazione - zappatura, degli animali da cortile, l'allevamento dei
erpicatura, fresatura del terreno - preparazione bachi da seta, e non ultimo l'attenzione nei
del drenaggio - aratura -rullatura - semina rapporti col padrone del terreno,
produttiva - irrigazione - sradicamento delle solitamente un signorotto che pretende un
piante passive - potatura - mietitura - raccolto- ossequio sproporzionato.
recupero e imballaggio della paglia per la
stalla - trebbiatura - essicazione - insaccaggio -
raccolta dei semi - ecc.
109
Le Corti di San Fruttuoso
Cascina BOVATI e le sue corti
Denominazione Indirizzo Stato
Curt Lunga Via San Fruttuoso, 6
Curt di Pesina Via San Fruttuoso, 2
Curt dal Sacrista
Curt di Lavei Via San Fruttuoso, 5
Curt di Sciatt Via San Fruttuoso, 7
Giardin di Scott Via Risorgimento
Curt di Figitt (curt dal Biunt-Pesa) Via Risorgimento, 14
Curt dal Furmagiatt
Curt di Basili
Curt di Piasa
110
Il Matrimonio
Fino alla metà dell’ottocento i matrimoni si Avuta il consenso dei suoi genitori,
celebrano rigorosamente in ordine di età. l'ambasciatore riporta la risposta al futuro
“Tùca al Giuvanìn... tùca al Pepìn” è la sposo, fissando la festa “per giustà la spùsa”
frase impiegata per stabilire l'ordine di (fidanzamento). Il fidanzamento avviene
precedenza, qualora intervenga qualche sempre in un giorno festivo.
rinuncia. Non è l'amore a preparare il fausto Mediatore e sposo passano il pomeriggio
evento: la scelta della sposa è di competenza all'osteria, poi, la sera, raggiungono la casa
del regiü, non esente dall'influenza taciuta della sposa, dove tutta la famiglia è raccolta.
della regiüra. “ La Teresina, l'è ‘l partì che E’ a questo punto che il marusè, celebra il
va ben per ti. L'è una brava tùsa, la va in rito con queste parole:
campagna, la fa 'l pan, l'è pratica di vacc. La “Mariettina, te se cuntenta de spusà ul
va a penèl per la nosta cà. ”. (La Teresina, Giuvanìn ? E ti, Giuvanìn te se cuntent de
è la donna che va bene per te. E' una brava spusà la Mariettina?”. (Mariettina, sei
ragazza, lavora in campagna, fa il pane, se ne contenta di sposare Giovannino? E tu,
intende di mucche. E’ perfetta per la nostra Giovannino, sei contento di sposare
casa). Si tenga conto che le ragazze si Mariettina?). Avute risposte affermative,
trasferiscono nella casa dello sposo. soggiunge: “Ben, dèves la man” (Bene,
Crescendo tra i giovani l'aspirazione di datevi la mano). Rivolgendosi infine ai
scegliersi liberamente moglie, nasce dalla presenti, conclude: “La spusa l'è béla e
metà dell’ottocento la figura del “marusè", giustàda”. (La sposa è ben fidanzata)
vale a dire del mediatore. A lui fa La fine della 1° guerra mondiale segna la
riferimento il giovane con la frase: “Vorrei scomparsa del “marusè”. I reduci dai campi
parlare alla Mariettina”. In tal modo, il di battaglia scelgono la compagna di vita,
“marusè" comprende chiaramente che il attraverso la collaborazione di un amico o di
ragazzo vuole fare una proposta di un parente, che, dopo il matrimonio, riceve
matrimonio alla giovane prescelta. Il marusè dagli sposi una lussuosa camicia di seta.
avvicina la ragazza, la informa e lei Questo intermediario è chiamato “ul cinq e
solitamente è bendisposta. mess”.
111
“Maridà la tusa, spusà ul bagai” (maritare acquistando una certa confidenza, fino a
la figlia, sposare il figlio) è compito dei potersi dare del “tu”. A questo punto i due
genitori. Di solito è “ul regiü” l'incaricato di “sa murüsan” (sono fidanzati).
trovare la sposa adatta al figlio divenuto Da quel momento la coppia è unita per
maturo e quindi pronto a mettere su sempre. Solo “ul regiü” può separarli,
famiglia. naturalmente prima del matrimonio, a
Il metodo è questo: “ul regiü“ della famiglia causa di un motivo molto grave.
del giovane incontra quello della ragazza e Se tutto procede bene, si arriva alle nozze.
senza troppi giri di parole gli dice: “La tua
tùsa la n'darìa ben per ul mè bagài” (tua
figlia andrebbe bene per mio figlio).
La risposta favorevole dà la possibilità ai
due giovani di incontrarsi, naturalmente alla
presenza delle madri.
Così si può dire che i due giovani “Sa
pàrlan.” (si parlano), infatti il primo
approccio consiste nello scambiarsi qualche
frase, dandosi del “vü” (voi).
112
raccolgono, sfidando i compagni. Prima Intonano canti, alternati con rumorosi
della cerimonia religiosa, ogni invitato auguri alla sposa, che attende con pazienza,
acquista la sua parte di confetti dal la conclusione della baldoria per potersi
“drughè” (il droghiere) e li offre con ritirare.
parsimonia. Se i ragazzi giudicano la In cuor suo quel momento la intimorisce,
quantità dei confetti limitata, gridano: non conoscendo per nulla il suo ruolo di
“Benìs, benìs !”, sollecitandone il lancio di moglie.
qualche altra manciata.
Qualche anziano curioso sussurra: ”Spùsa Il marito, da parte sua, si preoccupa per i
sènsa benìs, omm sènsa barbìs”. (Sposa possibili scherzi di amici o parenti, preparati
senza confetti, uomo senza baffi) nella “stànsa da lét” (stanza da letto). Le
Poi ci si dirige lentamente, a piedi, al luogo donne già sposate, con un misto di saggezza
del “disnà” (pranzo), solitamente la cascina e ironia, sussurrano alla sposa: “Ul prèm
dello sposo. Per l'occasione si cucinano ann, piss e bindèi; ul segùnd, fass e patèi; ul
galline e capponi, ben ingrassati dalla ters' ann, a cu a cu, ul quart'ann, quàntu
regiüra. Anche se non v’è abbondanza, il mai to cognusù”.
pranzo di nozze deve essere ricordato per
sempre. Tutti sono incoraggiati a mangiare e (Al primo anno di matrimonio: pizzo e stoffa.
a bere, affinché non accada che, un solo Al secondo anno: fasce e pannolini. Al terzo
invitato abbia ancora fame al ritorno a casa. anno: schiena a schiena. Al quarto anno:
I vecchi sono i primi a godersi il vino e ben quanto mai ti ho conosciuto)
presto “i’n ciapà” (sono brilli).
113
Cultura tradizionale e popolare
114
La ricorrenza di Sant’Antonio
La festa di Sant'Antonio abate si celebra il murùs, damm la gràsia de fal bèll, Sant'
17 gennaio. Antoni del purscèl” (Sant’Antonio glorioso,
E’ una delle ricorrenze più radicate e sentite dammi la grazia di fare il moroso, dammi la
dai contadini, ancora oggi molto diffusa nel grazia che sia bello, Sant’Antonio del
nostro paese e in tutta la Brianza. porcello).
Nei semplici dipinti sulle facciate delle La festa di Sant'Antonio si celebra con
cascine o sopra la porta delle stalle, frittelle e vino brulé, ma il vero re di questo
Sant'Antonio abate è raffigurato vicino a un giorno è il falò.
maialino, per questo motivo è denominato In qualunque condizione climatica (neve,
Sant'Antòni del purscèl (Sant’Antonio del pioggia o gelo) il falò deve bruciare il 17
maiale). gennaio.
Il falò ha un contenuto simbolico rilevante,
legato a una funzione purificatrice e
fecondatrice della terra, come tutti i fuochi
che segnano il passaggio da una stagione
sterile a una fertile.
Sant’Antonio Abate
Francisco de Zurbarán (1598–1664)
115
La ricorrenza di S. Biagio Desiderio, dopo averlo benedetto, inizia a
sbocconcellarlo, finché si accorge di averlo
mangiato tutto. La donna si ripresenta a
chiedere il suo panettone benedetto proprio
il 3 febbraio, giorno di San Biagio: il frate si
prepara a consegnarle l’involucro vuoto e a
scusarsi, ma al momento della consegna, si
accorge che nell’involucro c’è un panettone.
E’ quindi un nuovo miracolo di San Biagio a
dare il via alla tradizione brianzola, ma
anche milanese del panettone di San Biagio.
La gamba rossa
La “Festa della Gibiana”, sorta di strega
malefica, rappresentata da un fantoccio di
paglia rivestito di stracci, e bruciata l'ultimo
giovedì di gennaio, non ha particolare
attenzione a San Fruttuoso, come invece
accade in molte altre comunità della
Brianza.
Fin dalla prima metà dell’ottocento, in
San Biagio – Graduale di Murano - 1440 paese è molto diffusa la “Gamba rüssa”
(gamba rossa): una robusta calza da donna
San Biagio, medico e vescovo di Sebaste, in rossa, molta ben imbottita di paglia
Armenia, si celebra il 3 febbraio, poiché in triturata. E che cosa ci si fa?
quel giorno del 316 d.C. muore. Allora, durante alcune feste tipicamente
Compie un miracolo quando, una madre femminili (S. Agnese – 21 gennaio, S. Agata – 5
disperata gli porta il figlio morente per una febbraio, ecc.), le donne maritate si ritrovano
lisca conficcata in gola. San Biagio dà al la sera, assenti mariti, figli e padri, per
bambino una grossa mollica di pane che, raccontarsi storie, cantare, ballare,
scendendo in gola, rimuove la lisca, mangiare e bere anche un buon bicchiere di
salvandogli la vita. Per questo s’invoca il vino. I maschietti, esclusi dalla festa, allo
Santo contro i dolori e le malattie della gola. scadere della mezzanotte, calano dal soffitto
Secondo la tradizione popolare, “Sant Biàs la Gamba Rüssa e pronunciano una
al benedìs la güla e ul nàs”(San Biagio cantilena minacciosa: “ O done, done divòte,
benedice la gola e il naso). La tradizione andate a leto che l’è mezzanote, l'è San
vuole che si custodisca un pezzo del Pèder c’ha cumànda, se non vùri cret,
panettone di Natale fino al 3 febbraio, detto guardì ‘sta gamba”. (Donne, donne devote,
appunto panettone di San Biagio e che sia
andate a letto che è mezzanotte. E’ san Pietro
consumato la mattina di quel giorno a
che lo ordina e se non volete credere, guardate
digiuno, per benedire la gola. questa gamba.) Le donne spaventate si
Ma come si collega il panettone natalizio con ritirano in fretta e furia nelle stanze nuziali,
San Biagio? La leggenda narra che … dove i mariti sono molto ben disposti a
Una massaia, prima di Natale, porta un consolarle. In parole chiare: gli uomini
panettone a fra’ Desiderio perché sia “richiamano” le donne al loro “dovere” di
benedetto. mogli. La bellezza della cultura contadina è
Essendo molto impegnato, il frate chiede che questo rito si ripete ogni anno e tutti,
alla donna di lasciarglielo e di passare nei donne e uomini, sanno perfettamente ciò che
giorni successivi a riprenderselo. accade, ma l’amore è … anche gioco.
Ma la donna se ne dimentica e frate
116
San Martino e San Paganino “il Cittadino”, don Pietro Bosisio, nei primi
San Martino di Tours (316 – 397), vescovo e anni del ‘900.
confessore francese, a quindici anni entra Non è strano, in quei giorni, imbattersi in
nell'esercito. Durante una ronda notturna, carri strapieni di ogni masserizia che si
Martino incontra un mendicante seminudo. spostano da un podere all'altro, “facendo
Vedendolo sofferente taglia in due il suo San Martino", cioè traslocando.
mantello e lo divide con il mendicante. La Cerimonia della Rogazione
notte seguente sogna Gesù rivestito della Nel cattolicesimo le rogazioni sono
metà del suo mantello. Il sogno ha un tale preghiere, atti di penitenza e processioni per
impatto su Martino, che decide di diventare chiedere protezione divina sul lavoro nei
cristiano. Si fa monaco e nel 371, diventa campi, tenere lontane le calamità naturali
vescovo di Tours. Si festeggia l’11 novembre, (ghiacciate, alluvioni, siccità), garantire un
giorno della sua sepoltura. raccolto sufficiente a sfamare la famiglia.
Le processioni delle Rogazioni minori si
svolgono per tre mattine consecutive, nei
giorni antecedenti l'Ascensione: lunedì,
martedì e mercoledì (l'Ascensione è sempre il
giovedì), alle cinque del mattino e si snodano
per diversi chilometri lungo il paese. Il
punto di partenza è la chiesa parrocchiale,
ma ogni giorno si segue un percorso diverso.
Non appena si giunge nei punti prestabiliti,
la processione si ferma, il sacerdote alza la
croce e recita le invocazioni delle litanie: A
folgore et tempestate, A peste, fame et bello,
ecc. La popolazione risponde Libera nos
Vita di San Martino – La Rossignol Domine.
11 novembre 2006 – Chiesa di San Fruttuoso
La Piazza
Chi non aveva l’aia per l’essicazione,
utilizzava la piazza. In particolare si ricorda
“ul Giuàn di Tugnètt” che, nella piazza di
fronte della chiesa parrocchiale, stende il
granoturco ogni mattina con una pala e un
rastrello di legno.
I ragazzi restano al momento privi del
consueto spazio da gioco, ma rispettano il
Sgranatrice a mano - Museo della Civiltà Contadina
Dino Gregorio - Mairano (BS) lavoro del contadino, senza protestare.
Questo avviene a San Fruttuoso fino ai
Preparazione dell'aia primi anni ‘60.
L’operazione necessaria per preparare l'aia,
il cui fondo in terra battuta è polveroso, è
detto imbuascià l'era.
Il procedimento è semplice: occorre
raccogliere in un mastello lo sterco (la
buàscia) di mucca, diluirla in acqua, per poi
ricoprire, spalmandola, uniformemente l'aia.
Si attende che il caldo del sole asciughi
completamente la superficie, ottenendo uno
strato duro e soprattutto senza polvere.
Ottenute le condizioni ottimali, si stende il
granturco con l'aiuto di un rastrello senza
denti. A sole alto si girano i chicchi,
strisciando lentamente con i piedi fino a
formare ordinate righe.
Raccolta del Grano – Cascina – 19
119
Il grano In seguito s’innalza un’intelaiatura di legno
Per molti anni il grano (ul furmènt) è la più (ul castèll), con numerosi ripiani di
importante delle colture praticate nei poderi sostegno, simili a quelli di una libreria e dei
mezzadrili della nostra pianura, occupando graticci ricoperti da canne di bambù
quasi la metà del seminativo e, (canèt).
determinando, con il suo raccolto, la
possibilità per la famiglia contadina, di
garantirsi i consumi di pane e pasta.
Oggi l’Italia produce meno grano del
Marocco, dell’Iran, della Polonia,
dell’Argentina, della Turchia, del Pakistan,
del Canada, ecc.
