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CAPITOLO 2°

LA NOSTRA STORIA

DALLE

ORIGINI
AL

1940
1
10 gennaio 1933
la denominazione Cascine Bovati
è sostituita con San Fruttuoso

2
Le origini Il primo accenno della presenza di un nucleo
abitativo nei pressi dell'attuale quartiere di
Urne e corredi funerari, armi, San Fruttuoso di Monza risale al III secolo
lucerne, spilloni, vasellame vario: questi d. C. quando si descrive l'unica strada che,
ritrovamenti databili all'età del bronzo provenendo da Monza, si allaccia alla
(circa II millennio a.C.) sono scoperti nel Comense, per dirigersi quindi a Milano nei
territorio monzese sul finire del XX secolo. pressi di un Foro detto Bovario, ove si trova
Tali ritrovamenti, oggi conservati nei anche un Vallo e una Mansione detta ad
depositi dei Musei Civici, documentano la Negotia (l'attuale Cascina Nigozza nei pressi
sicura presenza nella regione di comunità di Cinisello Balsamo).
socialmente organizzate di probabile origine A queste informazioni, ricavate da “Cento
celtica. città d’Italia”, supplemento al n. 9180 de “Il
Un popolo dell'antica Gallia, gli Insubri, Secolo” del 25 ottobre 1891 a cura di Luigi
(secondo altre fonti i Retici o Reti) valicate Zerbi, se ne devono aggiungere altre.
le Alpi, si stabilisce intorno a Mediolanum
(Milano), dividendosi in numerosi villaggi.
In precedenza nella zona dell'antico vicus di
Monza una tribù gallo-celtica fonda un
villaggio in riva al fiume Lambro e le due
popolazioni si mescolano.
Le prime testimonianze del vicus romano di
Monza ci vengono da due iscrizioni su stele
di pietra, risalenti al I secolo d.C., ritrovate Affreschi Chiesa di Sant’Eusebio (sec. XIV)
l'una nella chiesa di S. Maria in Carrobiolo,
l'altra nei giardini di Villa Reale. Alcuni reperti lapidei testimoniano l’utilizzo
Il nome latino della città è probabilmente della zona intorno alla chiesetta di
Modicia (come testimonia la dedica, incisa Sant’Eusebio a Cinisello Balsamo, fin dal IV
su di un'ara del II secolo dedicata a Ercole secolo d.C., a scopo sepolcrale per i cristiani
dagli Juvenes Modiciates) anche se non si martirizzati all’interno di un anfiteatro nel
ritrova menzionato nei documenti né di età vicino Castrum Bovarium (oggi San
repubblicana, né imperiale. Fruttuoso). Trattasi comunque di tradizione
orale. (dal sito del Comune di Cinisello Balsamo).
Altro indizio importante è il ritrovamento di
un frammento centro inferiore di stele in
marmo lariano (ora 56 x 58 x 14 cm) tra
Cascina Pelucca e località Taccona, oggi
conservato presso il Museo Archeologico di
Milano. Anche il testo della stele ha un
significato assai interessante:
-------
Pa++
Et C(aii) Romili Call(aei)
San Fruttuoso (1978) viri eius
In ogni documento, a partire dell'epoca et sibi
romana fino al 1933, San Fruttuoso è C(aius) Iunius Germanus v(ivus) f(ecit)
sempre citato con nomi legati al settore et Terentiae Pupae
primario delle attività produttive e in uxori amatissim(ae)
particolare all'allevamento: Cascine Bovario, et libertis sui set
Boè, Bovati, Cavroto, Bovari, Caprotti. Polliae Proclae

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amicae a San Fruttuoso almeno dal IV secolo d.C.
che può essere così tradotto: Se scaviamo all’interno di tali indizi,
(Consacrato agli Dei Mani) possiamo azzardare alcune ipotesi.
di … e di Pa … La presenza di un Foro non ci dice molto,
e di Gaio Romilio Calleo poiché in origine si tratta dello spazio
marito di colei, esistente intorno a una casa o a una tomba e
e per sé solo in seguito, individua l'area che
preparò dal vivo Gaio Iunio Germano; costituisce il cuore della vita pubblica di un
ed (anche) per Terenzia Pupa, centro abitato, perché in essa vi si svolge la
moglie amatissima maggior parte delle attività politiche,
e per i suoi liberti e amministrative ed economiche.
per Pollia Procla, Secondo lo Zerbi v’è pure un Vallo che,
sua amica. presso gli antichi Romani è una palizzata di
legno piantata al disopra e a rinforzo di un
terrapieno difensivo di un accampamento,
può essere anche una cinta murale oppure
un limes, vale a dire una linea di confine o
una strada di penetrazione all’interno di
territori di recente conquista.
L’esistenza di una mansione, vale a dire di
stazione di tappa lungo le strade di
costruzione romana, detta a Negotia, fa
pensare a un’attività commerciale.
Infine la residenza di una famiglia di un
certo rilievo sociale e il nome Bovario, dato
al Foro, ci permettono di azzardare
un’ipotesi che, pur essendo da dimostrare,
può avere un fondamento.

Frammento della stele di Iunio Germano

Ricostruendo con logica, sembra che tal


Iunio Germano abbia costruito il
monumento per sé, per la madre Pa… e per
Romilio Calleo, marito di lei, ma non suo
padre, oltre che per la moglie amatissima,
per i suoi servi liberati dalla schiavitù e
perfino per una sua “amica”: qualifica di
forte valenza sociale e giuridica nel mondo
romano. Pochi indizi che, con le tracce della Accampamento romano (III sec. d.C.)
decorazione elegante, testimoniano un
gruppo di famiglia di qualche rilievo, forse E’ probabile che San Fruttuoso, intorno al
del II secolo d.C. (Monza: la sua storia, III – IV secolo d.C. sia un “Castrum
Associazione Pro Monza, 2002 pag. 39-40) Bovarium” cioè una stazione finalizzata
Dopo le considerazioni dello Zerbi, la all'approvvigionamento di cibo per le truppe
tradizione orale diffusa a Cinisello Balsamo militari romane di passaggio nell’Italia
e il ritrovamento della stele di Iunio settentrionale.
Germano, si può supporre che un
insediamento abitativo romano sia presente

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Il medioevo annotazione su Cascine Bovati, riferita alla
Carta di Convenzione fra l’Arciprete Oberto
Per ritrovare altre notizie su San Fruttuoso da Terzago e San Gerardo de' Tintori in cui
devono passare molti secoli. si afferma che, dal 1174, per la Messa
Nessuna indicazione abbiamo sulla San Pontificale della Natività i “Venerandi
Fruttuoso del periodo goto (Teodorico), né Parrochi di San Gerardo, di S. Biagio, della
di quello longobardo (Teodelinda) e neppure Santa, di Brugherio, di Sesto, e delle Cascine
di quello carolingio (Berengario), Bovate e Caprette, moderni Plebani di Monza
nonostante la progressiva penetrazione sul e sua Corte” devono donare al Duomo i ceri
territorio monzese del Monastero milanese necessari alla celebrazione.
di Sant’Ambrogio che, come vedremo in
seguito ha, notevole rilevanza sulla vita
quotidiana del nostro rione.
Nulla abbiamo nemmeno sul periodo regio –
imperiale (Ottone I, Ottone III, Enrico II,
Corrado II) e arcivescovile (Valperto,
Ariberto d’Intimiano, tremendo despota
della chiesa milanese) che riguardi San
Fruttuoso. E’ certo che, in questo periodo
(sec. XI e XII), la città di Monza, grazie
anche alla nascita del suo Comune,
attraversa una fase di espansione economica
e demografica di notevole importanza.
Non v’è da stupirsi dell’assenza San Gerardo dei Tintori con un ammalato
d’informazioni sul nostro quartiere giacché
Bonincontro Morigia nel suo “Chronicon
si tratta di un piccolo nucleo composto di
Modoetiense” (1340 - 50) riferisce, con
circa 50 – 80 persone.
ricchezza di particolari, sulla vita di S.
Gerardo, deceduto il 6 giugno 1207.
Descrive anche un suo miracolo che ha come
protagonista una donna di S. Fruttuoso,
allora ancora Cascine Bovati: “Questa donna,
sposata, di nome Onorina della Cascina
Bovati, invecchiando aveva perso la vista ma,
insistendo con i suoi parenti, era riuscita a
farsi accompagnare nella chiesa che già
nell'anno della morte del Santo era stata eretta
per contenerne le spoglie e venerarlo”.
“Condotta davanti al sepolcro e dopo averne
baciato il mantello, la donna tornò a vedere ...
il miracolo è testimoniato da un prete
cappellano della chiesa di S. Giovanni e
San Gerardo raffigurato in Duomo confessore della donna”.
Il miracolo, confrontando i molteplici scritti
Nelle “Memorie Storiche di Monza e Sua su S. Gerardo dei Tintori, avviene tra il 1247
Corte” (cap. X – Tomo I - 1794) di Anton e il 1295.
Francesco Frisi, appare una breve

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Il Rinascimento e il Seicento
Del periodo di lotte tra i Visconti e i Torriani Corte” di Prete Girolamo Carminati de
e, in seguito degli Sforza, per la supremazia Brambilla (sec. XVI).
a Milano, a Monza e sull’intera Lombardia,
abbiamo qualche notizia sul nostro paese. Il primo tratta della cessione (1520 ca.) da
Nel “Cronista Monzese” (1840) di Giovanni parte della Basilica di S. Giovanni Battista
Antonio Mezzotti, troviamo alcuni aneddoti della titolarità di una Messa da celebrarsi in
interessanti, ma un po’ fantasiosi sulla Villa onore dei S.S. Pietro e Paolo alla Chiesa
Torneamento. Eccone uno: “Correvano le delle Cassine de Bovari e “…che haveva
calende di Ottobre del 1429, lorchè, cessati tutti titulare de lire ottanta di reddito. Il solito è di
i timori della peste, i Dalla Croce di cantargli li Vesperi e le Messe tutte le feste di
Torneamento presso Monza pensarono S. Pietro e di S. Paolo: eccettuata la festa
rinnovare uno di quei divertimenti che, negli principale de' detti Santi, che corre alli 29 di
anni avanti la diffusione del contagio, soleano giugno , nella quale si va solamente ad
dare annualmente nel tempo appunto della incensare alli Vesperi di detta festa…”.
raccolta dei cereali e delle uve. Queste feste
cavalleresche erano a guisa di Tornei, da cui
aveva preso il nome il loro castello, perciò la
denominazione di Torneamento che tuttora
conserva”.

Interno Chiesa di San Fruttuoso (anni ‘50)

Il secondo è il seguente: “La Chiesa di S.


Lorenzo su la via per Milano è stata riparata
da danari del Sig. Sebastiano Perego, e
consegnata da Superiori a Prete Gio. Pietro
Brianza, Canonico di Monza, quale insieme
con il Sig. Giuseppe Zuccha Dottore, la fecero
reparare come hora si vede . Ha un titolo di
Chiericato, quale hora è applicato alla Cura
delle Cassine de Bovari”. (1520 ca.)
Facciata Villa Torneamento (1937)
E’ questo il periodo in cui sono in vigore gli
Il Mezzotti si dilunga poi in un truce Statuti del Comune di Monza (Liber
racconto di sangue, causato dell’amore Statutorum) di cui segnaliamo un
controverso di una Pelucchi, in cui sono particolare interesse per l’ordine pubblico,
coinvolti anche i Dalla Croce, i Rabbia e quale garanzia di una convivenza pacifica
persino il celebre pittore rinascimentale degli abitanti. Per i reati più gravi
Bernardino Luini. (omicidio, misfatti a sfondo sessuale,
ribellione di più persone contro le autorità
Altri due accenni su San Fruttuoso legittime, contro il potere costituito,
appaiono nelle “Memorie di Alcune tradimento del vincolo matrimoniale da
Antichità delle Chiese di Monza e Sua parte della moglie) si va incontro alla pena
di morte. Per i reati meno gravi (produzione
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di documenti falsi o di monete contraffatte, censimento sugli abitanti di Monza del 1537.
falsa testimonianza, incendio doloso, Tale rilevazione statistica, messa in opera
ricezione di materiale proveniente da furti) dai Cicogna, su ordine della famiglia De
si prevede la tortura. Leyva, ha lo scopo di rincarare la tassa sul
Nei primi decenni del ‘500, Monza focatico.
attraversa un periodo di declino dovuto La tassa sul focatico è un'imposta diretta
sostanzialmente alle lotte tra il Re di che, dal Medioevo fino a tutto l’'800, grava
Francia Francesco I e l’Imperatore Carlo V su ciascuna famiglia, o fuoco.
di Spagna. Le dispute tra i due sovrani Solitamente non varia né in ragione del
portano guerre, epidemie, distruzione dei numero dei membri la famiglia, né in
raccolti agricoli, decadimento della ragione del reddito e può essere sostituita
produzione della lana, invasioni di eserciti, con la quantità di sale, che ogni famiglia
con un calo demografico rimarchevole. deve obbligatoriamente acquistare dalla
gabella.
La tassa indiretta (gabella) sul sale è decisa
e modificata a piacimento dai De Leyva che
ne impongono il proprio monopolio
commerciale, ordinando il prezzo tassato e
l’obbligo di acquisto per tutti i sudditi.

San Fruttuoso (1978)

Nel censimento del 1537 nella Cassina


Cavroto et Boé si rilevano trentadue fuochi,
Ritratto di Antonio De Leyva (1791) mentre nella Cassina Torneamento di via
della Taccona, se ne contano quattro.
Il 13 dicembre 1529 diventa Signore di Il totale degli abitanti dovrebbe assestarsi
Monza Antonio De Leyva, generale al sulle 160 persone ca.
servizio di Carlo V, che gli sottrae il Negli stessi documenti Monza conta 920
Governatorato sul Ducato di Milano, il fuochi.
ricchissimo feudo di Codogno Lodigiano, il Quattro anni dopo, il censimento del 1541
marchesato di Caravaggio, il contado di evidenzia un incremento della popolazione: i
Melzo e Gorgonzola. fuochi delle Cascine Bovati e Caprotti si
Il De Leyva si occupa poco della città, contano in numero di 50, con una
poiché più interessato a seguire l’Imperatore popolazione di 169 adulti e 53 bambini
nelle vicende internazionali. Lascia il (totale 222) sotto i 7 anni, per una media di
compito di amministrare la città ai Cicogna 4,4 persone per famiglia.
(Giovan Pietro e Jacopo Filippo) e ai
Limbiati.
Alcuni dati demografici su San Fruttuoso
appaiono nei documenti ufficiali del
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Come tutto il territorio intorno a Milano, testimoniato dalla lapide conservata su
sono le vicende belliche tra gli Sforza e i parete laterale all'interno dell'attuale Chiesa
Visconti e tra la Spagna e la Francia a Parrocchiale.
incidere sulle variazioni della popolazione Ne fanno parte il Clericato di S. Lorenzo, la
residente. cappella dei S.S. Pietro e Paolo e le cascine
In tal senso è doveroso tenere in vicine; Cascine Bovati (dette cascine di
considerazione anche le terribili conseguenze sopra) e Caprotti (dette cascine di sotto),
della peste, in particolare quelle del 1529 e cascine Torneamento, Cernuschio (presso S.
del 1576. Martino), Casignolo, Alipranda (già
Nel 1530 nelle coltivazioni il seminativo Castelletto), S. Rocco, Baragiola, dei Trezzi
(frumento, granoturco, orti, ecc.) copre il (detto Colombirolo), S. Lorenzo, S.
53% dei terreni, i vigneti il 37%, la Alessandro e della Bettola ed infine la
boscaglia il 10%. cascina della Novella.
I possessori milanesi hanno l’85% della terra Nel 1570 quest’ultimo caseggiato rurale è
del suolo di Monza. acquistato dal nobile Rocco Fondra, di
origine bergamasca, e un suo discendente, il
sacerdote don Giovanni Battista Fondra, nel
1734 lo dona (con 259 pertiche milanesi di
terreno, pari a 170.000 mq) alla chiesa
parrocchiale, alla quale rimane fino alle
leggi di liquidazione (o eversive) dell'asse
ecclesiastico del 1866-67.

Monastero di Sant’Ambrogio, ora Università Cattolica


Stampa di Marcantonio Dal Re (1697 – 1766)

Nello stesso anno, i proprietari dei terreni


agricoli di Monza sono ottantanove, ma il
30% della terra è solamente di sei
possidenti, tra i quali la Chiesa, che vanta la
proprietà del 20,4% di terreno della città.
In particolare il potente Monastero milanese Secondo Chiostro del Monastero di Sant’Ambrogio
di S. Ambrogio di Milano possiede 3000 ora Università Cattolica (Bramante – 1497)
pertiche milanesi (1.963.553 mq.), situate
perlopiù in S. Fruttuoso. L'eversione è la risposta dello Stato alla
Proprio l'influenza della Chiesa milanese e a grave crisi finanziaria causata dalla terza
causa della la distanza, che costituisce un guerra d’indipendenza, per la quale il deficit
ostacolo alla partecipazione alla vita piomba a 721 milioni, cifra mai toccata
liturgica per una comunità contadina di prima. Anche se la Chiesa cerca di mettere
qualche centinaio di anime, portano alla in luce il carattere sociale e non
nascita della prima Parrocchia di Monza strettamente religioso dei propri
autonoma dal Duomo nel nostro quartiere. possedimenti, l'eversione causa un dissidio
Infatti, San Fruttuoso è eletta parrocchia il politico tra il Regno d’Italia e la Santa Sede,
15 giugno 1578 da S. Carlo Borromeo, che si ricompone solo con la firma dei Patti
Cardinale Arcivescovo di Milano, stralciata Lateranensi nel 1929,
dalla Parrocchia di S. Giovanni Battista del Alcuni istituti religiosi si organizzano
Duomo di Monza e dedicata a S. Rocco: ciò è facendo ricomprare gli immobili da privati,
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sia laici sia ecclesiastici, oppure costituendo anno, il 6 giugno, i quattro fratelli Durini
società ad hoc: la Società anonima San (Giovan Battista, Giuseppe, Angelo Maria,
Giuseppe, la Società anonima San Pietro, la Carlo Francesco) acquistano dagli eredi De
Società anonima Proprietà Fondiarie, la Leyva, Luigi Antonio e il cugino Gerolamo,
Società ligure-emiliana di beni immobili, la il titolo di Conte di Monza per 30.000 ducati
Società anonima per azioni San Paolo e d'oro napoletani, pari a 150.000 lire
l'Immobiliare Valtellinese. Questa reazione imperiali.
finanziaria alle leggi eversive è efficace Il titolo è confermato con diploma dal re di
soprattutto nelle regioni settentrionali. Spagna Filippo IV il 12 luglio 1652.
Risolte con una serie di processi, alcune
contestazioni mosse ai Durini dal questore
Magistrato Straordinario di Milano, la
contea resta ai Durini fino alla soppressione
dei feudi da parte di Napoleone nel 1797.
I Durini, dopo che gli spagnoli lasciano
l’Italia in condizioni economiche precarie
(es. a Monza nel 1620 si contano 20 lanifici,
mentre nel 1640 non ve n’è neppure uno)
contribuiscono notevolmente alle finanze e
al prestigio della città, ricevendo nel tempo
in rosso San Fruttuoso oggi continui elogi per la buona amministrazione
in giallo San Fruttuoso nel 1578 del proprio feudo, impreziosito già nei primi
anni dalla costruzione della villa Mirabello.
Parte delle cascine, come S. Rocco,
Nel 1763, durante la visita pastorale
Casignolo, S. Alessandro, la Bettola, essendo
dell’arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli nella
aumentata la popolazione e, anche per
pieve di Monza, il numero dei parrocchiani
manifesta volontà degli abitanti di quei
della chiesa in Cassina Bovari è di 428 di cui
luoghi, sono stralciate dalla nostra
309 comunicati. Entro i confini della
parrocchia verso il 1600.
parrocchia di San Rocco in Cassina Bovari
Nel 1648 la città di Monza è ceduta alla
esiste l’oratorio di San Ulderico in zona
famiglia di mercanti e banchieri Durini.
Torneamento, con finalità principalmente
Con l’acquisto di Monza i Durini portano a
dedicate alla preghiera. (ASDMi, Sez. X, Visite
termine un progetto che li vede spinti pastorali, Pieve di Monza vol. 30, 1763).
all’inserimento nella nobiltà milanese. La
manovra è condotta su due fronti: da un
lato bisogna rendere illustre il casato con
grandi opere, in modo da aspirare alla
qualifica di famiglia nobile "generosa",
termine che designa addirittura il grado
massimo nella gerarchia milanese (in tal
senso va interpretata la costruzione di
Palazzo Durini a Milano), dall’altro bisogna
acquistare un titolo importante per aprire al
casato le porte della "nobiltà diplomatica",
il gruppo di famiglie diventate nobili per
acquisto e non per discendenza. Stemma del Cardinal Durini (1775)
Ultimato il Palazzo nel 1648, nello stesso Ministère de la Culture - Parigi

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Il Settecento

La famiglia Durini ha un'importanza Grenci, pubblicato nel 2007: “I Corpi santi


notevole nella storia del nostro quartiere. della Chiesa Ambrosiana” riesce a darci
Il Cardinal Angelo Maria Durini dona le qualche altra informazione.
sacre spoglie di San Fruttuoso alla chiesa
parrocchiale.

Il Durini, che a sua volta le riceve in dono


da Papa Clemente XIV (1769-1774),
provvede per la massima parte al
pagamento dell'urna, quale ancor oggi si
vede, del Santo.

Immaginetta di San Fruttuoso

Il corpo del Santo, venerato nella Chiesa


Parrocchiale, è recuperato nel 1773, durante
le ricerche svolte nelle Catacombe di San
Callisto, che si trovano a Roma, nell’area
compresa tra la via Appia Antica, la via
Ardeatina e la via Sette Chiese.
Chiesa di San Fruttuoso: urna del Santo (1779 Si tratta di un complesso cimiteriale che
occupa quindici ettari, con una rete di
Preparata l'urna nel corso di un anno, le gallerie che raggiunge i venti chilometri e
cerimonie della prima traslazione hanno una profondità superiore ai 20 metri. Nelle
luogo verso la metà di agosto del 1779: il sue gallerie trovano sepoltura più di
reliquiario con cristalli di rocca, che si cinquanta martiri e sedici pontefici.
ammira nell'urna, contiene il sangue del Il corpo di San Fruttuoso risale al III sec.
martire San Fruttuoso. d.C. E’ quello di un martire morto per aver
Di questo santo si sa poco: la religiosità difeso la propria fede cristiana e di cui non si
popolare lo vuole martire nel Colosseo a conosce il vero nome.
Roma sbranato da belve feroci.
Recentemente uno studio di Don Damiano

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Durante il periodo della prima traslazione Cascine Bovati, a Sud delle Cascine Caprotti,
delle spoglie di San Fruttuoso, il Cardinal e ad Est della proprietà del Monastero di
Durini è ospite nella villa dei nobili Calchi. San Marco a Milano. Affinché si possa
comprendere meglio, è possibile disegnare la
proprietà Calchi come l'area che oggi
comprende tra l'altro Mc Donald's,
l'Esselunga, il Cimitero locale e la sede di
Rottapharm.

Villa Calchi, oggi Casa Varisco

La Villa è l'attuale casa Varisco e la Curt


Lunga ne è la casa colonica, rispettivamente Parco di Villa Calchi, oggi Parco Varisco
in Via S. Fruttuoso al n. 10 e al n. 6.
Al tempo del Cardinal Durini vivono nel
quartiere Ottavio Calchi, morto nel 1789, e
lo zio Severino, morto nel 1790, prevosto in
Santa Maria della Passione a Milano.

Ingresso Villa Calchi, oggi Casa Varisco

Per secoli, la famiglia Calchi, ricca e potente


nel periodo delle lotte di successione al Casa Colonica di Villa Calchi, oggi sede
Ducato di Milano, è una presenza costante dell’Associazione Culturale S. Fruttuoso.
nelle zone di Milano e Brianza, in
Nel 1785, Don Ottavio sposa la Contessa
particolare nel paese di Calco, da cui deriva
Teresa Pallavicini, ma l'unico figlio,
il nome. Proprietari di vastissimi territori
Sigismondo, muore a soli 19 anni il 19
vivono in un palazzotto fortificato di Calco
dicembre 1807.
detto Vescogna, anche se maggiore parte
I tre Calchi sono seppelliti nella chiesa di
della famiglia, divisa in vari rami, risiede
San Fruttuoso. Una lapide ne ricorda la
stabilmente in Milano.
memoria. I loro resti sono rinvenuti durante
Dal 1680 inizia il decadimento della
il rifacimento della pavimentazione nel
famiglia.
1934.
A San Fruttuoso la proprietà terriera dei
Calchi si estende a Nord e ad Ovest delle
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La Contessa Pallavicini, dei marchesi dello All'inizio del Settecento si assiste alla crisi
Stato Pallavicino, insignita dall’Imperatrice del Regno di Spagna e nel 1706, nel corso
Maria Teresa d’Austria della più alta della guerra di successione spagnola, Milano
benemerenza femminile dell’Impero viene occupata da Eugenio di Savoia e passa
austriaco: Dama dell’Ordine della Croce sotto il dominio austriaco, formalizzato dal
Stellata, vedova Calchi, è una persona Trattato di Rastadt nel 1714.
passionale, rissosa, battagliera e assai Se da un lato, a Monza v’è la positiva
intraprendente. Vive principalmente a costruzione delle prime ville storiche e la
Milano nella Parrocchia di Santa Maria frequentazione di intellettuali e artisti (il
della Passione. Si trova spesso coinvolta in Parini, il Beccaria, il Verri, il Balestrieri, il
polemiche giudiziarie di poco conto (es. nel Pozzobonelli, il Passeroni, il Pollack, ecc.),
1791 e nel 1799 per la riscossione dell’affitto dall’altro v’è la difficile convivenza tra il
del Lago di Sartirana, di cui è proprietaria). potere degli occupanti austriaci, il Ducato di
Nel 1798 la Contessa sposa, in seconde Milano, i feudatari di Monza (Durini) e le
nozze, Gerolamo Giuseppe Barbò di istituzioni storiche della città (il Consiglio
Barnaba, conte di Casalmorano, cognato Generale, il Consiglio Maggiore, ecc.)
acquisito di Cesare Beccaria, già nel
Consiglio Comunale di Milano nel 1802,
mentre la famiglia Calchi si avvia a una
lenta e inesorabile decadenza.
A lei si deve la costruzione della Villa
Pallavicini – Barbò, attuale Collegio della
Guastalla.
La Marchesa muore nel 1830 con il
patrimonio in dissesto e le sue proprietà
sono vendute.
Villa Pallavicini – Barbò

L'Imperatrice Maria Teresa edifica, per il


figlio Ferdinando, Governatore di Milano, la
Villa Reale (1777-1780).
La scelta di Monza è dovuta, oltre che alla
bellezza del paesaggio, alla posizione
strategica della città e alla sua vicinanza con
Milano, cui l’Imperatrice desidera ricordare
in ogni momento che, il potere austriaco non
pensa affatto al capoluogo lombardo con
privilegio, rispetto al resto del territorio.
La costruzione si compie in tre anni, e il
progetto è di Giuseppe Piermarini,
architetto di Foligno.

Chiesa di Villa Pallavicini – Barbò - Facciata

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Mappa di San Fruttuoso del 1720
Elaborazione grafica di Giorgia e Angelo Galimberti
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Ottocento e Novecento costruzioni nel Parco e in città sorgono
palazzi della nobiltà milanese, affascinata
dalla Villa Reale.
Prima di inoltrarci nelle vicende che
La presenza dei regnanti (il francese
riguardano l’’800 e il 900 a San Fruttuoso, ci
Beauharnais fino al 1813, gli austriaci
sembra doveroso, per non confondere il
Ranieri e Massimiliano fino al 1859, i
lettore, fare un breve riassunto di quanto
sabaudi Vittorio Emanuele II e Umberto I
accade nella città di Monza in quel periodo.
fino al regicidio del 1900), pur
Ci aiuta l’introduzione alla Parte IV di
manifestando predilezione per la città,
Monza e la Sua Storia – Pro Monza – 2002,
hanno un'influenza limitata sulle vicende
dalla quale ricaviamo spunto per le prossime
cittadine.
righe.
Gli ultimi due secoli sono quelli che danno
l’impronta attuale a Monza, sia nella
fisionomia urbanistica, sia in quella sociale
ed economica. La città regia diventa città
del lavoro.
Centro commerciale e manifatturiero, posto
in un'area che usufruisce dei servizi di
Milano e dell’apporto di prodotti e
lavoratori del territorio brianteo, la città
compie un balzo nel settore industriale tra i
più rilevanti in Italia.
L'incremento demografico ne è un indice:
dai circa 10.000 abitanti d’inizio ‘800, ai Cappellificio Proserpio - 1934
41.000 di fine ‘800, ai 120.000 attuali. E’ dopo il 1850 che lo sviluppo economico
caratterizza la storia di Monza.
Il decollo industriale è incoraggiato sia dalla
rete di comunicazioni (linea ferroviaria
Milano-Monza - 1840), che favorisce i
rapporti con gli altri centri nazionali, sia
dall’immigrazione dal contado, causata
anche dalle crescenti difficoltà dell'economia
agricola.
La lavorazione del cotone si sostituisce al
setificio e diventa la principale industria con
quella del cappello.
Questo sviluppo pone la città, agli inizi del
‘900, tra i principali centri industriali del
Paese.
Le categorie di lavoratori e degli
imprenditori si costituiscono in
Pà Togn - Il Birocciaio - 1890 organizzazioni sindacali, tra le prime in
Italia, che diventano laboratori di soluzioni
La configurazione urbanistica, che prima del nei conflitti del mondo del lavoro.
1750 è ancora quella medievale, all’inizio Dopo la 1° guerra mondiale, negli anni ‘20,
dell’’800 subisce profonde trasformazioni: l'industria del cappello è al massimo
sono tracciate nuove strade verso le dell'espansione, con una produzione che
periferie, il nucleo urbano si espande oltre le
raggiunge i mercati di tutto il mondo.
mura ormai distrutte, sono arricchite le
Dagli anni ‘30 l'industria tessile e quella
14
meccanica occupano la maggior parte dei della città, con Milano e i paesi limitrofi.
lavoratori monzesi.
I problemi sociali e la necessità
d’infrastrutture, legate a tale sviluppo sono
al centro dei programmi delle
Amministrazioni Comunali, che si alternano
fino all'avvento del fascismo, con prevalenza
dei socialisti.
Sono gli anni della costruzione dell'ospedale,
del cimitero, del macello e del mercato del
bestiame, dei servizi di energia elettrica e
acqua potabile: realizzazioni attuate con
buoni criteri igienico-sanitari e di
modernità. Giuseppe Pessina: operaio di un cappellificio
al ritorno dal lavoro - 1919

Vi abitano poche famiglie (500 abitanti ca.)


che si occupano prevalentemente della
coltivazione dei campi e dell'allevamento del
bestiame, come del resto avviene in tutta la
campagna del monzese.

Aratro a doppia pressione manuale – F.lli Villa


Cascina Barburìt – Via Larmarmora – 1892

Il ventennio tra le due guerre vede la


trasformazione del centro storico con
principi di monumentalità e la realizzazione
d’importanti strutture sportive (es.
l’Autodromo). La Villa Reale, ceduta allo
stato italiano e poi ai comuni di Monza e
Milano, è utilizzata per ospitare l’Istituto
superiore industrie artistiche (oggi ISA) e le
Biennali d'Arte, con la presenza della
"scuola" pittorica avente come capostipite
Mosè Bianchi.
Si viene così a formare la Monza attuale,
Bonza per concime liquido (sec. XVIII)
città capoluogo della Brianza, parzialmente Cascina Sant’Antonio - 1978
industriale nelle zone periferiche verso le vie
di comunicazione, residenziale nella zona Dobbiamo sempre tener presente che San
privilegiata vicino al Parco, ma dalla Fruttuoso si compone di due borghi ben
mentalità ancora provinciale e ristretta. distinti e talvolta in contrasto: Cascine
Agli inizi del 1800 Cascine Bovati è una Bovati a nord, e Cascine Caprotti a sud.
frazione periferica e rurale di Monza, Un contrasto leggendario tra le due Cascine
costituita da un insieme di cascine, sorte si ha nel 1774 quando è necessario prendere
intorno alla Chiesa Parrocchiale, mal una decisione in merito alla ristrutturazione
collegate tra di loro e soprattutto col centro della chiesa.
15
Gli abitanti di Cascine Bovati sono l’avrebbe fatta rotolare verso l’attuale via
nettamente a favore di un rimaneggiamento San Fruttuoso, lanciandola con tutta la
della chiesa preesistente, quelli di Cascine propria forza.
Caprotti per costruirne una nuova. Tra le due vie non v’è nessuna costruzione,
nessun collegamento, ma solo un campo
incolto. Gli abitanti realizzano un corridoio
ben livellato, sotto l’attento controllo di
Don Corbetta, affinché nessuno “avesse di
che trarne vantaggio da un pendio
inclinato”.

San Fruttuoso vista dal campanile


Cartolina – anni ‘50

Le discussioni si protraggono parecchi mesi.


Nonostante la paziente mediazione del
parroco, don Corbetta non si arriva a
nessuna conclusione.

Via Risorgimento – Nevicata (1985)

La chiesa si sarebbe realizzata verso il lato


ove la forma di formaggio, fermandosi,
sarebbe caduta.
Il bambino lancia, il formaggio rotola per
qualche decina di metri e cade dalla parte
ove ora sorge la chiesa parrocchiale.
Tramonto sul campanile di San Fruttuoso
da Viale Romagna - 1978 Un modo originale e creativo per risolvere
una controversia.
La questione è risolta con un geniale quanto
inverosimile artificio: un bambino avrebbe
preso tra le mani una forma di formaggio e,
messosi lungo l’attuale via Risorgimento,

16
Una delle caratteristiche che influenza lo sepoltura gestito dagli Agostiniani del
sviluppo dei sec. XIX e XX di Cascine Monastero di San Marco in Milano, presso la
Bovati, è quella di trovarsi lungo la Cascina dei Pessina Gross, in via San
direttrice della strada postale Milano–Lecco. Fruttuoso, 2
Questa particolarità stradale sollecita la
notevole trasformazione urbanistica del
quartiere.
L’Ottocento a San Fruttuoso non si
apre nel migliore dei modi. Nel mese di
giugno un abitante, di professione muratore,
muore di tifo petecchiale e viene emanata
una “Circolare per il trasporto di petecchiosi
all’Ospedale Maggiore di Milano”. (Fondo
Repubblica Cisalpina – Biblioteca di Monza).
E’ probabile che, viste le modalità di
diffusione del tifo, legate a condizioni di
scarsa igiene o di sottoalimentazione, San
Fruttuoso viva una difficile situazione Monastero di San Marco a Milano
sociale, economica e sanitaria.
Più facile è rilevare l’isolamento in cui
Cascine Bovati vive rispetto alla città.

Sta di fatto che San Fruttuoso è, ancora


oggi l’unico quartiere di Monza ad avere un
proprio Cimitero, a dimostrazione di un
legame particolare che la nostra gente ha
con la propria terra e i propri antenati.
Anche la distanza dal centro di Monza, nel
corso dei secoli, ha costretto gli abitanti a
crearsi un’identità propria, differente da
Cimitero di San Fruttuoso (1922) quella cittadina.
L’affermazione appare confermata da una
petizione inoltrata il 16 dicembre 1800 dal
cittadino Gaspare Nova, ove chiede alla
Municipalità di Monza il permesso di levare
rottami e sassi dal Campo Santo della
Parrocchia della Cascina Bovati (Fondo
Repubblica Cisalpina – Biblioteca di Monza).
L’istanza solleva un altro problema. Se il
Nova parla di camposanto a San Fruttuoso
nel 1800, come mai il Comune di Monza
delibera la costruzione del Cimitero in
Cascine Bovati nel 1807 e relaziona in Viale Lombardia (prima della 2° Guerra Mondiale)
merito alle spese tra il 1808 e il 1811? (Fondo
Repubblica Cisalpina – Biblioteca di Monza).
Appare semplice supporre che esiste già un Nel gennaio 1817 il podestà, Paolo
camposanto prima della delibera comunale e Mantegazza, invita “gli assessori a una
tuttavia sarebbe inopportuno ipotizzarne un seduta in cui si tratterà della strada da
luogo o un proprietario specifico, anche se, Monza a Cascina Bovati”.
la gente del paese parla di un luogo di
17
Nello stesso anno Gaspare Porta, Giovanni responsabile per la cura della via che porta
Bonacina e Crivelli – Mesmer, abitanti in al Cimitero locale.
centro Monza, si rifiutano di sistemare la Dal 1830 lo stesso Barbanti, coadiuvato da
strada, rendendola più scorrevole e ampia. Giovanni Battista Motta, si occupa della
Nel 1818 l’Imperiale Regia Cancelleria riorganizzazione di tutte le strade interne di
austriaca respinge la richiesta dei conti Cascine Bovati e Caprotti.
Barbò di costruire una strada che unisca
Cascine Bovati alla postale Milano - Monza.
Il 20 marzo 1821, l’ing. Giovanni Merlini
stende un progetto per la nuova strada, ma i
grandi i possidenti delle Cascine Bovati, pur
riconoscendo il valore del piano di lavoro,
non vogliono contribuire alle spese di
costruzione.

La chiusa (in dialetto ciùss) - V.le Lombardia (1949)

Non sempre gli abitanti di San Fruttuoso


sono contenti dei lavori. Lo dimostrano le
proteste dell’ottobre 1846 e del 1863,
condotte dall’ing. Cottini, in rappresentanza
dei residenti e quelle più personali della
famiglia del notaio Scotti.

La roggia lungo Viale Lombardia (1949)

Alla fine di maggio il Comune di Monza


nomina un’apposita Commissione composta
da Gian Mario Andreani, Bartolomeo
Benaglia e Giuseppe Fossati per decidere
della sistemazione della strada. Nell’ottobre
del 1822 la ditta Carlo Mussi di Lissone
inizia i lavori che, finalmente uniscono Bar Sprea – Viale Lombardia (anni ’50)
Cascine Bovati al centro della città con una
strada larga e comoda. Nel 1882 avviene il definitivo collegamento
Dal 1822 fino al 1863 la strada subisce nuovi con il centro di Monza grazie ad una strada
miglioramenti grazie all’appalto di che unisce l’attuale Viale Romagna con Via
manutenzione e sistemazione, affidato a Marsala. (dati viabilità Titolo 21 – Lavori Pubblici
Giovanni Barbanti, che è anche il e Strade in Archivio del Comune di Monza).
18
Perimetro di San Fruttuoso
Giovanni Brenna – Carta topografica dei contorni di Milano – 1836
Monza. Collezione privata

A San Fruttuoso, nel 1830 viene aperto un possibilità di nutrizione del podere e alle
esercizio di rivendita del latte. necessità lavorative per la coltivazione dei
La produzione del latte è ben radicata nella terreni, con i quali i contadini hanno la
pianura Padana, ma le aziende sono garanzia di sopravvivenza della famiglia. Al
piccolissime, mantenendo un’impronta contrario i prodotti della stalla, come il
artigianale e una funzione ausiliaria latte, hanno un valore secondario, pertanto
all’allevamento. prendono spesso la strada del mercato o
In effetti, il capitale bestiame risponde alle della vendita “porta a porta”.

19
In paese, fino alla metà degli anni ’50 del
sec. XX, molti contadini offrono Nel frattempo il 1850 è un anno importante
gratuitamente il loro latte ai “ricchi” del per il nostro paese poiché è istituita una
quartiere. Ciò non si deve a uno slancio di scuola comunale rurale con 1° e 2° classi
generosità particolare, ma a una sudditanza maschile e femminile e di cui pubblichiamo
ossequiosa e a una sottomissione spontanea, ampie informazioni nel capitolo dedicato
generata da secoli di rassegnate umiliazioni. alla scuola.
A metà dell’800 è assai diffusa a San
Fruttuoso l’attività dell’Opera Pia Morelli
(probabilmente istituita in ricordo di don
Carlo Giuseppe Morelli, già parroco di
Cascine Bovati dal 1732 al 1754) che si
occupa dell’assistenza ai poveri permanenti,
agli orfani e ai derelitti. L’iniziativa presta
cure gratuite da parte dei medici, fornisce
medicinali e ricovero nell'ospedale locale.
Non mancano neppure la distribuzione di
una dote per le ragazze povere e gli assegni
per il pagamento di una bàlia.
L’Opera Pia Morelli è affidata al Parroco di
Cascine Bovati, don Francesco Vitali.
Lapide ai caduti del 1848 - Ingresso Municipio a sx La legge del 3 agosto 1862 n. 753 istituisce
Non sappiamo se ai moti delle Cinque presso ogni Comune del Regno una
Giornate di Milano del marzo 1848 Congregazione di carità con lo scopo di
partecipa qualche abitante di San curare l'amministrazione dei beni destinati
Fruttuoso, ma non è possibile escluderlo in all'erogazione di sussidi e altri benefici per i
quanto, come ben riportato da diversi storici poveri.
(il Modorati, il Curato), dal 19 al 21 marzo i
tafferugli e le proteste in centro città
riguardano sia la borghesia, sia molti
contadini provenienti dalle periferie. I
violenti scontri seppur brevi causano cinque
morti e decine di feriti.
In agosto gli austriaci tornano al potere in
Lombardia e conducono una politica
spietata e repressiva nei confronti di tutta la
popolazione.

Ammalati ricevono l’Erucarestia


Traslazione di San Fruttuoso del 1953

Nel 1864 le funzioni dell’Opera Pia Morelli


sono demandate alla Congregazione di
Carità, tuttavia il Parroco di Cascine Bovati
ne assume la carica di Amministratore
delegato, almeno fino al 1892.
Nel 1872 è attivato il servizio di pubblica
illuminazione a olio nelle vie di Cascine
Bovati. Le lampade sono accese da appositi
Sede della suola rurale nel 1850 “accenditori”, nominati dal Comune, con il
Via San Fruttuoso 14 compito di sorvegliare e sostituire i lampioni
20
pubblici danneggiati. Invece in centro città, Le minacce alla salute della popolazione
l'illuminazione è a gas. derivano chiaramente dalla scarsità e
Nel 1884 avviene l’inaugurazione del Canale monotonia dell’alimentazione (si utilizza il
Villoresi, i cui lavori si completano nel 1890. granoturco per fare pagnotte e polenta, il
Anche a San Fruttuoso il corso d'acqua pane di frumento è per i malati e per gli
permette una migliore irrigazione dei campi, anziani, la carne è consumata raramente),
ai fini di un’agricoltura più efficace e dalle condizioni insalubri delle abitazioni (il
redditizia, grazie ad una roggia che, numero dei locali adibiti a stanza da letto è
partendo da Via Cavallotti prosegue almeno inferiori alla media dei membri di famiglia) e
fino a Cinisello. dalla mancanza d’igiene nei cibi e nella
stessa persona.
In queste condizioni si manifestano varie
malattie: reumatiche e catarrali in inverno;
artriti, gastro-enteriti tifoidee in estate;
predominanti per tutto l’anno erano la
scrofola, il gozzo, il cretinismo e la pellagra.
Il rapporto tra cattiva alimentazione e
pellagra nell’Italia settentrionale era già
stato evidenziato sul finire del ‘700 dal
medico Gaetano Strambio (1753-1831).
Ponte sulla chiusa della roggia davanti alla Casa del
Popolo, oggi Ristorante Jonas (anni ’50)

Nel 1899 la Giunta Municipale incarica la


Società Monzese di Elettricità, di cui è
promotore Ettore Conti, di installare un
impianto elettrico con accensione delle
prime lampade nel centro cittadino.
Nel 1896 è inaugurato l’ospedale civile
intitolato a Umberto I (attuale via
Magenta). A Monza, inoltre, i pubblici
amministratori s’impegnano per ottenere
una più severa applicazione delle Una donna rovescia la polenta sulla tafferia.
(incisione sec. XIX - Raccolta Bertarelli, Milano)
disposizioni igienico-sanitarie.
La malattia della miseria, così chiamata
perché colpisce soprattutto la povera gente,
il morbo della “pelle agra” (pelle secca,
ruvida), causa anche gravi danni nervosi
(depressione, ansia, deliri e allucinazioni). E’
una vera piaga della pianura lombarda e
delle colline briantee, mentre è quasi
sconosciuta in montagna dove si consuma
meno mais.
Nel 1878 la Direzione dell’Agricoltura del
Regno d’Italia conta 97.855 casi di pellagra.
Il 30% dei contadini ne è malato. Tra questi
qualcuno è di Cascine Bovati, paese agricolo
per definizione.
Silvio Agostoni: infermiere (anni ‘50)

21
Mappa di San Fruttuoso del 1875
Elaborazione grafica di Giorgia e Angelo Galimberti

22
Nel 1895 siede in Consiglio Comunale Inoltre sono “assai ben avviate” cinque
Ulderico Brambilla, proprietario del Castello osterie gestite da Ferdinando Castiglioni,
del Torneamento. Angelo Figini, Ferdinando Garlati, Angelo
Nel 1896 è istituito un servizio ostetrico per Guidi e ancora da Paolo Ornaghi.
l'assistenza alle donne partorienti con bando E’ sorprendente come in un paese di duemila
di concorso pubblico per l’assunzione di una anime possano essere produttive cinque
levatrice condotta. È nominata prima osterie! Togliendo donne e bambini,
Teresa Checchi che rinuncia. A lei subentra notoriamente lontani da quei luoghi, ci si
Agostina Ferrario. può chiedere se Cascine Bovati e Caprotti
sia un paese di alcolizzati?
Andiamo a vedere quante osterie sono in
funzione a Monza nello stesso anno. Se ne
contano 206, a fronte di cinque negozi di
formaggio, cinquantasette falegnami, sei
ferramenta, dodici idraulici, sei imbianchini,
trentotto macellai, trentuno mercanti di
stoffa e settantadue pizzicagnoli. La
medesima proporzione si riscontra in tutta
la Brianza dell’epoca.
Perché?

Ostetrica al lavoro in un arcipelago greco


Incisione di Sonnini de Manoncourt - Parigi 1801

Dalla “Guida di Monza e del Circondario” di


Zaccaria Lucchini e Giuseppe Riva (1897)
apprendiamo che sono attivi il capomastro
Pasquale Citterio, la società utente di cave
di sabbia Sangalli e Soci, il mediatore
d’affari Luigi Caprotti, il negozio di vini di
Luigi Beretta, l’azienda dei Fratelli
Pirovano per la “trebbiatura con locomobili
a vapore”, il fabbro Gaetano Galbiati, il
prestinaio Giulio Crippa e la collega Rosa
Brioschi, quattro negozi di “pizzicagnolo”
gestiti da Carolina Cazzaniga, Carlo
Raccolta del granoturco (1920)
Maspero, Carlo Moltani, Paolo Ornaghi.
Per capirlo è importante richiamare
l’attenzione sui contratti di lavoro dei
contadini. Ve ne sono di due tipi. Fino alla
metà del ’700 a prevalere è quello a
mezzadria: i contadini pagano l’affitto del
terreno al padrone con più della metà del
raccolto o del guadagno da esso ricavato,
oltre a versare gran parte delle tasse. Inoltre
devono rispettare le richieste aggiuntive che
il padrone impone in appendice al contratto
(appendizi). Tali richieste vanno dai comuni
Famiglia di cassettieri (1890) tributi in uova e pollame, fino all’obbligo di
fornire un servizio di trasporto, qualora il
23
padrone lo richieda. 32% del 1901, per raggiungere nel 1911 il
Il contratto in denaro, col passare del 22% degli abitanti di Monza.
tempo, inizia a sostituire quello a Da queste poche righe ci sembra chiaro che
mezzadria, aggravando ulteriormente le bere un buon bicchiere di vino può essere un
condizioni di vita delle famiglie contadine: modo praticabile per un contadino, al fine di
esso consiste nel pagare l’affitto della terra e sopravvivere a una vita così carica di stenti
della cascina in denaro, sostenere tutte le e di ingiustizie.
spese riguardanti la coltivazione e una
quota di giornate lavorative d’obbligo,
determinate dal padrone, a salario
ingannevole e prestabilito.
La maggior parte dei proprietari terrieri
preferisce questo tipo di contratto, poiché
sono nobili o ricchi milanesi che, per la gran
parte dell’anno, risiedono in città e vanno in
campagna solo per la villeggiatura estiva.
Per questo motivo pretendono una rendita
economica dai loro terreni, anziché beni
alimentari o prodotti che devono poi
Cascina Cappelletti (1896)
rivendere.
Nel 1897 nasce un abbozzo di rete fognaria,
grazie anche alla costruzione di “vasche di
risanamento” in diverse proprietà private di
Cascine Bovati. Ciò migliora le condizioni
igieniche del paese e la raccolta di rifiuti e
immondizie dalle strade.
Il 20 dicembre 1899, il parroco don Luigi
Mariani, compilando il questionario tanto
caro al Cardinal Ferrari al fine di avere sotto
osservazione lo sviluppo della Diocesi, ci
rende partecipi di alcune interessanti
La domenica in Cascina Sangalli (1894) informazioni.
Gli abitanti sono 2.300, circa 500
Nell’Ottocento le condizioni di vita delle frequentano le organizzazioni tipiche
famiglie contadine vanno rapidamente dell’associazionismo cattolico (Confraternita
peggiorando con l’aumento del fitto a grano, del Santissimo Sacramento, Unioni dei
la maggiorazione degli appendizi, Terziari, Figlie di Maria, Società Cattolica di
l’osservanza delle spese per la coltivazione Mutuo Soccorso, ecc.)
del terreno, la divisione a metà delle imposte
sul terreno e l’aumento delle giornate di
lavoro che, obbligatoriamente il contadino
deve garantire al proprietario in cambio di
una paga inferiore a quella stabilita dal
mercato.
La famiglia contadina è inesorabilmente
portata verso uno stato di miseria.
Tra il 1882 e il 1911 migliaia di contadini
lasciano i campi, determinando un
consistente crollo percentuale degli addetti
Confraternita del S.S. Sacramento - 1953
al settore che dal 48% del 1882, passa al
24
una classe borghese colta e illuminata.
A quasi quarant’anni dall’Unità d’Italia, La situazione nazionale è caratterizzata da
San Fruttuoso e Monza si apprestano a una forte disoccupazione e da salari molto
entrare nel sec. XX, non senza pagare bassi salari. L'aumento del costo del pane,
l’assassinio di Re Umberto I. da 35 a 60 centesimi il chilo e la chiamata
Ci sembra importante riassumere alle armi della classe 1873 scatena il
brevemente questa vicenda. malcontento popolare. A Milano, nel maggio
Il 19 gennaio 1878 Umberto I diventa Re 1898, la folla manifesta nelle strade e nelle
d’Italia. Molti sono i problemi da affrontare: piazze. Dal 6 al 9 maggio 1898 il generale
l'ostilità del Vaticano, i fermenti Bava Beccàris ordina ai soldati di sparare
irredentistici e repubblicani, i propositi anti- sulla folla coi cannoni, provocando almeno
unitari di certi circoli politici occulti, la cento morti e almeno 500 feriti.
necessità di riforme, il rilancio dell'economia A Monza il 7 maggio, circa quattromila
nazionale, l'isolamento internazionale manifestanti protestano e la reazione dei
dell'Italia. Umberto I non è attrezzato, sia militari non si fa attendere. Vengono uccise
come statista, sia come uomo, ad affrontare sette persone : Giacomo Castoldi (anni 44),
le difficoltà del Paese. Sul piano politico si Antonio Sala (anni 14), Teresa Meroni (anni
muove goffamente, anche se spesso in buona 49), Carlo Piatti (anni 20), Gerardo Assi
fede. (anni 27), Carlo Villa (anni 18), Pasquale
Vergani (anni 29). I feriti sono diciotto.
E’ il primo sangue che si versa in città, da
quando l'Italia è risorta a nazione libera ed
unita.

Moti del ’98 – Barricate e Bersaglieri a Milano


Foto Luca Comerio

Alla fine del XIX l'affacciarsi di nuove Cartolina del regicidio - Quinto Cenni (1900)
istanze sociali, dovute al progressivo
sviluppo industriale italiano e lo sviluppo Umberto I conferisce personalmente al
dei primi movimenti di massa, quali il generale Bava Beccàris la croce di
socialismo, interpreti di tante aspirazioni del grand'ufficiale dell'ordine militare di Savoia,
ceto popolare, creano sempre maggiori Con quel gesto il re firma la propria
frizioni con le istituzioni, che s’irrigidiscono condanna a morte: il 29 luglio 1900, a
su posizioni conservatrici. Milano, già Monza, Umberto I è assassinato
capitale economica della nazione, è la città dall'anarchico Gaetano Bresci, emigrato
più importante, dove sperimentare nuovi negli Stati Uniti, che dichiara
modelli di una società semi-industrializzata, esplicitamente di aver voluto vendicare i
in una fase cruciale di sviluppo ed morti del maggio 1898 e l'offesa per la
emancipazione del ceto popolare, guidato da decorazione conferita a Bava Beccaris.

25
Mappa di San Fruttuoso del 1900 - 1901
Elaborazione grafica di Giorgia e Angelo Galimberti

26
Qualche mese prima, il 21 gennaio 1900, il di Monza un terreno finalizzato a ospitare la
Comune di Monza fa installare dai propri scuola elementare.
tecnici una pesa pubblica in Via Nel marzo del 1905 nasce la Scuola
Risorgimento 14. L’impianto ha un notevole Elementare Alfieri, dove la troviamo ancora
valore per la comunità contadina del borgo, oggi. La scuola è organizzata su due piani e
perché finalmente il peso delle merci deve ha sei aule.
essere certificato da uno stimatore
professionale, assai più affidabile di una
valutazione di parte. Alla pesatura di
granaglie, legna, bestiame, ecc., sono
preposti Angelo e Achille Figini dal 1900 al
1926, Antonio e Giovanni Marelli dal 1927 al
1942, Giuseppe Moioli dal 1943 al 1946, più
tardi da Sandro Fossati e infine da Alfieri
Zoppellaro. La pesa chiude nel 1967.

Una pagella scolastica del 1946

Ogni classe è composta di sessanta alunni


circa e v’è una netta separazione tra sezioni
Pesa Pubblica in Via Risorgimento 14 – (1966)
maschili e femminili. L’anno successivo sono
istituite alcune classi di scuola festiva e
Da decenni il dott. Carlo Ferrario, affitta lo serale per lavoratori, contadini, più in
stabile di Via San Fruttuoso 12 al Comune generale per adulti analfabeti.
per ospitare la scuola rurale.

Lampioni e Cascina dei Frati - nevicata del 1985

Scuola Elementare Alfieri – i ragazzi nati nel 1931 Altra bella novità giunge nel 1907, quando
anche a Cascine Bovati arriva
Alla morte del padre, il figlio Dott. Cav. l'illuminazione elettrica delle strade e, in
Giuseppe Ferrario, decide di affittare i locali seguito, anche nelle case.
a privati, donando nel contempo al Comune
27
corrisponde un efficace propagarsi del foglio
L’11 febbraio 1909 il Parroco, don Luigi cattolico monzese “il Cittadino”.
Mariani, compila un nuovo questionario per
il Card. Ferrari e ci offre nuove informazioni.
La popolazione sale a 2.500 abitanti.
Con maggior precisione il Censimento del 10
giugno 1911 attesta che Cascine Bovati
contano 2319 abitanti.
Le parole di Don Mariani tuttavia sono
anche una cartina tornasole di quanto
accade nel mondo occidentale. Egli rivela
una certa preoccupazione per la presenza a
San Fruttuoso di socialisti dediti a “discorsi
irreligiosi” e alla lettura de “La Brianza”,
periodico socialista edito a Monza. 25° della Compagnia Filodrammatica – (1928)

Ci sembra importante a questo punto una


breve esposizione di quanto la città di
Monza sta vivendo sul piano politico.
Nel 1893 nasce la Camera del Lavoro, centro
dell’azione politica e sindacale socialista,
contrastata dalla Lega Cattolica del Lavoro
(1894).
Nel 1902 nasce a Monza la prima
organizzazione sindacale del padronato:
Federazione degli Industriali Monzesi.
Società di Mutuo Soccorso
per Contadini e Operai - 1923 Nel 1899 diventa Sindaco Enea Corbetta, a
capo di un’alleanza formata da Socialisti,
Ancora, nel successivo questionario dell’8 Repubblicani, Liberali. All’opposizione
agosto 1912, conferma una situazione vanno i clerico – moderati. L’avversario è il
sempre più segnata dallo sviluppo Movimento cattolico, orbitante intorno al
industriale: la comunità di 2.500 abitanti settimanale “il Cittadino”.
conta 500 operai, occupati nelle fabbriche di
Monza e Sesto San Giovanni.
Ciò non significa un apprezzabile
incremento delle condizioni economiche dei
residenti: un giovane operaio di San
Fruttuoso, quando torna dal lavoro, deve
rimboccarsi le maniche e dare una mano alla
famiglia nella coltivazione dei campi. E’ un
dovere al quale nessuno si sottrae. Si
rafforza la presenza socialista e si consolida
quella cattolica: 200 iscritti alla Società Direzione della Federazione Industriali Monzesi
operaia di Monza, 100 alla Cooperativa di (“Profilo Storico dell’Associazione Industriali” – 1965)
San Biagio, 200 al Circolo cattolico. Oltre
alle congregazioni spiccatamente religiose, Le figure di spicco della Sinistra sono:
sono attive la compagnia filodrammatica, la Ettore Reina, Oreste Pennati, mentre i
banda, la corale, la cooperativa di consumo, cattolici possono avvalersi di Angelo Mauri e
per un totale di circa 1400 iscritti. don Luigi Talamoni.
Alla diffusione della temuta “La Brianza”
28
Nel 1904 i cattolici, alleati con i monarchici,
vincono le elezioni amministrative e diventa
Sindaco Rodolfo Paleari. Tuttavia i
Socialisti e i Radicali si riprendono la città
nel 1906, mantendone la direzione fino al
1912, quando i cattolici moderati vincono le
amministrative e diventa Sindaco prima
Osculati e poi Tagliabue.

Assemblea della Lega Cattolica del Lavoro (1912)


L’ultimo seduto a destra è Alfonso Marelli

Ciò si deve sia alla Sinistra, sia ai Cattolici,


poiché, a fronte di un fortissimo dissidio
ideologico, si manifesta molto spesso una
convergenza d’azione sul piano operativo.

Ne sono esempio i finanziamenti comunali


sia al sindacato di Sinistra sia al sindacato
Cattolico, ma soprattutto l’eccellente
Ettore Reina capacità di trovare soluzioni alle
I Socialisti tornano al potere nel 1914 con controversie nel mondo del lavoro: tra il
Sindaco Ezio Riboldi e poi Enrico Farè, e vi 1907 e il 1911 su 322 vertenze aziendali solo
rimangono fino al 1922. Nel frattempo a 25 portano allo sciopero, le altre 297 sono
risvegliare la politica dei cattolici giunge in tutte risolte attraverso trattative.
città Achille Grandi.
Nel 1913 si procede all’ampliamento
Fino all’avvento del Fascismo, Monza,
dell'edificio scolastico della Scuola Alfieri. Si
nonostante i duri contrasti tra la Sinistra e i
raddoppia il numero delle aule, in modo da
Cattolici, ha un notevole sviluppo in tutti i
rispondere adeguatamente alle necessità
settori (cimitero di via Foscolo, edificazione
didattiche dei bambini e … degli adulti.
del macello, municipalizzazione della pulizia
strade, riordino delle opere pie, nuovo
Nel 1915 il Comune di Monza promuove
regolamento edilizio, introduzione del riposo
Cascine Bovati da “area rurale” a “area
festivo e notturno, contributi per le scuole,
urbana”.
obbligo della vaccinazione, nuovo
regolamento d’igiene, miglioramento dei
Questo comporta qualche vantaggio a
salari ai dipendenti comunali, nuove sedi per
favore degli stipendi riguardanti gli
nuove scuole, convenzioni per la
insegnanti, una maggiore attenzione alla
distribuzione di energia elettrica e gas, ecc.).
viabilità, un servizio di salute pubblica più
efficace, oltre alla realizzazione di servizi che
ancora non sono arrivati a San Fruttuoso
(posta, telefono, luce domestica diffusa, ecc)

L’imminente scoppio della 1° Guerra


Mondiale vanifica tali miglioramenti,
rinviati a dopo la conclusione della 2° guerra
mondiale.

Palazzo dei Mercanti Pessina - 1900

29
La prima guerra mondiale termina nel 1918,
lasciando dietro di sé problemi che porteranno al potere la dittatura Fascista e quella Nazista,
oltre a 8.400.000 di morti, 21.188.000 di feriti e 7.751.000 di dispersi.

Sui campi di battaglia cadono 665 morti monzesi, di questi trentanove sono di San Fruttuoso.
Una stampa, inviata da Vittorio Emanuele III, ricorda tutti i combattenti del paese (162) e tutti
i caduti, con quell’enfasi beffarda tipica di questi ingannevoli riconoscimenti, di queste illusorie
redenzioni. A noi bastano i loro nomi, le loro persone.

“Gruppo d'onore Caduti e Combattenti per la Patria 1915-1918”


di San Fruttuoso

30
Caduti di San Fruttuoso nella 1° Guerra Mondiale
Agostoni Antonio Agostoni Giuseppe
nato il 5 agosto 1897 figlio di Angelo e Cerizza Giuditta. nato il 13 giugno 1895 figlio di Giosuè e Trezzi Maria.
241° reggimento fanteria Teramo 10° reggimento fanteria Regina
morto il 30 giugno 1918 muore il 24 ottobre 1915
ospedale da campo 007 per malattia. sul Monte San Michele in combattimento
Alzati Giuseppe Arosio Pietro
nato il 22 gennaio 1891 nato il 3 giugno 1890
figlio di Angelo e Agostoni Mansueta. figlio di Giuseppe e Pessina Rosa.
162° reggimento fanteria Ivrea 2° reggimento genio Pontieri
morto il 5 settembre 1915 Muore il 7 ottobre 1918
sul Carso in combattimento ospedale da campo 041 per malattia.
Artesani Angelo Artesani Domenico
nato il 22 gennaio 1885 nato il 6 agosto 1894
figlio di Giuseppe e Gaiani Teresa. figlio di Giuseppe e Gaiani Teresa.
201° reggimento fanteria Sesia 1 4° reggimento bersaglieri.
morto il 13 luglio 1916 morto il 17 settembre 1916
27° sezione sanità per ferite da combattimento. ospedale da campo 18 per ferite da combattimento.
Artesani Luigi Barzaghi Michele
nato il 20 aprile 1882 nato il 28 settembre 1895
figlio di Giovanni e Pennati Luigia. figlio di Andrea e Della Torre Rocca.
201° reggimento 72° fanteria Puglia 17° colonna carreggio e salmerie.
fanteria Sesia 1 morto il 3 dicembre 1916
morto il 3 novembre 1916 ospedale da campo n. 123, per ferite da
sul Carso in combattimento. combattimento.
Beretta Umberto Bestetti Vittorio
nato il 7 maggio 1898 nato 23 luglio 1890
figlio di Pietro e Artesani Modesta. figlio di Giuseppe e Negri Giacinta.
14° reggimento bersaglieri. 26° reggimento fanteria Bergamo
morto il 12 gennaio 1919 morto il 12 ottobre 1916
a Monza per malattia. sul Medio Isonzo in combattimento.
Brambilla Cesare Capra Angelo
nato il 6 febbraio 1891 nato il 16 maggio 1896
figlio di Angelo e Tagliabue Maria. figlio di Isidoro e Marelli Carolina.
2° reggimento granatieri di Sardegna 72° reggimento fanteria Puglia
morto il 16 settembre 1916 morto l’8 settembre 1919
sul Carso in combattimento in Albania in combattimento
Carpani Ambrogio Castoldi Rinaldo
nato il 1° ottobre 1899 nato 16 giugno 1896
figlio di Angelo e Rovelli Claudina. figlio di Eugenio e Civati Giuseppina.
11° reggimento bersaglieri 59° reggimento fanteria Calabria
morto il 12 ottobre 1918 Morto il 26 agosto 1917
ospedale da campo 66 ospedale da campo 0131 per ferite da combattimento
Civati Antonio Colombo Giuseppe
nato il 30 giugno 1897 nato il 2 marzo 1898 figlio
figlio di Luigi e Civati Maria. di Luigi e Maggioni Maria.
153° reggimento fanteria Novara 336° batteria bombardieri.
Morto il 28 maggio 1917 morto il 2 giugno 1918.
sul Carso in combattimento. Ospedale da campo n. 243 per malattia.

