L’art 1153 il possesso vale titolo) abbiamo visto come i beni mobili circolano liberamente
rispetto ai beni immobili, perché si acquista il possesso e la proprietà anche se chi ci vende il
bene immobile non è il proprietario.
Attraverso questo titolo, noi acquistiamo il possesso e la proprietà. E se qualcuno trasferisce
un bene mobile a più persone contemporaneamente, commettendo un illecito, acquista la
proprietà chi per primo ha acquistato il possesso.
Il possesso consente di avere una certezza.
L'art. 1153 del codice civile testualmente dispone :" Colui al quale sono alienati (ceduti
diritti) beni mobili (sulla cosa) da parte di chi non è il proprietario, questo, ne acquista la
proprietà mediante il possesso, purchè sia in BUONA FEDE al momento della consegna e
sussista un titolo idoneo al trasferimento della proprietà".
Per facilitare la circolazione di beni mobili la legge stabilisce che, quando il bene mobile mi
viene consegnato, il POSSESSO, congiunto alla mia BUONA FEDE, mi fa ACQUISTARE
la proprietà del bene anche nell'ipotesi in cui, per caso, chi mi ha venduto il bene non sia
stato effettivamente il suo legittimo proprietario. (Quindi se acquisto in BUONA FEDE ad
esempio un orologio e chi me lo vende NON mi dice che su questo orologio c'è un PEGNO,
DIVENTO LEGITTIMO proprietario dell'orologio e contro di me NON può essere fatta
valere alcuna azione di diritto di pegno dal creditore pignoratizio.)
Il rapporto obbligatorio
Con il termine rapporto obbligatorio si intende il rapporto tra due soggetti: il soggetto
passivo, il cosiddetto debitore, ed il soggetto attivo il cosiddetto creditore. Quindi alla
posizione passiva di debito, fa da contraltare quella attiva di credito. In particolare al debitore
fa capo una obbligazione, (dal latino obligatio-obligatium, vincolo, vinculum iuris) nei
confronti del creditore che ha esercitato il suo diritto di credito, detto relativo in quanto può
esser fatto valere solo nei confronti di quest’ultimo e non erga omnes.
Se l’obbligazione non viene adempiuta, il creditore può invocare misure coercitive solo sul
patrimonio dell’obbligato, la responsabilità è soltanto patrimoniale (non ci sono pene fisiche,
e non è previsto l’arresto a differenza di quanto avveniva in altri tempi) come recita appunto
l’art. 2740 c.c. “Il debitore risponde dell'adempimento delle obbligazioni con tutti i suoi beni
presenti e futuri. Le limitazioni della responsabilità non sono ammesse se non nei casi
stabiliti dalla legge.”
Nel nostro ordinamento giuridico non vi è una definizione di obbligazione. Traiamo questo
concetto dalle Istituzioni di Giustiniano, dalle quali il legislatore nel 1942 ha apportato delle
modifiche dando vita all’articolo 1173.
- Contratto
- Fatto illecito
- Ogni altro atto o fatto idoneo a produrle in conformità dell’ordinamento giuridico
(promesse unilaterali, titoli di credito, gestione d’affari, pagamento dell’indebito,
arricchimento senza causa, imposizione tributaria.)
Ecco perché tali fattispecie si dicono fonti delle obbligazioni. L'elenco delle fonti delle
obbligazioni è aperto, nel senso che anche fattispecie non previste in puntuali norme di legge
possono generare obbligazioni, purché conformi all'ordinamento giuridico (atipicità delle
fonti).
“Le obbligazioni derivano da contratto (1321 e seguenti), da fatto illecito (2043 e seguenti),
o da ogni altro atto o fatto idoneo a produrle (433 e seguenti, 651, 2028 e seguenti, 2033 e
seguenti, 2041 e seguenti) in conformità dell'ordinamento giuridico.”
I fatti che producono le obbligazioni sono i fatti legali, quelli proveniente da una legge:
L’indebito
Un’altra obbligazione legale è quella dell’indebito. Esegue una prestazione che non doveva
seguire. Paga un debito che non era sua perché lo fa in buona fede. In questo caso chi ha
ricevuto l’indebito ha l’obbligo di restituire ciò che ha avuto.