122
La Speràda
Nel dialetto brianzolo, la speràda o quazz trecce sono puntate. Tale spillone (spuntòn)
(raggiera), è la tipica acconciatura di metallo è lungo una ventina di centimetri
femminile in uso esclusivamente in Brianza e ha alle estremità due grosse “olivelle”.
fino al XIX secolo e ai primi decenni del Su di esso si annodano le trecce, raccolte
XX. La sua storia è ancora in parte dietro la nuca a indicare che la giovane è
sconosciuta, ma tale ornamento si origina ormai in età da marito. Quando si fidanza, il
esclusivamente in Brianza, intorno al 1100. promesso sposo le dona, quale pegno
Solo il Manzoni ne parla nei Promessi Sposi, d’amore, un numero di spadine (spadìt) o
ambientato tra Lecco e Milano nella prima cucchiaini (cugiarìt) pari alla sua età, poi,
metà del ‘600. da marito, le integrerà, fino a un numero
massimo di 45/47.
“Lucia usciva in quel momento tutta attillata
dalle mani della madre. Le amiche si
rubavano la sposa, e le facevano forza perché si
lasciasse vedere: e lei s’andava schernendo, con
quella modestia un po’ guerriera delle
contadine, facendosi scudo alla faccia col
gomito, chinandola sul busto, e aggrottando i
lunghi e neri sopraccigli, mentre però la bocca
s’apriva al sorriso. I neri e giovanili capelli,
spartiti sopra la fronte, con una bianca e
sottile drizzatura, si ravvolgevan dietro il capo
in cerchi molteplici di trecce, trapassate da
lunghi spilli d’argento, che si dividevano
all’’intorno, quasi a guisa de’raggi
d’un’aureola, come ancora usano le contadine
del Milanese”. La speràda di Olgiate Molgora - www.labrianzola.it
Inaugurazione della Scuola Elementare Alfieri (1905) – Si noti la didascalia in basso a sinistra (Frazione Boatti) e la
cancellata, dietro alle bambine, che divide il settore maschile da quello femminile
Ben pettinati, calzoncini corti, alcuni con gli sabato, sia la mattina, sia il pomeriggio. Il
zoccoli ai piedi, muniti di cartella e cestino, i giovedì la scuola è chiusa.
bambini raggiungono la scuola. Qualcuno Molti ragazzi, terminata la scuola
percorre un lungo tragitto su strade elementare, poco più che bambini sono
polverose o fangose. Al suono della indirizzati al lavoro. Qualcuno di loro,
campanella e dei solleciti del bidello, si entra talvolta poco vispo, è apostrofato con una
nella propria aula. I banchi sono di legno frase caratteristica: “Te se 'nda a scöla al
massiccio, scarabocchiati da alunni di varie giuedì?” (Sei andato a scuola il giovedì?)
generazioni. All'inizio del '900 i bambini che frequentano
I maschi sono separati dalle femmine. la scuola sono una minoranza, soprattutto i
All'inizio di ogni anno scolastico i maestri e figli dei contadini che, spesso non possono
le maestre propongono la pulizia dei banchi. superare la terza elementare. Non è una
Arrivati a scuola con carta vetrata e, sotto loro scelta. Tutti i ragazzi capiscono che
forma di gioco, si sfregano i banchi per l'ambiente scolastico è più salubre e meno
togliere le macchie d'inchiostro, sopratutto faticoso. Tuttavia, a quei tempi, le braccia
vicino al calamaio. dei figli sono necessarie alla famiglia per
Basilare è la bella calligrafia, che si ottiene lavorare i campi, quindi è considerato più
con molta cura, ma anche con l'uso di vantaggioso l’inserimento nel mondo del
pennini dal nome stravagante: manina, dito, lavoro dello studio. Il contadino ha un
gobbetto, torri, acquistati dalla cartulèra concetto obbligato su come guadagnarsi “la
(cartolaia). La scuola funziona da lunedì a fèta da pan giàld” (la fetta di pane giallo):
129
lavorare dalla mattina alla sera (sgamelà da figlio, contratti, lettere, messaggi, ecc. Tali
la matìna a la sìra). documenti sono letti più volte perché i
Il paisàn (contadino) nutre una certa vecchi della famiglia “vurèvan capì ben”
diffidenza nei confronti di quelle persone che (volevano capire bene). In quelle occasioni il
si presentano con le mani senza calli e i figlio rappresenta “ul capisòn da la cà” (la
polsini inamidati. Ben presto, però inizia a persona colta della casa, ed è pertanto
modificare le proprie convinzioni. Si rende incoraggiato nello studio, ma con una regola
conto di non saper firmare col proprio nome ben precisa: “o studià o sapà” (o studiare o
i documenti che la burocrazia gli impone. zappare). Lo studio non deve essere mai una
Nasce la consapevolezza dell’importanza di perdita di tempo e va portato avanti con
una solida istruzione scolastica per i ragazzi. determinazione e serietà.
Talvolta il capofamiglia si fa leggere dal
Pagella di un ragazzo nato nel 1902, studente presso la scuola festiva di Cascine Bovati nel 1916
134
Come il padre, risiede nell’attuale Via
Tito Speri. Generoso notabile, si fa carico di
promuovere l’iniziativa in consiglio
comunale e, allo scopo, nel 1898, acquista un
terreno dai fratelli Airoldi, che l'anno
successivo dona al Comune di Monza perché
vi si costruisca un asilo infantile ed una
scuola elementare.
136
costruita nel 1904. Il costo previsto fascista - dal 1920 al 1948; Alfredo
dell'opera è di 47.000 lire, coperto con Casiraghi, poi Sindaco di Monza, dal 1946 al
mutuo trentennale della Cassa Depositi e 1949).
Prestiti. L’ampliamento edilizio, concesso in
appalto alla ditta Antonio e Roberto Le scuole elementari comunali sono
Galbiati, ha un costo complessivo a fine classificate urbane, se istituite in centro
lavori di 53.000 lire circa. città e rurali se in frazioni periferiche.
La differenza non è solo nella
denominazione, ma anche nei contributi che
il Comune versa alle scuole stesse e nella
retribuzione dei maestri. Questa, a sua
volta, varia ulteriormente se s’insegna ai
maschi o alle femmine e ancora, nel biennio
inferiore (1 e 2 classe) o superiore (3 e 4
classe).
Nell'anno scolastico 1914 - 15, ad esempio, lo
stipendio di una maestra di classi femminili
inferiori di scuola rurale è di lire 1200 annue,
contro le 1500 lire che percepisce una
maestra delle stesse classi di scuola urbana.
Lo stipendio di un insegnante di classi
maschili o miste inferiori di scuola rurale è
di lire 1350 annue, contro lire 1600 di
analoghe classi in scuola urbana.
138
Ambulanti, Trattorie, Negozi e Osterie
Il detto popolare assegna già la palma della Promuovono e realizzano strutture urbane e
più antica professione del mondo, ma la commerciali, logge, sedi di corporazioni,
ragione suggerisce sia il mercante, il mercati pubblici.
commerciante, l’ambulante, la prima vera Nel Rinascimento si sviluppano nuove
professione del genere umano. tipologie di case: bottega sotto e sopra
Il commerciante utilizza per la prima volta abitazione; per il commercio si usano oltre
la competenza, l’esperienza e l’attitudine per alle strade anche ponti e fiumi; gli architetti
ricercare vantaggio economico e dunque è sono coinvolti nelle costruzioni commerciali.
vera professione. Scambiare merci significa Quando si afferma la rivoluzione borghese,
moltiplicare le relazioni e i contatti, le libertà politiche e d’impresa aumentano,
ghermire e divulgare informazioni, carpire le le città diventano più grandi, più attraenti,
trasformazioni sociali. e più numerosi i salariati. Il negozio
Nell’età antica la configurazione della città, rimpiazza la bottega familiare
nasce con il tempio (la divinità), il palazzo Fino ad arrivare alla vendita per
pubblico (l’istituzione civile), la piazza (la corrispondenza, alle televendite, ai
comunità) ed i negozi (lo scambio, i rapporti distributori automatici, al rappresentante
economici). “porta a porta”, al commercio via internet,
Il commercio diventa una specializzazione di al supermercato e ai mostruosi mega centri
un gruppo sociale, non solo riferito a merci, commerciali, che dimenticano del tutto il
numeri, incassi, ma anche a esperienze, ruolo relazionale e collaborativo.
attitudini e competenze oltre a osservazione Fortunatamente, abbiamo il ricordo del
ed interpretazione dei fenomeni economici e venditore ambulante. Costui si sposta di
sociali. Anticamente i commercianti sono cortile in cortile, nei mercati, nelle fiere, nei
spesso anche viaggiatori (Fenici, Indiani, paesi, nelle piazze.
Ebrei, Veneziani, ecc.) I borghi agricoli aspettano l’ambulante con
Il carattere del commerciante si forma nel trepidazione per far fronte alle necessità
Medioevo quotidiane. Spesso a dorso di asino, magari
Dopo la caduta dell’Impero Romano, lo con un carretto, girano per le campagne
spazio per i mercanti non soggetti al patto portando ogni genere di prodotto possa
feudale, si restringe. Il gruppo non è difeso e servire.
talvolta è assimilato agli usurai. Tuttavia,
insediandosi intorno ai castelli, rivitalizzano
le città, i borghi (borghesi).
Apparentemente ceto emarginato, in realtà
diventa essenziale per lo sviluppo
dell’economia: tutti hanno bisogno di
banchieri e commercianti e, talvolta i due
mestieri, purtroppo, si confondono.
I costumi di questo ceto sono aperti e liberi,
Nel Mediterraneo, la loro attività li porta a
rapportarsi con l’Islam.
Nonostante oggi i grandi centri commerciali Il venditore ambulante Ginò (Angelo) Buzzi – anni ‘40
siano quantomeno di dubbia moralità, nel
medioevo i commercianti richiedono Tra loro troviamo anche gli artigiani:
ovunque l’utilizzo del Diritto Romano, l’arrotino (ul muléta), il ciabattino (ul
rifiutando quello feudale, comunque piegato sciavatèn), l’impagliatore di sedie
al volere del feudatario. (ulcadreghè), il merciao (venditùr de strìngh,
bindèi, butùn de camìsa) ecc.
139
Gli ambulanti vivono in zona e girano
sistematicamente la periferia e la città: una
vita interessante, piena di relazioni umane.
Dopo l’ultimo conflitto mondiale, v’è un
ometto di San Fruttuoso. Percorre le vie del
paese e s’intrufola in ogni cortile col suo
carretto traballante, trainato da un cavallo
bianco. Con i suoi richiami pittoreschi,
attira le donne attorno alla sua mercanzia.
E’ “ul Ginò”, il sig. Gino (Angelo) Buzzi. Ha
anche un negozio in via Tazzoli, di fronte
all'oratorio maschile. Vende di tutto: scope,
secchielli, mastelli di legno, strofinacci,
sacchetti di soda. V’è una grande la Calderina di stufa economica - Museo della Civiltà
damigiana di vetro, non impagliata, la cui Contadina Ciòca e berlòca - Cavenago d'Adda (LO)
trasparenza sfoggia un liquido dorato: è Altri spuntano in paese: l’ombrellaio
l'acqua da bugàda, (la candeggina). Altro (l'umbrelè), l’impagliatore di sedie (ul
articolo, meritevole di ricordo, sono gli cadregàt), l’arrotino (ul mulìta), il
zoccoli di legno, a quei tempi, d’uso comune riparatore di tinozze in legno (ul segiunè), lo
a San Fruttuoso. spazzacamino (ul spasacamèn), il venditore
Quando si logorano, si portano da Ginò, che di semi (ul sumensàt), e addirittura l’orefice
li ripara, sostituendo il legno o pareggiando (l' urèvas).
l’altezza degli zoccoli (impatà i sòcur), con V’è poi un signore dal nome antico, Armido,
spessori di ferro sul calcagno, così facendo si si muove su un triciclo a pedali ricolmo di
prolunga la loro durata. biancheria. Aiuta le donne a procurarsi la
Tutte le settimane percorre lo stesso giro con dote, con pagamenti a rate.
un carro telato, trainato da un cavallo scuro Chi ripaga il debito con 500 lire a settimana,
e scattante, è la “caruàna dal Tigrài” (la chi lo estingue con 200 lire. Quelle rate
carovana del Tigrài, zona dell’Etiopia). sembrano non finire mai.
Si annuncia agli imbocchi dei cortili,
suonando una trombetta d’ottone. In un
attimo è circondato da un nugolo di persone.
Tutt'intorno c’è profumo particolare:
pesciolini sottaceto, anguillette in salamoia,
olive, acciughe salate (saràcc) nel secchiello
di legno, giardiniera sottaceto, tavolette di
Liebig e tanto, tanto altro ancora.
Per le strade, qualche volta si vede lo
stagnino (magnàn) al grido di “ donne gh’è
rivà ul magnàn” (donne è arrivato lo
stagnino) e attirano attenzione il suo carico
di pignatte e i paioli di rame dal fondo
stagnato. Qualcuno gli propone la
riparazione della calderina (calderèta), un L’uomo del ghiaccio
recipiente rettangolare, parte della stufa
economica, regina della cucina. L'uomo del ghiaccio
L’uomo del ghiaccio (l'om del giàss), arriva
da Monza, dalla fabbrica in via Missori.
Si presenta in paese con un carretto trainato
140
da un somarello. Avvolti in sacchi di juta, vi costituisce per lungo tempo, uno dei pochi
sono i pani di ghiaccio. Si sposta da un momenti di riunione e di scambio d'idee, in
portone all'altro, lanciando il suo richiamo. aggiunta alla Chiesa e alla piazza.
Lungo il percorso, un rivolo d'acqua segna il
suo spostamento.
Lo chiamano “Gesù Crist c’al và in Egìt”
(Gesù Cristo che va in Egitto).
Per cinque lire seziona la barra di ghiaccio,
Usa un’asta ricurva di ferro (la gügièta). Un
colpo secco spacca il ghiaccio con precisione.
Qualche scheggia cade a terra e i ragazzi,
che lo seguono dal suo arrivo in paese, le
raccolgono. Qualche volta le donne
mercanteggiano sul prezzo, perché il
Davanti alla Pidréla – Via San Fruttuoso 8
ghiaccio non è trasparente, ma presenta
l'anima opaca, rivelando un cattivo stato di Dopo la guerra, in piazza della Chiesa, a
congelamento e quindi un precoce sinistra del portale della “Curt Lunga”, v’è
scioglimento nella ghiacciaia (la giasèra), un una porticina. E’ l’entrata di un’osteria: la
mobiletto di legno, foderato in lamiera “Pidréla”, già Osteria Trabattoni.
zincata, che assicura alle famiglie la E’ gestita dalla signora Irene. Suo marito si
conservazione dei cibi, seppur assai limitata chiama “Pidrél” (Pietro). Fa il fabbro
nel tempo. E’ il precursore del frigorifero. (ferèe) nella sua fucina in fondo alla Curt
Le osterie Lunga e puoi sentirlo battere il martello
Il termine osteria viene da oste, dall'antico sull'incudine.
francese oste, che deriva dal latino La domenica, all’ora di cena, qualche
hospite(m). L'etimologia richiama la bambino va a tirare la giacchetta al padre
funzione del luogo: l'ospitalità. Locali simili per portarlo a casa. L'osteria è piena di
alle osterie esistono già nell'antica Roma. uomini che bevono vino e giocano a briscola
Esempi ben conservati sono visibili presso o briscola chiamata (al du). Il bambino
gli scavi di Pompei. nota un'enorme stufa cilindrica in ferro.