31
Duranti Riccardo Figini Giuseppe
nato il 30 luglio 1886 nato il 15 febbraio 1890
figlio di Giovanni e Parma Giovannina. figlio di Ambrogio.
53° reggimento fanteria Umbria 111° reggimento fanteria Piacenza
morto il 5 giugno 1916 Morto il 19 agosto 1917
in seguito ad azione di gas asfissianti. sul Carso in combattimento.
Fossati Pietro Fumagalli Gaetano
nato il 20 marzo 1880 nato il 29 novembre 1896
figlio di Luigi e Nova Giuseppina figlio di Giovanni e Agostoni Celestino.
68° reggimento fanteria Palermo
Morto il 6 settembre 1916
per malattia.
Fumagalli Paolo Gaiani Giosuè
nato il 15 novembre 1892 nato il 4 aprile 1891
figlio di Antonio e Galbiati Giuseppina. figlio di Angelo e Fusi Emilia.
159° reggimento fanteria Milano 202° reggimento fanteria Sesia 2
Morto il 7 ottobre 1915 morto il 19 giugno 1918
in Valle Boite in combattimento. sul Piave in combattimento.
Gaiani Luigi Galeazzi Andrea
nato il 2 dicembre 1889 nato il 26 settembre 1891
figlio di Carlo. figlio di Natale e Marnati Luigia.
3° compagnia sanità. 1° reggimento genio.
Morto l’11 giugno 1917 Morto il 30 dicembre 1917
per malattia in prigionia per malattia.
Grassi Enrico Grassi Ernesto
nato il 7 giugno 1894 nato il 16 ottobre 1898
figlio di Carlo e Villa Maria. figlio di Carlo e Villa Maria.
Reggimento Savoia. 3° Cavalleria. 149° reggimento fanteria Trapani
Morto il 22 giugno 1918 Morto il 22 agosto 1917
per malattia. ospedale da campo n. 51 per infortunio bellico.
Motta Antonio Pagani Giuseppe
nato il 4 settembre 1895 nato il 13 marzo 1886
figlio di Giuseppe e Magni Rosa. figlio di Primo Giacomo e Merati Luigia.
Caporale del 9° reggimento fanteria Regina 1 206° compagnia mitraglieri Fiat.
Morto il 4 ottobre 1916 Morto il 16 maggio 1917
sul Carso in combattimento. sul Monte San Marco in combattimento

Radaelli Francesco Rivolta Luigi Gaetano


nato il 14 agosto 1896 nato il 19 giugno 1891
figlio di Alessandro e Gironi Maria. figlio di Ambrogio e Salvioni Luigia.
202° reggimento fanteria Sesia 2 202° reggimento fanteria Sesia 2
Morto il 17 maggio 1916 Morto il 30 agosto 1916
nella Val Travignolo in combattimento sul Carso in combattimento.

Rolla Gerardo Rovelli Giulio


nato il 6 giugno 1884 nato il 13 febbraio 1888
figlio di Ambrogio e Crippa Luigia. figlio di Santino e Cappelletti Luigia.
50° reggimento artiglieria da campagna Regina 209° reggimento fanteria Bisagno
Morto il 25 ottobre 1917 Morto il 20 dicembre 1918
sull’Altopiano di Bainsizza in combattimento. in prigionia per malattia.
Medaglia di bronzo al valor militare

32
Rovelli Luigi Tremolada Antonio
nato il 4 maggio 1891 nato il 13 aprile 1894
figlio di Giuseppe e Castoldi Luigia. figlio di Giosuè e Citterio Angela.
Caporale del 159° reggimento fanteria Milano 13° reggimento artiglieria da campagna Roma
Morto il 15 maggio 1917 Morto i 17 settembre 1915
nella 10° sezione sanità per ferite da combattimento nella Valle Popena in combattimento.
Medaglia di bronzo al valor militare
Tremolada Arcangelo Trezzi Giuseppe
nato il 24 gennaio 1897 nato il 20 novembre 1883
figlio di Giosuè. figlio di Ambrogio e Galimberti Stella.
250° fanteria Pallanza 201° reggimento fanteria Sesia 1
morto il 24 maggio 1917 Morto il 3 novembre 1916
sul Carso in combattimento sul Carso in combattimento
Trezzi Luigi Vergani Luigi
nato il 13 marzo 1892 nato il 18 luglio 1885
figlio di Ambrogio e Galimberti Stella. figlio di Antonio e Caprotti Ernesta.
59° reggimento fanteria Calabria 73° reggimento fanteria Lombardia
Morto il 26 luglio 1915 Morto l’8 giugno 1917
sul Monte San Michele in combattimento a Ravenna per ferite da combattimento
Villa Giuseppe
nato il 16 settembre 1893
figlio di Angelo e Stucchi Delia.
Caporale del 9° reggimento fanteria Regina 1
Morto il 4 ottobre 1916
nella 21° sezione sanità per ferite da combattimento

33
difesa degli interessi borghesi e padronali, i
Cattolici temono, in modo esagerato, che i
Socialisti siano causa anche in Italia di una
Rivoluzione Bolscevica. Vincono i Socialisti
e Sindaco diventa Enrico Faré.
Dopo due anni di amministrazione e talvolta
di collaborazione tra i due più importanti
partiti, la questione dell’Autodromo diventa
motivo scatenante per una crisi
dell’Amministrazione Comunale.
I Socialisti sono favorevoli alla costruzione
Achille Grandi (1883 – 1946) dell’Autodromo, mentre i Popolari sono
L’11 febbraio 1919 nasce a Monza il Partito contrari.
Popolare Italiano, guidato da Achille I contrasti tra il sindacato socialista e quello
Grandi che si avvale della preziosa cattolico aumentano fino a rasentare il
collaborazione di Alfonso Marelli, di San ridicolo sia nei toni, sia nei contenuti.
Fruttuoso. Il Partito Fascista trova condizioni
ambientali che altrove gli avrebbero
Nella nostra città il Partito Fascista nasce il permesso di attecchire. Non così a Monza, la
14 aprile 1919, fondato da Ettore Boschi e cui componente operaia (cattolica e
guidato poi da Giuseppe Setti. socialista) blocca le violenze squadriste delle
Il 9 agosto viene istituita l’Unione Sindacale camicie nere.
Monzese, espressione sindacale dei fascisti. Tuttavia i ceti borghesi e il padronato
E’ diretta da Celso Riva, uno squadrista che industriale poco illuminato si schierano con i
parteciperà al Processo di Verona, fascisti. Questi, nell’agosto 1922 occupano il
condannando a morte Ciano e gli altri Municipio sotto la guida di Carlo Maria
infedeli del 25 luglio ’43. Maggi, segretario provinciale.

Mussolini in visita a Monza (da Fossati 1967)

Sono gli anni del carovita e delle occupazioni


delle fabbriche. Alfonso Marelli (1882 - 1931)
Nonostante ciò Cattolici e Socialisti La Giunta del Sindaco Farè si dimette.
mantengono il consenso dell’86,7% della Alle successive elezioni del gennaio 1923
popolazione. vincono i popolari e in consiglio comunale,
Le elezioni amministrative del ’20 si tengono al fianco di Achille Grandi, entra il suo
in un clima di esagerata contrapposizione: collaboratore Alfonso Marelli di San
per i Socialisti, il Partito Popolare è solo il Fruttuoso.
travestimento moderno del clericalismo, in Sindaco diventa l’avv. Mascheroni.
34
Ma i fascisti continuano nei pestaggi, nelle attendere. Il Duce ordina di attuare le più
intimidazioni violente, negli assalti ai luoghi violente devastazioni e invia un messaggio a
della democrazia. Monza: ”Fascisti! Non dobbiamo più
Il 14 giugno la maggioranza del PPI si picchiare, ma compiangere. Bisogno colpire in
rifiuta di votare in consiglio una mozione a alto, colpire i capi, i responsabili della rovina
favore del governo Mussolini. del nostro paese. Fascisti! Se incontrate
I fascisti aspettano i consiglieri fuori dal Riboldi, Reina, Marelli, Grandi picchiateli
palazzo comunale e li sottopongono a un senza misericordia. Dobbiamo liberare Monza
pestaggio di gruppo. e L’Italia da questo lurido marciume che la
Il 7 agosto 1923 Mascheroni si dimette da infesta”.
Sindaco.
Dopo il delitto Matteotti del 1924, inizia il
processo che porta alle leggi “fascistissime”
e la dittatura diventa un dato di fatto
indiscutibile.
Alle Elezioni Politiche del 6 aprile 1924 il
Partito Fascista, con il famoso “listone”,
raccoglie il 64,9% dei voti.

Banda di San Fruttuoso


relax fuori dal Circolo Uomini Cattolici - 1954

La milizia fascista, con più di 150 camicie


nere motorizzate, percorre la Brianza
devastandola.
A Monza sono distrutte la sede de “il
Cittadino”, quella del Partito Popolare, la
Tipografia Sociale, i Circoli Socialisti, ecc.
A San Fruttuoso sono incendiati e distrutti
il Circolo Uomini Cattolici, il Teatrino della
Filodrammatica, la sede della Società
Sportiva, tutti gli strumenti musicali della
Banda, il Circolo Socialista. Dilagano
pestaggi a pioggia. Alfonso Marelli si salva,
nascosto dai Socialisti della Curt del
Vaticano, attuale Via Lamarmora.

Volantino Fascista dopo le elezioni del 1924

Nella nostra città i fascisti ottengono solo il


21,2% dei voti Nel circondario, il 16%.
Mussolini 5460 preferenze, contro le 9970 di
Achille Grandi. A San Fruttuoso i fascisti
raggiungono solo il 13%.
Ciò è coerente con lo spirito antifascista e
democratico della cultura monzese, Filodrammatica di San Fruttuoso - 1913
brianzola e di San Fruttuoso.
La feroce reazione dei fascisti non si fa Nell’aprile 1926 il fascista Cesare Vigoni
35
diventa sindaco e poi Podestà. ma la freschezza di quell’acqua è davvero
Nella sua Giunta è presente anche Angelo indimenticabile.
Varisco, di San Fruttuoso, con l’incarico di Il Comune di Monza stipula una convezione
Assessore ai Lavori Pubblici. Il 16 aprile con Angelo Varisco per la costruzione,
1927 Angelo Varisco diventa Vice – podestà l'utilizzo e la manutenzione di una
di Monza. fontanella pubblica. Il Varisco resta titolare
della convenzione fino all’1 dicembre 1940.
La distribuzione domiciliare pubblica
dell'acqua potabile arriverà nel 1933

Il tram in V.le Lombardia di fronte al Guastalla (1953)

Grazie all’intervento di Achille Grandi e alle


richieste di un comitato di cittadini, il
Comune, l’Ente Provincia e la STEL
(Società trazione elettrica lombarda)
Tomba Famiglia Varisco - Concorezzo - ove è sepolto realizzano un servizio tramviario Monza -
Angelo Varisco (1872 – 1947).
Cascine Bovati-Milano.
Durante il regime fascista, il podestà è il L’1 settembre 1922 la fermata del tram a
capo dell’amministrazione comunale. Di San Fruttuoso vede la sua inaugurazione.
nomina governativa, cumula in sé tutte le La linea è a binario semplice, priva di
funzioni prima attribuite al sindaco, alla raddoppi di sosta. L'armamento è composto
giunta municipale e al consiglio comunale, da rotaie Phoenix nei tratti a sede
attuando così il principio di concentrazione promiscua e di tipo Vignoles in quelli a sede
dell’autorità cui era ispirata la concezione riservata. Il peso per metro lineare è di 48,7
fascista dello Stato. Nei comuni con più di kg. La linea chiude nel 1956. (Zanin, Monza e i
5.000 abitanti il podestà poteva essere suoi tram – Firenze - 2009)
affiancato da uno o due vice-podestà Intanto i Fascisti, nonostante l’opposizione
(secondo che la popolazione fosse o meno di Cattolici e Socialisti, affrontano il
superiore a 100.000 abitanti), nominati dal riordino del dazio, portando Monza a
ministro dell'interno. diventare un “Comune chiuso”.
Nel 1932 a Vigoni succederà Ulisse A San Fruttuoso sono nominati dazieri
Cattaneo, podestà fino al 1943. Chiudono la Attilio Spinelli e il sig. Bossi.
podesteria dell’era fascista Giulio Carera e Nel 1924 il gas arriva a San Fruttuoso.
Angelantonio Bianchi. Grazie alla Società Monzese per l’Industria
Nel 1922 arriva a San Fruttuoso l’acqua del Gas. Si costruisce un impianto
potabile. Prima d’allora la gente si serve di sussidiario al gasometro centrale per
acqua ricavata dai pozzi presenti in distribuire il gas a Cascine Bovati.
moltissime corti. L’igiene non è il massimo,

36
l’ambulanza con degli infermieri, si
stabilisce per qualche ora nell’ambulatorio,
fornito di “mobilio e ferri chirurgici”, ma i
cittadini non conoscono l’ora e neppure il
giorno di sosta dell’ambulanza, come si
evince dai documenti in possesso
dell’Archivio Comunale (Categoria 5.17 -
Sezione seconda, 191/1, corda 1195).
Ben diverso è l’intervento del 1934, quando,
Il daziere Attilio Spinelli durante una processione
modificando il capitolato per il servizio di
Tra il 1922 e il 1936 v’è un ampliamento assistenza medico - chirurgica e deliberando
rilevante della rete stradale di San l’istituzione delle nuove condotte
Fruttuoso con la costruzione di strade più residenziali, San Fruttuoso ha il suo primo
ampie e praticabili: Via del Cimitero medico condotto residente nel paese. Tale
(attuale Via Marelli), Via Risorgimento, Via iniziativa si deve anche al vice podestà
Tazzoli, Via Tanaro, Via Ugo Bassi. Angelo Varisco che, con un memoriale
Non sono ancora strade all’altezza dei dettagliato sulle incongruenze del servizio
tempi, ma sono motivo di maggior mobilità istituito nel 1925, riesce a convincere il
da parte della gente. In particolare lo è la Podestà Cattaneo a intervenire.
strada che unisce il paese con Via Cavallotti Il primo medico condotto residente e
e in tal modo al centro città. operante a San Fruttuoso è il dott. Antonio
Non esiste ancora Viale Romagna che, fino Ridella.
agli anni ’60 rimane poco più di un sentiero,
percorso dai bambini che raccolgono l’acqua
per i contadini dal pozzo della Cascina dei
Radice.

Dott. Luigi Orseniga (1983)


Cascinotto dei Pessina. Ora c’è Mc Donald’s. per decenni medico condotto a San Fruttuoso
Da dx: ul Zèn, ul Mùndu e Ambrogio Carpani - 1955
Il 10 gennaio 1933 il nostro paese assume il
Nel novembre 1925 a Cascine Bovati è nome attuale, passando da Cascine Bovati a
istituito un “ambulatorio con ambulanza San Fruttuoso.
medica/chirurgica in Via San Fruttuoso 6”, Già nel 1930 il Parroco, Don Angelo
in un locale concesso in affitto dai fratelli Panigada, chiede il cambiamento della
Trabattoni. Sembra un servizio eccezionale. denominazione, in virtù delle spoglie
Forse neppure oggi vi sono quartieri con mortali del Santo, presenti nella chiesa da
un’ambulanza specificamente dedicata ai oltre un secolo e mezzo.
suoi abitanti … e, infatti, si tratta di
tutt’altro. In pratica, una volta alla
settimana passa per San Fruttuoso
37
Ingresso a San Fruttuoso (1933)
A San Fruttuoso, gli anni a cavallo tra le piccola frazione e grandi agglomerati
due guerre mondiali sono caratterizzati da industriali. Un periodo di fortissima
un cambiamento consistente nei costumi, urbanizzazione della popolazione. Sesto San
nei rapporti sociali e nelle tendenze di vita. Giovanni passa da 17.000 a 36.000 abitanti
Dal punto di vista geografico, la parte a sud tra il 1921 e il 1936. I giovani di San
di San Fruttuoso è molto vicina alle Fruttuoso sono attratti da Breda, Marelli,
fabbriche di Sesto San Giovanni e gli Falck, Gabbioneta, Campari, Garelli, ecc.
stabilimenti monzesi preferiscono Comprendono che essere contadino significa
manodopera brianzola, poiché più vivere di un lavoro duro, faticoso, soggetto
facilmente condizionabile. Inoltre, nella alle condizioni atmosferiche e a un
gioventù del paese c’è consapevolezza che, la padronato di mentalità ottocentesca,
grande industria siderurgica sestese e ancorato a un senso di “possesso” del
milanese ha un potenziale superiore a quella proprio lavoratore. L’essere operario, o
della città di Monza. addirittura impiegato o tecnico, indica un
Così i giovani si allontanano sia dai campi reddito mensile sicuro, un avvenire per sé e
coltivati, sia dalla città di Monza, per l’azienda, una disponibilità economica
approdando nelle sconfinate aziende del superiore, una stabilità di vita solida, un
capoluogo. E’ il periodo in cui nasce il orario fisso, oltre alla possibilità di gestire la
pendolarismo tra campagna e città, tra propria vita più liberamente.

38
coinvolte in questa rivoluzione culturale.

Giulio Guffanti & figli – V.le Lombardia Donne verso il posto di lavoro – anni ‘50
San Fruttuoso rimane ai margini della città La mattina si vedono file di biciclette uscire
di Monza. Gli interessi del paese sono dal paese verso le più diverse attività
pressoché ignorati dalla politica cittadina e lavorative. Molti vanno a piedi, altri
dalla popolazione del centro Monza. prendono il tram (la carusèta).
I pochi ragazzi del paese che riescono a La famiglia contadina, patriarcale subisce
frequentare la scuola media in centro un duro colpo. La sicurezza economica
Monza, sono messi agli ultimi banchi della induce i giovani a mettere su famiglia,
classe, appena l’insegnante sa che abbandonando la corte, anche se non
provengono dall’Alfieri di San Fruttuoso rinunciano ad accudire i campi, aiutando i
(tale abitudine ha seguito fino al ’68) loro vecchi.

Filodrammatica femminile - 1931

Falegnami Rocco Villa e nipoti (1938) Le nuove famiglie non sono più
caratterizzate da un elevato numero di figli.
In paese prende piede un modo di dire che Le abitazioni sono più confortevoli e sane. I
sopravvive ancora oggi, e che è sintomo di servizi igienici sono ancora nel cortile o in
quanto il senso di appartenenza delle fondo alla ringhiera, ma l’esigenza di un
persone sia rivolto a San Fruttuoso e non a bagno in casa cresce.
Monza. Non si dice: ”Vado in centro”. Si Ormai la coltivazione del baco da seta è
dice:” Vado a Monza”. Il paese e la città: quasi del tutto accantonata.
due entità estranee tra loro. I nostri contadini diventano spazzini e
Negli anni ’30, sia Sesto San Giovanni, sia riciclatori dei rifiuti prodotti dalle città.
Milano offrono un modo di pensare più Ogni notte, molto prima dell'alba, verso le
adatto ai tempi, danno la possibilità di tre, in ogni stagione, con ogni tempo, si
assumere una coscienza professionale e spingono in città con i loro carri, in fila
umana più vicina alla realtà di quegli anni, indiana, trainati dai cavalli per raccogliere i
permettono ai giovani di ripensare il loro rifiuti della città, farne la cernita, separando
ruolo nella società, anche alla luce del
fascismo imperante. Anche le donne sono
39
ciò che può essere recuperato, della città.
trasformandolo in fertilizzante e Nello studio sono previste l’apertura di una
riutilizzandolo. farmacia a Triante nel 1935 e una a San
Una volta al mese, si spingono fino in centro Fruttuoso nel 1936.
Milano, dove è possibile recuperare sia Nonostante l’attenzione alle circolari e alle
materia prima per il concime, sia oggetti disposizioni prefettizie, riguardanti la
preziosi, gettati nella spazzatura (cucchiai preparazione, il commercio e la
d’argento, servizi per caffè, mobili, abiti somministrazione dei medicinali, gli
ecc.) Con i loro carri dotati di grosse botti in amministratori non riescono a prendere una
legno (la bùnza) ripuliscono i pozzi neri dei decisione.
palazzi della città, raccogliendo concime Sono influenzati dall’alto numero di persone
semiliquido (la ganga) che, con il tempo si che esercitano abusivamente la professione
trasforma in concime per i campi. di farmacista. La quantità di sostanze
I giovani intanto guardano verso Milano e sequestrate dai vigili sanitari presso
l’industria. esercenti “non farmacisti” della città,
appare troppo elevata perché si aprano
nuovi esercizi sanitari.

Ermenegildo Tresoldi

Nel frattempo il fascismo combatte la


Guerra d’Etiopia. Il 9 maggio 1936 è
proclamata la nascita dell'Impero italiano, e
Vittorio Emanuele III incoronato
I novelli sposi Carpani - 1937 Imperatore d'Etiopia.
Tra i 2000 caduti in combattimento v’è
E’ crisi per la famiglia contadina e
anche un giovane di San Fruttuoso:
patriarcale?
Ermenegildo Tresoldi.
Sicuramente delle certezze vacillano, ma per
Nasce a S. Fruttuoso, il 30 giugno 1914 da
parlare di autentica difficoltà si devono
Paolo e Luigia Acquati. Frequenta la Scuola
aspettare gli anni ’50 e ’60, con la
elementare Alfieri, e poi lavora come
speculazione edilizia e il consumismo del
cappellaio. Si arruola il 7 aprile 1935 nella
boom economico.
Divisione Cosseria come mitragliere. Parte
Per ora, il nuovo nucleo famigliare si fonda
per l'Africa Orientale, il giorno di Natale del
ancora su forti valori, quali il rispetto per i
1935.
vecchi, la solidarietà con i vicini e non,
E’ presente in ogni combattimento della
onorare i debiti, il risparmio e la condanna
propria divisione. Colpito dal tifo, è
dello spreco.
ricoverato nell'Ospedale di Adua, il giorno in
Il Comune di Monza elabora un piano di
cui i suoi compagni s’imbarcano per l'Italia.
ristrutturazione territoriale relativo alla
Nonostante le cure, muore il 26 settembre
presenza di farmacie nelle zone periferiche
1936
40
Ricordiamo anche uno dei sopravvissuti alla
Guerra di Libia (1911): Giovanni Tresoldi
(1881–1976), detto ul sergentèl, a causa della
piccola statura e del grado raggiunto
durante la guerra.
Ormai anziano, seduto sul muretto di casa,
all’angolo tra via Ugo Bassi e Via De
Gasperi, è solito invitare le giovani spose a
passare qualche bella nottata insieme.
Nessuno ne è turbato, ma ogni donna sente
l’amore profondo di quel vecchio per la vita Ufficio Postale in Via Risorgimento, 14
e per la gioventù. V’è quella fiducia negli
aspetti positivi della persona che oggi è Il 22 maggio 1939 s’inaugura la nuova sede
quasi completamente scomparsa. del Collegio della Guastalla, presieduto
dall’avv. Alfredo Giorgio Marzola.
La sede è all’interno della Villa Pallavicini –
Barbò in Viale Lombardia, 180.

Giovanni Tresoldi, reduce della Guerra di Libia

Nel 1938, grazie all’interessamento del


consigliere comunale Giuseppe Galli, anche
il nostro paese ha un suo Ufficio Postale.
La sede è nell’attuale Via Risorgimento,
proprio di fronte allo Stop, subito dopo la
chiesa parrocchiale. Collegio della Guastalla Villa Pallavicini – Barbò
V.le Lombardia, 180
Nel 1970 la Posta si trasferisce in Via
Risorgimento, 14 e in seguito, nella sede
Pochi mesi dopo Hitler invade la Polonia:
attuale di via Martiri di Belfiore.
inizia la 2° Guerra Mondiale.

41
CAPITOLO 3°

LA
SECONDA
GUERRA
MONDIALE

42
La Seconda Guerra Mondiale
particolare per la Resistenza partigiana.
E’ ancor vivo nella gente di San Nel 1943 avviene la fondazione del
Fruttuoso il ricordo della Seconda guerra Fronte d’Azione Antifascista, guidato da
mondiale. Gianni Citterio.
Conosciamo persone che ancora non
riescono a vedere un film bellico, altre che al
suono di una sirena cercano un riparo, altre
che non salutano l’avversario politico poiché
ha causato dolori inenarrabili alla propria
famiglia, altri che piangono i loro scomparsi,
altri che non si danno pace per i morti che
hanno provocato, altri che covano un fuoco
d’odio sotto una brace in apparenza calma.
Qualcuno ha dimenticato, la maggior Buca causata da un bombardamento a San Fruttuoso
parte ha avuto la fortuna di non vivere quel 1943 (Archivio Comune di Cinisello)
periodo.
Nel 1945, con la città sotto il presidio
Ci siamo chiesti se fosse il caso di
delle truppe tedesche, alcuni monzesi
riaprire ferite, raccontando nomi e cognomi,
cercano di tessere rapporti con il comando
fatti e misfatti di quell’assurda e folle
tedesco per evitare ritorsioni contro la
guerra.
popolazione e ottengono un armistizio.
Ci siamo interrogati a lungo, e
Il 25 aprile la notizia della
abbiamo deciso di parteciparvi ciò che ci è
capitolazione nazista arriva.
sembrato più importante, condivisibile e
Il 25 aprile è veramente la Liberazione.
costruttivo, affinché la memoria non si
Al termine della guerra Monza conta
perda, affinché non si ripetano gli stessi
85 partigiani caduti.
errori e si manifestino in tutti noi scelte di
effettivo valore etico. Nel nostro paese, un luogo dove tutti
si conoscono, v’è ancora tanto affetto per gli
amici che non sono tornati.

Effetti dei bombardamenti aerei sulle case di San


Fruttuoso - 1943 (Archivio Comune di Cinisello)

La Seconda Guerra Mondiale porta


anche a Monza bombardamenti, distruzioni,
rappresaglie, vittime civili e l'occupazione
nazista. San Fruttuoso: giovani partono per la guerra - 1940
L'aviazione anglo-americana bombarda la
città e la sua gente per la prima volta l'8 I caduti ufficiali che San Fruttuoso ha
agosto 1943, per poi continuare perso durante la Seconda guerra mondiale
costantemente fino al 13 aprile 1945. sono ventinove, ma sicuramente il numero è
Le vicende monzesi sono rilevanti in più elevato, poiché ancora vi sono dispersi.

43
44
Caduti di San Fruttuoso nella 2° Guerra Mondiale

1. Alzati Carlo nato il 1° aprile 1923 figlio di Romeo e Agostoni Adele


2. Artesani Felice nato il 23 marzo 1910 figlio di Carlo e Orioli Giulietta
3. Artesani Fermo nato il 15 agosto 1912 figlio di Angelo e Galimberti Fiorina
4. Beretta Franco nato il 28 ottobre 1912 figlio di Angelo e Beretta Smeralda
5. Buzzi Carlo nato 23 maggio 1911 figlio di Vincenzo e Fusi Rachele
6. Cambiaghi Orlando nato il 18 ottobre 1915 figlio di Guido e Pozzi Erminia
7. Caprotti Ambrogio nato l’8 agosto 1911 figlio di Gerolamo e Caspani Ernesta
8. Caprotti Renzo nato il 7 maggio 1919 figlio di Ambrogio e Pedersini Teresa
9. Cerizza Luigi nato il 20 luglio 1915 figlio di Pietro e Bergna Francesca
10. Citterio Emilio nato il 4 agosto 1911 figlio di Innocente e Manzoni Giuseppina
11. Cossa Giuseppe nato il 3 dicembre 1916 figlio di Domenico e Scotti Maria
12. Ferrari Luigi nato il 15 maggio 1906 figlio di Gabriele e Pastori Lucia
13. Galimberti Fermo nato il 1° agosto 1914 figlio di Carlo e Grassi Cecilia
14. Gelosa Carlo nato il 5 gennaio 1917 figlio di Biagio e Agostoni Maria
15. Locatelli Don Giuseppe nato nel 1904 figlio di Giovanni e Gianetti Annunciata
16. Magni Stefano nato il 18 marzo 1922 figlio di Carlo e Corbetta Giovannina
17. Pagani Paolo nato il 12 giugno 1912 figlio di Defendente e Confalonieri Fiorina
18. Pennati Natale nato il 18 dicembre 1918 figlio di Andrea e Caprotti Teresa
19. Pessina Ferdinando nato il 29 agosto 1921 figlio di Carlo e di Mandelli Maria
20. Pessina Guido nato il 22 febbraio 1920 figlio di Domenico e Pessina Virginia
21. Pessina Gustavo nato il 23 novembre 1918 figlio di Gaetano e Galbiati Emilia
22. Radice Angelo nato il 29 dicembre 1919 figlio di Alessandro e Monguzzi Paolina
23. Radice Carlo nato il 2 aprile 1911 figlio di Antonio Sangalli Clementina
24. Riccardi Carlo nato il 14 giugno 1914 figlio di Alfonso e Pagani Annetta
25. Rizzotti Nello nato il 1° giugno 1921 figlio di Amedeo e Costerman Emma
26. Ruffini Ambrogio nato il 1° marzo 1922 figlio di Ernesto e Colombi Anna
27. Scotti Vittorio nato il 2 settembre 1905 figlio di Giuseppe e Agostoni Serafina
28. Spinelli Giuseppe nato il 7 agosto 1920 figlio di Giosuè e Casati Maria
29. Tremolada Giosuè nato il 14 ottobre 1920 figlio di Desiderio e Valtorta Pierina
30. Zorloni Salvatore nato il 24 maggio 1915 figlio di Ercole e Fossati Enrichetta

45
Gaetano Maggi alla Festa degli Alpini – Bellusco - 1989

Gaetano Maggi nasce a Lecco nel 1910. Nel


1930 risponde alla chiamata alle armi, caposaldo nemico.” Medio Don (fronte
entrando nel corpo degli Alpini. russo), 18-26 gennaio 1943.
Tenente di complemento della Tridentina, è Al ritorno dal fronte russo, passa due mesi
Croce di Guerra al valor militare nella in prigione a Trieste, poiché contesta lo
campagna di Francia, con la seguente scarso equipaggiamento con il quale, tutti
Motivazione: “Comandante di un plotone gli alpini sono mandati al massacro dai
fucilieri, organizzava e curava il collegamento gerarchi fascisti. Termina la guerra col
per il comando superiore ed i reparti grado di Tenente Colonnello.
impegnati, in condizioni atmosferiche avverse
e sotto incessante tiro di artiglieria. Con Stimato dirigente industriale nel
perizia ed intuito guidava plotoni e pattuglie dopoguerra, scrive due bellissimi libri sulla
ai loro posti di combattimento e sotto il fuoco storia e l’epopea degli Alpini, devolvendo il
nemico si prodigava perché i comandi ricavato delle vendite all’opera Pro
potessero avere tempestive notizie della Juventute, fondata dal cappellano Don
situazione.” Ponte du Roi Clot de l’Eva - Carlo Gnocchi, amico e collega durante la
battaglia delle Alpi - (fronte occidentale), 23 campagna di Russia.
- 24 giugno 1940. Nel 1974 diventa cittadino monzese,
risiedendo a San Fruttuoso, in Via
Partecipa a tutta la campagna di Russia, Risorgimento 11.
durante la quale, a Nikolajevka, gli è Muore il 13 settembre 1997
conferita la Medaglia d’Argento al Valor Dal 2000, ogni anno un gruppo di Ufficiali
Militare sul campo, con la seguente in congedo di Monza e della Brianza gli
motivazione: ”Aiutante maggiore di dedica una gara di tiro al bersaglio, che si
battaglione prendeva parte attivissima a tiene presso il Tiro a Segno nazionale di Via
numerosi successivi combattimenti. In uno di Ticino, a San Fruttuoso.
questi, assieme a pochi porta - ordini,
costituiva un manipolo di valorosi che, con Pochi mesi prima della sua morte, l’abbiamo
l’appoggio di un carro armato distruggeva un incontrato. Lasciamo a lui la parola.

46
Dove sei stato mio bell’alpino?
di Gaetano Maggi

Sono venuto a San Fruttuoso nel '74. Mi "morte bianca": si sedevano sulla neve, poi si
sono trovato molto bene perché qui è sdraiavano, si addormentavano e morivano
facilissimo farsi degli amici. assiderati senza soffrire.
In città è molto difficile. Io abitavo a C'era Tonino Biffi, un carissimo amico. Un
Milano dove,se va bene, ci si saluta in giorno, per dirmi due parole, mi viene vicino
ascensore, tanto ognuno si fa i fatti propri. e mi sposta un poco la testa. Un movimento
Qui invece uno scende in strada e subito minimo e la pallottola,invece di colpire me,
parla col prestinaio, col materassaio. A due uccide lui. Perché un uomo salva la vita a
passi ci sono la farmacia, la chiesa, il un altro ?
medico. Cosa si vuole di più? Io mi trovo Ricordo anche il Gabrielli, che voleva
benissimo: c'è una dimensione umana. tornare a tutti costi dalla guerra per vedere
la sua figliola, che era nata durante la
permanenza in Russia. Mostrava a tutti la
fotografia della bambina che gli aveva
inviato la moglie.
Poi al ritorno venne a sapere che la piccola
era morta. Una cosa terribile!
E il Tempini? Lui era un famelico:
mangiava alle 10 del mattino, poi andava di
nascosto ad assaggiare il rancio, poi veniva
a mensa e infine usciva ancora a pranzare in
una vecchia locanda (in tempo di pace).
Durante la ritirata col freddo e il buio delle
quattro di mattina, non avevo trovato
niente da mangiare. Sentivo soldati che
maledivano le loro madri per averli fatti
Uno dei libri di Gaetano Maggi nascere e altri che le pregavano perché
potessero farli tornare.
Partii per la Russia il 27 giugno 1942, Le forze andavano spegnendosi, un urlo
lasciando a casa mia moglie e mio figlio di lontano e potente: "Gaetano, Gaetano vieni
tre anni. qua. Non ne posso più."
Partecipai a quella campagna fin dal primo Vado e vedo un uomo con in mano una
combattimento. La ritirata iniziò il 17 coscia di pollo: era il Tempini che l'aveva
gennaio 1943 alle 17.00. conservata per me.
Vidi cadere in un solo giorno 5000 alpini e Una prova d'amicizia incredibile!
dei 220.000 partiti tornammo in 60.000.
La neve era rossa dal tanto sangue versato o
nera per i troppi cadaveri che la coprivano. Al rientro, era straziante andare a casa dei
Camminavamo a 40° sottozero e la compagni d'armi per portare la notizia della
tormenta gelata radeva il suolo con loro morte. Ricordo una madre di Brescia
stilettate sferzanti. La fame era tanta e la che, quando le comunicai la morte del figlio,
sete spietata. Le labbra e il palato si continuava a ripetere: "Mio figlio è vivo e
screpolavano e si riempivano di piaghe. Così tornerà !" Eppure l'avevo visto morire io
anche cibarsi, era un'atrocità. Ma era tanta stesso. Guardando questi genitori, leggevo
la voglia di mangiare che mandavamo giù sui loro volti una domanda spaventosa:
anche i vermi. Alcuni di noi, sopraffatti "Perché proprio nostro figlio ?".
dalla crudeltà di quei momenti, cercavano la
47
Ho scritto due libri sulla ritirata di Russia. di Russia, scrivevo un pensiero per mio
"La mia naia alpina" - edizioni Mursia, e figlio, pensandolo già uomo.
l'altro, uscito da Mondadori, è un libro di Conservo tutto con grande emozione. Scrissi
fotografie:"Gli alpini: storia e immagini". anche una lettera intera a mio figlio per il
Santo Natale del '42: è bella.
Ci sono anche due versi di Pablo Neruda:
"Come costa su questo pianeta, amarci
tranquillamente..."
In certi momenti sarebbe stato facile morire.
Abbiamo visto cose indescrivibili. Nessuno
può immaginare qual è la resistenza che un
uomo ha dentro di sé, quando decide di
campare. Ma se si voleva rientrare,
bisognava ancorarsi a valori.
Io non sarei mai ritornato se non avessi
pensato che avevo un figlio di tre anni e una
moglie che mi aspettavano. Ogni momento
pensavo al mio bambino e questo mi dava la
forza di continuare. Poi avevo la
responsabilità di condurre in salvo il
maggior numero dei miei alpini. Ero
obbligato a rimanere in piedi anche per loro.
Per comandare occorreva decisione e
l'umiltà di mettersi, anche in quelle
condizioni, a imparare a conoscere gli
uomini. I miei alpini...
Gli alpini: storia e immagini di Gaetano Maggi Siamo anche tornati in Russia, a Rossoch, a
costruire un asilo per 150 bambini. Vi erano
A maggio vorrei pubblicare "Otto mesi di anche altri alpini di San Fruttuoso. Ecco,
Russia in un'agendina". Un volume agile e gli alpini fanno la pace in questo modo.
interessante, composto da documenti e In Russia ho conosciuto Don Carlo Gnocchi.
fotografie. Ci sono lettere di combattenti, Nella battaglia di Nikolajevka io stavo
immagini crude e bellissime, stati di servizio vicino al pilastro di sinistra del ponte sulla
di alcuni alpini, carte topografiche e tanto ferrovia, Don Carlo a destra: una strage
altro materiale. brutale e feroce.
Il volume sarà stampato in Germania per Il 12 gennaio 1943 eravamo 61.155. Quattro
interessamento del Console tedesco in Italia. giorni dopo, conclusa la battaglia di
Ha voluto che vi aggiungessi alcune Nikolajevka siamo rimasti 13.420, più altri
fotografie di soldati alemanni al fronte. L'ho 7.500 feriti o congelati. Con Carlo Gnocchi
fatto volentieri. sulla destra del ponte, in quei giorni ho
Durante la ritirata tenevo un diario sul cominciato a credere.
quale annotavo gli avvenimenti più Dal 1983 al 1988 sono stato ammalato di
importanti della giornata. Lo custodisco depressione. Eh sì! Anche uno che riesce a
ancora. uscire da quell'inferno che è stata la Russia,
Da quel documento storico è nata l'idea del dopo aver portato fuori i suoi alpini da
nuovo libro. quella folle guerra, può soffrire di
In Russia lo scrivere mi ha aiutato a depressione.
sopravvivere. Ogni giorno io e mia moglie ci La guerra te la porti addosso e non va mai
scrivevamo una lettera, anche se poi non via, come le macchie d’olio.
potevamo spedirle. Ogni giorno della ritirata
48
Partigiani deportati
Dopo l’8 settembre 1943, il movimento in Germania a lavorare.
della Resistenza partigiana in Italia si Vi sono ragazzini del tutto ignari di
caratterizza per l'impegno unitario di politica, portati nei campi di sterminio per
molteplici gruppi politici (comunisti, “errore”, per “caso” o per pura malvagità.
azionisti, socialisti, cattolici, liberali, Li ricordiamo, cercando di conoscerli
repubblicani, ecc.), cui concorre una decisiva attraverso qualche notizia.
adesione popolare.
Riuniti nel Comitato di Liberazione Il 20 gennaio 1945 le forze fasciste di
Nazionale (CLN), hanno lo scopo di liberare S. Fruttuoso scatenano una caccia all'uomo:
la nazione dalla presenza dell’esercito nazi- nelle prime ore del mattino cinque giovani
fascista e portare la democrazia nel Paese. partigiani del luogo sono arrestati in
La Resistenza costituisce il fenomeno contemporanea.
storico nel quale vanno individuate le origini Non si sa come gli appartenenti alla RSI (la
stesse della Repubblica Italiana e della repubblica fascista di Salò, di fatto agli
Costituzione, fondata sulla sintesi tra le ordini dei nazisti) siano a conoscenza dei
tradizioni politiche dei partiti e ispirata ai loro nomi, ma i repubblichini vanno a colpo
princìpi della democrazia e dell'antifascismo. sicuro. La cattura dei cinque giovani fa
Il periodo storico in cui il movimento è pensare a una spiata.
attivo, inizia dopo l'armistizio dell'8 In ogni caso, da quel giorno inizia la loro
settembre 1943 e termina nei primi giorni storia di deportazione che vivono insieme,
del maggio 1945, per una durata di venti fino ai primi giorni dell'internamento nel
mesi circa. lager di Bolzano.
La scelta di celebrare la fine di quel
periodo con il 25 aprile 1945 fa riferimento
alla data dell'appello diramato dal CLNAI
per l'insurrezione armata della città di
Milano, sede del comando partigiano
dell'Alta Italia.

Campo di Bolzano

Dopo l’arresto sono portati nella sede delle


SS tedesche di Monza in via Tommaso
Grossi. Sempre separatamente subiscono
interrogatori e prepotenze. Gli inquisitori
Il vertice del CLNAI sfila il 6 maggio del ’45 per
Milano. Il secondo da sx è G.B. Stucchi sono militi italiani. Nella stessa giornata
passano alle carceri di Monza. Il 23 gennaio,
Anche a San Fruttuoso c’è chi rischia la a bordo di autocarri, sono condotti dai
propria vita per la libertà collettiva, per la nazisti a S. Vittore. Quando entrano nel 6°
democrazia, subendo persecuzioni, duro raggio del carcere milanese, comprendono di
carcere, campi di concentramento e di essere stati arrestati insieme. Sono rinchiusi
sterminio. al freddo nella stessa cella: la n° 17.
Vi sono i “lavoratori coatti”, coloro che, nel Ricevono una coperta a testa, mangiano
tentativo di evitare il servizio militare male e una volta il giorno, potevano lavarsi
accettano, prima dell’8 settembre di recarsi solo con acqua e non ci si rade.
49
Presi in consegna dalla polizia segreta Postino delle cellule di Resistenza in Falck,
militare di Werning, famigerato ufficiale partigiano combattente a San Fruttuoso e
delle SS, il 14 febbraio sono spediti a renitente la leva. In fabbrica è attivo
Bolzano. Nel campo di smistamento le loro propagandista politico, diffondendo stampa
sorti si dividono, ma nessuno di loro è clandestina. Partecipa ad azioni di disturbo
trasferito in Germania. Rimangono o nel come la distruzione della segnaletica
campo principale, o in quelli satelliti fino tedesca, per confondere le retrovie. Con il
alla fine della guerra. gruppo di San Fruttuoso blocca la linea
I cinque giovani sono: Osvaldo Bianchi, elettrica e recupera armi nascoste in un
Franco Fossati, Aldo Pessina, Mario cascinotto vicino al cimitero locale.
Scuratti, Giuseppe Serughetti. All'inizio del 1944 Franco è chiamato
nell'esercito della RSI, rifiuta ed è licenziato
Osvaldo Bianchi nasce il 31 agosto dalla Falck. Riallaccia i contatti con i
1921 a Spino d'Adda (Cremona) e abita in dirigenti dell’azienda, che lo fanno esonerare
Viale Lombardia 228. E’ un operaio presso dal servizio militare per la necessaria
le Fonderie Pacchetti Monza. produzione bellica. Dopo due mesi viene
E’ portato in carcere a S. Vittore con la arrestato.
matricola 1398. Trasferito nel campo di Dai suoi racconti abbiamo ricavato quanto
smistamento di Bolzano con la matricola segue:
9605 - blocco D, è in seguito, spostato nel
comune montano di Moso in Passiria. Torna
libero il 25 aprile 1945.
Ogni blocco è contrassegnato da una
lettera dell’alfabeto, corrispondente al tipo
di prigionieri inseriti. Nei blocchi D, E e M
sono rinchiusi i prigionieri politici
considerati più pericolosi. Nel blocco K e L
si trovano 48 celle e vi sono i prigionieri
destinati a essere trasferiti nei campi di
Lager di Bolzano – foto Felice Pirola (prigioniero)
sterminio in Germania oppure a subire duri
interrogatori e torture. Alle sei del mattino i militi entrano in casa,
sfruttando la porta lasciata aperta dalla
mamma del ragazzo. Fossati ha preparato
una corda lungo una finestra per calarsi in
un altro cortile e fuggire, ma è troppo
sorpreso perché tenti la fuga … e non ha che
diciotto anni.
Arrivato il 23 gennaio a S. Vittore, gli
assegnano la matricola 1397. A Bolzano,
matricola 9638, è internato nel blocco D,
dove lavora alla riparazione della ferrovia.
Due episodi che raccontava malvolentieri, li
riportiamo per comprendere meglio la non –
vita di un lager:
Franco Fossati - 9638 “Al mattino ci mandavano nel
Franco Fossati nasce il 4 marzo 1926 piazzale per l'appello ed io ho marcato visita,
a Monza, vive in via S. Fruttuoso 50 ed é un avrò avuto 40° di febbre. Mi ricordo che è
operaio della Falck Unione. venuto vicino a me un nazista con i gradi e mi

50
ha dato un potente ceffone, ma proprio forte. Riproduciamo un passaggio delle
Niente visita medica e filare con gli altri ...” parole di Fossati sullo stupore provato
nell’ascoltare la lingua tedesca pronunciata
“...All'entrata del campo c'era una SS, dai soldati nazisti: “… ed io che avevo sempre
una donna giovane che buttava per terra donne pensato che il tedesco fosse una lingua dolce,
di ottant'anni … con una violenza .,. non ho pur nelle sue asprezze. Fosse la lingua per dire
parole… la disumanità, la bestialità di questa “ti amo”, “stammi vicino”, “amico mio”, con
donna mi ha scosso”. tenerezza e affetto, come in tutte le lingue del
Dopo i trasferimento al blocco K, mondo; e invece … in quel mondo fuori dal
Fossati è incluso nella lista per Mauthausen. mondo che era il lager di Bolzano sentivo un
I selezionati per i campi di sterminio si tedesco diverso: urlato e scagliato in faccia,
avviano a piedi alla stazione di Bolzano per come ogni parola fosse un insulto al di là del
essere caricati su carri bestiame. suo significato. E mi chiedevo, dove fossero in
Arrivati nel comune di Fortezza, il quella lingua sputata, le parole dolci per dire
treno si ferma: i bombardamenti degli l'amore, la paura o la solitudine. Ho dovuto
Alleati sul Brennero frenano i trasporti poi leggere Primo Levi per capire che quello
verso la Germania. che ascoltavo nel lager di Bolzano non era il
I nazisti fanno scendere i prigionieri e tedesco di Goethe e di Schiller ma Lingua del
decidono di portarli a Vipiteno, 20 km a Terzo Reich, paranoico delirio verbale, aspro
nord. I bombardamenti continuano, le suono di morte e per capire, come ogni sillaba
notizie della guerra sono tutte negative per i assomigliasse tetramente allo scatto del mitra
nazi-fascisti. A questo punto le truppe quando si toglie la sicura.
tedesche sono allo sbando, le guardie
battono in ritirata. I deportati
comprendono di poter trovare la libertà e si
danno alla fuga, cercando di arrivare prima
possibile a casa. Anche Franco inizia la sua
lunga marcia verso San Fruttuoso. Sfrutta
ogni mezzo per ritornare dai familiari.
All’arrivo lo abbracciano, lui è “...vestito da
galeotto, con una verniciata di rosso sulla
schiena a croce, il 9638 triangolino rosso,
pelato e barbuto..." Celle a Bolzano (foto Felice Pirola - prigioniero)

Dopo la guerra Fossati sarà


presidente delle Acli di San Fruttuoso,
Consigliere Comunale e Assessore al
Decentramento per la Democrazia Cristiana.
Grazie a lui, nel 1974, Monza diventa la
prima città in Italia ad attuare il
decentramento amministrativo con ottimi
risultati ... fino a quando il decentramento è
strutturato secondo il progetto di Fossati.
Muore nel dicembre 2011.

Aldo Pessina nasce il 24 settembre


La Croce Rossa svizzera nel campo
1923 a Monza e abita in via S. Fruttuoso 2.
di Bolzano dopo la Librazione Lavora come falegname. Catturato
anch’egli il 23 gennaio ’45 e tradotto a S.
Vittore (matricola 1396) insieme agli altri
51
quattro amici di San Fruttuoso. siamo stati nei vagoni piombati per due giorni,
In seguito trasferito a Bolzano col numero alla stazione. Faceva un gran freddo. E una
di matricola 9637 nei blocchi D e poi M. sete. Cominciavamo a fare i nostri bisogni là
Prima lavora con Fossati alla riparazione dentro...” Dopo due giorni in queste
della linea ferroviaria e poi nella galleria del condizioni i prigionieri vengono fatti
Virgolo, dove si costruiscono cuscinetti a scendere, la linea ferroviaria del Brennero è
sfera. Rimane nel campo fino alla tormentata dalle bombe anglo-americane.
Liberazione. Il campo centrale è gremito di persone,
Mario Scuratti nasce il 9 febbraio perciò molti internati sono inviati nei campi
1926 a Muggiò, ma vive a San Fruttuoso in satelliti. Scuratti è destinato a Sarentino,
viale Lombardia. Lavora alla Sapsa Pirelli dove è costretto a spaccare le pietre del
di Sesto San Giovanni come operaio torrente Talvera, utilizzate per la
meccanico. costruzione di un depuratore per l'acqua.
Viene richiamato per entrare nell’esercito
repubblichino di Salò. Rifiuta, diventa
clandestino e si unisce alle formazioni
partigiane di San Fruttuoso. Durante il
sonno è fatto prigioniero.

Val Serentina oggi

L'alimentazione è scarsa: una zuppa d'orzo e


un pezzo di pane nero, a volte
accompagnato da un velo di margarina.
Le guardie non vanno per il sottile,
distribuendo frustate se il lavoro non
procede veloce.
Scuratti è liberato a Sarentino il 1° maggio
Scuola elementare Alfieri (1966)
1945. Arriva a S. Fruttuoso il giorno 9, dopo
Dopo sosta alla Scuola Elementare un viaggio rocambolesco. Muore nel 2009
Alfieri, base dei fascisti in paese, Scuratti
subisce un duro interrogatorio, finalizzato
all’identificazione, attraverso fotografie, di
alcuni partigiani come i fratelli Carpani
sempre di San Fruttuoso, ormai già
trasferitisi in Valsesia nelle formazioni di
Moscatelli.
A S. Vittore è matricola 1395, a Bolzano
9643D.
Dopo poco tempo dall'arrivo nel campo:
“...Era di mattino, ci hanno caricato sui
camion ... ci avevano caricato sui carri
bestiame, dovevamo essere in molti perché
ricordo che eravamo stipati in modo bestiale ...
Mario Scuratti

52
Giuseppe Serughetti nasce il 1°
ottobre 1921 a Grumello al Monte (BG) e Partigiani
vive in via S. Fruttuoso 647 a San A San Fruttuoso, nell’ambiente partigiano
Fruttuoso. Fa l’operaio meccanico alla spiccano alcune figure femminili di grande
Pirelli ed è arrestato anche lui con gli altri statura umana, di forza morale e di
quattro amici. femminilità intelligente. Le vogliamo
A San Vittore il suo numero di matricola è ricordare, raccontando le loro storie.
1394, a Bolzano diventa 9645.
E’ rinchiuso anch’egli nel blocco D.
Serughetti nella sua reclusione a Bolzano,
vive quei giorni con Mario Scuratti.
A Sarentino è protagonista di un tentativo
d'evasione non riuscito ma punito con
l'incatenazione al palo per una notte e un
giorno, senza cibo. La sera Scuratti, di
nascosto, gli porta qualcosa da mangiare,
rischiando la vita.
Liberato al termine del conflitto, rientra in Elisa Pezzotta con il papà dei F.lli Cervi
città.
Elisa Pezzotta, nasce nel 1926 a
Urignano (Bg), vive da sempre a San
Fruttuoso.
Appena adolescente inizia a diffondere
stampa clandestina contro il fascismo
partecipa alla Resistenza nella 150° Brigata
Garibaldi.
Il padre Serafino è arrestato a Sesto S.
Giovanni per propaganda politica, subisce il
confino in Francia, e aderisce alla Resistenza
Alle vittime del campo di Bolzano di C. Tschager monzese insieme alla figlia.
Foto: Mauro Mazzio

Il Campo di Bolzano resta attivo, come


campo di concentramento nazista, dal
giugno 1944 al maggio 1945.
E’ con Fossoli, Borgo San Dalmazzo e
Trieste, uno dei quattro Lager nazisti in
Italia.
Nei circa dieci mesi di attività passano tra le
sue mura circa 10.000 persone.
I deportati sono principalmente oppositori
politici, ebrei, zingari (Rom e Sinti) e
Testimoni di Geova
Una parte dei prigionieri - circa 3.500
uomini, donne e anche diversi bambini - è Serafino Pezzotta
trasportata nei campi di sterminio del Terzo
Reich. L’avanzata degli alleati porta alla La Pezzotta ha una sorella deportata
liberazione dei prigionieri che avviene tra il a Ravensbruk.
29 aprile e il 3 maggio 1945. Prima di Una testimonianza diretta, raccolta
ritirarsi, le SS distruggono per intero la da Giovanna Meroni per l’Anpi di Monza, ci
documentazione relativa al campo regala il racconto di Elisa.
53
Ha ancora un ricordo vivissimo della caduta “Legione autonoma mobile Muti” e lì vide sul
di Mussolini, il 25 luglio 1943 e il discorso registro il nome di Santina. Inveì contro i
pronunciato da Gianni Citterio in Piazza fascisti, li chiamò vigliacchi e traditori e corse
Trento e Trieste di fronte ad un mare di il serio rischio di essere arrestato. Diciamo che
gente in quei giorni. Elisa è lì, ha diciassette fu salvato da un ufficiale tedesco che lo
anni. allontanò con la forza”.
“Sembrava straordinario – dice - dopo tanti “La famiglia si divise: mio padre nella
anni di silenzio, di sussurri, di clandestinità, clandestinità, io sempre a Monza presso una
poter esprimere a viva voce quello che si zia, mia madre e l’altra sorella a Bergamo.
pensava: abbasso il fascismo, viva la libertà”. “Si tirò avanti così fino al 25 Aprile 1945!
“In settembre e in ottobre - continua Elisa - si Dei giorni della Liberazione, Elisa ricorda
formano a Monza i primi Gruppi Partigiani”. benissimo la resa della Casa del Fascio che
“Si raccoglievano fondi e viveri per le famiglie allora era situata in piazza Trento e Trieste.
dei compagni più colpiti”.
“La mia attività specifica era la distribuzione
della stampa clandestina, soprattutto
manifestini per i sabotaggi. Qui da noi si
sabotavano molto i binari della ferrovia
Monza-Como-Lecco, di cui i fascisti e nazisti
si servivano parecchio. Il mio capo era mio
padre che allora lavorava al laminatoio
nazionale. Io lavoravo alla Motta panettoni
come operaia e talvolta, di notte, facevo i turni
in fabbrica, come crocerossina”.
“Di quei tragici mesi - dice Elisa - i ricordi
sono moltissimi. Che dire? Tremendo fu il
giorno in cui venne arrestata mia sorella
Santina nel marzo 1944. Aveva sedici anni e
lavorava alla Magneti Marelli di Crescenzago.
Era l'unica della famiglia che non Casa del Fascio – Via Passerini 5 - Monza
s’interessava di politica”.
“Da San Fruttuoso corremmo in piazza,
eravamo tre ragazze su due biciclette.
Subito andammo nella cantina dello stabile e
vidi proprio con questi occhi, molte tracce di
sangue e di materia cerebrale sui muri.
Sicuramente lì erano stati torturati molti
nostri compagni. Il nostro sdegno era
enorme... Ma bisognava portar via le armi e
ritornare di corsa a San Fruttuoso, dove i
partigiani aspettavano”. Ai primi di maggio
la famiglia si riunì.
Dopo la liberazione Elisa è
Mussolini al Comando Legione Muti - Milano, 1944
responsabile del Fronte della Gioventù
“Venne fermata per strada e... sparì. Quando Comunista e poi dell’Unione Donne Italiane
il Comune di Monza mandò a ritirare le sue di San Fruttuoso.
carte annonarie, capimmo che Santina era
Un’altra donna che ricordiamo con affetto e
stata deportata. Per aver la conferma mio
padre si recò alla Rondinella di Sesto S. stima è Angela Ronchi.
Giovanni, dove c'era una caserma della
54
l’interrogatorio a farsi rilasciare insieme alla
sua compagna.
Dopo l’otto settembre il capo officina che,
l’ha vista esultare alla caduta del governo
Mussolini, la fa licenziare in tronco dalla
Marelli.
Partecipa con compagni comunisti di San
Fruttuoso a riunioni segrete, dove incontra
compagni della Breda, della Pirelli e della
Angela Ronchi Magneti Marelli. S’impegna a portare
Angela Ronchi nasce a Bellusco il 17 volantini nelle fabbriche. “Passando in
gennaio 1924. A cinque anni viene a vivere a bicicletta – dice ridendo – ne buttavo sempre
San Fruttuoso, dove conosce il compagno di qualcuno dentro le scuole di San Fruttuoso,
tutta la sua vita: Mario Scuratti ex dove erano alloggiati i fascisti.”
deportato e antifascista. Si sposano nel 1955 Assume il nome di battaglia di “Anita
con rito civile e rimangono uniti fino Garibaldi”, anche qui sorride. Trova lavoro
all’ultimo. alla tessitura Rovelli di Monza.
Da una pubblicazione dell’Anpi di Monza
sulle donne e la Resistenza, ricaviamo una
testimonianza raccolta da Aurora Belli.

Donne partigiane a Milano – Archivio La Presse

Si adopera per raccogliere fondi da inviare ai


Angela Ronchi: manifestazione unitaria del Comitato compagni partigiani che agiscono in
di Quartiere - 25 aprile 1977 clandestinità.
Nella tessitura le altre donne sono per la
Giovanissima sente crescere nella sua
maggior parte molto impaurite e
famiglia l’avversione al fascismo. Il padre,
difficilmente partecipano a scioperi o
socialista e antifascista, subisce percosse e
manifestazioni.
soprusi, la madre partecipa agli scioperi per
Nell’atmosfera che si crea all’inizio del 1945,
il miglioramento della condizione operaia.
man mano che gli alleati sospingono i
A quattordici anni inizia a lavorare in una
tedeschi sempre più verso i confini, Angela
fabbrica di tessitura, poi passa all’Olap di
si entusiasma tanto da dichiarare in
Milano e in seguito alla Magneti Marelli di
un’assemblea che, quell’anno, il primo
Crescenzago.
maggio si festeggerà con le bandiere rosse.
Qui sì si unisce a un gruppo Socialista
Angela dopo qualche anno dà le dimissioni e
interno alla fabbrica, che partecipa
il suo datore di lavoro le riconosce coerenza
attivamente alla causa antifascista.
e onestà, elogiandola davanti a tutti.
Nel 1943, a diciannove anni, è arrestata con
Del 25 Aprile del ’45, per Monza il 26,
una giovanissima amica per aver distribuito
Angela ricorda la felicità e la gran
volantini contro il fascismo. Riesce, per la
confusione.
sua prontezza di spirito, durante
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Ricorda l’orrore provato nel vedere il luogo Invece Angela, proprio in questo ruolo offre
di tortura e di morte, che i fascisti avevano il meglio di sé.
organizzato in piazza Trento e Trieste, il Riesce a far riavere alla gente di San
sangue frettolosamente asciugato con Fruttuoso il Parco Varisco (in precedenza
segatura e l’enorme stufa, dove erano stati proprietà di un gerarca fascista).
bruciati gli indumenti e i resti dei partigiani,
che avevano avuto il tremendo destino di
essere presi e portati sino lì.
Dalla Sede del Fascio recupera le armi da
dare ai partigiani, che circondano la Scuola
Alfieri di San Fruttuoso, dove ancora sono
barricati molti fascisti nel tentativo di una
vana resistenza.
Campo sportivo della Scuola Media Sabin
Angela e i suoi compagni occupano l’Alfieri.
Lei si occupa del vitto, perché l’unica volta Con l’aiuto di Don Enrico Vitali (coadiutore
che ha provato a sparare s’è spaventata dell’Oratorio) e di Giulio Pessina
moltissimo. Angela dice: “Io non saprei (rappresentante dei genitori nel Consiglio
uccidere”. d’Istituto della Scuola Media Zucchi)
Durante il duro periodo della convince l’Amministrazione Comunale a far
Resistenza, matura una forte repulsione nei costruire la Scuola Media Sabin a San
confronti della guerra e della violenza. Fruttuoso.
Riesce a rendere pubblica questa
Riesce ad evitare la costruzione del carcere
consapevolezza in tutti gli impegni sociali e
di sicurezza a San Fruttuoso per dirottarlo a
politici che si assume alla fine della guerra:
Bollate.
Presidente onorario dell’ANPI di Monza,
Segretario della CGIL Tessili di Monza e, dal
1974, Presidente del Comitato di Quartiere 4
di San Fruttuoso.

Progetto del Carcere previsto a San Fruttuoso e poi


realizzato a Bollate nel 2001

Riesce a far avere una sede dignitosa alla


Circoscrizione 4, che all’inizio della propria
Parco Angela Ronchi costituzione si riuniva negli scantinati
In questa esperienza, Angela Ronchi dell’Asilo Nido di via Tazzoli.
manifesta abilità che sembrava non Muore nel marzo 2011. Il 12 ottobre 2013 le
possedere in passato. viene intitolato il Parco Varisco, che diventa
La sua passionalità, il modo così Parco Ronchi.
diretto di esprimere le proprie opinioni, il Altri partigiani operano a San
suo fare un po’ brusco, potevano far Fruttuoso durante la Seconda Guerra
presagire un’incapacità nella mediazione e Mondiale: Idolo Citterio, Peppino Pozzi,
nel gestire con pazienza i tempi per le Valentino Villa, i fratelli Enrico e Abramo
soluzioni politiche di problemi concreti. Carpani, ecc.
56
dice: “Ma non ti ho mai visto, da che parte
arrivi, chi sei, con chi sei?”. Gli spiego. Lui
mi dice: “Comando un gruppo alle cascine di
San Fruttuoso della SAP. Se vuoi venire con
me, ti porto dove potrai dormire e, se sarà
possibile, magari anche mangiare qualcosa”.
Allora va a casa sua, mi prende un pezzo di
pane giallo e un pezzetto di formaggio, mi
spiega tutto quello che devo fare e tutto sembra
tranquillo. Lui ha il collegamento con la
montagna, con la divisione di Moscatelli,
La terza età di Idolo Citterio figurati un po'.
Il compito della SAP non è solo quello di
Idolo Citterio nasce a San Fruttuoso nel procurare armi, o di disarmare, per portarle in
1925 è figlio di Angelo (1902-1945) e di montagna, ma anche di trovare indumenti.
Perego Ernestina (1902-1943). Scompare nel Rimango quattro mesi a San Fruttuoso. In
2007 un'azione proviamo a svaligiare un magazzino
I fratelli Enrico (1921) e Abramo Carpani e prendere un camion per spedire materiale in
abitano in fondo a via Marelli, dopo il montagna. Devo segnalare quando arriva il
Cimitero. Con il padre Giuseppe, gestiscono camion da conquistare. Siamo in viale
l’Osteria Carpani che, in seguito diverrà la Monza, ho un sospetto: il camion ha il tendone
Casa del Contadino. e non lo segnalo. Infatti, lo sai chi c'è su quel
Entrano a far parte della 6° Brigata camion?
Garibaldi, con Cino Moscatelli, Giovanni
Battista Stucchi e Umberto Terracini.
In seguito fanno parte delle SAP (Squadre
di azione patriottica).
Le SAP sono formazioni di quindici - venti
uomini, nascono per allargare la
partecipazione popolare alla lotta. All'inizio
svolgono azioni di ostacolo, più avanti
diventano gruppi di alto profilo militare.
I fratelli Enrico e Abramo Carpani
conducono operazioni di sabotaggio, di
rifornimento di armi e vestiario ai partigiani Idolo Citterio, al centro con la mano in tasca, davanti
in montagna, e trasferiscono i renitenti al Cinema Centrale, festeggia la Liberazione.
presso la Brigata di Moscatelli.
Fascisti e Nazisti! Hanno svaligiato il
Una testimonianza su Enrico Carpani la
magazzino prima di noi. Qualcuno di san
troviamo in un’intervista che compare sul
Fruttuoso ci ha tradito. Nessuno sa chi può
sito www.lageredeportazione.org in cui parla
essere l’informatore Carpani sa che sono in tre
Emilio Bacio Capuzzo, partigiano di Nova
e che lavorano nella caserma dei fascisti di
Milanese:
San Fruttuoso. Dopo una sparatoria Carpani
“...avevo cambiato già diversi cascinotti, non
ne cattura uno che, sotto tortura, fa i nomi di
volevo dare il minimo sospetto. Mentre sono
tutte le spie. Dopo qualche ora i fascisti
sul sentiero che va a San Fruttuoso, arrivano
bruciano la casa di Enrico e di suo fratello
due persone, uno era Enrico Carpani.
Abramo. Siamo scappati tutti. Abramo
Come mi vede, mi dice: “Non avere paura,
Carpani scompare nel 1980, Enrico nel 1983.
siamo dei tuoi”. Allora ritrovo coraggio. Mi

57
Lavoratori coatti o precettati-Reclutamento forzato

Una delle vicende della 2° Guerra Mondiale richiede d’essere esaminato, poiché contiene
non sempre considerata quanto si dovrebbe innumerevoli sfumature e dettagli assai
è quella dei “lavoratori coatti”. rilevanti, e perché è la più grande operazione
di riduzione in schiavitù dei tempi moderni.

