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A.A. 2019-‐2020
1
Le
strutture
reticolari
Una struttura reticolare è un particolare sistema strutturale in cui tutte le travi, dette
aste:
• sono collegate tra loro alle estremità da cerniere interne, dette nodi;
• sono vincolate a terra tramite cerniere o carrelli esterni applicate ai nodi;
• i vincoli (esterni e interni) sono perfetti, cioè privi di attrito;
• le forze esterne sono applicate solo nei nodi.
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Le
strutture
reticolari
Dal
punto
di
vista
statico-‐cinematico
le
strutture
reticolari
possono
essere
viste
come:
insieme
di
punti
materiali
(le
cerniere
interne)
dotati
di
tre
gradi
di
libertà
(due
nel
piano)
collegati
da
aste
che
ne
controllano
la
mutua
distanza
e
costituiscono
quindi
ciascuna
un
vincolo
di
pendolo
interno
I
vincoli
esterni
impediscono
poi
il
movimento
del
sistema
considerato
come
un
unico
corpo
rigido.
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Le
strutture
reticolari
isostatiche
Si può dire allora che un sistema reticolare è isostatico (cinematicamente
determinato) se il numero di gradi di libertà, pari a tre volte il numero dei nodi
(due nel piano), è uguale al numero delle aste più il numero dei vincoli esterni.
nn =
3;
na =
3;
nve =
3 nn =
7;
na =
11;
nve =
3 nn =
10;
na =
17;
nve =
3
6 =
3+3 14
=
11+3 20
=
17+3
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Maglie
triangolari
e
maglie
quadrate
Maglia
triangolare Maglia
quadrata
internamente
isostatica:
anello
a
3
cerniere internamente
labile internamente
isostatica
L’aggregazione di più maglie triangolari genera delle La maglia quadrata è invece internamente labile, perché
strutture reticolari internamente isostatiche. può subire degli spostamenti rigidi; per rendere
L’insieme di maglie triangolari può essere visto isostatico tale sistema è sufficiente aggiungere un’asta.
come un unico corpo rigido, che, se
opportunamente vincolato mediante vincoli esterni,
è isostatico.
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Maglie
triangolari
e
maglie
quadrate
Maglie
triangolari
• Poiché ogni nodo ha due gradi di libertà traslazionali nel piano, è possibile scrivere
complessivamente 2 nn equazioni di equilibrio: si tratta di equazioni di equilibrio
alla traslazione.
• Il numero delle incognite è pari a na+nve , che, nei sistemi isostatici, è proprio pari al
numero delle equazioni.
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Metodo
dell’equilibrio
nei
nodi
• L’intensità e il verso di tali sforzi è incognito, mentre è nota la direzione, che è proprio quella delle aste.
• Per scrivere le equazioni di equilibrio si ipotizza un verso per gli sforzi Nij.
• Per il principio di azione e reazione, gli sforzi che le cerniere trasmettono alle aste sono uguali e opposti a
quelli che le aste trasmettono alle cerniere:
-‐ una forza Nij entrante nel nodo è una forza che comprime l’asta
-‐ una forza “uscente” dal nodo è una forza di trazione.
8
Metodo
dell’equilibrio
nei
nodi
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Equazioni
di
equilibrio
scalari
NODO
1
NODO 2
NODO 3
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Calcolo
della
soluzione
NODO
3
NODO 1
NODO 2
11
Reazioni
vincolari
e
sforzi
normali
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Il
metodo
delle
sezioni
di
Ritter
• Il metodo delle sezioni di Ritter si applica alle travature canoniche, ovvero quelle in
cui le aste possono essere tagliate da sezioni che dividono in due parti la struttura
tagliando tre aste non concorrenti in un punto.
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• La
sezione
s−s separa
la
struttura
in
due
parti
tagliando
tre
aste
non
convergenti
e
mette
in
evidenza
gli
sforzi
normali
incogniti
in
tali
aste.
• Per
determinarli
è
sufficiente
scrivere
le
equazioni
di
equilibrio
alla
rotazione
(della
porzione
di
struttura
a
sinistra
o
a
destra
della
sezione)
rispetto
ai
punti
in
cui
convergono
a
due
a
due
le
aste
e
cioè
rispetto
al
nodo
2,
al
nodo
6
e
al
punto
A.
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Una
volta
determinate
le
reazioni
vincolari,
si
impone
l’equilibrio
alla
rotazione
che,
considerando
la
porzione
di
struttura
a
sinistra
della
sezione
s−s,
fornisce
le
seguenti
equazioni:
Nel caso di travature con corrente superiore e inferiore paralleli, il polo A tende all’infinito. In tal caso si
sostituisce la terza equazione di equilibrio alla rotazione con quella di equilibrio alla traslazione secondo la
direzione verticale. 15
Esercizio:
metodo
dell’equilibrio
nei
nodi
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