Una delle prime attestazioni del termine Alta due metri, è alimentata con segatura
hostaria si trova a Venezia nel XIII secolo. pressata. Riscalda debolmente e sprigiona
Le osterie (I usterìi) sorgono, come punti di fumo tutt'intorno che, mescolato a quello di
ristoro, nei luoghi di passaggio: strade, sigari e sigarette, rende difficoltosa la
incroci, piazze e mercati. Ben presto respirazione. A quegli uomini, tra un
diventano anche luoghi d'incontro e di bicchiere e l'altro, sembra non dare fastidio.
ritrovo, di relazioni sociali. Il vino è
l'elemento immancabile intorno al quale Poche centinaia di metri fuori paese, sulla
tutti gli altri girano: il cibo, le stanze da strada che conduce al Torneamento, in
letto, la prostituzione. località “Lesminèt”, oggi via Ticino, si trova
l'osteria del “Paciarisòtt”, locale frequentato
In alcune città, dal XV secolo, l’osteria è da ottimi bevitori.
anche punto d’incontro d’intellettuali e
ricopre un ruolo di dibattito molto Dopo il caseggiato dei “Lesminèt”, così
importante nella struttura sociale cittadina. chiamato perché la gente che vi abita
proviene da Lesmo, la strada sboccia nei
L'osteria, fino alla metà del 1900, è un tipico
campi, ma puoi scorgere, laggiù, in fondo, il
luogo di ritrovo serale popolare delle persone
Castello. Dal “Paciarisòtt”
di sesso maschile; luogo di socializzazione,
141
Antica è poi l’osteria di Via Lamarmora,
denominata dei Filisètt. Già nella Guida di
Monza di Lucchini e Riva, pubblicata nel
1897, troviamo, a Cascine Bovati, in Via
Lamarmora l’oste Ferdinando Garlati.
Al capostipite della dinastia seguono i figli
Irma, Romeo e Ferdinanda (Nanda).
All’inizio degli anni ’70 la Sig.ra Franca
Lanzani, provetta cuoca di origine, rileva il
locale, cui assegna il nome di Trattoria la
Mantovana, manifestando le sue origini.
Nel 2000 l’osteria cessa l’attività.
142
Tra le trattorie di San Fruttuoso, un posto La fama della Trattoria Parasòo supera
esclusivo merita quella denominata Parasòo. anche i confini regionali.
La frequentano autentici buongustai come
l’attrice Ave Ninchi, allenatori di calcio
venuti a giocare a San Siro con la loro
squadra, come Gigi Radice.
Dopo le prove, il coro del Duomo di Monza
non manca mai di passare dalla cucina dei
Parasòo, con il Maestro di Cappella, don
Vico Cazzaniga, immancabile assaggiatore
di nuovi piatti.
Quel che più attira le persone è il clima
conviviale e famigliare che i Nova sanno
creare: ognuno sembra sentirsi a casa
Amabile e Tracisio Nova ai Parasòo propria. C’è anche chi entra, si siede, mangia
e se ne va senza pagare: Tarcisio e Amabile
Il 14 agosto 1937 la famiglia Nova acquista, comprendono che non ha soldi per pagare e
dalla famiglia Garlati, lo stabile in Vicolo fanno finta di nulla.
Oglio 2A (allora Via Lamarmora 29), mentre
la licenza commerciale dal Sig. Ponti.
Il locale nasce come “Trattoria e Posteria”.
Inizialmente l'attività la gestiscono
Trabattoni Stella, moglie di Giuseppe Nova,
e Tarcisio Nova, supportato dalla famiglia.
All’inizio della 2° Guerra mondiale, il lavoro
dell’esercizio rallenta.
Giovanni Nova è impegnato sul fronte
francese, Tarcisio Nova su quello greco,
Luigi Nova parte per il servizio di leva nel Ave Ninchi e Gigi Radice ai Parasòo
1940 e torna 1946, dopo una lunga
prigionia. Ogni sera v’è musica dal vivo con
Terminato il periodo bellico, la ripresa è pianoforte, fisarmonica, violino, mandolino,
fiacca e bisogna aspettare il boom chitarra, batteria e naturalmente il canto.
economico di fine anni ’50, per assistere al Il venerdì sera arrivano anche provetti
rilancio dell'attività. ballerini che, dopo una serata nella
Negli anni ’60, la fama della trattoria e della metropoli milanese, amano scatenarsi in
posteria inizia a valicare i confini della città, swing, tanghi, fox-trot, slow, boogie-woogie
grazie ai salumi nostrani prodotti da di gran pregio. Chi fra i presenti vuol
Tarcisio, ai menù della tradizione lombarda suonare lo può fare: ecco allora esibirsi il
e alla particolare ospitalità dei gestori. Verzolla, ul Vitòri barbè, il macellaio Felice
Nel 1971 la svolta avviene con l’apertura del Garlati, lo studente Giancarlo Tremolada, il
nuovo locale di Via Lamarmora 12. professor Umberto Pessina, il pianista
Degni di nota sono il risotto allo zafferano di Umberto Re. Il tutto in pochi metri quadri,
Giovanni, füiò, la buséca (trippa), la casöla ma è fortissima l’empatia che si crea: anche
(verzata), gli arrosti, le famose cotolette il sudore di chi ti sta vicino, sembra
“orecchie d'elefante”. Sopraffini sono i profumo.
salumi prodotti da Tarcisio, le mortadelle di I Nova concludono la gestione nell'agosto
fegato, gli zamponi, i cotechini, salami, i 1980, lasciando un vuoto inconcepibile per
pasoeutéi, la bogia. chi non ha vissuto i Parasòo.
143
Prima dell’impeto consumista, prima dei negoziante e acquirente diventa più solidale
super – extra - mega centri commerciali, e indulgente.
prima della satanica catena “produco –
compro – uso – getto … e poi ricomincio da
capo”, a San Fruttuoso si trovano piccoli
negozi e semplici negozianti che amano
ancora la relazione umana, oltre al meritato
compenso lavorativo.
145
o marrone per le scarpe da uomo; nere,
marrone, blu, bianche, grigie per le signore
più raffinate.
Questo fino a quando l'industria calzaturiera
non si affaccia sul mercato, subito dopo la
seconda guerra mondiale.
Talvolta il barista è una figura leader nella Di conseguenza, cambiano anche i bar, che
formazione giovanile (es. Elia Tremolada al si adattano a fare altre cose.
CUC). Dopo i genitori, gli insegnanti,
talvolta il prete e gli amici stretti, viene il A volte innovano, promuovendo nuove
barista. abitudini.
Si pensi all'happy hour, che rimpiazza,
Si va al bar anche per decidere dove recarsi: talora la cena, grazie ai noti spuntini
al cinema, a una manifestazione, a un ipercalorici che diversi locali associano al
concerto, a una festa, a zonzo. drink.
Oppure si passa la sera a decidere cosa fare I bar diventano stazioni di passaggio di una
e, alla fine, non si decide nulla, ma intanto ci vita itinerante, di generazioni itineranti,
si confronta con i coetanei sui massimi sempre in movimento, sempre in viaggio,
sistemi della vita terrena e ultraterrena. costrette o indotte a vivere un precario,
eterno presente.
Oppure si gioca a biliardo, a calcetto, a Generazioni di passaggio, alla ricerca di un
carte, a flipper, si beve qualcosa, si tira tardi luogo dove fermarsi, finalmente.
e soprattutto si parla … dal vivo. Tra un bar e l'altro.
147
Altri negozi da ricordare sono:
• La merceria Albina, situata, prima in Via Marelli, angolo via Tazzoli e in seguito sempre
in Via Marelli, ma di fronte all’Asilo Sacra Famiglia.
• La macelleria di Italo Sala, collocata in Via San Fruttuoso, in fianco alla Ferramenta
Galimberti.
• La fiaschetteria del Lissòn, posta sull’angolo tra Via Lamarmora e Via Marelli.
• La macelleria di Felice Garlati, in via Lamarmora
• La panetteria di Via Risorgimento 11 della Fam. Saini e poi del generosissimo Luigi
Pessina.
• La merceria de La Cinisèla, in via Risorgimento 14
• La latteria di Pipòn, in Viale Lombardia, vicino al Ristorante Jonas
148
CAPITOLO 6°
INDUSTRIA
148
Industria
A San Fruttuoso il processo
d’industrializzazione inizia timidamente alla
fine dell’Ottocento.
Già all’inizio del secolo XX la posizione
geografica del paese permette agli abitanti
di lavorare presso i cappellifici monzesi e le
grandi aziende di Sesto San Giovanni o
Milano (Breda – Falck - Pirelli – Marelli, ecc.).
Tuttavia è solo negli anni del boom
economico che il paese assume una
connotazione industriale, con un successivo
decadimento all’inizio del diffondersi delle
nuove tecnologie informatiche. Giulio Guffanti
151
fino al 31 luglio 2014, di essere presente in aziende) realizzata da un’azienda
oltre 85 paesi nel mondo con più di 2400 farmaceutica italiana, Rottapharm sbarca
dipendenti. in Germania con un investimento di 610
Una struttura e all’avanguardia, impegnata milioni di euro, acquistando la
sul fronte della salute e della prevenzione. multinazionale tedesca Madaus Pharma
Nel 2008 il fatturato di Rottapharm è pari a
572 milioni di euro. Oggi gli stabilimenti di
produzione si trovano a San Fruttuoso, Dublino,
Lisbona, Barcellona e Confienza (Pv).
Nell’azienda oltre al Presidente, prof. Luigi
Rovati, lavorano anche i figli Luca,
amministratore delegato e Lucio, capo del
Settore Scientifico nonché Direttore Medico
Esecutivo e la nuora, Giovanna Forlanelli,
capo del settore Comunicazione e Relazioni
Esterne. Si potrebbe definire un’azienda a
conduzione famigliare.
Rottapharm – Via Valosa di Sopra
152
Premio Speciale Rottapharm - Madaus alla
Biennale Giovani - Villa Reale di Monza: il
premio sostiene artisti che si distinguono per
spirito d’innovazione e tecnica ineccepibile.
E’ una delle tante iniziative che
Rottapharm|Madaus promuove a sostegno
dell’arte e della cultura.
FAI - Fondo Ambiente Italiano: Rottapharm
aderisce al programma Corporate Golden
Donor promosso dal FAI: un’alleanza tra
aziende sensibili alla responsabilità sociale
volta a tutelare e valorizzare il patrimonio
ambientale italiano.
I laboratori di ricerca di Rottapharm
Da anni Rottapharm è attiva sostenitrice
d’iniziative nelle quali il benessere della
persona, la cultura, lo sport, l’arte hanno un
ruolo fondamentale.
Ricordiamo la storica sponsorizzazione del
Saugella Volley Team Monza, militante
nella Serie A2 del campionato italiano di
pallavolo femminile.
Altri progetti sostenuti da Rottapharm
sono:
La forza e il sorriso: programma dedicato a
donne sottoposte a trattamenti oncologici,
con lo scopo di fornire loro un sostegno, sia
psicologico, sia fisico, in un momento Marianne Vos e Umberto Pessina
particolarmente difficile. Madonna del Ghisallo
Ultima tappa Giro Rosa - 13 luglio 2014
Children in Crisis Italy. Rottapharm sostiene
Children in Crisis Italy, un’associazione no-
profit nata in Italia nel 1999 con l’obiettivo Giro d’Italia Femminile: Rottapharm
sovvenziona il Giro d’Italia femminile,
di migliorare le condizioni di vita dei
bambini in tutto il mondo vittime di contribuendo all’organizzazione della più
importante corsa a tappe del mondo del
conflitti, povertà, malattia o altre situazioni
di grave disagio. ciclismo femminile.
Sponsorizza la Maglia Rosa e la Maglia
That’s app: è un’innovativa applicazione per Verde con i marchi Dermafresh e Saugella.
iPhone, iPad e Android. L’applicazione Nel 2014 l’immensa Marianne Vos conquista
localizza i luoghi dell’arte contemporanea la maglia rosa.
prossimi all’ubicazione dell’utente e La partecipazione in veste di sponsor vuole
permette di invitare amici tramite social essere un ulteriore, concreto impegno di
network. Consente di approfondire singoli Rottapharm nel promuovere lo sport quale
eventi d’arte attraverso un commento della elemento indispensabile per il
redazione e una rassegna stampa relativa. mantenimento di uno stile di vita sano ed
Una sezione indica e raccoglie le iniziative di equilibrato, all’insegna del benessere.
particolare rilievo sul territorio cittadino.
153
Il 31 luglio 2014 la famiglia Rovati vende I convitti ospitano studenti di famiglie che,
Rottapharm agli svedesi di Meda per 2,275 indipendentemente dalle condizioni
miliardi di euro, mantenendo una quota del economiche, si distinguono particolarmente
9% nella società acquirente. In questo modo negli studi.
lascia l’Italia una delle aziende leader del
settore farmacologico.
L’operazione crea un gruppo europeo leader
nel settore Specialty Pharma, focalizzato su
specifiche aree terapeutiche e nicchie di
mercato e su prodotti capaci di rispondere
alle nuove esigenze del consumatore e
all’evoluzione dell’industria farmaceutica.
Il gruppo derivante dall’operazione avrà
ricavi consolidati di 2,5 miliardi.
… con la speranza che nessuno perda il
posto di lavoro.
Il Collegio Ghisleri a Pavia
Rimangono escluse dall’accordo tutte le Rovati frequenta il Collegio Ghisleri, dove si
attività di ricerca dedicate al segmento del laureano, tra gli altri, Carlo Besta, Agostino
farmaco di alta tecnologia di Rottapharm Gemelli, Ezio Vanoni, Ennio Zelioli Lanzini,
Biotech, nucleo storico del gruppo. Ciò e dal quale fu espulso Carlo Goldoni, per un
consentirà ai Rovati di proseguire in componimento satirico, oltraggioso per le
autonomia le ricerche nel campo del farmaco fanciulle pavesi.
innovativo. Il curriculum di studi di Luigi è ottimo:
rispetta le scadenze degli esami, ottenendo
voti altissimi. Studia molto e lavora sodo. Si
laurea nel 1953 e diventa assistente presso
l'Istituto di Farmacologia dell'Università di
Pavia.
155
Premiazione "Imprenditore dell’Anno - categoria Etichetta identificativa di una macchina Bizzozzero
Global" - 2008
A San Fruttuoso, per diversi anni, opera
Il 13 giugno 2005 ottiene l’onorificenza di una delle aziende leader nella produzione di
Cavaliere di Gran Croce – Ordine al Merito macchine per imballaggio. Si tratta della
di Repubblica Italiana dal Presidente Carlo Bizzozero s.rl., sita in Via Mornerina.
Azeglio Ciampi. Nel 1939, il Cavaliere Achille Bizzozero
Nel 2008 riceve il prestigioso premio avvia a Milano la produzione di cucitrici a
promosso da Ernst & Young "Imprenditore filo e lastrina metallica per la legatoria e per
dell’Anno - categoria Global". scatole di cartone.
Nel 2010 apre un nuovo Centro di Ricerca in In seguito amplia la gamma delle macchine
Nutraceutica presso l’Ospedale Cà Granda prodotte a tutto il settore dell’imballaggio in
di Niguarda (Milano). cartone ondulato.
Il 31 maggio 2011 è stato nominato Negli anni ’60 si trasferisce a San Fruttuoso,
Cavaliere del Lavoro dal Presidente della dove la produzione e la formazione di tecnici
Repubblica Giorgio Napolitano. qualificati, porta l’azienda a collocarsi ai
vertici nelle quote di mercato del settore.
159
Nell’ottobre del 2013, NG (Nicotra centinaio di dipendenti ed è specializzata
Gebhardt) di Zingonia (BG), una delle nella produzione di cartone ondulato. I tipi
principali aziende europee nel settore dei di cartone prodotti vanno dall’alimentare
ventilatori centrifughi di fascia media, per pizza, alla micro-onda E, al cartone
acquisisce CBI al 100%. pesante a doppia onda C, oltre alle classiche
Tuttavia, anche dopo la cessione, la famiglia onde B, C, BC, EB.