Arrivo di lavoratori coatti in Germania (Anpi Lissone)

S’è studiata approfonditamente l’attività


dell’Organizzazione Todt: la grande impresa
P. Arienti “Dalla Brianza ai Lager del Terzo Reich”
di costruzioni, creata da Fritz Todt, che
Bellavite – 2011
opera nella Germania nazista e nei paesi
occupati dai tedeschi, obbligando al lavoro Riportiamo un passo di Pietro Arienti,
coatto più di 1.500.000 uomini e ragazzi per tratto dal suo bellissimo studio storico
edificare la Linea Sigfrido, Vallo Atlantico, “Dalla Brianza ai Lager del Terzo Reich”
Linea Gustav, ecc. Lavorando per la OT, edizioni Bellavite – 2011
muoiono circa 400 mila persone.
« Nel 1942 Fritz Sauckel, l'ex-governatore
della Turingia, è nominato "Plenipotenziario
generale per la mobilitazione del lavoro"
(Generalbevollmächtigter für den
Arbeitseinsatz, abbreviato in GBA). In
pratica il gerarca delle SS è a capo di un
organismo, creato ad hoc, per la raccolta e
l'utilizzo della manodopera ovunque essa
Documento di un lavoratore coatto polacco 1942 potesse essere reperita, per metterla a
(Anpi Lissone) disposizione principalmente del programma di
produzione di armi e munizioni e,
Tuttavia v’è un altro capitolo molto secondariamente, di altri settori dell'economia
importante della Storia che riguarda la tedesca. La fame di lavoratori di cui era
Generalbevollmächtigter für den afflitto il Reich, a causa dell'enorme sforzo
Arbeitseinsatz (GBA). bellico al quale si era sottoposto e del
La GBA trasferisce circa sei milioni contemporaneo impiego degli uomini più
di lavoratori stranieri in Germania, che validi sui vari fronti, richiedeva un'azione di
svolgono lavori forzati per l'industria e per requisizione di braccia in tutta l'Europa
l'agricoltura tedesca. E’ un tema che ancora occupata.
58
L'armistizio e la susseguente occupazione del una cifra talmente esagerata che nemmeno
suolo italiano, aveva aperto nuove inattese lontanamente sarà avvicinata nello
possibilità in questo senso e non a caso svilupparsi degli eventi.
Sauckel era stato fra i primi maggiorenti
nazisti a intervenire nella penisola, affidando Si calcola, infatti, che dall'8 settembre alla fine
al generale Kretschmann il compito di della guerra furono assoggettati al servizio del
organizzare l'incetta di lavoratori anche in lavoro in Germania circa centomila italiani e
Italia. Due fonti erano però già disponibili. italiane, dei quali i volontari non arrivarono a
Innanzitutto in Germania erano presenti circa diecimila.” ….
centomila connazionali, trasferitisi
volontariamente negli anni dal 1938 al 1943 “ … la storia dei lavoratori coatti è
in conformità a intese intergovernative fra sconosciuta ai più, come ho avuto occasione di
Roma e Berlino; dopo la caduta del fascismo verificare lavorando a questa ricerca … Anche
del 25 luglio furono in gran parte trattenuti in in Brianza questa memoria è perduta … nella
maniera forzata. sola provincia di Milano furono quasi
L'altro grosso bacino era il Regio esercito, i cui diecimila i lavoratori coatti … 1202 lavoratori
soldati furono disarmati e portati in e lavoratrici furono prelevati in Brianza …“.
Germania per essere utilizzati
fondamentalmente come forza lavoro.
L'incarico di Kretschmann era ora quello di
aggiungere queste risorse, quelle presenti sul
territorio italiano, potenzialmente
rappresentate alla popolazione attiva residente.
Il progetto si presentava come alquanto
ambizioso, poiché Hitler aveva fissato quale
obiettivo principale della politica economica
tedesca per il 1944, l'invio in Germania dai
paesi occupati in Europa di altri quattro
milioni di lavoratori coatti.

Lavoratori coatti in Germania. Dati ufficiali al 30


settembre 1944 (Ministère de la Culture – Parigi)

Le modalità di arruolamento del lavoratore


coatto sono quindi in minima parte
propagandistiche, ma vanno dal
rastrellamento all’arresto delle SS o dei
repubblichini, dall’agguato ad altri sistemi
forzati.

Fritz Sauckel arrestato dagli americani – 1945 Per quanto riguarda San Fruttuoso, i
(Archivio Germania Federale) lavoratori coatti trasferiti in Germania sono
sedici. Anche in questo caso ci viene in
Sauckel dichiarò di voler compiere "con aiuto, con qualche correzione, il libro di
volontà fanatica" il tentativo di procurare tutta Arienti.
questa manodopera, ripromettendosi di
arruolare in Italia 1,5 milioni di lavoratori,

59
Iniziamo a conoscere due lavoratori coatti negozio di biciclette in Viale Lombardia, 242,
del nostro paese, non presenti nella ricerca vicino a Robecco. Anche lui, come l’Aldeghi,
di Arienti. Si tratta di Ernesto Aldeghi, e si offrì di andare a lavorare in Germania
Pierino De Ponti. perché era sicuro di guadagnare qualche
Li ricordiamo attraverso il racconto di soldino, restando lontano dai problemi in
Peppino Pozzi, allora giovanissimo Italia. E anche che il momento di partir aveva
partigiano del nostro paese. capito che le cose non stavano come la
propaganda voleva far sembrare. A casa non è
Ernesto Aldeghi e Pierino De Ponti più tornato.
di
Peppino Pozzi

Bicicletta Ravasi

Anche Pierino De Ponti, detto


Peppino Pozzi nel 2006
Sfilza, fu portato in Germania. Quando tornò,
era molto ammalato. E’ stato gerente della
Ernesto Aldeghi abitava in Curt Casa del popolo, quando ancora era in via
Lunga, Via San Fruttuoso, 6. Aveva un Lamarmora.”
fratello più grande che è mancato da poco Peppino Pozzi
tempo, Bortolo, e una sorella, Anna.
Lo chiamavamo “il bergamasco”,
perché era dalla provincia di Bergamo, anche
se era arrivato a San Fruttuoso da piccolo.
Quando ha deciso di andare in
Germania a lavorare aveva diciassette anni
circa. Voleva stare lontano dal caos del dopo 8
settembre. In Germania voleva starci qualche
mese, guadagnare qualcosa e poi tornare e
comprare un appartamento.
Poi quando è arrivato il momento di partire, il
giorno prima, mi ha confidato: “Ormai siamo Da un giornale della Resistenza francese
obbligati a partire per la Germania, ma (ANPI Lissone)
durante il viaggio scapperemo dal treno e
torneremo a casa”. Gli altri lavoratori coatti di San Fruttuoso
Non so se è arrivato in Germania, ma di cui siamo a conoscenza sono:
a casa non è più tornato.
Giovanni Mapelli, nato il 16
Giosuè Ravasi era nato a San novembre 1904 a Basiano (Mi), abita in
Fruttuoso. Abitava in Curt di Sciàtt, in Via Villa Torneamento 581. E’ sposato con
San Fruttuoso 7. Aveva una sorella ed era Carolina Tamagni e fa l’operaio. E’ il primo
cugino del Ravasi ciclista, quello che ha il a partire, il 15 novembre 1943.

60
Nel gennaio del ’44 partono tre persone di destinazione è la Sassonia, più precisamente
San Fruttuoso: è assegnato al commando di Zschachwitz,
alla periferia sud di Dresda. Lavora alla
Mario Pasquale Pacchetti, nato il 28 MIAG, dove più di 1000 lavoratori coatti
marzo 1926 a Monza, abita in viale sono impegnati nella costruzione di carri
Lombardia 228. Lavora come fonditore. armati. (Archivio di Stato di Trento).
Parte il 12 gennaio 1944.
Il 21 gennaio del 1944 parte In seguito partono due lavoratori coatti che
Giuseppina Festa, nata l’8 agosto 1921, vive finiscono nello stesso posto di lavoro.
Via Marsala 606. Non è sposata e fa la Il primo è Pasquale Galbiati, nato 26
fresatrice gennaio 1927, vive in Via Marsala 606, non è
Mentre il 31 gennaio 1944 parte sposato e lavora come lattoniere. Parte il 16
un’altra donna: Angela Ripamonti nata il 17 marzo 1944, secondo la scheda ufficiale,
aprile 1922 a Monza, abitante in viale come volontario.
Lombardia 135. Lavora come magazziniera. Il secondo è Florindo Tavola nato il 13
La sua destinazione in Germania è la giugno 1922 a Monza, residente in viale
Sassonia, in particolare la città di Lipsia, Lombardia 172. Non è sposato ed è
dove è presa in custodia dall’ufficio del ricordato in paese per la sua abilità nel
Lavoro tedesco, comandato da Robert Ley. mantenere alte velocità per diversi
chilometri in bicicletta. Lavora come
impiegato apprendista. Parte il 26 aprile
1944
Il viaggio del Galbiati e del Tavola li porta
prima presso l’ufficio regionale del lavoro
nella città di Mangdeburgo, poi in quello più
piccolo della città di Dessau, dove sono
impiegati presso la Junkers, nella
fabbricazione di motori aeronautici. Il nome
Me 262 trainato da un trattore, 1944 Junkers è ben noto in associazione con gli
Archivio Germania Federale aerei, soprattutto bombardieri, della
Nello stesso anno, ma nel mese successivo Luftwaffe, l'aviazione militare tedesca,
parte Giampiero Resnati nato il 25 giugno durante il secondo conflitto mondiale.
1924 a Monza, vive in Via Lamarmora 15.
Non è sposato e fa il fonditore. Parte il 7
febbraio 1944. La sua prima destinazione è
Brunswick, nella Bassa Sassonia, da lì è
trasferito a Watensdedt, dove lavora, sempre
come fonditore, nelle Opere Hermann
Göring (il numero due del nazismo assieme a
Goebbels): industrie per l’estrazione del
ferro, la produzione dell’acciaio e la Stabilimenti Junkers a Dessau e il fondatore Hugo
Junkers, 1928 - Archivio Germania Federale
costruzione di materiale bellico. In
particolare Resnati lavora alla produzione Nel maggio del 1944 sono ben cinque i
di accessori per l’aereo da caccia M 262 o lavoratori coatti di San Fruttuoso, che
Me262. finiscono in Germania: Artemio Bianchi,
Il 3 marzo del 1944 parte Dante Tremolada Egidio Boracchi, Giuseppe Tanzi, Italo
nato il 17 giugno 1907 a Monza, vive in via Giovanelli e Giuseppe Malavaso.
Risorgimento 6. E’ sposato con Luigia
Bramati ed è un radiomatore. La sua
61
Artemio Bianchi, nato 27 settembre 1922 a Giuseppe Malavaso, nato il 2 febbraio 1907 a
Spino d'Adda (CR), vive in viale Lombardia Cavarzere (Ve), abita in Via Lamarmora 21.
228. Non è sposato, è dipendente della E’ sposato con Maria Longoni. Lavora in
Magneti Marelli, dove lavora come un’azienda chimica. Anch’egli è ingaggiato
attrezzista. E’ il fratello del deportato attraverso una richiesta dell’Ufficio del
Osvaldo Bianchi. Lavoro di Monza. Parte il 21 maggio 1944, il
Parte il 3 maggio 1944 per il capoluogo del giorno dopo il Giovannelli.
Niederdonau, una delle unità di suddivisione Entrambi finiscono a lavorare a Berlino
amministrativa creata in alcune delle aree presso l’azienda AEG.
annesse alla Germania nazista e si trova AEG fornisce energia elettrica, linee
quindi a Vienna, dove lavora nella fabbrica ferroviarie, illuminazione pubblica, prodotti
di accumulatori AFA, oggi Varta. elettrochimici, turbine a vapore, cavi
Sempre il 3 maggio 1944 parte Egidio elettrici, telegrafi, aerei, registratori audio
Boracchi, nato 14 ottobre 1911 a Monza, magnetici a bobine, ecc., Durante il conflitto
vive in Viale Lombardia 240. Sposato con mondiale, si dedica completamente alla
Chiarina Montrasio, lavora come sbavatore. produzione bellica, per rifornire le forze
Arriva in Germania su richiesta dell’ufficio armate tedesche.
regionale dell’attuale Bassa Sassonia. In Malavaso lavora in officina, Giovannelli in
seguito è inviato a lavorare a Watenstedt in ufficio.
un’azienda per la lavorazione dell’acciaio per
scopi militari e bellici.
Giuseppe Tanzi nato il 21 gennaio 1918 a
Legnano, vive in via Cimitero 4, l’attuale
Via Marelli. Non sposato, lavora come
tipografo. Parte il 6 maggio 1944 ed è preso
in consegna dall’ufficio regionale della
Franconia a Norimberga. E’ inviato a
lavorare a Erlangen presso la Siemens
Reininger Werke che collabora con l‘Ufficio
responsabile per l'Aviazione da caccia.
AEG di Berlino negli anni ’40 - Foto Doris Antony

Nello stesso giorno di giugno, tre lavoratori


coatti di San Fruttuoso, partono insieme,
insieme percorrono la stessa strada e si
fermano nella medesima azienda:
Claudio Grassi, nato il 1° settembre 1909 a
Monza, abita nella Cascina Torneamento
681. E’ sposato con Giuseppina Gariboldi.
Sede della Siemens a Erlangen nel 1948 Lavora come meccanico.
(Wikipedia source - 2012) Antonio Zecchetto, nato il 30 ottobre 1913 a
Portonovo (An), abita in Via Risorgimento
Nella seconda età di maggio partono due 10. Non è sposato e lavora come operaio.
lavoratori coatti che sono occupati nella Felice Scotti, nato il 1° dicembre 1910 a
stessa azienda: Brugherio, abita in Via San Fruttuoso 7. E’
Italo Giovanelli, nato il 15 aprile 1912 a sposato ed è carpentiere. Il 10 giugno 1944
Monza, abita in Via Lamarmora 2. partono per la Turingia e arrivano sulla
E’ sposato con Fausta Fumagalli. Lavora catena montuosa dell’Harz, a Nordhausen.
come fonditore. Ne richiede l’Ufficio del
Lavoro di Monza. Parte il 20 maggio 1944.

62
Tra le persone di San Fruttuoso come
lavoratore coatto, v’è anche Giampiero
Albertini.
Nasce il 20 dicembre 1927 a Cascina Santa
Giuliana di Taccona, ancora in fasce si
trasferisce in via San Fruttuoso 16.
Ha un’infanzia infelice dovuta alla morte
della mamma, alla faticosa convivenza in
una famiglia sui generis e numerosa: tredici
tra fratelli, fratellastri, sorelle e sorellastre.
Locomotiva da lavoro prodotta a Nordhausen, 1939
(Wikipedia source – 2013)
Il padre, Battista, è cassiere alla Falck. La
In questa città lavorano per la M.B.A. Und mamma proviene da una famiglia
Bahnbedarf Aktiengesellschaft), un’azienda contadina. Orfano di madre Giampiero
che produce locomotive, vagoni, scavatrici, rimane è pertanto inviato in un collegio
autocarri, mezzi cingolati. della Brianza.
Attilio Cipolla, nato a Cassina de Pecchi
(Mi), abita in Via Bassi 22. Non è sposato e
lavora come operaio.
Parte il 4 luglio 1944 e l’Ufficio regionale di
destinazione a Dusseldorf, lo trasferisce a
Leverkusen, dove lavora presso l’azienda
chimica l’JG Farben: un conglomerato di
aziende con sede legale a Francoforte e con
56 fabbriche in Germania. La JG Farben
produce la massima parte dello Zyklon-B (la
sostanza mortale utilizzata nelle camere a
gas dei lager) per il governo tedesco, durante
l'Olocausto. La JG Farben è anche una delle Giampiero Albertini
società che più richiedono deportati come
cavie per esperimenti e test di medicinali di Sogna di diventare scultore. Studia col M°
vario genere, per mezzo dei quali sono Panceri, autore del monumento ai caduti di
inventati il gas nervino, l'eroina, il Piazza Trento e Trieste.
metadone, ecc. Nell’ottobre 1944, l’azienda Tuttavia, proprio a causa della vita
è più volte bombardata e, tra i morti molti intricata in una famiglia complessa sul
sono i lavoratori forzati. (da "J.G. Farben - from piano affettivo, Giampiero ha un serio
Anilin to forced labor" di Jörg Hunger e Paul Sander) problema nel riconoscere il valore della sua
scultura, tanto che, terminata ogni nuova
opera, non riesce a trattenere il bisogno di
distruggerla.
Per questo motivo, i suoi lavori artistici
rimasti sono solamente dei bassorilievi, il
busto di Achille Grandi, nella sede della ex -
DC di Piazza Duomo a Monza, le vetrate
della casa di Ugo Tognazzi, quelle della
Chiesa di Arcinazzo Romano e uno
splendido crocefisso, conservato dalla moglie
Cartolina della Sede Amministrativa Lucia Romanoni, attrice di prosa e pianista,
della JG Farbena Leverkusen – 1942
allieva di Arturo Benedetti Michelangeli.

63
della trasmissione Cyclo, ove si fabbricano
motoriduttori, utilizzati per la lavorazione
di metalli di ogni tipo.
La fabbrica si trova in Dachauerstrasse 114,
dove Adolf Hitler, tra il 1919 e il 1920 si
ferma spesso nella birreria Zum Deutschen
Reich, incontrando gli amici del Partito dei
Lavoratori. Dal maggio del 1942
innumerevoli lavoratori coatti sono
trasferiti a Dachauerstrasse, dal campo di
Concentramento di Dachau.

“I Quattro Evangelisti” di Giampiero Albertini


Portale Chiesa di Arcinazzo Romano

Durante un giro in bicicletta a Sesto San


Giovanni, vicino alla Breda, è fermato da
una pattuglia motorizzata tedesca, che ha
improvvisato un posto di blocco in pieno
giorno. Davanti a lui pedala un uomo con
della stampa clandestina. Giampiero non
conosce neppure quell’uomo e nemmeno
Atto provante il lavoro di Albertini presso Cyclo
s’interessa di politica. Getriebebau a Monaco di Baviera
I.T.S. di Bad Arolsen (Germania) 17 giugno 1947

Torna a piedi dalla Germania fino a San


Fruttuoso.
Di questo drammatico periodo, Giampiero
non ha mai voluto far parola con nessuno
per tutta la sua vita.
Ci è rimasta una sua poesia. Ve la
proponiamo perché ci sembra più
rappresentativa di tante altre parole.

Macchinari nella Cyclo Getriebebau Lorenz Braren


Monaco di Baviera - 1948

La sua vita è tutta nella poesia, nella


pittura e nella scultura, ma questo ai
tedeschi poco importa.
Quel che conta per loro è che un ragazzino
non può farsi un giro in bicicletta senza
documenti in tasca.
Il 5 agosto 1944, ancora sedicenne
Giampiero è registrato dai nazisti a Monaco
di Baviera, ove rimane fino al 30 marzo del
1945.
Albertini lavora presso l’azienda Cyclo “Adamo, Eva e il peccato” di Giampiero Albertini
Geitriebebau di Lorenz Braren, inventore Vetrata Chiesa di Arcinazzo Romano

64
Sulle terre del nord
Sulle terre del nord,
dove anche ora, rincorrevano comete di bengala,
attendono foreste, ho confuso i demoni con Dio
freddo e crudeli sacrifici, invocando pietà da entrambi
ho provato la spinta giù, verso Il basso, (Ho leccato i piedi alla morte,
in vigliacche, improvvise confusioni. implorando accoglienza,
(Inciampavo al peso di rotaie, senza costole strisciavo,
e di travi annerite. verme, la follia concessami).
La sera, cercandomi,
mi vergognavo del magro alle braccia). Sulle terre del nord,
dove le aurore,
Sulle terre del nord, incredibili aurore mostruose,
dove nel buio, lanciavano fango nel cielo,
il mio chiostro lontano era scrigno, con occhi e teste e schiene,
gremito di Santi e limoni, tutto sprofondava nel sole morto.
ho vissuto il bruciore solitario, (Il fumo dei cremati
dì colpe non commesse. era un serpente col cervello
(Il chiaro neonato di vent’anni inchiodato nell’abisso,
in un lavacro assurdo, neppure l’inferno lo voleva).
solo ossa e lividi
e strappi della pelle troppo purificata...) Sulle terre del nord,
FORSE,
Sulle terre del nord, frammenti bruciacchiati di cometa
dove il Natale, custodiscono
massacrava i bambini e i Magi intatta
la mia infanzia.
Giampiero Albertini - Natale 1944 – Monaco di Baviera.

Dopo la guerra Giampiero Albertini diventa L’ultimo lavoratore coatto di San Fruttuoso
un attore teatrale, televisivo, a partire è Giosuè Ravasi.
cinematografico e doppiatore di buona Vive in via San Fruttuoso 7, non è sposato e
fama, partecipando a film di grande lavora come cuoco.
impegno civile e di notevole successo sia di Lo troviamo nel raggio tedesco del carcere di
pubblico, sia di critica. Di questa sua San Vittore l’11 settembre del ’44. E’
attività daremo conto in un capitolo volontario, parte il 18 settembre e la sua
successivo. destinazione è un’azienda chimica in
Germania. Come ha raccontato Peppino
Pozzi, non tornerà mai più.
Soldati in Germania
A Cassabile, un piccolo comune nella alla popolazione. Per contro gli Alleati
provincia siciliana di Siracusa, il 3 rispondono bombardando Civitavecchia,
settembre 1943, l’Italia firma l’armistizio Viterbo e Napoli. Perdurando l'incertezza da
con gli alleati che prevede la resa parte italiana, gli anglo-americani
incondizionata. annunciano autonomamente l'avvenuto
Nei giorni successivi il Capo del Governo, armistizio: l'8 settembre, alle 18:30, il
gen. Badoglio, tergiversa nel dare l’annuncio generale Dwight Eisenhower legge il

65
proclama ai microfoni di Radio Algeri. Alle Nelle settimane immediatamente successive,
19.45, Badoglio fa il suo annuncio da Roma: 815.000 soldati italiani sono catturati dai
“Il governo italiano, riconosciuta la nazisti, e destinati a diversi Lager con la
impossibilità di continuare la impari lotta qualifica di I.M.I. (internati militari
contro la soverchiante potenza avversaria, italiani). Più della metà dei soldati in
nell'intento di risparmiare ulteriori e più gravi servizio abbandonano le armi per tornare
sciagure alla Nazione ha chiesto un armistizio alle loro case in abiti civili. Molti si
al generale Eisenhower, comandante in capo aggregano alle milizie partigiane, altri sono
delle forze alleate anglo-americane. La uccisi dai tedeschi, altri restano fedeli al Re
richiesta è stata accolta. Conseguentemente, (es. Divisione Acqui, sterminata dai nazisti
ogni atto di ostilità contro le forze anglo- a Cefalonia – quasi diecimila morti). Due tra
americane deve cessare da parte delle forze i soldati sbandati sono di San Fruttuoso:
italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno Giulio Vignola e Giosuè Tremolada
ad eventuali attacchi da qualsiasi altra Giulio Vignola nasce a Milano nell’agosto
provenienza”. del 1923. Abita in Via Cola Montano, vicino
Il 9 settembre alle 6.00 del mattino si a Piazza Fidia, tra il Monumentale e
allontanano da Roma, dirette verso Pescara Piazzale Lagosta.
e poi Brindisi, tre auto con il re Vittorio A sedici anni è un buon fisarmonicista. Ciò
Emanuele III, il principe Umberto, il Capo gli permette di esibirsi nelle sale da ballo
del Governo gen. Badoglio. La fuga dalla dell’epoca, suonando lo swing, il jazz arcaico
capitale da parte delle massime autorità e la canzone melodica italiana.
italiane è una delle pagine più vergognose Suo compagno in un sestetto è anche il
della nostra Nazione. chitarrista jazz Franco Cerri.
Ne segue un momento di totale smarrimento Nel gennaio del 1943 è chiamato alle armi ed
da parte degli italiani. La confusione, è inserito nel 27° Reggimento Artiglieria
dovuta anche al linguaggio del proclama di Pesante Campale "Marche", presso la
Badoglio, che non fa comprendere il reale Caserma di Piazzale Perrucchetti a Baggio.
senso dell’armistizio e che, i più interpretano
come “la fine della guerra”, genera ulteriore
disordine presso tutte le forze armate
italiane in tutti i vari fronti sui quali ancora
combattono.
Le truppe, lasciate senza precisi ordini,
sbandano.

La caserma di Baggio in una cartolina d’epoca

In aprile è inviato a Bari. In Puglia lo


attende una nave che dovrebbe portarlo in
Africa. Tuttavia, in maggio, la 3° e la 5°
compagnia devono tornare a Milano.
Ritornato nel capoluogo lombardo, Giulio vi
resta poco tempo. Nuovi ordini fissano la
sua destinazione in Albania, dove le truppe
di Mussolini sono impegnate in una strenua
azione finalizzata a sopprimere la lotta
Giulio Vignola, in alto a sinistra, in sestetto con
partigiana.
Franco Cerri - 1939

66
E’ il mese di giugno quando la compagnia Provano a chiamare via radio altre caserme
sosta, prima della partenza, nella caserma di per sapere. Nessuna risposta e intanto passa
Codroipo, una cittadina di poco più di del tempo prezioso.
diecimila abitanti in provincia di Udine.

Ingresso Caserma di Codroipo (UD)

Finalmente i militari comprendono il


contorto annuncio dell’armistizio dell’8
settembre e cercano di fuggire. Tuttavia le
uscite della caserma sono bloccate. I
comandanti, prima di scappare, hanno
chiuso in trappola i loro soldati, sprangando
Giulio Vignola - militare nel 1943 ogni via d’uscita. In pochi minuti arrivano
le truppe naziste e tutti i combattenti
I giorni passano, ordini nuovi non arrivano italiani diventano loro prigionieri. E’ il 12
e la breve sosta si protrae anche nei mesi di settembre 1943.
luglio e agosto. I tedeschi rinchiudono gli italiani nelle celle
della caserma. Li interrogano e offrono loro
la possibilità di aderire alla “fascistissima”
Repubblica Sociale di Salò.
Tutti rifiutano.
I tedeschi impacchettano i prigionieri su
carri bestiame ben piombati.
Il 26 settembre, Giulio Vignola, insieme ai
suoi compagni, è spedire in Germania. Come
Villa Manin a Codroipo. un pacco postale è recapitato nella Bassa
Sassonia, a Gottingen. E’ il 30 settembre.
Non sarebbe neppure in brutto luogo per Qui è registrato come IMI (Internato
passare una vacanza. In estate ci si può Militare Italiano). È trasferito nella regione
trovare Louis Pasteur, Ernest Hemingway o del Magdeburgo ad Halberstad.
il Doge di Venezia. Ma la guerra è sempre Dove, durante la Notte dei Cristalli, tra il 9
orribile. e il 10 novembre del 1938, i nazisti
Un giorno la tromba che dà la sveglia ai obbligano la comunità ebraica a distruggere
soldati non suona. la propria sinagoga, ricattandoli con
I commilitoni escono dalle brande, si minacce ai loro bambini. Dal novembre
precipitano nel cortile e rimangono 1942 a Halberstad non si trova più un ebreo
ammutoliti. Si accorgono che le più alte vivo.
cariche militari della caserma se ne sono Durante la Seconda Guerra Mondiale, le SS
andate. Nessuno ne conosce il motivo. allestiscono intorno alla città diversi
Lentamente si fa largo l’idea che qualcosa sottocampi di Buchenwald. In uno è attiva
d’importante sia accaduto. la fabbrica Junkers, nel borgo di Zwieberge

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v’è un autentico campo di sterminio (2.000 stazione merci, l'impianto a gas e la hall
morti in un anno), in un altro v’è un’officina della stazione, la scuola di Lutero, diverse
per la riparazione di materiale ferroviario. case di ebrei. Danneggiati gravemente la
Giulio Vignola non ricorda con precisione il Biblioteca Universitaria, l'Auditorium , la
nome del campo ove è prigioniero, ma è Chiesa di San Paolo, il Municipio e la Chiesa
probabile che sia proprio quest’ultimo. di San Giovanni. Muoiono 120 persone,
I prigionieri presenti sono sempre tra i 1000 scompaiono oltre 235 case. Vignola è chiuso
e i 1200. in uno dei vagoni che l’ha portato in
Sistemati in capannoni con letti a castello e Germania. Il rumore delle bombe si
pagliericci, i prigionieri sono divisi in amplifica e il terrore scorre nelle vene dei
squadre di dieci uomini. Gli ordini di prigionieri.
servizio per la squadra di Giulio Vignola Alla fine di aprile arrivano gli americani
riguardano il rifornimento aereo per quattro che, dopo un periodo di quarantena,
giorni la settimana, e il ritiro e la liberano tutti i prigionieri.
distribuzione della posta per altri due giorni. Agli ordini delle forze USA, Giulio e i suoi
Il cibo non cambia mai: una minestra e una compagni s’incamminano per una decina di
pagnotta da dividere in cinque. chilometri, arrivano a una stazione
ferroviaria, dove sostano due giorni.

La cattedrale di Halbertstad

Il terzo giorno salgono su una lunghissima


Giulio Vignola tradotta di carri bestiame che viaggia verso
Giulio è abbastanza fortunato perché, l’Italia.
conoscendo qualche parola di tedesco, fa da Superano Monaco di Baviera. Si fermano a
interprete fra i soldati italiani e quelli Innsbruck, dove possono cibarsi
nazisti. I civili lo deridono, ricordandogli la degnamente. Il mattino successivo il treno
viltà di Badoglio, altri lo guardano con riparte per arrivare finalmente a Bolzano.
dolore. Lì, il treno si svuota e ognuno prosegue per
La notte del 7 luglio 1944 si stampa nella la sua strada.
mente di Vignola in modo indelebile. Giulio incontra un camion che lo porta fino
Gli aerei britannici bombardano Gottingen e a Milano. Qui si ricorda che la sua casa è
il perimetro intorno al campo di stata distrutta dai bombardamenti Va da
concentramento, dove si trova Giulio. Otto uno zio, si fa prestare una bicicletta.
raid aerei a distanza di poche ore Pedalando, raggiunge Lodi, dove i suoi
distruggono gli impianti ferroviari, parte genitori si sono rifugiati da parenti. A metà
dell’Università, il ponte ferroviario della
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maggio è a casa e può riabbracciare la Non sappiamo la mansione affidatagli dai
mamma e il papà. tedeschi.
Dopo la guerra incontra Eusebia Conosciamo solo la data di morte, la causa
Facchinetti, per tutti Lina. S’innamora di del decesso e dove è sepolto.
lei. Si sposano, mettono su casa a San
Fruttuoso. Nascono tre figli, Roberto,
Silvano e Brunella, mentre papà Giulio
lavora per una grossa azienda di
comunicazioni e, il 21 agosto 1970, brevetta
uno chassis per apparecchiature elettriche
con canali di cablaggio asportabili. Oggi è
uno splendido novantenne.

Giosuè Tremolada (1920 – 1944)


Certificato di Morte di Giosuè Tremolada
I.T.S. di Bad Arolsen (Germania) 23 febbraio 1950
Altra storia è quella che ha per protagonista
Giosuè Tremolada. Muore il 31 maggio 1944 a Osnabrück,
Nasce a San Fruttuoso il 14 ottobre 1920. durante uno dei settantanove raid aerei che
Il papà è Desiderio Tremolada, la mamma la città subisce da parte degli alleati.
Pierina Valtorta. E’ sepolto il 6 giugno dello stesso anno.
Dopo l’8 settembre anche Giosuè diventa un La sua tomba è nel Cimitero Heger XI,
internato militare italiano (IMI). Settore 11B, Serie 2, Tomba n. 9, a
Lavora a Osnabrück, una città della Bassa Osnabrück.
Sassonia.

Heger Friedhof – dove è sepolto Giosuè Tremolada.


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Nei Campi di Sterminio
Due sono i deportati in Germania di San
Fruttuoso, che vivono l’orrenda esperienza
del campo di sterminio: una donna e un
uomo, segnati per sempre da quella tragedia
criminale.
Lei, Santina Pezzotta riesce a tornare.
L’uomo, Luigi Ferrari, vi resta per sempre.

Ingresso a Terezin e la scritta : "Il lavoro rende liberi"

In seguito è trasferita a Ravensbrueck,


conosciuto come l'inferno delle donne. Quel
campo di sterminio si trova 90 Km a nord di
Berlino. A differenza della maggior parte dei
campi, Ravensbrück è destinato in
Santina Pezzotta stragrande maggioranza alle donne.
Fino alla definitiva caduta del regime
Santina Pezzotta nasce a Brugherio il 17
hitleriano è il principale lager femminile
gennaio 1928, ma vive d sempre a San
della Germania nazista. Dal 1939 al 1945 si
Fruttuoso. Lavora alla Magneti Marelli
stima che a Ravensbrück siano stati
come operaia avvolgitrice, nello
internati 135.000 deportati, di cui 115.000
stabilimento N di Crescenzago. Qui gli
donne.
operai producono spinterogeni, candele per
Le internate di Ravensbrück diventano
auto, ecc.
cavie umane per la "sperimentazione"
Una fabbrica organizzata in modo che tutte
medica e sono sottoposte a esperimenti
le tute blu sono sorvegliate a vista in ogni
spietati dal crudele e folle medico Karl
momento dal capofficina, grazie ad un
Gebhardt.
sistema architettonico che non lascia al
Le internate sono deliberatamente ferite,
lavoratore un attimo di tregua e gli
fratturate, infettate, amputate, congelate,
trasmette ansia e stress in continuazione.
sterilizzate.
Un’occasione persa per l’industria italiana.

Il 16 marzo 1944, Santina è a Bergamo per


svolgere un incarico di lavoro assegnatogli
dal padre. Si trova coinvolta in un
rastrellamento fascista, finalizzato a
procurare manodopera da inviare in
Germania. Il 27 maggio 1944, a sedici anni,
Santina è deportata a Terezin, campo di
concentramento nella Repubblica Ceca, 60
km a nord di Praga. E’ un lager concepito
per l'imprigionamento di ebrei destinati ad
Donne a Ravensbrück (Archivio Germania Federale)
Auschwitz. E’ probabile che Santina sia
finita a Terezin perché in quel luogo vi sono
tanti bambini e adolescenti.
70
Fortunatamente Santina si salva il 30 aprile padre da un'assemblea, fui informata da un ex
1945, quando l'Armata Rossa libera il deportato che Santina era viva e stava per
campo dai nazisti. Scompare nel 1972. tornare.
Attraverso le parole della sorella Elisa Arrivò pochi giorni dopo.
ricordiamo il ritorno di Santina: Era in condizioni disperate: magrezza
spettrale, cicatrici in tutto il corpo, privazioni
“Ai primi di maggio la famiglia si riunì. di ogni genere ma... era viva!!!
Mancava sempre Santina. A San Fruttuoso si fece una grande festa
Malgrado tutte le ricerche fatte, di lei non all'unica donna del quartiere che tornava dai
avevamo notizie. campi di sterminio”.
Ad ogni convoglio che arrivava si correva a Col ritorno di Santina la guerra mi sembrò
vedere, a chiedere informazioni, ma... fino a davvero finita”.
settembre nulla.
Finalmente, un sabato sera, tornavo con mio

Lecco dai Piani d’Erna (da Wikipedia – 2006)

Durante la Resistenza, uno dei primi gruppi Al Pian dei Resinelli vi sono 110 uomini, 170
spontanei di opposizione armata ai nazi- al Pizzo d’Erna, 140 al Campo de’ Boi, altri
fascisti, nasce sulle montagne del lecchese: il sul Monte Legnone, sulle Grigne, in Val
Resegone e le Grigne. Varrone.
Dopo l’8 settembre, i nazisti occupano in tre Ai Piani d’Erna v’è il gruppo autonomo
giorni Bellagio, Canzo e Lecco. “Carlo Pisacane” con 4 mitragliatrici
I militari sbandati nascondono le armi al pesanti, 12 fucili, 72 moschetti, 4 mitra e 25
Pian dei Resinelli e ai Piani d’Erna. pistole. E’ un gruppo eterogeneo, carico di
In pochi giorni molti giovani costituiscono le entusiasmo, di ardimento, di capacità
prime formazioni partigiane di guerriglia, improvvisativa, di coraggio sproporzionato.
coordinate da Umberto Morandi.
71
l’attacco di duemila nazisti. I tedeschi usano
mortai da 81 mm. e cannoni da 152 mm.
Paolantonio, sdraiato a terra per evitare le
pallottole traccianti, cerca di aggirare il
blocco dei tedeschi attraversando dei
cespugli. C’è silenzio in montagna. In
quest’atmosfera surreale si sente un grido in
italiano, ma con chiaro accento tedesco:
"Arrendetevi, siete circondati!”. E’ il 20
ottobre: terzo giorno di combattimento.
Paolantonio e ottanta suoi compagni di
lotta, sono arrestati dagli Alpenjager le
truppe di montagna tedesche.
I nazisti ottengono il risultato voluto:
seminare paura, terrore, morte verso chi osa
contrastarli.
Eugenio Paolantonio nel 1960 Dopo essere stati presi a legnate, i partigiani
sono costretti a camminare con due casse di
Tra loro v’è Eugenio Paolantonio, nato il 31 munizioni sulle spalle, a piedi nudi fino a
marzo del 1926 a Sesto San Giovanni. Lecco, dove sono imprigionati nella vecchia
Lavora come attrezzista alla Fack Unione, Caserma degli Alpini. Paolantonio ha i piedi
dopo essere stato licenziato dalla Marelli per rovinati e i compagni lo devono portare di
aver distribuito un bollettino del peso alla latrina.
Comunismo Internazionale e per essere
Dopo qualche giorno, un colonnello del XVI
l’informatore degli antifascisti in merito alle
Battaglione Mussolini chiama i prigionieri e
notizie diffuse da Radio Londra.
li minaccia con queste parole: "Diteci tutto
Avvisato da un collega operaio di essere
quello che sapete altrimenti sarete fucilati!”
sulla lista nera dei tedeschi, decide di andare
I tedeschi a loro volta avvisano i fascisti che
rifugiarsi in montagna nella zona delle
i prigionieri sono di loro proprietà e che
Grigne e del Resegone, unendosi ai
possono usarli come vogliamo.
partigiani della formazione Carlo Pisacane.
Dopo quindici giorni, Paolantonio e altri
Non comunica nulla alla propria famiglia: il
prigionieri sono caricati su camion e
padre, vecchio socialista, convive col regime
condotti alla caserma Cavalli di Novara.
per proteggere i numerosi figli.
Dopo tre giorni e tre notti di viaggio su treni
Da Calolziocorte, da Lecco e da altre
piombati, il 1° dicembre 1943, Paolantonio
direzioni, i tedeschi attaccano più volte i
arriva Germania e allo Stalag VII B di
gruppi delle Prealpi lombarde con una
Memmingen è immatricolato.
manovra a tenaglia.
Il gruppo dei partigiani Eremiti, quindici
giovani tra cui Paolantonio, dopo aver
distrutto i collegamenti audio
dell’aereonautica tedesca in Valcava,
catturano sei fascisti, ma se ne lasciano
scappare un settimo.
Il giorno successivo, 18 ottobre 1943, inizia
il primo grande scontro armato tra i nazisti
e i partigiani in Lombardia, proprio nella
zona del Resegone.
Centociquanta partigiani, rifugiatisi alla
Stoppani e al Passo del Fo, subiscono
72
raccoglie l'oro dal corpo dei morti: anelli,
catenine, protesi dentali, ecc. Nei vagoni dei
treni recupera documenti, borse, “pezzi
d'uomo che cerca di mettere assieme”.

I comandanti dello Stalag VII B a Memmingen


(dal sito web della 179th Veterans)

A Memmingen riesce a spedire una cartolina


alla famiglia per informarli di quanto gli sta
accadendo.
Dopo quindici giorni, da Manningen, campo
di raccolta e di smistamento, è inviato a
Rorenfeld, una frazione di Neugurg, sopra
un carro bestiame, con altri trenta
prigionieri. Il freddo è notevole, molti hanno
febbre alta, qualcuno non resiste.
A Rorenfeld, con gli zoccoli ai piedi e abiti
di tela grigiastri i detenuti percorrono Entrata di un bunker ad Ausburg (Wikipedia – 2005)
quattro chilometri per andare a lavorare
dodici ore al giorno: scaricano e caricano Si mangia zuppa di verze sia la mattina sia
vagoni ferroviari. la sera. La domenica minestra di orzo con
Dall’Italia arriva la possibilità di salvarsi un po' di patate. Sveglia alle sei del mattino
dal massacro: una cartolina rosa per per andare al lavoro. Due sentinelle davanti
l’arruolamento nella X° MAS. alla fila di prigionieri e due dietro. Talvolta
La Xª Divisione MAS è un corpo militare la gente intorno sputa sugli internati. A
della Repubblica Sociale Italiana al Eugenio capita spesso, ma gli capita anche
comando di Junio Valerio Borghese, fascista una donna che, dalla finestra, gli passa un
dalla violenza feroce e protagonista di un pezzo di pane. Rientro in baracca alle 19.00.
tentativo di colpo di stato militare nel Ad Augsburg, i tedeschi costruiscono un
dicembre del 1970. campo d'aviazione sotterraneo. Sotto la
A più di cento prigionieri è offerta la montagna, l'aereo prende velocità e, quando
possibilità entrare nella X° MAS e tornare appare alla luce del sole, è già pronto per il
in Italia. decollo. Gli americani ne sono a conoscenza
Basta alzare la mano, mentre, ben e inviano circa duecento bombardieri Boeing
inquadrati nel cortile, lo chiede il B-17 per distruggere la pista. La contraerea
comandante del campo. tedesca risponde. Paolantonio si nasconde
Ma nessuno alza la mano! sotto un mucchio di patate e salva la
I nazisti si arrabbiano e liberano i propria vita. Un’ora dopo restano nubi di
doberman. Paolantonio è seriamente morso fumo nero per chilometri, odore di benzina e
a una gamba. Da Rorenfeld è spostato a di olio, case e capannoni rasi al suolo, puzza
Kemptenk e poi nel campo di Ausburg di morti.
(Augusta). Lì opera come “becchino”. Poi finalmente la Liberazione.
Durante e dopo i bombardamenti americani,
73
La 7° Armata americana libera Augsburg. In tal senso, Paolantonio auspica la ricerca
Un italo – americano saluta: "Paisà, mò di soluzioni alternative all’automobile, ai
arriviamo". camion, ai TIR per il trasporto delle merci.
Paolantonio e i suoi compagni cercano il In particolare, sul territorio lombardo
comandante tedesco per ucciderlo. Lo propone la costruzione d’infrastrutture
trovano, ma poi lo lasciano andare. adeguate per l’utilizzo razionale delle
Eugenio pesa quaranta chili ed è ricoverato molteplici possibilità offerte dai numerosi
in un ospedale da campo. bacini idrici naturali (fiumi, laghi, torrenti).
Per diversi mesi rimane ad Augsburg come Le sue idee non sono tenute in grande
aiutante degli americani. Poi altri tre mesi a considerazione ed è spesso definito un
Bolzano sempre come assistente degli “sognatore”. A distanza di più di
americani e infine, nell’agosto 1945, torna a cinquant’anni, possiamo dire che,
casa. E’ domenica mattina, la gente balla probabilmente, l’aver preso in
per dimenticare. Non suona il campanello di considerazione le questioni poste da
casa, ma tira un sasso a una tapparella. Paolantonio, avrebbe evitato problemi non
Finalmente l’incubo è finito. da poco a chi vive oggi.
Dopo la guerra lavora alla Falck.
Sposa Angela Pozzi di San Fruttuoso e viene
ad abitare in Via Aldina. S’iscrive alla
Democrazia Cristiana e si candida per le
elezioni amministrative monzesi del 1960.
Si dedica con buoni risultati alla pittura, ma
soprattutto elabora un progetto di grande
acume riguardo alla politica ambientale dei
trasporti.

Il fiume Brembo a Brembate (BG)

Ecco l’elenco delle sue pubblicazioni:


Per una conveniente soluzione del problema
idroviario padano – Milano, 1958.
La questione dei grandi canali navigabili nella
Valle Padana – Padova, 1959.
Il Canale navigabile Milano – Cremona - Po
Il fiume Adda a Calolziocorte (LC) Milano, 1959.
Lʹidrovia Ticino - Mincio nella realtà economica
Nelle sue pubblicazioni, con profetica e sociale della Lombardia – Brescia, 1960.
arguzia, Paolantonio definisce pericoloso I problemi della viabilità alpina nel quadro dei
l’utilizzo massiccio dell’automobile, sia in traffici europei – Milano, 1961.
merito alla qualità dell’aria che respiriamo,
Recenti sviluppi del problema idroviario padano
sia riferito alla qualità della nostra vita
– Padova, 1961.
quotidiana, giacché il corpo umano è
costruito per muoversi e non per essere Ad eccezione del Capo Ufficio Stampa del
mosso. Comune di Lecco, Bonfanti, nessuno ha mai
chiesto nulla della sua storia a Eugenio
Paolantonio. Muore il 30 aprile 1998

74
Qualche anno dopo il Presidente dell’ANED
(Associazione nazionale ex deportati nei
campi nazisti), Giuseppe Valota si presenta
nella casa di Via Aldina per invitare
Eugenio Paolantonio a una serata in cui
avrebbe ricevuto una medaglia per il suo
vissuto durante la Seconda Guerra
Mondiale.
La figlia Carla informa Giuseppe Valota
della morte di Paolantonio.
Con una grande e antica tristezza Valota
torna a casa, con il rammarico di essere
arrivato troppo tardi.
Ma è proprio grazie a Giuseppe Valota e al
suo libro Streikertransport – Ed. Guerini e
associati – Milano, 2007, che abbiamo
potuto ricostruire la storia di Eugenio e
Giuseppe Valota, Streikertransport, Milano, 2007
offrirla al lettore.

Luigi Ferrari (1906 – 1945)

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Chi invece non torna è Luigi Ferrari.
Nasce a Seriate (BG) il 15 maggio 1906 da
Gabriele Ferrari e Lucia Pastori.
E’ battezzato Luigi Govanni.
I genitori sono di famiglia semplice: gente
comune di sani principi morali.
Appena muove i primi passi nel mondo del
lavoro, inizia a fare il pendolare tra Seriate e
Sesto San Giovanni, dove lavora come
operaio alla Falck nel reparto Vittoria.
Il Vittoria è il più piccolo fra gli stabilimenti
Falck di Sesto, con una superficie di 32.000
mq. La fabbrica occupa circa 800 persone Elisa Carminati in Ferrari
che producono fili e corde in acciaio e rame.
Vi sono anche smalterie e laminatoi a freddo Pur non essendo attivo in nessun partito,
per la produzione di nastri di ferro e acciaio Luigi è consapevole del progetto fascista e
e un'officina presse che fabbrica minuterie della tragedia portata dai nazisti,
metalliche. occupando l’Italia dopo l’8 settembre.

Interno del capannone Falck Vittoria – anni ‘90


Da www.nordmilanotizie.it

Quando la moglie Elisa Carminati, nata il 1°


marzo 1909, riesce a trovare anche lei un
lavoro alla Falck, i due sposi si trasferiscono
a San Fruttuoso.
Vanno ad abitare nella Cascina Arosio, in Volantino per lo sciopero del marzo 1944
Via Cimitero 657, oggi Via Marelli 48, dopo
il Cimitero del paese. Per questo motivo partecipa agli scioperi del
Hanno due figlie: Lucia, che nasce il 14 marzo del 1944, in particolare allo sciopero
gennaio 1935 e Lina, che vede la luce il 3 generale attuato nell’Italia settentrionale
maggio 1941. dal 1° marzo all'8 marzo 1944.

76
Tale avvenimento costituisce l'atto del Comitato Nazionale di Liberazione, lo
conclusivo di una serie di agitazioni sciopero inizia il 1° marzo nelle fabbriche del
cominciate nel settembre 1943, all'indomani "triangolo industriale", si diffonde
della costituzione della Repubblica Sociale rapidamente e per più di una settimana,
Italiana e dell'occupazione tedesca, e bloccando gran parte delle attività
sviluppatesi soprattutto nei mesi di produttive del Nord Italia.
novembre e dicembre. Lo sciopero del marzo La repressione dei tedeschi e della polizia di
1944 presenta tuttavia una sostanziale Salò non si fa attendere e, nel marzo dello
novità. E’ infatti caratterizzato da una stesso anno, si concretizza in una massiccia
precisa matrice politica, mentre le azione di rappresaglia e di deportazione dei
precedenti agitazioni sono attuate in lavoratori,
un'ottica di rivendicazione economica e Secondo fonti repubblichine allo sciopero
hanno come scopo primario il partecipano complessivamente 208.549
miglioramento sia delle condizioni salariali, operai. A Milano gli scioperanti sono
sia della situazione alimentare. 119.000, a Torino 32.600.
Con lo sciopero generale del marzo 1944 le Addirittura maggiore il numero di coloro
lotte operaie si configurarono come una che si erano astenuti dal lavoro, secondo le
precisa forma di lotta politica antifascista e stime dei nazisti.
antinazista. Deciso e approvato dai partiti
Poiché Hitler ordina di deportare in E’ la più grande protesta di popolo con la
Germania il 20% degli scioperanti, quale deve confrontarsi la potenza nazista.
l'ambasciatore tedesco presso la Repubblica E’ una protesta attuata senza aiuti esterni,
di Salò, Rudolph Rahn, calcola che tale senza armi, con grande energia e sacrificio.
percentuale corrisponde a 70.000 persone. E non è soltanto il più importante sciopero
Ciò significa valutare gli astenuti dal lavoro in Italia dopo vent'anni di dominio fascista,
in 350.000, cifra veramente imponente. ma è anche il più grande sciopero generale
Proprio il consistente numero di coloro che nell'Europa occupata dai nazionalsocialisti.
« devono essere deportati » si rivela A ciò si deve aggiungere che si svolge in un
controproducente sul piano politico, paese sottoposto alle leggi di guerra e
offrendo nuovi stimoli allo sviluppo della dell'occupazione. Lo sciopero ha risvolti
Resistenza. Pertanto i tedeschi riducono il importanti nel favorire lo sviluppo della
numero delle deportazioni. Resistenza perché lascia palesemente
Anche se non si può accertate la cifra esatta intendere che lo scenario dello scontro col
dei deportati, una stima dovrebbe collocare nazismo può essere solo armato. Soltanto la
questo numero tra i 1200 e i 1500, solo lotta delle bande partigiane contro gli
come rappresaglia agli scioperi del occupanti può portare il Paese alla libertà.
marzo ’44. Inoltre le agitazioni operaie uccidono le
Va sottolineato che i lavoratori mantengono speranze dei fascisti di Salò di ottenere un
un atteggiamento fermo di fronte ai dialogo con i lavoratori.
tentativi dei dirigenti politici e sindacali Tuttavia le deportazioni sono il durissimo
repubblichini di indurli a riprendere il prezzo che il movimento di Liberazione deve
lavoro. Alla fine quel che li porta a fermare subire. Per tutto il mese si susseguono
le proteste è la violentissima repressione rastrellamenti punitivi. In Brianza, il colpo
nazista. finale delle deportazioni si ha nei giorni di
Quello sciopero generale ha una grandissima lunedì 27 e martedì 28.
importanza. Il 27 marzo, durante un rastrellamento
notturno dei nazifascisti, Luigi Ferrari è
arrestato nella sua casa di Via Marelli, dopo
il cimitero. In quel momento sono presenti
la moglie Elisa e la figlia Lucia di nove anni.
77
Il trauma di quella notte e i successivi a bestia, senza mai dare per scontato che ciò
avvenimenti diventano una ferita indelebile non possa avvenire.
per tutta la famiglia.
Elisa cresce da sola le due figlie,
continuando a lavorare, anche nei turni di
notte, alla Falck fino al pensionamento.

A Monza, quella notte, con Luigi Ferrari


sono arrestati altri sei operai della Falck.
Il reato ufficiale dell’Ufficio Politico della
Questura è un generico “Motivi di pubblica
sicurezza ". E’ invece palese la ritorsione
violenta dei nazifascisti alla partecipazione
a uno sciopero pacifico.
La ferocia con la quale il regime manda al
macello, pescando a mani basse, tutti gli
operai sospettati, lascia senza parole.

La Scala della morte.


Gli internati salgono con massi di pietra sulle spalle,
facendo insieme un passo alla volta, per mantenere
l’equilibrio sulla ripida scalinata di 186 gradini.

Caserma Umberto I a Bergamo


Mauthausen è l'unico campo di
concentramento classificato Lagerstufe III
Luigi Ferrari è incarcerato a Monza, in Via
(«Lager di III livello») dagli stessi nazisti
Volturno, in seguito è rinchiuso nel carcere
destinato a «detenuti contro i quali sono state
di San Vittore a Milano. Il 31 marzo è
mosse gravi accuse, in particolare coloro che
trasferito al carcere Umberto I di Bergamo.
abbiano subito condanne penali e nel contempo
Il 5 aprile è deportato a Mauthausen, dove
debbano considerarsi asociali cioè virtualmente
giunge l'8 Aprile.
impossibili da rieducare [...]». Di
Lì è immatricolato col numero 61633
conseguenza tutti i deportati che giungono a
Mauthausen sono trattati come soggetti
Nella storia dell’umanità il Campo di
irrecuperabili, da distruggere
Sterminio di Mauthausen-Gusen, assume
psicologicamente e fisicamente.
una valenza che trascende il tempo per
Il campo di sterminio è una fortezza in
entrare a far parte di un ambito di
pietra eretta in cima a una collina
conoscenza della razza umana che travalica
dell'Oberdonau, sopra la piccola cittadina di
ogni più aberrante e violenta
Mauthausen, in Alta Austria, a circa 25
immaginazione. Eppure con quei fatti
chilometri a est di Linz.
dobbiamo fare i conti, non solo perché non si
Mauthausen è lo «Stamm Lager», «Campo
ripetano, ma perché ognuno di noi sorvegli
Madre» di un gruppo di quarantanove
sé stesso dall’oltrepassare il limite da uomo
campi e sottocampi, sparsi in tutta
l'Austria. Lo gestisce il comandante Ziereis
78
con il suo vice, Bachmayer. La disciplina è 4 – Sfracellamento dei portatori di pietre
particolarmente dura, con il sistematico uso sulla Scala della Morte e nel precipizio della
della tortura e la violenta spersonalizzazione Cava.
dell'individuo. 5 - Colpi d'ascia su gruppi di deportati.
La fame, l'esaurimento fisico e le epidemie 6 - Frustate, torture dalle SS e sbranamenti
uccidono migliaia di persone al giorno, dei cani delle SS
rimpiazzate continuamente dai nuovi arrivi, 7 - Soppressione della quasi totalità degli
onde permettere il mantenimento della ammalati
produttività e redditività del lager, che 8 - Introduzione nei forni crematori di
fornisce pietra e materiali da impiegare per persone vive
la costruzione dei colossali progetti 9 - Annegamenti forzati in secchi d'acqua o
architettonici della Germania nazista. nella fogna.
In sette anni di vita, da Mauthausen 10 - Istigazione al suicidio, specialmente sul
passano oltre 200.000 deportati. Tra loro si reticolato ad alta tensione. Ogni giorno
contano dai 122.000 ai 155.000 morti, molti di deportati regolarmente si tolgono la
decessi avvenuti specialmente nei campi vita in questo modo.
satelliti. 11 - Colpo di rivoltella alla nuca durante
Vi s’imprigionano intellettuali, "asociali", false misurazioni dell'altezza ai deportati.
avversari politici, Testimoni di Geova, Rom 12 - Camere a gas mobili. Un camion, con il
Ebrei, omosessuali, criminali comuni, tubo di scappamento rivolto all'interno del
irriducibili, "vite indegne", cioè disabili, che vano posteriore del veicolo, gassa una
sono assassinati nel Castello di Hartheim, trentina di vittime lungo i 5 km di tragitto
dove sono uccisi circa 20.000 portatori di tra i crematori di Mauthausen e Gusen in
handicap, sia fisici, sia psichici, sia genetici. andata e ritorno. I trasporti hanno una
frequenza dai 15 ai 47 al giorno, dal 1942 al
1943. I cadaveri dei gassati si scaricano
all'arrivo a uno dei forni crematori, dove si
caricano altri sventurati prigionieri,
destinati a giungere morti all'altro
crematorio.
13 - Idranti gelati in inverno. Circa 3.000
prigionieri muoiono d’ipotermia in una sola
notte, dopo essere costretti a rimanere nudi
all'aperto, con temperature sotto lo zero,
irrorati con acqua gelata fino al mattino. Il
massacro è chiamato Bagno di morte.
14 - Fucilazioni di massa.
15 - Promiscuità in ambienti senza igiene
Castello di Hartheim (da Wikipedia)
con portatori di malattie infettive gravi che
originano estese epidemie nel campo.
A Mauthausen e nei campi satelliti, i metodi
16 – Vestiario inadeguato alle temperature
di sterminio storicamente comprovati
polari invernali. Molti detenuti cadono
comprendono:
morti assiderati durante gli interminabili
1 - Impossibili condizioni di vita e di lavoro
appelli. E’ punito chi si copre con giornali o
nelle cave di pietra e nei sottocampi.
stracci.
2 - Condanne a morire d’inedia per fame e
17 - Esperimenti medici su cavie umane
sete.
18 - La “raccolta dei lamponi”. I detenuti
3 - Camere a gas di Mauthausen, del Castello
sono dotati di cestini e obbligati alla
di Hartheim e quelle nelle baracche di
raccolta dei lamponi che si trovano fuori dei
Gusen.
79
reticolati elettrici del campo. Ne segue la
fucilazione per “tentativo di fuga”
19 – Dissanguamento. Diverse centinaia di
prigionieri muoiono dissanguate dai prelievi
di sangue da inviare ai soldati tedeschi feriti
sul Fronte Orientale.
20 - Iniezioni letali al cuore con fenolo,
benzina o altre sostanze venefiche.
21 - Impiccagioni e autoimpiccagioni
comandate
22 - Sterminio con regime alimentare
ipocalorico, appositamente studiato per far
vivere pochi mesi il deportato. In media
ogni settimana più di 2.000 prigionieri
muoiono di fame.

Dichiarazione di morte di Luigi Ferrari, dicembre 1963


I.T.S. di Bad Arolsen (Germania)
Foto Archivio Repubblica Federale Tedesca

Il 7 maggio 1944 Luigi Ferrai è trasferito a


Gusen II, uno dei sottocampi Mauthausen.
Qui muore lunedì 12 marzo 1945. Secondo i
certificati ufficiali il decesso avviene per
“fragilità cardiaca e pleurite”.
La liberazione di Mauthausen avviene
sabato 5 maggio 1945 da parte del 41º
Squadrone di ricognizione dell'11ª Divisione
corazzata della 3ª Armata americana.
E’ l'ultimo dei principali campi nazisti a
essere liberato.

Luigi Ferrari: certificato di morte della Croce Rossa


Internazionale – ottobre 1963

Il peso medio degli internati è di 42


chilogrammi. I trattamenti medici curativi
sono inesistenti. E’ preventivamente
calcolato il guadagno netto sul lavoro del
deportato nei suoi pochi mesi di vita nel
Lager: marchi 1,35 per gli uomini, 1,22 per
le donne. Il sistema di sterminio serve a fare
posto ad altri condannati, nel ciclo
incessante delle morti provocate e dei
rimpiazzi con gli arrivi di manodopera Monumento dei caduti italiani a Mauthausen.
nuova. In basso a destra Luigi Ferrari.

80
Guerra a San Fruttuoso
Quando i nazisti giungono in Italia Conosciamo persone che, ancora oggi,
occupano i luoghi di maggior valore ricordano col batticuore il passo dell’oca,
artistico, culturale e urbanistico. eseguito dai nazisti durante la marcia.
A San Fruttuoso s’impadroniscono della Fortunatamente i cannoni hanno sparato in
Scuola elementare Alfieri, della Villa dei poche circostanze, ma quante volte l’allarme
Gianetti e Locatelli, della Curt di Pesìna fa scappare la gente nei rifugi antiaerei?! In
Gross, entrambi in Via San Fruttuoso 2, e ogni corte v’è una cantina, dove si affollano
dei magazzini pieni di prodotti alimentari. donne, vecchi, bambini, uomini col terrore
dei bombardieri che sorvolano la zona.
Un vivace aneddotto riguarda un’anziana
donna del paese: Rosa Varisco. Abita in Via
San Fruttuoso 2, proprio nella corte, dove è
di stanza una pattuglia di tedeschi. Lei vive
col figlio Umberto Pessina e tutta la
famiglia, E’ in vigore il coprifuoco, cioè
l'obbligo di restare nelle proprie abitazioni
durante le ore notturne, spegnendo tutte le
Luigi Pessina, ul prestinè, in Villa Locatelli - 1950 luci. L’ordine, imposto a tutti i civili è
indiscutibile. Chi lo infrange rischia pene
Inoltre realizzano una postazione contraerea come il pestaggio, l’arresto, la deportazione.
molto importante, poiché si estende, sulla
direttrice Nord – Sud, dal Tiro a Segno di
Via Tevere fino all’attuale Via Piemonte, e,
su quella Est - Ovest, dalla Via Tanaro al
Viale Lombardia.

Rosa Varisco sposata Umberto Pessina - 1955

Ma Rosa Varisco quella sera ha uno strano


Via Tevere, sede della Contraerea - 1979 borbottio alla pancia. Eh sì, deve proprio
andare in bagno … ma il bagno è in cortile,
C’è un'altra contraerea più piccola gestita la latrina sta fuori ed è controllata dai
dai fascisti. Sta proprio di fronte al vecchio tedeschi. Rosa non esita un minuto, esce
dazio sul viale Lombardia. nella corte e si dirige di gran fretta, dove
La contraerea serve ai tedeschi per tentare può soddisfare i suoi bisogni.
di fermare gli aerei degli Alleati che vogliono Un nazista la vede, le va incontro col mitra
bombardare Monza e Milano. spianato, glielo punta alla testa. “Tu fecchia
I cannoni, posti dove ora v’è la Scuola dofe andare?!!”. Lei, con la determinazione
media Sabin, sono molto grossi e hanno un che la contraddistingue, allontana il mitra e
potenziale distruttivo rilevante. A far risponde: “Bagài, impara a parlà l’italian e
funzionare la postazione d’artiglieria làssum andà a cagà ” (Ragazzo, impara a
pesante sono presenti diversi soldati. Ciò parlare l’italiano e lasciami andare a cagare).
crea molta paura tra gli abitanti. Il soldato sbalordito esegue senza fiatare.

81
I ricordi di uno del paese tutto il materiale rubato, i tedeschi radono al
di Peppino Pozzi suolo tutto il paese.
Nel terreno di mio padre costruiscono Le persone piano, piano riportano tutto, ma
delle piazzole in cemento armato per installare manca ancora un pezzo. Si tratta di un
un posto di blocco. I nazi - fascisti espropriano pugnale cui il comandante dei nazisti è molto
il terreno ai contadini per mettere delle affezionato. Minaccia rappresaglie nei
sentinelle. Solo con dei permessi speciali confronti della popolazione. Interviene ancora
qualcuno riesce a coltivare le zone libere. don Giovanni e, con l'aiuto di qualche
Ricordo un'avventura con Giosuè volenteroso, il pugnale si ritrova.
Ravasi, un mio amico, finito in Germania e L'aveva preso un ex – sergente, invalido della
mai più tornato. I suoi parenti hanno un prima guerra mondiale.
terreno, dove vi sono i cannoni. Tutti i giorni Mi ricordo altre cose. Il 26 aprile 1945 una
va lì per raccogliere l’erba da trasportare con colonna tedesca parte dalla Villa Reale, mentre
una carriola. Un giorno mi chiede di andare transita da San Fruttuoso, spara al papà del
con lui, perché c'è la possibilità di recuperare ciclista Ravasi che è colpito a una gamba.
due paia di scarponi. Armati con mitra e fucili, io, con tutti i
Vi sono diverse casermette a San Fruttuoso. partigiani, mi nascondo dietro al muro di
Vicino al suo cascinale ve n’è una piena di Villa Scotti, l’attuale Via Risorgimento.
scarpe usate, ma in buono stato. Fortuna che non ci hanno visto!
Giosuè ed io passiamo davanti alla sentinella. In seguito la colonna tedesca è bloccata sulla
Nel frattempo mi spiega come arrivare alla Milano - Torino dai veri partigiani.
casermetta e aprire la porta. Ci arrivo, sta A San Fruttuoso vi sono due gruppi di
andando tutto bene. Mi tuffo su un mucchio di “partigiani”: il primo, vicino al C.L.N. ha
scarpe. Recupero due paia di scarponi e li come base Villa Scotti, il secondo, i
nascondo sotto l’erba nella carriola. Garibaldini, ha la base vicino alla Scuola
Ripassiamo davanti alla sentinella per uscire. Alfieri.
Abbiamo la morte nel cuore, ma non ci Un giorno nella Villa Scotti arriva don
controlla e tutto va bene. A quattordici anni Angelo Gariboldi e porta dei fazzoletti azzurri,
queste cose si fanno senza pensare. provenienti dai gruppi partigiani del
Poi arriva l'8 Settembre, tutti i militari Carrobiolo:
spariscono. La gente prende d'assalto le Da quel momento diventiamo gli Azzurrini.
casermette e i depositi, portando via di tutto.
Io prendo una coperta e una gavetta.
Poi i tedeschi ritornano. Il parroco, Don
Giovanni Colombo, raduna tutti i cittadini di
San Fruttuoso e spiega che, se non riportiamo

Don Angelo Gariboldi – 1953

Prima di far parte degli Azzurrini, avevo


avuto un'esperienza negativa, tentando di
raggiungere le montagne di Omegna: la
staffetta partigiana, di nome “Fulmine”, che
ci accompagna in montagna, su un tram
Don Giovanni Colombo - 1956 uccide un capo fascista, davanti ai miei occhi.

82
I seguaci di Mussolini rastrellano e, su un Il Varisco, che è un capo dei fascisti a Monza,
ponte fuori città, fucilano quattro giovani. ha un atteggiamento serio e si comporta con
Così la mia esperienza partigiana finisce dopo onore.
tre giorni. Troppo giovane.
Intanto a San Fruttuoso, i Garibaldini, dopo Si mette davanti alla folla che, lo vuole linciare
un lungo inseguimento sui tetti e qualche colpo e ammette tutti i fatti di cui è accusato, e si
di moschetto, arrestano il sig. Varisco e il dice pronto a morire. Il capo settore riesce a
tenente Pasquali. fuggire in Spagna, dove rimane fino alla
morte. Ora è sepolto nel cimitero centrale
A questo punto interviene don Angelo
Gariboldi.
Don Angelo è molto amato dalla gente e riesce
a convincere tutti quanti che non è il caso di
uccidere Varisco e Spinelli, perché il
linciaggio avrebbe un sapore fascista, mentre
entrambi devono essere giudicati dalla
giustizia ordinaria. E così sono liberi
entrambi.
La Liberazione a Monza (Archivio Alfredo Viganò)
A quel punto si vende tutto quello che si trova
A San Fruttuoso la fine della guerra è accolta nella Villa Scotti (centralino, rotoli di rame,
con gioia. Non tutti però possono gioire. ecc.). I soldi sono dati un po' a tutti (a me
Il vice podestà, il capo settore e il capo del 100 lire). Si compra anche un nuovo proiettore
dazio temono la giustizia del popolo, che, per il cinema.
infatti, li vuole ammazzare.
La gente è molto arrabbiata e vuole uccidere
Angelo Varisco e anche Attilio Spinelli, il
daziere.
Dal suo balcone lo Spinelli dice che lui ha
svolto solo il suo dovere e che le denunce che ha
eseguito fanno parte della legge. Sì, però sono
leggi fasciste.
La Liberazione a Monza (Mostra Brianza Partigiana)

E poi si organizza una cooperativa di camion


per riportare i sopravvissuti della Germania.
Peppiano Pozzi

Su quest’ultima frase vogliamo proporvi un


dettato scolastico.

