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29/12/2021

luna calante

Sono in un edificio grande e luminoso, le finestre sono tutte aperte, così anche le porte. Fuori si scorge un
paesaggio verde collinare. L’ambiente dà la sensazione di una scuola, in cui gli alunni sono di varie età, tra
cui anche io. L’insegnante è una donna né giovane né vecchia dai capelli castani lunghi. La lezione non si
svolge in una stanza sola dell’edificio, ma ognuno è dislocato in un posto diverso, perché il contatto tra
allievi e insegnante avviene telepaticamente, così come quello tra allievi. L’insegnante è seduta alla sua
scrivania in una stanza mentre tutti gli altri stanno in giro per l’edificio.
Durante la lezione si crea un po’ di confusione, perché ognuno è nella sua propria esperienza individuale e
nello stesso tempo è accomunato agli altri. Contemporaneamente alle prove che ognuno deve superare,
l’insegnate interroga e chiede quali siano i principi dei toltechi. Io cerco nella mia mente tutto ciò che ho
studiato sui toltechi, ma mi viene difficile fare una sintesi dei principi in particolare, così rispondo che non ci
sono principi. Tuttavia dentro di me lo so che è una soluzione semplicistica e infatti subito qualcun altro
risponde. Si tratta di un uomo né vecchio né giovane, dai lineamenti tondi e i capelli neri corti. Anche lui è
un allievo e si trova nelle vicinanze delle stanze in cui mi trovo io. Dice “io me lo ricordo quali sono, la vita
è…”, ma la mia attenzione cala e non capisco cosa dice. Non aver saputo la risposta mi demoralizza un po’,
questo causa la comparsa di una tigre gigante nell’edificio, o almeno così sento, perché la tigre vera è
propria non la vedo come forma, solo come sensazione. Mi faccio prendere un po’ dall’ansia e mi chiudo in
uno stanzino molto piccolo, dipinto tutto di bianco; chiudo la serratura, ma mi accorgo che comunque il
soffitto in questo stanzino non c’è. L’uomo di prima si affaccia da sopra i muri e mi spiega come si può
riequilibrare la situazione, ma io ormai sono troppo presa dalla meccanicità e rimango chiusa mentre lui va
fuori ad aiutare a sistemare.

Sono in macchina con Luca e sto andando a Cosenza; parliamo e lui mi racconta le sue preoccupazioni. È
turbato per il suo amico che sta avendo un calo d’attenzione e lo manifesta anche nei suoi confronti, con
atteggiamenti ambigui e insicuri. Io penso che quando una persona s’incastra nelle sue barriere non può
essere incoraggiata a uscire più di tanto se non dalla propria volontà. È triste quando qualcuno a cui siamo
affezionati dimostra di essere prigioniero di sé stesso, ma non si può costringere nessuno a voler essere
libero. Mi dice che è angosciato anche per il dubbio del vaccino, che da una parte sembra necessario
mentre dall’altra è un’imposizione dittatoriale. Io credo che arrivati a questo punto ormai valga la pena
continuare a seguire la propria direzione, la propria ricerca, senza farsi coinvolgere troppo emotivamente
dalle impressioni altrui. È tutto come deve essere e noi come al solito dobbiamo lottare per sopravvivere.
Arriviamo al negozio dei cinesi, compriamo alcuni attrezzi e io faccio particolarmente caso all’incontro che si
è creato tra i cinesi e gli africani che lavorano da loro. In particolare faccio attenzione a una conversazione
tra un cinese e un marocchino; non capisco bene di cosa parlano, qualcosa riguardo il negozio, ma noto
come ognuno abbia un modo diverso di porsi nei confronti del prossimo: il cinese è euforico e grida, mentre
il marocchino parla piano ed è più lento e tranquillo. Noto anche alcune persone ambigue, sotto l’influenza
di una forza predatoria che è a caccia di potere. Appena mi accorgo di loro, loro si accorgono di me e
cominciano a girarmi intorno in maniera del tutto meccanica; cambio direzione della mia attenzione e si
allontanano.
Sulla strada di ritorno ci fermiamo a prendere da mangiare e andiamo a casa di della nonna di Luca. Dopo
mangiato passiamo a salutare i genitori e la sorella e poi saliamo allo studio sopra casa, fumiamo, facciamo
qualche lavoretto d’arte continuiamo a parlare. Lui è un po’ turbato perché ha trovato una scusa finta per
non uscire con una conoscente, quindi si sente in colpa, come avesse fatto torto a quella persona. Io cerco
di aiutarlo a modo mio, provo a fargli capire che c’è bisogno anche di leggerezza per vivere liberi. Ho anche
io le mi difficoltà quotidiano, sopratutto nel vivere nello stretto spazio a casa con la mia famiglia. Da una
parte preferisco la tranquillità di Catanzaro con Luca e Shadow, dall’altra mi rendo conto che non si può
vivere fuggendo.
A fine serata ci salutiamo e ognuno torna a cenare a casa sua.
30/12/2021
luna calante

Sono in collina all’aperto, è pieno giorno e con me c’è un vecchietto. Lui è piegato a terra per sta raccogliere
delle piante tra le rovine di un paesino di pietra; indossa un mantello con cappuccio e porta con sé un
bastone. Poi sono a casa dei miei e dopo aver girato un po’ a vuoto mi fermo nella loro camera da letto.
Noto che manca una parte dei muri, così si vede quello che succede fuori: è quasi sera e passa un aereo da
molto vicino, mi spavento e iniziano a passare altri aerei da vicino, poi sempre di più finché sono così tanti
che cominciano a cadere a terra facendo grandi esplosioni. Io guardo la scena dal letto, sono con una
bambina che cerco di proteggere, la stringo forte così non si spaventa.
Piano piano gli aerei smettono di passare e mi metto a scrivere e fare ricerche al computer; all’improvviso
arriva mio fratello, mi disturba il flusso dei pensieri e mi dice che ha fatto i disegni di un film. Mette il film
alla tv e arriva direttamente alla fine, dove ci sono i suoi disegni dei personaggi; sono molto colorati e
assumono pose un po’ erotiche.

Sono in campagna e sono inspiegabilmente arrabbiata, cerco di fare i passi magici per allentare la tensione,
ma ormai qualcosa è partito dentro me. Mi accorgo della mia situazione e cerco di cambiare direzione della
rabbia, mi sfogo un po’ sulla scultura. Tuttavia rimango comunque irritata finché dopo pranzo non leggo un
passo di Gurdjieff che parla del centro sessuale e delle sue funzioni mal utilizzate, così mi schiarisco un po’
le idee sul mio dolore e la mia rabbia sempre presente. Per calmarmi ulteriormente decido di fare un
passeggiata nel pomeriggio e poi la sera sto insieme Luca. Lui è sempre un po’ angosciato, dice che si sente
colpevole nei confronti della sua famiglia dato che non ha fatto il vaccino, si sente a disagio con la gente
perché tutti lo criticano. Io penso che ormai arrivati a sto punto della dittatura sia necessario andare avanti,
si lotta fino alla fine, in fondo chi non voleva andare in guerra scappava nelle montagne e faceva il brigante,
noi ora non siamo messi mica tanto male. Tuttavia è incredibile che nessuno si accorga seriamente di quello
che ci sta succedendo intorno, con la pretesa di questa malattia stanno introducendo moltissime limitazioni
per chi decide di non sottostare volontariamente alle loro norme. Tra l’altro, la cosa peggiore è che ti
lasciano la possibilità di scelta nascosta sotto tutte le congetture, così uno che ha la volontà debole decide di
sottomettersi, per scelta. È una iniziazione, una volta fatto il passo non si torna indietro e avanti è sempre
peggio.

31/12/2021
luna calante

C’è una stanza con un grande tappeto rosso come quello che avevo, sono insieme a Luca e qualcun altro. Sul
tappeto c’è il coniglietto che fa le sue solite cose, piscia in giro e saltella, mentre io sto facendo una
conversazione con qualcuno riguardo il suo aspetto. Mi preoccupo un po’ per la pipì che lascia in giro
ovunque e cerco di fermarlo, anche se non ci riesco. Lo trovo bene, ha un bel pelo ed è cresciuto, ora ha tre
anni. La persona con cui parlo mi dice che dovrei portarlo dal veterinario per fargli il vaccino, anche se ormai
è abbastanza grande; io lì per lì ci penso su, ma poi mi concentro sul mangiare da dargli. Così mi trovo in un
negozio di animali e discuto con il venditore su che tipo di croccantini darmi, scelgo i classici pellets.

Sono in campagna e faccio le pulizie invernali, si taglia erba e legna, si potano le viti e gli agrumi. Verso metà
giornata arriva mio fratello, cerca di parlarmi delle sue scoperte sul mondo ma non mi dà la sensazione di
saper nulla e pur volendo aiutarlo, io non sono capace di esprimere nulla. La cena di capodanno la facciamo
in famiglia e a tavola escono sempre gli stessi discorsi, un po’ su tutto. Si parla di tutte le ipotesi possibili e
immaginabili sul cosmo, sull’uomo, ma nessuno sa un bel niente di ciò che dice, sono frammenti presi chissà
dove che in queste condizioni servono a ben poco. Io ormai ho davvero poco da dire, mi rendo conto che
nonostante stia facendo nuove e interessanti scoperte, non sono in grado di comunicarle agli altri e se lo
faccio non vengo per niente compresa. Per gli altri la semplicità sembra scontata, banale, incapace di
descrivere il tutto.
01/01/2022
luna nuova

Sono su una montagna ricoperta di neve, nelle vicinanze di una villa. Sono seduta a terra, in ginocchio sulla
neve e faccio degli esercizi; ho di fronte un libro abbastanza grande e lo leggo nel frattempo. Non sono sola,
la villa non è mia e vi abitano altre persone, è un luogo che ho visitato altre volte salendo lungo la
montagna. Dopo un po’ viene anche Luca, ci sistemiamo in una stanza grande col camino e discutiamo a
lungo sui concetti del grande libro.