Maveri continua a mantenere una quota del Punto di forza è il Servizio Clienti, ottenuto
capitale sociale del gruppo e l’ing. Corrado grazie alla puntualità, all’attenzione e alla
Maveri rimane presidente di CBI. qualità, supportate da un attrezzato
L’operazione porta l’azienda alla leadership laboratorio interno.
mondiale nel settore dei prodotti per la L’azienda è un punto di riferimento per
ventilazione, con ricavi per 200 milioni di tutta l’Italia Settentrionale
euro, dodici stabilimenti produttivi e più di Nel 2009 Cartonstrong entra nel Gruppo
mille dipendenti in tutto il mondo. Pro-gest, fondato nel 1973 da Bruno Zago,
conta, all’interno delle sue 19 aziende, più di
1000 dipendenti.
161
CAPITOLO 7°
VILLE
STORICHE
162
San Fruttuoso e I Promessi Sposi
Elaborazione da: www.monzacuriosa.it di
Giancarlo Nava
Nel capitolo IX Renzo, Lucia e Agnese
arrivano a Monza, poco dopo il levar del sole
e sono condotti da un barocciaio in
un'osteria di sua conoscenza.
Come afferma il D'Amico, “è questa forse
1'osteria del Baraccone che era
presumibilmente situata di fronte allo sbocco di
via De Gradi, la più frequentata dai carrettieri
di Lecco”.
Via Marsala 44 – ex - Convento dei Cappuccini Dopo una breve sosta all'osteria e il
commiato da Renzo, le due donne, grazie
Monza ha un ruolo dinamico importante alla guida del barocciaio, si avviano al
all'interno de “I Promessi Sposi” di convento dei cappuccini che, come dice lo
Alessandro Manzoni. stesso Manzoni, “come ognun sa, era pochi
Lo sviluppo della vicenda di Renzo e Lucia passi distante da Monza”.
porta lo scrittore a Monza. In particolare Questo convento è la Villa Cappuccini,
fanno capolino alcuni luoghi della città: Via situata in via Marsala 44.
De Gradi, Villa Cappuccini, Largo Mazzini,
il Castello Visconteo, il monastero di S.
Margherita, il borgo di San Biagio.
Nonostante, all’inizio della vicenda, il
Manzoni manifesti una certa ritrosia nel
nominare la città, al termine del romanzo il
nome di Monza appare ben trentun volte.
La sintetica ed efficace descrizione che il
romanziere costruisce della città, è
palesemente ricavata dalle opere di
Giuseppe Ripamonti (1573–1643) Lapide commemorativa - Via Marsala 44
presbitero, storico e dottore della Biblioteca
Ambrosiana. Sul muro di recinzione è collocata una
Il Ripamonti, autore di una “Storia della lapide, inaugurata il 4 maggio 1957 su cui e
Chiesa di Milano” (1625), per la quale passa scritto: “Questo luogo — già convento dei
tre anni in galera per eresia e dell’opera “La Cappuccini - fu immortalato dall'arte dei
peste di Milano nel 1630”, è la principale Promessi Sposi: rifugio dei deboli, difesa degli
fonte storica del Manzoni per la stesura de oppressi, esaltazione degli umili, su prepotenze
“I Promessi Sposi”. di uomini e tempi vindice la benefica fede ai
Lo scrittore milanese descrive Monza come trionfi avvezza”.
un borgo antico e nobile, attraversato dal Giunte, le donne al convento consegnano
Lambro, in cui ha sede un arciprete, uomo come stabilito, la lettera di padre Cristoforo
probo e scorto. al padre guardiano il quale, letta la lettera,
decide che unico rifugio sicuro è il monastero
della Monaca di Monza e qui le conduce.
163
Nel tragitto dal Convento dei Cappuccini al strada era, ed è tutt’ora, affondata, a guisa
monastero della Monaca, il Manzoni ci offre d'un letto di un fiume tra le due alte rive orlate
qualche aspetto della Monza di allora. di macchie, che vi forman sopra una specie di
“Quando fu vicino alla porta del borgo, volta”.
fiancheggiata allora da un antico torracchione
mezzo rovinato, e da un pezzo di castellaccio, In seguito troviamo l’invito della Monaca di
diroccato anch'esso...“. La “Porta del borgo” Monza a Lucia: “Ho bisogno di parlar subito
è Porta Nuova, l'attuale Largo Mazzini, subito con quel padre guardiano de´
mentre “l'antico torracchione” e “il Cappuccini che v´ha condotta qui da me”,
castellaccio” è il Castello Visconteo, munito tendendole in questo modo una trappola.
di una torre maestra detta dei Forni, luogo Lucia, raccomandata di non uscire per
carcerario; entrambi demoliti nei primi anni sfuggire ai pericoli, va a chiamare il frate del
dell'Ottocento, da cui si comprende bene convento di via Marsala, ma è rapita dal
quel “fiancheggiata allor...”. Nibbio e condotta al castellaccio
dell´Innominato.
Villa Torneamento in una cartolina del 1914 a firma Ulderico Brambilla – Archivio Alfredo Viganò
In Via della Taccona 16 è situata la Carlo V, stilate per il territorio monzese tra
neoclassica Villa Torneamento. 1721 e 1722, appare un insieme di fabbricati
Il nome della deriva da quello del luogo in dal tracciato divergente, rispetto a quello
cui sorge, indicato nelle fonti d'archivio, dal dell'odierna villa, costruita solo più tardi
1535 in poi, come "torneamento", poiché i sull'area degli edifici preesistenti.
signori vicini vi s’incontrano per esercitarsi E’ tuttavia molto probabile che, pur non
nelle armi. conoscendo le modalità esecutive degli
In quella zona sorge una casa dei Della interventi, i vecchi stabili siano inglobati e
Croce, le cui prime notizie risalgono al 1429. progressivamente abbattuti per dar vita
Tuttavia, già a metà 1500 se ne perdono le all’attuale struttura architettonica.
tracce. Quasi certamente i lavori iniziano intorno al
Secondo alcuni testi, la villa attuale nasce 1740, più problematica la datazione del
nel ‘700 per volontà della famiglia. In progetto.
seguito l'edificio passa in proprietà prima ai Nel 1857 la villa passa alla famiglia
Croce, poi ai Bertoglio. Brambilla.
Più attendibile e documentata la recente Nel 1922 il Conte Ulderico Brambilla edifica
versione della studiosa Paola Venturelli il sepolcro di famiglia, spinto dal
nella monografia su villa Torneamento (La ritrovamento del corpo del figlio Carlo, nei
Villa Torneamento di Monza, Borghi, pressi di Cividale del Friuli, deceduto
Monza 1991) che esclude invece la presenza durante la 1° Guerra Mondiale.
dei Blondel e dei Bertoglio, indicando come Ai Brambilla si devono la costruzione del
committenti gli stessi Della Croce, che portichetto antistante alla facciata
realizzano il nuovo edificio, di grande principale della villa e altri interventi di
respiro architettonico, intorno alla metà del gusto eclettico, realizzati dall'architetto
'700. Sulla base dei documenti d'archivio, Giuseppe Balzaretti, quali la creazione delle
Venturelli nota che nelle mappe catastali di sale alla "turca" e alla "cinese", ancora
165
esistenti nel 1937, oggi scomparse. A questa torrette frontali, facendole sembrare più
fase risale anche il riadattamento dell'antico antiche mediante sbrecciature e stemmi
vestibolo in forme neogotiche, oggi araldici. La villa diventa proprietà della
percepibile solo nella volta ombrelliforme, Congregazione religiosa delle figlie del
affrescata a motivi architettonici. Divino Zelo nel 1951 che, con ingenti lavori
Nel 1935, su progetto del Balzaretti, si di ristrutturazione, adatta l'edificio a sede
realizza il giardino romantico. scolastica.
E’ uno degli interventi cui la villa è Villa Torneamento – veduta aerea - 1952
sottoposta nella seconda metà del
Novecento, per adattarla alla nuova Di Giambattista Gariboldi, pittore “tra i più
destinazione d'uso, quella di sede scolastica. talentuosi esponenti del barocchetto
Un discorso simile vale anche per l'interno, lombardo”, non ci sono dati biografici
in gran parte controsoffittato e completi. Sappiamo che nasce a Monza ed è
intramezzato per creare aule. Solo pochi attivo tra il 1745 e il 1795. I suoi primi
ambienti tradiscono la magnificenza passata affreschi di valore si trovano a Cologno
della dimora: il vestibolo con volta a Monzese, nell’antica Pieve di San Giuliano,
ombrello decorato alla gotica, ora riadattato ove, tra il 1745 e il 1748, dipinge la Gloria di
a cappella delle suore, l'ex-chiesa della villa, San Giuliano, Sant’Ambrogio, i quattro
lo scalone monumentale a doppia rampa Evangelisti, Sant’Agostino San Gregorio, e
rettilinea, il magnifico salone da ballo. San Girolamo. Sono affreschi gradevoli ma
Questo salone è certamente l'ambiente più timidi e impacciati nella tecnica e nella
ricco e affascinante di villa Torneamento. costruzione delle figure.
Gode della miglior vista, sia verso la corte Nello stesso periodo è attivo al foppone di
d'ingresso, sia verso il parco posteriore. E’ a San Gregorio a Monza ed esegue gli affreschi
doppia altezza, percorso da due ballatoi di Villa Torneamento. Nel 1749 è presente
laterali per i musici, che congiungono, ancora a Monza con due pale nella chiesa dei
tramite porte, la parte sinistra e quella Santissimi Margherita e Maurizio.
destra dell'edificio. Nel 1753 restaura la chiesa di Santa Maria
E' privo degli arredi originali, ma conserva del Carrobiolo a Monza. Nel 1755 lavora
decorazioni pittoriche barocche di grande nella sacrestia grande nel Duomo di Monza,
bellezza: una medaglia affrescata al centro dove opera col quadraturista Eugenio Ricci.
del soffitto, due di grandi dimensioni, alle Nel 1756 restaura la chiesa, ora scomparsa
pareti realizzati da Giambattista Gariboldi, di San Michele di Monza, di cui si
conservano sedici affreschi custoditi nella
167
collezione del Museo e Tesoro del Duomo di
Monza. Tra il 1756 e il 1757 esegue gli
affreschi molto eleganti e ariosi, nel
presbiterio in Santa Maria in Strada di
Monza: l’Assunzione della Vergine e la gloria
di Sant’Agostino.
Nel 1766 esegue nel Duomo di Bergamo, due
ovali, ove rappresenta Sant’Alessandro che
resuscita un morto e il martirio del santo
medesimo.
Villa Torneamento
mappa catastale di Carlo VI - 1722 ca.
Nel 1778 ritroviamo il Gariboldi nel
Santuario della Beata Vergine del Carmelo
di Montevecchia, dove dipinge raffinati e
luminosi affreschi, assai ben conservati, che Villa Torneamento – veduta aerea
rappresentano: la Natività, la Crocifissione,
La cinta muraria neomedievale, con quattro
l’Ultima Cena, la Caduta della manna, San
torri cilindriche, di foggia castellana,
Simone Stock, i profeti Elia e Eliseo, due
nasconde quasi del tutto la vista della villa
riquadri di San Giovanni Battista, un
dall'esterno, ha però il merito di uniformare
medaglione con putti nella sacrestia e infine
i fabbricati interni che vedono la presenza
un medaglione con Elia e i sacerdoti di Baal.
sia di rustici storici, sia di edifici più
Il canonico Giuseppe Maurizio Campini,
moderni, rispondenti alle esigenze
storico monzese del ‘700, elenca (Fondo
scolastiche.
M.S. della Biblioteca Ambrosiana) molti
Anche il giardino conserva tracce del
altri lavori perduti eseguiti in chiese
disegno originale. Unico decoro è un piccolo
monzesi, quali l’oratorio di San Giuseppe,
tempio classicheggiante, a pianta centrale,
San Martino, San Pietro Martire, San
sostenuto da impalcature, poiché in cattive
Gerardo, San Biagio e Santa Marta. Sono
condizioni statiche.
citate tele in Sant’Anastasia a Villasanta e
in San Bartolomeo a Brugherio.
168
Villa Pallavicini Barbò
In Viale Lombardia 180 si trova la Villa Pallavicini Barbò, nella quale ha sede il Collegio della
Guastalla.
Nel corso dei secoli, il terreno sul quale sorge la villa
è di proprietà delle nobili famiglie Calchi e
Pallavicini. Sui medesimi appezzamenti sorgono
diverse cascine rurali abitate da contadini, dediti alla
pastorizia e all’agricoltura.
Per comprendere il legame tra la Villa Pallavicini
Barbò e il Collegio Guastalla si deve risalire al ‘500.
171
Nell'ala sud del gruppo
centrale è situata la scuola
materna, in quella a nord
le scuole medie e la chiesa.
Nel mezzo dell'ala sud,
verso il cortile d'onore, si
apre l'atrio e da qui si
accede alla segreteria, alle
sale d'aspetto, al corridoio
che conduce all'ala
principale dove hanno sede
la direzione, la sala del
consiglio e l'ampio salone
d'onore.
Nell'ala nord vi è il teatro,
che ha un'altezza di 7
Il lato posteriore della Villa si affaccia sul giardino – foto Roberto Bresil (2009)
metri, può contenere 300
persone ed è dotato di camerini, di servizi e di un proiettore cinematografico.
Ai piani superiori sono situati i licei, i laboratori, la biblioteca e le sale professori.
172
La chiesa, situata nell'ala nord,
ha una capacità di circa 150
fedeli: a lato dell'altare vi è il
coro ligneo con l'organo;
lateralmente, la piccola
sagrestia.
Il tabernacolo in oro è l’ultima
opera del grande architetto
Luigi Cagnola (1762 – 1833),
già progettista dell’Arco della
Pace di Milano e della Rotonda
di Inverigo.
Nell'interno sono stati
trasportati l'altare e le altre
strutture di marmo esistenti
nella Cappella di via Guastalla,
La chiesa col coro ligneo del ‘500, il tabernacolo d’oro oltre alla tomba della contessa
(ultima opera del Cagnola), la tomba della Torelli e l’organo
Torelli.
173
Il quadro, benché collocato in una posizione assai infelice nella villa, presenta un gruppo serrato
di figure in scorcio che si stagliano su fondo scuro, con un’interessante ricerca sugli effetti
luministici provocati dalla luce artificiale. L’artista riesce in modo straordinario a evidenziare la
reale forza di Gesù in un momento di sofferenza e la concreta debolezza dei suoi torturatori col
viso mortificato dalla luce della lampada.
174
CAPITOLO 8°
UOMINI
E
ASSOCIAZIONI
175
Uomini di Sport, Cinema, Musica e Scienza
Nel corso del tempo anche San Fruttuoso, come tutti i paesi, ha
avuto alcune persone che si sono distinte particolarmente in qualche
ambito dell’attività umana.
Nello sport ricordiamo Candido Beretta (9 dicembre 1941 – 30
dicembre 2003). Calciatore di buon livello, a 17 anni gioca in Serie B
nelle file del Como. E’ tra i convocati per l’Olimpiade di Roma del
1960, ma non compare nella lista definitiva dei 22 che vi
partecipano. Nel 1961 gioca nell’Udinese, nel 1963 è a Padova, nel
1965 a Brescia e nel 1966 a Venezia.
Debutta in Serie A il 27 agosto 1961 in Udinese – Roma 1-3.