Come s’è detto, le scuole sono occupate dai


nazi – fascisti e quindi i ragazzi non possono
studiare.
Tuttavia Don Angelo Gariboldi mette in
Truppe americane per le strade di Milano atto un’iniziativa importante.
25 aprile 1945
Negli scantinati dell’Oratorio di Via Tazzoli
allestisce, con l’aiuto di Pompeo Villa, uomo

83
di buona cultura classica, una scuola per i
ragazzi e le ragazze della scuola elementare.
Pompeo Villa è una figura importante per
San Fruttuoso, non tanto perché ultimo di
una dinastia di salumieri, ma soprattutto
per la dedizione alla giustizia sociale, che
dimostra prima e dopo la guerra, nelle
molteplici associazioni cristiane del paese.

E’ membro del Comitato di Quartiere 4 e


collabora in maniera costruttiva con Angela
Ronchi, pur essendo lei del PCI e lui della
DC: una dimostrazione lampante del fare
politica per il bene comune, tralasciando il
potere o la sottomissione al partito.

Quaderno contenente il dettato qui sotto

14 Maggio 1945
Dettato
Ieri tutta la popolazione di San Fruttuoso
venne a sapere che, alcuni giovani, capeggiati
da Don Angelo, si sarebbero recati al Brennero
a raccogliere i nostri compaesani provenienti
dalla Germania.
Immediatamente tutti noi, in uno slancio di
generosità e di solidarietà fraterna, ci
adoperammo a raccogliere indumenti, prodotti
alimentari, medicinali e altri generi di
conforto.
Stupendo fu il gesto benefico e fraterno di tutti
i non riconoscibili offerenti.
Pompeo Villa : manifestazione unitaria del Comitato Stanotte la nostra chiesa parrocchiale,
di Quartiere - 25 aprile 1977 quantunque fossero le due e le nostre case
avvolte dalle ombre notturne, rigurgitava di
Pompeo Villa (1920 – 2008) nasce a San gente, partecipante con devozione alla S.
Fruttuoso, abita in Via Ugo Bassi 2, ed è Messa.
figlio di Giovanni (1885 – 1956) e di Dopodiché i nostri due autocarri, ricoperti dal
Giuseppina Garlati (1885 – 1956). tricolore, rombarono veloci verso i confini
Studia in Seminario per parecchi dell’Italia, portando ai nostri fratelli, martiri
anni, ma lascia la strada del sacerdozio. della bestialità nazista e fascista, l’annunzio
Sposa Enrica, con la quale ha due figli, festoso ed amoroso dei nostri sentimenti di
Marino, morto giovanissimo in un incidente, benevolenza, di carità e di gratitudine.
e Giovanni, ora sacerdote in Valtellina. I cuori delle nostre mamme, addolorati più che
Chiudiamo questo triste capitolo dedicato mai in questi giorni, battono fortemente
alla Seconda Guerra Mondiale con uno all’unisono col cuore dei loro figli, varcanti i
scritto di una ragazzina di dieci anni, sotto sacri e inviolabili confini della tanto sospirata
la dettatura di Pompeo Villa. Italia.

84
CAPITOLO 4°

LA NOSTRA STORIA

1946 - 2013

85
Il Dopoguerra
La situazione dell'Italia al termine della economico che, oltre ai molti aspetti
guerra è drammatica: i mezzi di trasporto, le positivi, è causa anche di sviluppi spesso
industrie, le abitazioni sono molto negativi quali l'abbandono imponente delle
danneggiate. Disastrose sono le condizioni campagne, la brusca trasformazione dei
delle maggiori città italiane distrutte dai costumi, il consumismo sfrenato e uno
bombardamenti, La vita della popolazione è sregolato sviluppo edilizio.
molto faticosa: disoccupazione, miseria,
fame sono realtà quotidiane. Dell’immediato Dopoguerra ricordiamo i
La produzione dello zucchero e della più importanti e radicali cambiamenti per
carne scende al 10% e al 25% di quella l’Italia.
anteguerra. Il 2 giugno 1946 il referendum istituzionale,
La Lira perde valore e il costo della dove per la prima volta in Italia, possono
vita è di venti volte maggiore rispetto al votare anche le donne assegna 12.718.641
1938. voti alla repubblica contro i 10.718.502 voti
Le attese di cambiamento sfociano in alla monarchia.
aspre lotte sociali, come quelle dei braccianti
meridionali per una riforma agraria o le
lotte operaie nell'Italia settentrionale, spesso
represse con la forza.
Gli impegni per la ricostruzione
richiedono enormi sacrifici, ma l’Italia è
libera e con una grande voglia di mettersi
alle spalle i venti anni del regime fascista e
Nasce la Repubblica Italiana
gli orrori di un conflitto disastroso, per
Il Corriere della Sera - 11 giugno 1946
lavorare con entusiasmo a un nuovo Paese.
Con l’impegno dei lavoratori, delle Nasce la Repubblica Italiana e il primo
imprese, l’aiuto degli Stati Uniti, si avvia la presidente è Enrico De Nicola.
Ricostruzione fisica economica e morale del I 556 membri dell’Assemblea Costituente
Paese. Alla sua realizzazione contribuisce realizzano la Costituzione Italiana, che
una politica nazionale equilibrata di alcuni entra in vigore il 1° gennaio 1948.
governi e dei partiti, anche se questi ultimi,
nel clima di guerra fredda di quegli anni,
sono in forte conflitto tra di loro.
Nel periodo tra il 1951 e il 1958 il
prodotto interno lordo dell’Italia aumenta a
un tasso medio annuo di oltre il 5%; nel
1959 sfiora il 7%.
Fra il 1953 e il 1961 la crescita media della
produttività è dell’84%, accompagnata da
un incremento dei salari del 49%.
In poco più di un decennio, l’Italia diventa
un Paese industrializzato. La Gazzetta Ufficiale del 27 dicembre 1947 con il
testo della Costituzione Italiana.
Nel ’54 la RAI manda in onda la prima
trasmissione televisiva. Anche San Fruttuoso attraversa un periodo
Tutto ciò porta un profondo rinnovamento di grande crescita collettiva. Nascono
culturale e sociale di una parte del Paese, associazioni culturali, sportive, ricreative,
che coinvolge, negli anni sessanta, l’intera religiose, politiche, sociali; migliorano le
società, gettando le basi del Boom condizioni economiche delle famiglie;
86
sorgono molte industrie nel nostro paese che casa e una guida sacerdotale per crescere
si collocano sui mercati di tutto il mondo nella fede.
con ottimi risultati; la struttura urbanistica Negli anni ’70 l’attività della Fondazione si
cambia radicalmente; l’istruzione dei amplia con la gestione di alcuni collegi per
giovani ha uno slancio incredibile, la studenti universitari a Milano, e con quella
partecipazione alla vita pubblica aumenta di Pensionati, che accolgono lavoratori
notevolmente. Si va creando una comunità immigrati, provenienti dall’Italia del Sud.
che oltrepassa ideologie e schemi mentali
rigidi. A tutti questi aspetti della vita di San
Fruttuoso riserveremo un capitolo specifico.
Ora ci limitiamo a ricordare alcune piccole,
grandi tappe che ci portano all’oggi.
Tra il ‘50 e il ’53 San Fruttuoso vede
l’ampliamento del proprio cimitero di 160
ossari, l’asfaltatura delle strade intorno alla
Chiesa, la costruzione di un tratto di rete
fognaria, l’estensione dell’utilizzo di acqua
potabile dall’acquedotto comunale in tutto
il paese.
Altre caratteristiche urbanistiche cambiano
in modo rilevante il paese, ma di questo Il Centro Sociale di Via Tazzoli - 1968
parleremo nei capitoli dedicati alle
cooperative edificatrici. Don Achille Stefanelli (1931 – 2013),
ordinato sacerdote nel 1954, è il primo
Direttore del Centro Sociale di San
Fruttuoso dal 1966 al 1970. In seguito è
Rettore del Collegio Villoresi San Giuseppe
di Monza fino al 1983.

Il Centro Sociale di Via Tazzoli in costruzione - 1963

Nel 1963 inizia la costruzione


dell’edificio della Fondazione Opere Sociali
Cariplo, comunemente detto Centro Sociale.
I lavori terminano nel 1966.
La gestione del Centro è affidata alla
Fondazione La Vincenziana, costituita come
Don Achille Stefanelli
ente ecclesiastico nel 1934 e civilmente
riconosciuta nel 1935. Nel 1970 il direttore del Centro Sociale è don
La Vincenziana è ideata dal Cardinal Giovanni Colombo, persona piuttosto schiva
Schuster, che le attribuisce il “fine essenziale e timida, cui subentra Don Ercole Gerosa
dell’assistenza religiosa ai giovani operai che (1928), che ha il merito di raccogliere
non hanno famiglia a Milano”. intorno al suo ministero, un largo consenso
Nelle strutture di accoglienza studenti e di persone, domiciliate nella nuova zona
lavoratori possono trovare un aiuto ad residenziale intorno alla Scuola media e non
affrontare le difficoltà della vita lontana da sempre in sintonia con la Parrocchia.

87
Alla fine degli anni ’70 la Cariplo,
attraverso il vicepresidente Avv. Camillo
Ferrari, decide di donare gratuitamente il
Centro Sociale al Comune di Monza.
L’offerta è tenuta nascosta perché
l’Amministrazione Comunale la rifiuta,
poiché ritiene troppo onerosi i costi di
gestione, che tuttavia Cariplo s’impegna a
pagare per il 50% il primo anno e per il 25%
per altri nove anni.
Il problema, sollevato da un gruppo di
Il Punto d’Incontro vende il proprio giornale - 1978.
giovani di ogni estrazione politica e sociale,
riunitosi in un gruppo denominato “Punto Dal 2009 il Centro Sociale diventa Casa
d’Incontro”, è immediatamente fatto d'accoglienza Giovanni Paolo II e ospita sia
proprio da organi di stampa, televisioni, ecc. studenti sia lavoratori maschi.
… e partiti politici. La struttura offre 92 camere, di cui 50 con
Il risultato è che il Centro Sociale diventa bagno in comune e 42 con bagno in camera.
del Comune, ma la gestione gratuita resta a Dieci camere sono disponibili per situazioni
“La Vincenzana”. segnalate dai Servizi Sociali del Comune di
A parziale risarcimento per la popolazione Monza.
di San Fruttuoso, v’è la buona volontà del Il costo della ristrutturazione è di circa 800
direttore, Don Ercole Gerosa, nel cedere mila euro.
spazio esterno per la costituzione La gestione della Casa è affidata alla
dell’Associazione Sportiva San Fruttuoso. Cooperativa Sociale Monza 2000.

Al centro Don Ercole – Concorezzo 2006


Archivio Storico Concorezzo
Casa d'accoglienza Giovanni Paolo II
Se il Comune avesse gestito il Centro
Sociale, è probabile che ora San Fruttuoso Nel 1963 l’Opera Pia Bellani acquista un
avrebbe una sala multifunzionale (cinema, edificio in costruzione in via Romagna, da
teatro, convegni, conferenze, mostre), un destinare alla realizzazione di un Pensionato
ambulatorio per gli esami clinici, un luogo di femminile di 150 posti.
ritrovo per i giovani, una biblioteca L’attività del medesimo inizia nel 1967.
pubblica, una serie di alloggi per anziani Dal 1969 la sede di Via Romagna ospita
autonomi, ecc., come prevedeva la proposta anche la sede del convitto della scuola per
del “Punto d’Incontro”. infermieri professionali dell’Ospedale San
Gerardo.

88
Residenza Sanitaria Assistenziale – Via Lipari

Nel 1994, in Via Lipari, inizia la costruzione


di una nuova Residenza Sanitaria
Assistenziale per anziani, finanziata con la
cessione di parte del patrimonio dell’Opera
Pia e con fondi regionali. Il costo finale
dell’opera è di circa 14 miliardi di Lire.
Nel 1995 è chiuso il Pensionato femminile di
via Romagna per esaurimento degli scopi.
Nel 1997, dopo la ristrutturazione
dell’immobile, l’edificio è dato in locazione
Cristo in casa di Marta e Maria
al Ministero dell’Interno che vi pone la Guglielmo Caccia detto il Moncalvo
nuova sede monzese del Commissariato della
Polizia di Stato. Guglielmo Caccia detto il Moncalvo (1568 –
1625) è il più importante esponente dell'arte
della Controriforma in Piemonte. Definito il
Raffaello del Monferrato, collabora con
Gaudenzio Ferrari.

Residenza Sanitaria Assistenziale – Via Lipari

Nello stesso anno è inaugurata e aperta la


nuova Residenza Bellani di via Lipari con
100 posti per anziani non autosufficienti,
più 20 per malati di Alzheimer e 20 posti di
Le case popolari di Via De Gasperi - 1965
Centro Diurno Integrato avviato nel 1998.
Presso la RSA Bellani si conserva una delle All’inizio degli anni ’60 viene aperta la
più belle opere di Guglielmo Caccia detto il prima Farmacia Comunale della città, in Via
Moncalvo “Cristo in casa di Marta e Maria” Tazzoli e sono assegnate le abitazioni
proveniente dall’Oratorio dei Disciplinati di popolari dei sei palazzi di Via De Gasperi.
Santa Maria di Monza. Inoltre vi si trova un
“San Tommaso”, una “Lactatio Bernardi” e
una “Vanitas” con teschio e libri della scuola
del Moncalvo (Monza La sua Storia pagg. 252-54.)

89
Nel 1969 inizia la costruzione del L’Oratorio di Via della Novella, attento alle
cavalcavia di Viale Lombardia, demolito nel esigenze dei ragazzi e delle famiglie del
2009. paese, mette a disposizione della Scuola
Media Zucchi diverse aule, i bagni, la
palestra, affinché si realizzi una sede
staccata della medesima scuola.
Nel 1976 v’è l’inaugurazione della Scuola
Materna Andersen e del Nido Comunale di
Via Tazzoli.
Nel settembre del 1980 la scuola media trova
una sede definitiva in Via Iseo 18. Per anni è
denominata con una X, a indicare che è la
decima scuola media di Monza. Sotto la
presidenza del prof. Alberto Serini, la scuola
Cartello segnaletico d’inizio lavori è intitolata ad Albert Bruce Sabin,
del Cavalcavia di San Fruttuoso - 1969 scopritore del vaccino antipolio.

Ingresso Scuola Media Sabin – agosto 2013

E finalmente anche San Fruttuoso ha la


Scuola Media “A.B. Sabin”. Una scuola che,
nel decennio 1990 – 2000, è senza dubbio la
miglior scuola media di Monza.

Farmacia Comunale n. 1 di Via Tazzoli

Nel 1971 gli abitanti sono circa 7000.

Nel 1972 si arriva a una soluzione


temporanea, in merito all’assenza di una
scuola media a San Fruttuoso.

Scuola Media Sabin – agosto 2013

Il 13 aprile 1975, Monza celebra, prima città


in Italia, le elezioni per i Comitati di
Quartiere.
In quel periodo, il decentramento prevede la
Scuola Materna Andersen – agosto 2013 divisione della città in otto quartieri, che
rappresentano realmente le comunità di
90
persone che vi abitano, sia per legami USA, non riesce offrire risposte adeguate
storici, sia per vincoli culturali e ambientali. alle inquietudini sociali di quell’epoca.
San Fruttuoso è il Quartiere 4. Nasce nel Paese una nuova attenzione,
Gli aventi diritto al voto sono 5.338. anche all’interno della Chiesa, per una
I votanti sono 4.045, pari al 75,77% politica più vicina alle classi sociali più
I risultati delle elezioni sono i seguenti: disagiate.
Non è casuale che, nel 1976, il PCI
Lista Voti % Seggi raggiunge l'apice del consenso elettorale, col
PCI 1.129 27.9 7 34,4% dei voti, dopo che, l'anno prima,
DC (Comunità e Partecipazione) 1.113 27,5 6 conquista le principali città italiane.
PSI 702 17.3 3
ACLI 535 13.2 3
PRI 231 5.7 1
Sinistra Extraparlamentare 130 3.3 0
Collettivo Politico S. Fruttuoso
Totale voti validi e Seggi 3840 94.9 20
Bianche 96 2.4
Nulle 109 2.6
Totale voti non validi 205 5.0

Siamo di fronte ad un risultato che ribalta Il simbolo delle ACLI


completamente l’assetto politico che domina
il nostro paese nel corso del dopoguerra. A San Fruttuoso, questo spostamento a
sinistra si legge nel successo elettorale delle
San Fruttuoso è feudo della Democrazia ACLI (Associazioni Cristiane Lavoratori
Cristiana, come Monza e l’Italia, fin dalle Italiani), che ottengono il 13.2% dei voti, 3
prime elezioni dopo la 2° guerra mondiale. consiglieri di quartiere (Paolo Andreoni,
I motivi di mezzo secolo di governo Mario Galimberti e Anna Barzaghi) e
nazionale e monzese della Democrazia “governano” il quartiere con PCI e PSI.
Cristiana si riassumono in due concetti
essenziali.
Il primo è la notevole ingerenza dello Stato
Vaticano e della Chiesa Cattolica negli affari
politici, o meglio, partitici italiani.
Il secondo è il forte legame tra gli USA e
l’Italia, che, se da una parte frena un
possibile aggancio del Paese alla dittatura
del comunismo sovietico (ricordiamo che il
PCI è il più grande partito comunista
dell'Europa occidentale), dall’altra offre
l’opportunità alla DC di rilassarsi Giovani del Collettivo Politico San Fruttuoso
eccessivamente, fermando la trasformazione Manifestazione del 25 aprile 1977
efficace dell’Italia verso una democrazia
Dai risultati delle elezioni di quartiere del
dell’alternanza moderna e agile nei suoi
1975 si nota anche la presenza del Collettivo
meccanismi.
Politico San Fruttuoso. Pur non ottenendo
A scombussolare tale situazione s’intromette
nessun seggio, il 3.3% dei consensi ottenuti
la contestazione del ’68 e le relative proteste
dal CPSF, ci informa che la sinistra
di studenti e soprattutto degli operai.
extraparlamentare è presente nel nostro
La DC, seguita con interesse strategico dagli
paese.
91
Si tratta di giovani con grande entusiasmo, sorpresa. Ancora di più lo è quando il titolo
molte buone idee, diventati nel corso degli comunica che, alcuni giovani di Lotta
anni, ottimi cittadini e professionisti di Continua, a bordo della Simca di Augusto,
qualità. sono morti mentre, nei pressi di Orvieto,
Il clima incandescente degli anni di piombo sull’autostrada del Sole, vanno a Roma per
rasenta anche aspetti paradossali. partecipare a una manifestazione contro
In tal senso è l’arresto di Federico Rampino, l’esecuzione capitale di cinque persone da
30 anni, titolare di una piccola azienda di parte della dittatura spagnola di Francisco
trasformazione del ferro in quel di Burago Franco. E’ il 27 settembre 1975 quando
Molgora. Nato in Basilicata, da moltissimi muore Augusto.
anni, abita a San Fruttuoso in Via Tito
Speri, 11. Nel giugno del 1974, è arrestato
con l’accusa di essere un carceriere del
giudice Sossi, sequestrato a Genova dalle
Brigate Rosse il 18 aprile dello stesso anno.
In realtà il Rampino possiede un rustico nel
comune di Borgotaro in provincia di Parma,
dove esercita la sua gran passione per le
armi.
Dopo pochi giorni è completamente
scagionato.
Nel frattempo tutta la stampa nazionale
divulga la notizia con risalto e veemenza Augusto Vergani
sproporzionata.
La sera del 29 aprile 1977, nell’anniversario
della morte del fascista Mario Ramelli, lo
studente-lavoratore Tiziano Arosio, a
conclusione delle lezioni del corso serale di
ragioneria presso l’Istituto Mosè Bianchi di
Via Berchet, è picchiato vigliaccamente da
due fascisti. Arosio è trasportato in
ospedale e il Consiglio Comunale è sospeso
per solidarietà.
Nei tre giorni successivi in tutte le scuole di
Monza si organizzano spontaneamente
Neo – fascisti con spranghe e bastoni – Monza - 1972
assemblee sull’antifascismo.
Ciò nondimeno avvengono anche
accadimenti veramente drammatici.
Nel Collettivo Politico San Fruttuoso c’è
anche Augusto Vergani. E’ un ragazzo
timido. Alle riunioni non parla mai. Non
ride, a volte sorride e sembra lo faccia con
fatica. Piace molto alle ragazze, ma si
vergogna della sua erre moscia. Ha un paio
di baffi che lo fanno assomigliare a un Robin
Hood troppo romantico e idealista. Nessuno
riesce a entrare nel suo mondo. Una
mattina, sfogliando un quotidiano, si scorge Dossier del Movimento Studentesco - 1973
la sua fotografia sul giornale. E’ una grande
93
Poco tempo dopo il sequestro Moro, sono Nel 1994, dopo anni di lavori e d’impegno da
lanciate due bombe – carta nelle abitazioni parte delle associazioni, dei partiti, del
di Virginio Picozzi, in via Ugo Bassi e di Comitato di Quartiere, il Parco Varisco
Rodolfo Figini, in Via San Fruttuoso. diventa fruibile a tutta la popolazione.
Considerando l’epoca, neppure si discute: i Ne trae beneficio anche la Scuola
colpevoli sono i giovani della sinistra Elementare Alfieri, che ha un luogo adatto
extraparlamentare. per far giocare i bambini durante i momenti
In realtà si tratta di un’eccessiva bravata, di pausa delle lezioni.
eseguita da due ragazzi, poco più che Il 12 ottobre 2013 il Parco è intitolato ad
adolescenti, esponenti di due famiglie Angela Ronchi, staffetta partigiana e prima
cattoliche del paese. donna a diventare presidente di Comitato di
Ciò a significare il clima di paura, di Quartiere in Italia.
tensione e di pregiudizio che gli anni di
piombo portano anche a San Fruttuoso.

Nel novembre 1989 cade il muro di Berlino e


si conclude il dissolvimento della grande
Unione Sovietica.
L’esistenza della Democrazia Cristiana,
come baluardo della democrazia occidentale
nei confronti del comunismo d’oltre cortina,
ha cessato d’avere un senso.
E’ così che si liberano informazioni un
tempo segrete. Queste portano, nel 1992,
all’inizio di Tangentopoli: la scoperta di un
sistema di corruzione, concussione e
finanziamento illecito ai partiti ai livelli più
alti del mondo politico e finanziario italiano,
in corso da decenni. Ne sono coinvolti
ministri, deputati, senatori, grandi e piccoli
imprenditori, presidenti di grosse imprese a
partecipazione statale, presidenti del
Cappella dei Caduti di Ogni Guerra.
Consiglio, ecc.
Cimitero di San Fruttuoso - 2013
Il sistema partitico, nato nel Dopoguerra, è
ormai giunto alla disgregazione. Nel 2006 è realizzata la ristrutturazione
della Cappella nel Cimitero, dedicata ai
caduti in guerra.
Fin dal 1875 i cittadini di San Fruttuoso
desiderano erigere una Cappella per i Caduti
di Ogni Guerra.
Nel gennaio 1920, il Parroco don Angelo
Panigada, per conto di un comitato sorto
spontaneamente nel paese, chiede
all’Amministrazione Comunale di
provvedere alla costruzione di detta
Cappella, con annesso ossario sotterraneo.
La richiesta prevede sia la concessione
Parco Angela Ronchi – Via San Fruttuoso 2013 gratuita da parte del Comune di un'area del
cimitero, sia la costruzione della stessa con
94
utilizzo dei fondi risparmiati nel ribasso
d'asta sulla spesa prevista per
l’ampliamento del Cimitero.
Il comitato chiede che la cappella contenga
una lastra di marmo con incisi i nomi dei
caduti in guerra di Cascine Bovati a “futuro
perenne ricordo del sangue versato dai propri
figli in difesa della Patria.

Via Marelli – nei pressi del luogo dell’omicidio

Il 24 novembre 2009 si commette il feroce


omicidio di Lea Garofalo che porta San
Fruttuoso alla ribalta delle cronache
nazionali.
Interno Cappella dei Caduti – San Fruttuoso Lea Garofalo, testimone di giustizia contro
la criminalità organizzata della
Il progetto inizia la sua concretizzazione il 'Ndrangheta, viene barbaramente uccisa a
26 gennaio 1921, quando il Comune di Milano e il suo corpo trasportato in un
Monza acquista dai fratelli Villa, l’area terreno a San Fruttuoso, nei campi tra via
necessaria all'ampliamento del cimitero. Marelli e Via della Novella è bruciato in un
Il 10 marzo 1923 la Giunta Comunale bidone metallico e poi sepolto.
delibera di "approvare l'avvenuta cessione Nel 2013 gli assassini sono condannati
dell'area in cimitero di Cascine Bovati per la all’ergastolo.
Cappella a ricordo dei Caduti della guerra e la Lo scultore e pittore Ernesto Galimberti, su
pure effettuata costruzione dell'Ossario commissione dell’Associazione Culturale San
comunale, il tutto con una spesa di L. 3.000 Fruttuoso e con il contributo del Comune di
già pagate in sede di liquidazione dei lavori di Monza, realizza un monumento per
ampliamento del cimitero predetto, ricordare Lea Garofalo. L’opera d’arte,
riservandosi ulteriori provvedimenti circa esposta sul piazzale del cimitero di San
l'eventuale passaggio in proprietà del Comune Fruttuoso, è inaugurata il 24 novembre
della Cappella stessa, con conseguente carico 2013, alla presenza delle autorità e
delle spese di mantenimento e della perpetua dell’Associazione Libera.
destinazione sua al culto".

L’esecuzione dei lavori è affidata alla Ditta


Giovanni Crippa di Muggiò.
Nel 1923 la costruzione della cappella per i
Caduti della Prima Guerra Mondiale è Inaugurazione della scultura di Ernesto Galimberti,
conclusa. dedicata a Lea Garofalo - 24 novembre 2013.

95
Il 23 maggio 2010 si realizza il smaltimento dell'acqua e dei liquidi di
completamento del Centro Sportivo di Via sversamento.
Montanari, in gestione all’Associazione La galleria ha una sezione stradale con due
Sportiva San Fruttuoso Calcio. carreggiate separate, una per ogni senso di
marcia, ciascuna con tre corsie e una
banchina laterale destra di 0,90 metri, per
una larghezza complessiva della piattaforma
stradale di 12,40 metri per ciascuna
carreggiata.
Il tunnel ha semafori per la gestione delle
emergenze, regolatori di flusso luminoso per
ridurre i consumi energetici e luci a led per
indirizzare alle uscite di emergenza e i primi
50 metri di entrambi gli ingressi sono dotati
di pannelli fonoassorbenti.
La galleria è monitorata in maniera costante
per tutta la sua lunghezza grazie alla
presenza di un impianto tv a circuito chiuso.

Tuttavia i cittadini di San Fruttuoso sono


ancora perplessi sulla funzionalità del tunnel
rispetto alle esigenze del paese.
Inaugurazione Centro Sportivo via Montanari. Si pongono parecchie questioni che
In primo piano Don Ercole Gerosa - secondo da destra l’Amministrazione Comunale deve risolvere
il Presidente: Daniele Nova. a proposito dei bisogni degli abitanti.
Cinque anni d’isolamento pressoché totale
Nel 2011 gli abitanti sono più di 13.000. causano:
 Crisi esponenziale del commercio al
dettaglio
 Caduta delle iscrizioni nelle scuole,
con conseguente ricambio di docenti
e disagio alle famiglie

 Inquinamento atmosferico alle stelle


per il traffico bloccato lungo le vie
del quartiere.
L’inaugurazione del Tunnel di Viale Lombardia da
parte delle autorità - 2013  Difficoltà notevoli per le associazioni
a elaborare un piano d’intervento
Dopo cinque anni di lavoro, nel 2013 incisivo sulla città.
s’inaugura la galleria di Viale Lombardia.
Sono oltre 100mila gli autoveicoli che ogni  Notevole disagio nei trasporti di
giorno vi transitano. materiale.
Costa 346 milioni di euro, 118 in più rispetto
alla stima iniziale.  Cedimento del mercato immobiliare.
Il tunnel é lungo 1.805 metri, ha tredici  Limitazione per le giovani
piazzole di sosta, con annesse uscite di generazioni nel “penetrare” lo spazio
emergenza pedonali, munite di scale che città.
portano in superficie, due centrali di
filtraggio dell'aria, due impianti di raccolta e
96
ultimi anni da parte dei consiglieri di
maggioranza della Circoscrizione 4 e non a
una manipolazione tendente a favorire una
parte del quartiere che con San Fruttuoso
ha poco a che vedere.
Curato dall'architetto paesaggista Andreas
Kipar, il progetto prevede la piantumazione
di 600 nuovi alberi e quattro chilometri di
piste ciclabili. All'insegna della sostenibilità,
Come sarà in superficie il nuovo Viale Lombardia?
costa 33.000 euro alle casse del Comune,
sono previsti 26.500 metri quadrati di parco
L’elenco potrebbe continuare, ma dovrebbe
e 11.750 metri di passeggiata dalla parte est,
bastare a convincere i politici locali a
quella che si affaccia sul quartiere Triante.
elaborare un piano di superficie che valorizzi
Lungo le due corsie (una per senso di
realmente San Fruttuoso sul piano
marcia) v’è spazio per due piste ciclabili:
commerciale, industriale, ambientale,
una veloce di 1,8 chilometri dal lato del
scolastico e culturale.
quartiere San Fruttuoso, l'altra lenta di 2,3
In tal senso, ci pare corretto segnalare anche
chilometri dalla parte opposta, oltre a tre
la mancata trasparenza sulle decisioni prese
nuove aree attrezzate per picnic, una zona
dalla Circoscrizione 4 in merito al progetto
per il fitness e uno spazio giochi per i
del Nuovo Montagnone.
bambini.
Secondo i nostri sondaggi i risultati del
referendum, concernente l’area in questione,
sono falsi.
Nel 2013 si realizza anche il progetto del
Speriamo solo che si debba imputare tale
Nuovo Montagnone che dovrebbe
enigmatico cambiamento nelle indicazioni
presentarsi come nell’immagine
dei cittadini, all’incapacità mostrata negli

Il progetto del Nuovo Montagnone


97
Consiglieri comunali, sindaci e assessori di San Fruttuoso

Nome Partito Anni Incarico


Giuseppe Ferrario 1871 - 75 Sindaco
Ulderico Brambilla 1895 Consigliere Comunale
Alfonso Marelli PPI 1923 Consigliere Comunale
Partito
Angelo Varisco 1927 - 45 Vice – Podestà
Fascista
Angelo Paleari DC 1952 - 56 Consigliere Comunale
Giulio Pessina DC 1956 - 64 Consigliere Comunale
Franco Fossati DC e PSI 1964 - Assessore al Decentramento
Franco Antelli PCI 3 mandati anni 70' anni 91'
Martino Mauri PCI 2 mandati anni 70' e anni 80', Assessore al bilancio per 9 mesi
Ernesto Pessina DC Consigliere Comunale
Roberto Pessina DC Consigliere Comunale
Mario Galimberti DC Consigliere Comunale
Elio Agostoni PCI 1985-91 Consigliere Comunale
Giorgio Fontana FI Consigliere Comunale
Antonio Gabetta FI Consigliere Comunale

Insieme
Marco Longoni per Assessore alla Mobilità
Monza
Franco Monteri PD 2012 Consigliere Comunale
Maria Grazia Artesani PD 2012 Consigliere Comunale

98
Frontespizio della brochure della DC
per le Elezioni Amministrative - 1964
Manifesto del PCI per la visita del Presidente USA in Italia - 1951

99
CAPITOLO 5°

MONDO CONTADINO

SCUOLA

NEGOZI E TRATTORIE

100
Il Mondo Contadino

Famiglia Sangalli - ul regiü' al centro

La Famiglia Contadina E’ lui che sovrintende alla preparazione


La Famiglia contadina si fonda sul degli impendizi dovuti al padrone e che
patriarcato: sistema collettivo nel quale il talvolta infila pallini di piombo nei pollastri
potere, l'autorità e i beni materiali sono perché raggiungano il peso stabilito.
concentrati nelle mani dell'uomo più Gli impendizi sono corresponsioni in natura
anziano dei vari gruppi di discendenza. che i contadini devono al proprietario in
La famiglia contadina di stile patriarcale è occasione delle grandi festività (Natale,
quindi composta da molte persone, Pasqua) per arricchire la mensa padronale.
appartenenti a diverse generazioni, che Un vecchio proverbio dialettale pone
convivono, rispettando la gerarchia e avendo l’accento sull'importanza della figura del
come punto di riferimento tre aspetti della regiü: “Se tucc i gran andassen in granè,
vita: la famiglia, la Chiesa e il lavoro nei anca tucc i cujun sarìan bòn de fa el misé”
campi. (Se tutti i chicchi di grano finissero nel
Capo indiscusso è “ul regiü'”, l’uomo più granaio, anche tutti i coglioni saprebbero
anziano o, se questi è impedito da motivi di fare il regiü).
salute, dal primogenito. Anche la “regiüra”, solitamente moglie del
E’ ul regiü' che gestisce il guadagno del patriarca, ha la sua autorità e svolge un
proprio raccolto e anche quello dei figli. ruolo dirigente nella conduzione dei lavori di
La sua centralità non è mai messa in casa (ul manègg). Considerando che il nucleo
discussione. Il suo operato è insindacabile e famigliare supera in alcuni casi le trenta
accettato con la più profonda riverenza. persone, la responsabilità e il potere sono
Il reggitore di questa tribù cura i rapporti ragguardevoli.
con la proprietà terriera con decoro, ma con Dal carattere forte, è il vero perno della
deferente subordinazione, tenendo il magione. Nella buona e nella cattiva sorte la
cappello sospeso con una mano dietro la regiüra ha tutto sotto controllo e comanda
nuca. su figlie e nuore, organizza i lavori
domestici, provvede al vitto, gestisce i

101
rapporti col vicinato e con gli artigiani che Alcuni concetti ci sembrano comunque
frequentano la casa. importanti e spesso trascurati.
La presenza del regiü e della regiüra riunisce Dietro tanti e diversi “fare” del contadino ci
intorno al focolare e al tavolo da pranzo, i sono tanti “saperi”: saperi ecologici,
famigliari di tutte le età, davanti a polentate naturalistici, tecnici, su animali, piante,
o minestroni fumanti, Al decesso del regiü, il acque, oggetti e nature varie. Dietro al
potere passa, per diritto tradizionale, alla “fare” del contadino c’è pensiero, c’è
regiüra e, alla scomparsa di questa, al più razionalità, c’è classificazione del mondo. E
anziano della famiglia. il tutto con l’umiltà di chi crede di non
sapere.
1. Usa la terra, piuttosto che averla in
proprietà.
2. Realizza l’autoconsumo prima
dell’immissione nel mercato dei loro
prodotti.
3. Realizza scambio ecologico anziché
scambio economico.
4. Pratica l’arte di valorizzare il
gratuito della terra.
Curt di Capròt - Matrimonio 5. Pratica l’aiuto reciproco piuttosto
che la competizione.
Anche se può sembrare un regime famigliare 6. Possiede saperi e saper fare piuttosto
piuttosto rigido, è anche il più efficace, che agronomia universalista.
poiché la convivenza dei membri della 7. Pratica la razionalità ecologica
famiglia è alquanto singolare. piuttosto che quella economica.
A quei tempi le coppie hanno parecchi figli,
il lavoro nei campi esige molte braccia,
quando i figli si sposano, rimangono con le
mogli in famiglia sotto lo stesso tetto.
In questo modo i legami familiari si
consolidano fortemente, ma possono nascere
attriti e incomprensioni insanabili e, non v’è
la possibilità di trovare una nuova
abitazione perché i soldi non ci sono.
Ecco allora che la figura del regiü e della
regiüra sono fondamentali perché
mantengono unito il gruppo famiglia,
risolvendo con autorevolezza i problemi
postai dalla quotidianità.
Non si vogliono nascondere i problemi che
esistono in una famiglia patriarcale. Certo è
che la famiglia contadina si distingue perché
fondata su uno stato di fatto: l’affetto dei
suoi elementi, dovuto anche a uno stile di Il contadino al lavoro
vita essenziale e quindi alla ricerca del senso
primario delle relazioni tra le persone. E tutto questo lo fa senza sapere di farlo …
Raccontare in poche parole la vita del per questo è scomparso, sostituito
contadino del nostro paese non è semplice. dall’imprenditore agricolo.

102
Il contadino si occupa della coltivazione dei Vi è poi la manutenzione degli attrezzi
campi: bruciatura della macchia - semina di agricoli, la coltivazione dell'orto, la cura
diradamento - concimazione - zappatura, degli animali da cortile, l'allevamento dei
erpicatura, fresatura del terreno - preparazione bachi da seta, e non ultimo l'attenzione nei
del drenaggio - aratura -rullatura - semina rapporti col padrone del terreno,
produttiva - irrigazione - sradicamento delle solitamente un signorotto che pretende un
piante passive - potatura - mietitura - raccolto- ossequio sproporzionato.
recupero e imballaggio della paglia per la
stalla - trebbiatura - essicazione - insaccaggio -
raccolta dei semi - ecc.

Rastrellatura del fieno – 1955


Ugo Ravasi nel campo di Carlo Pessina (Lunghèt)
Covone a San Fruttuoso - 1946
Per fare tutto ciò, il contadino ha bisogno di
Si occupa dell’allevamento del bestiame: quelle abilità, quell’esperienza, quelle
cure neonatali - allattamento - svezzamento - saggezze che gli sono tramandate dai padri.
ingrassamento - allevamento della rimonta - Solo con l’imparare da chi v’è prima di lui,
provvedere al cibo per le bestie - riproduzione - può continuare un lavoro senza soste.
parto – pascolo - pulizia degli animali –
pulizia della stalla - controllo della salute degli
animali - abbattimento – trattamento per la
conservazione e la vendita dei prodotti ottenuti
(salame, carne, latte, burro, lardo, uova,
formaggio, colla, sapone, fertilizzante, ecc.)

Casìna di Erculìt – Via della Novella


Anche l'inverno è faticoso: il taglio della
legna nel bosco, la sistemazione delle varie
parti della cascina, la pulizia dei fossati e
delle rogge, il rimescolamento del mucchio
di stallatico (la meda dal rü) affinché
fermenti al punto giusto per la
concimazione, la potatura delle robinie, la
cura dei gelsi, degli alberi da frutto, della
Toro da riproduzione vite, sempre presente intorno al cascinale.
103
Corte (Curt) e Cascina (Casìna) cultura contadina, come l’orgoglio di una
Il termine Curt ha anzitutto una grande vita onesta e laboriosa, il rispetto della
valenza storica: indica, in sostanza, parola data, la mutua solidarietà, l’intimità
un’ininterrotta forma di vita associata che, familiare, ecc.
dalla curtis longobarda, l’azienda agricola
attorno alla quale ruotavano la dimora
signorile, gli alloggi dei coloni, le stalle e i
magazzini, si sviluppa nella curt brianzola,
la quale più che il semplice cortile è il centro
della vita sociale, giuridica, economica e
religiosa del recente passato.

Curt di Sciàtt – Via San Fruttuoso 7 - 1936

Nella corte avviene lo scambio


d’informazioni da una porta all’altra, da
una finestra all’altra, mentre si stende il
bucato. Racconti, canzoni e filastrocche
trovano il loro luogo privilegiato nelle stalle
o intorno al grande camino. L’innata
religiosità si esprime in semplici gesti
quotidiani: la benedizione del pasto
giornaliero, la preghiera all’Angelus del
mezzogiorno, la protezione della casa
affidata alle madonne o ai santi collocati in
Curt di Lavéi – Via San Fruttuoso 5 nicchie votive sotto i portici o sopra la porta
La curt rappresenta l’unità fondamentale di casa.
della società di San Fruttuoso fino alla metà
del XIX secolo, ossia sino all’avvento
dell’industrializzazione. E’ l’elemento che
riassume in sé tutto un mondo, tutti i vari
aspetti della vita quotidiana del tempo. Vita
di persone e di animali, dove ogni evento,
dalla nascita di un bambino all’uccisione del
maiale, dalla mungitura alla raccolta del
granoturco appartiene alla collettività. Il
consumo dei pasti avviene insieme: in
inverno nella grande cucina che accoglie
tutti; in estate sui gradini di casa,
condividendo il cibo con le altre famiglie.
Anche le feste e i passatempi, dai giochi di
cortile dei ragazzi alle ricorrenze natalizie o
agli scherzi di carnevale hanno come teatro Edicola Sacra - Corte dei Cappuccini Colomba
la corte di appartenenza. Il concetto stesso
La curt è qualcosa di perennemente vivo:
di curt evoca simbolismi di profondo
risuona di grida, di garriti di rondini, di
significato culturale. Nella corte si
cigolii di carri, di richiami di arrotini e
perpetuano e si tramandano i valori della
104
spazzacamini. Ogni corte ha il suo Bell’aria, Cascina delle Rose, Cascina delle
particolare profumo: di cibi, di fiori, di Vigne, Cascina Finale, Cascina Macinato,
concimi. Ogni corte ha carri che vanno e Cascina della Luna, Cascina del Respiro,
vengono, fieno da ammassare nei fienili, la Corte dei Fagioli, Corte dei Rospi, Corte
battitura del grano, l’essicazione del delle Lavandaie, Corte del Vaticano.
granoturco, la riparazione degli attrezzi
agricoli. Tutto è in comune: la corte come
spazio comunitario promiscuo. Perfino i
servizi igienici sono in comune. Anche la
lingua, il dialetto, si manifesta, si rafforza, si
tramanda e si modifica nella vita della corte.

Casìna Bunfànta – Via Silva


Tutte sono comunque accomunate dalle
stesse finalità, organizzazione e anima.
La quotidianità nelle cascine, costruite
intorno al cortile, è parte fondamentale
Casìna di Baldiròn – Via Della Novella della cultura contadina. Le famiglie vivono
Nel 1842 vi sono quarantadue cascine e un'esistenza chiusa e angusta, per la quale il
ventuno corti a San Fruttuoso. Dieci corti paese e il cortile sono il mondo: un percorso
appartengono a Cascine Bovati, situate a di poche decine di chilometri diventa un
nord di San Fruttuoso. Undici corti vero viaggio, quasi un’avventura. Ma
appartengono a Cascine Caprotti, situate a proprio l’essere in cascina contribuisce a
sud di San Fruttuoso. diffondere e a mantenere un modello di
Le quarantadue cascine sono disseminate su comportamento fondato sulla comunione e
tutto il territorio del paese ma, secondo la sull'aiuto reciproco; valore che del resto le
recente definizione (2008) dell’Istituto De condizioni concrete della vita agricola
Agostini, condivisa dal Consiglio Nazionale rendono addirittura indispensabile alla
delle Ricerche (CNR) e da Coldiretti, si può prosperità del gruppo e dei singoli.
definire cascina una grossa fattoria al centro
di un'azienda agricola, che ha un’estensione
di almeno 40 – 50 ettari, e quindi di cascine
con un terreno così grande intorno a San
Fruttuoso, oggi, non ce ne sono.
Nel nostro scritto manteniamo il criterio per
il quale la cascina è un’entità urbanistica
rurale, abitata, produttrice di beni derivanti
dall’agricoltura, circondata da campi. La
corte invece non ha bisogno di essere
circondata da terreni.
Com’è la vita agli inizi del '900 nelle cascine?
I nomi delle cascine di cui è costellato il
territorio di San Fruttuoso sono talvolta
sorprendenti: Cascina dell’Allegria, Cascina Bambino sul cavallo - 1902
105
Nonostante le condizioni materiali siano Gli edifici sono utilizzati secondo una netta
davvero faticose, dure, difficili, la cascina è distinzione funzionale.
realmente una comunità solida e compatta, Da una parte quelli destinati ad abitazione,
che può contare sul soccorso di tutti i suoi con il modulo consueto della cucina al piano
membri. E se è vero che la famiglia stessa e terra e delle stanze al piano superiore,
la vita dei cortili significano anche unione, dall’altra parte del cortile, o in
libertà e indipendenza, essi garantiscono continuazione della parte abitativa, sorgono
aiuto e compagnia ai vecchi, ai malati, alle invece i corpi rustici, con il piano terra
categorie "improduttive" che l’efficientistica dedicato alle stalle e il piano superiore ai
società di oggi emargina. fienili. Sovente, porticati o logge proteggono
le abitazioni, i cui accessi, come quelli alle
stalle, danno tutti sul cortile comune. La
cucina è una grande stanza con pavimento
in terra battuta. Da un lato, appesi al
muro, due secchi di ferro zincato colmi
d'acqua, prelevata dal pozzo, e al loro fianco
i mestoli. Una piccola dispensa protetta da
una rete, la muschiröla, contiene gli avanzi
della cucina.

Curt dal Vaticano: Donne della corte - Via Lamarmora

Entrando in questo microcosmo si nota


subito l’edificio, spesso a forma di U,
costruito attorno ad uno spazio libero, il
cortile, nel quale si trovano il pozzo per
attingere l'acqua, dotato di pompa mossa
manualmente (la trùmba), i servizi comuni,
(ul céss) sprovvisti di acqua corrente e di
tutte le moderne comodità, e a volte il forno.
Da un lato v’è un porticato con il lavatoio e Curt Anghinèli – Via Lamarmora
i carretti, tenuti al riparo in attesa del loro
V'è l’ampio camino, sul quale ribolle un
utilizzo, sopra il fienile.
gran pentolone. Dalla parte opposta v’è una
Ma soprattutto il cortile è luogo di
cassapanca di legno (la màrna), munita di
passaggio, e quindi di conoscenza reciproca,
coperchio e divisa in scomparti per la farina
e di lavoro.
gialla, quella bianca, la crusca per gli
animali. Vicino a un’altra parete v’è la
credenza (cardènsa) con piatti e scodelle in
bella vista, sulla sculèra. Al centro un gran
tavolo di legno massiccio sul quale troneggia
una marmitta (ul baslòtt) ricolma di latte
cagliato (la cagiàda), da coprire affinché
non diventi un acchiappamosche.
In un angolo la zangola, un cilindro di legno,
all'interno del quale uno stantuffo mosso
ripetutamente in su e in giù, trasforma il
latte in burro (la penàgia).
Verso metà aprile, lo spazioso stanzone si
Curt Lunga – Via San Fruttuoso, 6 trasforma, diventando il luogo destinato
106
all'allevamento dei bachi da seta (i cavalée), E’ interessante notare come la cascina, così
un'attività per molto tempo, redditizia per i concepita, risponde anche a un’esigenza di
nostri contadini, permettendo loro di far sicurezza e di difesa, più o meno sentita a
fronte a necessità urgenti. seconda dell’epoca storica. In tal senso va
Una scala porta alla stanza da letto, una letto il rito serale della chiusura del portone,
camera molto grande, tanto che vi trovano che isola sì la cascina, ma nello stesso tempo
posto il talamo matrimoniale e quello delle ne rafforza lo spirito comunitario di coloro
figlie; più in là, separato da una tenda, i letti che la abitano.
dei figli maschi. Le donne siedono a tessere e a cucire, si
L’aspetto esterno è spesso anonimo e occupano della cucina, fanno il burro,
ripetitivo, con fronte murario continuo, lavano i panni, li stendono al sole ad
interrotto solo da file di finestre. asciugare su fili sorretti da pertiche di legno.
Intere famiglie si occupano della pulitura e
della battitura del granoturco.
L'annuale uccisione del maiale diventa una
"cerimonia" irrinunciabile e la scusa per
festeggiare i rari momenti di abbondanza.
In cortile i bambini giocano insieme per
intere giornate, litigano e fanno pace. I
giovani pensano alla ragazza di cui sono
innamorati. Nella curt si ascolta il rumore
del secchio che si riempie dell'acqua fresca
del pozzo, i muggiti che provengono dalla
Curt di Pesìna Gross – Via San Fruttuoso 2 - 1978 stalla. Si può vedere il fumo uscire dai
comignoli, sentire l'odore del pane fresco. Si
Nei mesi invernali la stalla è il luogo più può andare a raccogliere le uova nel pollaio o
abitato: tutte le famiglie vi si ritrovano per vedere le galline che razzolano libere e bere
scaldarsi col calore diffuso dagli animali. La latte appena munto ancora caldo.
regiüra fa la calza (ul scalfèn), ul regiü è Ma non c’è nulla d’idilliaco nel rapporto dei
sdraiato sulla paglia, i bambini più piccoli contadini con la natura: c’è un rispetto fatto
sono coricati nella culla (cüna), figli, nuore, di amore e di timore.
cognati e sorelle raccontano storie, mentre
gli animali: la mucca, il vitello (ul buscèn) e
l'immancabile maiale continuano a far finta
di niente.

Curt di Puliroo – Via Lamarmora

Vi sono poi le case di ringhiera (cà de


ringhèra). Hanno pianta rettangolare, con
l’ingresso da un portone a volta arcuata.
I caseggiati scaturiscono dall’unione delle
Curt dal Furmagiàt – Via Risorgimento 10 - 1968 varie abitazioni.
107
Gli appartamenti sono spesso a due piani. Il cortile è lo spazio preferito dai ragazzi per
Hanno la tipica ringhiera, che unisce il il gioco, ma il lunedì diventa possesso
reparto giorno, situato al piano terra, al esclusivo delle donne, perché è giorno di
reparto notte, che si trova al piano bucato (la bugàda).
superiore.
Da un lato del cortile si trovano i servizi
igienici, dall'altro il lavatoio, protetto da un
porticato.

Casìna di Resnàa – Via Valosa di Sopra

Le donne riempiono i secchi di lamiera


zincata con acqua calda e li versano nei
Casìna di Muiòeu – Via della Novella 1948 mastelli di legno (i segiùni) accuratamente
ricoperti con la cenere e l'asse da lavare
Il centro del cortile, di solito in terra
(l'ass da lavà).
battuta e sassi (la risàda), v'è la cisterna per
Alternando lisìva, sòda e savòn e dopo aver
far defluire l'acqua piovana.
fatto macerare per un po' in quest'acqua
Se il temporale si trasforma in nubifragio, il
saponata sul fondo del mastello (ul smöi), i
cortile si allaga e diventa per qualche giorno
panni lavati, vengono sciacquati e stesi su
uno stagno.
corde fissate da un capo all’altro del cortile,
Se accade in estate, si possono osservare
con mollette di legno (i ciapanàss).
sciami di farfalle depositarsi sul pelo
Per sostenere il peso, le corde sono sorrette
dell'acqua, e alcuni ricordano di aver sentito
da pertiche con l'estremità a forma di
gracchiare i rospi (i sciàtt).
forcella.
Ogni persona s’identifica nel proprio cortile
e ne richiama le origini gelosamente.
Quando una donna dà alla luce un bambino,
tutto il cortile è in festa.

Curt dala prepuntèra


San Fruttuoso nasce come un agglomerato
di casali imperniato su due borghi: Cascine
Cascina Cossa - Via Marelli Bovati e Cascine Caprotti, separate da Via
Se qualcuno muore, tutto il vicinato sente il Risorgimento e da Via Marelli.
bisogno di far visita alla famiglia in lutto, Riportiamo le tabelle delle cascine e dei
recitare il Rosario davanti alla salma. cortili di San Fruttuoso.
108
Le Cascine di San Fruttuoso
Nome Indirizzo Utilizzo
Cascina AGNESE
Cascina AROSIO
Cascina ARTESANI
Cascina BALOTTA
Cascina BELL'ARIA
Cascina BELLA 2
Cascina BETTONA
Cascina BOLDRIGA
Cascina CARLOTTA
Cascina CERIZZA
Cascina COLOMBAIO “Dei Capuccini”
Cascina CROCEFISSO
Cascina DELL' ACQUA
Cascina DELL' ALLEGRIA
Cascina DELLE ROSE Via Enrico Tazzoli, 15
Cascina DELLE VIGNE
Cascina EMMA
Cascina ERCOLE
Cascina FINALE
Cascina GEROSA
Cascina GIUSSANI
Cascina LECCHI-TRIVIOLI
Cascina LEONINA
Cascina LUNA Via Ugo Bassi
Cascina MACINATO
Cascina MOIOLI Via della Novella
Cascina NOVELLA
Cascina PALAZZETTA
Cascina PENNATI-PESSINA
Cascina RESPIRO
Cascina Sant’AMBROGIO
Cascina Sant’ANTONIO Via della Novella
Cascina San CARLO
Cascina San CRISTOFORO
Cascina San FRUTTUOSO
Cascina San GIOVANNI
Cascina San PIETRO
Cascina SARESANA
Cascina VALAZETTA
Cascina VERDE
Cascina VITTORIA

109
Le Corti di San Fruttuoso
Cascina BOVATI e le sue corti
Denominazione Indirizzo Stato
Curt Lunga Via San Fruttuoso, 6
Curt di Pesina Via San Fruttuoso, 2
Curt dal Sacrista
Curt di Lavei Via San Fruttuoso, 5
Curt di Sciatt Via San Fruttuoso, 7
Giardin di Scott Via Risorgimento
Curt di Figitt (curt dal Biunt-Pesa) Via Risorgimento, 14
Curt dal Furmagiatt
Curt di Basili
Curt di Piasa

Cascina Caprotti e i suoi cortili


Curt di Lisòn
Curt di Lavandè
Curt di Fasoo
Curt di Ruvida
Curt di Puliròo
Curt di Peli
Curt di Caprott
Curt di Anghineli
Curt dal Vaticano (Balburitt e Parasoo)
Curt di Tunot - Curt di Feliset
Curt di Sfilza

Cascina Sant’Antonio – Via Della Novella - 1978

110
Il Matrimonio

Matrimonio tra Pietro Arosio e Adriana Agostoni (19?)

Fino alla metà dell’ottocento i matrimoni si Avuta il consenso dei suoi genitori,
celebrano rigorosamente in ordine di età. l'ambasciatore riporta la risposta al futuro
“Tùca al Giuvanìn... tùca al Pepìn” è la sposo, fissando la festa “per giustà la spùsa”
frase impiegata per stabilire l'ordine di (fidanzamento). Il fidanzamento avviene
precedenza, qualora intervenga qualche sempre in un giorno festivo.
rinuncia. Non è l'amore a preparare il fausto Mediatore e sposo passano il pomeriggio
evento: la scelta della sposa è di competenza all'osteria, poi, la sera, raggiungono la casa
del regiü, non esente dall'influenza taciuta della sposa, dove tutta la famiglia è raccolta.
della regiüra. “ La Teresina, l'è ‘l partì che E’ a questo punto che il marusè, celebra il
va ben per ti. L'è una brava tùsa, la va in rito con queste parole:
campagna, la fa 'l pan, l'è pratica di vacc. La “Mariettina, te se cuntenta de spusà ul
va a penèl per la nosta cà. ”. (La Teresina, Giuvanìn ? E ti, Giuvanìn te se cuntent de
è la donna che va bene per te. E' una brava spusà la Mariettina?”. (Mariettina, sei
ragazza, lavora in campagna, fa il pane, se ne contenta di sposare Giovannino? E tu,
intende di mucche. E’ perfetta per la nostra Giovannino, sei contento di sposare
casa). Si tenga conto che le ragazze si Mariettina?). Avute risposte affermative,
trasferiscono nella casa dello sposo. soggiunge: “Ben, dèves la man” (Bene,
Crescendo tra i giovani l'aspirazione di datevi la mano). Rivolgendosi infine ai
scegliersi liberamente moglie, nasce dalla presenti, conclude: “La spusa l'è béla e
metà dell’ottocento la figura del “marusè", giustàda”. (La sposa è ben fidanzata)
vale a dire del mediatore. A lui fa La fine della 1° guerra mondiale segna la
riferimento il giovane con la frase: “Vorrei scomparsa del “marusè”. I reduci dai campi
parlare alla Mariettina”. In tal modo, il di battaglia scelgono la compagna di vita,
“marusè" comprende chiaramente che il attraverso la collaborazione di un amico o di
ragazzo vuole fare una proposta di un parente, che, dopo il matrimonio, riceve
matrimonio alla giovane prescelta. Il marusè dagli sposi una lussuosa camicia di seta.
avvicina la ragazza, la informa e lei Questo intermediario è chiamato “ul cinq e
solitamente è bendisposta. mess”.
111
“Maridà la tusa, spusà ul bagai” (maritare acquistando una certa confidenza, fino a
la figlia, sposare il figlio) è compito dei potersi dare del “tu”. A questo punto i due
genitori. Di solito è “ul regiü” l'incaricato di “sa murüsan” (sono fidanzati).
trovare la sposa adatta al figlio divenuto Da quel momento la coppia è unita per
maturo e quindi pronto a mettere su sempre. Solo “ul regiü” può separarli,
famiglia. naturalmente prima del matrimonio, a
Il metodo è questo: “ul regiü“ della famiglia causa di un motivo molto grave.
del giovane incontra quello della ragazza e Se tutto procede bene, si arriva alle nozze.
senza troppi giri di parole gli dice: “La tua
tùsa la n'darìa ben per ul mè bagài” (tua
figlia andrebbe bene per mio figlio).
La risposta favorevole dà la possibilità ai
due giovani di incontrarsi, naturalmente alla
presenza delle madri.
Così si può dire che i due giovani “Sa
pàrlan.” (si parlano), infatti il primo
approccio consiste nello scambiarsi qualche
frase, dandosi del “vü” (voi).

I novelli sposi Artesani - 1920

Il matrimonio è una delle poche feste per cui


tutto si ferma, anche il lavoro nei campi.
La cascina nella quale va ad abitare la
sposa, deve trovarsi in condizioni perfette,
tirata a lucido.
Compito della regiüra è preparare la stanza
per gli sposi.
Fuori della chiesa i curiosi attendono la
I novelli sposi Nova - 1937 sposa che arriva a piedi, accompagnata dal
padre, sfoggiando un bell'abito bianco.
In seguito, dopo vari incontri e ardite Dietro, tutti i parenti in corteo, vestiti a
occhiate scambiate dopo o durante le festa. La cerimonia religiosa è solenne.
funzioni religiose, si passa alla seconda fase. All’uscita dalla chiesa esplode la gioia.
Nella quale il giovane va a casa della Gli sposi sono investiti dai “benìs” (i
ragazza, portandole qualche omaggio e confetti), che i ragazzi, gettandosi a terra,

112
raccolgono, sfidando i compagni. Prima Intonano canti, alternati con rumorosi
della cerimonia religiosa, ogni invitato auguri alla sposa, che attende con pazienza,
acquista la sua parte di confetti dal la conclusione della baldoria per potersi
“drughè” (il droghiere) e li offre con ritirare.
parsimonia. Se i ragazzi giudicano la In cuor suo quel momento la intimorisce,
quantità dei confetti limitata, gridano: non conoscendo per nulla il suo ruolo di
“Benìs, benìs !”, sollecitandone il lancio di moglie.
qualche altra manciata.
Qualche anziano curioso sussurra: ”Spùsa Il marito, da parte sua, si preoccupa per i
sènsa benìs, omm sènsa barbìs”. (Sposa possibili scherzi di amici o parenti, preparati
senza confetti, uomo senza baffi) nella “stànsa da lét” (stanza da letto). Le
Poi ci si dirige lentamente, a piedi, al luogo donne già sposate, con un misto di saggezza
del “disnà” (pranzo), solitamente la cascina e ironia, sussurrano alla sposa: “Ul prèm
dello sposo. Per l'occasione si cucinano ann, piss e bindèi; ul segùnd, fass e patèi; ul
galline e capponi, ben ingrassati dalla ters' ann, a cu a cu, ul quart'ann, quàntu
regiüra. Anche se non v’è abbondanza, il mai to cognusù”.
pranzo di nozze deve essere ricordato per
sempre. Tutti sono incoraggiati a mangiare e (Al primo anno di matrimonio: pizzo e stoffa.
a bere, affinché non accada che, un solo Al secondo anno: fasce e pannolini. Al terzo
invitato abbia ancora fame al ritorno a casa. anno: schiena a schiena. Al quarto anno:
I vecchi sono i primi a godersi il vino e ben quanto mai ti ho conosciuto)
presto “i’n ciapà” (sono brilli).

Matrimonio in Chiesa parrocchiale – anni ‘50

113
Cultura tradizionale e popolare

La Conferenza Generale dell'UNESCO, “Le sue forme comprendono, fra l'altro, la


riunitasi a Parigi dal 17 ottobre al 16 lingua, la letteratura, la musica, la danza, i
novembre 1989, emana un documento in cui giochi, la mitologia, i riti, i costumi,
si afferma: “La cultura tradizionale e l'artigianato, il lavoro, l'architettura e altre
popolare fa parte del patrimonio universale arti”.
dell'umanità”.
Nonostante la società industriale desideri
soppiantarla con una scala di valori fondata
sulla produttività, sul mito del benessere e
del consumismo e sulla capacità
imprenditoriale di sfruttamento delle risorse
naturali e umane, la cultura tradizionale è in
ottima salute ovunque.

Le tradizioni popolari del mondo contadino


si radicalizzano nel sostanziale legame tra la
natura e la religione.
V’è anche un intreccio, non sempre
facilmente decifrabile, tra devozione
Sede dell’UNESCO a Parigi religiosa, credenze esoteriche, miti e
leggende.

Inoltre definisce la cultura tradizionale e


popolare come “l'insieme delle creazioni di
una comunità, fondate sulla tradizione,
espresse da un gruppo o da individui e
riconosciute come rispondenti alle
aspettative della comunità in quanto
espressione della sua identità culturale e
sociale, delle norme e dei valori che si
trasmettono oralmente, per imitazione o in
altri modi”.
Concerto di musica folk dei Lonesome Runaways
Via Montanari 2 - 2007

Le tradizioni popolari di San Fruttuoso sono


perlopiù quelle della Brianza, con alcune
lievi modifiche, dovute principalmente alla
disponibilità economica, alla struttura
urbanistica del paese, alle condizioni del
terreno agricolo e alla creatività specifica dei
suoi abitanti.
Per conoscerle meglio, ne illustriamo
Concerto di musica popolare dei Din Delòn brevemente alcune che si sembrano
Via Risorgimento 14 - 2006
espressive.

114
La ricorrenza di Sant’Antonio
La festa di Sant'Antonio abate si celebra il murùs, damm la gràsia de fal bèll, Sant'
17 gennaio. Antoni del purscèl” (Sant’Antonio glorioso,
E’ una delle ricorrenze più radicate e sentite dammi la grazia di fare il moroso, dammi la
dai contadini, ancora oggi molto diffusa nel grazia che sia bello, Sant’Antonio del
nostro paese e in tutta la Brianza. porcello).
Nei semplici dipinti sulle facciate delle La festa di Sant'Antonio si celebra con
cascine o sopra la porta delle stalle, frittelle e vino brulé, ma il vero re di questo
Sant'Antonio abate è raffigurato vicino a un giorno è il falò.
maialino, per questo motivo è denominato In qualunque condizione climatica (neve,
Sant'Antòni del purscèl (Sant’Antonio del pioggia o gelo) il falò deve bruciare il 17
maiale). gennaio.
Il falò ha un contenuto simbolico rilevante,
legato a una funzione purificatrice e
fecondatrice della terra, come tutti i fuochi
che segnano il passaggio da una stagione
sterile a una fertile.

