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barbarie/
«E dove eri?»
«Ah, già… il controllo elettronico della velocità… ma tu vai sempre piano, tanto che dietro a te si
forma puntualmente la coda e ti suonano!»
«Cinquantacinque?»
«Sì: il limite era cinquanta… ma la strada era tutta deserta e non me ne sono accorta!»
«Invece qui, in tutti i quartieri di Roma, hai visto come parcheggiano le auto?»
«Di sera, la mamma di Rosaria, che non vede bene, una volta – era buio – ci ha inciampato.»
«Fosse solo quello: l’altro giorno mi hanno sfiorato e, per poco, non cadevo. Era un deficiente che col
suo monopattino è sfrecciato sul marciapiede. Mi ha urtato al braccio e stavo cadendo. Si è appena
girato per gridare “Scusa”. Ma scusa a che? Imparasse a vivere.»
«Lo so… fa più rabbia o pena? A poco più di trent’anni, morire in quel modo.»
Tacciono, Enrico e Mariangela. Tacciono, rattristati e impotenti. Poi lui riprende: « Quei due ruote
elettrici, son stati dati in carico a tante tante persone. E, alcune di queste, sono purtroppo degli
emeriti imbecilli, o immaturi o incoscienti, il che fa lo stesso. Come quando ho chiamato i vigili urbani
per lamentare quell’ennesimo parcheggio selvaggio d’un monopattino in mezzo al marciapiede. Mi
hanno rimbalzato da un numero a un altro e, alla fine, dopo venti minuti, mi hanno chiesto “Chi le ha
passato questo numero?” ed è caduta la telefonata. Segnalo gli abusi – perché abusi sono, no? –
anche al sito e alle pagine delle autorità senza ricevere alcuna risposta. Gli ho scritto che “non servono
denunce ma una campagna capillare di civilizzazione e sensibilizzazione a più livelli e Voi, come
Comune, oltre la Scuola – con l’Educazione Civica che non si studia più perché la Società è Globalizzata
ma l’Antropologia Culturale neppure perhé è di là da venire – avreste la facoltà e il dovere
d’intervenire contro questa ulteriore deriva urbana e, più in generale, della società tutta.” Però mi sa
che si sono messi a ridere.»
«Eh, ma sai, sono due luoghi diversi; poi una è la polizia stradale d’un territorio – un comune – fuori
città, altro sono i quartieri di Roma, affollati, ingorgati di traffico, i vigili urbani che hanno tanto altro
da fare…»
FINE
Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 2.5 Italia (CC BY-NC-ND 2.5 IT)
CATEGORIEANTROPOLOGIA, LETTERATURA, PSICOLOGIA, SOCIETÀ, TECNOLOGIA, TURISMOTAGABUSI,
CITTÀ, CONTRAVVENZIONI, MONOPATTINI, MORTE