Candido Beretta e Omar Sivori (1965) Campionato Squadra Classifica Serie Presenze Reti
Lavora come dipendente del Comune di Udine e allena
1960-1961 Como 11° B 24 -
squadre giovanili.
Persona schietta e generosa, dal carattere dinamico e 1961-1962 Udinese 18° A 24 2
grintoso, la cui vita è spezzata dal tragico incidente che nel 1962-1963 Udinese 14° B 37 1
2000 strappa alla vita l’unica figlia, Alessandra. 1963-1964 Padova 4° B 30 1
Da quel colpo non riesce a riprendersi. Muore d’infarto 1964-1965 Padova 6° B 35 -
all'età di 62 anni vicino allo Stadio Friuli di Udine.
1965-1966 Brescia 9° A 33 -
1966-1967 Venezia 17° A 26 1
1967-1968 Venezia 18° B 28 -
1968-1969 Venezia 11° C 19 3
Totale 256 8
Sacerdote, frate minore francescano, si forma con i maestri Rossi Oldrati e Nicolini. Si perfeziona con A.
Ephrikian e M. Radulescu. Frequenta il corso di musicologia presso l'Università di Pavia.
Renato Beretta
Renato Beretta
177
Ricordiamo Giampiero Albertini per le sue doti di attore.
Nasce il 20 dicembre 1927 in una modesta famiglia.
Frequenta l'Accademia d'Arte di Brera e sogno di diventare scultore.
Dopo la deportazione in Germania durante la 2° guerra mondiale (vedi capitolo sulla 2° guerra mondiale),
frequenta la Scuola del Piccolo Teatro di Milano e si diploma all'Accademia dei Filodrammatici di Milano,
tuttavia per otto anni lavora in una fabbrica di materie plastiche.
Alfonso Marelli
In ambito scientifico citiamo Carlo Leopoldo Rovida (1844-1877), primario del comparto medico maschile
dal 1872 e al 1874 dell’Ospedale Maggiore di Milano. Nel 1866, dopo la laurea a Pavia, si arruola volontario
nell’armata di Garibaldi, partecipando alla campagna nel Trentino. L’ambito di ricerca medica prediletto
sono le malattie renali. Elabora la sua teoria sui cilindri urinari (1865–1870) che ha conferma tra il 1956 e il
1962 dalla sperimentazione del medico neozelandese E. Mc Queen. Si sposa con Carolina Nova (1848-1933) e
abita in via Lamarmora a San Fruttuoso. Ha tre figli: Augusto (1868-1920), Camillo (1871-?) e Maria Carla
(1873-?).
180
Un altro personaggio degno di nota è Giuseppe Ramazzotti (1898-1986), scrittore, biologo, ingegnere
meccanico e cognato di Dino Buzzati.
Nel 1946 scrive con Dino Buzzati “Il libro delle pipe”.
Giuseppe Ramazzotti
181
I Circoli e le Cooperative
Anche San Fruttuoso ha il suo dopoguerra segnato, oltre che da un forte desiderio di ricostruzione, anche da
lotte politiche di grande vitalità ideologica e morale, ma più vicine a quella sana competizione alla “Don
Camillo e Peppone”, che non alla litigiosità pregiudiziale dei potenti.
In paese, cattolici, comunisti e socialisti si contendono il consenso dei cittadini.
Ognuna di queste tre forze realizza o reca nuovo impulso al circolo che lo rappresenta a San Fruttuoso.
I cattolici hanno il loro circolo in Via Risorgimento 21, denominato Circolo Uomini Cattolici (CUC), oggi
Circolo Sociale Ricreativo San Fruttuoso, con sede legale in Via Tito Speri 12, ma l’entrata è ancora su Via
Risorgimento.
I socialisti hanno il loro circolo in Via Risorgimento 16/A, denominato Circolo Socialista Speranza.
I comunisti hanno il loro circolo in Viale Lombardia 210, denominato Casa del Popolo.
Circolo Socialista Speranza
Nel 1946 Luigi Marelli, Edoardo Gaiani, Piero Ventura, Martino Sala, Pietro Cazzaniga e Giuseppe Duranti
fondano il Circolo Socialista Speranza.
La prima sede si trova all'inizio di Via Risorgimento, nel
giardino di Villa Scotti, (Scotti era un Ammiraglio della
Regia Marina Italiana).
Nello stesso anno nasce all'interno del Circolo il Gruppo
Escursionistico Speranza (GES) per gli amanti della
montagna e dello sport.
Nel 1948 il Circolo si sposta al n. 11 di Via
Risorgimento, sempre nel giardino di Villa Scotti.
Il primo gerente è Pietro Gelosa, padre del futuro
missionario Don Bruno.
182
Casa del popolo e Società Cooperativa Edificatrice San Fruttuoso
Il 10 dicembre 1946, davanti al notaio
Angelo Rimoldi nasce la Cooperativa
Edificatrice San Fruttuoso s.r.l.
I soci fondatori sono: Paolo Confalonieri
(meccanico), Mario Ravasi (cappellaio),
Ugo Pessina (impiegato), Giovanni
Stucchi (chimico), Paolo Pessina
(fattorino), Arturo Alzati (elettricista),
Achille Longoni (animista), Bruno Figini
(impiegato), Carlo Resnati (meccanico),
Anacleto Rovelli (manovale), Emilio
Bianchi fonditore), Luigi Contessi
(elettricista), Aldo Pessina (tornitore),
Mario Pessina (fattorino), Angelo
Casa del Popolo – inizio anni ‘50 Confalonieri (calandraio), Gaetano
Duranti falegname), Carlo Ronchi
(capomastro), Zaccaria Duranti (operaio).
Per diventare soci è necessario versare una quota di 100 lire. Essendo i soci fondatori diciassette, il capitale
iniziale è di 1.700 lire. Costituita legalmente la Cooperativa, il neo eletto consiglio individua il luogo su cui
far sorgere la sede, acquistando un terreno da Gaetano Scotti. L'impegno disinteressato e gratuito dei soci è
decisivo per la realizzazione dell’edificio.
Nell'estate del 1948 la Casa del Popolo è inaugurata, alla
presenza dell'avvocato Buzzelli, noto comunista. La
sede è intitolata a Luigi Ferrari, morto nel lager nazista
di Gusen II il 12 marzo 1945.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, una cellula del
Partito Comunista è attiva in Via Lamarmora, nella
casa della sig.ra Rovida.
A oggi la Cooperativa ha costruito quattro complessi
residenziali:
via Guerrazzi 55 (1983): 56 appartamenti
via Po 5 (1986): 28 appartamenti
via Sorteni 5 (1990): 25 appartamenti
Edificio di Via Sorteni 5 (1990) via Fiore Martelli 1 (1994): 25 appartamenti
Esterno della Casa del Popolo – anni ’50 V.le Lombardia 220
183
Circolo Uomini Cattolici e Cooperativa Edificatrice Cattolica S. Fruttuoso
Nel settembre 1903, con l'adesione di
180 soci e con uno stretto legame con
l'Azione Cattolica, nasce il Circolo
Uomini Cattolici (CUC) con sede in
Via Risorgimento. Lo costituiscono
Alfonso Marelli, il parroco don Luigi
Mariani e il coadiutore don Erasmo
Valenti. Nei locali del CUC trova
posto anche l'ufficio della Società di
Mutuo Soccorso, voluta da
Alessandro Pennati e Edoardo
Viganò e gestita da Vincenzo Pozzi.
Le finalità della Società sono la
difesa dei diritti dei lavoratori e il
reciproco aiuto tra contadini,
artigiani e operai di San Fruttuoso.
La sede del CUC – (1982)
184
La Cooperativa Edificatrice Cattolica San Fruttuoso nasce il 18 aprile 1915 col nome di Casa del Popolo
Cascine Bovati. A seguito della fusione con la Cooperativa La Nostra Casa, avvenuta nel 1956, prende
l’attuale denominazione.
La sede iniziale si trova in Via Risorgimento 22. In seguito la sede si sposta in Via Risorgimento20, in Via
Ugo Bassi 15 e infine in Via Tito Speri 12.
Alla presidenza della Cooperativa si susseguono:
Giuseppe Alberti, Giosuè Barzaghi, Luigi Colombo,
Angelo Longoni, Giulio Pessina, Alessandro
Cassanmagnago, Ambrogio Caprotti, Gianfranco
Pessina.
da sinistra: Franco Pessina, Carlo Pessina, Angelo Motta, Ruffini, Anglo Longoni, Giancarlo Matteucci,
Ambrogio Caprotti, Peppino Trezzi, il Ministro Granelli, Gianfranco Pessina, Lino Spinelli,
Valcamonica, Alessandro Cassanmagnago, Gerolamo Caprotti, Alfonso Marelli
185
Il cantiere edile nella Curt di Figìtt di Via Risprgimento 14
All’interno del mondo cattolico, particolare attenzione è rivolta alla Cooperativa Alimentare e di Consumo
San Fruttuoso. Costituitasi il 13 agosto 1925, termina l’attività il 31 dicembre 1956.
Il suo presidente è Angelo Pessina.
Nata per incrementare la distribuzione di prodotti dell'agricoltura, ha in Alessandro Novati (detto Guerèn)
il suo primo gestore, lo segue Giovanni Villa (1885-1956), padre di Pompeo.
Nel 1956 la cooperativa si trasforma in salumeria ed è gestita da Luigi Sironi e dalla moglie Anna.
A metà degli anni '60, l'attività è rilevata da Mario Barbaglio (1917-1995) e dalla moglie, che continua la
gestione col figlio Giovanni fino al 2000.
186
Associazioni sociali, culturali, sportive e ricreative
ACLI
Le ACLI, (Associazione Cristiana Lavoratori Italiani) a livello nazionale nascono nel 1944: fondatore e
primo presidente è Achille Grandi. Lo scopo è dare un'identità precisa ai lavoratori cristiani affinché
difendano i loro diritti, partendo dalla Dottrina Sociale della Chiesa che, in quel momento, si pronuncia con
l'enciclica Rerum Novarum, del 1891 di papa Leone XIII.
A San Fruttuoso le ACLI si costituiscono nel 1947: Mario Ravelli è il primo Presidente e Don Giovanni
Colombo il primo Assistente. La sede è in via Risorgimento 22 presso i locali della Cooperativa Edificatrice
Cattolica.
Il momento storico si caratterizza per le forti appartenenze ideologiche che disorientano la classe operaia.
La preoccupazione delle ACLI è far maturare i propri iscritti nella consapevolezza dei valori positivi del
lavoro come strumento di affermazione della dignità e creatività della persona.
Frequenti sono gli incontri formativi presso la Sede. Gli iscritti si trovano ogni mercoledì sera con la
presenza dell'Assistente che indirizza e spesso propone l'argomento dell'incontro.
La formazione Aclista è uno degli obiettivi principali dell'associazione, che si prefigge anche un'attenzione
particolare ai bisogni emergenti nel quartiere.
In quel periodo, le ACLI sono una palestra che forgia uomini di grossa tempra che s’inseriscono in campo
politico e sindacale e che, per la tutela dei lavoratori, sanno essere punti di riferimento in diversi ambiti.
Gli iscritti superano le 130 unità, oltre agli amici e ai simpatizzanti. Ciò consente una presenza attiva e
partecipata nel quartiere. A Mario Ravelli seguono come presidenti, Roberto Rosa, Franco Fossati, Aldo
Sala, Natale Scuratti, Emilia Citterio fino a Pierluigi Camesasca tuttora in carica.
Dopo Don Giovanni Colombo, gli assistenti sono Don Carlo Peloia e Don Paolo Colombo. L'impegno
primario di formazione e servizio ai lavoratori è condotto con entusiasmo e dedizione.
Dai verbali rileviamo molti convegni e dibattiti su argomenti socio-politici (nuovo Piano Regolatore, legge
167 per l'edilizia economica e popolare, problemi di viabilità nel quartiere, ampliamento della Scuola
Alfieri, necessità di asili-nido) e religiosi (enciclica sociale di Giovanni XXIII Mater et Magistra, ecc).
Il servizio Patronato – ACLI, qualificato e conosciuto, offre assistenza gratuita a tutti, senza distinzione
d’appartenenza politica o religiosa, nel disbrigo di pratiche assistenziali: pensioni, infortuni, marche
assicurative, malattia, rapporti coi datori di lavoro e altro. Si organizzano Corsi di Formazione in loco: noto
quello di cultura generale (storia – geografia –aritmetica – geometria - economia domestica - puericultura)
tenuto nel 1961 per complessive 120 ore serali, rivolto alle donne e, più tardi, nel 1969, un percorso
formativo di 6 incontri sul tema "I valori di fondo da realizzare nella società del benessere". Negli anni ’70,
quando il quartiere consolida il massiccio insediamento di ceti popolari provenienti dal Sud, le ACLI
realizzano a San Fruttuoso un corso biennale di alfabetizzazione che conduce 15 persone all'inserimento
scolastico regolare a partire dalla 3° elementare.
Il momento storico particolare che attraversa il Paese non lascia indifferenti le ACLI locali, che
promuovono incontri per l'unità del Movimento Operaio. Ecco allora che, la piccola sede diventa, in quel
periodo, un luogo d’incontro per tutte le forze politiche e sociali presenti a San Fruttuoso, superando
diffidenze e steccati ideologici e riconoscendo una nuova energia, derivante dal confronto chiaro e sempre
arricchente di pluralità d’idee e sensibilità diverse. Nasce anche un gruppo di Gioventù Aclista che diventa
una delle più importanti forze studentesche della città. Di quegli anni è l’elaborazione, nella sede delle Acli,
in collaborazione con tutte forze politiche democratiche, di una bozza di regolamento per il decentramento
amministrativo, consegnata all'Assessore Franco Fossati, e utilizzata come base per il regolamento ufficiale
del Decentramento a Monza. Negli anni '80, la vitalità del Circolo ACLI di San Fruttuoso si lascia assorbire
dai lavori e dalla burocrazia del Comitato di Quartiere, di cui inizialmente le ACLI hanno la Presidenza.
In seguito la crisi del Circolo dovuta allo stallo che il Movimento aclista attraversa a livello nazionale.
Tuttavia le ACLI di San Fruttuoso continuano la loro attività locale soprattutto con il Servizio Patronato e
di Assistenza Fiscale, concorrendo alla nascita del circolo cittadino "Lorenzo Cantù"di Corso Milano, dove
tuttora risiedono le ACLI monzesi. La Sede di S. Fruttuoso rimane ancora come recapito delle ACLI locali e
sede di informazioni dei Servizi Generali delle ACLI.
187
Corpo Musicale Santa Cecilia di San Fruttuoso
La banda di San Fruttuoso è fondata nel 1903 da don Erasmo
Valenti con il supporto dei non meglio identificati sigg.
Pessina, Pirovano, Arosio e Brambilla. La prima sede è nella
Curt del Biùnd o Curt di Figìtt in via Risorgimento 14.
Il maestro è pagato dagli allievi. Dopo pochi mesi dalla
fondazione il Corpo Musicale entra a far parte del Circolo
Uomini Cattolici. Nel 1912 la Banda adotta la divisa
napoleonica.