Sant’Antonio Abate
Francisco de Zurbarán (1598–1664)

E' protettore del bestiame, dei porcai, dei


pompieri, dei macellai, dei fornai e dei
Il falò di Sant’Antonio
salumieri.
S’invoca il Santo per evitare gli incendi, per Secondo la tradizione le braci dei falò,
le sue qualità di taumaturgo nel guarire le raccolte e portate nel focolare domestico, si
malattie della pelle (da qui il cosiddetto utilizzano per scaldare il letto e ottenere la
fuoco di Sant'Antonio) e per la prosperità benedizione del Santo.
degli animali da stalla, in particolare le Nell’ottocento, in quei paesi brianzoli ove ci
mucche da latte. sono fabbriche o filande, gli operai tornano
La stagione dei matrimoni, nella tradizione a casa un'ora prima per festeggiare il Santo,
rurale è l'inverno. In tal senso va letta la avendo il padrone, fermato l’azienda prima
supplica dalle ragazze che cantano: del tempo.
“Sant'Antoni gluriùs, damm la gràsia de fa 'l

115
La ricorrenza di S. Biagio Desiderio, dopo averlo benedetto, inizia a
sbocconcellarlo, finché si accorge di averlo
mangiato tutto. La donna si ripresenta a
chiedere il suo panettone benedetto proprio
il 3 febbraio, giorno di San Biagio: il frate si
prepara a consegnarle l’involucro vuoto e a
scusarsi, ma al momento della consegna, si
accorge che nell’involucro c’è un panettone.
E’ quindi un nuovo miracolo di San Biagio a
dare il via alla tradizione brianzola, ma
anche milanese del panettone di San Biagio.
La gamba rossa
La “Festa della Gibiana”, sorta di strega
malefica, rappresentata da un fantoccio di
paglia rivestito di stracci, e bruciata l'ultimo
giovedì di gennaio, non ha particolare
attenzione a San Fruttuoso, come invece
accade in molte altre comunità della
Brianza.
Fin dalla prima metà dell’ottocento, in
San Biagio – Graduale di Murano - 1440 paese è molto diffusa la “Gamba rüssa”
(gamba rossa): una robusta calza da donna
San Biagio, medico e vescovo di Sebaste, in rossa, molta ben imbottita di paglia
Armenia, si celebra il 3 febbraio, poiché in triturata. E che cosa ci si fa?
quel giorno del 316 d.C. muore. Allora, durante alcune feste tipicamente
Compie un miracolo quando, una madre femminili (S. Agnese – 21 gennaio, S. Agata – 5
disperata gli porta il figlio morente per una febbraio, ecc.), le donne maritate si ritrovano
lisca conficcata in gola. San Biagio dà al la sera, assenti mariti, figli e padri, per
bambino una grossa mollica di pane che, raccontarsi storie, cantare, ballare,
scendendo in gola, rimuove la lisca, mangiare e bere anche un buon bicchiere di
salvandogli la vita. Per questo s’invoca il vino. I maschietti, esclusi dalla festa, allo
Santo contro i dolori e le malattie della gola. scadere della mezzanotte, calano dal soffitto
Secondo la tradizione popolare, “Sant Biàs la Gamba Rüssa e pronunciano una
al benedìs la güla e ul nàs”(San Biagio cantilena minacciosa: “ O done, done divòte,
benedice la gola e il naso). La tradizione andate a leto che l’è mezzanote, l'è San
vuole che si custodisca un pezzo del Pèder c’ha cumànda, se non vùri cret,
panettone di Natale fino al 3 febbraio, detto guardì ‘sta gamba”. (Donne, donne devote,
appunto panettone di San Biagio e che sia
andate a letto che è mezzanotte. E’ san Pietro
consumato la mattina di quel giorno a
che lo ordina e se non volete credere, guardate
digiuno, per benedire la gola. questa gamba.) Le donne spaventate si
Ma come si collega il panettone natalizio con ritirano in fretta e furia nelle stanze nuziali,
San Biagio? La leggenda narra che … dove i mariti sono molto ben disposti a
Una massaia, prima di Natale, porta un consolarle. In parole chiare: gli uomini
panettone a fra’ Desiderio perché sia “richiamano” le donne al loro “dovere” di
benedetto. mogli. La bellezza della cultura contadina è
Essendo molto impegnato, il frate chiede che questo rito si ripete ogni anno e tutti,
alla donna di lasciarglielo e di passare nei donne e uomini, sanno perfettamente ciò che
giorni successivi a riprenderselo. accade, ma l’amore è … anche gioco.
Ma la donna se ne dimentica e frate
116
San Martino e San Paganino “il Cittadino”, don Pietro Bosisio, nei primi
San Martino di Tours (316 – 397), vescovo e anni del ‘900.
confessore francese, a quindici anni entra Non è strano, in quei giorni, imbattersi in
nell'esercito. Durante una ronda notturna, carri strapieni di ogni masserizia che si
Martino incontra un mendicante seminudo. spostano da un podere all'altro, “facendo
Vedendolo sofferente taglia in due il suo San Martino", cioè traslocando.
mantello e lo divide con il mendicante. La Cerimonia della Rogazione
notte seguente sogna Gesù rivestito della Nel cattolicesimo le rogazioni sono
metà del suo mantello. Il sogno ha un tale preghiere, atti di penitenza e processioni per
impatto su Martino, che decide di diventare chiedere protezione divina sul lavoro nei
cristiano. Si fa monaco e nel 371, diventa campi, tenere lontane le calamità naturali
vescovo di Tours. Si festeggia l’11 novembre, (ghiacciate, alluvioni, siccità), garantire un
giorno della sua sepoltura. raccolto sufficiente a sfamare la famiglia.
Le processioni delle Rogazioni minori si
svolgono per tre mattine consecutive, nei
giorni antecedenti l'Ascensione: lunedì,
martedì e mercoledì (l'Ascensione è sempre il
giovedì), alle cinque del mattino e si snodano
per diversi chilometri lungo il paese. Il
punto di partenza è la chiesa parrocchiale,
ma ogni giorno si segue un percorso diverso.
Non appena si giunge nei punti prestabiliti,
la processione si ferma, il sacerdote alza la
croce e recita le invocazioni delle litanie: A
folgore et tempestate, A peste, fame et bello,
ecc. La popolazione risponde Libera nos
Vita di San Martino – La Rossignol Domine.
11 novembre 2006 – Chiesa di San Fruttuoso

Meno conosciuta è la vicenda di San


Paganèen, poiché non si trova né in
paradiso, né sui calendari e neppure
nell'elenco dei santi. E' un'invenzione dei
contadini e non si sa il giorno in cui si
celebra. Si sa solo che, in settembre, il
giorno in cui i padroni delle terre tornano
dalle vacanze e si presentano a raccogliere le
decime, gli affitti e altre tasse ai contadini, è
il giorno di San Paganèen: un giorno pieno
di bestemmie, di “sacrament de fa drizzà in
pèe la cùa anca al diàvul” (insulti da far
rizzare in piedi la coda anche al diavolo).
Anche San Martino, 11 novembre, è un
giorno temuto dal contadino: deve pagare
l'affitto. Il contratto di locazione può Croce delle Rogazioni usata tra via Marelli e Via
prevedere un pagamento in denaro oppure Martiri di Belfiore – Fam. Nova
in frumento o bachi da seta; comunque le A San Fruttuoso, dal 1957 si celebrano solo
richieste dei padroni sono spesso scorrette e in chiesa e, dal 1966 sono abolite.
arroganti, come rileva anche il direttore de
117
Il Fieno Lombardia, da Via Meda fin dopo il
In primavera bisogna affrettarsi a tagliare il semaforo di Robecco, sulla direttrice nord –
prato con la falce (la rànza) e il falcetto (ul sud; mentre sull’asse est - ovest vanno da
scighéss), affilati con la pietra pomice (la Viale Lombardia fino in via Toscana. Altre
cut), riposta nel corno di bue cavo (ul zone coltivate sono quelle intorno a Via
cudée). della Novella, Via Marelli, Via Valosa di
sopra, Via Ticino, Via della Taccona, Viale
Campania. Ecc.
La coltivazione del granoturco richiede
parecchia attenzione. Durante l'inverno si
prepara il terreno con lo spargimento del
letame da stalla (ul rü). Verso febbraio si
deve vangare la terra. Fino alla fine degli
anni ’50, molti lo fanno completamente a
mano, altri già usano l'aratro trainato da
buoi o cavalli, pochi hanno la possibilità di
usare il trattore. In seguito si livellano le
Cote (cut): pietra abrasiva per affilare.
Museo della Civiltà Contadina "Ciòca e berlòca" zolle con l’erpice (l'èrpess) affinché la terra
Cavenago d'Adda (LO) sia pronta per la semina.
A schiena curva si prepara un buco nel
Il taglio del fieno (fènn) più redditizio è il terreno con un punteruolo di legno (ul
primo, quello di maggio (ul magènc). cavigiòeu) e vi s’introduce un seme e si copre
Oltre al proprio campo alcuni hanno il buco col tallone del piede.
l’obbligo di falciare il prato dei parchi nelle In trepida attesa il contadino sorveglia la
ville dei signorotti. Dopo averlo girato e crescita, lo spettacolo gratificante sono le
rigirato, il fieno raggiunge il giusto grado di piantine che timide spuntano verso maggio.
essiccazione. A questo punto si raccoglie e si Si controlla tutto il campo e si rincalza la
trasporta nel fienile, con un carro trainato terra attorno a ogni piantina (regulsà).
dal cavallo. La concimazione ora è d'obbligo con “la
ganga”. Se tutto procede bene, a luglio le
piante, ormai alte, vanno sfoltite dalle foglie
(fa i fuiètt), e cimate (shcimà). Si giunge
così al tanto atteso raccolto (ul reghöi) che
avviene a settembre. Le pannocchie (i löf)
sono staccate e gettate nel carretto che
lentamente segue i contadini nel campo.
Anche i ragazzi per l'occasione sono
reclutati. Il momento più bello è verso sera,
quando si scartocciano le pannocchie
Portacote (cudée). Corno di bue svuotato e con foro (sluasà). Le più belle sono appese a mazzi
per il gancio per appenderlo alla cintura. per diventare le sementi per l'anno seguente.
Museo della Civiltà Contadina "Ciòca e berlòca"
Cavenago d'Adda (LO)
Fra chiacchiere, aneddoti e canti, il mucchio
di granoturco si assottiglia, ma il lavoro non
Il Granoturco è finito.
Coltivazione tipica dell’Italia settentrionale, Ci vogliono molte sere affinché il mucchio di
a San Fruttuoso ha un ruolo importante. pannocchie scartocciate, di colore giallo più
Fino agli anni ’60 le coltivazioni di o meno acceso, faccia brillare gli occhi al
granoturco si estendono lungo il Viale contadino, che già stima i quintali di
“sgranato” del furmentòn.
118
La sgranatura delle pannocchie La sera il contadino copre i chicchi con
Fino agli anni trenta la sgranatura sacchi di juta, che fissa agli angoli con delle
(sgranadùra) si realizza a mano. In seguito pietre.
compare la sgranatrice a manovella (la Al mattino seguente il contadino, con la
giòrgia), più tardi si passa a quella a motore pala e il rastrello e stende di nuovo i chicchi
e il lavoro si esegue in poche ore. sull’aia. Si ripete la procedura fino a
In primo luogo si divide il raccolto in due essicazione avvenuta.
gruppi: da una parte in sacchi di
granoturco, dall’altra il cumulo di tutoli
(galusìtt), quella parte della pannocchia,
dove sono fissati i grani.
I tutoli non si buttano, ma si utilizzano
come mangime per i maiali o come materiale
da ardere nei camini. Per ottenere una
buona farina, il granoturco ha bisogno
essiccare per qualche giorno al sole. Ciò
richiede la preparazione dell’aia (era).
Vinzaglio - Il lavoro di essiccazione sull’aia
da E. Saviolo, Il dono del mio lavoro, Milano 1937

La Piazza
Chi non aveva l’aia per l’essicazione,
utilizzava la piazza. In particolare si ricorda
“ul Giuàn di Tugnètt” che, nella piazza di
fronte della chiesa parrocchiale, stende il
granoturco ogni mattina con una pala e un
rastrello di legno.
I ragazzi restano al momento privi del
consueto spazio da gioco, ma rispettano il
Sgranatrice a mano - Museo della Civiltà Contadina
Dino Gregorio - Mairano (BS) lavoro del contadino, senza protestare.
Questo avviene a San Fruttuoso fino ai
Preparazione dell'aia primi anni ‘60.
L’operazione necessaria per preparare l'aia,
il cui fondo in terra battuta è polveroso, è
detto imbuascià l'era.
Il procedimento è semplice: occorre
raccogliere in un mastello lo sterco (la
buàscia) di mucca, diluirla in acqua, per poi
ricoprire, spalmandola, uniformemente l'aia.
Si attende che il caldo del sole asciughi
completamente la superficie, ottenendo uno
strato duro e soprattutto senza polvere.
Ottenute le condizioni ottimali, si stende il
granturco con l'aiuto di un rastrello senza
denti. A sole alto si girano i chicchi,
strisciando lentamente con i piedi fino a
formare ordinate righe.
Raccolta del Grano – Cascina – 19

119
Il grano In seguito s’innalza un’intelaiatura di legno
Per molti anni il grano (ul furmènt) è la più (ul castèll), con numerosi ripiani di
importante delle colture praticate nei poderi sostegno, simili a quelli di una libreria e dei
mezzadrili della nostra pianura, occupando graticci ricoperti da canne di bambù
quasi la metà del seminativo e, (canèt).
determinando, con il suo raccolto, la
possibilità per la famiglia contadina, di
garantirsi i consumi di pane e pasta.
Oggi l’Italia produce meno grano del
Marocco, dell’Iran, della Polonia,
dell’Argentina, della Turchia, del Pakistan,
del Canada, ecc.

I graticci con le larve dei bachi da seta


Somma Lombardo – (Va)

Le larve, così piccole da sembrare formiche,


sono distese sulle tavole e nutrite con foglie
di gelso (föia da murün) ben asciutta e
tagliata in parti più piccole, nei primi giorni.
In seguito la taglierina si regola affinché il
Famiglia Casiraghi- Trebbiatrice a motore
taglio sia più ampio. Di giorno, ogni tre ore,
Casìna di Radìs – anni ‘60 e di notte, ogni sei ore, si dà il cibo ai bachi
che divorano la foglia di gelso con
Il baco da seta
ingordigia.
La coltivazione dei bachi da seta (i cavalée)
è una fonte di reddito che non sottrae tempo
alla coltivazione dei campi al contadino (ul
paisàn), poiché seguita dalle donne di casa e
dai ragazzi L'allevamento del baco da seta
inizia alla fine di aprile, ma dipende
dell'andamento stagionale. V’è un proverbio
che sta a indicare il periodo d’avvio dei
lavori: A San Giòrg sa mètt la semènsa al
colt (A San Giorgio si mette la semenza al
caldo. San Giorgio si celebra il 23 aprile e la
semenza sono le uova de bachi). Infatti, per
assicurare ai semi una temperatura ideale si Rimozione dei bozzoli dai rami Canneto sull'Oglio
collocano sotto un materasso ripieno di 1941 - Museo Civico di Canneto sull'Oglio (MN)
cartocci e foglie di mais (sòta al paiòn). Per Tra le altre operazioni assai importanti v’è il
l’installazione di tutta la complessa cambio del fondo dei graticci, necessario per
struttura per l’allevamento dei bachi da eliminare i residui delle foglie e quelli della
seta, si usa il locale più grande della casa (cà digestione. Nel cambio si usa una carta
grànda), al quale si rinuncia per il tempo forata (carta di cavalèe), stesa sopra i bachi,
dell'allevamento, circa quaranta giorni. in attesa del pasto. Gli animaletti affamati si
Inizialmente la procedura prevede la trovano coperti dai fogli forati, dotati di
disinfestazione della stanza con vapori di foglie di gelso e indotti, in tal modo ad
zolfo.
120
attraversare i fori per raggiungere il cibo. quali il calcino (ul calcèn), il giallume (ul
La vecchia carta abbandonata si getta, gialdòn) e la produzione è scarsa o nulla,
mentre quella nuova va a formare un nuovo tanto da far esclamare: “poca galéta, tanta
letto. buléta” (pochi bozzoli, molta povertà).
I bachi che non salgano al nuovo letto sono i San Fruttuoso, nei primi decenni del
più deboli e malati. Per questo sono separati novecento è all'avanguardia nella
dagli altri su una tavola isolata. produzione di bozzoli da seta, grazie
Il baco, nel corso della sua crescita cambia condizioni ideali: cascine, campi, filari di
pelle quattro volte. Al termine delle mute, la gelsi e braccia che sopportano il duro lavoro
larva, lunga circa 8 centimetri, esprime nei campi.
segni evidenti di volersi arrampicare su Con la grande crisi della bachicoltura
qualcosa. Questa fase è chiamata in dialetto: (1854–1874), dovuta alla pebrina, una
i cavalèe van in fùria (i bachi sono vanno in malattia endemica del baco e del gelso, e con
furia). la fillossera della vite (1879 – 1933) il settore
E’ necessario fissare alle tavole tanti rami di primario dell’economia brianzola subisce un
ravizzone (ul reusciùn) a formare un grave danno. A San Fruttuoso, con l'avvento
intreccio di frasche (ul bùsk). La larva vi si della seconda guerra mondiale l'allevamento
arrampica lentamente, cercando un posto del baco da seta termina.
sicuro per costruire il bozzolo (la galéta), Finisce il tempo in cui “la galèta la tegn
entro cui il baco s’imprigiona in attesa della avèrt l'ushc tutt l'ann”, (il baco da seta
metamorfosi in crisalide. permette di campare tutto l’anno).
In questi momenti l’attenzione è massima,
poiché la temperatura va mantenuta
costante (circa 21°). Un qualsiasi
cambiamento climatico, provocato dai
temporali di maggio o da una nottata
fredda, costringe all’accensione del camino.
Quando il bosco è finalmente fiorito di
bozzoli, è l’ora del distacco.
L’intervento è delicato e vede impegnata
tutta la famiglia.
E’ necessario uccidere la larva per
Filari di gelsi
interrompere la sua naturale evoluzione che
la porterebbe a diventare una farfalla di
color grigio cenere, ma anche a rompere il
Il gelso
In dialetto il gelso si chiama murün. Il
bozzolo e il pregiato filo di seta. A tale scopo
termine deriva dal latino “morus”. E’ un
s’immergono per breve tempo i bozzoli in
albero che può raggiungere i dodici metri di
acqua bollente.
altezza. Il fusto molto ramificato con fitta
Il ricavato della vendita del prezioso
chioma. La corteccia è di colore bruno
raccolto ai filatoi o al consorzio migliora le
grigiastro, screpolata, reticolata a scaglie.
finanze familiari. Se l'annata è buona, ul
Le verdi foglie lucente, sono irregolarmente
regiü stacca dal soffitto della sua camera il
seghettate. I fiori del gelso si sviluppano
salame più profumato e attinge al vinello
contemporaneamente alle foglie e i
casalingo (ul pincianèll), ottenuto dall'uva
successivi frutti sono carnosi (i mucòi). A
americana. Tutta la famiglia si concede un
interessare la vita dei contadini della
meritato riposo.
Brianza è il gelso bianco, specie originaria
A volte l’allevamento va male: bastano
dell'Asia centrale e orientale e importato in
poche giornate più umide, una qualità dei
Europa con il baco da seta.
bacolini più scarsa e malattie dei bachi,
121
Uccisione del maiale - Famiglia Nova – Parasòo – Via Lamarmora
Il maiale
Nel porcile di una famiglia benestante Un evento assai cruento, ma che può
troviamo la scrofa (la lögia), il verro (ul vér) divenire occasione di festa se, da tale
e i maialini, fra i quali solo un paio sono circostanza, dipende la sopravvivenza di un
allevati. Gli altri si vendono a chi è gruppo di persone.
sprovvisto della scrofa. Un esperto macellaio (ul masür) si assume il
Invece, in una piccola famiglia, anche un compito dell’abbattimento dell’animale.
maialino acquistato al mercato, può Non sono molti i masür in grado di eseguire
diventare un fardello troppo pesante da al meglio tale operazione. Possiamo
mantenere. A volte il porcile è vuoto. ricordare il Pompeo e Tarcìs di Parasòo, già
Per chi può permettersi l’allevamento di un salumieri in paese.
maiale, vi sono molte probabilità di avere a La morte del maiale avviene per
disposizione cibo per l’intera annata. Come dissanguamento. Il sangue raccolto si
dice l’antico detto: “Del maiale non butta utilizza per farne il sanguinaccio. Con il
via niente”. maiale ancora a terra, si rastrellano le setole
dalla pelle, utilizzando coltello e acqua
Cosa si fa col maiale bollente. Molto velocemente il maiale è
Testa gelatine
appeso al gancio di una trave, a testa in giù.
Guance bollito misto
Collo e Nuca costolette
L’animale è poi macellato, cioè tagliato in
salame crudo, grasso per cotechini e parti con dei grossi coltelli affilati e inizia la
Gola preparazione degli insaccati e degli altri
zamponi
Prosciutto e salame cotto, mortadella, prodotti.
Spalla
wurstel, cotechino Per molte famiglie contadine è un giorno di
Schiena lardo festa, un giorno molto atteso, perché spesso
Coscia prosciutto cotto o crudo
colma la fame arretrata. I ragazzi iniziano
Zampe zampetti, stinchi
Budella insaccare i salumi
la giornata festosamente, ma assistere
Ossa Unghie colla, sapone, fertilizzante, farine all’esecuzione del maiale, cambia i loro
Cotenna insaporire minestre e altri cibi sentimenti in tristezza, timore, rabbia.
Grasso lardo, strutto, glicerina, candele Tuttavia gli adulti, memori della loro
Sangue sanguinaccio esperienza passata, sanno come riportarli al
Setole pennelli, spazzole, spazzolini, moquette sorriso: recuperano la vescica dell'animale,
Vescica sugna la lavano, la gonfiano, trasformandola in un
L'uccisione del maiale (ul purscèll) è un magnifico pallone da calcio, col quale i
avvenimento tipico della vita contadina. ragazzi ritrovano il buonumore.

122
La Speràda
Nel dialetto brianzolo, la speràda o quazz trecce sono puntate. Tale spillone (spuntòn)
(raggiera), è la tipica acconciatura di metallo è lungo una ventina di centimetri
femminile in uso esclusivamente in Brianza e ha alle estremità due grosse “olivelle”.
fino al XIX secolo e ai primi decenni del Su di esso si annodano le trecce, raccolte
XX. La sua storia è ancora in parte dietro la nuca a indicare che la giovane è
sconosciuta, ma tale ornamento si origina ormai in età da marito. Quando si fidanza, il
esclusivamente in Brianza, intorno al 1100. promesso sposo le dona, quale pegno
Solo il Manzoni ne parla nei Promessi Sposi, d’amore, un numero di spadine (spadìt) o
ambientato tra Lecco e Milano nella prima cucchiaini (cugiarìt) pari alla sua età, poi,
metà del ‘600. da marito, le integrerà, fino a un numero
massimo di 45/47.
“Lucia usciva in quel momento tutta attillata
dalle mani della madre. Le amiche si
rubavano la sposa, e le facevano forza perché si
lasciasse vedere: e lei s’andava schernendo, con
quella modestia un po’ guerriera delle
contadine, facendosi scudo alla faccia col
gomito, chinandola sul busto, e aggrottando i
lunghi e neri sopraccigli, mentre però la bocca
s’apriva al sorriso. I neri e giovanili capelli,
spartiti sopra la fronte, con una bianca e
sottile drizzatura, si ravvolgevan dietro il capo
in cerchi molteplici di trecce, trapassate da
lunghi spilli d’argento, che si dividevano
all’’intorno, quasi a guisa de’raggi
d’un’aureola, come ancora usano le contadine
del Milanese”. La speràda di Olgiate Molgora - www.labrianzola.it

Dal giorno del matrimonio, la donna, per


dare risalto alla condizione di sposa, indossa
all’interno del semicerchio di spadine, uno
spadino più elaborato e di foggia diversa. I
metalli usati per la costruzione delle raggiere
sono l’argento, l’ottone argentato, il rame o
altri metalli meno nobili. Solo alcune
famiglie di nobili usano farsi costruire la
speràda d’oro dall’orafo.
La speràda si acquista in città: Milano,
Lecco, Monza, Como, ecc.
Le spadine non sono infilate nei capelli, ma
in un cerchietto di legno avvolto con della
fettuccina nera (spighetta de cutòn nègher).
La speràda - http://brianzolitudine.iobloggo.com Nell’ultimo conflitto bellico molte speràde
sono requisite dai fascisti quale contributo
Ogni ragazza, nel momento in cui termina il in metallo nobile da fondere per i bisogni
ciclo infantile, ha il diritto di non portare della Patria impegnata nella guerra.
più lunghe trecce e riceve in dono dai
genitori il primo spillone su cui le lunghe
123
Il Canto Popolare Religioso  La figlia di un ebreo
La poesia religiosa popolare della Brianza è 2° gruppo - Leggende moraleggianti
 L'anima dannata
tra le più importanti d'Italia giacché
 La figlia dannata
rappresentativa di una fervida e semplice
3° gruppo - Leggende tratte dal Vangelo
fede che, associata all'antichità della propria
a) ciclo natalizio
origine e mescolata a una reale e rustica  Viaggio a Betlemme
bellezza di contenuto e forma, ne fanno uno  Natale
degli strumenti di espressione più  La fuga in Egitto
significativi della nostra terra. b) ciclo pasquale
Non sempre conosciuta dagli stessi abitanti,  La Passione
essa si manifesta nel canto popolare e  Mader Maria
appartiene all'autentico patrimonio  Le ore della passione
culturale delle nostre umili popolazioni, fino c) argomento vario
a pochissimi decenni or sono.  Maria Maddalena
Oggi, "il progresso" ne decreta una lenta Le Uraziùn hanno altre caratteristiche:
estinzione, alla quale si oppongono giovani e 1) sono componimenti brevi
adulti di ogni livello sociale e di alta 2) mancano sempre del canto
qualifica culturale, che mantengono intatti i 3) per esse non si può fissare né il tempo, né
legami con le proprie radici e vanno fieri e il luogo (borgo o cascina) di origine
orgogliosi di essere nati da famiglie di Si distinguono in tre gruppi rispetto al loro
contadini, arrotini, operai, spazzacamini, contenuto:
muratori, minatori, filandine, ecc. 1) "Uraziùn" del mattino, in cui v'è l'offerta
a Dio di tutte le azioni della giornata
2) "Uraziùn" che si ripetono durante il
giorno
3) "Uraziùn" del letto che, dopo una lunga
giornata di lavoro, sono gli ultimi pensieri
per Dio e il totale abbandono nelle sue mani.
Le Canzunètt de Ben riguardanti la Passione
di Cristo e la Pasqua sono moltissime.

Musica alla Trattoria Parasòo


Via Lamarmora – anni ‘60

Tra il popolo è il canto che accompagna i


momenti più indicativi della vita: il lavoro,
la nascita, la morte, la festa. Così, durante la
giornata, la fede è sempre sorretta da canti
religiosi tradizionali. Questi si possono
dividere in Canzunètt de Ben (letteralmente
significa Canzoncine del Bene) e Uraziùn
(Orazioni).
Le Canzunètt de Ben si distinguono in tre
Organetto diatonico
gruppi principali:
1° gruppo - Leggende agiografiche Importante è rilevare che il popolo
 S. Alessio trasforma e interpreta a modo suo i passi del
 S. Lucia Vangelo o aggiunge particolari alla scena,
 S. Caterina (La Beata Caterina) dando allo svolgimento del canto
124
un'impronta di vera e propria leggenda. Scusate, comunque fateli un po’ sottili, un po’
Un magnifico esemplare di Canzunètt de sottili perché andranno nella carne di mio
Ben ispirata alla Passione è Mader Maria, Figlio.
raccolta da Maria Adelaide Spreafico a Per farvi un’offesa aggiungeremo tre gocce di
Seregno, verso la fine degli anni '40 e ferro ad ogni chiodo e poi lo inchioderemo
trasmessa dall'ultraottuagenaria Carmelina proprio in faccia Voi.)
Nicolini, cui l'aveva insegnata la bisnonna. E' un canto bellissimo dove il dolore della
Possiamo quindi far risalire il canto all'inizio Madonna è realmente accostato alle
del 1800. Il canto è presente anche a San sofferenze del Figlio. La delicatezza con la
Fruttuoso negli anni ’60, Ecco la versione quale Maria chiede ai tre fabbri di forgiare
tramandataci Rosa Varisco: chiodi sottili per la Crocefissione del proprio
Mader Maria la s'è missa in via Figliolo è pari al disprezzo, alla cattiveria e
sola, soletta, senza la compagnia; alla sete di vendetta che i tre Giudei
quand la fù stada là, su la porta, esprimono con la loro risposta.
l'ha ciapà' un sass e l'ha picà' ben fòrta. E’ lampante l’influenza che il canto ha
Chi l'è che pica lì, su la porta? avuto su un brano di Fabrizio De Andrè
Dervì, dervì che sun Mader Maria, (Maria nella Bottega del falegname), come il
la püssè dolenta dòna che ghe sia. cantautore genovese ha sempre riconosciuto.
Quand la fü stada dent a la porta, Il canto della Passione assume spesso
l'ha vist i tre feré che fann i ciòd. un'altra forma prettamente popolare:
O cari, i me feré, che ciòd a fì? "L'orologio della Passione".
Ca sìan un po' sutìl, un po' sutìl, E' la narrazione delle pene sofferte dal
ch’hann d'andà in da la carne del me Fiö. Cristo, ora per ora, negli ultimi giorni della
Per fav un sprèzz a viòlter, Mader Maria, sua vita mortale.
tre gùtt de fèr ai ciòd in pü Come stile, apparentemente può sembrare
ghe metterèm e pö un componimento strano e perfino
in faccia a Vü l'incioderèm. grottesco, ma trova cospicui riscontri nella
letteratura latina medievale (es. il famoso
“Quem quaeritis?”).
Il suo essere popolano consiste in quella
ripetizione di ore, a ognuna delle quali
corrisponde un momento della Passione di
Gesù. Così è ricordata l'ultima cena, il
tradimento di Giuda, la preghiera nell'orto,
la flagellazione alla colonna, l'agonia, il
testamento e la morte in croce. Sei sono i
tempi ricordati dal popolo.
Processione – Via Martiri di Belfiore – anni ’40

(Madre Maria s’è messa a camminare, sola,


molto sola, senza nessuna compagnia. Quando
arrivò là, davanti alla porta, prese un sasso ve
lo scagliò contro con forza.
Chi picchia alla porta? Il Piffero
Aprite, aprite, sono Madre Maria, la donna
più sofferente che ci sia. Perché? Ci può sorgere il dubbio che
Quando si trovò all’interno, vide i tre fabbri. quell'Ora sesta corrisponda, per la cultura
Stavano fabbricando i chiodi popolare, all'ora evangelica della
O miei cari fabbri che chiodi state facendo? Crocefissione e non della morte in Croce, ma
125
può anche darsi benissimo che quel numero "Lascio a voi, Giovanni, la Madre mia".
abbia un valore relativo. Chi può, infatti, La quinta ora l'è di notte:
negare che, in origine, il canto contenesse Gesù fa il testamento:"Vi lascio, o cara
una sequenza di ore in numero più elevato? Madre, Giovanni per figliolo e vado al
Comunque, anche rimanendo così la Padre.”
canzone, lo svolgimento è organico e logico. La sesta ora l'è di notte:
Qualche particolare sarà stato Gesù che spira in Croce. Vi prego, o Padre
indubbiamente dimenticato, qualche altro Eterno, a liberarci tutti dall’inferno".
sarà stato aggiunto. Questo modificare
continuamente un brano musicale sia nel
testo sia nella melodia, è una caratteristica
specifica e indispensabile della musica
popolare. Ciò che importa è evidenziare
l'elaborazione che il racconto evangelico ha
subito nella fantasia popolare, tanto da
diventare una successione schematica di ore
notturne, corrispondenti a quei punti della
Passione di Cristo che più possono parlare al Tamburello popolare
cuore.
Questi brani sono eseguiti nei cortili durante
la Settimana Santa.
Cantati con molta abilità a più voci, da tutti
gli abitanti della cascina in coro, a volte
sono drammatizzati, dando origine a un vero
e proprio teatro popolare di cortile. Gli
strumenti che accompagnano l’esecuzione
sono il piffero (il tipico strumento degli
zampognari, ma senza la sacca - mantice
contenente l'aria), l'organetto diatonico
(strumento simile alla fisarmonica, ma con
tasti che danno due suoni differenti a seconda
Processione - Via Risorgimento - 1943 se il mantice è in fase di aspirazione o di
Il brano è facilmente databile ai primi anni espirazione), il tamburello a percussione
del '700, anche se la stesura qui proposta manuale di differenti tipi e forme.
utilizza un linguaggio già dell'800. Anche il Natale è fecondo per la poesia
Rosalia Mauri, contadina di Robbiano, musicale popolare. La notte in cui l'Alto si
trasferitasi a San Fruttuoso, ci ha fa Basso, il Re dell'Universo nasce in una
tramandato il testo. mangiatoia, gli animali parlano nelle loro
"La prima ora l'è di notte: stalle, gli alberi rifioriscono, oro e miele
Gesù che va alla Cena; intant che Lui scorrono nei fiumi e nelle fontane. Tutto ciò
cenava, tradimento di Giuda si preparava. è compreso, meglio di oggi, nel mondo
Seconda ora l'è di notte: contadino tradizionale. Si vive il Natale con
Gesù che va nell'orto a fare orazïone, i ritmi lunghi delle veglie invernali nelle
pensando e meditando la sua Passione. stalle, con una lunga preparazione di tipo
La terza ora l'è di notte: emotivo. Durante le Novene, le contadine
Gesù va alla colonna: il nostro buon Gesù prendono il libricino o il quadernetto
l'hanno battuto e non si conosce più. manoscritto della "Pastorella" e insegnano
La quarta ora l'è di notte : ai piccoli quegli ingenui e intensi canti
Gesù che va al Calvario;'ncomincia l'agonia: popolari del ciclo di Natale: 'Stava dentro la
126
campana','Dormi dormi bel Bambino', Noi "Vo girand per le osterie"
siamo i tre Re', ecc. Qualcuno dei più
Vo girànd per le osterie, vo girànd di qua e di là,
anziani, ricorda canti ancor più antichi,
la notte di Betlemme non si trova e non si
dialettali, in cui la storia sacra assume le
troverà. Ci vuol pazienza, pazienza santa:
movenze di una fiaba, attingendo a piene stanotte andarèm a ripusà sota quela pianta.
mani, dai vangeli apocrifi: "Viaggio a
Betlemme" con tanti episodi prodigiosi, Pàssa de là il pastor Gerlindo, vede la buona
oppure la "Fuga in Egitto" con momenti gente malvestita: "Venite a dietro con me,
drammatici, che si placano nel miracolo di sposina bella. Io vi farò insegnà 'na capanella.
elementi della natura per nascondere la E là c'è 'l bue e l'asinello con del fieno, starete
più bene là che al ciel sereno.
Sacra Famiglia in pericolo. E naturalmente
non manca la lettura o la drammatizzazione E vi saluto, brava gente, e vi saluto di buon
del "Gerlindo", coinvolgente dramma sacro cuor, ma di buon cuore, voi mi sembrate gente
che ha come protagonisti, pastori di una del Signore".
fantomatica Betlemme, situata nell’Italia E' 'l ventiquattro di dicembre, la Maria si sentì
Settentrionale. un gran dolore: così gh'è nasù il nostro
Nel canto popolare c'è aria di stalla e di Redentore.
presepio, ci sono canti di questua che i Il canto, diffuso in Brianza, risale al XVIII
ragazzi eseguono da una cascina all'altra di secolo, ed è l'unico canto popolare non
notte, con gli zoccoli ai piedi, pregustando la piemontese, che fa riferimento al pastore
gioia dei cibi e dei dolci rituali cotti nel Gelindo.
forno di casa: "pezze o fasce del bambino",
focacce antropomorfe, ecc... "San Giusepp e la Madòna" è un altro canto
E' il Natale dei poveri, quello che si passa popolare diffuso in tutta Europa (in Gran
con il ceppo nel camino, le cui ceneri bene Bretagna è conosciuto come The Cherry
auguranti, si spargono poi nelle vigne e nei Tree Carol) e negli USA. Il testo deriva dal
campi, quel Natale il cui pane si conserva capitolo 20 del Vangelo apocrifo noto come
tutto l'anno per le sue virtù taumaturgiche pseudo - Matteo. In quel Vangelo leggiamo
(La mucca non sta bene!? Dalle un po’ di pane che il terzo giorno della fuga in Egitto,
di Natale...). viaggiando nel deserto, Maria e Giuseppe si
E' il Natale dei semplici, senza fronzoli, fermano a riposare in un'oasi. Maria chiede
senza retorica, senza affanni vacanzieri, di a Giuseppe di raccoglierle dei datteri che
un tempo lontano, quasi remoto, forse sono sulla palma. Giuseppe risponde che si
immemorabile, di quando, per i bambini, trovano troppo in alto. Allora Gesù, che
Natale è ancora giocare a spruzzarsi con la siede in grembo alla madre, ordina alla
pelle dei mandarini. palma di abbassarsi, fino a offrire i suoi
frutti al braccio teso di Maria.
Tradizionalmente questo è indicato come "il
primo miracolo di Gesù". Sulla base del
racconto pseudo - evangelico, nascono molte
versioni di questo canto. In alcune, invece
della fuga in Egitto, abbiamo il viaggio
verso Betlemme.
Nei testi occidentali invece dei datteri si
hanno altri frutti meno esotici, soprattutto
Presepe vivente ad Agliate - 2009 ciliege. Fino agli anni ‘60 nel nostro paese, lo
canta la gente umile, mentre si reca alla
messa di mezzanotte, la vigilia di Natale. La
versione che riportiamo qui sotto è stata
127
trasmessa da Rosa Varisco nel 1959. Il
miracolo non è più l'abbassarsi di una Il rito della stella è molto semplice:
pianta, ma l'alzarsi dell'acqua di una La notte dell'Epifania, un gruppo di uomini
fontana in modo da consentire a Maria di gira per il paese, cantando la storia dei Re
dissetarsi. Da notare che, in questo caso, il Magi che vanno a rendere omaggio a Gesù.
"primo miracolo di Gesù" anticipa la sua Uno dei cantori porta una grande stella
stessa nascita. illuminata, fissata sopra un'asta; altri
San Giüsepp e la Madona cantori portano dei cestini per raccogliere
Al lünedì de mattina a bon' ura, S. Giüsepp el doni in natura. Il gruppo esegue una strofa
'ndava via, la Madona la ghè andava adré: davanti ad ogni abitazione e ad ogni
"Andèm, andèm, Verginèla Maria, andèm, crocevia del paese, raccogliendo le offerte.
andèm in Betleèmm". Quand fü sta innanzi un Con le cibarie raccolte si organizza un gran
tòcc, la Madona la gh' ha fam. pranzo della comunità l'Epifania.
"Andèm, andèm, Verginèla Maria 'n tucchèl de Nella canzone non si fa cenno a richieste
pan al truvarèm". Quand fü sta innanzi un tòcc, esplicite o a maledizioni per chi non dà
'n tucchèl de pan sì, l'hann truvà. nulla. Pare comunque che nessuno rifiuti di
"Mangì, mangì, Verginèla Maria, mangì, mangì,
fare un omaggio, anzi a volte la raccolta
fin c’ha vurì". Quand fü sta innanzi un tocc, la
frutta bene e, secondo gli abitanti della
Madona la gh' ha sét:
"Andèm, andèm, Verginèla Maria, 'na quèj Brianza: "questo può rappresentare uno dei
funtana la truvarèm". Quand fü sta innanzi un motivi della conservazione di questa
tòcc, la funtana l'hann truvàda. cerimonia”.
"Bevì, bevì, Verginela Maria, bevì, bevì, fin
quand vurì". La Madona la se sbassava, la Nel canto popolare sacro appare maestoso il
funtana la se alzava. Quand fü sta innanzi un buon senso. V’è una religione vissuta nel
tòcc, la Madona la gh' ha sògn. quotidiano, un culto essenziale, sobrio e
"Andèm, andèm, Verginèla Maria, 'na quej scevro da piviali sfarzosi, incensi vezzosi,
capana la truvarèm". Quand fü sta innanzi un cerimoniali lussuosi e preconcetti mascherati
tòcc, la capana l'han truvada.
da altezzosa teologia.
"Durmì, durmì, fin quand vurì ".
Quand fü sta' la mezzanotte, l'è nassü un bel
Bambin, bianch e russ e risulìn.
"Cìtu, cìtu, fa la nanna, fa la nanna in la capana;
per adèss a Betlèmm, a ca' nostra pö andarèm".
La chiusura del ciclo natalizio avviene
durante la notte dell'Epifania. Per questo
specifico momento esiste un patrimonio
popolare di cultura musicale assai vasto,
ricordato col nome di "rito della stella".
Eccone un esempio:
La Stella
Noi siamo i tre re, siam venuti da l'oriente,
da l'oriente in questa tèra, la note e il giorno.
Abiam monti scavalcato, seguitando la gran
stella, da l'oriente in questa tèra, la note e il
giorno. Egli è nato da Maria, Gesù Cristo in
carne pura. Siam venuti a la sventura ad
adorarlo per intrecciar lodi e onori. E voi tutti o
buon signori, restate in pace, noi vi diam la Il Cd Antichi Echi del Natale presentato
buona sera e voi tutti ringraziamo dall’Associazione Culturale San Fruttuoso - 2007
e pertanto noi preghiamo al nostro partire.
128
La Scuola

Inaugurazione della Scuola Elementare Alfieri (1905) – Si noti la didascalia in basso a sinistra (Frazione Boatti) e la
cancellata, dietro alle bambine, che divide il settore maschile da quello femminile

Ben pettinati, calzoncini corti, alcuni con gli sabato, sia la mattina, sia il pomeriggio. Il
zoccoli ai piedi, muniti di cartella e cestino, i giovedì la scuola è chiusa.
bambini raggiungono la scuola. Qualcuno Molti ragazzi, terminata la scuola
percorre un lungo tragitto su strade elementare, poco più che bambini sono
polverose o fangose. Al suono della indirizzati al lavoro. Qualcuno di loro,
campanella e dei solleciti del bidello, si entra talvolta poco vispo, è apostrofato con una
nella propria aula. I banchi sono di legno frase caratteristica: “Te se 'nda a scöla al
massiccio, scarabocchiati da alunni di varie giuedì?” (Sei andato a scuola il giovedì?)
generazioni. All'inizio del '900 i bambini che frequentano
I maschi sono separati dalle femmine. la scuola sono una minoranza, soprattutto i
All'inizio di ogni anno scolastico i maestri e figli dei contadini che, spesso non possono
le maestre propongono la pulizia dei banchi. superare la terza elementare. Non è una
Arrivati a scuola con carta vetrata e, sotto loro scelta. Tutti i ragazzi capiscono che
forma di gioco, si sfregano i banchi per l'ambiente scolastico è più salubre e meno
togliere le macchie d'inchiostro, sopratutto faticoso. Tuttavia, a quei tempi, le braccia
vicino al calamaio. dei figli sono necessarie alla famiglia per
Basilare è la bella calligrafia, che si ottiene lavorare i campi, quindi è considerato più
con molta cura, ma anche con l'uso di vantaggioso l’inserimento nel mondo del
pennini dal nome stravagante: manina, dito, lavoro dello studio. Il contadino ha un
gobbetto, torri, acquistati dalla cartulèra concetto obbligato su come guadagnarsi “la
(cartolaia). La scuola funziona da lunedì a fèta da pan giàld” (la fetta di pane giallo):

129
lavorare dalla mattina alla sera (sgamelà da figlio, contratti, lettere, messaggi, ecc. Tali
la matìna a la sìra). documenti sono letti più volte perché i
Il paisàn (contadino) nutre una certa vecchi della famiglia “vurèvan capì ben”
diffidenza nei confronti di quelle persone che (volevano capire bene). In quelle occasioni il
si presentano con le mani senza calli e i figlio rappresenta “ul capisòn da la cà” (la
polsini inamidati. Ben presto, però inizia a persona colta della casa, ed è pertanto
modificare le proprie convinzioni. Si rende incoraggiato nello studio, ma con una regola
conto di non saper firmare col proprio nome ben precisa: “o studià o sapà” (o studiare o
i documenti che la burocrazia gli impone. zappare). Lo studio non deve essere mai una
Nasce la consapevolezza dell’importanza di perdita di tempo e va portato avanti con
una solida istruzione scolastica per i ragazzi. determinazione e serietà.
Talvolta il capofamiglia si fa leggere dal

Pagella di un ragazzo nato nel 1902, studente presso la scuola festiva di Cascine Bovati nel 1916

A San Fruttuoso, le tappe fondamentali per l’evoluzione dell’istruzione scolastica sono:

• 1905 - nasce la Scuola elementare Alfieri in Via San Fruttuoso.


• 1910 nasce la Scuola materna Sacra Famiglia in Via Marelli.
• 1972 nasce la sede staccata della Scuola media Zucchi in Via della Novella.
• 1976 nasce la Scuola materna Andersen n Via Tazzoli.
• 1976 nasce il Nido Comunale in Via Tazzoli.
• 1980 nasce la Scuola media Sabin in Via Iseo.
130
La Scuola San Fruttuoso Istituite in Monza e nei sobborghi, seguendo
A Monza, le prime scuole elementari i programmi e le precise direttive dello stato
gratuite, istituite dal Comune, sorgono nel sui contenuti e le finalità dell'insegnamento,
1809 per decisione del Consiglio secondo gli le scuole elementari si diffondono
indirizzi stabiliti dal governo del Regno rapidamente e avviano il processo di
Italico, di cui fa parte la nostra città. scolarizzazione.
Inizialmente, per limitare le spese per locali
e maestri, ci si appoggia ancora al collegio
dei Barnabiti, adeguando i nuovi
programmi dei corsi istituiti dai padri.
Prima di allora l'istruzione è, infatti,
delegata alle istituzioni religiose: vi sono in
quel tempo a Monza tre scuole per maschi,
articolate in diverse classi e affidate
all'insegnamento di Barnabiti e Agostiniani.
Per le ragazze vi sono i corsi aperti nella
"casa regia", nata dalla soppressione del
convento di San Paolo, potenziati con
un'altra classe istituita dalle suore Orsoline e
dalle Terziarie Francescane, gli ordini Classe 1° anno scolastico 1968 – 89 Scuola Alfieri
presenti in Monza, impegnati nell'istruzione
Nelle frazioni del Comune non esistono
femminile.
scuole e l'istruzione dei bambini è ancora
affidata alle Parrocchie, che la impartiscono
presso i propri locali, soprattutto la
domenica, oppure si affida a maestri privati
che accolgono i fanciulli nelle loro abitazione
o svolgono la loro attività nelle case di
famiglie abbienti.

Classe 5° femminile - Anno scolastico 1958 – 59


Scuola Alfieri

Anche fuori le mura della città sono previste


due scuole "rurali", sempre affidate a
ecclesiastici.
Nel 1810 con la soppressione degli ordini
religiosi e la chiusura del collegio barnabita,
Volantino sulla Scuola Integrata - 1964
il Comune è costretto ad assumere un
maestro laico che, con la collaborazione di A seguito dell’unificazione d'Italia del 1861,
un coadiutore, continua a garantire lezioni si estende a tutto il Regno la legislazione
separate nelle due classi della scuola scolastica del Piemonte che, con la legge
elementare. Casati del 1859, pone a carico dei Comuni
"Abili istruttrici" sono assunte dal 1811 per l'istruzione primaria dei bambini.
insegnare alle ragazze. Tale legge prevede un’istruzione elementare
131
composta da due gradi biennali (2+2) di cui e le prime due classi femminili, ma possono
il primo obbligatorio e gratuito. accogliere un numero limitato di bambini
Gli insegnamenti previsti nel primo biennio del centro urbano.
sono: In quel periodo anche in alcune frazioni
1. Religione incominciano a sorgere le prime scuole
2. Lettura e scrittura. elementari, ospitate spesso in locali non
3. Aritmetica elementare e nozioni del sempre adeguati, messi a disposizione dalle
sistema metrico. parrocchie o da privati.
Nel secondo biennio s’insegnano:
1. Regole della composizione
2. Calligrafia
3. Tenuta dei libri
4. Geografia
5. Fatti salienti della storia nazionale
6. Cognizione di scienze fisiche e
naturali, applicabili agli usi ordinari
della vita.

La Maestra Passoni con la classe


Anno scolastico 1959 -60 – Scuola Alfieri

Il Comune della città si occupa allora di


rendere fruibile la nuova legge, istituendo
altre scuole comunali, approvando l'apertura
di scuole private e rendendo più efficienti e
adeguate le istituzioni già esistenti.
A Cascine Bovati funziona, in quel tempo,
una scuola comunale rurale con le sole classi
prima e seconda maschile e femminile.
Però, come appare da una relazione del
Regio Ispettorato delle scuole primarie del
circondario, utilizza locali "assolutamente
indecorosi e insufficienti a carpire il numero
dei ragazzi e delle ragazze intervenienti alla
scuola stessa".

Pagella di Felicita Pessina – Anno Scolastico 1935 -36

Al maestro possono essere affidati fino a


settanta scolari dei due gradi. Se sono in
numero superiore, si nomina un "sotto
maestro" al quale sono affidati gli allievi del
primo grado.
Le spese per gli insegnanti sono a capo delle
amministrazioni comunali.
Prima del 1861 a Monza esistono già alcune
Classe 5° elementare - I ragazzi nati nel 1927
scuole comunali con le cinque classi maschili
132
frequentare dopo il primo biennio
Con deliberazione del Consiglio Comunale obbligatorio, è prevista, per un anno, la
del 12 gennaio 1863, pertanto, si approva frequenza delle scuole serali, mentre per le
una convenzione tra il Comune di Monza e il alunne la frequenza per un anno delle "scuole
dott. Carlo Ferrario, un ricco possidente di festive".
Cascine Bovati, abitante nell’attuale Via Per dare maggiore impulso all'opera di
Tito Speri, per l'affitto, in tale località, di scolarizzazione prevista dalla normativa
due ampi locali che accolgano un numero scolastica e considerata fondamentale per lo
maggiore di bambini e bambine nella scuola sviluppo economico e sociale della città, il
elementare del luogo. comune di Monza in più occasioni, insiste
con il Regio Ispettorato scolastico per
l'apertura di scuole serali per adulti e di
scuole festive per quegli alunni che, non
completano l'obbligo scolastico, previsto
allora fino ai nove anni compiuti.
Con deliberazione del 19 novembre 1883 la
Giunta Comunale, nel "fermo proposito di
accrescere sempre più i mezzi di educazione e
istruzione", decide di aprire scuole festive e
serali per adulti. "Queste, anziché un arido
Scuola Alfieri dopo la costruzione
insegnamento di lettere e di cifre, avranno per
delle nuove aule e del porticato - 1964 scopo la vita pratica nell'istruzione popolare
della lingua, dell'aritmetica, della geografia,
La convenzione, della durata di quindici della storia e dei diritti e dei doveri dei
anni, più volte rinnovata, prevede la spesa di cittadini".
250 lire annue per l'affitto di due locali che il
dott. Ferrario predispone per ospitare le
scuole elementari di Cascine Bovati.
L'edificio scolastico si compone di due piani:
a piano terra si trova un ampio locale ad uso
scolastico maschile, con annesso lavatoio,
latrina e piccolo ripostiglio per la legna; al
piano superiore, cui si accede tramite una
scala con ingresso da Piazza Barbò (attuale
Via San Fruttuoso 10), si trova il locale
adibito a scuola femminile, anch'esso con
lavatoio e latrina. Classe 5° - Anno 1928 – Scuola Alfieri
Nel 1877, per contrastare l'analfabetismo,
allora diffusissimo soprattutto nei ceti bassi Le scuole serali, riservate ai maschi dopo i
della società, il governo della sinistra emana dodici anni, funzionano di solito da lunedì a
la Legge Coppino, che porta a sei anni l'età venerdì per 2,5 ore dal mese di ottobre fino a
degli alunni tenuti ad andare a scuola e febbraio, poiché, con la primavera, la
rende concreto l'obbligo di frequenza del frequenza si dirada dato che gli alunni sono
primo ciclo biennale della scuola elementare, impegnati nei campi. Le scuole festive
prevedendo allo scopo ammonizioni e invece, riservate a maschi e femmine, "utili
ammende crescenti contro i genitori che non per tutti i giovinetti, ma necessarie per quelli
rispettano la prescrizione dell'obbligo delle cascine" - come recita una nota del
scolastico. Regio Ispettorato scolastico, durano fino a
Per gli allievi che non continuano a maggio, ma funzionano solo per due ore al
133
mattino della domenica e consistono in un In pochi anni di attuazione della legge
"corso di ripetizione che formi un solo tutto con sull'obbligo scolastico, i locali concessi in
la scuola elementare obbligatoria". affitto dal dott. Ferrario, pur ampi,
Inizialmente le scuole serali e festive sono diventano del tutto insufficienti ad
istituite a livello cittadino in un solo accogliere i tanti alunni di San Fruttuoso e
caseggiato scolastico e se ne dà avviso delle zone limitrofe sprovviste di scuola.
pubblico con manifesti del Comune e con Si ricorre a un’organizzazione scolastica che
appelli dall'altare delle chiese. In poco prevede dei turni di lezione il mattino e il
tempo però, come prevede la legge, ma pomeriggio, con istituzione di inter-scuola
soprattutto come richiedono sempre più le per gli alunni che abitano "nei cascinali
famiglie, tali scuole sono istituite ovunque sparsi per la campagna e molto discosti dalla
ed anche a Cascine Bovati. scuola" - come propongono le maestre della
In questa frazione, una prima scuola serale è scuola - anche se "solo nei giorni di brutto
già funzionante (delibera comunale tempo e quando le strade sono ridotte in cattivo
dicembre 1864) grazie all'iniziativa privata stato".
del maestro Pirovano che apre un corso
serale per adulti, pagando in proprio le spese
per l'illuminazione dell'aula (lucerne e olio).
In seguito sono istituiti corsi serali per
adulti, come nell’anno scolastico 1907 – 08,
quando si hanno due classi serali a "scopo
elettorale" per adulti oltre i diciotto anni (più
di 80 iscritti).
Ma a Cascine Bovati si consolida la "scuola
festiva" che accoglie ragazzi e ragazze.
Nell'anno scolastico 1886 - 87 nascono due Via Tanaro – sullo sfondo il Cimitero - 1965
corsi, uno maschile (54 alunni) e uno
femminile (40 alunne). Trent'anni dopo, In quegli anni di fine Ottocento,
nell’anno scolastico 1907 - 08 gli iscritti alla l'agglomerato di Cascine Bovati, in
scuola festiva per le classi 1° 2° e 3° sono conseguenza dello sviluppo di alcune
quasi raddoppiati (70 maschi e 86 femmine). industrie in Monza, si estende sempre più,
Dal 1895 le maestre sono Adele Cima e con conseguente aumento della popolazione
Giulia Cima. residente. Tutto ciò si osserva anche dalla
necessità di ampliare il locale cimitero
(1877) e dai ripetuti appalti per la
sistemazione e manutenzione delle strade
interne della frazione e di quelle che la
collegano con il centro urbano e con Milano.
Si comincia pertanto a pensare di costruire
anche a Cascine Bovati un edificio scolastico
che accolga in modo adeguato il sempre
maggior numero di bambini e bambine che
s’iscrivono alla scuola primaria.
Si fa avanti la figura del dott. Cav. Giuseppe
Ferrario. Costui è una persona di rilievo
nella storia della città, giacché svolge le
Il Maestro Casiraghi e la classe 5 – Anno Scolastico funzioni di Sindaco di Monza dal 1875 al
1961-62 – Scuola Alfieri 1881.

134
Come il padre, risiede nell’attuale Via
Tito Speri. Generoso notabile, si fa carico di
promuovere l’iniziativa in consiglio
comunale e, allo scopo, nel 1898, acquista un
terreno dai fratelli Airoldi, che l'anno
successivo dona al Comune di Monza perché
vi si costruisca un asilo infantile ed una
scuola elementare.

Lapide in ricordo di Giuseppe Ferrario.


Mausoleo Ferrario – Cimitero San Fruttuoso

A dimostrazione dell'assoluta necessità di un


Il Maestro Zamagna in un concerto del Coro della edificio scolastico più capiente e adeguato al
Scuola Alfieri – Teatro Oratorio di Via Tazzoli - 1964
numero crescente di alunni, v’è la relazione
La donazione dell'area è accolta con rogito dell'Ufficio Tecnico del Comune, allegata al
notarile dal sindaco di Monza nel gennaio progetto di costruzione, che riporta una
1900 e, due anni dopo, il Consiglio comunale statistica sulla frequenza di alunni nella
approva il progetto per la costruzione di un scuola di Cascine Bovati
caseggiato scolastico

Anno Scuola Totale Totale Totale


Scuola Femminile
Scolastico Maschile Maschi Femmine Alunni
1 2 3 1 2 3
1895/96 78 51 20 68 40 22 149 130 279
1896/97 75 62 21 62 52 19 158 133 291
1897/98 71 75 30 59 49 25 176 133 309
1898/99 64 77 28 57 48 21 169 126 295
1899/00 66 75 24 58 43 19 165 120 285
1900/01 52 94 27 55 53 27 173 135 308
Statistica sulla frequenza di alunni nella scuola di Cascine Bovati (1895 – 1901) Ufficio Tecnico del Comune.
Il quadro di riferimento sopra riportato fa molto più elevato, nelle scuole elementari del
sorgere una considerazione indicativa sulla paese il totale degli alunni distribuiti nelle
composizione delle famiglie che abitano varie classi dalla prima alla quinta non
Cascine Bovati in raffronto all'attuale supera tale numero, con tendenza ad un
situazione scolastica a San Fruttuoso. continuo ribasso.
Come, infatti, si può notare dalla tabella, la Il Consiglio Comunale di Monza, in seduta
popolazione scolastica per le sole prime tre straordinaria, il 24 luglio 1902, presente
classi della scuola primaria a cavallo tra il anche il Beato Luigi Talamoni, delibera all'
1800 e il 1900, si aggira intorno alle trecento unanimità la costruzione di un fabbricato
unità con tendenza a rilevanti aumenti. scolastico a Cascine Bovati
Ora invece, pur con un numero di abitanti
135
Il progetto della scuola di Via San Fruttuoso bambini e bambine.
è dell'Ing. Ottorino Jotta di Cremona. Il costo di tutta la costruzione, eccetto le
Il 25 Maggio del 1903 il Prefetto di Milano spese per caloriferi, pompa d'acqua e arredi,
concede parere positivo alla costruzione è di circa 65.000 lire.
dello stabile. Ciò nonostante, il nuovo caseggiato
Nel mese di Settembre 1903 v’è la gara di scolastico, nel giro di pochissimi anni è già
appalto che affida i lavori alla ditta del insufficiente per il continuo aumento dei
capomastro Antonio Galbiati, che si bambini frequentanti la scuola, soprattutto
aggiudica il lavoro con l'offerta ridotta del a seguito della Legge Orlando del 1904 che
9% sul prezzo di costo. porta l'obbligo scolastico da tre a sei anni.
I lavori di costruzione del nuovo fabbricato Le elementari, infatti, si compongono di
scolastico terminano nell’Ottobre 1904 e, quattro anni per chi proseguiva gli studi e di
dopo i necessari collaudi, il 29 marzo 1905 le cinque o sei anni per chi li termina.
classi si trasferiscono nel moderno complesso
di Via San Fruttuoso.
Il nuovo edificio scolastico si compone di
due piani con ingressi separati per maschi e
femmine: al piano terra, oltre all'atrio di
ingresso, c'erano tre aule per i maschi, un
corridoio, l'anti-latrina con i lavatoi e
pompa d'acqua e tre latrine (una per aula).
Al piano superiore, cui si accede tramite una
scala, si trovano tre aule per le femmine, un
corridoio e latrine come per il piano terra ed
inoltre altri due locali per la direzione e le
insegnanti. Il Maestro Mingoia con i ragazzi del 1959
L'edificio comprende anche l'abitazione del Scuola Alfieri
custode, composta da due locali a piano
Nella relazione dell'Ufficio Tecnico
terra e due locali e latrina al piano superiore,
comunale che accompagna il progetto di
accessibili all'interno tramite una scala a
ampliamento della scuola (1910) si giustifica
chiocciola.
tale esigenza in quanto la popolazione di
Cascine Bovati "si è risentita dell'enorme
sviluppo preso in questi ultimi tempi dalla
industrie città di Monza". In quell'anno,
infatti, oltre ad essere le aule della scuola al
completo (e ciascuna contiene fino a 60
bambini), si prendono in affitto altri due
locali nei pressi, considerati però "non del
tutto adatti allo scopo", per alloggiarvi due
classi. Nel 1910 gli alunni iscritti alla scuola
sono 350, cioè 110 in più di quanti sia
possibile accogliere.
Nello stesso anno, pertanto, il Consiglio
Classe 5° maschile - Anno scolastico 1958 – 59
Scuola Alfieri
Comunale approva il progetto di
ampliamento della Scuola che prevede il
Le sei aule, della superficie unitaria di 65 raddoppio delle aule (altre sei: tre al piano
mq. circa, sono progettate per contenere fino terra e tre al piano superiore) in
a 60 alunni ciascuna, per un totale di 300 prosecuzione e in simmetria con la parte

136
costruita nel 1904. Il costo previsto fascista - dal 1920 al 1948; Alfredo
dell'opera è di 47.000 lire, coperto con Casiraghi, poi Sindaco di Monza, dal 1946 al
mutuo trentennale della Cassa Depositi e 1949).
Prestiti. L’ampliamento edilizio, concesso in
appalto alla ditta Antonio e Roberto Le scuole elementari comunali sono
Galbiati, ha un costo complessivo a fine classificate urbane, se istituite in centro
lavori di 53.000 lire circa. città e rurali se in frazioni periferiche.
La differenza non è solo nella
denominazione, ma anche nei contributi che
il Comune versa alle scuole stesse e nella
retribuzione dei maestri. Questa, a sua
volta, varia ulteriormente se s’insegna ai
maschi o alle femmine e ancora, nel biennio
inferiore (1 e 2 classe) o superiore (3 e 4
classe).
Nell'anno scolastico 1914 - 15, ad esempio, lo
stipendio di una maestra di classi femminili
inferiori di scuola rurale è di lire 1200 annue,
contro le 1500 lire che percepisce una
maestra delle stesse classi di scuola urbana.
Lo stipendio di un insegnante di classi
maschili o miste inferiori di scuola rurale è
di lire 1350 annue, contro lire 1600 di
analoghe classi in scuola urbana.

Classe 5° - anno scolastico 1948 – 49 - Scuola Alfieri

Il raddoppio di aule permette di avere classi


meno numerose (ciascuna di 50 alunni
circa), anche in previsione di un ulteriore
aumento della popolazione e con possibilità
di istituire una nuova classe sesta, secondo
quanto previsto dalla normativa del tempo.
La nuova costruzione avviene sull'area
destinata all'asilo infantile per cui Scuola Alfieri: Ieri e Oggi – Foto Luigi Vergani
l'Amministrazione Comunale s’impegna con
L'insegnamento in una classe maschile
il cav. Ferrario, a reperire altra superficie
superiore o 1° del corso popolare comporta
adatta. A distanza di poco tempo però, nello
uno stipendio di lire 1500 annue in una
stesso anno 1910, si costruisce l'Asilo
scuola rurale e di lire 1700 in una scuola
Infantile parrocchiale "Sacra Famiglia".
urbana. Il 27 settembre 1913 il Consiglio
Nell'amministrazione di tale asilo il Comune
scolastico provinciale, a seguito di ripetute
nomina un proprio rappresentante a
richieste provenienti dalle scuole interessate,
dimostrazione della partecipazione dell'ente
esprime parere favorevole al provvedimento
locale alla gestione della scuola (Ulderico
di urbanizzazione delle scuole primarie delle
Brambilla, - proprietario del Castello del
frazioni San Rocco, Casignolo e Cascine
Torneamento, dal 1917 al 1919; Angelo
Bovati. Il Decreto Prefettizio del 30
Varisco, - vice podestà sotto la dittatura
dicembre 1913 classifica come urbane anche
137
le scuole di San Fruttuoso, e ciò perché le ecc.) ma anche per gli alunni e la scuola in
stesse sorgono a meno di 2 Km dal centro genere, che può avere maggiori contributi e
urbano di Monza. sussidi.
A seguito di ricorso da parte A Monza, nel 1901 s’istituisce l'assistenza
dell'Amministrazione Comunale tale scolastica - poi Patronato scolastico – ma
provvedimento è annullato con Decreto solo a favore delle scuole elementari della
Regio n.163 del luglio 1914. città, escludendo quelle situate nelle
Nel novembre dello stesso anno la nuova frazioni.
Giunta Comunale accoglie le richieste Una certa attenzione è posta dal Comune
pervenute dalle scuole e dall'Associazione per i bambini "gracili, tardivi o psichicamente
magistrale monzese e propone al consiglio anomali" per i quali si dispone
comunale di classificare come urbane le l'accoglimento in classi speciali, con maestre
scuole delle tre frazioni, dall’anno scolastico specificamente preparate.
1914 - 15. Nel 1927 tre classi di tali bambini sono
Il Consiglio approva la proposta della trasferite a Villa San Fedele nel Parco di
Giunta il 17 novembre 1914. Monza.
Nel 1915 l'amministrazione scolastica della Per le persone adulte non ancora
provincia di Milano autorizza il Comune di alfabetizzate, s’istituiscono corsi popolari
Monza a classificare come urbane le scuole che prevedono l'insegnamento di un mestiere
di dette frazioni e quindi la scuola di Cascine e l'avvio ad una prima alfabetizzazione del
Bovati ha la denominazione di scuola "leggere, scrivere e far di conto".
urbana con vantaggi per i maestri (aumento A tale scopo, presso Cascine Bovati è
degli stipendi, rimborso spese per i viaggi, istituita anche una "scuola festiva".