Sono a mangiare a casa di Luca con la famiglia. La madre è presa a male come al solito e se la prende con
Gloria, che poverina sta subendo la meccanicità del mondo e si la trascinare dalle mode lesbiche correnti.
Ma non è mica lesbica, vuole solo trovare un modo per farsi accettare dagli altri e da sé stessa. Ne ha
passate tante per colpa dei suoi genitori e ora non ne può più e come qualsiasi adolescente è in preda degli
sbalzi d’umore. Sono stata un po’ con lei, cercando di spiegarle che il mondo è fatto così e non per ce l’ha
con lei in particolare. Un po’ si è ripresa e dopo mangiato l’abbiamo portata al mare. È una ragazza timida e
molto insicura, ma se ce la mette tutta troverà la strada giusta.
Nel pomeriggio stiamo allo studio e Luca come al solito un po’ giù, gli pesa tutto; io però mi sento
abbastanza vuota è serena, così mi avvicino per avere un rapporto. Dopo aver più o meno capito che il
centro emozionale funziona al posto di quello sessuale e viceversa, sono più tranquilla. Infatti va tutto bene
fino a un certo punto: questa volta nessun pensiero o immagine che mi metta angoscia, ma inevitabilmente
qualcosa si sposta come non dovrebbe dal centro sessuale dritto in gola, non riesco più a respirare bene e
mi viene da piangere. Non comprendo bene ancora cos’è di preciso che soffoca e vuole uscire fuori e non
capisco bene qual è in realtà lo scopo del centro sessuale, qual è il punto fermo attorno al quale deve
roteare. Comunque dopo fumiamo un po’ e ci rilassiamo, mi sento prima in ansia (quando fumiamo lì
abbiamo sempre l’ansia della madre) e poi molto euforica, percepisco un’energia più sottile, quasi folle.
Questa forza mi rimane fino a tarda serata: quando porto fuori il cane è come se qualcosa oltre il corpo
fisico tenesse il guinzaglio e il cane non riesce minimamente a tirarmi come al solito.

02/01/2022
luna nuova

Sono in una casa, sto intagliando del legno e lo assemblo in pezzi più grandi. Arrivano le mie vecchie
amiche, guardano il mio lavoro e mi giudicano. Non capiscono quello che faccio e stanno a fissarmi con
sguardo perplesso, con un pizzico di cattiveria. Mi faccio distrarre da loro e mi metto a fare i compiti per
casa, un testo d’inglese con e domande; solo che i fogli su cui sono scritte le cose sono sgualciti e vecchi.
Poi arriva anche Sharon, porta dei soldi spicci e me li lascia, dicendo che vuole comprata delle cose da
mangiare che devo ordinare su internet.

Sono a Cosenza con Luca e Shado. Dopo aver parcheggiato sotto casa di Sharon aspettiamo che scenda con
il cane, così li facciamo conoscere un po’ dato che l’ultima volta non è andata tanto bene. Stiamo giù un po’
di tempo, Sharon e Luca si scocciano e rimango solo io con il Abdu e il Sam. A tratti mi innervosisco perché i
cani non ascoltano, sopratutto il mio; Abdu mi dà consiglio su come comportarti e anche questo mi
infastidisce parecchio, però mi rendo conto della necessità di disciplina e cerco di ascoltarlo. Dopo un po’
riusciamo a farli stare vicini senza che si ringhiano e quindi saliamo in casa anche noi. Parliamo del più e del
meno, ci facciamo qualche risata e fumiamo. Gli argomenti sono sempre gli stessi, pettegolezzi sulle
persone di Paola, lamentele per come procede la vita nostra a confronto di quella altrui, bla bla bla. Non
appena l’argomento si sposta tu tematiche più serie e impegnative, come le tattiche di governare il mondo
dei ricchi, Sharon si rifiuta di ascoltare, dice che non crede a niente, fa finta di non credere a niente. Non
riesce ad accettare cose più grandi di lei, ha paura che così facendo i suoi piccoli problemi non abbiano più
senso di esistere, come è gusto che sia. Comunque il ragazza è un acquario musulmano e qualcosina in più
la vuole sapere, anche se riesce ad arrivare solo fino ai problemi dell’umanità.
Questa volta Luca è più interessato a fare conversazione, di solito a casa loro non ci vuole andare mai; forse
ha vergogna per come sono andate le cose con l’ex di Sharon, si ci identifica. Comunque Sharon mi dà il
regalo di Natale e verso cena decidiamo di scendere, pur volendo rimanere a mangiare lì poi al ritorno ci
addormentiamo sempre, quindi meglio di no. Mentre siamo in macchina penso alla sostituzione dei centri,
mi accorgo che effettivamente quelli invertiti di sicuro sono il centro emotivo e il centro sessuale: ognuno
agisce al posto dell’altro, creando una confusione incredibile che non mi lascia libertà di espressione. Se
infatti parlo con una persona e provo simpatia, subito si attiva il centro sessuale dandomi impulsi inutili, che
non coincidono per niente con me. Il risultato è dunque uno spreco inutile di energia. Nello stesso modo
quando cerco di avere un rapporto sessuale, entrano in gioco emozioni negative di sofferenza e così tutto si
blocca. Inoltre mi sono resa conto della necessità di disciplinare il cane, il che vuol dire disciplinare prima
me stessa.

03/01/2022
luna nuova

Sono a casa dei miei bisnonni, davanti l’entrata c’è una vecchia signora, una strega. La vedo per pochi istanti,
poi scompare. Sto facendo dei video col telefono e cerco di riprendere tutto ciò che vedo. Mi ritrovo a una
grande marcia, tante persone addormentate che camminano. Con me c’è pure Luca e mentre camminiamo
ci accorgiamo che una delle persone inizia a prendersela con noi, in particolare vorrebbe inculare lui.
Questo essere ha le sembianze di una persona, è molto alto e ha una muscolatura robusta, la testa pelata, il
corpo nudo e la faccia che somiglia un po’ a un orco. L’addormentato inizia ad essere sempre più fastidioso
e molesto, così decido di andare a trovare la vecchia strega, pensando che sicuramente sia stata lei a
rendere gli uomini così. Andiamo a casa sua, passando per una grande caverna arriviamo a un soggiorno,
ma non c’è nessuno. Apro una porta lì vicino e dentro ci trovo una donna di mezz’età, un po’ in carne, con i
capelli e i vestiti nerissimi, la pelle chiara. Ha un viso un po’ calabrese. La signora mi guarda male per aver
spiato dentro la sua stanza e sbatte la porta chiudendosi di nuovo dentro. Vado avanti e trovo una grande
porta di metallo, la attraverso e mi ritrovo in mezzo a un’altra marcia di uomini addormentati, dentro la
caverna della strega. Lei infatti è lì in mezzo che fa i suoi incantesimi. Quando ci vede non si arrabbia, anzi
sembra che lo sapesse già. Io le chiedo se può togliere di mezzo l’addormentato che ci segue, mentre
continuo sempre a girare il video. Lei si mette a ridere e scompare, la seguo e mi ritrovo in campagna di
fronte la casa. Lei è in piedi davanti l’entrata e mi guarda con uno sguardo improvvisamente pensieroso e
gravoso.

Le cose tecnologiche bisogna meritarsele, bisogna saperle usare e apprezzare, altrimenti sono solamente
dannose. La mattina sono in campagna e lavoro con il mio seghetto elettrico, dopo mesi con gli scalpelli, di
cui comunque non faccio a meno. L’attrezzo meccanico mi dà una certa autorità sul pezzo di legno, con lo
scalpello invece è più difficile mantenere il dominio sul legno, ci vuole tanta energia. Il grosso si toglie a
macchina, ma la raffinazione va sempre fatta a mano.
Il pomeriggio ho voglia di studiare, così vado con il cane da Luca. Studio e mangiamo lì, faccio notare a lui
che casa nostra può essere ovunque, se non ci siamo, se ci ricordiamo di essere. Comunque lui ogni giorno
ha na sofferenza a giro, sempre le stesse. Il mese che abbiamo trascorso a Catanzaro non è stato così
drammatico, anzi, forse sono stata più male io a tratti. Se ne deve rendere conto da solo, che tutto gli va
contro finché si fa finta di niente. Ci vuole una forza di volontà considerevole per spingere via tutto ciò che
ostacola nel cammino verso la libertà. Shado è agitato anche, è in fase ormonale e tutti gli stimoli qui a
Fuscaldo gliela aumentano solamente. È intrattabile, non sente niente, devo essere molto più severa per
farmi sentire.
04/01/2022
luna crescente

Sono stanca e cerco un letto per dormire, una casa in cui riposare. Arrivo a casa dei miei, mi mandano in
camera loro. Sto un po’ sul letto ma non mi piace dormire lì: è una stanza grande e oltre al loro letto ce ne
sono altri; inoltre c’è un’atmosfera lenta, come se la stanza fosse sul fondo dell’oceano. Cerco il mio telefono
e decido di andarmene, invece di dormire voglio uscire. Sono con Luca in un laboratorio sopra una collina;
per arrivarci abbiamo dovuto salire una scala antincendio. L’edificio non è in buonissime condizioni, noto
che ci sono alcuni muri rotti che fanno vedere fuori e pezzi di elettronica sparsi qua e là. Nel laboratorio ci
sono alcuni ragazzi giovani che lavorano ad alcuni macchinari, ci dicono che il posto è messo male perché
non hanno ancora finito di aggiustarlo, ci stanno da poco. Io mi chiedo a cosa stiano lavorando, così una
ragazza ci porta a fare un giro per le strade della città; con me e Luca ci sono anche altri ragazzi che con la
scusa si sono uniti a noi. Dall’edificio scendiamo su una strada, dove ci sono varie persone che fanno il giro
come noi. Si tratta di una città d’acqua, o meglio, piena d’acqua. Sulla strada su cui camminiamo l’acqua
arriva fino al bacino; ai lati della strada, che fa da ponte, c’è un lago enorme pieno di pesci rossi. La ragazza
che ci fa da guida ci fa notare che ci sono diverse persone con le barche che sono lì per raccogliere i pesci, i
quali nuotano così lentamente che si fanno acchiappare da tutti tranquillamente. Ci sono anche alcuni cani
che si tuffano per prenderne qualcuno da mangiare. Io mi faccio prendere dall’euforia e mi distraggo, così
mentre camminiamo lungo la strada non mi accorgo che siamo arrivati nei pressi di una grande cascata alla
fine della strada. Appena mi giro verso gli altri, la guida mi dice che si è dimenticata di avvisare che non
bisogna avvicinarsi troppo alla cascata, perché questa va verso l’alto e ti risucchia. Non appena finisce di
parlare mi lascio andare alla forza della cascata, che mi riporta attraverso una sorta di ascensore all’edificio
di prima.