Direttori della banda Periodo
Scivietti 1907 1916
Di Marco 1917 1919
P. Ermenegildo 1920 1923
Scivietti 1924 1938
Andreoni (padre) 1939 1942
Andreoni (figlio) 1943 1948
Stucchi 1949 1954
Gianni Monti 1955 1956
Prof. Conti 1956 1965
Prof. Alfieri 1966 1967
Prof. Colombo 1968 1969
Posto 1970 1971
Tallinucci 1972 1979
Prof. O. Defendente 1979 1993 Giuseppe Agostoni in divisa napoleonica
Festa di S. Giovanni. Concerto della Banda e della Corale in onore del Parroco Don Giovanni Colombo (1963)
188
Tra i personaggi che più hanno dato alla vita della Banda ricordiamo: Mario Ravelli, il sig. Perucci, Pierino
Agostoni, Narciso Agostoni, Luigi Brambilla, Giuseppe Agostoni, Luigi Pessina, Giuseppe Mercadante.
Altri insegnanti si dedicano alla preparazione degli allievi con nozioni di teoria e solfeggio, tecnica
strumentale per legni e per ottoni.
In particolare segnaliamo la collaborazione del prof. Boron e del prof. Ciccarese.
Dal 1991 il prof. Umberto Pessina, oltre a seguire i giovani per l’aspetto teorico, inizia ad allestire un
gruppo concertistico da camera di buon livello.
189
La Banda si esibisce con i suoi giovani davanti alla Scuola Materna Andersen (1975)
A tal proposito riportiamo il parere personale del prof. Umberto Pessina: “La Banda ha chiuso i battenti
per ignoranza, stupidità e mancanza d’intelligenza sociale da parte delle istituzioni cui il Consiglio si era
rivolto per la concessione di un locale per le prove. Nessuno, dalla Scuola alla Parrocchia, dai Soci della
Cooperativa al Centro Sociale, dai Circoli alle Associazioni, ha avuto la benché minima disponibilità ad
aiutare un gruppo che in novant’anni ha insegnato a suonare a circa tremila persone”.
la Banda aspetta la Processione fuori dalla Chiesa Parrocchiale (fine anni ’70)
190
Compagnia Amici del Teatro (C.A.T.)
Dopo aver vissuto a Milano per quarant’anni, nel 1967, Maria Meani in Fregni si trasferisce a San
Fruttuoso. Qui mette a disposizione del paese la sua competenza e la sua sconfinata passione per il teatro,
fondando la Compagnia Amici del Teatro. La compagnia partecipa a diversi concorsi guadagnando
numerosi riconoscimenti.
Tra gli spettacoli allestiti ricordiamo: “Quattro giovani suore” di
Vladimiro Cajoli, “I figli degli antenati” di Attilio Saitta, “Il medico e la
pazza” di Alessandro De Stefani Dino Hobbes Cecchini, “Due dozzine di
rose scarlatte” di Aldo De Benedetti, “Spirito allegro” di Noel Coward,
“Trampoli” di Sergio Pugliese, "Rebecca, la prima moglie" di Dafne du
Maurier, "Le donne curiose" e "Un curioso accidente" di Carlo Goldoni,
"Come si rapina una banca" di Samy Fayad e i due atti unici "Il rosario"
di Federico De Roberto e "L'altro figlio" di Luigi Pirandello.
La compagnia mette in scena anche uno spettacolo dialettale, Succèd a
Milàn di Roberto Zago: altro successo.
Come attori si esibiscono: Romolo Aversa, Attilia Barna, Daniela
Caprotti, Rosalba Di Bartolomeo, Rosella Brambilla, Paola Fossati,
Mariarosa Fregni, Elena Gaiani, Angelo Galimberti, Ferdinando Garlati,
Maria Rita Mauri, Ornella e Giuseppe Pessina, Carlo Pollastri, Aldo e
Roberto Sala, Lino e Edmondo Spinelli, Tiberio Trezzi, Gabriele
Tessera di appartenenza alla CAT Vigorelli, Ida Ventura. I tecnici e gli scenografi sono Giuliano Festa,
Mario Maggiolini, Daniele Nova.
Purtroppo, nel 1984, il Cine-Teatro San Fruttuoso di Via Tazzoli, ufficialmente per motivi di sicurezza,
chiude. La Compagnia si trasferisce in un altro quartiere e continua la propria attività fino al 2009.
191
C.A.I. (Club Alpino Italiano) sottosezione di San Fruttuoso
Costituitosi nel 1863 a Torino, il Club Alpino Italiano è una libera associazione che ha per scopo l’alpinismo
in ogni sua manifestazione, la conoscenza e lo studio delle montagne, specialmente quelle italiane, e la
difesa del loro ambiente naturale.
La Sezione di Monza del CAI nasce nel 1899.
Nel 1946, appena finita la guerra, un gruppo
di giovanotti decide di fondare a San
Fruttuoso una sottosezione del CAI con
l’intento di costituire un punto di ritrovo per
gli abitanti della zona e trovare il modo di
“poter evadere un po’” in un periodo di grandi
ristrettezze.
La cosa non è facile, all’epoca non vista di
buon occhio neanche dal CAI Monza che, tra
le altre cose, chiede di raccogliere un elevato
numero di firme per realizzare l’impresa. Ma i
giovanotti sono ben decisi e, rimboccatesi le
maniche, riescono a mettere insieme tutto
quanto richiesto: il 23 luglio 1946 nasce
ufficialmente il CAI San Fruttuoso.
Damiano Villa, Peppino Moioli, Silvio Pagani,
Angelo Della Torre i protagonisti.
La sede è Via Risorgimento, all’interno della
carbonaia, dietro alla Cooperativa alimentare.
Dal 1960 la sede è in Via Risorgimento 22.
Nonostante le difficoltà economiche (si
racconta di una colletta tra i soci per comprare
i chiodi: raccolte 858 lire!) e quelle logistiche
(gli autobus e le strade non erano certo
confortevoli e scorrevoli come quelle di oggi),
si cominciano a svolgere un buon numero di
Atto di costituzione del CAI San Fruttuoso
attività. Con levatacce oggi impensabili, si
parte per andare a sciare al Sestriere, col rischio magari di spingere il torpedone in salita, o si organizzano
campeggi estivi, montando, in mezzo a qualche prato, le tende canadesi per dormire e un tendone da
utilizzare come cucina e “sala pranzo”. In quegli anni inoltre, al di fuori delle attività organizzate, alcuni
soci eseguono anche imprese di un certo impegno alpinistico, come le salite del Pizzo Badile o del Cervino.
193
Carlo Lunghètt Pessina, Giancarlo Fifì Pessina, Angelo Della Torre, Peppino Moioli, Carlo
Carlòn Pessina – campeggio del CAI – anni ‘60
194
Associazione Sportiva San Fruttuoso
Il 16 gennaio 1981, Giuseppe Ballabio, Adriano Besana, Rinaldo Brambilla, Gerolamo Caprotti, Giancarlo
Carpani, Giancarlo Geroni, Giuseppe Guida, Santino Mapelli, Giulio Pessina, Tiberio Trezzi, Carlo Villa,
Felice Villa, Luigi Villa e come padre spirituale Don Ercole Gerosa, fondano l’A.S. San Fruttuoso.
Negli anni ’70, l’associazione si distingue a livello agonistico nell’atletica leggera grazie ad una forte squadra
giovanile che partecipa con lusinghieri risultati a molti meeting lombardi.
Tuttavia il fiore all’occhiello della GES rimane la Monza – Resegone del 1949, conquistata da Armando
Facchinetti, Dante Madella, Giuseppe Pozzi, Ugo Ravasi.
I successi sportivi maturati negli anni spingono la G.E.S. a tentare l’avventura agonistica in ambito
calcistico. Dal 1956 l’associazione partecipa ai campionati dilettanti della F.I.G.C., ove raggiunge la Prima
Categoria.
Da anni il CPSS propone i Centro Estivo Multisport per i bambini e i ragazzi dai sei ai dodici anni, presso la
Scuola Media Sabin e, da qualche tempo, anche presso la Scuola dei Padri di Francia al Castello del
Torneamento.
Durante il Centro Estivo sono proposte attività e uscite
che permettono ai ragazzi di giocare, stare insieme e
divertirsi con giornate cariche di sport, giochi all'aperto,
ecc. L'obiettivo primario è quello di promuovere i diritti
dell'infanzia, in questo caso quello al gioco e
all'aggregazione, sperimentando competenza sportive e
ludiche che durante l'anno non sempre la maggior parte
dei ragazzi vive.
Giuseppe Beretta, classe 1945, insignito del Giovannino
d’Oro 2014, dai primi anni ’90, è portavoce e presidente
del Coordinamento delle Associazioni sportive di base che
conta più di quaranta società sportive.
E’ promotore della “Consulta comunale dello sport” e del
progetto “Sport nel Parco”.
Presidente nel 2008 del Comitato Uisp Monza, nel 2009
promuove il progetto AFA: primo progetto pilota di
Giuseppe Beretta attività motoria specifica per persone affette dal morbo di
Parkinson, progetto che attualmente, su indicazioni
dell’Ospedale San Gerardo, si è arricchito di una metodologia rivolta ai pazienti affetti da ictus.
LA CHIESA
199
La Chiesa
La Parrocchia
Sulla nascita della Parrocchia di San Fruttuoso abbiamo già scritto nel capitolo iniziale del libro.
E’ certo, come dalla documentazione riportata nel capitolo primo, che la chiesa esiste almeno dal 1520,
qualche decennio prima dell’elevazione al rango di Parrocchia, avvenuta il 15 giugno 1578.
La piccola chiesa sorge nello stesso luogo dell’attuale Parrocchiale. Non è "né consacrata, né parrocchiale",
come appare dai documenti originali. E’ formata da una sola navata con una cappella. Un piccolo
campanile si trova sul lato sinistro, quello opposto all’attuale. Mentre l’abitazione del sagrestano si trova al
posto dell’attuale campanile. Dietro l’edificio v’è un piccolo oratorio. Una cappella è altresì presente nella
Curt di Pesìna Gross, sul lato sinistro della chiesa odierna. Questa cappella è parte integrante di un
complesso monastico, poiché tutta la corte è un convento di monaci legati al Monastero di San Marco di
Milano. Appare molto probabile che nello stesso luogo vi fosse un cimitero locale.
E’ impossibile datare con precisione il periodo storico del complesso architettonico, ma il ritrovamento in
loco di molte monete risalenti al ‘300 e al ‘400, potrebbe essere argomento di studio.
Un documento presente nell’Archivio Topografico della Soprintendenza Archeologica della Lombardia,
testimonia, infatti, il ritrovamento presso l’attuale cortile sulla sinistra della Parrocchiale, di un consistente
tesoretto numismatico, parzialmente illustrato nello scritto “Il Ripostiglio di Monza” di Rodolfo Martini
(Milano 1991). Il 3 maggio 1929, l’ispettrice Alda Levi, dal 1925 alla Soprintendenza ai Musei e scavi di
Lombardia, con ufficio distaccato a Milano, scrive al soprintendente alle Antichità di Padova: “… si tratta
di 45 monete di argento delle quali 38 di Filippo Maria Visconti, 3 della Seconda Repubblica di Milano, 2 di
Francesco Foscari (Venezia), una di Genova e una di Francia … in Monza nell’ottobre dello scorso anno,
durante i lavori di scavo di una cantina in località Cascine Bovati, nei pressi della Chiesa … era stata rinvenuta
un’urna di terracotta contenente monete di argento dal peso complessivo di kg 1..”.
Il ritrovamento è confermato anche da testimonianze dirette di chi abitava in quella corte. I testimoni
hanno inoltre rivelato di aver trovato altri antichi denari nei muri della vecchia cappella, usandoli per
giocare e barattandoli con altre merci. La Levi parla di monete coniate tra il 1300 e il 1430, come il Grosso
Milanese, il Grossone Veneziano, il Sesino Visconteo, il Grosso Genovese, il Franco a Cavallo, ecc.) Ciò fa
pensare all’esistenza in loco di una dignitosa attività della comunità monastica ancor prima del ‘500.
Quello che rimane del tesoretto sono quaranta monete conservate presso il Museo Numismatico del Castello
Sforzesco di Milano.
200
Nella sua lunga storia la chiesa è ampliata in vari momenti,
ma si hanno notizie frammentarie sulle modifiche apportate
prima del 1885, quando i parroci don Martinenghi e don
Mariani aggiungono le due navate laterali.
202
Il 30 giugno del 1891 si demolisce il
campanile per far posto alla navata
sinistra, opera conclusa nello stesso
anno, a novembre.
Nel 1892, il giorno 30 maggio, inizia
l’erezione del nuovo campanile.
La torre campanaria è terminata il
10 dicembre dello stesso anno.
205
Il significato di fede popolare e di sincera partecipazione che ha
la traslazione del corpo di San Fruttuoso va spegnendosi col
passare del tempo. Andando a leggere la testimonianza, scritta
nell’agosto del 1825 da due fratelli, Fruttuoso e Giosuè Pirovano,
quest’ultimo anche sacrestano della chiesa, si comprende bene il
senso comunitario che l’evento suscitava nei fedeli, nonostante lo
scetticismo e la “spilorceria” dei due scriventi.
206
“Andando sino a Torneamento era tutto
il viale a panneggiamenti”.
207
In un passato nemmeno troppo remoto, la
Traslazione del Santo offre anche occasione
per alcuni piccoli miglioramenti del nostro
paese: radicali pulizie e sistemazione di
abitazioni, cortili e strade con tinteggiature e
intonaci per i muri esterni, rimozione delle
buche lungo i percorsi, segnaletica
orizzontale, verifica dell’illuminazione
notturna, ricambio dei bidoni portarifiuti,
pulizia della rete fognaria del paese, ecc.
Il culmine dei festeggiamenti è sempre la processione lungo le vie delle due contrade (Cascine Bovati a nord
e Cascine Caprotti a sud) che vanno a formare San Fruttuoso.
In quell'occasione la maggior parte degli abitanti esterna la propria profonda religiosità nei confronti di San
Fruttuoso. Durante la cerimonia, minuziosamente preparata, al passo cadenzato della banda, si snodano le
varie congregazioni:
“... in testa procedevano le donne con la croce, poi seguivano gli uomini con la croce e stendardi, quindi un coro
di fanciulli portanti vari simboli del martirio, poi giovani che portavano le scritture allusive al Santo Martire,
dopo venivano i cappuccini di Monza, poi il corpo musicale che precedeva il baldacchino col cardinale, che era
accompagnato da chierici, sacerdoti, parroci dei paesi vicini.
Il baldacchino a otto aste sostenute da
robusti parrocchiani, copriva la
preziosa urna, contenente il Santo
Corpo, a seguire la moltitudine dei
fedeli”.
In queste rare occasioni, all'urna
del Santo sono tolte le coperture,
affinché le reliquie siano visibili.
Oggi le coperture non esistono più
durante tutto l’anno.
Con la frenesia della società
contemporanea, con la ricerca di
legami virtuali, a scapito di quelli
reali, con la trasformazione globale
del pianeta degli ultimi trent’anni,
purtroppo la traslazione perde Processione per la Traslazione del Santo - 1953
partecipazione e fervore religioso.
209
LA LEGGENDA DEL SANTO DIVENUTO FRUTTUOSO
Nell'Anno del Signore 1774 il Cardinal Durini sedeva comodo sulla poltrona vellutata del Salone di Villa Mirabello. Con lui
discutevano di poesia e di politica il Parini e il Verri.
Il maggiordomo Goffredo li ascoltava pazientemente.
Il Durini chiese a Goffredo di portar un frutto ma, essendo intento ad ascoltare il Parini, farfugliò qualcosa di simile a un
rumore incomprensibile.
Sgomento per tanta leggerezza, il servo andò nelle cucine e raccolse dalla vivandiera quel che il caso offriva.