La Scuola Elementare Alfieri nel 1966

138
Ambulanti, Trattorie, Negozi e Osterie
Il detto popolare assegna già la palma della Promuovono e realizzano strutture urbane e
più antica professione del mondo, ma la commerciali, logge, sedi di corporazioni,
ragione suggerisce sia il mercante, il mercati pubblici.
commerciante, l’ambulante, la prima vera Nel Rinascimento si sviluppano nuove
professione del genere umano. tipologie di case: bottega sotto e sopra
Il commerciante utilizza per la prima volta abitazione; per il commercio si usano oltre
la competenza, l’esperienza e l’attitudine per alle strade anche ponti e fiumi; gli architetti
ricercare vantaggio economico e dunque è sono coinvolti nelle costruzioni commerciali.
vera professione. Scambiare merci significa Quando si afferma la rivoluzione borghese,
moltiplicare le relazioni e i contatti, le libertà politiche e d’impresa aumentano,
ghermire e divulgare informazioni, carpire le le città diventano più grandi, più attraenti,
trasformazioni sociali. e più numerosi i salariati. Il negozio
Nell’età antica la configurazione della città, rimpiazza la bottega familiare
nasce con il tempio (la divinità), il palazzo Fino ad arrivare alla vendita per
pubblico (l’istituzione civile), la piazza (la corrispondenza, alle televendite, ai
comunità) ed i negozi (lo scambio, i rapporti distributori automatici, al rappresentante
economici). “porta a porta”, al commercio via internet,
Il commercio diventa una specializzazione di al supermercato e ai mostruosi mega centri
un gruppo sociale, non solo riferito a merci, commerciali, che dimenticano del tutto il
numeri, incassi, ma anche a esperienze, ruolo relazionale e collaborativo.
attitudini e competenze oltre a osservazione Fortunatamente, abbiamo il ricordo del
ed interpretazione dei fenomeni economici e venditore ambulante. Costui si sposta di
sociali. Anticamente i commercianti sono cortile in cortile, nei mercati, nelle fiere, nei
spesso anche viaggiatori (Fenici, Indiani, paesi, nelle piazze.
Ebrei, Veneziani, ecc.) I borghi agricoli aspettano l’ambulante con
Il carattere del commerciante si forma nel trepidazione per far fronte alle necessità
Medioevo quotidiane. Spesso a dorso di asino, magari
Dopo la caduta dell’Impero Romano, lo con un carretto, girano per le campagne
spazio per i mercanti non soggetti al patto portando ogni genere di prodotto possa
feudale, si restringe. Il gruppo non è difeso e servire.
talvolta è assimilato agli usurai. Tuttavia,
insediandosi intorno ai castelli, rivitalizzano
le città, i borghi (borghesi).
Apparentemente ceto emarginato, in realtà
diventa essenziale per lo sviluppo
dell’economia: tutti hanno bisogno di
banchieri e commercianti e, talvolta i due
mestieri, purtroppo, si confondono.
I costumi di questo ceto sono aperti e liberi,
Nel Mediterraneo, la loro attività li porta a
rapportarsi con l’Islam.
Nonostante oggi i grandi centri commerciali Il venditore ambulante Ginò (Angelo) Buzzi – anni ‘40
siano quantomeno di dubbia moralità, nel
medioevo i commercianti richiedono Tra loro troviamo anche gli artigiani:
ovunque l’utilizzo del Diritto Romano, l’arrotino (ul muléta), il ciabattino (ul
rifiutando quello feudale, comunque piegato sciavatèn), l’impagliatore di sedie
al volere del feudatario. (ulcadreghè), il merciao (venditùr de strìngh,
bindèi, butùn de camìsa) ecc.
139
Gli ambulanti vivono in zona e girano
sistematicamente la periferia e la città: una
vita interessante, piena di relazioni umane.
Dopo l’ultimo conflitto mondiale, v’è un
ometto di San Fruttuoso. Percorre le vie del
paese e s’intrufola in ogni cortile col suo
carretto traballante, trainato da un cavallo
bianco. Con i suoi richiami pittoreschi,
attira le donne attorno alla sua mercanzia.
E’ “ul Ginò”, il sig. Gino (Angelo) Buzzi. Ha
anche un negozio in via Tazzoli, di fronte
all'oratorio maschile. Vende di tutto: scope,
secchielli, mastelli di legno, strofinacci,
sacchetti di soda. V’è una grande la Calderina di stufa economica - Museo della Civiltà
damigiana di vetro, non impagliata, la cui Contadina Ciòca e berlòca - Cavenago d'Adda (LO)
trasparenza sfoggia un liquido dorato: è Altri spuntano in paese: l’ombrellaio
l'acqua da bugàda, (la candeggina). Altro (l'umbrelè), l’impagliatore di sedie (ul
articolo, meritevole di ricordo, sono gli cadregàt), l’arrotino (ul mulìta), il
zoccoli di legno, a quei tempi, d’uso comune riparatore di tinozze in legno (ul segiunè), lo
a San Fruttuoso. spazzacamino (ul spasacamèn), il venditore
Quando si logorano, si portano da Ginò, che di semi (ul sumensàt), e addirittura l’orefice
li ripara, sostituendo il legno o pareggiando (l' urèvas).
l’altezza degli zoccoli (impatà i sòcur), con V’è poi un signore dal nome antico, Armido,
spessori di ferro sul calcagno, così facendo si si muove su un triciclo a pedali ricolmo di
prolunga la loro durata. biancheria. Aiuta le donne a procurarsi la
Tutte le settimane percorre lo stesso giro con dote, con pagamenti a rate.
un carro telato, trainato da un cavallo scuro Chi ripaga il debito con 500 lire a settimana,
e scattante, è la “caruàna dal Tigrài” (la chi lo estingue con 200 lire. Quelle rate
carovana del Tigrài, zona dell’Etiopia). sembrano non finire mai.
Si annuncia agli imbocchi dei cortili,
suonando una trombetta d’ottone. In un
attimo è circondato da un nugolo di persone.
Tutt'intorno c’è profumo particolare:
pesciolini sottaceto, anguillette in salamoia,
olive, acciughe salate (saràcc) nel secchiello
di legno, giardiniera sottaceto, tavolette di
Liebig e tanto, tanto altro ancora.
Per le strade, qualche volta si vede lo
stagnino (magnàn) al grido di “ donne gh’è
rivà ul magnàn” (donne è arrivato lo
stagnino) e attirano attenzione il suo carico
di pignatte e i paioli di rame dal fondo
stagnato. Qualcuno gli propone la
riparazione della calderina (calderèta), un L’uomo del ghiaccio
recipiente rettangolare, parte della stufa
economica, regina della cucina. L'uomo del ghiaccio
L’uomo del ghiaccio (l'om del giàss), arriva
da Monza, dalla fabbrica in via Missori.
Si presenta in paese con un carretto trainato
140
da un somarello. Avvolti in sacchi di juta, vi costituisce per lungo tempo, uno dei pochi
sono i pani di ghiaccio. Si sposta da un momenti di riunione e di scambio d'idee, in
portone all'altro, lanciando il suo richiamo. aggiunta alla Chiesa e alla piazza.
Lungo il percorso, un rivolo d'acqua segna il
suo spostamento.
Lo chiamano “Gesù Crist c’al và in Egìt”
(Gesù Cristo che va in Egitto).
Per cinque lire seziona la barra di ghiaccio,
Usa un’asta ricurva di ferro (la gügièta). Un
colpo secco spacca il ghiaccio con precisione.
Qualche scheggia cade a terra e i ragazzi,
che lo seguono dal suo arrivo in paese, le
raccolgono. Qualche volta le donne
mercanteggiano sul prezzo, perché il
Davanti alla Pidréla – Via San Fruttuoso 8
ghiaccio non è trasparente, ma presenta
l'anima opaca, rivelando un cattivo stato di Dopo la guerra, in piazza della Chiesa, a
congelamento e quindi un precoce sinistra del portale della “Curt Lunga”, v’è
scioglimento nella ghiacciaia (la giasèra), un una porticina. E’ l’entrata di un’osteria: la
mobiletto di legno, foderato in lamiera “Pidréla”, già Osteria Trabattoni.
zincata, che assicura alle famiglie la E’ gestita dalla signora Irene. Suo marito si
conservazione dei cibi, seppur assai limitata chiama “Pidrél” (Pietro). Fa il fabbro
nel tempo. E’ il precursore del frigorifero. (ferèe) nella sua fucina in fondo alla Curt
Le osterie Lunga e puoi sentirlo battere il martello
Il termine osteria viene da oste, dall'antico sull'incudine.
francese oste, che deriva dal latino La domenica, all’ora di cena, qualche
hospite(m). L'etimologia richiama la bambino va a tirare la giacchetta al padre
funzione del luogo: l'ospitalità. Locali simili per portarlo a casa. L'osteria è piena di
alle osterie esistono già nell'antica Roma. uomini che bevono vino e giocano a briscola
Esempi ben conservati sono visibili presso o briscola chiamata (al du). Il bambino
gli scavi di Pompei. nota un'enorme stufa cilindrica in ferro.
Una delle prime attestazioni del termine Alta due metri, è alimentata con segatura
hostaria si trova a Venezia nel XIII secolo. pressata. Riscalda debolmente e sprigiona
Le osterie (I usterìi) sorgono, come punti di fumo tutt'intorno che, mescolato a quello di
ristoro, nei luoghi di passaggio: strade, sigari e sigarette, rende difficoltosa la
incroci, piazze e mercati. Ben presto respirazione. A quegli uomini, tra un
diventano anche luoghi d'incontro e di bicchiere e l'altro, sembra non dare fastidio.
ritrovo, di relazioni sociali. Il vino è
l'elemento immancabile intorno al quale Poche centinaia di metri fuori paese, sulla
tutti gli altri girano: il cibo, le stanze da strada che conduce al Torneamento, in
letto, la prostituzione. località “Lesminèt”, oggi via Ticino, si trova
l'osteria del “Paciarisòtt”, locale frequentato
In alcune città, dal XV secolo, l’osteria è da ottimi bevitori.
anche punto d’incontro d’intellettuali e
ricopre un ruolo di dibattito molto Dopo il caseggiato dei “Lesminèt”, così
importante nella struttura sociale cittadina. chiamato perché la gente che vi abita
proviene da Lesmo, la strada sboccia nei
L'osteria, fino alla metà del 1900, è un tipico
campi, ma puoi scorgere, laggiù, in fondo, il
luogo di ritrovo serale popolare delle persone
Castello. Dal “Paciarisòtt”
di sesso maschile; luogo di socializzazione,
141
Antica è poi l’osteria di Via Lamarmora,
denominata dei Filisètt. Già nella Guida di
Monza di Lucchini e Riva, pubblicata nel
1897, troviamo, a Cascine Bovati, in Via
Lamarmora l’oste Ferdinando Garlati.
Al capostipite della dinastia seguono i figli
Irma, Romeo e Ferdinanda (Nanda).
All’inizio degli anni ’70 la Sig.ra Franca
Lanzani, provetta cuoca di origine, rileva il
locale, cui assegna il nome di Trattoria la
Mantovana, manifestando le sue origini.
Nel 2000 l’osteria cessa l’attività.

Armida Mauri, i figli Amedeo e Dante, Attilio Spinelli

Negli anni ’50 attira molte persone


un’osteria - trattoria in via Ugo Bassi. E’ il
Mauri (ul Màvar). La gestisce la signora
Armida, detta Ida, vedova di Stefano Mauri.
La clientela è più allargata perché vi si può
trovare la televisione:. Il desiderio di
guardare trasmissioni come Il Musichiere o
Lascia o raddoppia?, attira molte famiglie.
Alla fine degli anni '50 la gestione passa al
figlio di Ida, Amedeo. L’osteria si trasforma
in Bar e anche il luogo cambia. Il Bar Mauri
si sposta in via Tazzoli 4 e diventa il
Ristorante - Pizzeria Amalfi.

Emilio Civati, detto Gulpèt


davanti all’Osteria Carpani – anni ‘30

Ricordiamo qualche altra osteria presente a


San Fruttuoso in tempi passati: ul Spréa
(poi Trattoria Primavera, Viale Lombardia
260), Osteria Carpani (poi Casa del
Contadino, Via Marelli, dopo il cimitero),
Osteria del Macinato (ul tràni, poi Bar 228,
i Filisètt - Trattoria Mantovana Viale Lombardia 228).
Via Lamarmora

142
Tra le trattorie di San Fruttuoso, un posto La fama della Trattoria Parasòo supera
esclusivo merita quella denominata Parasòo. anche i confini regionali.
La frequentano autentici buongustai come
l’attrice Ave Ninchi, allenatori di calcio
venuti a giocare a San Siro con la loro
squadra, come Gigi Radice.
Dopo le prove, il coro del Duomo di Monza
non manca mai di passare dalla cucina dei
Parasòo, con il Maestro di Cappella, don
Vico Cazzaniga, immancabile assaggiatore
di nuovi piatti.
Quel che più attira le persone è il clima
conviviale e famigliare che i Nova sanno
creare: ognuno sembra sentirsi a casa
Amabile e Tracisio Nova ai Parasòo propria. C’è anche chi entra, si siede, mangia
e se ne va senza pagare: Tarcisio e Amabile
Il 14 agosto 1937 la famiglia Nova acquista, comprendono che non ha soldi per pagare e
dalla famiglia Garlati, lo stabile in Vicolo fanno finta di nulla.
Oglio 2A (allora Via Lamarmora 29), mentre
la licenza commerciale dal Sig. Ponti.
Il locale nasce come “Trattoria e Posteria”.
Inizialmente l'attività la gestiscono
Trabattoni Stella, moglie di Giuseppe Nova,
e Tarcisio Nova, supportato dalla famiglia.
All’inizio della 2° Guerra mondiale, il lavoro
dell’esercizio rallenta.
Giovanni Nova è impegnato sul fronte
francese, Tarcisio Nova su quello greco,
Luigi Nova parte per il servizio di leva nel Ave Ninchi e Gigi Radice ai Parasòo
1940 e torna 1946, dopo una lunga
prigionia. Ogni sera v’è musica dal vivo con
Terminato il periodo bellico, la ripresa è pianoforte, fisarmonica, violino, mandolino,
fiacca e bisogna aspettare il boom chitarra, batteria e naturalmente il canto.
economico di fine anni ’50, per assistere al Il venerdì sera arrivano anche provetti
rilancio dell'attività. ballerini che, dopo una serata nella
Negli anni ’60, la fama della trattoria e della metropoli milanese, amano scatenarsi in
posteria inizia a valicare i confini della città, swing, tanghi, fox-trot, slow, boogie-woogie
grazie ai salumi nostrani prodotti da di gran pregio. Chi fra i presenti vuol
Tarcisio, ai menù della tradizione lombarda suonare lo può fare: ecco allora esibirsi il
e alla particolare ospitalità dei gestori. Verzolla, ul Vitòri barbè, il macellaio Felice
Nel 1971 la svolta avviene con l’apertura del Garlati, lo studente Giancarlo Tremolada, il
nuovo locale di Via Lamarmora 12. professor Umberto Pessina, il pianista
Degni di nota sono il risotto allo zafferano di Umberto Re. Il tutto in pochi metri quadri,
Giovanni, füiò, la buséca (trippa), la casöla ma è fortissima l’empatia che si crea: anche
(verzata), gli arrosti, le famose cotolette il sudore di chi ti sta vicino, sembra
“orecchie d'elefante”. Sopraffini sono i profumo.
salumi prodotti da Tarcisio, le mortadelle di I Nova concludono la gestione nell'agosto
fegato, gli zamponi, i cotechini, salami, i 1980, lasciando un vuoto inconcepibile per
pasoeutéi, la bogia. chi non ha vissuto i Parasòo.
143
Prima dell’impeto consumista, prima dei negoziante e acquirente diventa più solidale
super – extra - mega centri commerciali, e indulgente.
prima della satanica catena “produco –
compro – uso – getto … e poi ricomincio da
capo”, a San Fruttuoso si trovano piccoli
negozi e semplici negozianti che amano
ancora la relazione umana, oltre al meritato
compenso lavorativo.

I fratelli Pompeo e Italo Villa (anni ’50)


A destra la Posteri Musè - 1948
V’è poi la salumeria Villa situata sull'angolo
Tra questi v’è la posteria Musè, situata poco
formato da via Ugo Bassi e Via Tazzoli.
prima della piazza, in via S. Fruttuoso. Il
Da diverse generazioni esercita a San
sig. Mosè, figura aperta e simpatica,
Fruttuoso. Il nonno Fermo (ul Fèrmu) apre
possiede il dono della battuta scherzosa per
l’attività, per poi passare il testimone al
ogni occasione.
figlio Giovanni e questi ai figli Italo e
E’ l'epoca dell'involucro di carta per ogni
Pompeo.
alimento. Dallo zucchero alla pasta, dal riso
Oltre alla vendita di salumi, si macellano i
al pane, dalla mostarda alla salsa, tutto è
maiali e se ne cura direttamente la
accuratamente incartato con una tecnica a
lavorazione, ottenendo prodotti.
dieci dita, che invano si cerca di imitare a
Quando Pompeo va in pensione l’attività di
casa, nel tentativo di richiudere la
famiglia s’interrompe. Pompeo, con la
confezione dopo l'uso del prodotto.
moglie Enrica, segue il figlio Giovanni,
“Al ghè ul pan francès?” è la domanda
divenuto nel frattempo sacerdote. -
ricorrente delle massaie per chiedere la
pagnotta allungata, spolverata con farina
bianca, appena sfornata.
Di eccellente bontà sono il pane al burro, il
pane all'olio, e il “pan cunt l'uga” ( pane con
uva sultanina), primi esempi di
diversificazione nell'arte della panificazione.
E per pagare? Ogni cliente ha un libretto
personale sul quale si annota l'importo della
spesa e, alla fine del mese, con l’arrivo del
salario, si salda il conto. Silvio Pagani - 1956
La sciùra Angiulèta calcola la somma totale. Sempre in via San Fruttuoso si segnala un
Talvolta al cliente mancano i soldi, emporio, dove si trovano oggetti di ogni tipo.
suscitando un confronto educato e leale. E’ di Silvio Pagani, detto ul piatè (il
Proprio in queste occasioni il legame tra piattaio).
144
Demolito il cortile del piatè, sullo stesso figlio Massimo, mentre il negozio di
luogo sorge un palazzo, dove trovano posto fotografia condotto dal figlio Giorgio, chiude
un negozio di fotografia e un barbiere. intorno al 2010.

Pierèn barbè detto Mucc - anni ‘60

Di Pierino il barbiere, detto Mucc, si sente


fin sulla strada, il ticchettio delle sue forbici
mentre tagliano i capelli all’habitué. Paolo Pessina
Spettacolare è la sua tecnica d’insaponatura Nel 1900 Emilio Pessina apre un importante
del viso prima della rasatura, che esegue con negozio di tessuti e di abbigliamento in Via
movimenti circolari assai accurati, quasi a San Fruttuoso, dove oggi si trova la
dipingere una nuova Gioconda. Alla fine Farmacia Comunale. L'insegna sopra le nove
dell’anno ai clienti adulti regala un vetrine recita “Lanerie, Telerie, Drapperie
almanacco tascabile, con foto audaci di Emilio Pessina“.
qualche signorina. Nulla di particolare … Per gli abitanti del paese diventano subito i
son solo bikini, ma profumano le tasche. Pessina Mercànt. Tutti ne hanno soggezione,
essendo gente colta e ricca.
Entrando nel negozio, colpisce quel
particolare profumo di stoffe che muta
d’intensità col variare delle stagioni.
L’accoglienza è piacevole e, intorno al
bancone di legno brillante, l'attenzione alle
logo di Foto Pessina necessità del compratore è massima. I
fratelli e le sorelle Pessina seguono con
Nel 1954 Aldo Pessina apre lo studio
amorevole pazienza e consigli appropriati i
fotografico Foto Pessina in via
clienti. Alla base di questo trattamento v’è
Risorgimento. Negli anni ’60 si sposta in Via
la reciproca soddisfazione. Di tanto in tanto
S. Fruttuoso, in fianco al Mucc. E’ il
avviene che l’acquirente non abbia il denaro
classico fotografo di paese: dal formato
per pagare, ma al signor Emilio basta la
tessera all'album di matrimonio, dal
parola, e ci si sente onorati di quella fiducia.
cartoncino del battesimo all'immaginetta
Negli anni ’70 il negozio cambia sede e si
del defunto.
trasferisce in Via Cavallotti. Oggi è presente
Gestita dal figlio Franco, l'attività si sposta
a Monza con tre concept store in Via Italia e
definitivamente in via Risorgimento 14.
in Via Carlo Alberto: Pessina Paolo, Pessina
Negli anni ‘90 l’attività si diversifica con
Laura e Pessina Active.
l’apertura del negozio di ottica, gestito dal

145
o marrone per le scarpe da uomo; nere,
marrone, blu, bianche, grigie per le signore
più raffinate.
Questo fino a quando l'industria calzaturiera
non si affaccia sul mercato, subito dopo la
seconda guerra mondiale.

Carla Resnati e Giulio Sala

Nella primavera del 1958, i coniugi Giulio


Sala e Carla Resnati rilevano dal lattaio Tosi
l'attività del negozio situato in via
Risorgimento, 10, oggi Pizzeria Regina.
Nel 1959 Giulio e Carla trasferiscono la loro
latteria in Via Marelli 2 di via Marelli, in Agostino il Ciabattino
fianco vi sono il fioraio Giancarlo Carpani, A San Fruttuoso vi sono tre calzolai da
con la moglie Maria Motta, e il barbiere ricordare: Luigi Mauri, Agostino Vergani e
Umberto Gelosa, detto Bertèn Forbice Vegetti
d’Oro. Luigi Mauri nasce a Cassina da la Luna, in
Per 23 anni la latteria è un punto di Via Ugo Bassi, nel 1913.
riferimento per tutti i bambini, i ragazzi e le Nel 1940 apre il suo negozio a S. Fruttuoso
mamme di San Fruttuoso. in via Risorgimento 12. Vende scarpe di
La simpatia che Giulio e Carla regalano alle produzione industriale e ripara calzature
persone che vengono in contatto con loro è d’ogni tipo, ad eccezione degli zoccoli. I figli
contagiosa. chiudono l'attività alla sua morte il 25
Nel marzo 1981 il negozio è rilevato da novembre 1973.
Valerio Villa e gestito da lui, fino alla sua
morte nel 1991.
Tra le professioni in via di totale estinzione
v’è quella dell’artigiano calzolaio, il
ciabattino.
Scarpe da uomo e da donna sono fabbricate
da sapienti e abili mani che hanno appreso
l’arte della calzatura con fatica e passione.
Il ciabattino progetta le scarpe, sceglie il
pellame, il cuoio, la forma di legno, che
modella secondo le esigenze del piede, taglia
e cuce la tomaia, assembla il tutto sulla
forma con lo spago tirato con la pece.
Le scarpe devono durare anni e la moda non Bar della Pesa – Via Risorgimento 14 - 1966
conosce modelli che invecchiano.
I colori dei pellami non hanno fantasia: nero Il Bar della Pesa in via Risorgimento 14,
con il biliardo, tra la fine della guerra e la
146
metà degli anni ‘60 è un punto di
riferimento per le nuove generazioni di San In quegli anni la vita del bar si svolge
Fruttuoso, così come lo è il Bar del Circolo inevitabilmente dentro il bar.
Uomini Cattolici per i giovani degli anni ’70
e come altri bar del paese. E c’è sempre “un” bar, il preferito, dove ti
senti meglio che in altri.
Il bar è un’entità della vita di un giovane
che, a prescindere dalle condizioni sociali, Un luogo dove, da adolescente, si trascorre
culturali, economiche, religiose e di salute, buona parte del tempo libero a cercare se
costituisce un luogo di formazione di non stessi, protetti da sani e saggi adulti e
semplice decodificazione. anziani, cui si porta il massimo rispetto.

Il giovane utilizza il bar in modi differenti


secondo le generazioni, tuttavia gli obiettivi
perseguibili sono sempre i medesimi.
A volte i bar restano negli stessi luoghi e
hanno lo stesso nome per diversi anni.

Il posto che hanno nella giornata e nella vita


dei giovani varia da generazione a
generazione.

Dagli anni ’50 agli anni ’80 i bar sono luoghi


e centri di socializzazione.
Elia Tremolada e Onorato Ravasio, gestori del bar al
Ci si passano le serate. Le domeniche. Circolo Uomini Cattolici, con le mogli - 1982
Si esce da casa e si va là, dove incontri gli
amici. Dagli anni ’80 in poi le cose cambiano.

Talvolta il barista è una figura leader nella Di conseguenza, cambiano anche i bar, che
formazione giovanile (es. Elia Tremolada al si adattano a fare altre cose.
CUC). Dopo i genitori, gli insegnanti,
talvolta il prete e gli amici stretti, viene il A volte innovano, promuovendo nuove
barista. abitudini.
Si pensi all'happy hour, che rimpiazza,
Si va al bar anche per decidere dove recarsi: talora la cena, grazie ai noti spuntini
al cinema, a una manifestazione, a un ipercalorici che diversi locali associano al
concerto, a una festa, a zonzo. drink.
Oppure si passa la sera a decidere cosa fare I bar diventano stazioni di passaggio di una
e, alla fine, non si decide nulla, ma intanto ci vita itinerante, di generazioni itineranti,
si confronta con i coetanei sui massimi sempre in movimento, sempre in viaggio,
sistemi della vita terrena e ultraterrena. costrette o indotte a vivere un precario,
eterno presente.
Oppure si gioca a biliardo, a calcetto, a Generazioni di passaggio, alla ricerca di un
carte, a flipper, si beve qualcosa, si tira tardi luogo dove fermarsi, finalmente.
e soprattutto si parla … dal vivo. Tra un bar e l'altro.

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Altri negozi da ricordare sono:
• La merceria Albina, situata, prima in Via Marelli, angolo via Tazzoli e in seguito sempre
in Via Marelli, ma di fronte all’Asilo Sacra Famiglia.
• La macelleria di Italo Sala, collocata in Via San Fruttuoso, in fianco alla Ferramenta
Galimberti.
• La fiaschetteria del Lissòn, posta sull’angolo tra Via Lamarmora e Via Marelli.
• La macelleria di Felice Garlati, in via Lamarmora
• La panetteria di Via Risorgimento 11 della Fam. Saini e poi del generosissimo Luigi
Pessina.
• La merceria de La Cinisèla, in via Risorgimento 14
• La latteria di Pipòn, in Viale Lombardia, vicino al Ristorante Jonas

La fiaschetteria del Lissòn


angolo Via Lamarmora - Via Marelli

Luigi Pessina (1946 – 2006) Luìs Prestinèe


Socio fondatore Associazione Culturale San Fruttuoso

148
CAPITOLO 6°

INDUSTRIA

148
Industria
A San Fruttuoso il processo
d’industrializzazione inizia timidamente alla
fine dell’Ottocento.
Già all’inizio del secolo XX la posizione
geografica del paese permette agli abitanti
di lavorare presso i cappellifici monzesi e le
grandi aziende di Sesto San Giovanni o
Milano (Breda – Falck - Pirelli – Marelli, ecc.).
Tuttavia è solo negli anni del boom
economico che il paese assume una
connotazione industriale, con un successivo
decadimento all’inizio del diffondersi delle
nuove tecnologie informatiche. Giulio Guffanti

Nella seconda metà dell’Ottocento, in Via uffici di rappresentanza in Austria,


Risorgimento è attivo il Cappellificio Con la crisi economica del 2007, Guffanti
Giovanni Trabattoni. Dopo un devastante subisce un duro colpo e l’azienda è costretta
incendio si trasferisce in via Tazzoli. Più a chiudere.
tardi a Giovanni Trabattoni, si avvicendano
alla direzione dell’azienda i figli Ambrogio,
Francesco, Stefano e Umberto. All'inizio
della Seconda Guerra Mondiale l’attività è
interrotta e non riprende dopo la
conclusione del conflitto.
Nel 1915, Giulio Guffanti trasforma
un’azienda a conduzione familiare, la Pietro
Sala, in una società di grande valore.
In pochi anni, la Guffanti Giulio & Figli,
situata in Viale Lombardia 230, si colloca
tra le aziende leader nella produzione di Azienda Trasporti Fratelli Perego – anni ‘60
profilati di legno, in particolare perline,
listoni e sagome. Negli anni ’20 nasce il Feltrificio Gaetano
Arosio. Si trova in Via Tazzoli 19. In
seguito, per adattarsi al volere del fascismo,
modifica la denominazione in Fabbrica
Italiana Bozzine Autarchiche. L’avventura
dell’azienda si termina nel 1945.

Nel 1931 nasce Barazzetti e C. fondata da


Giuseppe Barazzetti e dal figlio.
La sede si trova in Via Monte Albenza e il
reparto produzione in Via Volterra, in fianco
Guffanti Giulio – V.le Lombardia – anni ‘80 al Castello del Torneamento. Barazzetti e il
figlio, ottimi meccanici, producono
Guffanti apre una filiale ad Addis Abeba, in macchine di diagnostica e terapia medica
Etiopia, e in seguito a Genova, oltre agli molto apprezzate in tutto il mondo.
La qualità dei loro prodotti radiografici,
149
permette all’azienda di acquisire, nel Tale avvenimento ha notevole eco nelle
dopoguerra, la rappresentanza cronache politiche ed economiche del
dell'americana Picker, ampliando e periodo ed è oggetto anche d’interpellanze
modernizzando la loro produzione di parlamentari.
macchine per tele cobaltoterapia e In quel periodo CGR ha un capitale sociale
trattamento radioterapico dei tumori di 10,93 miliardi di lire, a San Fruttuoso ha
maligni. uno stabilimento di 20.000 mq, nove filiali
commerciali e d’assistenza in tutta Italia,
conta 600 dipendenti.
E’ la seconda azienda italiana produttrice di
componenti e apparecchiature per la
diagnostica medicale, vascolare, tavole rx,
TAC, generatori di alta tensione.
Ha un valore di produzione di 30 miliardi di
lire l'anno, un fatturato 124 miliardi di lire e
un utile netto di 7 miliardi annui (dati 1987
– Fonte: Senato della Repubblica Italiana)
Esporta il 30% della produzione (25% in
Barazzetti, oggi Medys – Via Albenza 9 Europa, 5% tra Medio Oriente e Nord -
Africa).
Tuttavia, alcuni errori in diversi
investimenti finanziari, portano l'azienda a
una notevole crisi del 1962.
Barazzetti vende l’industria, accettando
l’offerta del gruppo finanziario La Centrale
di Milano che incorpora tutte le aziende
radiologiche italiane, ad eccezione della
Gilardoni di Mandello Lario.
Nel 1962, da quest’operazione, nasce
Generay: Generale Radiologia S.p.a., ove
sono riunite Barazzetti, Farnumed, Rangoni
Barazzetti, oggi Medys – Via Volterra
e Puricelli e, in seguito anche Columbus,
Fitra ed Elsi.
La CGR di San Fruttuoso copre il 15% del
Dopo cinque anni, nel 1967, Generay è
mercato italiano di apparecchiature di
acquisita da C.G.R di Parigi (Compagnie
diagnostica per immagini (radiografia ed
Générale de Radiologie). La compagnia
ecografia).
francese è controllata dal gruppo produttivo
Il mercato italiano è così suddiviso: 15%
di componenti, telefonici, telegrafici,
CGR San Fruttuoso, 20% Siemens, 14%
nucleari e militari Thomson, nazionalizzato
Philips, il 10% Ansaldo, 10% della General
nel 1982 dal presidente francese Mitterrand.
Electric, il restante 31% è da suddividersi
Il 31 dicembre 1987 C.G.R. è oggetto di
tra Gilardoni, Villa, Merate, Toshiba e
scambio tra il gruppo Thomson (Francia) e
Hitachi.
la Generai Electric (USA). Thomson
Il Governo italiano, presidente Ciriaco De
trasferisce a Generale Electric la Compagnie
Mita, avvalla l’operazione e, profetizzato
Générale de Radiologie in cambio della casa
dall’opposizione nella seduta al Senato del 7
discografica RCA, con il consenso del
giugno 1988, General Electric utilizza
Governo francese e del Governo USA.
l'azienda di San Fruttuoso, esclusivamente
Ciò comporta che anche GGR San
per attività di manutenzione e commerciali,
Fruttuoso passi a General Electric.
150
spostando la produzione in Spagna e in Sin dalla sua nascita si caratterizza per il
Francia. forte impegno nella ricerca scientifica: in più
La maggior parte dei dipendenti perde il di cinquant’anni di attività, il Centro di
posto di lavoro … in un’azienda con un utile Ricerca Rottapharm sintetizza più di 5000
di sette miliardi annui. composti su target molecolari specifici, oltre
La General Electric controlla l’azienda fino 300 brevetti e 19 farmaci originali.
alla metà degli anni ’90 per poi vederla a
Medys S.p.a., una società italiana del
Gruppo GP, con sede legale a Torino.
Lo stabilimento è ridotto a 13.000 mq e i
dipendenti diventano solo 80.
Si occupa di trattamenti e finiture su
qualunque superficie, di lavorazione di
materiali estetici (vetro, il marmo, l’ardesia,
il granito), di lavorazioni meccaniche
(lamiere di metalli ferrosi) e della
tradizionale produzione di sistemi medicali
Il fatturato di Medys durante il 2010 Stabilimenti di produzione Rottapharm
diminuisce del -4.73% rispetto al 2008.
Le aree terapeutiche tradizionali, quella
Nel 2010 il capitale sociale rimane invariato
osteoarticolare e gastrointestinale, si
rispetto al 2008.
estendono nel corso degli anni, fino a
Il risultato netto ottenuto durante il 2010 è
includere la ginecologia, l'urologia, la
diminuito del -298.98% rispetto a 2008.
cardiologia, le terapie delle vie respiratorie e
del sistema nervoso centrale.
Rottapharm vanta numerose molecole e
farmaci originali, scoperti e brevettati dalla
propria divisione di Ricerca e Sviluppo:
dalla glucosamina solfato per l’osteoartrosi,
alla proglumetacina, antinfiammatorio non
steroideo, fino al lancio del primo cerotto a
matrice attiva per la terapia ormonale
sostitutiva in menopausa.

Palazzo di Vetro Rottapharm – Via Valosa di Sopra

L’azienda più importante di San Fruttuoso


è Rottapharm. Nasce a Monza nel 1961, con
la creazione da parte del Professor Luigi
Rovati, allora docente presso la facoltà di
Farmacologia dell’Università di Pavia, di un
laboratorio di ricerca indipendente: il Rotta Rottapharm – Via Valosa di Sopra
Research Laboratorium.
Rottapharm - Madaus è un gruppo Continui investimenti in ricerca e sviluppo,
farmaceutico multinazionale a capitale lancio sul mercato di prodotti innovativi,
italiano, con sede a San Fruttuoso in Via importanti acquisizioni, sia in Italia, sia
Valosa di Sopra 9. all'estero, permettono al gruppo italiano,

151
fino al 31 luglio 2014, di essere presente in aziende) realizzata da un’azienda
oltre 85 paesi nel mondo con più di 2400 farmaceutica italiana, Rottapharm sbarca
dipendenti. in Germania con un investimento di 610
Una struttura e all’avanguardia, impegnata milioni di euro, acquistando la
sul fronte della salute e della prevenzione. multinazionale tedesca Madaus Pharma
Nel 2008 il fatturato di Rottapharm è pari a
572 milioni di euro. Oggi gli stabilimenti di
produzione si trovano a San Fruttuoso, Dublino,
Lisbona, Barcellona e Confienza (Pv).
Nell’azienda oltre al Presidente, prof. Luigi
Rovati, lavorano anche i figli Luca,
amministratore delegato e Lucio, capo del
Settore Scientifico nonché Direttore Medico
Esecutivo e la nuora, Giovanna Forlanelli,
capo del settore Comunicazione e Relazioni
Esterne. Si potrebbe definire un’azienda a
conduzione famigliare.
Rottapharm – Via Valosa di Sopra

Nel 1999, grazie all'acquisizione di Saugella


e Babygella, Rottapharm entra nel mercato
del personal care in farmacia, dove detiene
una posizione di leadership indiscussa.
Nel 2001, con un prodotto per il
trattamento della menopausa:
Estromineral, l’azienda si propone al
mercato degli alimenti che hanno una
funzione benefica sulla salute umana.
Oggi Estromineral è la linea di prodotti per
il trattamento naturale della menopausa più
venduta in farmacia. In cardiologia e in Il Professor Luigi Rovati negli uffici di Rottapharm
reumatologia giungono nuovi integratori Nella sede centrale di San Fruttuoso vi sono
alimentari: Armolipid (protezione laboratori di scoperta, ricerca e sviluppo di
cardiovascolare), Ritmonutra (regolatore nuovi farmaci che si estendono su una
cardiovascolare), Fortilase (antinfiammatorio). superficie di quasi 5.000 mq. Vi lavorano più
Nel luglio 2005, con l’acquisizione di di 100 ricercatori per lo più laureati in
Biochimici PSN, azienda specializzata nello discipline scientifiche e con dottorato di
sviluppo e nella commercializzazione di ricerca.
prodotti dermatologici, Rottapharm Nel 2012 si rinnovano completamente i
rafforza ulteriormente la sua posizione nel laboratori di farmacologia e sperimentazione
mercato della cura del corpo. su un’area di mq 1600 disposti su due piani.
Nel 2007, con la più grande operazione di Ai laboratori di farmacologia, si affianca un
M&A (compravendita e/o fusione tra laboratorio di biologia molecolare.

152
Premio Speciale Rottapharm - Madaus alla
Biennale Giovani - Villa Reale di Monza: il
premio sostiene artisti che si distinguono per
spirito d’innovazione e tecnica ineccepibile.
E’ una delle tante iniziative che
Rottapharm|Madaus promuove a sostegno
dell’arte e della cultura.
FAI - Fondo Ambiente Italiano: Rottapharm
aderisce al programma Corporate Golden
Donor promosso dal FAI: un’alleanza tra
aziende sensibili alla responsabilità sociale
volta a tutelare e valorizzare il patrimonio
ambientale italiano.
I laboratori di ricerca di Rottapharm
Da anni Rottapharm è attiva sostenitrice
d’iniziative nelle quali il benessere della
persona, la cultura, lo sport, l’arte hanno un
ruolo fondamentale.
Ricordiamo la storica sponsorizzazione del
Saugella Volley Team Monza, militante
nella Serie A2 del campionato italiano di
pallavolo femminile.
Altri progetti sostenuti da Rottapharm
sono:
La forza e il sorriso: programma dedicato a
donne sottoposte a trattamenti oncologici,
con lo scopo di fornire loro un sostegno, sia
psicologico, sia fisico, in un momento Marianne Vos e Umberto Pessina
particolarmente difficile. Madonna del Ghisallo
Ultima tappa Giro Rosa - 13 luglio 2014
Children in Crisis Italy. Rottapharm sostiene
Children in Crisis Italy, un’associazione no-
profit nata in Italia nel 1999 con l’obiettivo Giro d’Italia Femminile: Rottapharm
sovvenziona il Giro d’Italia femminile,
di migliorare le condizioni di vita dei
bambini in tutto il mondo vittime di contribuendo all’organizzazione della più
importante corsa a tappe del mondo del
conflitti, povertà, malattia o altre situazioni
di grave disagio. ciclismo femminile.
Sponsorizza la Maglia Rosa e la Maglia
That’s app: è un’innovativa applicazione per Verde con i marchi Dermafresh e Saugella.
iPhone, iPad e Android. L’applicazione Nel 2014 l’immensa Marianne Vos conquista
localizza i luoghi dell’arte contemporanea la maglia rosa.
prossimi all’ubicazione dell’utente e La partecipazione in veste di sponsor vuole
permette di invitare amici tramite social essere un ulteriore, concreto impegno di
network. Consente di approfondire singoli Rottapharm nel promuovere lo sport quale
eventi d’arte attraverso un commento della elemento indispensabile per il
redazione e una rassegna stampa relativa. mantenimento di uno stile di vita sano ed
Una sezione indica e raccoglie le iniziative di equilibrato, all’insegna del benessere.
particolare rilievo sul territorio cittadino.

153
Il 31 luglio 2014 la famiglia Rovati vende I convitti ospitano studenti di famiglie che,
Rottapharm agli svedesi di Meda per 2,275 indipendentemente dalle condizioni
miliardi di euro, mantenendo una quota del economiche, si distinguono particolarmente
9% nella società acquirente. In questo modo negli studi.
lascia l’Italia una delle aziende leader del
settore farmacologico.
L’operazione crea un gruppo europeo leader
nel settore Specialty Pharma, focalizzato su
specifiche aree terapeutiche e nicchie di
mercato e su prodotti capaci di rispondere
alle nuove esigenze del consumatore e
all’evoluzione dell’industria farmaceutica.
Il gruppo derivante dall’operazione avrà
ricavi consolidati di 2,5 miliardi.
… con la speranza che nessuno perda il
posto di lavoro.
Il Collegio Ghisleri a Pavia
Rimangono escluse dall’accordo tutte le Rovati frequenta il Collegio Ghisleri, dove si
attività di ricerca dedicate al segmento del laureano, tra gli altri, Carlo Besta, Agostino
farmaco di alta tecnologia di Rottapharm Gemelli, Ezio Vanoni, Ennio Zelioli Lanzini,
Biotech, nucleo storico del gruppo. Ciò e dal quale fu espulso Carlo Goldoni, per un
consentirà ai Rovati di proseguire in componimento satirico, oltraggioso per le
autonomia le ricerche nel campo del farmaco fanciulle pavesi.
innovativo. Il curriculum di studi di Luigi è ottimo:
rispetta le scadenze degli esami, ottenendo
voti altissimi. Studia molto e lavora sodo. Si
laurea nel 1953 e diventa assistente presso
l'Istituto di Farmacologia dell'Università di
Pavia.

Casanova Lonati (anni ’60)


Il successo scientifico ed economico di
Rottapharm si deve in gran parte al suo
fondatore, il professor Luigi Rovati.
Luigi Rovati nasce nel 1928, a Casanova
Lonati (Pv), un paesino di 500 anime,
collocato nella pianura dell'Oltrepò Pavese,
vicino al torrente Scuropasso, a pochi
chilometri dal Po. Da secoli la famiglia
Il neo laureato dott. Luigi Rovati - 1953
Rovati è parte integrante dei medi
proprietari terrieri della zona. Si perfeziona, studiando in Germania e in
Il giovane Luigi si dedica agli studi che Belgio, dove lavora per un anno con
compie presso l'Università di Pavia, sede di Corneille Jean François Heymans, Premio
due importanti collegi universitari, fondati Nobel per la medicina.
San Carlo Borromeo e Papa Pio V.
154
basandomi sulla naturale predisposizione di
quel popolo alla precisione e alla pazienza”.
Dietro un uomo di tale valore v’è una donna
di cui lo stesso marito parla in questi
termini: "Guarda, mia moglie e i miei due
figli sono il più grande dono che Dio mi ha
fatto. Avere al proprio fianco una donna di cui
sei certo che, comunque vadano le cose, ti ama
e condivide con te la vita, è stupendo, ti rende
ancor più sicuro e convinto di ciò che stai
facendo. Se tornassi indietro, sposerei di
J.F. Heymans e il giovane dott. Rovati nuovo mia. moglie! Lei è delle mie parti.
Una donna all'antica, con quei valori sani di
Torna in Italia, consegue la libera docenza un tempo".
in farmacologia nel 1959 e insegna ancora a
Pavia, ma abbandona l’attività accademica
per fondare, nel 1961, Rotta Research
Laboratorium.
Tra le caratteristiche di Rottapharm, nella
sua espansione a livello mondiale, vi sono il
rispetto e la valorizzazione delle
caratteristiche intrinseche di ciascun popolo
cui si propone. Il professor Rovati con la moglie, i figli e le nuore

Ed è lo stesso Professore che racconta il suo


rapporto con San Fruttuoso e la sua gente?
”Quando sono arrivato 50 anni fa, la prima
impressione che ho avuto è stata quella di
trovarmi davanti a gente diffidente e
introversa, poco espansiva. Poi, col tempo, ho
imparato ad avere pazienza e sono riuscito a
conoscerla meglio e l'ho scoperta generosa,
grande lavoratrice, subito disponibile ad
aiutare e fedele a principi e valori sempre
positivi.
Ero molto amico di Don Carlo Peloia,
sacerdote dell'Oratorio a cavallo tra gli anni
’50 e ’60. Spesso ho avuto modo di incontrare
Il Professor Luigi Rovati - 2011
il Parroco don Giovanni Colombo, persona più
Dice il prof. Rovati: “ … in Italia ho espansiva rispetto a suo fratello Don Paolo.
mantenuto la ricerca nella sua parte più A San Fruttuoso ho tenuto delle conferenze di
creativa perché noi latini siamo carichi di educazione sessuale per i giovani presso il
fantasia, in Germania ho portato Centro Sociale e l'Oratorio di Via Tazzoli. Per
l'approfondimento di ricerca perché i tedeschi qualche tempo abbiamo sponsorizzato la
sono tenaci e volitivi e non si stancano di sezione bocce dell'Associazione Sportiva San
ripetere 200 volte lo stesso esperimento, in Fruttuoso di Via Iseo”.
Giappone ho portato il lavoro di ricamo,

155
Premiazione "Imprenditore dell’Anno - categoria Etichetta identificativa di una macchina Bizzozzero
Global" - 2008
A San Fruttuoso, per diversi anni, opera
Il 13 giugno 2005 ottiene l’onorificenza di una delle aziende leader nella produzione di
Cavaliere di Gran Croce – Ordine al Merito macchine per imballaggio. Si tratta della
di Repubblica Italiana dal Presidente Carlo Bizzozero s.rl., sita in Via Mornerina.
Azeglio Ciampi. Nel 1939, il Cavaliere Achille Bizzozero
Nel 2008 riceve il prestigioso premio avvia a Milano la produzione di cucitrici a
promosso da Ernst & Young "Imprenditore filo e lastrina metallica per la legatoria e per
dell’Anno - categoria Global". scatole di cartone.
Nel 2010 apre un nuovo Centro di Ricerca in In seguito amplia la gamma delle macchine
Nutraceutica presso l’Ospedale Cà Granda prodotte a tutto il settore dell’imballaggio in
di Niguarda (Milano). cartone ondulato.
Il 31 maggio 2011 è stato nominato Negli anni ’60 si trasferisce a San Fruttuoso,
Cavaliere del Lavoro dal Presidente della dove la produzione e la formazione di tecnici
Repubblica Giorgio Napolitano. qualificati, porta l’azienda a collocarsi ai
vertici nelle quote di mercato del settore.

Ex sede della Bizzozzero – Via Mornerina


Il Presidente della Repubblica, Napolitano, consegna
la nomina a Cavaliere del Lavoro al prof. Luigi Rovati. Nell'ottobre del 1973, la guerra di Egitto e
19 novembre 2011 Siria contro Israele (guerra del Kippur o del
Nello stesso anno la città di Monza gli Ramadan) vede la vittoria degli israeliani.
conferisce il Giovannino d’oro 2011 Israele è sostenuto dagli Stati Uniti e dai
Già membro della Giunta Esecutiva di Paesi europei. Per questo motivo i Paesi
Farmindustria e del C.d.A. della Fondazione Arabi appartenenti all'Opec (Organizzazione
della Comunità Monza e Brianza, ora è dei paesi esportatori di petrolio) bloccano le
Consigliere nel Direttivo di Confindustria proprie esportazioni fino al gennaio 1975.
Monza e Brianza. Tale processo porta all'innalzamento
vertiginoso del prezzo del petrolio.
156
I governi dei Paesi dell'Europa Occidentale Il rapido successo commerciale porta
varano provvedimenti per diminuire il l’azienda a trasferire l’attività nell’attuale
consumo energetico, ma le difficoltà per le sede di proprietà a Usmate Velate (MB),
aziende con investimenti in corso, sono rimanendo nell’area industriale di Milano.
veramente preoccupanti. Oggi Bizzozero ha una fabbrica che si
E’ la condizione della Bizzozero, estende su 5000 mq in Usmate Velate (MB)
Il tentativo di superare la crisi da parte del e circa 25 dipendenti.
genero del fondatore, subentrato nella Il fatturato dell’azienda tra il 2009 e il 2011
direzione al suocero Achille, ha conseguenze è aumentato dell’88%, raggiungendo i 3,5
ancora peggiori della crisi stessa. La milioni di euro. I risultati economici netti
produzione si trascina per un decennio senza ottenuti durante il 2011, tolti gli oneri
quella crescita pari alle esigenze che il ruolo finanziari, le tasse e gli ammortamenti è
di leader, raggiunto negli anni precedenti, aumentato del 20.55% rispetto al 2009
necessita. Alla fine degli anni ’70, l’azienda è Il capitale sociale è di circa 50.000 euro Il
sull’orlo del fallimento. Tuttavia i tecnici del direttore di produzione è di San Fruttuoso:
settore ricerca e sviluppo si rendono conto Danilo Buzzi
delle potenzialità dei loro prodotti e delle In oltre settanta anni di lavoro la Bizzozero
avanzate competenze tecnologiche progetta e produce alcune diecine di modelli
raggiunte. di macchine e cucitrici a filo e lastrina
Prende così corpo l’idea, da parte di un metallica per la legatoria e la conversione
gruppo di lavoratori, di rilevare la società in del cartone ondulato in imballaggio e
forma di cooperativa. Si tratta di una scatole.
procedura raramente utilizzata dai
lavoratori perché richiede coraggio,
sicurezza nelle proprie capacità
imprenditoriali e produttive, e una buona
dose di fantasia innovativa … ma, in periodi
di crisi economica, può essere la migliore
soluzione.
Nel 1984 la Bizzozero è rilevata dai tecnici
dell’azienda che ne continuano l’attività,
aggiornando la produzione alle richieste del
mercato e allo sviluppo della tecnologia.

Bizzozero Mica - Via Verdi 13 - Usmate Velate (MB)

Le macchine prodotte da Bizzozero oggi nel


mondo, funzionanti, produttive sono circa
3000, a testimonianza dell’eccellenza
tecnologica di Bizzozero e dell’efficiente
assistenza anche nel lungo periodo.
I tecnici della Bizzozero, cha da oltre 30
anni gestiscono la Società, mantengono alta
la capacità tecnica del personale e
Bizzozero Mica - Via Verdi 13 - Usmate Velate (MB) sviluppano macchine innovative ad elevato
contenuto tecnico caratterizzate dal
Il nuovo nome della società diventa
marchio “CLEVER” o “macchine
Bizzozero Mica.
157
intelligenti che producono più di altre Tra le varie aziende operanti in San
macchine”. Fruttuoso v’è la Nuova Bergamini, società
Collaterale alla Bizzozero Mica s.r.l., esiste che nel settore del commercio di materiale
inoltre la Cooperativa Bizzozero Tecnici edile. Nata nei primi anni ’70 con sede in
Associati Bta, con lo scopo di operare per il Via Cavallotti, come impresa di costruzioni
benessere materiale e morale dei soci che e ristrutturazioni edili Scotti, sia civili, sia
sono stati dipendenti, professionisti o industriali, si trasferisce a San Fruttuoso nel
collaboratori della "Bizzozero Achille 2001.
S.R.L.", dei loro familiari e successori. Ai privati e alle imprese di costruzioni offre
La cooperativa ha per oggetto quello di un ricco e qualificato catalogo dei migliori
creare occasioni e sostegni per dare ai soci e materiali e attrezzature disponibili sul
ai loro familiari alloggi per residenza, mercato. Fornisce assistenza tecnica e
istruzione, vacanze o svago e altre consulenza qualificata sia nella scelta dei
prestazioni utili per il mantenimento e il materiali più adeguati e moderni, sia nella
benessere delle famiglie, attraverso acquisti, realizzazione o ristrutturazione delle opere.
locazioni o convenzioni Inoltre avvia e
partecipa ad iniziative per la preparazione
professionale, culturale e per lo svago dei
soci e dei loro familiari.
La cooperativa inoltre intraprende attività
atte a favorire l'accesso al lavoro ai propri
soci e ai loro familiari, aderisce e partecipa a
enti e organismi economici consortili diretti
a consolidare e sviluppare il movimento
cooperativo, ad agevolarne gli scambi, gli
approvvigionamenti e il credito. Concede
prestiti e fideiussioni e ogni altra garanzia Stabilimento CBI – Via della Taccona 77 - Monza
per facilitare l'ottenimento del credito agli
enti cui la cooperativa aderisce. Assiste i Altra importante azienda di San Fruttuoso è
consociati nella realizzazione di tutte le CBI (Chicago Blower Italiana), situata in
iniziative che possono utilmente contribuire Via della Taccona.
a incrementare il loro reddito di lavoro o che Nata nel 1963 dall’intuito di Aldo Maveri
possono comunque apportar loro utilità e (1906–1966), produce ventilatori industriali
vantaggi. ed è l’azienda leader del settore in Europa.
Dopo la scomparsa del fondatore, CBI
continua la sua opera grazie ai figli Corrado
e Massimo.
Oggi la produzione si sviluppa su una
superficie di 22.500 mq coperti, con
stabilimenti in Italia (San Fruttuoso,
Cambiago, Gissi), in India (Ahmedabad) e
Belgio (Tilff).
Inoltre, filiali di CBI sono presenti in
Francia, Turchia, Cina, Russia, Germania,
Spagna e Indonesia.
Oggi CBI ha un fatturato di 65 milioni di
Automezzi da trasporto euro, 250 dipendenti ed è una Società per
Nuova Bergamini s.r.l. - via Valosa di Sopra 48 Azioni, il cui capitale azionario emesso
ammonta a 3 milioni di euro.
158
Il Presidente di CBI è l’ing. Corrado Maveri, Nel 2012 CBI cerca nuovi mercati
che, con studi ed esperienze giovanili negli nell’Africa Settentrionale e, le autorità del
USA, porta un respiro internazionale Belgio, valutato il rendiconto
all’azienda, con l’aiuto prezioso del fratello, quadrimestrale, rimborsano il 65% delle
dott. Massimo Maveri, responsabile del spese sostenute dall’azienda per viaggi
settore economico – amministrativo di CBI. commerciali,
Il modello operativo e strategico di CBI si L’apertura, nel 2002, dello stabilimento di
desume da quanto l’ing. Maveri afferma in Tilff nasce dal fallimento di un'azienda della
merito alla produzione in Belgio, iniziata nel zpna. In tal modo si libera una fetta del
2002, nella cittadina di Tilff, vicino a Liegi, mercato locale, ma anche la possibilità di
in Vallonia. servire ottimamente il mercato tedesco.
“Lo stabilimento è ampliato per ben tre volte e, Molti dei quaranta dipendenti in Vallonia
dalla presentazione del progetto architettonico sono discendenti di emigrati italiani ciò
alle autorità locali, fino alla concessione garantisce a CBI la necessaria affinità
edilizia, passano solo tre settimane”. culturale.
“In Vallonia gli oneri di urbanizzazione si
pagano una sola volta, al primo
ampliamento”.
“Inoltre l’azienda paga allo Stato una quota
fissa, pari al 33% del fatturato, per le tasse.
In tal senso la semplicità e la chiarezza sulle
quote di pagamento mensile, permette
all’azienda di stendere un bilancio preventivo
assai affidabile. In Belgio le tasse si pagano
quando si maturano, e non prima come in
Italia. Solo quando si ha una buona liquidità
di cassa, si pagano in anticipo, maturando il
diritto a uno adeguato sconto”.

Ventilatori CBI nel tunnel di San Rocco a Monza

Secondo l’ing. Maveri, il costo della


manodopera per CBI è poco rilevante:
l’importante è andare dove c'è mercato.

Ing. Corrado Maveri – Presidente CBI

Il Belgio rimborsa a CBI i viaggi che il


personale compie all'estero per acquisire
nuovi clienti.
Tokio: acciaieria fornita di ventilatori CBI

159
Nell’ottobre del 2013, NG (Nicotra centinaio di dipendenti ed è specializzata
Gebhardt) di Zingonia (BG), una delle nella produzione di cartone ondulato. I tipi
principali aziende europee nel settore dei di cartone prodotti vanno dall’alimentare
ventilatori centrifughi di fascia media, per pizza, alla micro-onda E, al cartone
acquisisce CBI al 100%. pesante a doppia onda C, oltre alle classiche
Tuttavia, anche dopo la cessione, la famiglia onde B, C, BC, EB.
Maveri continua a mantenere una quota del Punto di forza è il Servizio Clienti, ottenuto
capitale sociale del gruppo e l’ing. Corrado grazie alla puntualità, all’attenzione e alla
Maveri rimane presidente di CBI. qualità, supportate da un attrezzato
L’operazione porta l’azienda alla leadership laboratorio interno.
mondiale nel settore dei prodotti per la L’azienda è un punto di riferimento per
ventilazione, con ricavi per 200 milioni di tutta l’Italia Settentrionale
euro, dodici stabilimenti produttivi e più di Nel 2009 Cartonstrong entra nel Gruppo
mille dipendenti in tutto il mondo. Pro-gest, fondato nel 1973 da Bruno Zago,
conta, all’interno delle sue 19 aziende, più di
1000 dipendenti.

Trasporto ventole CBI - diametro 4 m.

Le competenze tecniche in materia di


ventilatori industriali e l’eccellente
portafoglio clienti di CBI, unitamente alla
L’ingresso di Cartonstrong in Via Baradello
forte compagine azionaria di Nicotra
Gebhardt, alla vocazione globale del
business, rappresentano delle solide basi per Tra le aziende del Guppo Pro-Gest ve n’è
crescere in futuro. una di particolare interesse: la P-ONE.
Specializzata in soluzioni cartotecniche di
packaging, arredi ed allestimenti, realizza i
primi mobili per ufficio tutti di cartone in
Italia.

Il Gruppo Pro-Gest si espande su un milione


di metri quadrati, produce 850.000
tonnellate di carta, sviluppa 800 milioni di
mq di cartone ondulato e trasforma 1,5
miliardi di piccoli e grandi contenitori per
Formazione e training in CBI qualsiasi tipo di prodotto. Ciò porta
Un’altra azienda storica di San Fruttuoso è l’azienda a essere il Gruppo privato numero
Cartonstrong Italia s.r.l. uno in Italia nel suo settore.
Nasce negli anni ’60 e opera nell’ambito
della cartotecnica. Occupa un'area di
110.000 mq in Via Baradello, ha un
160
Oggi esiste una Tintoria Industriale Biellese
sita in Via Tazzoli 60, i cui proprietari,
Giorgio e Gianmarco Bollo hanno intrapreso
il procedimento di cancellazione d’ufficio
dalla Camera di Commercio.
Un’altra storica ditta è La Falegnameria
Caprotti Giuseppe e Figli. Nata negli anni
'30, ha i propri piccoli stabilimenti in via
Risorgimento. In seguito si sposta in via
Gli stabilimenti di OMECO in Via Monviso 56 Martiri di Belfiore. Si occupa d’imballaggi
industriali e di pallet. Chiude l’attività alla
Tra i più importanti laboratori italiani, fine degli anni ’80.
privati e indipendenti, situato a San
Nel marzo 1946 la Società Anonima
Fruttuoso, in Via Monviso 56, troviamo
Agricola la Taccona, costruisce in via
OMECO.
Tazzoli 19, un nuovo fabbricato, adibito a
L’azienda, fondata nel 1971, è un centro
capannoni ad uso industriale, locali per
ricerche all’avanguardia per le prove e la
uffici, portineria e mensa.
taratura di materiali.
Il progetto degli edifici è di Umberto Traldi,
I campi di attività di OMECO riguardano i
la ditta costruttrice è la SILE.
materiali d’impiantistica industriale
(acciaierie, fonderie, inceneritori, cartiere),
chimica e petrolchimica (raffinerie,
farmaceutici), di risalita (funivie, seggiovie),
di sollevamento (scale mobili, ascensori),
termoelettrica, ospedaliera, per il trasporto
(ferroviario, automobilistico, aereo, nautico,
ciclistico, motociclistico), per il
riscaldamento, impianti nucleari, materiali
per l’edilizia, ecc.
Ha sedi distaccate a Muggiò (1200 mq.) e
Titolo di dieci azioni della Motta panettoni
Albano S. Alessandro (BG)
OMECO ha sviluppato un notevole livello
E’ la Motta Panettoni, fondata da Angelo
tecnologico, riconosciuto dai più autorevoli
Motta, che colloca a San Fruttuoso la
internazionali.
produzione di scatole per imballaggio e la
Altre attività industriali del paese sono: tipografia.
Qualche anno dopo, Motta Panettoni apre
La Tintoria Industriale Biellese, sita in Via anche uno spaccio al dettaglio che diventa
Metauro. E’ un’azienda di lavorazione di un luogo assai apprezzato dagli abitanti del
tessuti, teatro di contrattazioni sindacali di paese.
forte contenuto emotivo e anche di lotte Alla fine degli anni ’80 cessa l'attività.
operaie di notevole spessore sociale.
Nata a San Fruttuoso negli anni '60 per V’è poi la Vetreria F.lli Figini, situata prima
iniziativa dell’imprenditore Calvino, via Aldina e poi in via Risorgimento.
ufficiosamente chiude il ciclo produttivo Termina l’attività alla fine degli anni ’60.
all’inizio degli anni ’80 a causa di un
incendio che distrugge tutti i macchinari e la
produzione sita nel magazzino.

161
CAPITOLO 7°

VILLE
STORICHE

162
San Fruttuoso e I Promessi Sposi
Elaborazione da: www.monzacuriosa.it di
Giancarlo Nava
Nel capitolo IX Renzo, Lucia e Agnese
arrivano a Monza, poco dopo il levar del sole
e sono condotti da un barocciaio in
un'osteria di sua conoscenza.
Come afferma il D'Amico, “è questa forse
1'osteria del Baraccone che era
presumibilmente situata di fronte allo sbocco di
via De Gradi, la più frequentata dai carrettieri
di Lecco”.
Via Marsala 44 – ex - Convento dei Cappuccini Dopo una breve sosta all'osteria e il
commiato da Renzo, le due donne, grazie
Monza ha un ruolo dinamico importante alla guida del barocciaio, si avviano al
all'interno de “I Promessi Sposi” di convento dei cappuccini che, come dice lo
Alessandro Manzoni. stesso Manzoni, “come ognun sa, era pochi
Lo sviluppo della vicenda di Renzo e Lucia passi distante da Monza”.
porta lo scrittore a Monza. In particolare Questo convento è la Villa Cappuccini,
fanno capolino alcuni luoghi della città: Via situata in via Marsala 44.
De Gradi, Villa Cappuccini, Largo Mazzini,
il Castello Visconteo, il monastero di S.
Margherita, il borgo di San Biagio.
Nonostante, all’inizio della vicenda, il
Manzoni manifesti una certa ritrosia nel
nominare la città, al termine del romanzo il
nome di Monza appare ben trentun volte.
La sintetica ed efficace descrizione che il
romanziere costruisce della città, è
palesemente ricavata dalle opere di
Giuseppe Ripamonti (1573–1643) Lapide commemorativa - Via Marsala 44
presbitero, storico e dottore della Biblioteca
Ambrosiana. Sul muro di recinzione è collocata una
Il Ripamonti, autore di una “Storia della lapide, inaugurata il 4 maggio 1957 su cui e
Chiesa di Milano” (1625), per la quale passa scritto: “Questo luogo — già convento dei
tre anni in galera per eresia e dell’opera “La Cappuccini - fu immortalato dall'arte dei
peste di Milano nel 1630”, è la principale Promessi Sposi: rifugio dei deboli, difesa degli
fonte storica del Manzoni per la stesura de oppressi, esaltazione degli umili, su prepotenze
“I Promessi Sposi”. di uomini e tempi vindice la benefica fede ai
Lo scrittore milanese descrive Monza come trionfi avvezza”.
un borgo antico e nobile, attraversato dal Giunte, le donne al convento consegnano
Lambro, in cui ha sede un arciprete, uomo come stabilito, la lettera di padre Cristoforo
probo e scorto. al padre guardiano il quale, letta la lettera,
decide che unico rifugio sicuro è il monastero
della Monaca di Monza e qui le conduce.

163
Nel tragitto dal Convento dei Cappuccini al strada era, ed è tutt’ora, affondata, a guisa
monastero della Monaca, il Manzoni ci offre d'un letto di un fiume tra le due alte rive orlate
qualche aspetto della Monza di allora. di macchie, che vi forman sopra una specie di
“Quando fu vicino alla porta del borgo, volta”.
fiancheggiata allora da un antico torracchione
mezzo rovinato, e da un pezzo di castellaccio, In seguito troviamo l’invito della Monaca di
diroccato anch'esso...“. La “Porta del borgo” Monza a Lucia: “Ho bisogno di parlar subito
è Porta Nuova, l'attuale Largo Mazzini, subito con quel padre guardiano de´
mentre “l'antico torracchione” e “il Cappuccini che v´ha condotta qui da me”,
castellaccio” è il Castello Visconteo, munito tendendole in questo modo una trappola.
di una torre maestra detta dei Forni, luogo Lucia, raccomandata di non uscire per
carcerario; entrambi demoliti nei primi anni sfuggire ai pericoli, va a chiamare il frate del
dell'Ottocento, da cui si comprende bene convento di via Marsala, ma è rapita dal
quel “fiancheggiata allor...”. Nibbio e condotta al castellaccio
dell´Innominato.

Il Manzoni non descrive il percorso


effettuato dalla carrozza per allontanarsi da
Monza, preferendo piuttosto esprimere il
terrore, I'angoscia, lo stato d'animo di
Lucia, trovatasi in una situazione più
grande di lei. Ci pensa invece l'Abbiati il
quale in un articolo sostiene che “la carrozza
alla prima strada svolta a dritta; quindi alle
mura svolta verso San Biagio fino alla strada
per Lecco”.