Sono in campagna, il tempo è nuvoloso e io sono molto nervosa. Faccio i passi magici ma mi portano fino
alla rabbia incontrollata. La pressione di tutto è addosso a me, le persone che mi circondano, gli ormoni dei
cani, il dubbio sul vaccino. Picchio il cane e piango forte, perché non voglio essere così. Per un po’ sono
sotto il dominio di questa forza spaventosa. Poi mi arrendo, o meglio, smetto di combattere e piano piano
mi riprendo. Vado a piantare cipolle, il contatto con la terra e la sequenza ripetuta mi fanno stare meglio.
Dopo sto con Luca e Sharon allo studio, ho bisogno di uno choc per tirare avanti e assistendo alla
meccanicità altrui comprendo anche la mia. Fa bene anche a Luca, che è preso continuamente da demoni
diversi. Comincio a fare caso alla legge del tre, a vederla nella vita di tutti i giorni almeno in minima parte.

05/01/2022
luna crescente

Sono in campagna e sto guardando un albero senza foglia, i suoi rami hanno delle spine e si estendono fino
al cielo. Non sono sola, ci sono Luca, Sharon e un gruppo di persone; stiamo organizzando una banda
armata, si intravede qualche pistola. Qualcuno dà l’ordine e tutti partono all’attacco, li vedo correre via
verso il colpo da fare.

Sono a casa e studio al pc, è una bella giornata e fuori dal balcone si vedono gli uccellini che svolazzano in
cerca di cibo e materiale per il nido. Poi sono sulla spiaggia con Luca, il nostro posto di riconciliazione o
semplicemente di unione. Andiamo allo studio e io faccio la sequenza, mi accorgo che mi sono posizionata
vicino allo stesso albero del sogno, ma non ha spine, sono boccioli. Affianco c’è un altro albero, questo con i
rami completamente lisci; cerco di contemplarli e noto la differenza di ritmo. Non è una questione solo
uditiva, è il ritmo stesso dell’essenza dell’albero.
Più tardi andiamo a casa dei genitori, al compleanno del padre di Luca. La mamma è un po’ nervosa e grida,
io cerco sempre di far calmare gli animi bollenti, così mi siedo vicino a lei a tavola. Luca un po’ si offende ma
in questi giorni lo sento vittima delle preoccupazione inutili sulla sua famiglia. Comunque la serata procede
bene, beviamo, mangiamo e ridiamo; alla fine arrivo stremata, a seguire le posizioni energetiche degli altri si
finisce sempre senza energia, ti risucchiano fino all’osso.
06/01/2022
luna crescente

Ci sono Luca e la mamma, tra di loro una serie di tagli piccoli su di un piano grigio. Graffi sul cementi o tagli
sulla pelle. Poi siamo seduti a tavola e lei ci da tante cose da mangiare e ci sprona a mangiare e mangiare.

Sono a casa a faccio ricerche sul pc, cerco nuovi libri interessanti. Nel frattempo arriva Luca che mangia da
me. Dopo pranzo mi sale l’angoscia, è tutto il giorno che sto a casa e mi opprime, non ho niente di mio per
lavorare. Io volevo uscire, ma Luca si sente stanco. Io voglio mettermi a studiare e lavorare ai miei progetti,
ma ho tutto sparso qua e là, un po’ a Catanzaro, un po’ in campagna, un po’ ovunque. Vorrei una
sistemazione mia, da usare come base per i miei spostamenti. Dai miei sono arrivata al solito punto in cui
non ne posso più di stare sempre a contatto con le persone. Mi sento consumare. Tuttavia sono riuscita a
resistere più a lungo.
L’altra volta Luca dice che non dovrei fare i passi magici tutti i giorni pure in casa, perché non ho la spinta
della terra. Io non la penso così, ho provato a non farli e la situazione peggiora drasticamente. È vero che
non mi dà tantissima energia, ma un po’ almeno si. E in questo caso non si butta niente.

07/01/2022
luna crescente

Sono a Catanzaro in mezzo ai palazzi intorno casa mia. Il mio punto di vista è dall’alto, da sopra le sporgenze
del muro di Bellavista. È ancora giorno fuori, il cielo è azzurro con qualche nuvola; con me c’è il mio prof di
pittura. Ci stiamo guardando in giro e inizialmente non capisco cosa stiamo cercando, poi lui mi dice che ha
bisogno di un nuovo studio dove lavorare e che deve trovarlo in mezzo alla gente, perché il suo lavoro
prevede questo contatto diretto.
Sono con il cane, un ragazzo mi porta in una casa quasi vuota, senza mobili, con le pareti marrone/grigio
come quelle fatte di terra. Mi fa mettere in una stanza della casa, una stanza buia in cui ci sono pure altre
ragazze. Tutto questo mi dà la sensazione di essere rapita e imprigionata, tuttavia le ragazze nella stanza non
sembrano farci tanto caso. C’è qualcosa di grave nelle loro voci quando mi dicono che bisogna stare lì dentro
finché non ci diranno di poter uscire. Questo mi fa sentire ancora più imprigionata e decido di uscire dalla
stanza; vado nel soggiorno di prima con il cane e lo faccio bere. Arriva il ragazzo di prima, noto che è vestito
da deserto. Mi chiede che ci faccio lì e io rispondo che dovevo far bere il cane. Non si arrabbia come mi
aspettavo. Comunque lui e altri usano me e le ragazze per delle missioni in giro per la città, ci allenano a
qualcosa.

È mattina a casa dai miei: sono presa da un’angoscia che mi fa sentire rinchiusa. Voglio studiare ma mi faccio
facilmente distrarre e innervosire dalla presenza altrui. inoltre il libro di Ouspensky su Gurdjieff mi sta
mettendo una certa apprensione che non fa per niente bene alla comprensione dei vari concetti. Una sorta
di ansia del futuro invade la mia mente e impedisce il lavoro. Luca mi scrive, anche lui è un po’ giù e mi
invita a mangiare dai suoi. Sono sul divano con la mamma di Luca e mi sento a mio agio, riesco a tener sotto
controllo i pregiudizi e la paura che a volte uso come filtro. Lei mi regala qualche calza colorata e un
giubbotto; si nota che sta iniziando a volermi bene. Più tardi andiamo allo studio, ma non sono tranquilla,
non riesco a rilassarmi per niente, riesco solo a mantenere a bada i diversi io che lottano tra loro. Cerco di
far notare a Luca che anche lui è in preda a questa lotta interna, che sta diventando sempre peggio. Non
riesco proprio a godermi una canna in pace con me stessa e il mondo, eppure me le fumo ugualmente. La
sera prendiamo una pizza e guardiamo il mago di oz, penso a quanto la maggior parte delle favole si
riferiscano al passaggio dall’infanzia all’adolescenza delle ragazze, quasi tutte.
08/01/2022
luna crescente

Sono a casa dei miei con Luca e altra gente, guardo fuori la finestra della cucina e vedo che a terra c’è un
buco grandissimo, una sorta di base di pavimento in costruzione. Un piano rialzato da terra di almeno un
metro, sotto ci crescono alberi e piante; io penso che potrei andarci di sotto o costruirci uno studio. Torno
dentro e lo dico agli altri, ma nessuno sembra interessarsi all’argomento. Mi guardo intorno e noto che la
casa dei miei è diversa, ha qualche muro in meno e qualcuno in più; è diventato una sorta di studio di
lavoro, ma non si capisce bene per cosa. Vado nella zona della cucina a pulire e penso che potrei fare un
piccolo spazio mio lì, perché ora è tutto vuoto. Mentre scopo a terra passa il cane e cerco di cacciarlo.
Sono in un capannone molto grande, di fronte a me ci sono dei giudici seduti a un tavolino mentre
tutt’intorno ci sono gli spettatori seduti. Al centro del capannone c’è un grande palcoscenico collegato
all’uscita su cui si esibiscono diverse persone, per lo più di colore. Si tratta di un’audizione di talenti. Io mi
sento sia spettatore che giudice. Ad un certo arriva un trans nero, un uomo vestito da donna. Tuttavia il suo
modo di camminare è sgraziato e scoordinato e fa già pena prima che si esibisca. Inoltre è anche un tipo
timido e ha vergogna di esibirsi. Penso che stia andando via, quando invece va a chiamare il suo compagno
con una bambina sulle spalle, anche loro di colore. Il trans si sente più sicuro di sé, prende la bambina e si
dirige verso i giudici. La bambina è più grande di quanto sembrava sulle spalle e inizia a ballare fortissimo,
così il trans inizia anche lui a cantare e a esibirsi.

Sono a casa dai miei, studio e sto tranquilla. Di notte porto Shado fuori, facciamo i nostri giri e i nostri
esercizi di disciplina. Poi arriva la messa alla prova, cani randagi in giro per le strade. Solo uno si avvicina,
Shado si mette ad abbaiare forte e quello pure. Ma la tecnica alla fine funziona, Shado si tranquillizza e sta
seduto; l’altro pure dopo una decina di minuti si calma e resta lontano. Il suono che faccio con la bocca
serve da comando a Shado e nello stesso tempo confonde l’altro, che dopo un po’ non se ne frega più
niente.