“Ecco a voi, Eminenza.” – disse porgendo l’oggetto al Cardinale che, prendendolo tra le mani, già ne annusava il profumo.
“Vi dicevo, caro Parini, ch’ho da far dono a rustici villani di alcune reliquie, donatemi dal Sommo Pontefice, quale
risarcimento dall’avermi tolto la Nunziatura in Polonia.
Poca cosa: ossa di martiri cristiani dei primi secoli.
Non so chi degnare delle mie attenzioni. Suggeritemi voi, caro Verri, ch’avete sì tanta fede nella ragion, a chi fare offerta”.
“Vostra Eminenza, se di ragion favello, codesta idea sarà di vostro diletto.
Mandate Goffredo di cascina in cascina, di stalla in stalla, di fienile in fienile, chiedendo ai villani di seppellire il frutto che
regge la vostra mano e di coltivarlo come fosse un seme, sì che l’anno a venire si potrà far di gran raccolto.
Il Durini rise e lo fece in modo reiterato e alquanto rozzo:” Ah, ah, ah, ma chi volete che semini un frutto al posto di un
seme?”
“Chi lo seminerà e lo coltiverà con cura, sarà per voi un servitor sempre fedele, sia per ignoranza, sia per dedizione e a
costui potrete donare quei frammenti sacri che tanta pena vi danno ”.
Al Durini piaceva quell’idea: la burla era un’indecenza cui era assai avvezzo.
Immantinente chiamò a sé Goffredo e gli diede disposizioni così come aveva raccomandato il Verri.
Il servo, intimidito per tale incombenza così sgradevole, smise i panni del maggiordomo e si vestì con abiti modesti.
S’incamminò per le strade di Monza. Di cascina in cascina, di stalla in stalla, di fienile in fienile, chiedeva a tutti la stessa
cosa: “Potete interrare il frutto ch’ho meco e coltivarlo per un anno intero perché sì possa far di gran raccolto?”.
I contadini lo osservavano con aria sbigottita e con pietà. Gli davano qualche pannocchia, un pezzo di formaggio, un
bicchier di vino e gli concedevano di dormire nel fienile, ma declinavano l’invito a seminare il frutto.
Intanto i giorni passavano.
Goffredo, dopo aver pellegrinato per quasi tutta la contrada, si chinò sulla sua anima: era bagnata dal sudore
dell’umiliazione. Avrebbe voluto alzar la voce con quei villani e dare sfogo al suo furore.
La mattina della sesta alba, il sole cocente folgorava dall'alto, mentre coglieva da terra dei sassolini, si sentì morire, gli occhi
gli si annebbiarono, le gambe gli vennero meno e cadde in avanti sfinito.
Si risvegliò in un giaciglio di un cascinale nei pressi della malandata chiesa di Cascine Bovati.
Dei contadini l’avevano raccolto esanime sul ciglio di un sentiero e l’avevano accudito per tre giorni e tre notti.
Gli avevano dato del buon latte, del brodo di carne e uno strano infuso di fiori scarlatti.
Una bambina vigilava sull’infermo. “Madre, padre!”. “S’è risvegliato, s’è destato!“.
Al capezzale si avvicinarono mamma Maria e papà Pietro: “Come vi sentite?”
“Bene, bene” - rispose Goffredo.
Il servo aveva bisogno di raccontare la sua missione.
Maria e Pietro lo ascoltarono a lungo, ora sorridendo o meravigliandosi, ora riflettendo o rattristandosi.
Goffredo, a testimonianza della sua sincerità, trasse il frutto da un sacchetto di cuoio.
Pietro, che aveva combattuto contro i turchi nelle armate dell’Imperatrice, lo riconobbe subito: era un melograno di Ankara,
città di cui il Durini era stato arcivescovo.
La questione era spinosa: come aiutare Goffredo nella riuscita della sua impresa e sfuggire alle ire del Durini?
E come far passare qualche contadino per sciocco senza offenderlo?
Quel giorno tutta la famiglia non pensò ad altro.
Poi, giunta l’ora nona, Maria ebbe un’idea: ”Facciamo finta noi che sia un seme e piantiamolo”. Tutti esultarono, ma Pietro
era restio a passar per tonto. Maria gli disse:”Puoi sempre piantare altro e dire che si tratta del melograno”. Pietro
acconsentì. La sera Goffredo tornò dal Durini, avendo compiuto la missione, Pietro seminò pomodori, il Durini rise
beatamente della sua indecenza.
Il frutto aveva dato altri frutti di maggior valore di un melograno: l’accoglienza, la cura dei sofferenti, la solidarietà tra povera
gente contro la superbia dei potenti … e il santo donato non poté che chiamarsi San Fruttuoso.
210
IL CARDINAL DURINI
Il 3 agosto 1778 il cardinal Durini donale sacre spoglie di
San Fruttuoso alla chiesa del Paese.
Angelo Maria Durini nasce il 24 maggio 1725 a Milano.
Amante della poesia classica è accolto nell’Accademia
dell’Arcadia nel 1756. Nel 1759 è inquisitore a Malta,
poi ambasciatore della Santa Sede a Varsavia e infine
governatore ad Avignone. Nel 1776 si ritira a vita privata
ed è nominato cardinale.
Trascorre gli anni circondato dall’affetto e dalla stima dei
migliori esponenti della vita culturale milanese (Parini,
Verri, ecc.).
La maggior parte dell’anno abita nel parco di Monza
(villa Mirabello), dove fa costruire Villa Mirabellino,
utilizzandola per incontri letterari. Nel 1787 acquista la
villa di Balbiano sul lago di Como, ampliata con la
costruzione del Balbianello, posto sulla penisola che
guarda l’Isola Comacina. Poco prima di morire dona a
Brera la sua ricchissima biblioteca. Scompare il 28 aprile
1796 a Balbiano. Il Cardinal Durini - Stampa del 1776
don Francesco Vitali parroco dal 1855 al 1882 don Luigi Mariani, parroco dal 1888 al 1917
212
A Milano, il 29 aprile 1909, nello studio del notaio Giuseppe
Rossi, il parroco don Luigi Mariani, padre Domenico Anghinelli,
oblato di Rho, e Luigi Beretta sottoscrivono l’atto d’acquisto
dalla signora Carolina Nova, vedova del possidente Leopoldo
Rovida, di un appezzamento di terreno di 2.000 metri quadrati.
Nella stessa circostanza il Beretta compra, sempre dalla Nova,
altri 2.490 metri quadrati confinanti col terreno stesso.
I tre diventano, a tutti gli effetti, proprietari del terreno dove ora
sorge l’asilo.
Il 9 maggio 1909 iniziano i lavori per edificare l’Asilo infantile,
che dovrà ospitare anche l’Oratorio femminile festivo.
Alle spese di costruzione concorre tutta la popolazione del paese,
per un importo totale di 40.000 lire:
Luigi Beretta offre 3.600 lire per l’acquisto del terreno, don
Mariani 5.000 lire per il muro di cinta e padre Anghinelli dona la
statua della Sacra Famiglia, tuttora presente nella cappella
dell’Asilo. Atto d’iscrizione di Giuseppe Pessina
Il 28 agosto 1910 il cardinal Ferrari benedice l’Asilo e l’Oratorio alla Confraternita del SS. Sacramento - 1931
femminile, con la partecipazione di autorità ecclesiastiche e civili,
quali monsignor Paolo Rossi, arciprete di Monza, e il deputato Cesare Nava, fra i primi cattolici eletti alla
Camera.
Il 25 ottobre 1910 arrivano le prime Suore di
Carità, in paese conosciute come Suore di
Maria Bambina, e il 3 novembre inizia la loro
opera, che proseguirà fino agli anni ‘80.
I compiti delle religiose sono regolati dalla
convenzione stipulata a Milano il 21 agosto
1910 dal parroco e dalla superiora generale
suor Maria Angela Ghezzi, con la quale
l’Istituto s’impegna a destinare “n. 2 Suore e
n. 1 Mandataria per la direzione e
l’insegnamento nell’Asilo infantile di Cascine
Bovati”, secondo un “sistema di educazione dei
bambini” ispirato “ai principi della fede e
morale cattolica e alle regole di una sana e soda pedagogia”.
L’Asilo Sacra Famiglia deve la sua origine alla
comunità e alla popolazione di san Fruttuoso, tutta.
Nel 1912 l’Oratorio femminile, nei locali dell’Asilo
Sacra Famiglia, vede la frequenza di 150 ragazze,
quello maschile, accanto alla chiesa parrocchiale, di
150 ragazzi.
L’Asilo, ormai avviato, cresce col sostegno dei 393
iscritti alla Pia Unione Sacra Famiglia.
Nel 1915, il parroco, don Mariani, poliomielitico e
costretto spesso a rimanere seduto, elenca “beni
stabili”della parrocchia: “1° Oratorio Festivo Maschile
senza ricreazione unito alla Chiesa Parrocchiale. 2°
Oratorio Festivo Femminile con ricreazione unito all’Asilo
d’infanzia, questo non è ente morale. I proprietari di questo
sono il Parroco attuale Mariani, il M. R. Oblato Signor
Anghinelli Don Domenico e il Signor Beretta Luigi”. La Grotta di Lourdes all’Asilo - 1960
213
Il 24 dicembre 1916 si approva lo Statuto
in seguito al quale l’Asilo diventa ente
morale con amministrazione autonoma in
base al decreto di Tommaso di Savoia duca
di Genova del 11 febbraio 1917.
L’erezione in ente morale, ai sensi della
legge Crispi del 1890, costituisce una
garanzia importante per la nuova
configurazione giuridica che l’Asilo assume
(possibilità di ricevere lasciti e donazioni) e
per il riconoscimento dei princìpi ispiratori,
una volta approvato lo statuto con Decreto
Regio. Si tratta di un quadro legislativo che
assicura continuità delle opere nella nuova
veste di “Istituzioni pubbliche di
beneficenza”: quanto di meglio poteva
I catechisti all’Asilo
tutelare le realtà educative per l’infanzia
in alto da SX: F. Fossati, S. Pagani, P. Villa, A. Longoni (anni ‘50)
in basso da sx: G. Vergani, balia, M. Caprotti, F. Galimberti sorte in quegli anni, prima del Concordato
del 1929.
Su questo punto si accende un duro scontro all’interno del Consiglio Comunale di Monza
Nella seduta del 12 maggio 1916, la nuova Giunta socialista ritiene incompatibile il carattere pubblico
dell’istituzione con un’educazione religiosa, presentando una relazione firmata dal sindaco Ezio Riboldi e
dall’assessore Ettore Reina.
Secondo la cronaca de “Il Cittadino”, essi “vedono nello statuto la preoccupazione non tanto di provvedere a
raccogliere, assistere, educare i piccoli bimbi poveri dai tre ai sei anni, sostituendosi così alle famiglie che,
costrette al lavoro, non possono dare ai loro piccini tutte le cure necessarie, ma quella invece di assicurare alla
istituzione un dato carattere religioso, di salvaguardarne tale carattere in qualunque modo, di impedire che possa
comunque essergli tolto in avvenire”.
L’ordine del giorno proposto dalla Giunta dichiara “antididattico ogni insegnamento di carattere religioso
impartito a bambini dai tre ai sei anni”, deliberando di esprimere un parere favorevole “alla condizione
almeno che nell’Asilo vengano pure accolti con rispetto assoluto alla credenza dei genitori, e magari in speciale
reparto, anche quei fanciulli le
cui famiglie non intendano, per
qualsivoglia ragione, coartare la
tenera mentalità dei propri
bambini a date scuole o
credenze”. Nella discussione i
cattolici replicano
vivacemente, ma la
maggioranza mantiene la sua
posizione, auspicando, sempre
secondo “Il Cittadino”, che
“in qualsiasi asilo o scuola, sia
pubblica che privata, venga
vietato ogni insegnamento delle
religioni positive, anche contro
la volontà dei genitori!”.
Lo Statuto è comunque
approvato ed entra in vigore il
17 agosto 1918.
Il parroco Don Giovanni Colombo e il pubblico al saggio finale – anno scolastico 1953 - 54
214
L’Amministrazione Comunale nomina i
propri rappresentanti nel Consiglio
dell’Asilo nelle persone di: Ulderico
Brambilla (1917 – 19), Angelo Varisco (1920
– 48), Alfredo Casiraghi (1949 – 56), Giulio
Pessina (1956 - 64).
Il 5 luglio 1918, don Angelo Panigada,
divenuto parroco, descrive una situazione di
grande difficoltà: la vita delle associazioni, a
causa dello “stato di guerra”, appare ridotta
“ai minimi termini”.
L’Asilo è però in piena attività con 140
bambini frequentanti sotto la direzione di
tre Suore di Carità.
I bambini durante il saggio finale – anno scolastico 1959 -80
Il 22 marzo 1919, Don Mariani, il nuovo
parroco, don Angelo Panigada, padre Anghinelli e Maria Beretta, figlia di Luigi, donano la proprietà al
nuovo ente morale, con l’obbligo di destinarlo in perpetuo a sede dell’Asilo.
Il 7 aprile 1927 Maria Beretta dona un
nuovo appezzamento di 640 metri
quadrati, confinante a ovest con
l’Asilo, che si assume l’onere di
costruire il muro divisorio, mentre
Luigi Cerizza offre un altro terreno, di
120 metri quadrati, confinante a nord.
Nel 1944, il parroco, don Giovanni
Colombo riferisce del buon andamento
della sottoscrizione per l’acquisto di
una “moderna cucina elettrica”. Molti
sono i lavori di miglioramento e
ristrutturazione che si compiono negli
anni ‘50, per adeguarsi alle nuove
esigenze pedagogiche e sanitarie, come i bambini e le bambine dell’anno scolastico 1910 - 1911
pure per arricchire la cappella e la
Grotta di Lourdes. I lavori sono sempre generosamente sostenuti dalla comunità, dal contributo del
Comune di Monza e della CARIPLO e da
privati benefattori.
Di particolare importanza sono le opere del
1959, con le vetrate che vanno a chiudere la
pensilina per unire i due corpi del fabbricato
e la sistemazione della mensa, affinché possa
essere utilizzata come teatro.
Con il passare dei decenni, la connotazione
giuridica dell’Asilo rischia di diventare un
ostacolo per la realizzazione delle delibere
del Consiglio di Amministrazione, in quanto
sottoposte a una serie di consuetudini
burocratiche assai lunghe.
Per potersi muovere con maggiore libertà e
dare adeguato rilievo al rapporto con la
parrocchia è domandata la
“depubblicizzazione” alla Regione
Planimetria dell’Asilo Sacra Famiglia - 2010 Lombardia, che la concede il 9 aprile 1992
215
Da quel momento l’Asilo si chiama Scuola Materna Sacra Famiglia e diventa un ente morale di “natura
privata”. In precedenza, nel 1982, le suore lasciano l’abitazione nei locali dell’Asilo e nel 1985 si ritira
l’ultima direttrice religiosa.
Le difficoltà non mancano e il Consiglio di
Amministrazione dirige l’attività della
Scuola Materna con impegno. La
ristrutturazione, avviata nel 1992 e
conclusa nel 1995, vede lavori di grande
rilievo con ingenti spese.
Il 5 giugno 2001 l’Asilo diventa scuola
paritaria, gestita, dal 27 giugno 2009,
dall’Associazione Scuola dell’Infanzia
Sacra Famiglia.