Le ultime menzioni su Monza compaiono


verso la fine della vicenda, ai capitoli
La Monaca di Monza (1575–1650) XXXIII e XXXVII, entrambe riferite a
edicola votiva - particolare Renzo. Questi passa per Monza, dove
Villa Cappuccini via Marsala 44.
acquista due pani da un fornaio, pani che in
seguito offre a una donna milanese quindi
II resto dell'itinerario da Porta Nuova al
ripassa di notte per la nostra città, facendo
convento della monaca si può solo
ritorno al suo paese. Dalle pagine del
immaginare perché il Manzoni non ci dà
romanzo manzoniano ci appare quindi un
precisi riferimenti topografici; sappiamo
semplice ma efficace affresco della Monza
però che queste giungono alla fine al
del Seicento che ci permette di ripercorrere
monastero di S. Margherita, posto nel
le strade di allora, unendo la fantasia e la
quartiere chiamato Arena, dove appunto la
realtà.
Signora è maestra delle educande.
Purtroppo, alla fine del 2007, con
l´approvazione del Piano di governo del
Monza riappare nei Promessi Sposi nel breve
territorio (Pgt) l’Amministrazione
accenno che Manzoni dà della casa dell'Osio,
Comunale di centrodestra toglie il vincolo
contigua a quel lato del monastero dove ha
storico al convento dei Promessi Sposi,
il suo quartiere la Signora.
permettendo l´edificazione di due palazzi, di
Nel capitolo XX Manzoni ci descrive la via
quattro piani, nello storico giardino dei
che conduce al Convento dei Cappuccini,
Cappuccini.
ben diversa dall'attuale via Marsala. “Quella
164
Villa Torneamento

Villa Torneamento in una cartolina del 1914 a firma Ulderico Brambilla – Archivio Alfredo Viganò

In Via della Taccona 16 è situata la Carlo V, stilate per il territorio monzese tra
neoclassica Villa Torneamento. 1721 e 1722, appare un insieme di fabbricati
Il nome della deriva da quello del luogo in dal tracciato divergente, rispetto a quello
cui sorge, indicato nelle fonti d'archivio, dal dell'odierna villa, costruita solo più tardi
1535 in poi, come "torneamento", poiché i sull'area degli edifici preesistenti.
signori vicini vi s’incontrano per esercitarsi E’ tuttavia molto probabile che, pur non
nelle armi. conoscendo le modalità esecutive degli
In quella zona sorge una casa dei Della interventi, i vecchi stabili siano inglobati e
Croce, le cui prime notizie risalgono al 1429. progressivamente abbattuti per dar vita
Tuttavia, già a metà 1500 se ne perdono le all’attuale struttura architettonica.
tracce. Quasi certamente i lavori iniziano intorno al
Secondo alcuni testi, la villa attuale nasce 1740, più problematica la datazione del
nel ‘700 per volontà della famiglia. In progetto.
seguito l'edificio passa in proprietà prima ai Nel 1857 la villa passa alla famiglia
Croce, poi ai Bertoglio. Brambilla.
Più attendibile e documentata la recente Nel 1922 il Conte Ulderico Brambilla edifica
versione della studiosa Paola Venturelli il sepolcro di famiglia, spinto dal
nella monografia su villa Torneamento (La ritrovamento del corpo del figlio Carlo, nei
Villa Torneamento di Monza, Borghi, pressi di Cividale del Friuli, deceduto
Monza 1991) che esclude invece la presenza durante la 1° Guerra Mondiale.
dei Blondel e dei Bertoglio, indicando come Ai Brambilla si devono la costruzione del
committenti gli stessi Della Croce, che portichetto antistante alla facciata
realizzano il nuovo edificio, di grande principale della villa e altri interventi di
respiro architettonico, intorno alla metà del gusto eclettico, realizzati dall'architetto
'700. Sulla base dei documenti d'archivio, Giuseppe Balzaretti, quali la creazione delle
Venturelli nota che nelle mappe catastali di sale alla "turca" e alla "cinese", ancora
165
esistenti nel 1937, oggi scomparse. A questa torrette frontali, facendole sembrare più
fase risale anche il riadattamento dell'antico antiche mediante sbrecciature e stemmi
vestibolo in forme neogotiche, oggi araldici. La villa diventa proprietà della
percepibile solo nella volta ombrelliforme, Congregazione religiosa delle figlie del
affrescata a motivi architettonici. Divino Zelo nel 1951 che, con ingenti lavori
Nel 1935, su progetto del Balzaretti, si di ristrutturazione, adatta l'edificio a sede
realizza il giardino romantico. scolastica.

Villa Torneamento – lato est


Il Balzaretti nasce a Milano il 19 gennaio
1801, studia presso l'università di Pavia. Nei
numerosi viaggi all'estero s’interessa ai
giardini a vegetazione libera, detti Facciata di Villa Torneamento
all'inglese, che il gusto romantico diffonde in L’edificio, con pianta a U su tre piani e con
tutta Europa. Disegna il parco di Villa le ali laterali di altezza pari a quella del
d'Adda ad Arcore, quelli di Villa Serra a corpo centrale, è inserito in un ampio parco
Genova e altri a Lonigo, Vicenza, Piacenza, paesaggistico, cinto da mura merlate di
Reggio Emilia, Imola, Ferrara, Bellagio. gusto neomedievale.
Nella progettazione dei giardini, la sua La facciata d'ingresso conserva unitaria la
opera più nota è l'ampliamento dei giardini sua immagine settecentesca. E’
pubblici a Milano del 1856 con dirupi, caratterizzata da un volume centrale
laghetti, cascatelle, fontane, uccelliere e un sporgente, che si alza di un piano,
piccolo parco zoologico. concludendosi con una piccola terrazza
Nel 1853 progetta l’ampliamento del balaustrata.
palazzo Poldi Pezzoli a Milano. Al piano terra l'ingresso è segnalato da un
L'opera più lodata del Balzaretti è l'edificio portichetto a semicerchio, elemento
della Cassa di Risparmio di Milano. Muore a classicheggiante incoerente dal punto di
Milano il 30 aprile 1874. vista stilistico, quindi si tratta di una
probabile aggiunta successiva.
Il blocco centrale della villa è sobrio,
ritmato da cornici esterne che indicano il
limite tra i piani, da aperture incurvate e da
balconcini in ferro battuto. Le due ali si
congiungono all'edificio padronale
attraverso un gioco di riduzione delle
strutture architettoniche con piccole onde in
stile barocco.
A est un portale annuncia l'ingresso alla
I giardini del Balzaretti in Villa Torneamento cappella di famiglia, ora dismessa.
Nella prima metà del ‘900, il conte Ulderico Nel fronte posteriore della villa si ritrovano
Brambilla, morto nel 1936, fa cingere il le caratteristiche di quello principale, pur
complesso da mura merlate con quattro avendo perso l'immagine unitaria, perché un
166
edificio più basso vi si accosta proprio nel che celebrano il trionfo di Aureliano mentre
mezzo, impedendo la visione dell'intera sale al Campidoglio.
facciata dal giardino. Inoltre porte e finestre sono ornate, nei
profili, da quadrature, realizzate dal
Bonacina, che abbinano cornicioni
architettonici spezzati a tralci di fiori e
figure allegoriche.
Il programma iconografico comprende
episodi mitologici, da leggere
metaforicamente come esaltazione della
carriera politica dei committenti, nonché
esaltazione arcadica della vita di campagna.

Il Trionfo di Aureliano di Giambattista Gariboldi


Salone delle Danze - Villa Torneamento - 1749

E’ uno degli interventi cui la villa è Villa Torneamento – veduta aerea - 1952
sottoposta nella seconda metà del
Novecento, per adattarla alla nuova Di Giambattista Gariboldi, pittore “tra i più
destinazione d'uso, quella di sede scolastica. talentuosi esponenti del barocchetto
Un discorso simile vale anche per l'interno, lombardo”, non ci sono dati biografici
in gran parte controsoffittato e completi. Sappiamo che nasce a Monza ed è
intramezzato per creare aule. Solo pochi attivo tra il 1745 e il 1795. I suoi primi
ambienti tradiscono la magnificenza passata affreschi di valore si trovano a Cologno
della dimora: il vestibolo con volta a Monzese, nell’antica Pieve di San Giuliano,
ombrello decorato alla gotica, ora riadattato ove, tra il 1745 e il 1748, dipinge la Gloria di
a cappella delle suore, l'ex-chiesa della villa, San Giuliano, Sant’Ambrogio, i quattro
lo scalone monumentale a doppia rampa Evangelisti, Sant’Agostino San Gregorio, e
rettilinea, il magnifico salone da ballo. San Girolamo. Sono affreschi gradevoli ma
Questo salone è certamente l'ambiente più timidi e impacciati nella tecnica e nella
ricco e affascinante di villa Torneamento. costruzione delle figure.
Gode della miglior vista, sia verso la corte Nello stesso periodo è attivo al foppone di
d'ingresso, sia verso il parco posteriore. E’ a San Gregorio a Monza ed esegue gli affreschi
doppia altezza, percorso da due ballatoi di Villa Torneamento. Nel 1749 è presente
laterali per i musici, che congiungono, ancora a Monza con due pale nella chiesa dei
tramite porte, la parte sinistra e quella Santissimi Margherita e Maurizio.
destra dell'edificio. Nel 1753 restaura la chiesa di Santa Maria
E' privo degli arredi originali, ma conserva del Carrobiolo a Monza. Nel 1755 lavora
decorazioni pittoriche barocche di grande nella sacrestia grande nel Duomo di Monza,
bellezza: una medaglia affrescata al centro dove opera col quadraturista Eugenio Ricci.
del soffitto, due di grandi dimensioni, alle Nel 1756 restaura la chiesa, ora scomparsa
pareti realizzati da Giambattista Gariboldi, di San Michele di Monza, di cui si
conservano sedici affreschi custoditi nella

167
collezione del Museo e Tesoro del Duomo di
Monza. Tra il 1756 e il 1757 esegue gli
affreschi molto eleganti e ariosi, nel
presbiterio in Santa Maria in Strada di
Monza: l’Assunzione della Vergine e la gloria
di Sant’Agostino.
Nel 1766 esegue nel Duomo di Bergamo, due
ovali, ove rappresenta Sant’Alessandro che
resuscita un morto e il martirio del santo
medesimo.

Santa Cecilia – olio – Scuola lombarda


Villa Torneamento - sec. XVII

Nel 1779 lavora a Paderno Dugnano,


componendo la sua opera più riuscita: il
ciclo di affreschi della Cappella della Beata
Vergine della Consolazione detta “Il
Pilastrello”.

Villa Torneamento
mappa catastale di Carlo VI - 1722 ca.
Nel 1778 ritroviamo il Gariboldi nel
Santuario della Beata Vergine del Carmelo
di Montevecchia, dove dipinge raffinati e
luminosi affreschi, assai ben conservati, che Villa Torneamento – veduta aerea
rappresentano: la Natività, la Crocifissione,
La cinta muraria neomedievale, con quattro
l’Ultima Cena, la Caduta della manna, San
torri cilindriche, di foggia castellana,
Simone Stock, i profeti Elia e Eliseo, due
nasconde quasi del tutto la vista della villa
riquadri di San Giovanni Battista, un
dall'esterno, ha però il merito di uniformare
medaglione con putti nella sacrestia e infine
i fabbricati interni che vedono la presenza
un medaglione con Elia e i sacerdoti di Baal.
sia di rustici storici, sia di edifici più
Il canonico Giuseppe Maurizio Campini,
moderni, rispondenti alle esigenze
storico monzese del ‘700, elenca (Fondo
scolastiche.
M.S. della Biblioteca Ambrosiana) molti
Anche il giardino conserva tracce del
altri lavori perduti eseguiti in chiese
disegno originale. Unico decoro è un piccolo
monzesi, quali l’oratorio di San Giuseppe,
tempio classicheggiante, a pianta centrale,
San Martino, San Pietro Martire, San
sostenuto da impalcature, poiché in cattive
Gerardo, San Biagio e Santa Marta. Sono
condizioni statiche.
citate tele in Sant’Anastasia a Villasanta e
in San Bartolomeo a Brugherio.
168
Villa Pallavicini Barbò

Villa Pallavicini Barbò - Viale Lombardia 180

In Viale Lombardia 180 si trova la Villa Pallavicini Barbò, nella quale ha sede il Collegio della
Guastalla.
Nel corso dei secoli, il terreno sul quale sorge la villa
è di proprietà delle nobili famiglie Calchi e
Pallavicini. Sui medesimi appezzamenti sorgono
diverse cascine rurali abitate da contadini, dediti alla
pastorizia e all’agricoltura.
Per comprendere il legame tra la Villa Pallavicini
Barbò e il Collegio Guastalla si deve risalire al ‘500.

Lodovica Torelli, nasce il 26 settembre 1500 dal


Conte di Guastalla, Achille Torelli e da Veronica
Pallavicino, figlia del Marchese Pallavicino
Pallavicini, la cui famiglia, originaria di Busseto,
possiede, in collaborazione con la Chiesa, molti
poderi intorno a San Fruttuoso.
La Torelli, rimasta vedova per due volte, ha una
brusca ma solida conversione al cristianesimo, grazie
alla frequentazione di Battista da Crema, ispiratore
Ritratto di Ludovica Torelli – Anonimo – sec. XVI della nascita dei Barnabiti, uomo di notevole
spessore morale, in odore di eresia. In seguito
169
all’amicizia con Sant’Antonio Maria Zaccaria, fondatore dei barnabiti, nel 1530, la Torelli si
trasferisce a Milano, dopo la vendita del feudo di Guastalla a Ferrante I Gonzaga.
Il 1° novembre 1557, tra l’Università Statale e
l’Ospedale Generale di Milano, è inaugurato
ufficialmente il Collegio Guastalla, la cui
vicenda, tuttavia, inizia almeno venti anni
prima. La finalità dell’istituzione è offrire
gratuitamente una sana educazione culturale e
morale alle giovani povere ed emarginate
(prostitute, ragazze – madri, ladruncole, ecc.).
Al compimento dei diciotto anni, la contessa
regala giovani una dote affinché possano
sposarsi.
Nel 1937 il Comune di Milano decide l'esproprio
della proprietà (oggi Giardini Guastalla) e il I Giardini Guastalla a Milano, nel ‘500 sede del Collegio
collegio trova sede a Monza, nella villa
Pallavicini Barbò, grazie anche ai contatti avuti tra i rappresentanti del Collegio e discendenti
della Torelli, la cui madre apparteneva alla famiglia Pallavicini.

Il complesso nasce nel 1815 per volontà


della contessa Pallavicini Barbò, come villa
patrizia personale. L’imponente fabbricato
non è ultimato, poiché la contessa alterna
momenti di grande euforia e splendore
economico, ad altri in cui si fa cupa o versa
in disgrazie finanziarie. Nel corso degli anni
conosce utilizzi differenti.

La villa di delizie rispecchia le maestose


linee architettoniche dello stile neoclassico.
L'imponente costruzione si erge magnifica
per l'eleganza dell'architettura, ricordando
in parte la pianta delle classiche ville
romane con un corpo centrale e due ali che
si dipartono ad angolo retto e due facciate,
la più maestosa è quella che dà sui giardini.

La costruzione si presenta come un


massiccio corpo a U cui si accede
percorrendo un lungo viale d'ingresso, le ali
laterali simmetriche, più basse del corpo
centrale, si protendono presso il viale e
mappa catasto del 1857: creano una corte quadrata.
in alto il Castello del Torneamento
in basso la Villa Pallavicini Barbò L'atrio d'ingresso e gli ambienti a esso
adiacenti, ovvero il salone d'onore a pianta centrale e alcune sale di rappresentanza a piano terra
in prevalenza con soffitti a volta a schifo, sono gli unici ad essersi mantenuti integri, per il resto
170
quasi tutto l'edificio è stravolto
nell'aspetto e nella spazialità
per le mutate esigenze
funzionali, soprattutto nei piani
superiori. L'ultimo piano del
corpo centrale è stato edificato
ex-novo nel 1939.

La copertura è a falde con


manto a coppi in laterizio.
Al suo massiccio corpo a U si
accede percorrendo un lungo
viale d'ingresso, ai cui lati
s’intravedono, sparsi nel verde,
corpi di fabbrica più moderni, Il salone d'onore a pianta centrale
aggiunti al fine di adeguare
funzionalmente l'edificio alla nuova destinazione scolastica.
Le ali laterali simmetriche si protendono verso il viale d'ingresso, creando una corte pressoché
quadrata.
La facciata è semplice e sobria, tre frontoni triangolari coronano il blocco centrale padronale e le
due ali, più basse.
La parte mediana del fronte, con rivestimento a intonaco trattato a bugnato liscio, spicca poiché
sporge leggermente.
A piano terra, preceduto da una breve scalinata, un portico su pilastri introduce a un atrio di
grande eleganza.
Quest'ultimo e gli ambienti a esso adiacenti, ovvero il salone d'onore a pianta centrale e alcune
sale di rappresentanza a
piano terra, in prevalenza
con soffitto a volta a schifo,
sono gli unici ad aver
mantenuto forme antiche.
In tutti gli altri locali, la
spazialità originaria è
andata perduta,
soprattutto nelle ali e nei
piani superiori del blocco
centrale, dove si sono
ricavate aule scolastiche.
Nel complesso si trova la
piccola palazzina
dell'antica portineria. La
villetta è l’originaria
abitazione dell'assistente -
economo della contessa.
Volta a schifo – Foto Adele Semioli - 2009

171
Nell'ala sud del gruppo
centrale è situata la scuola
materna, in quella a nord
le scuole medie e la chiesa.
Nel mezzo dell'ala sud,
verso il cortile d'onore, si
apre l'atrio e da qui si
accede alla segreteria, alle
sale d'aspetto, al corridoio
che conduce all'ala
principale dove hanno sede
la direzione, la sala del
consiglio e l'ampio salone
d'onore.
Nell'ala nord vi è il teatro,
che ha un'altezza di 7
Il lato posteriore della Villa si affaccia sul giardino – foto Roberto Bresil (2009)
metri, può contenere 300
persone ed è dotato di camerini, di servizi e di un proiettore cinematografico.
Ai piani superiori sono situati i licei, i laboratori, la biblioteca e le sale professori.

Un parco romantico, con una


superficie complessiva di oltre
43.000 metri quadri e dotato di
pregiate piante secolari, conserva
all'incirca la forma originale,
persa solo in alcuni settori per
interventi moderni, ad esempio
per la costruzione di una palestra
seminterrata.

Attorno alla metà degli anni ‘30,


espropriato per esigenze
urbanistiche dalla sede storica,
l'antico Collegio della Guastalla
vi si trasferisce, dopo aver
investito parecchio denaro per
interventi di modifica e di
il Giardino sul retro
restauro.
Quando il Collegio della Guastalla rileva Villa Pallavicini Barbò, questa si trova in condizioni
disastrose, giacché adibita a cascina ed è anche priva dell'ala nord che, pur se progettata, non si
sa se sia stata mai costruita oppure se sia crollata.
Nel 1939 il corpo di fabbrica è sopraelevato di un piano, mantenendo i tratti essenziali
dell'architettura neoclassica.
Le mura di cinta hanno uno sviluppo complessivo di oltre un chilometro.
La sola cancellata verso viale Lombardia è lunga 110 metri.

172
La chiesa, situata nell'ala nord,
ha una capacità di circa 150
fedeli: a lato dell'altare vi è il
coro ligneo con l'organo;
lateralmente, la piccola
sagrestia.
Il tabernacolo in oro è l’ultima
opera del grande architetto
Luigi Cagnola (1762 – 1833),
già progettista dell’Arco della
Pace di Milano e della Rotonda
di Inverigo.
Nell'interno sono stati
trasportati l'altare e le altre
strutture di marmo esistenti
nella Cappella di via Guastalla,
La chiesa col coro ligneo del ‘500, il tabernacolo d’oro oltre alla tomba della contessa
(ultima opera del Cagnola), la tomba della Torelli e l’organo
Torelli.

Dell’originaria sede di Milano, l’edificio


conserva: alcuni arredamenti, la
pinacoteca, l’archivio storico, l’intera
cappella, molte testimonianze storico-
artistiche di arte sacra, le carte di
fondazione, il sigillo di Filippo II. V’è
poi il manoscritto di Napoleone I che
confisca i beni alla Chiesa di Monza
dopo la sua venuta in Italia.

Tra i dipinti di maggior valore


del Collegio vi sono: le tele
Generazione di Marco
Cirnigliaro, pittore
contemporaneo e
L’incoronazione di spine di
Giovanni da Montecremasco,
allievo di Tiziano, amico
dell’Arcimboldi, già autore di
numerose vetrate del Duomo di
Milano, degli affreschi di
Il prospetto principale dopo i lavori - 1939 Palazzo Marino e delle ante
dell'organo della chiesa di S.
Nazaro, Negli ultimi anni trascorsi a Milano, il pittore dipinge l'Incoronazione di spine.

173
Il quadro, benché collocato in una posizione assai infelice nella villa, presenta un gruppo serrato
di figure in scorcio che si stagliano su fondo scuro, con un’interessante ricerca sugli effetti
luministici provocati dalla luce artificiale. L’artista riesce in modo straordinario a evidenziare la
reale forza di Gesù in un momento di sofferenza e la concreta debolezza dei suoi torturatori col
viso mortificato dalla luce della lampada.

L’incoronazione di spine di Giovanni da Montecremasco

174
CAPITOLO 8°

UOMINI
E
ASSOCIAZIONI

175
Uomini di Sport, Cinema, Musica e Scienza
Nel corso del tempo anche San Fruttuoso, come tutti i paesi, ha
avuto alcune persone che si sono distinte particolarmente in qualche
ambito dell’attività umana.
Nello sport ricordiamo Candido Beretta (9 dicembre 1941 – 30
dicembre 2003). Calciatore di buon livello, a 17 anni gioca in Serie B
nelle file del Como. E’ tra i convocati per l’Olimpiade di Roma del
1960, ma non compare nella lista definitiva dei 22 che vi
partecipano. Nel 1961 gioca nell’Udinese, nel 1963 è a Padova, nel
1965 a Brescia e nel 1966 a Venezia.
Debutta in Serie A il 27 agosto 1961 in Udinese – Roma 1-3.

Candido Beretta e Omar Sivori (1965) Campionato Squadra Classifica Serie Presenze Reti
Lavora come dipendente del Comune di Udine e allena
1960-1961 Como 11° B 24 -
squadre giovanili.
Persona schietta e generosa, dal carattere dinamico e 1961-1962 Udinese 18° A 24 2
grintoso, la cui vita è spezzata dal tragico incidente che nel 1962-1963 Udinese 14° B 37 1
2000 strappa alla vita l’unica figlia, Alessandra. 1963-1964 Padova 4° B 30 1
Da quel colpo non riesce a riprendersi. Muore d’infarto 1964-1965 Padova 6° B 35 -
all'età di 62 anni vicino allo Stadio Friuli di Udine.
1965-1966 Brescia 9° A 33 -
1966-1967 Venezia 17° A 26 1
1967-1968 Venezia 18° B 28 -
1968-1969 Venezia 11° C 19 3
Totale 256 8

Altri calciatori di buon livello di San Fruttuoso sono stati:


Emilio Pessina (26 settembre 1962), centravanti di manovra
nel Monza in Serie B e in serie C (Forlì, Fanfulla, Pro Patria e
Prato), veste la maglia della Nazionale Under 21 di Serie C in
diverse occasioni; Antonio Capon, centrocampista di Serie C e
D nel Derthona; Giuseppe Pozzi, terzino in Serie D nel
Sondrio.
Nell’Atletica Leggera si sono distinti Giovanni Pessina (26
febbraio 1960), sesto ai Campionati italiano sui 400 mt. a
Rieti (1980), 7° ai Campionati Europei Juniores a Bydgoszcz
(Polonia) e Sergio Valtorta (22 agosto 1982) che vanta un
47.73 sui 400 realizzato nel 2003.

Emilio Pessina (1982)

Nelle bocce ricordiamo Carlo Villa (1938), già fondatore


e vera anima dell’Associazione Sportiva San Fruttuoso,
campione italiano nel 1984 a Pesaro.

Nel rugby si distingue Walter Galbiati, pilone del CUS


Milano in Serie A.

Carlo Villa (Campione d’Italia – 1984)


176
Nella musica, un degno rappresentante di San Fruttuoso è Renato Beretta (1956).

Sacerdote, frate minore francescano, si forma con i maestri Rossi Oldrati e Nicolini. Si perfeziona con A.
Ephrikian e M. Radulescu. Frequenta il corso di musicologia presso l'Università di Pavia.

Svolge attività concertistica come cembalista solista e come membro in


formazioni cameristiche. Come direttore d'orchestra collabora con diverse
formazioni orchestrali: Orchestra "Baroqu'Ensemble" di Milano; Orchestra
"Benedetto Marcello" di Venezia; "Collegium Ducale" di Venezia;
Orchestra sinfonica "Carlo Coccia" di Novara.
Dal 1981 al 2001 è direttore del Coro "Laudate" di Busto Arsizio.

Collabora con la Polifonica Benedetto Marcello di Venezia.

Renato Beretta

Nel 1994 ad Assisi nella Basilica di S. Francesco in


occasione del premio internazionale dell'ecologia dirige il
"Requiem in Do min." e la "Sinfonia in Re magg." di L.
Cherubini. Riscuote ovunque consensi di critica e
pubblico.
Fra le sue incisioni spiccano la Sinfonia "Lobgesang" di
Mendelssohn, musiche inedite di F. A. Vallotti, la
"Passione di Cristo secondo S. Marco" di Perosi, "Arie
senza parole", versione orchestrale di antiche arie
italiane, "Concerti per organo e orchestra del '900
europeo" con l'Orchestra Sinfonica "Coccia" e l'organista
Sergio Paolini. Renato Beretta

Nel dicembre 1998 ottiene un notevole


riconoscimento dal Sindaco di Venezia per i dieci
anni di attività con l'Orchestra e la Polifonica
"Benedetto Marcello" nella città della
Serenissima.

Renato Beretta

177
Ricordiamo Giampiero Albertini per le sue doti di attore.
Nasce il 20 dicembre 1927 in una modesta famiglia.
Frequenta l'Accademia d'Arte di Brera e sogno di diventare scultore.
Dopo la deportazione in Germania durante la 2° guerra mondiale (vedi capitolo sulla 2° guerra mondiale),
frequenta la Scuola del Piccolo Teatro di Milano e si diploma all'Accademia dei Filodrammatici di Milano,
tuttavia per otto anni lavora in una fabbrica di materie plastiche.

Al Piccolo Teatro di Milano recita nel Giulio Cesare di


Shakespeare con Arnoldo Foà, Tino Carraro, Romolo Valli
per la regia di Giorgio Strehler e in Processo a Gesù di
Diego Fabbri con Tino Carraro e Valentina Fortunato.
Nel 1953 lavora in teatro con la Compagnia dei Quattro e
con lo Stabile di Bolzano, dove conosce la moglie, Lucia
Romanoni, dalla quale ha tre figli.
Dieci anni dopo abbandona il palcoscenico per dedicarsi al
cinema e alla televisione.

Lavora in molti sceneggiati e film per la TV e che lo


impongono come uno dei più attivi protagonisti del piccolo
Albertini è Ludovico il Moro in “Leonardo” – (1972) schermo. Tra questi ricordiamo “Nero Wolfe” (1971), “A
come Andromeda” (1972), “Vita di Leonardo” (1972),
“Sotto il placido Don” (1974), L’Affare Stavisky (1979), “Verd i” (1982), “Piccolo mondo antico” (1983),
“La piovra 3” (1987) “I promessi sposi” (1989).

Si presta a qualche spot pubblicitario e ottiene ottimi


risultati come doppiatore (è la voce di Peter Falk nella
serie del Tenente Colombo.)

Albertini con Peter Falk (il tenente Colombo)

Si dedica al cinema come attore e recita in film di notevole


valore artistico come: “La marcia su Roma” (1962) di Dino
Risi, “I compagni” (1963 – candidato a due Oscar), di Mario
Monicelli “La vita Agra” (1963) di Carlo Lizzani,
“Queimada” (1969) di Gillo Pontecorvo, “Uomini Contro”
(1970) di Francesco Rosi, “Nina” (1979) di Vincente Minelli.

Partecipa ad alcune pellicole di grande successo


commerciale: “Sette uomini d’oro” (1965), “Padre di
famiglia” (1967), Italian Secret Service (1968), “E’ tornato
La locandina de “I Compagni” di Monicelli – (1963) Sabata … hai chiuso un’altra volta” (1971), “Zorro” (1975) e
a una serie notevole di “poliziotteschi”: Roma a mano
armata, La polizia indaga siamo tutti sospettati, Ritornano quelli della calibro 38, Sette ore di violenza per
una soluzione imprevista, La gang dell’anno santo, La gang del parigino, ecc.
Muore a Roma nella sua abitazione di Monte Mario il 14 maggio del 1991.
178
Nell’ambito sociale e politico si distingue Alfonso Marelli.
Nasce nel 1882 da una modesta famiglia. Primo di otto
figli, nel 1893 termina gli studi dopo la 3° elementare. Dal
1896 è dipendente in aziende tessili monzesi: Meregalli,
Tagliabue, Pastori & Casanova.
I giovani, insieme agli operai e ai contadini, sono l’oggetto
per la sua realizzazione della fede in Cristo. Collabora con
gli oratori di San Biagio, San Fruttuoso, San Rocco e
Duomo.
Promuove giornalini giovanili, circoli di poesia, compagnie
teatrali, cori polifonici, gruppi musicali, società sportive.
Per seguire i vari gruppi giovanili, percorre a piedi anche
40 km al giorno.

Alfonso Marelli

Il 28 luglio 1916, Marelli parte per la 1° Guerra Mondiale. Passa


ventotto mesi in Grecia e Macedonia, tra Salonicco e Banitsa, in un
ospedale da campo dove è aiutante medico. Lavora al pronto
soccorso e in sala operatoria. Nel tempo libero insegna a scrivere e
a leggere ai suoi compagni. Annota avvenimenti, emozioni, e
riflessioni in uno splendido Diario di Guerra Il 24 gennaio 1919
rientra in Italia. Nel nostro paese lascia una traccia indelebile. E’
l’ideatore e il fondatore della Banda Musicale, del Circolo Uomini Libretto personale del Regio Esercito
Cattolici, della Corale Polifonica, della Filodrammatica maschile,
della Società Ginnica dell’Oratorio. Della Filodrammatica Maschile e del Circolo Uomini Cattolici è anche
presidente. L’11 febbraio 1919 s’iscrive al Partito Popolare Italiano, fondando la sezione monzese.
Dal 1914 Marelli collabora nella
Lega Cattolica per il Lavoro con
Achille Grandi (1883-1946.)
Marelli aderisce alla posizione di
Grandi che prevede un dialogo
proficuo tra mondo sindacale
cattolico e quello della sinistra e un
deciso confronto col mondo
imprenditoriale.
In Brianza, nell’aprile 1919, i
lavoratori occupano moltissime
aziende tessili, reclamando
sacrosanti diritti per migliorare la
loro situazione lavorativa.
Assemblea Generale della Lega Cattolica del Lavoro di Monza La Pastori & Casanova risolve il
problema grazie alla mediazione di
179
Marelli, che riesce ad ottenere quanto desiderano gli
operai, dando prova al padronato che, migliori condizioni
di lavoro, consentiranno all’azienda degli utili più alti.
Eletto Consigliere Comunale, si dimostra capace di
mantenere una linea politica di buon senso e di
concretezza. Porta la linea elettrica 220 volt a S. Rocco.
Si occupa di ristrutturare le sedi delle associazioni
caritative, operaie, contadine, educative, culturali.
Propone l’abolizione, per i contadini, della tassa sul
bestiame, in quanto “forza lavoro”.
L’ultima apparizione in Consiglio e del 7 agosto 1923,
Invito al Ricevimento del Principe Umberto quando la giunta del Sindaco Mascheroni è costretta a
di Savoia presso l’Arengario 1923 dimettersi per le violenze dei fascisti.
A Monza nelle elezioni politiche del 6 aprile 1924, il
Listone, gestito dai fascisti, ottiene solo il 18% dei voti. Mussolini 5460 preferenze, contro le 9970 di Achille
Grandi. A San Fruttuoso i fascisti ottengono solo il 13%. La propaganda antifascista di Marelli dà ottimi
risultati.
A seguito della disfatta elettorale del 1924 a
Monza, Mussolini detta un manifesto che
compare in tutta la città: ” Fascisti! Non
dobbiamo più picchiare, ma compiangere. Bisogno
colpire in alto, colpire i capi, i responsabili della
rovina del nostro paese. Fascisti! Se incontrate
Riboldi, Reina, Marelli, Grandi picchiateli senza
misericordia. Dobbiamo liberare Monza e L’Italia
da questo lurido marciume che la infesta”.

25 anni della Filodrammatica di S. Fruttuoso - Marelli al centro

San Fruttuoso subisce la violenza di 400 squadristi


motorizzati. Sono incendiati e distrutti il Circolo Uomini
Cattolici, il Teatrino della Filodrammatica, la sede della
Società Sportiva, tutti gli strumenti della Banda Musicale, i
luoghi di riunione dei cattolici e dei socialisti. Dilagano
I fondatori del Circolo Uomini Cattolici pestaggi a pioggia. Marelli si salva.
al centro Alfonso Marelli
Dopo le violenze fasciste, Marelli si dedica completamente
all’Azione Cattolica, per mantenere vivo l’associazionismo religioso.
Il 24 aprile 1931, colto da infarto, muore. Ai funerali in Duomo partecipano migliaia di persone.

In ambito scientifico citiamo Carlo Leopoldo Rovida (1844-1877), primario del comparto medico maschile
dal 1872 e al 1874 dell’Ospedale Maggiore di Milano. Nel 1866, dopo la laurea a Pavia, si arruola volontario
nell’armata di Garibaldi, partecipando alla campagna nel Trentino. L’ambito di ricerca medica prediletto
sono le malattie renali. Elabora la sua teoria sui cilindri urinari (1865–1870) che ha conferma tra il 1956 e il
1962 dalla sperimentazione del medico neozelandese E. Mc Queen. Si sposa con Carolina Nova (1848-1933) e
abita in via Lamarmora a San Fruttuoso. Ha tre figli: Augusto (1868-1920), Camillo (1871-?) e Maria Carla
(1873-?).

180
Un altro personaggio degno di nota è Giuseppe Ramazzotti (1898-1986), scrittore, biologo, ingegnere
meccanico e cognato di Dino Buzzati.

Fondatore della RAM (Radio Apparecchi Milano - sua la


gloriosa Radio – RAM del 1926 – tra i primi a introdurre
la radio in Italia), per passione studia le pipe e
tardigradi.

Nel 1946 scrive con Dino Buzzati “Il libro delle pipe”.

Giuseppe Ramazzotti

Copertina de “Il Libro delle Pipe di Ramazzotti e Buzzati

Ramazzotti si può considerare uno dei principali


studiosi a livello mondiale di tardigradi, minuscoli
invertebrati, noti per la loro straordinaria capacità di
sopravvivere in condizioni avverse (pressione estrema,
radiazioni, temperatura, capacità di digiunare per
anni).

E’ sua la più importante monografia in italiano


sull’argomento: “Il Philum Tardigrada” (Istituto
Italiano di Idrobiologia – 1962 – 1984), utilizzata
tuttora dalla comunità scientifica internazionale.
Ramazzotti nel suo studio

Abita in una villa su Viale Lombardia a San Fruttuoso.

181
I Circoli e le Cooperative
Anche San Fruttuoso ha il suo dopoguerra segnato, oltre che da un forte desiderio di ricostruzione, anche da
lotte politiche di grande vitalità ideologica e morale, ma più vicine a quella sana competizione alla “Don
Camillo e Peppone”, che non alla litigiosità pregiudiziale dei potenti.
In paese, cattolici, comunisti e socialisti si contendono il consenso dei cittadini.
Ognuna di queste tre forze realizza o reca nuovo impulso al circolo che lo rappresenta a San Fruttuoso.
I cattolici hanno il loro circolo in Via Risorgimento 21, denominato Circolo Uomini Cattolici (CUC), oggi
Circolo Sociale Ricreativo San Fruttuoso, con sede legale in Via Tito Speri 12, ma l’entrata è ancora su Via
Risorgimento.
I socialisti hanno il loro circolo in Via Risorgimento 16/A, denominato Circolo Socialista Speranza.
I comunisti hanno il loro circolo in Viale Lombardia 210, denominato Casa del Popolo.
Circolo Socialista Speranza
Nel 1946 Luigi Marelli, Edoardo Gaiani, Piero Ventura, Martino Sala, Pietro Cazzaniga e Giuseppe Duranti
fondano il Circolo Socialista Speranza.
La prima sede si trova all'inizio di Via Risorgimento, nel
giardino di Villa Scotti, (Scotti era un Ammiraglio della
Regia Marina Italiana).
Nello stesso anno nasce all'interno del Circolo il Gruppo
Escursionistico Speranza (GES) per gli amanti della
montagna e dello sport.
Nel 1948 il Circolo si sposta al n. 11 di Via
Risorgimento, sempre nel giardino di Villa Scotti.
Il primo gerente è Pietro Gelosa, padre del futuro
missionario Don Bruno.

La prima sede del Circolo Socialista Speranza (1946)

Il Circolo ingloba la Società Bocciofila Libertà,


fondata nel giugno del ’45. Nel 1949 il gruppo G.E.S.
vince la Monza - Resegone con Giuseppe Pozzi, Ugo
Ravasi, Armando Facchinetti e Dante Madella. Nel
1953 iniziano i lavori per la costruzione dell'attuale
sede, inaugurata nel 1954, dedicata a Francesco Nava,
antifascista.
Volontari costruiscono l’attuale sede del Circolo (1953)

Alla fine degli anni ’60 la GES affitta il campo di


calcio della Singer e si trasferisce in via Solferino.

Nel 1981 nasce la Cooperativa Edificatrice La


Bovatese. Suoi presidenti sono stati: Luigi Marelli,
Edoardo Gaiani, Attilio Civati, Giuseppe Duranti,
Felice Mariani, Raffaele Agostoni, Sergio Gaiani,
La sede attuale del Circolo – Via Risorgimento 16
Attilio Marelli, Michele Lojodice, Renato Bossi.

182
Casa del popolo e Società Cooperativa Edificatrice San Fruttuoso
Il 10 dicembre 1946, davanti al notaio
Angelo Rimoldi nasce la Cooperativa
Edificatrice San Fruttuoso s.r.l.
I soci fondatori sono: Paolo Confalonieri
(meccanico), Mario Ravasi (cappellaio),
Ugo Pessina (impiegato), Giovanni
Stucchi (chimico), Paolo Pessina
(fattorino), Arturo Alzati (elettricista),
Achille Longoni (animista), Bruno Figini
(impiegato), Carlo Resnati (meccanico),
Anacleto Rovelli (manovale), Emilio
Bianchi fonditore), Luigi Contessi
(elettricista), Aldo Pessina (tornitore),
Mario Pessina (fattorino), Angelo
Casa del Popolo – inizio anni ‘50 Confalonieri (calandraio), Gaetano
Duranti falegname), Carlo Ronchi
(capomastro), Zaccaria Duranti (operaio).
Per diventare soci è necessario versare una quota di 100 lire. Essendo i soci fondatori diciassette, il capitale
iniziale è di 1.700 lire. Costituita legalmente la Cooperativa, il neo eletto consiglio individua il luogo su cui
far sorgere la sede, acquistando un terreno da Gaetano Scotti. L'impegno disinteressato e gratuito dei soci è
decisivo per la realizzazione dell’edificio.
Nell'estate del 1948 la Casa del Popolo è inaugurata, alla
presenza dell'avvocato Buzzelli, noto comunista. La
sede è intitolata a Luigi Ferrari, morto nel lager nazista
di Gusen II il 12 marzo 1945.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, una cellula del
Partito Comunista è attiva in Via Lamarmora, nella
casa della sig.ra Rovida.
A oggi la Cooperativa ha costruito quattro complessi
residenziali:
via Guerrazzi 55 (1983): 56 appartamenti
via Po 5 (1986): 28 appartamenti
via Sorteni 5 (1990): 25 appartamenti
Edificio di Via Sorteni 5 (1990) via Fiore Martelli 1 (1994): 25 appartamenti

Esterno della Casa del Popolo – anni ’50 V.le Lombardia 220

183
Circolo Uomini Cattolici e Cooperativa Edificatrice Cattolica S. Fruttuoso
Nel settembre 1903, con l'adesione di
180 soci e con uno stretto legame con
l'Azione Cattolica, nasce il Circolo
Uomini Cattolici (CUC) con sede in
Via Risorgimento. Lo costituiscono
Alfonso Marelli, il parroco don Luigi
Mariani e il coadiutore don Erasmo
Valenti. Nei locali del CUC trova
posto anche l'ufficio della Società di
Mutuo Soccorso, voluta da
Alessandro Pennati e Edoardo
Viganò e gestita da Vincenzo Pozzi.
Le finalità della Società sono la
difesa dei diritti dei lavoratori e il
reciproco aiuto tra contadini,
artigiani e operai di San Fruttuoso.
La sede del CUC – (1982)

Anche il Corpo Bandistico, la Filodrammatica, la


Corale Santa Cecilia, la Cooperativa Alimentare e
di Consumo, la Biblioteca trovano la loro
sistemazione presso l’edificio del CUC.
Nel corso di più di un secolo di storia a presiederlo
si succedono: Paolo Piazza, Paolo Brambilla,
Angelo Pessina, Giuseppe Agostoni, Silvio Pagani,
Alessandro Cassanmagnago, Ernesto Pessina,
Ambrogio Caprotti, Walter Galbiati.
Da ricordare fra i gerenti: Angelo Caprotti,
Federico Brambilla ed Elia Tremolada.

Inaugurazione della nuova sede (1956)

Il bancone nella prima sede del CUC (anni ‘30)


Gioco delle Bocce al CUC – anni ‘50

184
La Cooperativa Edificatrice Cattolica San Fruttuoso nasce il 18 aprile 1915 col nome di Casa del Popolo
Cascine Bovati. A seguito della fusione con la Cooperativa La Nostra Casa, avvenuta nel 1956, prende
l’attuale denominazione.
La sede iniziale si trova in Via Risorgimento 22. In seguito la sede si sposta in Via Risorgimento20, in Via
Ugo Bassi 15 e infine in Via Tito Speri 12.
Alla presidenza della Cooperativa si susseguono:
Giuseppe Alberti, Giosuè Barzaghi, Luigi Colombo,
Angelo Longoni, Giulio Pessina, Alessandro
Cassanmagnago, Ambrogio Caprotti, Gianfranco
Pessina.

La Cooperativa Edificatrice Cattolica realizza i


seguenti complessi residenziali:
via Risorgimento 20 (1956): 18 appartamenti e la
nuova sede del CUC;
via Risorgimento 22 (1958): 18 appartamenti, 2 negozi
e 3 appartamenti nella vecchia sede dl CUC;
Via Ugo Bassi 15 e 17 (1963 - 67): 63 appartamenti e 3
negozi;
via Risorgimento 14 (1968): 25 appartamenti;
Via Risorgimento 14 (1971) 6 appartamenti, 3 negozi e
l’Ufficio Postale;
Atto costitutivo della Cooperativa (1915) Via De Gasperi 20 (1973): 20 appartamenti;
Via Piemonte 30 (1979): 12 appartamenti;
Via Ticino (1982 - 85) 28 appartamenti;
Via San Fruttuoso 7 (1986) recupero conservativo della corte: 22 appartamenti;
Via Monviso (1990): 18 villette a schiera.
Per un totale di circa 250 abitazioni e una decina di negozi.

da sinistra: Franco Pessina, Carlo Pessina, Angelo Motta, Ruffini, Anglo Longoni, Giancarlo Matteucci,
Ambrogio Caprotti, Peppino Trezzi, il Ministro Granelli, Gianfranco Pessina, Lino Spinelli,
Valcamonica, Alessandro Cassanmagnago, Gerolamo Caprotti, Alfonso Marelli

185
Il cantiere edile nella Curt di Figìtt di Via Risprgimento 14

All’interno del mondo cattolico, particolare attenzione è rivolta alla Cooperativa Alimentare e di Consumo
San Fruttuoso. Costituitasi il 13 agosto 1925, termina l’attività il 31 dicembre 1956.
Il suo presidente è Angelo Pessina.
Nata per incrementare la distribuzione di prodotti dell'agricoltura, ha in Alessandro Novati (detto Guerèn)
il suo primo gestore, lo segue Giovanni Villa (1885-1956), padre di Pompeo.
Nel 1956 la cooperativa si trasforma in salumeria ed è gestita da Luigi Sironi e dalla moglie Anna.
A metà degli anni '60, l'attività è rilevata da Mario Barbaglio (1917-1995) e dalla moglie, che continua la
gestione col figlio Giovanni fino al 2000.

Commemorazione dei defunti per i 50 anni della Cooperativa

186
Associazioni sociali, culturali, sportive e ricreative
ACLI
Le ACLI, (Associazione Cristiana Lavoratori Italiani) a livello nazionale nascono nel 1944: fondatore e
primo presidente è Achille Grandi. Lo scopo è dare un'identità precisa ai lavoratori cristiani affinché
difendano i loro diritti, partendo dalla Dottrina Sociale della Chiesa che, in quel momento, si pronuncia con
l'enciclica Rerum Novarum, del 1891 di papa Leone XIII.
A San Fruttuoso le ACLI si costituiscono nel 1947: Mario Ravelli è il primo Presidente e Don Giovanni
Colombo il primo Assistente. La sede è in via Risorgimento 22 presso i locali della Cooperativa Edificatrice
Cattolica.
Il momento storico si caratterizza per le forti appartenenze ideologiche che disorientano la classe operaia.
La preoccupazione delle ACLI è far maturare i propri iscritti nella consapevolezza dei valori positivi del
lavoro come strumento di affermazione della dignità e creatività della persona.
Frequenti sono gli incontri formativi presso la Sede. Gli iscritti si trovano ogni mercoledì sera con la
presenza dell'Assistente che indirizza e spesso propone l'argomento dell'incontro.
La formazione Aclista è uno degli obiettivi principali dell'associazione, che si prefigge anche un'attenzione
particolare ai bisogni emergenti nel quartiere.
In quel periodo, le ACLI sono una palestra che forgia uomini di grossa tempra che s’inseriscono in campo
politico e sindacale e che, per la tutela dei lavoratori, sanno essere punti di riferimento in diversi ambiti.
Gli iscritti superano le 130 unità, oltre agli amici e ai simpatizzanti. Ciò consente una presenza attiva e
partecipata nel quartiere. A Mario Ravelli seguono come presidenti, Roberto Rosa, Franco Fossati, Aldo
Sala, Natale Scuratti, Emilia Citterio fino a Pierluigi Camesasca tuttora in carica.
Dopo Don Giovanni Colombo, gli assistenti sono Don Carlo Peloia e Don Paolo Colombo. L'impegno
primario di formazione e servizio ai lavoratori è condotto con entusiasmo e dedizione.
Dai verbali rileviamo molti convegni e dibattiti su argomenti socio-politici (nuovo Piano Regolatore, legge
167 per l'edilizia economica e popolare, problemi di viabilità nel quartiere, ampliamento della Scuola
Alfieri, necessità di asili-nido) e religiosi (enciclica sociale di Giovanni XXIII Mater et Magistra, ecc).
Il servizio Patronato – ACLI, qualificato e conosciuto, offre assistenza gratuita a tutti, senza distinzione
d’appartenenza politica o religiosa, nel disbrigo di pratiche assistenziali: pensioni, infortuni, marche
assicurative, malattia, rapporti coi datori di lavoro e altro. Si organizzano Corsi di Formazione in loco: noto
quello di cultura generale (storia – geografia –aritmetica – geometria - economia domestica - puericultura)
tenuto nel 1961 per complessive 120 ore serali, rivolto alle donne e, più tardi, nel 1969, un percorso
formativo di 6 incontri sul tema "I valori di fondo da realizzare nella società del benessere". Negli anni ’70,
quando il quartiere consolida il massiccio insediamento di ceti popolari provenienti dal Sud, le ACLI
realizzano a San Fruttuoso un corso biennale di alfabetizzazione che conduce 15 persone all'inserimento
scolastico regolare a partire dalla 3° elementare.
Il momento storico particolare che attraversa il Paese non lascia indifferenti le ACLI locali, che
promuovono incontri per l'unità del Movimento Operaio. Ecco allora che, la piccola sede diventa, in quel
periodo, un luogo d’incontro per tutte le forze politiche e sociali presenti a San Fruttuoso, superando
diffidenze e steccati ideologici e riconoscendo una nuova energia, derivante dal confronto chiaro e sempre
arricchente di pluralità d’idee e sensibilità diverse. Nasce anche un gruppo di Gioventù Aclista che diventa
una delle più importanti forze studentesche della città. Di quegli anni è l’elaborazione, nella sede delle Acli,
in collaborazione con tutte forze politiche democratiche, di una bozza di regolamento per il decentramento
amministrativo, consegnata all'Assessore Franco Fossati, e utilizzata come base per il regolamento ufficiale
del Decentramento a Monza. Negli anni '80, la vitalità del Circolo ACLI di San Fruttuoso si lascia assorbire
dai lavori e dalla burocrazia del Comitato di Quartiere, di cui inizialmente le ACLI hanno la Presidenza.
In seguito la crisi del Circolo dovuta allo stallo che il Movimento aclista attraversa a livello nazionale.
Tuttavia le ACLI di San Fruttuoso continuano la loro attività locale soprattutto con il Servizio Patronato e
di Assistenza Fiscale, concorrendo alla nascita del circolo cittadino "Lorenzo Cantù"di Corso Milano, dove
tuttora risiedono le ACLI monzesi. La Sede di S. Fruttuoso rimane ancora come recapito delle ACLI locali e
sede di informazioni dei Servizi Generali delle ACLI.

187
Corpo Musicale Santa Cecilia di San Fruttuoso
La banda di San Fruttuoso è fondata nel 1903 da don Erasmo
Valenti con il supporto dei non meglio identificati sigg.
Pessina, Pirovano, Arosio e Brambilla. La prima sede è nella
Curt del Biùnd o Curt di Figìtt in via Risorgimento 14.
Il maestro è pagato dagli allievi. Dopo pochi mesi dalla
fondazione il Corpo Musicale entra a far parte del Circolo
Uomini Cattolici. Nel 1912 la Banda adotta la divisa
napoleonica.
Direttori della banda Periodo
Scivietti 1907 1916
Di Marco 1917 1919
P. Ermenegildo 1920 1923
Scivietti 1924 1938
Andreoni (padre) 1939 1942
Andreoni (figlio) 1943 1948
Stucchi 1949 1954
Gianni Monti 1955 1956
Prof. Conti 1956 1965
Prof. Alfieri 1966 1967
Prof. Colombo 1968 1969
Posto 1970 1971
Tallinucci 1972 1979
Prof. O. Defendente 1979 1993 Giuseppe Agostoni in divisa napoleonica

Festa di S. Giovanni. Concerto della Banda e della Corale in onore del Parroco Don Giovanni Colombo (1963)

188
Tra i personaggi che più hanno dato alla vita della Banda ricordiamo: Mario Ravelli, il sig. Perucci, Pierino
Agostoni, Narciso Agostoni, Luigi Brambilla, Giuseppe Agostoni, Luigi Pessina, Giuseppe Mercadante.

Altri insegnanti si dedicano alla preparazione degli allievi con nozioni di teoria e solfeggio, tecnica
strumentale per legni e per ottoni.
In particolare segnaliamo la collaborazione del prof. Boron e del prof. Ciccarese.

Dal 1991 il prof. Umberto Pessina, oltre a seguire i giovani per l’aspetto teorico, inizia ad allestire un
gruppo concertistico da camera di buon livello.

Tuttavia, al momento di iniziare i concerti dell’Ensemble cameristico, la Banda si scioglie.


La Banda dopo aver lottato per anni per sopravvivere nelle “cantine” del CUC, luogo più adatto a riunioni
segrete della Carboneria che a prove musicali, chiude l’attività nel 1993.
Il perché, dopo novant’anni di concerti e innumerevoli riconoscimenti di qualità, la banda sia scomparsa e
per colpa di chi sia avvenuto, fa parte dei misteri del paese.

189
La Banda si esibisce con i suoi giovani davanti alla Scuola Materna Andersen (1975)

A tal proposito riportiamo il parere personale del prof. Umberto Pessina: “La Banda ha chiuso i battenti
per ignoranza, stupidità e mancanza d’intelligenza sociale da parte delle istituzioni cui il Consiglio si era
rivolto per la concessione di un locale per le prove. Nessuno, dalla Scuola alla Parrocchia, dai Soci della
Cooperativa al Centro Sociale, dai Circoli alle Associazioni, ha avuto la benché minima disponibilità ad
aiutare un gruppo che in novant’anni ha insegnato a suonare a circa tremila persone”.

la Banda aspetta la Processione fuori dalla Chiesa Parrocchiale (fine anni ’70)

190
Compagnia Amici del Teatro (C.A.T.)

Attilia Barna, Angelo Gaimberti, Romolo Aversa (1978)

Dopo aver vissuto a Milano per quarant’anni, nel 1967, Maria Meani in Fregni si trasferisce a San
Fruttuoso. Qui mette a disposizione del paese la sua competenza e la sua sconfinata passione per il teatro,
fondando la Compagnia Amici del Teatro. La compagnia partecipa a diversi concorsi guadagnando
numerosi riconoscimenti.
Tra gli spettacoli allestiti ricordiamo: “Quattro giovani suore” di
Vladimiro Cajoli, “I figli degli antenati” di Attilio Saitta, “Il medico e la
pazza” di Alessandro De Stefani Dino Hobbes Cecchini, “Due dozzine di
rose scarlatte” di Aldo De Benedetti, “Spirito allegro” di Noel Coward,
“Trampoli” di Sergio Pugliese, "Rebecca, la prima moglie" di Dafne du
Maurier, "Le donne curiose" e "Un curioso accidente" di Carlo Goldoni,
"Come si rapina una banca" di Samy Fayad e i due atti unici "Il rosario"
di Federico De Roberto e "L'altro figlio" di Luigi Pirandello.
La compagnia mette in scena anche uno spettacolo dialettale, Succèd a
Milàn di Roberto Zago: altro successo.
Come attori si esibiscono: Romolo Aversa, Attilia Barna, Daniela
Caprotti, Rosalba Di Bartolomeo, Rosella Brambilla, Paola Fossati,
Mariarosa Fregni, Elena Gaiani, Angelo Galimberti, Ferdinando Garlati,
Maria Rita Mauri, Ornella e Giuseppe Pessina, Carlo Pollastri, Aldo e
Roberto Sala, Lino e Edmondo Spinelli, Tiberio Trezzi, Gabriele
Tessera di appartenenza alla CAT Vigorelli, Ida Ventura. I tecnici e gli scenografi sono Giuliano Festa,
Mario Maggiolini, Daniele Nova.
Purtroppo, nel 1984, il Cine-Teatro San Fruttuoso di Via Tazzoli, ufficialmente per motivi di sicurezza,
chiude. La Compagnia si trasferisce in un altro quartiere e continua la propria attività fino al 2009.
191
C.A.I. (Club Alpino Italiano) sottosezione di San Fruttuoso
Costituitosi nel 1863 a Torino, il Club Alpino Italiano è una libera associazione che ha per scopo l’alpinismo
in ogni sua manifestazione, la conoscenza e lo studio delle montagne, specialmente quelle italiane, e la
difesa del loro ambiente naturale.
La Sezione di Monza del CAI nasce nel 1899.
Nel 1946, appena finita la guerra, un gruppo
di giovanotti decide di fondare a San
Fruttuoso una sottosezione del CAI con
l’intento di costituire un punto di ritrovo per
gli abitanti della zona e trovare il modo di
“poter evadere un po’” in un periodo di grandi
ristrettezze.
La cosa non è facile, all’epoca non vista di
buon occhio neanche dal CAI Monza che, tra
le altre cose, chiede di raccogliere un elevato
numero di firme per realizzare l’impresa. Ma i
giovanotti sono ben decisi e, rimboccatesi le
maniche, riescono a mettere insieme tutto
quanto richiesto: il 23 luglio 1946 nasce
ufficialmente il CAI San Fruttuoso.
Damiano Villa, Peppino Moioli, Silvio Pagani,
Angelo Della Torre i protagonisti.
La sede è Via Risorgimento, all’interno della
carbonaia, dietro alla Cooperativa alimentare.
Dal 1960 la sede è in Via Risorgimento 22.
Nonostante le difficoltà economiche (si
racconta di una colletta tra i soci per comprare
i chiodi: raccolte 858 lire!) e quelle logistiche
(gli autobus e le strade non erano certo
confortevoli e scorrevoli come quelle di oggi),
si cominciano a svolgere un buon numero di
Atto di costituzione del CAI San Fruttuoso
attività. Con levatacce oggi impensabili, si
parte per andare a sciare al Sestriere, col rischio magari di spingere il torpedone in salita, o si organizzano
campeggi estivi, montando, in mezzo a qualche prato, le tende canadesi per dormire e un tendone da
utilizzare come cucina e “sala pranzo”. In quegli anni inoltre, al di fuori delle attività organizzate, alcuni
soci eseguono anche imprese di un certo impegno alpinistico, come le salite del Pizzo Badile o del Cervino.

A questo periodo di grande fervore segue una fase di stanca,


una riduzione graduale delle attività.
Problemi di ricambio generazionale: qualcuno dei giovanotti
comincia a invecchiare, qualcun altro si sposa, e forze nuove
non se ne vedono. Anche qualche disgrazia in montagna
(Bruno Pessina – Pierangelo Pirola – Giulio Della Torre)
raffredda gli entusiasmi.
A coordinare il CAI San Fruttuoso sono i Reggenti: Damiano
Villa (1946 – 1948), Peppino Moioli (1948 – 1962), Natale
Scuratti, Giovanni Villa, Mario Mandelli, Angelo Della Torre,
Adriano Caprotti (2001-2012), Carlo Pessina (2012 -?)

Logo del CAI San Fruttuoso


192
Soci del CAI San Fruttuoso - 1964
1° fila in alto: Antonio Mandelli, Mario Boracchi, Silvio Pagani, Carlo Pessina, Angelo Della Torre
2° fila al centro: Luciano Villa, Piero Ravasi, Angelo Longoni, Angelo Cesana, ?, Peppino Moioli, Cesarino Caprotti, Sandro Radice,
Angelo Ferrario, Paride Tibaldi, Angelo Casiraghi, Ugo Ravasi, Alberto Ventura, Angelo Brambilla, Sandro Cassanmagnago
3° fila in basso: Cesare Caprotti, Luigi Zardoni, ?, Natale Scuratti, Enrico Barzaghi, Luigi Villa, ?, Achille Capra.

Gita del CAI al Rifugio Gianetti - 1964

193
Carlo Lunghètt Pessina, Giancarlo Fifì Pessina, Angelo Della Torre, Peppino Moioli, Carlo
Carlòn Pessina – campeggio del CAI – anni ‘60

In vetta al Monte Bianco - 1958

Sul Pizzo Badile - 1955

194
Associazione Sportiva San Fruttuoso
Il 16 gennaio 1981, Giuseppe Ballabio, Adriano Besana, Rinaldo Brambilla, Gerolamo Caprotti, Giancarlo
Carpani, Giancarlo Geroni, Giuseppe Guida, Santino Mapelli, Giulio Pessina, Tiberio Trezzi, Carlo Villa,
Felice Villa, Luigi Villa e come padre spirituale Don Ercole Gerosa, fondano l’A.S. San Fruttuoso.

Dopo la premiazione del Trofeo Rottapharma – anni ‘80

Il presidente è Carlo Villa, campione italiano di bocce nel 1984.


Inizialmente la società occupa una parte del terreno del Centro Sociale di Via Tazzoli e, in collaborazione
col Comune di Monza, gestisce il bocciodromo con ingresso da Via Iseo.
L’aggregazione di una quantità notevole di persone, creata in questo periodo, è di grande spessore sociale.
Sul piano sportivo l’attività dell’associazione si limita alle
bocce, dove eccelle a livello internazionale con la creazione di
una Scuola Bocce riconosciuta dalla Federazione e dal Coni.
La Scuola Bocce vede la partecipazione di circa sessanta
ragazzi. La preparazione atletica è curata da diplomati ISEF
e quella tecnica dai Campioni d’Italia: Grassi, Proserpio e
Villa.
Grazie alle qualità umane e di autentico interprete dei valori
sportivi del presidente Carlo Villa, Rottapharm sponsorizza
l’associazione, anche attraverso l’organizzazione del Trofeo
Rottapharm, competizione che vede la partecipazione, tra gli
altri, dei Campioni del Mondo D’Alessandro e Papandrea.
Nel 1984 nasce la Sezione Podismo per merito di Antonio
Rositani, grande appassionato di running. La sezione, oltre a
dare notevole spazio alle donne, partecipa con successo ad
alcune importanti manifestazioni come la staffetta 24 per 1
ora di Cinisello Balsamo e la Maratona di New York con
Carmelo Laganà.
… poi nel 1986 arriva il calcio ... con tutte le conseguenze: ampia adesione del paese, esasperazione
agonistica, ricerca dei risultati, modalità pedagogiche empiriche, partecipazione massiccia di ragazzi.
195
A dare il calcio d’inizio alla Sezione
Calcio è Luigi Rossi, primo presidente
del settore. Inizialmente i colori sociali
sono il bianco e il rosso che
rappresentano quelli della città di
Monza. In seguito diventeranno il
bianco e l’azzurro.
Con la nascita di questa nuova sezione è
necessario un presidente che coordini le
attività e che abbia esperienza e solida
cultura nella dirigenza sportiva. E’
Luigi Gaviraghi, Socio Onorario
dell’Unione Società Sportive di Monza e
membro del Consiglio Nazionale della
Federazione Italiana Bocce.
La Sezione Calcio partecipa al
campionato pulcini della FGCI,
8° Torneo della Circoscrizione - 2010
ottenendo è un secondo posto insperato.

Nel 1988 le squadre sono cinque, di


cui una in 3° categoria. Nel
campionato 1989-90 la prima
promozione in 2° categoria. Dopo una
serie d’incomprensioni con Don
Ercole Gerosa e il Presidente Luigi
Gaviraghi, l’8 febbraio 2000 il Luigi
Rossi lascia la società.
Il nuovo Presidente della Sezione
Calcio è Daniele Nova che, con un
gruppo di volontari, porta linfa vitale
al settore giovanile.
Da Luglio 2001 la squadra che, non
avendo un proprio campo
regolamentare, gioca sempre in
Inaugurazione del nuovo Centro della Boscherona trasferta, si vede assegnato dal
Da sinistra: Paolo Villa, Chiara Buttà, Giovanni Antonicelli, ?, Comune il campo della Boscherona
Daniele Nova, Antonio Gabetta, Mario Rovelli, Don Ercole Gerosa - 2001 Il numero delle squadre e dei giocatori
aumenta ancora.
Il nuovo presidente dell’associazione, Angelo Boneschi, subentrato a Luigi Gaviraghi, si dimette nel 2004.
Quest’avvenimento segna la separazione della Sezione Calcio dal resto dell’Associazione.
Il 24 giugno 2004 nasce l’Associazione Sportiva San
Fruttuoso Calcio.
Nel 2007 inizia la ristrutturazione del campo di via
Montanari. I ragazzi iscritti sono 250. Il 23 maggio
2010 il nuovo Centro Sportivo è inaugurato: Nel
2011 il presidente Daniele Nova dà le dimissioni. Gli
subentra Vincenzo Brescia che realizza il campo
sintetico di Via Montanari.
La Bocciofila, dopo il ritiro dalla Società di Carlo
Villa per motivi di salute, inizia un lungo e Il campo sintetico di Via Montanari
inesorabile declino che, con presidente Achille
Brambilla, chiude l’attività alla fine del 2010. Ora il campo da bocce è fermo in attesa di nuovi sviluppi.
196
Gruppo Escursionistico Speranza (G.E.S.)

Per volontà di alcuni giovani appassionati della


montagna, nel 1946, presso la sede del Circolo
Socialista Speranza di San Fruttuoso, nasce il Gruppo
Escursionistico Speranza (GES).
A simboleggiare l’iniziale preferenza per le attività
escursionistiche sui monti v’è il logo della GES:
un’aquila in volo su uno sfondo verde e bianco.

Tra i giovani più attivi vi sono: Felice Mariani, Rino


Brambilla, Pierino Ventura, Giuseppe Duranti, Oreste
Beretta, Pietro Pessina, Arnaldo Brambilla, Guerrino Il primo logo della GES
Tomat, Silvio Villa, Sergio Gaiani, Filippo Monguzzi,
Mario Grassi e Giuseppe Pozzi.

Negli anni ’70, l’associazione si distingue a livello agonistico nell’atletica leggera grazie ad una forte squadra
giovanile che partecipa con lusinghieri risultati a molti meeting lombardi.
Tuttavia il fiore all’occhiello della GES rimane la Monza – Resegone del 1949, conquistata da Armando
Facchinetti, Dante Madella, Giuseppe Pozzi, Ugo Ravasi.

I successi sportivi maturati negli anni spingono la G.E.S. a tentare l’avventura agonistica in ambito
calcistico. Dal 1956 l’associazione partecipa ai campionati dilettanti della F.I.G.C., ove raggiunge la Prima
Categoria.

Ora la G.E.S. ha sede presso il Centro Sportivo Ambrosini, area


storica della città di Monza, dedicata alla memoria del monzese
Ernesto Ambrosini, primatista mondiale dei 3000 siepi nel 1923,
medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Anversa nel 1920. Partecipa
anche all’Olimpiade di Parigi nel 1924, ma è eliminato in batteria,
in una corsa molto tattica, nonostante sia il favorito della gara.

Centro Polisportivo San Fruttuoso (CPSS)

Nel 1980, Giuseppe Beretta fonda il Centro Polisportivo San


Fruttuoso: associazione non persegue fine di lucro e promuove
la diffusione della pratica sportiva per tutte le fasce d’età, quale
diritto di tutti i cittadini, come servizio sociale, come
prevenzione, formazione, salute, benessere.

Inizialmente la sede è in Via Aldina, in seguito si sposta in Viale


Lombardia 210 e ora è situata presso l’UISP Monza di Via
Puglia, 14.
Nel 2014 conta 8.500 soci, praticanti 25 diverse attività tra le
quali: Primi passi allo sport, Gioco Sport, Ginnastica artistica,
197
Ginnastica ritmica, Minibasket, Minivolley, Danza classica, Hatha Yoga, Armonia e movimento, Danza
dell’energia, Ginnastica di tonificazione per adulti, Pilates, Ginnastica dolce per la 3° età, Ginnastica
antalgica - posturale, Tai chi chuan, Chi kung, Ballo liscio, Ballo latino-americano di coppia e di gruppo.