09/01/2022
primo quarto

Sto registrando video in giro per una città fatta di pietre, faccio i video pure ad alcuni ragazzi mentre parlano
con lo sfondo del muro di pietra. Riprendo diversi angoli e vicoli. Non sono sola, c’è Camelia con me, che
somiglia a Miriana, e pure una ragazzina e Shado. Ci avviamo verso casa quando passa un ragazzo in
bicicletta e ci dice che deve andare a fare la pipì. La ragazza con me gli dà delle puste particolari fatte
apposta per fare la pipì. Il ragazzo se ne va e noi pure. La casa a cui torniamo è in Romania, un misto tra la
casa dei miei nonni e quella dei miei bisnonni. Qui discutiamo un po’ di quello che devo fare con i video, c’è
la mia bisnonna e mia nonna; c’è anche Luca in giro lì intorno e i cani che giocano. Ad un tratto ci
accorgiamo tutti che c’è della cocaina nella busta del formaggio grattugiato. Nonna dà subito la colpa a
Camelia, che si trasforma in una signora più vecchia e più grassa e malandata. Lei comincia a difendersi
dicendo che non è vero e che in ogni caso non fa niente di eccezionale la cocaina. Improvvisamente mi
ricordo che abbiamo incontrato il ragazzo in bici, mi viene in mente che si chiama Aldo. Dico a Camelia che è
stata colpa sua perché ha voluto aiutare quel cretino e lei di nuovo si trasforma, in Miriana questa volta. Con
noi c’è anche un’altra signora dai capelli neri che penso essere zia Teresa. Lei è d’accordo con me che è colpa
di Camelia e dice che ci vuole il manicomio. Nel frattempo la mia bisnonna non dice niente, ha qualcosa tra
le mani e ci sta lavorando; poi si alza e va a pittare il muro di fronte dove è caduto l’intonaco.
Più tardi sono solo io e Luca a casa di mia nonna, che si trova però più in salita del solito. Camelia sta
prendendo la sua roba così lascia lo spazio a noi. Dico a Luca di conoscere mio nonno e nel frattempo vado
al bagno. Mi guardo le cosce e noto che sto perdendo tanto sangue, che mi scivola lungo le gambe. Poi mi
affaccio alla finestra e guardo fuori la neve che sta iniziando a cadere, dico a Luca che a breve sarà tutto
innevato e bellissimo. Mi chiamano al telefono e mi dicono che mi vogliono rimborsare per l’incendio
avvenuto alla casa di nonna; ma io non ne so niente, chiedo a nonna e le mi dice che ormai è passato un
sacco di tempo. C’è anche il mio bisnonno che si mette a ridere per la faccenda. Io e Luca entriamo dentro e
il bisnonna ci offre una sigaretta per sfogarci, dato che lì secondo lui non c’è niente per noi giovani.
Sono a casa dai miei e ho voglia di uscire, chiedo a Luca di andare da Sharon, ma questo lo fa prendere a
male e non ci parliamo per un po’. Passo il tempo a sistemare i quadri, poi nel pomeriggio viene anche Luca
da me e rimane a dormire. Una giornata morta.

10/01/2022
luna crescente

Sono a una cena con Luca, Federica e Ferdinando in una casa di campagna. Federica gira una canna bella
grossa che sballa tutti; nel frattempo mangiamo cose varie. Parliamo di Agostino che è in ospedale, ho
un’immagine di lui nel letto che mangia cioccolato mentre una ragazza dall’altra parte del letto lo sta a
sentire a tutte le stronzate che dice. Poi siamo a cena con lo zio di Luca, ma non è una casa che conosco. Si
parla dei termosifoni e viene servito il dolce, che in realtà è fatto di carne.

Sono con Luca nel letto mio e ci stiamo svegliando. Ci alziamo e andiamo a trovare i regali per le nostre
madri, scegliamo degli orecchini per Giulia e un profumo per Manuela. Dopo siamo a casa della mamma e
pranziamo; è tornato anche lo zio dall’America. Quando andiamo via mi rendo conto di quanto la maggior
parte delle persone siano vuote, dei recipienti vuoti; ciò che mostrano è solo personalità superficiale. Degli
automi senza vita propria.
Siamo allo studio da Luca, lui ha un nuovo grembiule da lavoro e io inizio un nuovo libro. Passano un paio di
ore in cui io leggo e lui lavora ai quadri. Quando finisco mi sento in apprensione, lo stomaco sottosopra.
Andiamo a casa a prendere il cane e io faccio un bella cacata liberatorio, succede spesso quando leggo con
intensità. Prendo il cane e andiamo tutto insieme da Sharon. È uno di quei giorni in cui ho voglia di fare il
punto della situazione e voglio condividere ciò che imparo, in qualche modo. Piano piano alcune cose
stanno diventando chiare, mentre altre non le comprendo ancora.
Siamo da Sharon, i cani stanno tranquilli più di prima, ma ancora non si fida Shado. Così anche io e Luca.
Sharon ormai la conosco bene e non mi suscita più il disagio interno, mentre Abdu ancora non so. È una
brava persona, pure abbastanza interessata ad evolversi in qualche modo, ma c’è ancora
dell’incomprensione culturale da superare. Luca pure non è sempre a suo agio, a volte si sente di dimostrare
qualcosa altre si sente a disagio nel concepire i discorsi. Comunque la serata è stata piacevole, Sharon ha
cucinato del buonissimo pollo con riso e pastina, e abbiamo conversato di cose interessanti. È utile a volte
osservare come anche gli altri affrontano la vita quotidiana e i problemi dell’esistenza.

11/01/2022
luna crescente

Sono in una casa, sto continuando la conversazione con Sharon e Abdu. Poi mi ritrovo sommersa d’acqua
nella stanza, nuoto insieme a Shado e cerco di insegnargli a nuotare anche a lui.

Sono al compleanno di mamma, siamo sempre noi. Luca è distratto dal compleanno della mamma, ha paura
che non sarà contenta della festa a sorpresa. Io comunque mi distraggo studiando, non ne posso più di
festeggiare, non ho niente da festeggiare. Dopo mangiato faccio un giro al laghicello, la neve si è sciolta, ma
il vento è giacciato. Voglio tornare a Catanzaro, così studio per bene, qui sono davvero distratta. Ho bisogno
di andare un po’ avanti con la pratica. Poi il pomeriggio lo passo a guardare film sperimentali fino ad
addormentarmi.
12/01/2022
luna crescente

Sono allo studio da Luca, stiamo lavorando a qualcosa, forse ancora i video che giro. Poi mi ritrovo in uno
spazio all’aperto con i miei vecchi compagni delle elementari. Stiamo facendo dei disegni, con noi c’è
un’insegnante che ci guida. Noto i disegni di uno dei ragazzi, sono tutte caricature di persone che conosco.
Poi mi guardo intorno per capire dove mi trovo. Sono di fronte una casa, metà abitata e metà abbandonata.
La casa si trova in un paesino, e lo capisco dalle strade che non siamo in natura fitta. La metà casa abitata ha
pure un giardino discretamente grande, dico all’insegnante che non sarebbe male viverci quando i
proprietari saranno morti; posso anche aggiustare la parte abbandonata e utilizzarla. Poco dopo averlo
detto, un’altra ragazza dice la stessa cosa, le rispondo che l’ho detto prima io e quindi è mia; lei chiede
scusa.

Sono con Luca in macchina, è il compleanno della mamma e andiamo a fare diverse commissioni. Mentre
siamo in macchina lui mi recita la lettera che ha scritto alla mamma, mi fa rabbrividire. È una preghiera vera
e propria, capace di suscitare una forte emozione nelle costole. Una carezza alla grande madre dell’universo,
ma dedicata a sua madre. Passiamo anche da casa sua, le porto il regalo, ma non c’è una bella atmosfera
nell’aria. Sembrano tutti morti. Né gioia né dolore, solo indifferenza e cattiveria sottostante. Al ristorante
allestisco i tavoli con le candele e l’acqua. La festa in generale è tranquilla, ma si avverte una certa tristezza,
come se tutti sapessero che non c’è niente da festeggiare ma non volessero ammetterlo. La più triste
sembra la madre, che forse voleva di più e non ha potuto averlo. Luca è nervoso, pensa di non fare mai
abbastanza per gli altri. Io credo che la sua famiglia sia il suo peggior tiranno, ma è lui a doverlo capire. A
dirlo litigheremmo, non lo accetta. La sera rimango a dormire dalla nonna sua. Luca mi fa un attimo
innervosire per la sua indecisione riguardo il fumare una canna, ma niente di grave. Tuttavia vado in bagno
per lavarmi la faccia e quando mi asciugo gli occhi un dolore tremendo. L’occhio destro mi fa malissimo.
Forse colpa del mio nervosismo nei suoi confronti, forse colpa del vento, forse colpa del mio attaccamento
ultimamente all’immagine.

Sono nel letto a casa della nonna di Luca, cerco di dormire nonostante il dolore all’occhio. Ogni volta che
son lì non posso fare a meno di pensare allo zio morto; mi viene in mente che forse è lui che mi ha fatto
male perché me la sono presa. Ma non so. Evito di ossessionarmi come al solito e dormo. Ho immagini di
conversazioni intorno a un tavolo, c’è Luca e forse anche la mamma, ma niente di chiaro.
La mattina l’occhio fa un po’ meno male, ma mi crea un sacco di confusione mentale. Forse è la ragione che
deve stare un po’ zitta. Cerco di fare le solite cose a casa ma tutto è più difficile con un occhio lacrimoso e
dolorante. In un modo o nell’altro arrivo alla sera e anche al limite, dopo fumato non c’è più verso di tenere
gli occhi aperti, mi si chiudono entrambi. Mi metto a letto presto e faccio una serie di esercizi di percezione.
Noto come il dolore all’occhio mi aiuta a spostare l’attenzione dalla vista a tutto il corpo, anche a occhi
chiusi. Sono molto attaccata alle immagini. Mi concentro in diverse posizioni, ma mi rendo conto che non ho
il controllo dei miei sogni, vengo sempre buttata in mezzo a un miriade di immagini. Allora penso che questa
è la parte superficiale del sogno quella comune, in cui gli uomini fanno le stesse cose della vita quotidiana.
Mi sveglio diverse volte, ma mai ricordo niente.