Le promesse unilaterali
Sono quelle tipiche, quelle stabilite dalla legge. Cioè la promessa di pagamento e la
ricognizione di debito. La promessa di pagamento è una azione unilaterale nel momento in
cui promette di pagare la somma. Da questa promessa nasce l’obbligazione.
La ricognizione di debito è una dichiarazione unilaterale con cui un soggetto riconosce
l’esistenza di un debito nei confronti di un altro soggetto, e in questa dichiarazione nasce
l’obbligo di eseguire la prestazione.
Imposizione tributaria
L'obbligazione tributaria, pur essendo un'obbligazione di diritto pubblico, non differisce dal
punto di vista strutturale e concettuale da quella di diritto privato regolata nel codice civile.
L'obbligazione tributaria è un'obbligazione con effetti definitivi. Il tributo chiesto ai cittadini
serve per arginare le spese pubbliche.
Obbligazione naturale.
Tra le obbligazioni vengono riconosciute le cosiddette obbligazioni naturali, che si ha
allorquando una determinata prestazione è dovuta non in forza delle fonti appena citate,
bensì in esecuzione di un dovere morale. Significa che il debitore non è giuridicamente
obbligato ad eseguire la prestazione.
Un esempio tangibile di obbligazione naturale è il debito di gioco. Chi gioca non ha
l’obbligo giuridico di pagare, se lo fa, lo fa spontaneamente. Una volta adempiuta
l’obbligazione il debitore non può chiedere indietro ciò che ha dato. Un altro esempio
tangibile è il caso della convivenza more uxorio, non disciplinata dall’ordinamento giuridico.
Nel caso della cessazione di una convivenza, può succedere che un convivente chieda la
restituzione di ciò che ha dato o condiviso con l’altro. La magistratura difende e protegge il
convivente economicamente più debole attraverso l’istituto dell’obbligazione naturale.
Obbligazioni plurisoggettive.
E’ possibile che l’obbligazione faccia capo ad una pluralità di soggetti debitori o creditori,
questo è il caso delle obbligazioni plurisoggettive che possono essere di diversi tipi:
Obbligazione solidale passiva (un creditore più debitori): ciascuno dei più debitori è
obbligato ad effettuare a favore dell’unico creditore l’intera prestazione, e l’esecuzione di
questa, fatta da uno qualsiasi di essi, ha effetto liberatorio a favore di tutti gli altri [ad
esempio: se due coniugi (due debitori) contraggono un mutuo bancario, ciascuno è tenuto nei
confronti della banca (unico creditore) alla restituzione della somma. Se uno dei due coniugi
restituisce integralmente la somma alla banca, si estingue l’obbligazione]. Nel caso di questa
obbligazione, se uno dei condebitori solidali ha corrisposto al creditore l’intera prestazione,
questo ha diritto ad esperire un’azione di regresso, ha cioè diritto a richiedere a ciascuno
degli altri la parte di rispettiva competenza. (ad esempio: quattro condebitori sono in debito
di 100. Uno di questi salda interamente il debito. Successivamente avrà il diritto di richiedere
a ciascuno degli altri tre la restituzione di 25 a testa).
Obbligazione solidale attiva (più creditori, un debitore): ciascuno dei più creditori ha diritto
nei confronti dell’unico debitore all’intera prestazione e l’esecuzione fatta a favore di uno dei
creditori estingue l’obbligazione [ad esempio: se due coniugi (due creditori) sono
cointestatari di un medesimo conto corrente bancario, uno dei due può prelevare anche
l’intera somma del conto. In questo caso la banca, (l’unico debitore), con la sua prestazione
si libera da qualsiasi obbligo restitutorio anche nei confronti dell’altro.]
Obbligazione parziaria passiva (più debitori, un creditore): ciascuno dei più debitori è
tenuto ad eseguire una parte soltanto dell’unitaria prestazione, mentre la restante parte della
stessa prestazione deve essere eseguita da ciascuno degli altri condebitori per la parte che gli
compete (Ad esempio: Tizio deve dare 100 a Caio. Alla morte di Tizio subentreranno i suoi
eredi, ciascuno dei quali deve pagare Caio in proporzione alla quota ereditaria)
Obbligazione parziaria attiva (più creditori, un debitore): ciascuno dei più creditori ha
diritto ad una parte soltanto dell’unitaria prestazione, mentre la restante parte della stessa
prestazione deve essere eseguita a favore singolarmente degli altri creditori
Tipologia delle prestazioni