Da anni il CPSS propone i Centro Estivo Multisport per i bambini e i ragazzi dai sei ai dodici anni, presso la
Scuola Media Sabin e, da qualche tempo, anche presso la Scuola dei Padri di Francia al Castello del
Torneamento.
Durante il Centro Estivo sono proposte attività e uscite
che permettono ai ragazzi di giocare, stare insieme e
divertirsi con giornate cariche di sport, giochi all'aperto,
ecc. L'obiettivo primario è quello di promuovere i diritti
dell'infanzia, in questo caso quello al gioco e
all'aggregazione, sperimentando competenza sportive e
ludiche che durante l'anno non sempre la maggior parte
dei ragazzi vive.
Giuseppe Beretta, classe 1945, insignito del Giovannino
d’Oro 2014, dai primi anni ’90, è portavoce e presidente
del Coordinamento delle Associazioni sportive di base che
conta più di quaranta società sportive.
E’ promotore della “Consulta comunale dello sport” e del
progetto “Sport nel Parco”.
Presidente nel 2008 del Comitato Uisp Monza, nel 2009
promuove il progetto AFA: primo progetto pilota di
Giuseppe Beretta attività motoria specifica per persone affette dal morbo di
Parkinson, progetto che attualmente, su indicazioni
dell’Ospedale San Gerardo, si è arricchito di una metodologia rivolta ai pazienti affetti da ictus.

Vemm Benuni 1969


Vemm Benuni 1969 nasce sulle ceneri di una precedente associazione, voluta da Agostino Vergani, detto
Gustèn, che nell’immediato dopoguerra organizza gite domenicali.
Nel settembre 1969, un gruppo di persone che normalmente s’incontra per una partita a carte presso la
trattoria I Parasòo, tentano la fortuna con una schedina del totocalcio (allora chiamata Sisal) e
stabiliscono, con i soldi accantonati e le eventuali vincite, di godersi qualche gita organizzata alla fine
dell’annata: nasce “Sisal Vemm Benuni”.
Il gruppo è composto da Luigi Arcaini, Battista Ceresoli, Carlo Galimberti, Erminio Nova, Felice Nova,
Mario Nova, Marco Perego, Piero Ravasi e Luigi Villa.
Dopo la prima passeggiata a Moncalvo nel
1970, con la partecipazione superiore a
cinquanta soci, l’associazione migliora
l'organizzazione, nominando presidente
Carlo Galimberti, segretario Mario Nova e
responsabile della schedina del totocalcio
Luigi Villa. Del 1971 è la prima vincita.
Nel febbraio1986 la “Vemm Benuni 1969”
diventa un’associazione senza scopo di
lucro e si dota di uno statuto. Presidente è
sempre Carlo Galimberti, vice – presidente
Angelo Galimberti, cassiere Giorgio
Artesani cassiere, segretario Daniele Nova.
Carlo Galimberti e Agostino Vergani
La Vemm Benuni raggiunge i 350 soci.
Carlo Galimberti rimane presidente fino al 1996, anno del suo decesso Inizia il declino che porta allo
scioglimento dell’associazione nel 1999.
198
CAPITOLO 9°

LA CHIESA

199
La Chiesa
La Parrocchia
Sulla nascita della Parrocchia di San Fruttuoso abbiamo già scritto nel capitolo iniziale del libro.
E’ certo, come dalla documentazione riportata nel capitolo primo, che la chiesa esiste almeno dal 1520,
qualche decennio prima dell’elevazione al rango di Parrocchia, avvenuta il 15 giugno 1578.
La piccola chiesa sorge nello stesso luogo dell’attuale Parrocchiale. Non è "né consacrata, né parrocchiale",
come appare dai documenti originali. E’ formata da una sola navata con una cappella. Un piccolo
campanile si trova sul lato sinistro, quello opposto all’attuale. Mentre l’abitazione del sagrestano si trova al
posto dell’attuale campanile. Dietro l’edificio v’è un piccolo oratorio. Una cappella è altresì presente nella
Curt di Pesìna Gross, sul lato sinistro della chiesa odierna. Questa cappella è parte integrante di un
complesso monastico, poiché tutta la corte è un convento di monaci legati al Monastero di San Marco di
Milano. Appare molto probabile che nello stesso luogo vi fosse un cimitero locale.
E’ impossibile datare con precisione il periodo storico del complesso architettonico, ma il ritrovamento in
loco di molte monete risalenti al ‘300 e al ‘400, potrebbe essere argomento di studio.
Un documento presente nell’Archivio Topografico della Soprintendenza Archeologica della Lombardia,
testimonia, infatti, il ritrovamento presso l’attuale cortile sulla sinistra della Parrocchiale, di un consistente
tesoretto numismatico, parzialmente illustrato nello scritto “Il Ripostiglio di Monza” di Rodolfo Martini
(Milano 1991). Il 3 maggio 1929, l’ispettrice Alda Levi, dal 1925 alla Soprintendenza ai Musei e scavi di
Lombardia, con ufficio distaccato a Milano, scrive al soprintendente alle Antichità di Padova: “… si tratta
di 45 monete di argento delle quali 38 di Filippo Maria Visconti, 3 della Seconda Repubblica di Milano, 2 di
Francesco Foscari (Venezia), una di Genova e una di Francia … in Monza nell’ottobre dello scorso anno,
durante i lavori di scavo di una cantina in località Cascine Bovati, nei pressi della Chiesa … era stata rinvenuta
un’urna di terracotta contenente monete di argento dal peso complessivo di kg 1..”.
Il ritrovamento è confermato anche da testimonianze dirette di chi abitava in quella corte. I testimoni
hanno inoltre rivelato di aver trovato altri antichi denari nei muri della vecchia cappella, usandoli per
giocare e barattandoli con altre merci. La Levi parla di monete coniate tra il 1300 e il 1430, come il Grosso
Milanese, il Grossone Veneziano, il Sesino Visconteo, il Grosso Genovese, il Franco a Cavallo, ecc.) Ciò fa
pensare all’esistenza in loco di una dignitosa attività della comunità monastica ancor prima del ‘500.
Quello che rimane del tesoretto sono quaranta monete conservate presso il Museo Numismatico del Castello
Sforzesco di Milano.

Alcune monete del Tesoretto di San Fruttuoso (1991)

200
Nella sua lunga storia la chiesa è ampliata in vari momenti,
ma si hanno notizie frammentarie sulle modifiche apportate
prima del 1885, quando i parroci don Martinenghi e don
Mariani aggiungono le due navate laterali.

Nel 1775 si raduna una commissione formata da: don


Giuseppe Croce, dottore collegiato e regio ducale Senatore
dello Stato di Milano (allora proprietario del Torneamento)
quale delegato del Governo; padre Cristiano Lupi, quale
procuratore del monastero degli Agostiniani scalzi del
convento di San Marco in Milano, proprietario dei beni a
sinistra della chiesa; e da un capomastro per esaminare la
possibilità di riedificare la chiesa parrocchiale “per essere
rovinosa”.
Si libera la chiesa da costruzioni circostanti di proprietà del
monastero, a segnare il confine tra le due proprietà mediante
la costruzione di un muro divisorio, ad arretrare il portone
d’ingresso alla proprietà del monastero, troppo vicino
all’accesso della chiesa.
Tutto questo e altri lavori sono opera del parroco don
Corbetta (1772-1818), come ricorda la lapide, esistente in
chiesa, dedicata alla sua memoria, sulla quale si dice: "Per
lui sorse questo tempio e si ornò".
Nel cap. XVII del Tomo I delle Memorie Storiche di Monza
e Sua Corte (1749) di Anton Francesco Frisi è ricordato
testualmente quanto segue:

Pel divisato riparto Parrocchiale nella Piève di Monza ristorò


Facciata della Chiesa dì San Fruttuoso (1998)
pure S. Carlo Borromeo nel 1577. L'angusta Chiesa delle
Cacine Bovate e Caprotte, dedicandola a S. Rocco. All'attività e zelo dell'odierno loro Parroco (n.d.r.
Giambattista Corbetta) sono que' terrieri debitori della presente sua ampliazione , ed eleganza.
Tale fabbrica fu incominciata nel 1775 ... e terminata nel 1785.
L'Altare massimo di squisiti marmi, e l'ancona, rappresentante la Vergine Immacolata, col Precursore, ed il
serafico padre S. Francesco, opera della Scuola dei Campi, venne qua traslocata dalla profanata Chiesa de'
Minori Conventuali di Monza. L'Eminentissimo Sig. Cardinale Durini Arcivescovo d'Ancira, ed uno de' Conti
di Monza, trascelse questa Chiesa per depositarvi il Corpo di S. Fruttuoso Martire, avuto in dono dalla Santa
Memoria di Clemente XIV Sommo Pontefice. Eretta quindi una dispendiosa Cappella, né celebrò con pari
munificenza il solenne trasporto il giorno 16 Agosto del 1779 fra il giubilo dell’accorso divoto Popolo
circonvicino; a per perpetua memoria del qual fatto leggesi in fronte alla Cappella suddetta:
SACELLVM HOC
QUO COLERETUR FREQUENTIUS
S. FRUCTUOSI MARTYRIS
RELIQUIIS DONAVIT
QUO NITERET AUGUSTIUS
NOBILI PICTURA
AERE SUO
ORNANDUM lUSSIT
ANGELUS MARIA CARDINALIS DURINIUS
MDCCLXXXVI
IO. BAPTISTA CORBETTA
PAROCHO
201
Da evidenziare che la chiesa del nostro paese è intitolata a San Rocco e non a San Fruttuoso.
Ciò è anche presente nel testo di Prete Girolamo Carminati de Brambilla (sec. XVI), “Memorie di alcune
antichità delle Chiese di Monza e sua Corte”, dove scrive:”La Chiesa riedificata nelle Cassine de Bovari,
dove si fa la Dottrina Christiana, fu ridotta nella forma che si vede a dì 9 maggio 1577, intitolata S.
Rocho”.
Nella serie degli annuari della diocesi la parrocchia
figura con tale intitolazione fino al 1950; dal 1951
al 1959 assume la dedicazione ai Santi Rocco e
Fruttuoso e solo dal 1960 a San Fruttuoso.
V’è da chiedersi perché il Santo Fruttuoso rimane
escluso dalla dedicazione della chiesa fino al 1950,
pur essendo presente in loco il suo corpo.
Inoltre si noti la rilevanza artistica e storica dei
marmi dell’altare maggiore e della pala d‘altare,
poiché opera della Scuola dei Campi, nota famiglia
di artisti cremonesi, attivi nel ‘400 e nel ‘500.

Il 21 agosto 1825 avviene la seconda solenne


traslazione del corpo di San Fruttuoso attraverso
le vie del paese, essendo parroco il Rev. Don
Domenico Locatelli (1818-35).
Tra il 1859 e 1861, sono fuse e posate le nuove
campane della chiesa, grazie ad un congruo
contributo del Comune di Monza.

Il 16 agosto 1868 si compie la terza traslazione del


L’Altare Maggiore della Parrocchiale - 2013 sacro corpo del Santo attraverso le strade del
paese, essendo parroco don Francesco Vitali (1855-82).
La partecipazione dei fedeli è grande. Molte persone giungono
anche da altre parrocchie di Monza e della Diocesi.
Nel 1885 iniziano i lavori di ampliamento della chiesa, essendo
parroco don Luigi Martinenghi. E’ demolita la cappella di San
Fruttuoso per lasciare spazio alla navata destra del tempio.
Con l’avvento di don Luigi Mariani i lavori di sistemazione della
chiesa hanno un impulso decisivo.
Alla mente del nuovo parroco piace l’idea di ampliare la vecchia
costruzione. In poco tempo il progetto è concepito dall’ing.
Martinenghi, fratello del precedente parroco. Il capomastro
Giuseppe Mariani, fratello del nuovo parroco, dirige i lavori
d’attuazione.
Modificata interamente la pianta originale della chiesa, il
risultato è un edificio assai più ampio del precedente, diviso in tre
navate da due file di pilastri. In fondo alla navata centrale,
un’abside racchiude l’Altare Maggiore, anch’esso totalmente
rinnovato, ad eccezione dei marmi della Scuola dei Campi.
E’ del 1891 il tempietto dell’altare maggiore, costruito dal
falegname Luigi Pessina di Francesco, e verniciato e dorato,
poiché in legno dall’Istituto degli Artigianelli di Monza. Nello
stesso anno si pongono sull’altare i due angeli, fortini dalla Ditta
Geremia Provini di Milano.

202
Il 30 giugno del 1891 si demolisce il
campanile per far posto alla navata
sinistra, opera conclusa nello stesso
anno, a novembre.
Nel 1892, il giorno 30 maggio, inizia
l’erezione del nuovo campanile.
La torre campanaria è terminata il
10 dicembre dello stesso anno.

L’11 gennaio 1893, presente la


commissione costituita dal parroco
don Luigi Mariani e composta da
Luigi Beretta, Carlo Moltani,
Antonio Arosio, Carlo Villa,
Giovanni Pessina fu Luigi, Luigi
Pessina di Francesco, si stipula il
contratto per l’acquisto delle nuove
campane, che entrano in parrocchia
il 26 luglio del medesimo anno,
Benedetto e consacrato da Mons.
Giuseppe Scatti, Arciprete di Monza
il 30 luglio, il nuovo concerto di
cinque campane in Si grave inizia a
suonare sulla nuova torre il 19
Progetto del nuovo campanile agosto, vigilia delle solenni feste di S.
Ing. Giovanni Scalzina – capomastro Giuseppe Mariani (1892)
Rocco Patrono e S. Fruttuoso
Protettore, alla presenza di Mons. Paolo Ballerini, arcivescovo di Milano, Patriarca d’Alessandria d’Egitto
ed esponente di spicco degli intransigenti durante il Concilio Vaticano I del 1870. A lui è intitolato
l’omonimo Collegio di Seregno.
Il caso Ballerini è uno dei più
chiari esempi di contrasto tra
Stato e Chiesa nella storia
d’Italia.
Nel 1900, durante la prima
visita pastorale del Cardinal
Ferrari, la rendita netta della
parrocchia ammonta a lire
438.53.
Si eseguono altri lavori negli
anni seguenti e il 12 settembre
1903 l’Eminentissimo Cardinal
Ferrari consacra solennemente
la nuova chiesa.
Un mese prima, il 13 agosto,
l’Arciprete di Monza, mons.
Paolo Rossi, aveva celebrato i
solenni riti per la quarta
traslazione del corpo di San
Fruttuoso. La processione si
era spinta fino all’Oratorio di
sant’Ulderico presso il Castello L’organo della chiesa parrocchiale – (2014)
del Torneamento.
203
Il 12 agosto 1928 si ha la quinta traslazione. Per l’occasione il parroco don Angelo Panigada (1917 – 1931),
si preoccupa per una nuova risistemazione della facciata. E’ anche l’anno in cui si festeggia il 150°
anniversario della donazione del Sacro Corpo. Le feste iniziano il 4 agosto e si concludono il 15, giorno
dell’Assunta.

In tale occasione la facciata è decorata col


medaglione tuttora visibile e con le due nicchie
ricavate ai lati della porta centrale, che accolgono le
statue di Sant’Ambrogio e San Carlo, dono di due
parrocchiani.
Nel 1934, per iniziativa del parroco don Bartolomeo
Molteni (1931 – 1942), si provvede alla nuova
pavimentazione,
Battesimo di Cristo - Vetrata della Chiesa (2014) Nel settembre 1953 si ha la sesta traslazione del
Santo. La partecipazione del popolo all’evento è
davvero eccezionale, come testimoniano le numerose fotografie dell’epoca.
Nel 1978 si ha settima traslazione del
Santo, che coincide con i 75 anni dalla
consacrazione della nuova Chiesa e con i
400 anni della nascita della nostra
parrocchia. Per l’occasione le feste si
svolgono in diversi momenti: dal 27
marzo al 16 aprile, il 15 giugno (4°
Centenario dell’erezione a Parrocchia),
dal 1° al 15 ottobre. Si costata una
partecipazione molto nutrita e un nuovo
senso di Comunità Parrocchiale aperta al
mondo, alle periferie, ai giovani, ai
poveri, ai segni dati dal Concilio Vaticano
II.
Un po’ sottotono è l’ottava traslazione Vista laterale della chiesa di San Fruttuoso
del Santo del 2004.

L’interno della parrocchiale è


abbellito da un ciclo affreschi
dedicati ai grandi profeti biblici,
eseguito nel 1902.
Ai lati della navata centrale
troviamo Isaia, Geremia, Davide, e
Daniele.
Al culmine della volta incontriamo
Aronne e l’adorazione del vitello
d’oro, Mosè che riceve le Tavole
della Legge da Dio e infine il
Salvatore, Gesù Cristo, che
rivoluziona in se stesso il messaggio
dell’Antico Testamento con la
Buona Novella.
Interno della chiesa di San Fruttuoso - 1973 L’autore dei dipinti è Luigi
Tagliaferri. Esponente di una
famiglia di artisti, nasce a Pagnona, in Val Varrone, il 14 novembre 1841. Pittore molto prolifico affresca
204
circa 180 chiese a Milano, Monza, Lecco, Como, Bellagio, Busto Arsizio, Macherio, Vedano al Lambro,
Garbagnate Milanese, Esino Lario, Premana, Mandello Lario, Tradate, Pasturo, Dervio, Gravedona,
Menaggio Chiavenna, Dolzago, ecc.
Muore a Laorca (LC) il 12 giugno 1927, mentre ritocca le cappelle della Via Crucis.

Soffitto della chiesa: Mosè riceve le Tavole della Legge

Volta centrale a sinistra della chiesa: il profeta Davide

Luigi Tagliaferri (1841 – 1927)


Soffitto della chiesa: Aronne e il vitello d’oro

205
Il significato di fede popolare e di sincera partecipazione che ha
la traslazione del corpo di San Fruttuoso va spegnendosi col
passare del tempo. Andando a leggere la testimonianza, scritta
nell’agosto del 1825 da due fratelli, Fruttuoso e Giosuè Pirovano,
quest’ultimo anche sacrestano della chiesa, si comprende bene il
senso comunitario che l’evento suscitava nei fedeli, nonostante lo
scetticismo e la “spilorceria” dei due scriventi.

“La stranezza degli uomini alle volte combacia con la loro


convinzione”.
“Infatti, parlando della festa del 21 agosto 1825, dissero che sarebbe
buona cosa se avessimo anche noi a eseguire questa Festa; tanto più
che quest'anno la campagna ha dato buon raccolto in ogni genere, e
via discorrendo”.
Detto, fatto. Tutto andava a genio alla popolazione.
“Quindi si unirono i tre promotori: Galdino Villa, Dionigi
Dell'Orto e Ambrogio Citterio”.
“Andarono di casa in casa, chiedendo alla gente quanto potevano
offrire per il trasporto di S. Fruttuoso e annotavano tutto in una
lista".
S. Messa durante la traslazione del 1953
"Qui, davanti alla porta della chiesa vi era un
gran padiglione tutto in tela, tutta la piazza era
a panneggiamenti e coperte di tela sino alla
porta dei santi, ed il restante del giro erano solo
panneggiamenti”.

“Alla casa poi del Coadiutore vi era un


sontuoso altare ben guarnito a forma di
cappella, rappresentante vari trofei addetti al
prefato Santo”.

“Alla casa del signor Anghinelli vi era un altro


S. Messa sul sagrato della chiesa – Traslazione 1953 altare fatto a sua spesa”.
“Salimmo poi sullo stradone”. “Vi era una
sontuosa porta trionfante tutta in verde e fiori eseguita dal falegname Basilio Arosio, promotore e disegnatore di
detta porta”.
“L'arco aveva due laterali, l'uno verso
Milano, l'altro verso il giro della
processione”.
“Sulla strada che conduce a Monza, vi era
un’altra porta trionfante, eseguita da Pietro
Pessina di Domenico, anche questa tutta in
verde e fiori che rappresentavano vari
emblemi adatti al detto Santo”.
“Al principio poi del viale che conduce a
Torneamento vi era un altro altare ben
addobbato, eseguito dal falegname Luigi
Tresoldi e a tutti questi altari vi era il suo
bancale per appoggiare il prefato Santo, e per
cambiamento di quelli che lo portavano”. Traslazione 1953

206
“Andando sino a Torneamento era tutto
il viale a panneggiamenti”.

“Al cancello poi della casa Brambilla vi


era una gran porta trionfante tutta a
parato in disegno a spesa del
proprietario stesso”.

“La corte dove doveva passare la


processione era tutta addobbata, ed una
gran fontana in mezzo alla corte stessa".

S. Messa per gli ammalati all’asilo - Traslazione 1953

" … di poi altra compagnia di alcune fanciulle del


paese ed anche di Robecco vestite tutte in bianco,
queste portano la candela di libbre 2, pagando
ciascuna centesimi 50 per il consumo, ma essendo
stata lunga la processione per pagare tutto il
consumo hanno dovuto pagare ancora centesimi 10
che formano in tutto Cent. 60, e a osservare il
tempo che era stata accesa era una mendicità,
eppure talune rifiutarono di pagare questi dieci
centesimi, dovendo io mettere il restante per saldare
il conto e queste erano in numero di ottanta.

Paramenti in Via San Fruttuoso 6 – Curt Lunga – Traslazione 1953

Se aveste veduto queste fanciulle come erano ben vestite,


tutte portavano in testa una ghirlanda di fiori artefatti,
insomma erano queste che davano buon gusto alla
processione, e questa compagnia fu istituita da me
Pirovano Giosué, coll'assenso del Sig. Parroco."

Paramenti in Ugo Bassi – Traslazione 1953

207
In un passato nemmeno troppo remoto, la
Traslazione del Santo offre anche occasione
per alcuni piccoli miglioramenti del nostro
paese: radicali pulizie e sistemazione di
abitazioni, cortili e strade con tinteggiature e
intonaci per i muri esterni, rimozione delle
buche lungo i percorsi, segnaletica
orizzontale, verifica dell’illuminazione
notturna, ricambio dei bidoni portarifiuti,
pulizia della rete fognaria del paese, ecc.

Le regiùre rinnovano i vestiti da festa


nelle cassapanche e li sfoggiano durante i
momenti liturgici. Non si tratta di un
narcisistico mettersi in mostra davanti
agli altri abitanti di San Fruttuoso, ma di
un doveroso omaggio e ossequioso rispetto
per il Santo.
Processione del Corpus Domini - 1937
Anche gli addobbi sfarzosi e le porte trionfali all’entrata dei cortili
non sono delle gare di bravura o delle esternazioni della propria
ricchezza (ben poca cosa, in verità) ma sono autentiche forme di
devozione popolare verso San Fruttuoso e un momento in cui tutta
la comunità si sente unita, superando ogni divergenza. Dove passa la
processione, ogni finestra espone un drappo rosso con frange dorate
per ricordare il martirio di San Fruttuoso e la solennità
dell’avvenimento.

La parrocchia organizza le Missioni per educare le persone alle


verità essenziali del cattolicesimo, affinché tutto il popolo di Dio si
converta. In parrocchia i Missionari preparano i fedeli all'evento con
preghiere, nuovi canti liturgici ben accolti.

La traslazione si svolge ogni venticinque anni. E’ un evento


talmente sentito da essere definito Ul Festòn (il Festone): una festa
tutta di San Fruttuoso, che non si può paragonare a nessun altro
Traslazione del Santo - 1953
evento di religiosità popolare comunitaria.

E’ anche l'occasione per preparare la


tùrta di paisàn (torta dei contadini o
anche torta di paese), la torta regina
della cultura popolare brianzola,
utilizzando la vera ricetta.
Ricetta che riportiamo, tramandataci
dai nostri avi.
Ingredienti per una tortiera alta del
diametro di 26 centimetri: 1 litro di
latte, 4 panini tipo rosetta o francese, 7
etti di amaretti, 100 grammi di uvetta,
100 grammi di cedro candito a cubetti,
La Banda durante una Processione - 1936
un pugno di pinoli, cacao amaro, 2 uova
intere, 50 grammi di burro sciolto a bagnomaria, 1 bicchierino di liquore d’anice, niente zucchero, un
pizzico di sale, buccia di un limone grattugiata.
208
Aggiungere cioccolato fondente
grattugiato per sostituirlo al cacao,
rischia di dare un sapore troppo dolce.
Procedimento.
Mettere a bagno il pane con il latte per
circa un’ora, onde ammorbidirlo.
Intanto sbriciolare gli amaretti e
metterli in un’ampia bacinella con tutti
i restanti ingredienti. Passare nel
miscelatore il pane e il latte.
Amalgamare tutti gli ingredienti
insieme. Il cacao amaro si aggiunge
finché l’impasto non prende il colore
intenso del cioccolato fondente. Il
Torta Paesana risultato deve essere morbido. Nel caso
sia troppo asciutto, aggiungere poco
latte per volta finché non vela il mestolo, colando in modo cremoso.
Imburrare generosamente la tortiera, che non deve essere troppo bassa, sui bordi e sul fondo, dove è
possibile anche aggiungere un cerchio di carta da forno.
Scaldare il forno senza ventilazione a 180 gradi (l’aria fa asciugare troppo la torta) e quando è a
temperatura infornare nella tortiera. Occorre circa un’ora di tempo, ma il dettaglio certo lo dà la torta:
quando si stacca dal bordo della tortiera, la paesana è cotta, anche se sembra morbida, poi si rassoda il
giusto, nel raffreddamento. Attenzione a non produrre una torta troppo asciutta.

Il culmine dei festeggiamenti è sempre la processione lungo le vie delle due contrade (Cascine Bovati a nord
e Cascine Caprotti a sud) che vanno a formare San Fruttuoso.
In quell'occasione la maggior parte degli abitanti esterna la propria profonda religiosità nei confronti di San
Fruttuoso. Durante la cerimonia, minuziosamente preparata, al passo cadenzato della banda, si snodano le
varie congregazioni:
“... in testa procedevano le donne con la croce, poi seguivano gli uomini con la croce e stendardi, quindi un coro
di fanciulli portanti vari simboli del martirio, poi giovani che portavano le scritture allusive al Santo Martire,
dopo venivano i cappuccini di Monza, poi il corpo musicale che precedeva il baldacchino col cardinale, che era
accompagnato da chierici, sacerdoti, parroci dei paesi vicini.
Il baldacchino a otto aste sostenute da
robusti parrocchiani, copriva la
preziosa urna, contenente il Santo
Corpo, a seguire la moltitudine dei
fedeli”.
In queste rare occasioni, all'urna
del Santo sono tolte le coperture,
affinché le reliquie siano visibili.
Oggi le coperture non esistono più
durante tutto l’anno.
Con la frenesia della società
contemporanea, con la ricerca di
legami virtuali, a scapito di quelli
reali, con la trasformazione globale
del pianeta degli ultimi trent’anni,
purtroppo la traslazione perde Processione per la Traslazione del Santo - 1953
partecipazione e fervore religioso.

209
LA LEGGENDA DEL SANTO DIVENUTO FRUTTUOSO
Nell'Anno del Signore 1774 il Cardinal Durini sedeva comodo sulla poltrona vellutata del Salone di Villa Mirabello. Con lui
discutevano di poesia e di politica il Parini e il Verri.
Il maggiordomo Goffredo li ascoltava pazientemente.
Il Durini chiese a Goffredo di portar un frutto ma, essendo intento ad ascoltare il Parini, farfugliò qualcosa di simile a un
rumore incomprensibile.
Sgomento per tanta leggerezza, il servo andò nelle cucine e raccolse dalla vivandiera quel che il caso offriva.
“Ecco a voi, Eminenza.” – disse porgendo l’oggetto al Cardinale che, prendendolo tra le mani, già ne annusava il profumo.
“Vi dicevo, caro Parini, ch’ho da far dono a rustici villani di alcune reliquie, donatemi dal Sommo Pontefice, quale
risarcimento dall’avermi tolto la Nunziatura in Polonia.
Poca cosa: ossa di martiri cristiani dei primi secoli.
Non so chi degnare delle mie attenzioni. Suggeritemi voi, caro Verri, ch’avete sì tanta fede nella ragion, a chi fare offerta”.
“Vostra Eminenza, se di ragion favello, codesta idea sarà di vostro diletto.
Mandate Goffredo di cascina in cascina, di stalla in stalla, di fienile in fienile, chiedendo ai villani di seppellire il frutto che
regge la vostra mano e di coltivarlo come fosse un seme, sì che l’anno a venire si potrà far di gran raccolto.
Il Durini rise e lo fece in modo reiterato e alquanto rozzo:” Ah, ah, ah, ma chi volete che semini un frutto al posto di un
seme?”
“Chi lo seminerà e lo coltiverà con cura, sarà per voi un servitor sempre fedele, sia per ignoranza, sia per dedizione e a
costui potrete donare quei frammenti sacri che tanta pena vi danno ”.
Al Durini piaceva quell’idea: la burla era un’indecenza cui era assai avvezzo.
Immantinente chiamò a sé Goffredo e gli diede disposizioni così come aveva raccomandato il Verri.
Il servo, intimidito per tale incombenza così sgradevole, smise i panni del maggiordomo e si vestì con abiti modesti.
S’incamminò per le strade di Monza. Di cascina in cascina, di stalla in stalla, di fienile in fienile, chiedeva a tutti la stessa
cosa: “Potete interrare il frutto ch’ho meco e coltivarlo per un anno intero perché sì possa far di gran raccolto?”.
I contadini lo osservavano con aria sbigottita e con pietà. Gli davano qualche pannocchia, un pezzo di formaggio, un
bicchier di vino e gli concedevano di dormire nel fienile, ma declinavano l’invito a seminare il frutto.
Intanto i giorni passavano.
Goffredo, dopo aver pellegrinato per quasi tutta la contrada, si chinò sulla sua anima: era bagnata dal sudore
dell’umiliazione. Avrebbe voluto alzar la voce con quei villani e dare sfogo al suo furore.
La mattina della sesta alba, il sole cocente folgorava dall'alto, mentre coglieva da terra dei sassolini, si sentì morire, gli occhi
gli si annebbiarono, le gambe gli vennero meno e cadde in avanti sfinito.
Si risvegliò in un giaciglio di un cascinale nei pressi della malandata chiesa di Cascine Bovati.
Dei contadini l’avevano raccolto esanime sul ciglio di un sentiero e l’avevano accudito per tre giorni e tre notti.
Gli avevano dato del buon latte, del brodo di carne e uno strano infuso di fiori scarlatti.
Una bambina vigilava sull’infermo. “Madre, padre!”. “S’è risvegliato, s’è destato!“.
Al capezzale si avvicinarono mamma Maria e papà Pietro: “Come vi sentite?”
“Bene, bene” - rispose Goffredo.
Il servo aveva bisogno di raccontare la sua missione.
Maria e Pietro lo ascoltarono a lungo, ora sorridendo o meravigliandosi, ora riflettendo o rattristandosi.
Goffredo, a testimonianza della sua sincerità, trasse il frutto da un sacchetto di cuoio.
Pietro, che aveva combattuto contro i turchi nelle armate dell’Imperatrice, lo riconobbe subito: era un melograno di Ankara,
città di cui il Durini era stato arcivescovo.
La questione era spinosa: come aiutare Goffredo nella riuscita della sua impresa e sfuggire alle ire del Durini?
E come far passare qualche contadino per sciocco senza offenderlo?
Quel giorno tutta la famiglia non pensò ad altro.
Poi, giunta l’ora nona, Maria ebbe un’idea: ”Facciamo finta noi che sia un seme e piantiamolo”. Tutti esultarono, ma Pietro
era restio a passar per tonto. Maria gli disse:”Puoi sempre piantare altro e dire che si tratta del melograno”. Pietro
acconsentì. La sera Goffredo tornò dal Durini, avendo compiuto la missione, Pietro seminò pomodori, il Durini rise
beatamente della sua indecenza.
Il frutto aveva dato altri frutti di maggior valore di un melograno: l’accoglienza, la cura dei sofferenti, la solidarietà tra povera
gente contro la superbia dei potenti … e il santo donato non poté che chiamarsi San Fruttuoso.

210
IL CARDINAL DURINI
Il 3 agosto 1778 il cardinal Durini donale sacre spoglie di
San Fruttuoso alla chiesa del Paese.
Angelo Maria Durini nasce il 24 maggio 1725 a Milano.
Amante della poesia classica è accolto nell’Accademia
dell’Arcadia nel 1756. Nel 1759 è inquisitore a Malta,
poi ambasciatore della Santa Sede a Varsavia e infine
governatore ad Avignone. Nel 1776 si ritira a vita privata
ed è nominato cardinale.
Trascorre gli anni circondato dall’affetto e dalla stima dei
migliori esponenti della vita culturale milanese (Parini,
Verri, ecc.).
La maggior parte dell’anno abita nel parco di Monza
(villa Mirabello), dove fa costruire Villa Mirabellino,
utilizzandola per incontri letterari. Nel 1787 acquista la
villa di Balbiano sul lago di Como, ampliata con la
costruzione del Balbianello, posto sulla penisola che
guarda l’Isola Comacina. Poco prima di morire dona a
Brera la sua ricchissima biblioteca. Scompare il 28 aprile
1796 a Balbiano. Il Cardinal Durini - Stampa del 1776

don Francesco Vitali parroco dal 1855 al 1882 don Luigi Mariani, parroco dal 1888 al 1917

don Bartolomeo Molteni,


211 parroco dal 1931 al 1942
Elenco dei Parroci
N. Parroco Periodo N. Parroco Periodo
1 don Marco Garriano 1580 - 1588 13 don Giambattista Corbetta 1772 - 1818
2 don Ambrogio Giudici 1590 - 1592 14 don Domenico Locatelli 1818 - 1835
3 don Martino Gambotto 1593 - 1600 15 don Carl’Antonio Bonari 1836 - 1855
4 don Marcantonio Maffioli 1601 - 1634 16 don Francesco Vitali 1855 - 1882
5 don Pietro Paolo Ghezzi 1648 - 1657 17 don Luigi Martinenghi 1882 - 1888
6 don Carlo Antonio Lozzo 1657 - 1660 18 don Luigi Mariani 1888 - 1917
7 don Franceso Cernusco 1660 - 1670 19 don Angelo Panigada 1917 - 1931
8 don Carlo Gerolamo Caggiada 1670 - 1682 20 don Bartolomeo Molteni 1931 - 1942
9 don Giacomo Antonio Corbetta 1683 - 1695 21 don Giovanni Colombo 1942 - 1965
10 don Giuseppe Viganò 1696 - 1732 22 don Paolo Colombo 1965 - 1991
11 don Carlo Giuseppe Morelli 1732 - 1754 23 don Tarcisio Colombo 1991 - 2002
12 don Francesco Marai Ghezzi 1754 - 1772 24 don Eligio Ciapparella 2002 - ?

Asilo Sacra Famiglia


La nascita dell’Asilo Sacra Famiglia s’inserisce
nel progetto pastorale del cardinale Andrea Carlo
Ferrari, arcivescovo di Milano, rivolto a
consolidare la presenza della Chiesa nell’ambito
della vita sociale e dell’educazione a cavallo tra
‘800 e ‘900. In tal senso il maggior impegno da
parte delle parrocchie diventa condizione
essenziale. Col cardinal Ferrari riprendono le
visite pastorali, indispensabili per conoscere la
realtà concreta della Chiesa sul territorio e per
proporre forme di progettazione al fine di dare
risposte alle urgenze dei tempi nuovi. In quel
periodo la parrocchia vive una condizione di
cambiamento indirizzata a trasformare il suo
tradizionale volto rurale.
L’11 febbraio 1909, prima della seconda visita
pastorale del cardinal Ferrari, il parroco, don
Luigi Mariani, compila un questionario che offre
dati interessanti sulla partecipazione popolare
alle attività della chiesa locale: sono 390 i membri
della Confraternita del Santissimo Sacramento
(fondata a San Fruttuoso nel 1800), 150 i
“terziari”, 100 le “figlie di Maria”, 50 i “luigini”,
120 gli aderenti alla Società di Mutuo Soccorso,
180 quelli del nuovo Circolo Uomini Cattolici ed è
avviato un oratorio festivo, “unito alla Chiesa
Parrocchiale”. A tutto ciò va aggiunto il progetto
Decreto di approvazione dello Statuto dell’Asilo - 11 febbraio 1917 educativo dell’Asilo. E’ una parrocchia in
notevole fermento.

212
A Milano, il 29 aprile 1909, nello studio del notaio Giuseppe
Rossi, il parroco don Luigi Mariani, padre Domenico Anghinelli,
oblato di Rho, e Luigi Beretta sottoscrivono l’atto d’acquisto
dalla signora Carolina Nova, vedova del possidente Leopoldo
Rovida, di un appezzamento di terreno di 2.000 metri quadrati.
Nella stessa circostanza il Beretta compra, sempre dalla Nova,
altri 2.490 metri quadrati confinanti col terreno stesso.
I tre diventano, a tutti gli effetti, proprietari del terreno dove ora
sorge l’asilo.
Il 9 maggio 1909 iniziano i lavori per edificare l’Asilo infantile,
che dovrà ospitare anche l’Oratorio femminile festivo.
Alle spese di costruzione concorre tutta la popolazione del paese,
per un importo totale di 40.000 lire:
Luigi Beretta offre 3.600 lire per l’acquisto del terreno, don
Mariani 5.000 lire per il muro di cinta e padre Anghinelli dona la
statua della Sacra Famiglia, tuttora presente nella cappella
dell’Asilo. Atto d’iscrizione di Giuseppe Pessina
Il 28 agosto 1910 il cardinal Ferrari benedice l’Asilo e l’Oratorio alla Confraternita del SS. Sacramento - 1931
femminile, con la partecipazione di autorità ecclesiastiche e civili,
quali monsignor Paolo Rossi, arciprete di Monza, e il deputato Cesare Nava, fra i primi cattolici eletti alla
Camera.
Il 25 ottobre 1910 arrivano le prime Suore di
Carità, in paese conosciute come Suore di
Maria Bambina, e il 3 novembre inizia la loro
opera, che proseguirà fino agli anni ‘80.
I compiti delle religiose sono regolati dalla
convenzione stipulata a Milano il 21 agosto
1910 dal parroco e dalla superiora generale
suor Maria Angela Ghezzi, con la quale
l’Istituto s’impegna a destinare “n. 2 Suore e
n. 1 Mandataria per la direzione e
l’insegnamento nell’Asilo infantile di Cascine
Bovati”, secondo un “sistema di educazione dei
bambini” ispirato “ai principi della fede e
morale cattolica e alle regole di una sana e soda pedagogia”.
L’Asilo Sacra Famiglia deve la sua origine alla
comunità e alla popolazione di san Fruttuoso, tutta.
Nel 1912 l’Oratorio femminile, nei locali dell’Asilo
Sacra Famiglia, vede la frequenza di 150 ragazze,
quello maschile, accanto alla chiesa parrocchiale, di
150 ragazzi.
L’Asilo, ormai avviato, cresce col sostegno dei 393
iscritti alla Pia Unione Sacra Famiglia.
Nel 1915, il parroco, don Mariani, poliomielitico e
costretto spesso a rimanere seduto, elenca “beni
stabili”della parrocchia: “1° Oratorio Festivo Maschile
senza ricreazione unito alla Chiesa Parrocchiale. 2°
Oratorio Festivo Femminile con ricreazione unito all’Asilo
d’infanzia, questo non è ente morale. I proprietari di questo
sono il Parroco attuale Mariani, il M. R. Oblato Signor
Anghinelli Don Domenico e il Signor Beretta Luigi”. La Grotta di Lourdes all’Asilo - 1960

213
Il 24 dicembre 1916 si approva lo Statuto
in seguito al quale l’Asilo diventa ente
morale con amministrazione autonoma in
base al decreto di Tommaso di Savoia duca
di Genova del 11 febbraio 1917.
L’erezione in ente morale, ai sensi della
legge Crispi del 1890, costituisce una
garanzia importante per la nuova
configurazione giuridica che l’Asilo assume
(possibilità di ricevere lasciti e donazioni) e
per il riconoscimento dei princìpi ispiratori,
una volta approvato lo statuto con Decreto
Regio. Si tratta di un quadro legislativo che
assicura continuità delle opere nella nuova
veste di “Istituzioni pubbliche di
beneficenza”: quanto di meglio poteva
I catechisti all’Asilo
tutelare le realtà educative per l’infanzia
in alto da SX: F. Fossati, S. Pagani, P. Villa, A. Longoni (anni ‘50)
in basso da sx: G. Vergani, balia, M. Caprotti, F. Galimberti sorte in quegli anni, prima del Concordato
del 1929.
Su questo punto si accende un duro scontro all’interno del Consiglio Comunale di Monza
Nella seduta del 12 maggio 1916, la nuova Giunta socialista ritiene incompatibile il carattere pubblico
dell’istituzione con un’educazione religiosa, presentando una relazione firmata dal sindaco Ezio Riboldi e
dall’assessore Ettore Reina.
Secondo la cronaca de “Il Cittadino”, essi “vedono nello statuto la preoccupazione non tanto di provvedere a
raccogliere, assistere, educare i piccoli bimbi poveri dai tre ai sei anni, sostituendosi così alle famiglie che,
costrette al lavoro, non possono dare ai loro piccini tutte le cure necessarie, ma quella invece di assicurare alla
istituzione un dato carattere religioso, di salvaguardarne tale carattere in qualunque modo, di impedire che possa
comunque essergli tolto in avvenire”.
L’ordine del giorno proposto dalla Giunta dichiara “antididattico ogni insegnamento di carattere religioso
impartito a bambini dai tre ai sei anni”, deliberando di esprimere un parere favorevole “alla condizione
almeno che nell’Asilo vengano pure accolti con rispetto assoluto alla credenza dei genitori, e magari in speciale
reparto, anche quei fanciulli le
cui famiglie non intendano, per
qualsivoglia ragione, coartare la
tenera mentalità dei propri
bambini a date scuole o
credenze”. Nella discussione i
cattolici replicano
vivacemente, ma la
maggioranza mantiene la sua
posizione, auspicando, sempre
secondo “Il Cittadino”, che
“in qualsiasi asilo o scuola, sia
pubblica che privata, venga
vietato ogni insegnamento delle
religioni positive, anche contro
la volontà dei genitori!”.
Lo Statuto è comunque
approvato ed entra in vigore il
17 agosto 1918.
Il parroco Don Giovanni Colombo e il pubblico al saggio finale – anno scolastico 1953 - 54

214
L’Amministrazione Comunale nomina i
propri rappresentanti nel Consiglio
dell’Asilo nelle persone di: Ulderico
Brambilla (1917 – 19), Angelo Varisco (1920
– 48), Alfredo Casiraghi (1949 – 56), Giulio
Pessina (1956 - 64).
Il 5 luglio 1918, don Angelo Panigada,
divenuto parroco, descrive una situazione di
grande difficoltà: la vita delle associazioni, a
causa dello “stato di guerra”, appare ridotta
“ai minimi termini”.
L’Asilo è però in piena attività con 140
bambini frequentanti sotto la direzione di
tre Suore di Carità.
I bambini durante il saggio finale – anno scolastico 1959 -80
Il 22 marzo 1919, Don Mariani, il nuovo
parroco, don Angelo Panigada, padre Anghinelli e Maria Beretta, figlia di Luigi, donano la proprietà al
nuovo ente morale, con l’obbligo di destinarlo in perpetuo a sede dell’Asilo.
Il 7 aprile 1927 Maria Beretta dona un
nuovo appezzamento di 640 metri
quadrati, confinante a ovest con
l’Asilo, che si assume l’onere di
costruire il muro divisorio, mentre
Luigi Cerizza offre un altro terreno, di
120 metri quadrati, confinante a nord.
Nel 1944, il parroco, don Giovanni
Colombo riferisce del buon andamento
della sottoscrizione per l’acquisto di
una “moderna cucina elettrica”. Molti
sono i lavori di miglioramento e
ristrutturazione che si compiono negli
anni ‘50, per adeguarsi alle nuove
esigenze pedagogiche e sanitarie, come i bambini e le bambine dell’anno scolastico 1910 - 1911
pure per arricchire la cappella e la
Grotta di Lourdes. I lavori sono sempre generosamente sostenuti dalla comunità, dal contributo del
Comune di Monza e della CARIPLO e da
privati benefattori.
Di particolare importanza sono le opere del
1959, con le vetrate che vanno a chiudere la
pensilina per unire i due corpi del fabbricato
e la sistemazione della mensa, affinché possa
essere utilizzata come teatro.
Con il passare dei decenni, la connotazione
giuridica dell’Asilo rischia di diventare un
ostacolo per la realizzazione delle delibere
del Consiglio di Amministrazione, in quanto
sottoposte a una serie di consuetudini
burocratiche assai lunghe.
Per potersi muovere con maggiore libertà e
dare adeguato rilievo al rapporto con la
parrocchia è domandata la
“depubblicizzazione” alla Regione
Planimetria dell’Asilo Sacra Famiglia - 2010 Lombardia, che la concede il 9 aprile 1992
215
Da quel momento l’Asilo si chiama Scuola Materna Sacra Famiglia e diventa un ente morale di “natura
privata”. In precedenza, nel 1982, le suore lasciano l’abitazione nei locali dell’Asilo e nel 1985 si ritira
l’ultima direttrice religiosa.
Le difficoltà non mancano e il Consiglio di
Amministrazione dirige l’attività della
Scuola Materna con impegno. La
ristrutturazione, avviata nel 1992 e
conclusa nel 1995, vede lavori di grande
rilievo con ingenti spese.
Il 5 giugno 2001 l’Asilo diventa scuola
paritaria, gestita, dal 27 giugno 2009,
dall’Associazione Scuola dell’Infanzia
Sacra Famiglia.
Le tappe della Storia dell’Asilo rilevano lo
stretto legame, non solo con la comunità
di San Fruttuoso, ma con tutta la
popolazione. E’ riduttivo e le bambine e i bambini dell’anno scolastico 1934 - 35
autoreferenziale ricondurre la cura che le
famiglie hanno dei propri bambini al solo ambito cattolico, riferendosi all’Asilo. Alla Scuola Materna Sacra
Famiglia di San Fruttuoso si sono formati bambini di famiglie appartenenti a ogni estrazione sociale,
politica, religiosa, economica, culturale.
Nessun abitante del paese s’è mai rifiutato
di aiutare il nostro asilo, sia sul piano
economico, sia su quello organizzativo o di
manovalanza. Anche nei momenti più
difficili, l’attaccamento della popolazione
al suo Asilo è sempre tangibile, anche a
scapito del proprio credo, del proprio
censo, della propria cultura, o di altro.
Perché?
Perché l’asilo è dei bambini, e i bambini
sono il sale di ogni famiglia, sono la
speranza, sono la spontaneità che nessun
genitore, anche il più “stolto” venderebbe
La Filodrammatica femminile al teatro dell’Asilo - 1949
a qualsiasi ideologia.
E’ un concetto che i molti sacerdoti che si sono succeduti a San Fruttuoso negli ultimi cinquant’anni, non
hanno mai compreso pienamente,
semplicemente perché non sono
incarnati col paese.
Qualcuno ha provato a comprenderlo,
ma non c’è riuscito: chi per timidezza,
chi per codardia, chi perché troppo
legato al potere del “ruolo”, chi per
integralismo esasperato, ecc.
Eppure l’Asilo potrebbe essere il
punto di partenza per una collettività
allargata, per la creazione di un
tessuto sociale nuovo, dove, nella
diversità, si esprime insieme la propria
individualità col confronto, col Scuola di ricamo e cucito all’Asilo – anni ‘30
dialogo e con la disponibilità all’aiuto
reciproco.
216
Cimitero
San Fruttuoso è l'unico quartiere di Monza ad avere un proprio cimitero.

La costruzione del camposanto avviene tra il 1807 e il


1810, quando la distanza col centro della città sembra
troppo grande perché le famiglie possano portare
continua devozione ai propri defunti.

Nello stesso periodo, analoghe richieste sono avanzate


dagli abitanti di altre parrocchie.

Cimitero di San Fruttuoso - 2011

Nel 1810 si edifica il cimitero di San


Gerardo e si benedice quello di San
Gregorio, costruito nel 1680, ampliato
nel 1808 e rimasto attivo fino al 1930,
anno della costruzione del Cimitero di
Via Foscolo.

A San Fruttuoso, prima dell'attuale


ubicazione, il cimitero si trova vicino
alla chiesa parrocchiale.

Nel 1877 s’ingrandisce il camposanto


su una superficie più ampia.
Nel 1901 si costruiscono le prime
cappelle e cripte mortuarie di alcune
famiglie abbienti.
Cimitero di San Fruttuoso - 2013

Nel 1921 si amplia il cimitero, con


piazzole riservate a bambini e
adulti, passando da un’area di 1132
mq. a una di 1708 mq.

I lavori li realizza la ditta Crippa


Giovanni di Muggiò, che si
aggiudica l’appalto, offrendo un
ribasso del 24% sulla spesa prevista
in capitolato.

L'opera di costruzione costa al


Comune 22.658 lire.

217
Funerali
del Parroco Don Giovanni Colombo - 1965

Nel 1948 il Comune costruisce 160 nuovi ossari cui ne seguono altrettanti nel 1950.
E’ del 199 ? l’ampliamento al raddoppio.

Ricordo dei defunti – Celebrazioni per il 70° della Cooperativa Edificatrice Cattolica- 1985

218
Oratorio San Giovanni Bosco
Nel 1903, il parroco, don Luigi Mariani scrive
dell’esistenza di “oratorio festivo unito alla chiesa
parrocchiale”, è probabile che tale istituzione
religiosa risalga a tempi più remoti, vista la
presenza in Parrocchia di un sacerdote coadiutore,
don Francesco Vitali, fin dal 1839.
Nel 1855, don Vitali diventa parroco di San
Fruttuoso. Arriva in suo aiuto Don Erasmo Valenti
che rimarrà fino al 1903, per poi diventare parroco
a Rescaldina.
Dal 1904 il coadiutore è don Angelo Panigada che
rimane tale fino al 1917, anno in cui diventa
parroco di San Fruttuoso. Nel 1931 diventa curato
a Caponago.
Almeno dal 1903, è inoltre presente l’oratorio di S.
Sullo sfondo l’Oratorio di Sant’Ulderico -Torneamento - anni ‘40
Ulderico vicino al Castello del Torneamento.
Nonostante l’esistenza di tali istituzioni, si può affermare che il disegno oratoriano “alla Don Bosco”, arriva
a San Fruttuoso all'inizio degli anni '30, grazie alla lungimiranza del sacerdote, don Luigi Colombo,
collaboratore del parroco don Bartolomeo Molteni.
L’apertura dell’oratorio di Via Tazzoli, 10 risale
al 9 gennaio 1932. Dopo due anni dall’inizio dei
lavori, il progetto del tecnico Bruno Maldotti è
completamente realizzato.
Si tratta di un fabbricato costituito da un salone
con palcoscenico a uso spettacoli e proiezioni
cinematografiche, due locali parzialmente
interrati ad uso aule per catechismo e camerini
per gli attori, un salone che svolge funzione di
bar e sala giochi, due locali interrati sotto il bar
utilizzati per la caldaia e per il magazzino e
infine tre locali per la biglietteria del cinema,
Don Angelo organizza il Tour de France per le vie di San Fruttuoso
magazzino del bar, magazzino del teatro.
Nel 1936 il fabbricato è ampliato con un
sopralzo, progettato da Leo Sorteni, situato sopra al
bar. Si tratta della chiesina dell’oratorio.
Nel 1944, con don Angelo Gariboldi, si provvede alla
costruzione di un portico aperto che offre visibilità
all’entrata di Via Tazzoli.
Nel settembre 1945, con l’acquisto di una nuova
macchina per il cinema, si edifica la cabina per il
proiettore.
Nel 1946 sopra al portico sono edificati tre locali per il
custode e due locali per il catechismo.
Nel marzo 1949, al portico costruito nel ’44, si
aggiungono due locali e il cancello d’entrata, ancora
visibile dall’esterno. Il locale più piccolo diventa
portineria, quello più grande è la nuova cappella
dell’oratorio.
Nel 1957 Don Angelo Gariboldi lascia San Fruttuoso e
al suo posto arriva Don Carlo Peloia.
Cappella dell’Oratorio di Via Tazzoli - 1968
219
Dalla collaborazione tra Don Carlo e la Cooperativa Edificatrice Cattolica nascono le basi per il nuovo
oratorio di Via della Novella.
La CEC (Cooperativa Edificatrice
Cattolica) acquista il terreno in
fianco all’Oratorio di Via Tazzoli.
Dopo una trattativa lunga e
veramente estenuante, ne entra in
possesso a un prezzo davvero
conveniente.
I consiglieri, Giulio Pessina e
Ambrogio Caprotti, Alessandro
Cassanmagnago propongono al
parroco Don Giovanni Colombo
l’acquisto del terreno alle stesse
condizioni che la CEC è riuscita a
spuntare dai proprietari.
La parrocchia è favorevole e la
Partita di calcio all’Oratorio di Via della Novella - 1962 CEC le cede il compromesso di
compravendita.
Il terreno in fianco all’oratorio di Via Tazzoli diventa proprietà totale della parrocchia, grazie al contributo
continuo, disinteressato di tutta la gente, senza distinzione di credo politico o religioso. Moralmente e
cristianamente, quel terreno è davvero di tutti.
La CEC ha bisogno di altri poderi su cui
costruire abitazioni per i cittadini e, in tal
senso, individua l’area di Via della
Novella. Anche stavolta le trattative sono
lunghe e difficoltose, ma vanno a buon
fine.
Intanto, in parrocchia v’è fermento: si
valuta la possibilità di costruire una
nuova chiesa, individuando la superficie
nel terreno di Via Tazzoli.
Si pone però il problema di dove trasferire
l’Oratorio.
Ancora una volta interviene la CEC che
lascia la possibilità alla parrocchia di
acquisire il terreno di Via della Novella al
favorevole prezzo concordato e con un
50° di sacerdozio di Don Carlo Peloia, con tre dei suoi ex-ragazzi - 2007 sostegno notevole da parte dei consiglieri
della cooperativa per sbrigare gli aspetti
burocratici e le relazioni con le banche.
Il terreno di Via della Novella diventa proprietà totale
della parrocchia, grazie al contributo continuo e
disinteressato di tutta la gente, senza distinzione di
credo politico o religioso … e al prodigarsi di Don
Carlo Peloia che, viste le pesanti condizioni di salute
del parroco, si sobbarca l’onere di condurre in porto
l’impresa.
Mentre si pongono le basi per l’Oratorio di Via della
Novella, in Via Tazzoli continua l’attività educativa
rivolta ai ragazzi, attraverso la catechesi, il gioco e la
preghiera.
220
Convento de Penha – foto Juniorzzi - 2008
Il 13 settembre 1959 è grande festa. Dal Brasile arriva la
Madonna della Penha (Madonna della Roccia).
La statua è una copia dell’originale che si trova in Brasile, nella
città di Vila Velha, dove è conservata nel Convento de Penha.
Prossimamente l’Unesco nominerà il convento patrimonio
culturale dell’umanità.
L’originale, scolpito nel 1570, più volte offre testimonianza di
poteri miracolosi.
La Madonna rimane sempre sulla roccia, ma in due occasioni
scende al piano. La prima, nel 1769, per salvare, con la pioggia, la
città di Vitoria da una tremenda siccità; la seconda, nel 1951, per
festeggiare con gli abitanti di Vitoria il 4° centenario della città e
l’incoronazione ufficiale della statua medesima da parte di Papa
XII. In Brasile è la protettrice dei ciclisti.
Nel 1958, il Vescovo di Vitoria chiede a Carlo Crepaz di scolpire
una copia della statua e, una volta benedetta, la invia di
parrocchia in parrocchia. Anche il fac–simile opera guarigioni,
miracoli, prodigi di fede e conversioni.
Carlo Crepaz nasce a Ortisei nel 1919. Studia
Nel 1959, padre Daniele
all’Accademia di Belle Arti. Poco disponibile alle Caprotti, missionario in
esigenze artistiche del Fascismo, si trasferisce in Brasile, dona la copia
Brasile. Insegna Scultura al Centro d’Arte La Madonna della Penha di San Fruttuoso - 1959
all’oratorio di San
dell’Università dello Stato di Espirito Santo.
Naturalizzato brasiliano, elabora una forma di
Fruttuoso. Nel frattempo, don Carlo Peloia fa completare dai
scultura dedicata alla figura umana, rispettando i ragazzi dell'oratorio i dipinti della cappella, poiché deve essere
canoni dei classici, inserendo stilizzazioni e pronta ad accogliere la
geometrie del moderno ‘900. Madonna della Penha e i suoi
Partecipa all’elaborazione del progetto per la
costruzione di Brasilia. Già ammalato nel paese
miracoli. Nel 1968 arriva
natale dove muore nel 1992. all’Oratorio di San Fruttuoso
Don Enrico Vitali: il prete più
veloce del mondo (corre i 100 m. in 10.70). Con la sua presenza si
completa il trasferimento dell’Oratorio da Via Tazzoli a Via della
Novella. Quest’ultimo, progettato dall’arch. Malvezzi come se fosse una
scuola, diviene veramente tale fino dal 1972 al 1979-80, affinché i nostri
ragazzi non debbano recarsi oltre il Viale Lombardia per studiare. La
cappella del vecchio oratorio cade in disuso ed è affittata come garage
per qualche anno. In seguito è ristrutturata e utilizzata come sala
riunioni da parte della parrocchia. Il vecchio oratorio ha comunque una
vita culturale molto intensa, grazie all’uso del cine –teatro.

La Pietà di Carlo Crepaz - (1963)

Il teatro e il cinema con don Angelo e don Carlo è


utilizzato per la proiezione di film western, film
peplum, film biblici, film di formazione religiosa.

La domenica pomeriggio (e, per alcuni anni anche il


giovedì pomeriggio) lo spettacolo è dedicato ai
ragazzi.
Domenica pomeriggio al cinema dell’Oratorio – anni ‘60

221
La domenica sera la proiezione
serale è riservata ai giovani e agli
adulti.

Vi erano inoltre delle


rappresentazioni musicali e
teatrali di compagnie di San
Fruttuoso ed esibizioni dei
bambini della scuola elementare.

Con Don Enrico il Cine-Teatro


San Fruttuoso assume
un’importanza enorme sia per il
paese, sia per la città di Monza.
Per anni diventa un punto di
riferimento cittadino per il
cinema, il teatro, la musica.
Spettacolo teatrale musicale con orchestra al Cine – Teatro dell’Oratorio di Via Tazzoli - 1946

Si esibiscono tra gli altri: l’attore Arturo


Corso, il pianista Keith Tippett, il coro de I
Piccoli Cantori del Duomo di Milano diretti
da Luciano Migliavacca, il regista e attore
Fabio Battistini, i coristi del Coro Nives,
l’attrice Rossella Falk, lo scrittore,
disegnatore e autore televisivo Guido
Clericetti, la pianista De Angeli, il gruppo
country Southern Comfort String Band, ecc.
La programmazione cinematografica
raggiunge livelli davvero eccellenti, tanto che
tutti i quotidiani nazionali la riportano nella
pagina degli spettacoli.
Il costo del biglietto rimane molto basso (col
senno di poi, possiamo definirlo un errore), i
film sono di ottima qualità e proposti al
pubblico con un supporto critico.
Nel 1977 sono presentati una serie di quattro
concerti di eccellente livello, che dovrebbero
dare inizio al Maggio Musicale Monzese, ma le
difficoltà economiche non danno seguito
all’iniziativa.
La gestione della programmazione è affidata
a un gruppo di giovani oratoriani
appassionati di cinema, musica e teatro:
Giulio Mazza, Luigi Tresoldi, Umberto
Pessina, Norberto Beretta, Alfredo Sangalli,
Giovanni Pessina. Le difficoltà economiche
sono notevoli, ma il gruppo di lavoro
continua con entusiasmo, fondando nel 1982
il “Circolo Cinematografico Ermanno Olmi”.

222
Viene presentato il film Rambo, suscitando un
impatto notevole nel dibattito culturale
cinefilo, poiché il gruppo comunica che, da quel
momento, esisterà il cinema “prima di Rambo e
dopo Rambo”. L’affermazione sembra assurda
quanto forte, ma se pensiamo all’invasione di film
d’azione, di guerra, di fantascienza carichi di
banalità e d’idiozie nati dal successo del film con
Sylvester Stallone, possiamo dire che quel gruppo
di giovani qualcosa di profetico l’aveva.
Il 13 febbraio 1983, a Torino, Cinema Statuto va
in fiamme: muoiono sessantaquattro persone.
Tale avvenimento origina la revisione completa
della normativa italiana sulla sicurezza contro gli Don Enrico Vitali gioca all’Oratorio di Via Tazzoli
incendi nei locali pubblici, cinematografi in Foto Paolo Rizzotti – 1970
particolare. Si va dall'obbligo dell'utilizzo di
materiale ignifugo per tendaggi, coperture di sedili, ecc, alle norme di sicurezza per gli impianti elettrici, le
vie di fuga, ecc. Il Cine –Teatro San Fruttuoso non ha i soldi per rientrare nei parametri della normativa,
poiché i lavori da compiere sono da paragonarsi a un’autentica ristrutturazione dell’edificio.
Nel 1984, il parroco, don Paolo Colombo, temendo di
non riuscire a raccogliere il denaro sufficiente sia per
sistemare il tetto della chiesa, sia per ristrutturare il
cine-teatro, decide di chiudere quest’ultimo
definitivamente.
Scompare un fondamentale punto di riferimento per
molte generazioni di giovani di San Fruttuoso.
Siamo convinti che, se Don Paolo avesse avuto memoria
della generosità della popolazione del paese, e se fosse
stato ancora presente, don Enrico, divenuto parroco di
S. Bartolomeo Val Cavargna nel 1983, il Cine-Teatro
Oratorio di Via della Novella - 1973 esisterebbe ancora.
Ma con i se e con i ma non si fa la storia … ma con un
po’ di coraggio e di fiducia nei propri parrocchiani la si fa eccome ! ! !
L’oratorio di Via Tazzoli diventa un
luogo fatiscente, talvolta utilizzato
per feste di compleanno, talvolta
usato dai bambini della scuola
materna per giocare nel prato,
talvolta impiegato per riunioni di
gruppi parrocchiali e/o caritativi.
Certo è che la continuità di
presenza e l’attivismo di trent’anni
fa sono scomparsi.
Nel 1983 arriva Don Emanuele
Spada e l’oratorio si arricchisce di
un giornalino mensile, di gruppi
sportivi, di gruppi di volontariato
molto attivi. Su tutti l’Operazione
Mato Grosso (OMG), associazione
Pubblico durante uno spettacolo teatrale – oratorio di Via Tazzoli - 1977
nata nel 1967 che opera in America
Latina. Tra il 1989 e il 1991, il gruppo OMG di San Fruttuoso diventa un punto di riferimento per tutto il
movimento che conta più di dieci mila volontari in Italia e circa 300 in America Latina.
223
Nel 1992 Don Emanuele lascia San Fruttuoso.
Lo sostituisce don Alberto Rocca.
Saranno i tempi, sarà il rigore preconciliare del
coadiutore, sarà il vaglio culturale che un ragazzo
deve superare per entrare in sintonia con Don
Alberto, sta di fatto che l’oratorio si svuota nella
fascia d’età che va fino ai quindici anni. La domenica
si contano sulle dita di una mano le presenze.
Don Alberto è piuttosto duro nei confronti dell’OMG,
che si vede costretto a trovare una nuova sede per
garantirsi la necessaria indipendenza di azione.
Ottima è la costituzione da parte di Don Alberto, di
un coro polifonico giovanile che esegue brani che
vanno dal Rinascimento al Romanticismo.
Che don Alberto non sia sacerdote adatto alla
Don Emanuele Spada incontra Papa Giovanni Paolo II - 1988 conduzione di un oratorio si vede anche dagli
importanti incarichi che svolge oggi: dottore della
Veneranda Biblioteca Ambrosiana direttore della classe di Studi Borromaici, Responsabile dell'Ufficio
Stampa della Biblioteca e della Pinacoteca Ambrosiana.
Nel 1998 arriva Don Roberto Maier. I ragazzi tornano in
oratorio, il coro migliora, specializzandosi in musica antica,
nasce il Centro Culturale Giovanile Lo Gai Sabér, che
organizza concerti, serate culturali, rappresentazioni
teatrali. Quando don Roberto lascia San Fruttuoso per
Milano, Lo Gai Sabèr scompare, così come il coro
polifonico.
Notiamo come per molti sacerdoti passati per San
Fruttuoso, sia difficile radicare le proprie iniziative tra le
persone, in modo che durino nel tempo, anche dopo il loro
trasferimento.
Pensiamo che sulla questione vada elaborata una profonda
riflessione da parte dei sacerdoti, dei laici e anche dei
vertici della Chiesa diocesana.

Nel 2008 arriva in oratorio Don Alessandro Colombo che, a


causa della mancanza di sacerdoti, ha il compito di seguire
quattro oratori di quattro parrocchie differenti. San Il logo de Lo Gai Sabèr - 1998
Fruttuoso, San Giuseppe, San Carlo e Triante. Le difficoltà
sono molte e il dare responsabilità educative ai fedeli laici è d’obbligo.
I sacerdoti dell’Oratorio
N. Sacerdote Periodo N. Sacerdote Periodo
1 don Luigi Colombo 1930 – 1938 5 don Emanuele Spada 1983 -1992
2 don Angelo Gariboldi 1938 – 1957 6 don Alberto Rocca 1992 – 1998
3 don Carlo Peloia 1957 – 1968 7 don Roberto Maier 1998 – 2008
4 don Enrico Vitali 1968 – 1983 8 don Alessandro Colombo 2008 - ?

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