14/01/2022
luna crescente

Sono a Fuscaldo per le strade, c’è una gara, una sorta di maratona. Vengono tante persone a vederla, io
partecipo invece. Nella folla c’è un ragazzo che mi sorride, lo associo a un ex e cerco di evitarlo, anche se
sotto sotto mi fa piacere essere notata. Comunque lo lascio in pace e proseguo la mia camminata. Arrivo in
una casa, davanti a me c’è un’altra ragazza. Poi ho dei legni in mano, per delle cornici di quadri. Faccio un
disegno in cui segno dei punti per fare un arco, ma dal disegno esce fuori l’immagine di un altro ex, una
brutta caricatura. Decido di lasciar perdere e andarmene.
Mi ritrovo sulla strada per la campagna, al Gesù. Il cane è in giro libero, allora mi metto a chiamarlo. Quando
arriva, insieme a lui c’è un altro cane, uno bianco. Inizialmente mi preoccupo, ma poi noto che sono amici e
li lascio fare.
Sono con Luca al metropolis, stiamo cercando un telefono per me. Lo troviamo subito appena entrati nel
negozio, però decidiamo di farci un giro prima di comprarlo. La tecnologia che c’è è ridicola, giocattoli
distribuiti per far illudere la gente sulle proprie condizioni di sviluppo. I militari hanno tecnologie ben più
avanzate, ma anche quelle son giocattoli in confronto al pianeta. Quando andiamo alla cassa, la cassiera ci
dice che quel modello di telefono è finito; io faccio per andarmene senza dire niente, ma lei continua a
parlare del perché non c’è blablabla. Luca si dispiace sempre per queste cose e aspetta che finisce di
parlare. Poi andiamo a prendere lo yougurt e anche qui veniamo ingannai, prendiamo quello dolce invece
del normale, perché sulla confezione non c’è scritto nulla. Comunque il telefono decido di ordinarlo su
internet, però devo fare la ricarica. Anche in questo caso non ci riesco, passo da quattro negozi e sono o
chiusi o non riescono a farla. Tutto questo movimento mi fa un po’ innervosire, anche perché sono in
premestruo. A pranzo siamo solo io, mamma e Luca; mangiamo i peperoni ripieni con la polenta. Mamma
se la prende con me perché sto cercando di educare il cane un po’ severamente. Io mi innervosisco
abbastanza. Non mi piace per niente quando si criticano i miei metodi, ho difficoltà ad accettare le critiche.
Pomeriggio andiamo un po’ nella campagna, è qualche giorno che non ci vado per il vento forte e il freddo.
Ora invece si è calmato, ma non ho molta voglia di fare. Da una settimana o più circa non creo nulla. L’unica
cosa a cui ho lavorato sono i video, che ancora devo montare. Improvvisamente mi viene l’ansia di andare al
tabacchino, ho paura che la gente interferisca con la mia persona e mi disturbi. Ho paura che mi portino a
comportarmi come non voglio. Faccio gli esercizi per calmarmi e funzionano, mi danno sicurezza. Devo
comunque starci un po’ prima che ottengo la quiete. Vado al tabacchino a fare la ricarica, per fortuna non
c’è tutta quella marmaglia di gente come al solito, giusto qualcuno dentro.
L’occhio non fa più così male, un po’ si, ma non troppo. Cerco comunque di proteggerlo dal sole e dal vento.

15/01/2022
luna crescente

Sono nei pressi di un lago, il tempo fuori è bello, caldo e soleggiato. Non sono sola, non lo sono mai. Una
donna mi sta insegnando qualcosa sulla sessualità, con noi ci sono diverse cavie. C’è un momento in cui una
cavia muore e viene buttata nel lago, io mi preoccupo, ma la donna dice che non ha importanza. Poi sono
sull’uscio di una porta, dietro di me c’è Luca, ma è strano. Ha un’aura che mi da una stranissima sensazione
di lui, una sensazione che ho già provato. Io mi poggio con il ventre all’angolo della porta e lui mi si mette
dietro. Allora mi inizio a strusciare tra lui e la porta, finché sento del piacere al pube.

Vado a pranzare a casa di Luca, è il compleanno della nonna e la mamma ha cucinato il minestrone. Sono
silenziosa a tavola, osservo e basta. Luca pensa che sono arrabbiata e cambia umore come vede che cambio
umore. Andiamo a stare al mare e piano piano gli passa il broncio. Quando siamo qui nella sua famiglia lui
sembra un bimbo, tutti lo trattano come un bimbo. Sembra che la sua famiglia abbia tratto una gioia
indescrivibile dalla sua nascita e ne è rimasta attaccata. Questo purtroppo è più nocivo per Luca, non lo
aiuta di certo a staccarsi dalla sua famiglia. Pomeriggio stiamo un po’ allo studio e leggo Castaneda; ogni
volta che mi immergo è come se vivessi in parte ciò che racconta. Forse è voluto da lui stesso verso i lettori,
opppure mi suscita semplicemente dei ricordi antichi. Non ho dubbi su ciò che afferma, il problema è che
non lo vivo veramente. Mi dà certe sensazioni corporee, ma non ricordo nulla. Un po’ come nei sogni, il mio
corpo li ricorda, ma la mente no. Sarà che non ho abbastanza energia, dovrei impegnarmi sempre, ma sono
distratta dal mondo circostante, che vuole rubare la mia attenzione per qualsiasi cosa.
La sera ceno di nuovo con la sua famiglia, a casa sua c’è un’atmosfera stranamente pesante. Fa caldo e sono
tutti ammuppiati e stanchi. Non c’è ossigeno e io mi sento esplodere la testa di calore.
16/01/2022
luna piena

Sono in una città particolare, è fatta di pietra e di metallo, metà antica e metà tecnologica. Sono in uno
spiazzo davanti a un grosso muro, forse di un palazzo. Il muro non mi fa passare e devo cercare una chiave.
Una ragazza che è con me mi consiglia, dice di cercare lì vicino. C’è un uccellino, è lui la chiave a quanto
pare. Chiedo all’uccellino se mi aiuta e sembra felice di farlo. Mi guardo intorno e noto che gli edifici sono
disposti su diversi piani, si può camminare in tutte le direzioni, non solo orizzontale. Sento che la ragazza è
mia amica.

La domenica a casa. Mi va di uscire, così il pomeriggio chiedo a Federica. Andiamo a stare un po’ al mare, c’è
un bel sole caldo e molta gente ha fatto il picnic. Ci mettiamo a parlare, lei è abbastanza giù, mi dice che non
ci sta capendo niente con questa storia dell’evoluzione dell’uomo verso altri mondi. Non capisce che senso
ha, perché dovrebbe farlo; ma nello stesso tempo non può fare a meno di pensarci. Cerco di essere più
spontanea e sincera delle altre volte, senza perdermi in formalismi inutili. Nemmeno io so molto, ma lotto,
ed è ciò che dovremmo continuare a fare finché non capiamo. Tuttavia succede una cosa strana, mentre
cerco di dire qualcosa riguardo l’agguato, la mia mente si ferma, scompare ogni parola. Mi dico che è
normale dopo aver fumato, così ci ripenso al discorso e mi torna subito in mente. Faccio per parlare ma
ecco di nuovo che qualcosa mi ferma. Come se calasse un velo sulla mia mente e smettessi di ricordare ciò
di cui parlavo. A questo punto se ne accorge anche Federica ce qualcosa sta interferendo, così decidiamo di
passare oltre. Continuiamo a parlare delle sue perplessità, io mi guardo un po’ in giro, con la speranza di
riuscire a vedere. Dopo qualche minuti arrivano due signori nei nostri paraggi, un uomo e una donna di
mezz’età. Sono vestiti bene, ma non esageratamente; sono eleganti al punto giusto. Lui porta pantaloni
scuri e giacca elegante a quadri verde sopra un maglioncino bianco a collo alto, mentre in testa ha un basco
e degli occhiali da sole. È alto nella media e magro, con lineamenti un po’ aguzzi e il naso aquilino. A donna
invece indossa una maglia rossa e una gonna nera stretta sotto le ginocchia. Ha una borsa di pelle nera
classica e diversi gioielli. I capelli sono tra il biondo e il bianco, e porta anche lei gli occhiali da sole. Si
fermano vicino a una roccia distante circa 3 o 4 metri da noi; lui va vicino al mare e si mette in posa per una
foto che la donna è intenta a scattare col telefono. Fanno a turno, prima lui e poi lei. Si mettono in classiche
pose, semplici. Tuttavia c’è qualcosa di molto particolare nei loro gesti, nel loro modo di muoversi. Sono
precisi e pacati, sembra che possiedano una padronanza e sicurezza di sé al di sopra della gente comune. Li
osservo a lungo e non fanno nemmeno un gesto che non sia quello giusto, nemmeno uno che lasci
trappelare disagio. Dopo le foto si siedono su uno scoglio, lui guarda il mare lontano mentre lei fuma una
sigaretta e guarda le foto al cellulare. Noto un particolare interessante, lui ha uno zaino, uno zaino da
traking grigio che non c’entra nulla con il suo vestimento generale. Eppure sembra giusto anche questo.
Contro il tramonto in mare, le due figure sembrano surreali, dipinte in quello stesso istante. Dopo un po’
noto che lui è in piedi girato verso di noi e le montagne, le guarda intensamente. In qualche modo li nota
pure Federica, ma non sa perché. Io li osservo cercando di scorgervi quello che non vedo, ma niente. Mi
rimane solo un senso di tonal perfetto. Soono sicura che quelle due persone avessero un tonal perfetto,
impeccabile. Dopo che se ne vanno loro, andiamo anche noi. Facciamo un giro sul lungomare, c’è una marea
di gente, eppure mi sento come se camminassi solo con Federica. Lei nemmeno fa tanto caso agli altri, è
presa dal cercare una soluzione alle sue angoscie esistenziali. Fatto sta che alla fine dell’agguato riesco a
parlare, qando lei mi dà l’imput giusto, e riesco ad attrarla. Fin’ora non ho mai parlato con qualcuno dei
toltechi, ma sento che c’è qualcosa da confermare prima di andare avanti.

Sono in un bosco, qualcuno porta delle travi di legno, qualcun altro vuole sbatterle sulla schiena di un tipo.

È mattina e mi sveglio nervosa. Sento che sta arrivando il sangue, non ho voglia di far nulla e mi arrabbio.
Voglio andare via da casa, così scrivo a Luca. Andiamo a stare allo studio con il cane. Passiamo la giornata lì:
io leggo e lui lavora. Sto raccolta e aspetto che il sangue scenda. Ho bisogno di casa quando ho il ciclo, Luca
è la mia casa. Ultimamente i sogni non li ricordo e mi arrabbio. Dimentico sempre che non c’è bisogno di
ricordare tutto, ciò che rimane e ciò su cui lavorare, il resto arriverà da sé. Ma io penso che forse non sono
abbastanza capace e me la prendo con me stessa.

18/01/2022
luna calante

Sono in montagna, in una grande casa in parte abbandonata. Un gruppo di persone è riunito qui, si fanno
delle prove per uno spettacolo o qualcosa del genere. C’è una ragazza con cui ho particolare affinità e mi ci
sento vicina. Lei mi spiega diverse cose sull’andamento della situazione. Siamo tutti su una scalinata davanti
un portone molto grande. La casa dentro sembra buia e disabitata. A ognuno viene dato un compito, io
devo realizzare dei quadri. Mentre tutti ce ne andiamo penso a come devo fare, dato che non ho uno studio
e sono bloccata a casa dei miei; così penso di togliere tutto dalla mia camera per farla diventare uno studio.
Mentre cammino e penso vedo Gino che arriva con i cani lungo un sentiero.
Sono dentro la casa, siamo tutti seduti intorno un tavolo di legno vecchio. Di fronte a me c’è una ragazza con
un cane marrone e nero. Il cane suo da fastidio al mio, o almeno, cerca di interagirci, ma io le dico di
smetterla perché il mio non è tanto amichevole. Qualcun altro entra nella discussione e dice alla ragazza di
lasciarmi tare.