Le tappe della Storia dell’Asilo rilevano lo
stretto legame, non solo con la comunità
di San Fruttuoso, ma con tutta la
popolazione. E’ riduttivo e le bambine e i bambini dell’anno scolastico 1934 - 35
autoreferenziale ricondurre la cura che le
famiglie hanno dei propri bambini al solo ambito cattolico, riferendosi all’Asilo. Alla Scuola Materna Sacra
Famiglia di San Fruttuoso si sono formati bambini di famiglie appartenenti a ogni estrazione sociale,
politica, religiosa, economica, culturale.
Nessun abitante del paese s’è mai rifiutato
di aiutare il nostro asilo, sia sul piano
economico, sia su quello organizzativo o di
manovalanza. Anche nei momenti più
difficili, l’attaccamento della popolazione
al suo Asilo è sempre tangibile, anche a
scapito del proprio credo, del proprio
censo, della propria cultura, o di altro.
Perché?
Perché l’asilo è dei bambini, e i bambini
sono il sale di ogni famiglia, sono la
speranza, sono la spontaneità che nessun
genitore, anche il più “stolto” venderebbe
La Filodrammatica femminile al teatro dell’Asilo - 1949
a qualsiasi ideologia.
E’ un concetto che i molti sacerdoti che si sono succeduti a San Fruttuoso negli ultimi cinquant’anni, non
hanno mai compreso pienamente,
semplicemente perché non sono
incarnati col paese.
Qualcuno ha provato a comprenderlo,
ma non c’è riuscito: chi per timidezza,
chi per codardia, chi perché troppo
legato al potere del “ruolo”, chi per
integralismo esasperato, ecc.
Eppure l’Asilo potrebbe essere il
punto di partenza per una collettività
allargata, per la creazione di un
tessuto sociale nuovo, dove, nella
diversità, si esprime insieme la propria
individualità col confronto, col Scuola di ricamo e cucito all’Asilo – anni ‘30
dialogo e con la disponibilità all’aiuto
reciproco.
216
Cimitero
San Fruttuoso è l'unico quartiere di Monza ad avere un proprio cimitero.
217
Funerali
del Parroco Don Giovanni Colombo - 1965
Nel 1948 il Comune costruisce 160 nuovi ossari cui ne seguono altrettanti nel 1950.
E’ del 199 ? l’ampliamento al raddoppio.
Ricordo dei defunti – Celebrazioni per il 70° della Cooperativa Edificatrice Cattolica- 1985
218
Oratorio San Giovanni Bosco
Nel 1903, il parroco, don Luigi Mariani scrive
dell’esistenza di “oratorio festivo unito alla chiesa
parrocchiale”, è probabile che tale istituzione
religiosa risalga a tempi più remoti, vista la
presenza in Parrocchia di un sacerdote coadiutore,
don Francesco Vitali, fin dal 1839.
Nel 1855, don Vitali diventa parroco di San
Fruttuoso. Arriva in suo aiuto Don Erasmo Valenti
che rimarrà fino al 1903, per poi diventare parroco
a Rescaldina.
Dal 1904 il coadiutore è don Angelo Panigada che
rimane tale fino al 1917, anno in cui diventa
parroco di San Fruttuoso. Nel 1931 diventa curato
a Caponago.
Almeno dal 1903, è inoltre presente l’oratorio di S.
Sullo sfondo l’Oratorio di Sant’Ulderico -Torneamento - anni ‘40
Ulderico vicino al Castello del Torneamento.
Nonostante l’esistenza di tali istituzioni, si può affermare che il disegno oratoriano “alla Don Bosco”, arriva
a San Fruttuoso all'inizio degli anni '30, grazie alla lungimiranza del sacerdote, don Luigi Colombo,
collaboratore del parroco don Bartolomeo Molteni.
L’apertura dell’oratorio di Via Tazzoli, 10 risale
al 9 gennaio 1932. Dopo due anni dall’inizio dei
lavori, il progetto del tecnico Bruno Maldotti è
completamente realizzato.
Si tratta di un fabbricato costituito da un salone
con palcoscenico a uso spettacoli e proiezioni
cinematografiche, due locali parzialmente
interrati ad uso aule per catechismo e camerini
per gli attori, un salone che svolge funzione di
bar e sala giochi, due locali interrati sotto il bar
utilizzati per la caldaia e per il magazzino e
infine tre locali per la biglietteria del cinema,
Don Angelo organizza il Tour de France per le vie di San Fruttuoso
magazzino del bar, magazzino del teatro.
Nel 1936 il fabbricato è ampliato con un
sopralzo, progettato da Leo Sorteni, situato sopra al
bar. Si tratta della chiesina dell’oratorio.
Nel 1944, con don Angelo Gariboldi, si provvede alla
costruzione di un portico aperto che offre visibilità
all’entrata di Via Tazzoli.
Nel settembre 1945, con l’acquisto di una nuova
macchina per il cinema, si edifica la cabina per il
proiettore.
Nel 1946 sopra al portico sono edificati tre locali per il
custode e due locali per il catechismo.
Nel marzo 1949, al portico costruito nel ’44, si
aggiungono due locali e il cancello d’entrata, ancora
visibile dall’esterno. Il locale più piccolo diventa
portineria, quello più grande è la nuova cappella
dell’oratorio.
Nel 1957 Don Angelo Gariboldi lascia San Fruttuoso e
al suo posto arriva Don Carlo Peloia.
Cappella dell’Oratorio di Via Tazzoli - 1968
219
Dalla collaborazione tra Don Carlo e la Cooperativa Edificatrice Cattolica nascono le basi per il nuovo
oratorio di Via della Novella.
La CEC (Cooperativa Edificatrice
Cattolica) acquista il terreno in
fianco all’Oratorio di Via Tazzoli.
Dopo una trattativa lunga e
veramente estenuante, ne entra in
possesso a un prezzo davvero
conveniente.
I consiglieri, Giulio Pessina e
Ambrogio Caprotti, Alessandro
Cassanmagnago propongono al
parroco Don Giovanni Colombo
l’acquisto del terreno alle stesse
condizioni che la CEC è riuscita a
spuntare dai proprietari.
La parrocchia è favorevole e la
Partita di calcio all’Oratorio di Via della Novella - 1962 CEC le cede il compromesso di
compravendita.
Il terreno in fianco all’oratorio di Via Tazzoli diventa proprietà totale della parrocchia, grazie al contributo
continuo, disinteressato di tutta la gente, senza distinzione di credo politico o religioso. Moralmente e
cristianamente, quel terreno è davvero di tutti.
La CEC ha bisogno di altri poderi su cui
costruire abitazioni per i cittadini e, in tal
senso, individua l’area di Via della
Novella. Anche stavolta le trattative sono
lunghe e difficoltose, ma vanno a buon
fine.
Intanto, in parrocchia v’è fermento: si
valuta la possibilità di costruire una
nuova chiesa, individuando la superficie
nel terreno di Via Tazzoli.
Si pone però il problema di dove trasferire
l’Oratorio.
Ancora una volta interviene la CEC che
lascia la possibilità alla parrocchia di
acquisire il terreno di Via della Novella al
favorevole prezzo concordato e con un
50° di sacerdozio di Don Carlo Peloia, con tre dei suoi ex-ragazzi - 2007 sostegno notevole da parte dei consiglieri
della cooperativa per sbrigare gli aspetti
burocratici e le relazioni con le banche.
Il terreno di Via della Novella diventa proprietà totale
della parrocchia, grazie al contributo continuo e
disinteressato di tutta la gente, senza distinzione di
credo politico o religioso … e al prodigarsi di Don
Carlo Peloia che, viste le pesanti condizioni di salute
del parroco, si sobbarca l’onere di condurre in porto
l’impresa.
Mentre si pongono le basi per l’Oratorio di Via della
Novella, in Via Tazzoli continua l’attività educativa
rivolta ai ragazzi, attraverso la catechesi, il gioco e la
preghiera.
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Convento de Penha – foto Juniorzzi - 2008
Il 13 settembre 1959 è grande festa. Dal Brasile arriva la
Madonna della Penha (Madonna della Roccia).
La statua è una copia dell’originale che si trova in Brasile, nella
città di Vila Velha, dove è conservata nel Convento de Penha.
Prossimamente l’Unesco nominerà il convento patrimonio
culturale dell’umanità.
L’originale, scolpito nel 1570, più volte offre testimonianza di
poteri miracolosi.
La Madonna rimane sempre sulla roccia, ma in due occasioni
scende al piano. La prima, nel 1769, per salvare, con la pioggia, la
città di Vitoria da una tremenda siccità; la seconda, nel 1951, per
festeggiare con gli abitanti di Vitoria il 4° centenario della città e
l’incoronazione ufficiale della statua medesima da parte di Papa
XII. In Brasile è la protettrice dei ciclisti.
Nel 1958, il Vescovo di Vitoria chiede a Carlo Crepaz di scolpire
una copia della statua e, una volta benedetta, la invia di
parrocchia in parrocchia. Anche il fac–simile opera guarigioni,
miracoli, prodigi di fede e conversioni.
Carlo Crepaz nasce a Ortisei nel 1919. Studia
Nel 1959, padre Daniele
all’Accademia di Belle Arti. Poco disponibile alle Caprotti, missionario in
esigenze artistiche del Fascismo, si trasferisce in Brasile, dona la copia
Brasile. Insegna Scultura al Centro d’Arte La Madonna della Penha di San Fruttuoso - 1959
all’oratorio di San
dell’Università dello Stato di Espirito Santo.
Naturalizzato brasiliano, elabora una forma di
Fruttuoso. Nel frattempo, don Carlo Peloia fa completare dai
scultura dedicata alla figura umana, rispettando i ragazzi dell'oratorio i dipinti della cappella, poiché deve essere
canoni dei classici, inserendo stilizzazioni e pronta ad accogliere la
geometrie del moderno ‘900. Madonna della Penha e i suoi
Partecipa all’elaborazione del progetto per la
costruzione di Brasilia. Già ammalato nel paese
miracoli. Nel 1968 arriva
natale dove muore nel 1992. all’Oratorio di San Fruttuoso
Don Enrico Vitali: il prete più
veloce del mondo (corre i 100 m. in 10.70). Con la sua presenza si
completa il trasferimento dell’Oratorio da Via Tazzoli a Via della
Novella. Quest’ultimo, progettato dall’arch. Malvezzi come se fosse una
scuola, diviene veramente tale fino dal 1972 al 1979-80, affinché i nostri
ragazzi non debbano recarsi oltre il Viale Lombardia per studiare. La
cappella del vecchio oratorio cade in disuso ed è affittata come garage
per qualche anno. In seguito è ristrutturata e utilizzata come sala
riunioni da parte della parrocchia. Il vecchio oratorio ha comunque una
vita culturale molto intensa, grazie all’uso del cine –teatro.
221
La domenica sera la proiezione
serale è riservata ai giovani e agli
adulti.
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Viene presentato il film Rambo, suscitando un
impatto notevole nel dibattito culturale
cinefilo, poiché il gruppo comunica che, da quel
momento, esisterà il cinema “prima di Rambo e
dopo Rambo”. L’affermazione sembra assurda
quanto forte, ma se pensiamo all’invasione di film
d’azione, di guerra, di fantascienza carichi di
banalità e d’idiozie nati dal successo del film con
Sylvester Stallone, possiamo dire che quel gruppo
di giovani qualcosa di profetico l’aveva.
Il 13 febbraio 1983, a Torino, Cinema Statuto va
in fiamme: muoiono sessantaquattro persone.
Tale avvenimento origina la revisione completa
della normativa italiana sulla sicurezza contro gli Don Enrico Vitali gioca all’Oratorio di Via Tazzoli
incendi nei locali pubblici, cinematografi in Foto Paolo Rizzotti – 1970
particolare. Si va dall'obbligo dell'utilizzo di
materiale ignifugo per tendaggi, coperture di sedili, ecc, alle norme di sicurezza per gli impianti elettrici, le
vie di fuga, ecc. Il Cine –Teatro San Fruttuoso non ha i soldi per rientrare nei parametri della normativa,
poiché i lavori da compiere sono da paragonarsi a un’autentica ristrutturazione dell’edificio.
Nel 1984, il parroco, don Paolo Colombo, temendo di
non riuscire a raccogliere il denaro sufficiente sia per
sistemare il tetto della chiesa, sia per ristrutturare il
cine-teatro, decide di chiudere quest’ultimo
definitivamente.
Scompare un fondamentale punto di riferimento per
molte generazioni di giovani di San Fruttuoso.
Siamo convinti che, se Don Paolo avesse avuto memoria
della generosità della popolazione del paese, e se fosse
stato ancora presente, don Enrico, divenuto parroco di
S. Bartolomeo Val Cavargna nel 1983, il Cine-Teatro
Oratorio di Via della Novella - 1973 esisterebbe ancora.
Ma con i se e con i ma non si fa la storia … ma con un
po’ di coraggio e di fiducia nei propri parrocchiani la si fa eccome ! ! !
L’oratorio di Via Tazzoli diventa un
luogo fatiscente, talvolta utilizzato
per feste di compleanno, talvolta
usato dai bambini della scuola
materna per giocare nel prato,
talvolta impiegato per riunioni di
gruppi parrocchiali e/o caritativi.
Certo è che la continuità di
presenza e l’attivismo di trent’anni
fa sono scomparsi.
Nel 1983 arriva Don Emanuele
Spada e l’oratorio si arricchisce di
un giornalino mensile, di gruppi
sportivi, di gruppi di volontariato
molto attivi. Su tutti l’Operazione
Mato Grosso (OMG), associazione
Pubblico durante uno spettacolo teatrale – oratorio di Via Tazzoli - 1977
nata nel 1967 che opera in America
Latina. Tra il 1989 e il 1991, il gruppo OMG di San Fruttuoso diventa un punto di riferimento per tutto il
movimento che conta più di dieci mila volontari in Italia e circa 300 in America Latina.
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Nel 1992 Don Emanuele lascia San Fruttuoso.
Lo sostituisce don Alberto Rocca.
Saranno i tempi, sarà il rigore preconciliare del
coadiutore, sarà il vaglio culturale che un ragazzo
deve superare per entrare in sintonia con Don
Alberto, sta di fatto che l’oratorio si svuota nella
fascia d’età che va fino ai quindici anni. La domenica
si contano sulle dita di una mano le presenze.
Don Alberto è piuttosto duro nei confronti dell’OMG,
che si vede costretto a trovare una nuova sede per
garantirsi la necessaria indipendenza di azione.
Ottima è la costituzione da parte di Don Alberto, di
un coro polifonico giovanile che esegue brani che
vanno dal Rinascimento al Romanticismo.
Che don Alberto non sia sacerdote adatto alla
Don Emanuele Spada incontra Papa Giovanni Paolo II - 1988 conduzione di un oratorio si vede anche dagli
importanti incarichi che svolge oggi: dottore della
Veneranda Biblioteca Ambrosiana direttore della classe di Studi Borromaici, Responsabile dell'Ufficio
Stampa della Biblioteca e della Pinacoteca Ambrosiana.
Nel 1998 arriva Don Roberto Maier. I ragazzi tornano in
oratorio, il coro migliora, specializzandosi in musica antica,
nasce il Centro Culturale Giovanile Lo Gai Sabér, che
organizza concerti, serate culturali, rappresentazioni
teatrali. Quando don Roberto lascia San Fruttuoso per
Milano, Lo Gai Sabèr scompare, così come il coro
polifonico.
Notiamo come per molti sacerdoti passati per San
Fruttuoso, sia difficile radicare le proprie iniziative tra le
persone, in modo che durino nel tempo, anche dopo il loro
trasferimento.
Pensiamo che sulla questione vada elaborata una profonda
riflessione da parte dei sacerdoti, dei laici e anche dei
vertici della Chiesa diocesana.
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