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Scienza e tecnologia dei materiali

Lezione 2

Nel design un PROCESSO è l’insieme delle attività correlate o interagenti che trasformano
un elemento in ingresso in elementi d’uscita (es. Parto dall’albero e finisco creando un
posacenere in legno) --> PROCESSO PRODUTTIVO.

PROCESSO DECISIONALE --> è la stessa cosa, trasformiamo delle idee iniziali per poi
arrivare alla nostra decisione.

Nel processo decisionale sono molto importanti le alternative (infatti non ci sono materiali
migliori di altri, esistono materiali più adatti e meno adatti per realizzare un determinato
prodotto).

Parliamo di scienza e tecnologia dei materiali, quindi:

TECNOLOGIA= technè (mestiere o arte) + logia (pensiero, parola o discorso su).

Questo vuol dire che io devo sempre ragionare, pensare prima di arrivare a un prodotto, “La
tecnologia è ciò che svela il vero nel bello”.

Come faccio quindi ad essere un tecnologo?

Il primo pensiero deve essere quello di soddisfare delle esigenze quindi per prima cosa
andiamo a definire delle prestazioni.

Tendenze all’industrializzazione
− Razionalizzazione del processo di produzione

− Ripetitività di modelli costruttivi

− Grandi quantità di materiali e tecnologie

− Libertà di variare la natura morfologica e tecnologica dei prodotti

Quindi ho bisogno di strumenti che valutino:


− La prestazione del prodotto

− L'attitudine all’uso dei prodotti

− I processi

− Criterio di giudizio univoco

È fondamentale dimostrare e giustificare razionalmente che le soluzioni adottate sono


FUNZIONALI.

La SOLUZIONE che io adotto deve essere l’espressione di prestazioni controllabili,


misurabili e in grado di garantire le esigenze dell’utilizzatore finale (essere umano).

E quand’è che l’approccio esigenziale/prestazionale funziona?


− Quando dimostra che la soluzione adottata è corretta

− Devo partire dalle esigenze da soddisfare

− Devo validare ogni soluzione che soddisfa le esigenze

− Devo dimostrare che ogni problema può essere scomposto in sotto-problemi


elementari.

Con questo approccio, il soddisfacimento delle esigenze è valutato indipendentemente dalla


forma e dal materiale adottato (es. Coltello in plastica/metallo/ceramica).

Non frena l’innovazione.

Anche materiali e tecniche innovative possono garantire il soddisfacimento delle esigenze


individuate. La QUALITA’ di una soluzione è basata su valori numerici controllabili.

La metodologia esigenziale rende possibile la quantificazione della qualità, intesa come “la
totalità delle prestazioni di un prodotto che concorrono alla sua capacità di soddisfare
esigenze “specificate o implicite”.

L'ESIGENZA è ciò che, in una data realtà territoriale, in un dato contesto ambientale e
socio-culturale, in un determinato periodo storico, è richiesto o ritenuto utile per il
conseguimento di un benessere materiale o morale per singoli individui, per un gruppo di
individui o per l’intera società. Le esigenze possono essere quantificabili o non quantificabili,
individuali e collettive.

Classi esigenziali

1. Sicurezza

2. Benessere

3. Fruibilità

4. Aspetto

5. Gestione

6. Integrabilità

7. Salvaguardia dell’ambiente

Le esigenze variano al passare del tempo, alcune esigenze perdono d’importanza, mentre
altre emergono. Il quadro esigenziale che influenza le prestazioni tende ad ampliarsi e quindi
a variare nel tempo.

Requisito

La richiesta di comportamento, rivolta a un determinato prodotto di possedere caratteristiche


di funzionamento tali da soddisfare determinate esigenze in condizioni d’uso prefissate e in
presenza di determinati fattori esterni.

Prestazione

Il comportamento caratteristico di un determinato prodotto all’atto dell’impiego.

Specifiche di prestazione

Parametrizzazione qualitativa e quantitativa di un requisito.

Metodi di verifica

Insieme di regole necessarie a valutare, attraverso procedure unificate di calcolo, prove


sperimentali standardizzate in opera e/o in laboratorio, il comportamento prestazionale di un
prodotto. Descrivono i principi delle prove, i dati, le attrezzature e le procedure necessarie, i
criteri di lettura e interpretazione dei risultati delle prove.

Controlli
• A priori: verifica di idoneità all’uso del prodotto
• A posteriori: verifica del rispetto delle prestazioni definite nel prodotto.

Analisi del prodotto da realizzare

I carichi

Carichi permanenti

Il carico permanente è la somma del peso proprio dell’oggetto + il peso proprio di tutti i
carichi che gravano permanentemente su di esso

PESO PROPRIO= VOLUME X DENSITA’

Il peso proprio si esprime in Kg, il volume in m(3) (metro cubi) e la densità in Kg/m3.

Carichi variabili accidentali

Il carico accidentale è la somma dei carichi mobili e degli agenti naturali (neve, acqua...). in
Italia sono espressi in Kn/m2.

Proprietà meccaniche dei materiali

Proprietà meccanica dei materiali


• Risposta (quantificabile) del comportamento del materiale soggetto ad azioni
meccaniche.
• Sono determinate da specifiche prove

Le azioni esterne

Le azioni esterne causano delle precise sollecitazioni sui solidi. Nello stabilire la tipologia
delle azioni si fa riferimento al genere di deformazioni indotte sul solido.

Affinché vi sia equilibrio, ovvero assenza di movimento, il materiale soggetto alle


sollecitazioni deve contrapporre alle sollecitazioni esterne delle tensioni interne uguali e
contrarie.
• Compressione
• Trazione
• Taglio
• Flessione
• Torsione

Compressione e trazione

Si ha una compressione quando le forze esterne producono, lungo l’asse del solido, una
contrazione in misura costante lungo tutta l’estensione delle sezioni.

Si ha compressione quando due sezioni di un solido si avvicinano mantenendosi comunque


piane e tra loro parallele.

Si ha una trazione quando le forze esterne producono, lungo l’asse del solido, un
allungamento in misura costante lungo tutta l’estensione delle sezioni.

Si ha trazione quando due sezioni di un solido si allontanano mantenendosi comunque piane


e tra loro parallele.

Compressione e trazione

Se si sollecita un solido di lunghezza L così da avere una variazione di lunghezza ΔL allora


la lunghezza dello stesso solido dopo la deformazione è pari a L+ΔL.

Il rapporto tra la variazione di lunghezza e la lunghezza iniziale esprime la deformazione


nominale (E) riferita all’unità di misura della lunghezza originaria.

E=ΔL/L

Il rapporto tra rottura sotto carico di un materiale e le sue dimensioni geometriche, è un


valore caratteristico di ogni materiale e si definisce sforzo nominale (o) (o tensione unitaria)

O= F/A0 (N/mm2=106 Pa=MPa)

Dove F è la forza media lungo l’asse e A0 è la sezione iniziale.

Taglio

Si ha taglio quando la deformazione consiste in uno scorrimento relativo tra due parti. A
differenza di compressione e trazione, il taglio non provoca variazioni di lunghezza ma
deformazioni angolari che ne determinano variazioni di forma. Il taglio può essere
considerato come l’effetto combinato di una trazione e di una compressione ortogonali tra
loro e agenti a 45° dall’asse: per questo motivo i materiali lapidei che hanno una bassa
resistenza a trazione hanno comunque una buona resistenza a taglio. Di conseguenza un
materiale con bassa resistenza a compressione non può avere una buona resistenza e taglio
perché cede per trazione lungo un piano disposto a 45°.


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