Mi sento in una fitta nebbia. Talvolta c’è chiarezza, ma è così preziosa che difficilmente se ne ricorda nei
periodi turbolenti. Mi sento in un turbinìo di sensazioni, se mi lascio portare c’è da non ritrovarsi più.
Quando c’è chiarezza è come vedere il mondo con gli occhi da bambino; con gli occhi non con la mente.
Tutto è uguale eppure diverso, più morbido, più evanescente; eppure sempre lì. L’unica grande distinzione
che riesco a notare è tra la luce e l’ombra. L’ombra sembra che ci sia già prima che la luce compaia. E solo a
tratti la vediamo di giorno, mentre di notte è tutta intorno, ovunque. Con il sole solo nei crepacci domina
l’ombra, forte e concentrata. La si ritrova dentro ogni piccolo spiraglio. È difficile vedere chiaro in mezzo agli
altri, semplicemente perché trascinano. Bisogna superare qui la paura. Affermare il proprio potere in
silenzio e senza esitazioni mentali. Se si supera la paura dell’altro fuori di noi, si possono vedere i fenomeni,
i movimenti delle forze. Tuttavia c’è bisogno di molta attenzione accumulata per mantenere la vista a lungo,
per ore ad esempio. Se ci si distrae un attimo, il dialogo interno prende il sopravvento e tutto svanisce nel
fumo. Ma la paura bisogna superarla a forza, bisogna costringere letteralmente sé stessi a svegliarsi e vivere
le forze intorno a sé. Io mi sento comunque in esplorazione all’interno di un mondo sconosciuto. Un mondo
simile al nostro, ma più leggero, più spontaneo, più fine. Credo ci siano diversi gradi di una progressiva
finezza dei mondi, in cui possiamo arrivare mano a mano che ci alleggeriamo dalla forma umana. L’uomo
nasce sulla terra e qui deve morire. Ma qualcosa che non è più uomo è libero di viaggiare sull’onda
dell’intento. Prima di tutto capire il corpo, tutto l’apparato corpo, fatto delle sue diverse parti ognuna con le
proprie funzioni. Una volta comprese le leggi del corpo, bisogna comprendere le grandi leggi del mondo, e
poi quelle del sole della luna dei pianeti e così via. Tuttavia non è un lavoro rettilineo e cronologico, le leggi
del mondo sono intrisecamente connesse con quelle dell’uomo e viceversa, perciò bisogna studiare e
comprendere tutto contemporaneamente. Senza regole fisse, ma con una sola direzione: la libertà dalla
forma umana.

È mattina, sono in campagna sola. Sento qualcosa che mi chiama e ho la forza per rispondere. Sto nella mia
capanna per un paio d’ore, a sentire il mio corpo e ciò che lo circonda. Non è qualcosa di specifico, piuttosto
un modo diverso di concepire ciò che mi circonda. Scrivere del totem perfetto mi ha dato grinta e voglioo
d’essere. Dopo aver raccolto energia sufficiente con esercizi di respirazione e di suono, sono entrare nel
mondo del sogno e dell’agguato. Il mondo è più semplice, preciso e meccanico; basta guardarlo senza
nessun tipo di pregiudizio personale, altrimenti non si vede ciò che è fuori, ma solo ciò che si concepisce
come riflesso del dentro. Riesco a mantenere questa concentrazione fino al pomeriggio, quando sono
andata a Paola con Luca. Andiamo direttamente sul lungomare, incontrando nel percorso diverse
conoscenze di sfuggita. Tutti e due abbiamo la sensazione di incontrare Federica e Ferdinando al nostro
posto sulla spiaggia, che è anche il loro. Appena arriviamo infatti eccoli là. Stiamo tutti su uno scoglio, noi
fumiamo mentre loro bevono il caffè. Gioco un po’ con il cane e poi andiamo via.
19/01/2022
luna calante

Sono a una riunione di persone, in una camera marrone/grigio in cui ci sono solo sedie. Siamo seduti tutti a
cerchio e discutiamo sul da farsi. Una persona in particolare mi fa da guida, ma io mi ribello dicendo che
non ho bisogno di guida. C’è di mezzo un neonato, ma non ho presente cosa c’entri. Vedo anche le tribù
delle foreste.

Sono in campagna e sto tagliando i rami in più degli alberi di fico. Non ho voglia di scolpire, né di meditare.
Ho solo voglia di tagliare quei rami. Mi accorgo che ci riesco benissimo, nonostante l’ultima volta abbia
avuto delle difficoltà. Sarà la forza del sangue, ma taglio i rami uno dopo l’altro senza quasi nessuna fatica,
nonostante siano posizionati molto scomodi e la sega abbia la lama piegata. In campagna ci sono Gino e
Gabriel che stanno tagliando e sistemando le canne. Dopo aver finito me ne vado sull’amaca a leggere. Il
pomeriggio chiamo Luca e vado a Paola col cane, anche se non ho tanta voglia di andarci mai, quello studio
è pieno dell’angoscia sua e della mamma. Alla fine però mi trovo sempre stranamente bene. Passiamo
prima sulla spiaggia a fumare. A Paola la gente è legata al mare, vengono a passeggiare sulla spiaggia anche
d’inverno, anche solo per stare in macchina. Ognuno si rifugia nel mare, cerca la propria soluzione del mare.
Così anche noi. C’è un bel sole caldo, allo studio mi rilasso a giocare col cane sul prato. Guardo il cielo
mentre un elicottero vola vicino vicino, sembrando surreale nell’aria. Poi come se avesse fatto da avviso,
arrivano i genitori di Luca, prima il padre e poi la madre. Lei arriva già quando è buio, ha paura del cane,
perciò resto fuori mentre loro sono dentro con Luca che imballa il suo quadro da spedire. La madre si scazza
un po’ per il bordello. Comunque cucino un po’ di pollo per cena. La sera dopo cena è il momento migliore
per avere un confronto con Luca, è più lucido. Mi chiede consiglio sul suo lavoro, ma non ne ho di
illuminanti. Credo solo che potrebbe lavorare in tranquillità invece che in ansia; ha preso l’ansia della madre
e quando è qui con lei peggiora senza freni. Dice che sente dei rumori, dei suoni che non sa se provengono
dalla realtà oppure no. Si sente sempre inseguito da una minaccia incombente, la morte sempre dietro
l’angolo. Tuttavia invece di consigliarsi con la morte, cerca di fuggire, fa finta di niente. Penso che tutta
l’attività quotidiana a cui si dedica non lo aiuti per niente, la musica incessante piena di sentimenti di
rancore tristezza e odio, il telefono costantemente in mano e la testa perennemente sovracarica. Penso che
si stia sfogando sul corpo e sul lavoro continuo per non affrontare veramente la sua famiglia. Vuole
mantenere l’idea che ha sempre avuto e ha paura di cambiarla, quasi fosse un peccato mortale. I suoi non
fanno altro che tenerlo prigioniero con i loro vizi di cibo e di compagnia, e lui si comporta come un bimbo
troppo grande. A volte mi rattrista vederlo così, ma anche io ne ho passato delle brutte e devo solo
confidare nella sua forza da guerriero. Abbiamo avuto un lungo contatto l’altro giorno, ho visto
distintamente le sue due parti, quella che mantiene sempre nell’occhio destro e quella che forse ho visto
solo in sogno che tiene nell’occhio sinistro. Quest’ultima fa veramente paura, è incazzata nera e viene
ignorata. La sera tardi quando mi riaccompagna è stanchissimo, non ce la fa a tenersi con gli occhi aperti.

20/01/2022
luna calante

Sono in una casa scusa, senza illuminazioni, si vedono solo ombre e penombre. Sono seduta a un tavolino e
mi stanno offrendo da mangiare. Ci sono altre persone come me sedute ai tavolini. Una donna mi sta vicino
e mi spiega delle regole su quello che facciamo.
Ho la stranissima sensazione che il mio corpo ricordi le esperienze del sonno, ma il mio cervello si rifiuta di
ricordarle con le parole o con le immagini.

Ho voglia di studiare, apro i documenti sul pc ma non faccio in tempo che i miei vogliono che vado in
campagna ad aiutare con l’arrosto della carne. Il tempo è nuvoloso, facciamo giusto in tempo ad arrivare e
raccogliere un po’ di legna che si mette a piovere. Le nuvole non fanno capire bene la l’intricarsi di luce e
ombre, cerco di cogliere le differenze ma è difficile. Cerco di capire se l’ottembramento della luce con le
nuvole crea lo stesso effetto della notte. Certo le nuvole impediscono il passaggio diretto dei raggi solari, ma
non è come la notte. Pian piano inizio a vedere che è effettivamente un effetto simile, ma con intensità
minore. Le particelle tutte attaccate e mischiate non sono così grandi e distinguibili come di notte, ma è una
patina più fine e più difficile da cogliere. Il fuoco ci mette tutta la mattinata a cuocere la carne, così ho tanto
tempo per esplorare e contemplare i posti che conosco meglio: la grande quercia da cui esce acqua, le
goccioline d’acqua sospese sui rami dei fichi, le foglie secche a terra che creano una coperta rossa alla terra.
Verso tardi arriva anche Luca, io mi allontano dal fuoco, credo che la mia influenza faccia cuocere meno la
carne, così la lascio ai maschi. Stare con Luca è strano quando non siamo solo noi, sopratutto quando siamo
a casa dei miei. Non mi sento libera di esprimere nulla, mi innervosisco e finiamo quasi sempre col
rimanerci male entrambi. Lui dal canto suo quando è in un ambiente che non è la sua famiglia sembra un
debole, si fa abbattere e non ha nessuna volontà, tranne quella di andarsene. Non so come faremo a
liberarci di questi fardelli, se saremo costretti a sposarci veramente oppure chissà.

21/01/2022
luna calante

Un monaco buddista è seduto in meditazione nel nulla. Indossa la classica tunica larga e gialla. Mentre
medita la sua energia tiene uniti insieme da un filo invisibile altri monaci, disposti tutti a cechio.
Sono su una spiaggia a Fuscaldo o verso Guardia, è notte e sulla sabbia ci sono grossi pezzi di roccia e
cemento caduti. Sento di aver appena litigato con Luca e io sono venuta qui per cercare una ragazza. La
chiamo e la cerco tra le rocce finché non la trovo. Sta raccogliendo i suoi vestiti sparsi in giro, le dico di
venire con me. È una tipa un po’ oscura e scazzata, inizialmente non vuole venire; poi le dico quello che è
successo e lei si convince. Andiamo nella camera in cui dormo io, è una camera piccola con un divano letto;
non è mia, sono ospite. Lei sistema un mezzo letto sopra il mio per allungarlo, poggiando la parte anteriore
sopra dei libri. Decidiamo di uscire, siamo in città. Entriamo in quello che sembra un negozio, anche se non
si capisce bene di cosa. A gestirlo è una donna giovane e un po’ grossa, dal modo di fare furbo e simpatico.
Dentro è tutto colorato e illuminato, ci sono sfumature viola sulle pareti. La mia amica si siede su uno dei
letti presenti nel negozio e inizia a guardare tra i vestiti sparsi in giro. Io faccio lo stesso, ma la donna viene a
mi chiede se sono disposta a pulire tutto il suo negozio per una piccola paga. Accetto perché ho bisogno di
soldi. La donna contenta si gira verso di me e mi dice che è ora di un bel amaro; io capisco che me lo vuole
offrire, ma in realtà diceva per lei. Si avvicina a me, mi tocca il fianco destro e se ne va dicendo che fino alle
undici devo finire di mettere tutto in ordine. Inizio a sistemare i vestiti sui letti e poi anche i letti. Ci sono
troppe coperte e lenzuola. Sotto le lenzuola del letto della donna trovo diversi boccacci di frutta secca e
amari, li sistemo tutti su degli scaffali vicino al letto. Temo tutto di fretta e furia e poi chiedo alla mia amica
se vogliamo uscire. All’improvviso entrano nel negozio due ragazze che sembrano conoscermi, si siedono a
un tavolo che non avevo notato mentre io sono vicino alla mia amica; le vedo come fossero lontane, come
se la stanza si fosse ingrandita. Loro mi guardano e mi chiedono se vogliamo uscire, come se sapessero che
era ciò che volevo. Dico subito di sì, ma chiedo alla mia amica se è d’accordo. Lei non sembra per niente
disposta a uscire, è scazzata e fa capire che quelle due non le sopporta.

Sono un po’ assonnata, i miei sensi percettivi non sono molto attivi. Se nel sogno sogno con lucidità, poi ho
meno energia durante la giornata. Poche considerazioni. La luna calante mi fa sentire meglio rispetto a
quando è piena. La luna piena di risucchia tutta l’energia.
22/01/2022
luna calante

Sono in una grande distesa, intorno a me si estendono solo campi all’orizzonte, campi pieni solo di piante
selvatiche secche, niente di piantato. Sono con Luca e Shado in una nei pressi di una grande casa di
campagna, apparteneva a due vecchietti che ora non ci sono più. Ci spostiamo nel campo, ci
teletrasportiamo nel tempo. Siamo nello stesso campo ma qualche km più lontano dalla casa, che ora si
vede in lontananza. Non c’è nessuno nei paraggi, solo terra e cielo nella semioscurità. Non sappiamo cosa
cerchiamo né perché siamo qui, ma siamo certi che qualcosa ci dà la caccia, qualcosa di invisibile e immenso
che vive lì. Troviamo una sorta di capanna, una casetta più piccola in cui sta solo una vecchietta; questa ci
dice qualcosa e poi scompare anche lei. Non sappiamo che fare, esco fuori e mi guardo intorno ma l’unica
cosa a cui faccio caso è la terra che sembra essere stata zappata con un trattore. Rientro dentro la capanna
non appena sento che qualcosa si avvicina, dico a Luca di chiudere tutto perché forse dovremmo rimanere lì
per un po’. Dentro è buio, c’è solo una porta e una finestra in una sola camera che fa da cucina. Ho una
visione in cui sono con mamma a fare compere al mercato, uno qualsiasi. Qui incontro una mia vecchia
compagna delle superiori con la mamma e un cagnolino un po’ storto. Mamma riconosce sua madre e va a
salutarla come una vecchia amica; la mia compagna mi vede e sorride contenta, mi dice che sta bene ed è
felice. Lei non è mai stata così felice, l’ho sempre vista cupa perché sua madre era morta. Ritorno alla
capanna, come se non ci trovassimo più nello stesso tempo. Fuori è giorno e vicino alla capanna ci sono dei
grandi palazzi pieni di persone. Un uomo ci viene incontro, l’ex di Sharon; è su una specie di macchina
volante o motorino volante o qualcosa così, di tecnologico. Ci fa vedere come funziona e ci dice se vogliamo
provare. Tuttavia non mi fido molto, comincio e vedere che da quei palazzi escono aerei militari che
sorvolano tutto il campo e fanno esperimenti con le armi. Neanche Luca sembra fidarsi, così rientriamo
nella capanna e cerchiamo di sbarrarci dentro per andarcene via. Il cane però continua a saltare qua e là e
nel movimento sembra bianco piuttosto che nero.

La mattina pulisco casa perché ne sento il bisogno. Alla fine non studio, mi metto a modificare video.
Mamma mi dice che c’è la neve in montagna e mi viene voglia di andarci. Salendo noto che man mano che
si va vanti e la neve è di più, il silenzio aumenta. Al lago è tutto silenzioso, tranne per le grida dei bambini
che giocano con la slitta. Non si sentono uccelli né si vedono insetti, tutto dorme. Il cane è particolarmente
euforico quando andiamo in posti diversi e non mi lascia concentrare sulla percezione. È fastidioso stare in
balì dei suoi umori. Così com’è fastidioso stare in balìa dei miei. Al ritorno assaggiamo un ghiacciolo dalle
radici degli alberi, un concentrato di terra, radici e sassi di ogni genere. In bocca mi lascia un sapore pesante,
come se avessi leccato uno scoglio o metallo, con retrogusto di erbe varie. Mi riempie lo stomaco, tanto che
non riesco a mangiare quasi nulla la sera. Mi focalizzo sull’aera della volontà, dove sta lo stomaco, in modo
da far espandere le sostanze in tutto il corpo. Più mi concentro e più mi fa male, sento un vortice che si apre
nella pancia e che risucchia ciò che sta intorno. Mi dondolo per un po’ seguendo questo vortice. Mamma
nel frattempo parla con mio nonno; prima è scazzata e non vuole rispondere, poi però è tutta contenta e
ride mentre ci parla. Tra gli argomenti ci sono i miei bisnonni, che compaiono spesso in sogno a mamma. Lei
dice che sono gentili, che non sono sogni brutti. Io mi chiedo chissà perché. Forse erano il nostro legame
con la Romania, anche a me compaiono spesso.

23/01/2022
luna calante
Sono in un magazzino industriale, fatto di lastre di metallo vecchie. Tuttavia è uno spazio molto grande,
come una vecchia fabbrica. Mi ricorda il Rialzo di Cosenza. Io sono seduta su un divanetto sporco e
malandato insieme ad altri. Non posso uscire fuori perché qualcosa mi sta cercando, così anche gli altri.
Stimo tutti dentro sto magazzino ad affrontare delle prove di ragione. Ognuno sperimenta i propri limiti in
base ai limiti altrui. Possiamo spostarci solo entrando in altri sogni, senza mai uscire.
Un ragazzo si prende gioco di me e mi mette alla prova continuamente, ridendo e scherzando. Tuttavia mi
sta simpatico, quasi provo affetto. Accanto a me sta una ragazza invece, lei cerca sempre di aiutarmi; anche
per lei provo affetto. Eppure non ricordo quasi nulla. Tuttavia il mio corpo sa. C’erano anche il cane e Luca.

Mi sono svegliata triste, oppure ci sono diventata dopo essermi alzata. Sono triste e frustrata, inoltre
spaventata. Passo la mattinata a leggere senza sosta, mi piace perdermi in altri mondi quando il mio mi pesa
assai. Il libro però finisce e io sto peggio, piango un po’ e poi decido di uscire a fare un giro. Ho paura che
dato che mi sto allenando a percepire di più, sono più esposta ai pericoli. Oppure semplicemente
percepisco i pericoli maggiormente e qui ho più paura. Tuttavia non capisco se siano pericoli veri o generati
dall’ansia. Ma sento a volte una grande forza invisibile che mi gira attorno, anche nei sogni. Sarà che non ho
ancora capito bene di che si tratta e quindi mi spavento ancor di più. In qualche modo riesco a farmi
coraggio e torno a casa, ma chiamo Luca per farmi venire a prendere. Passo il pomeriggio un po’ in spiaggia
e un po’ allo studio a pulire lo schifo che Luca lascia in giro.

24/01/2022
luna calante

Sono con mia cugina Ana e giro per una città, siamo insieme al cane. Entriamo in un negozio forse di
alimentari per comprare qualcosa, tuttavia sembra vuoto: dentro ci stanno solo due cani, uno vicino alla
porta e un altro alla parte opposta della stanza. Scaffali non se ne vedono e nemmeno il proprietario.
Appena mi accorgo dei cani mi spavento un attimo e faccio per scappare, ma loro si alzano subito in piedi
quasi a fermarmi. Noto che sono cani labrador col pelo lungo e la faccia gentile, così mi tranquillizzo e ce ne
andiamo. Siamo in una casa simili a quella di nonna in Romania; io, Ana e mio padre siamo seduti intorno a
un tavolo e parliamo. Io sono contenta di rivedere mio padre, che sembra particolarmente giovane e arzillo,
mentre Ana continua a creare tensione tra di noi facendo osservazioni fastidiose e cattive. Nel frattempo mi
chiama mi zia, la mamma di Ana e mi chiede come sta procedendo con mio padre, anche lei un po’
contrariata. Le dico in rumeno che va tutto bene e che sono contenta. Dopo che chiudo la telefonata, mio
padre mi inizia a raccontare che è nei paraggi per visitare tutti i suoi figli e che abita in un città tra Roma e
Milano attualmente. Mi dice che posso andarlo a trovare se voglio e io ne sono entusiasta.
Io e mio padre andiamo insieme a casa di una sua ex moglie, una signora magra, alta, dai capelli neri non
troppo lunghi. Non entriamo dentro casa, ma restiamo sulla soglia. Lei non sembra tanto contenta di vedere
mio padre, tuttavia va a chiamare tutti i figli. Arrivano uno per volta all’uscio della porta e lo salutano con
indifferenza. Alcuni sono più piccoli e gli fanno vedere cosa hanno fatto a scuola, con un briciolo di speranza
negli occhi; altri invece sono più grandi e appena lo salutano e se ne vanno. In tutto sono quattro o cinque.
Mio padre non sembra farci tanto caso al loro comportamento, mi spiega che ce l’hanno con lui perché non
c’è stato molto. Allora fa per salutare anche me e se ne va, ricordandomi dove abita. Comincia a girare tra
posti diversi, io lo seguo senza che se ne accorga. Voliamo sopra le città.
Poi mio padre si ferma nei pressi di un locale, lì c’è la sua ex moglie che passeggia e balla con un uomo. Mio
padre sta a guardarli da lontano con lo sguardo imbronciato mentre fuma una sigaretta. È vestito bene, con
giacca e cravatta; gli altri però lo prendono in giro dicendo che è un povero disperato ad andare ancora
dietro alla ex. Io vado a casa della donna, per cercare di capirne di più. Parlo con lei e con i figli, tutti mi
dicono la stessa cosa: sembra che mio padre si interessi a loro e a tutti, ma in realtà a lui frega solo di sé
stesso e non c’è mai quando loro vogliono che ci sia. Tutti cercano di convincermi che mio padre è na
merda, eppure io non ci credo. Credo che semplicemente sia fatto così. Poi noto che lui è seduto lì vicino e
ascolta in silenzio, è commosso dalle mie parole e piange. Poi i miei sentimenti si confondono con i suoi e
sento come lui sente: un grande affetto e una grande confusione.
Sono con Luca a Cosenza, stiamo spedendo un pacco in America, un quadro suo. Ultimamene crea per
vendere, e qualcosina la vende. Ormai non ha più senso chiedersi se è giusto trattare l’arte come un lavoro o
no, perché tanto il lavoro vero è un altro, quello dell’abbandono della forma umana che ci tiene
imprigionati. L’arte è un modo come un altro per passare il tempo e non sentirsi inutili mentre si è qui. E poi
dobbiamo trovare un modo per guadagnarci da vivere, altrimenti non andremo mai avanti. Stare alle
dipendenze di altri può essere semplice, ma molto limitante. Più hai bisogno delle attenzioni altrui e più sei
suo schiavo. Il pomeriggio lo passo ad aiutare Luca in studio, abbiamo fatto un po’ di foto e archiviazione
alle opere. Ho iniziato a leggere un nuovo libro, una fiaba. Le fiabe mi piacciono tantissimo, mi ci trovo
molto legata. La semplicità con cui riescono a insegnare concetti complessi e importanti è rigenerante. Le
storie sono una bella arte dell’uomo, se solo le usasse bene, per guarire non per far ammalare ancor di più.
Alla tv si parla di una guerra imminente, la Russia vuole invadere l’Ucraina e gli Stati Uniti si mettono
giustamente in mezzo. Comunque è prima dalla pandemia che si parla di sta invasione, chissà se ci sarà
veramente. E sopratutto chissà se coinvolgerà di nuovo tutto il mondo. Non so sinceramente per cosa
dovrebbero combattere, forse per la poca energia rimasta disponibile? Dopo che ne hanno abusato per
decenni. Non so, credo più che ci sarà una catastrofe ambientale, molti vulcani stanno esplodendo, alcune
terre emergono mentre altre vengono inondate. Credo che uscirà allo scoperto una terra anticamente
abitata dagli uomini. Io non so, a volte ho paura, a volte ne sono entusiasta. Da una parte sono contenta di
vivere il mio tempo, mi dà tante opportunità di studio; dall’altra mi sento un po’ incastrata e oppressa. So
che dentro ho una forza, il mio secondo corpo, che non è molto sotto controllo ancora, però nelle situazioni
difficili risulta il più adatto alla sopravvivenza. Da una parte sento il bisogno di unione, insieme si ha più
forza, ma è difficile trovare qualcun altro disposto a rischiare tutto pur di essere libero.

25/01/2022
luna calante

Varie immagini si sovrappongono nella mia mente. Io le selezioni, le taglio e le modifico come voglio. Ci
sono dei bambini all’inizio, poi si cominciano a vedere degli ambienti, mi ci immergo. Sono in un grande
edificio, un hotel-ristorante dalla disposizione dei mobili e delle stanze. C’è una grande riunione di gente
importante, io sono infiltrata tra i camerieri. Sto registrano ciò che mi circonda, prima sto intorno alla gente
di servizio, che mi aiuta a camuffarmi e faccio qualche registrazione a loro. Poi però decido di rischiare ed
entrare nella sala dei capi. Con me ho una telecamera nascosta e una busta di stoffe ricamate e colorate.
Entro nella sala come fossi una mercante un po’ sempliciotta che cerca di vendere la sua merce. La sala da
pranzo è semi-buia dai toni rossi; l’arredamento è principalmente in legno lavorato. I capi sono seduti in
fondo alla sala a un tavolo rotondo, indossano qualcosa di simile ai completi militari, ma più eleganti.
Entrando faccio finta di non notarli, ma che siano loro a notare me. Infatti uno al tavolo mi fa cenno di
avvicinarmi. Dopo un momento di panico iniziale, mi immedesimo nella parte e vado a sedermi vicino a
loro. Il tipo mi dice di mostrargli le stoffe che ho nella busta, dice di essere un intenditore e non può farsi
sfuggire un’occasione. Gli faccio vedere sia della stoffa monocroma che quella ricamata, ma lui mi guarda
come se aspettasse una mia spiegazione sulla loro origine, in modo da verificarne la validità. Un altro
membro del tavolo mi guarda dubbioso e avverte il tipo che potrei imbrogliarlo. Lui però non gli dà retta,
dicendo che se ne intende, mi guarda per cercare conferma. Allora capisco che se non faccio la mia parte
sono fregata. Tiro fuori dei cordoncini intrecciati, i preferiti dei militari, e subito il tipo si esalta e mi guarda
come per analizzare ogni mossa che faccio. Allora decido di guardarlo negli occhi, sono piccoli e marroni,
con le palpebre un po’ chiuse dalla vecchiaia e dalle rughe. Lo guardo e gli spiego che i cordoncini sono stati
fatti a mano e che ognuno ha richiesto una settimana di lavoro delle donne di qualche paese povero. Il tipo
allora guarda quello dubbioso come per dirgli “hai visto? È roba buona!”. Mi chiede il prezzo a questo punto,
io non so bene cosa dire, so che non posso dare un prezzo basso perché altrimenti si capirebbe la truffa, ma
non sono nemmeno così esperta da dare un prezzo giusto e alto. Allora dico al tipo di farmi lui un’offerta
considerando il valore della roba; lui propone un prezzo molto alto, qualcosa con tre zeri. Nel frattempo che
contrattiamo al tavolo fanno riferimenti al loro piano d’azione, che è quello che volevo registrare, ma non
riesco a farci tanto caso perché se ne accorgerebbero.
Studio come una dannata tutta la mattina. Devo recuperare i giorni persi; è un mese che sono qui e non ho
fatto molto. Certo mi piace stare alla pigrizia, ma sinceramente stanca più della fatica. Ultimamente mi sono
resa conto che stando concentrati con l’attenzione si consuma meno energia rispetto a quando siamo in
balìa della nostra nullafacenza. Comunque lo studio mi fa sempre uno strano effetto, mi aumenta il dialogo
interno a livelli assurdi, tutti i pensieri diventano veloci e io sono spinta di qua e di là senza sosta. Mi ci vuole
un pochino per riuscire a tornare calma. È più difficile sapersi fermare che partire. Pomeriggio vado da Luca
e anche qui studio, con il cervello che mi si sposta di continuo. Che poi è strano, non ho molti dialoghi
interni come mesi fa, ma ho tantissime immagini. Ora i miei pensieri parlano meno, ma vedono molto di
più. Non so se sia un bene, forse da una parte sì, le parole perdono troppo tempo e non arrivano mai al
punto, mentre le immagini sono dirette e istantanee. Il problema è che mi lascio trasportare molto
facilmente e poi non ricordo dove sono stata. Sogni su sogni di pensieri che si imbrogliano e io mi perdo.
Forse è vero che le donne si lasciano andare troppo, mentre gli uomini fanno fatica. Io comunque mi sento
una nomade in questi giorni, non faccio altro che spostarmi da na parte a l’altra, mangio e dormo dove
capita, faccio quel che devo dove posso.

26/01/2022
luna calante

Sono in una stanza senza soffitto, si intravede un cielo paludoso fuori, mentre dentro è buio con sfumature
verdi blu. Non è un edificio scolastico, ma ci sono dei banchi con delle sedie che fanno pensare a questo. Io
giro per la stanza con dei fogli, forse na ricerca. Ai tavoli ci sono le mie ex amiche, ognuna diversa da come
la ricordavo, ognuno con i tratti propri accentuati. Loro mi guardano con un po’ di derisione, ma voglio che
condivida con loro le mie ricerche; io non sono molto propensa a farlo, perché temo che non capiscano.
Allora mi iniziano a prendere in giro dicendo che mi voglio solo fare la sapiente e ridono. Poi alla fine
comunque cerco di far vedere loro le mie ricerche ma non sembrano apprezzare molto, oppure non
capiscono.

Sono allo studio con Luca e Sharon. Io e lei ci raccontiamo un po’ di fatti quotidiani mentre Luca finisce i suoi
quadri. Ultimamente con Sharon mi sento più legata, è diventata un punto di riferimento in qualche modo.
Il nostro rapporto si è evoluto come quello tra me e Miriana; infatti anche Sha è gemelli. All’inizio non ci
volevamo fidare l’una dell’altra, ma poi le circostanze e la solitudine ci hanno portato a stare spesso vicine,
all’inizio con indifferenza. Mi sorprende come delle volte lei ricordi eventi della mia vita che io ho già
cancellato o a cui non facevo caso. Comunque credo che mi sia stata data un’altra possibilità e ancora devo
portarla a compimento senza fare gli stessi errori di prima. La sera sono a mangiare a casa di Luca, la
mamma ha fatto le pizze. Anche qui il rapporto è migliorato, ora posso ridere e scherzare un po’ più
liberamente. Aiuto Gloria con i compiti e poi andiamo via.

27/01/2022
luna calante

C’è Luca in primo piano, il suo volto ha tratti scuri, nere linee. Io sto girandogli un video; stiamo andando in
un luogo di una particolare cultura, non dobbiamo farci accorgere di essere stranieri e quindi ci travestiamo.
Dico a Luca che deve collegarsi alla sua religiosità per non essere scoperto.

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