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O.C.:”E‟ possibile ipotizzare che le conoscenze e le invenzioni, in particolar modo quella della scrittura,
dei KIN - GIR / KAN - GAR / ŠUMERI potrebbero essere state da questi in parte „ereditate‟ da precedenti
civiltà megalitiche esistenti nella loro zona d‟origine?”
Z.C.: Come detto prima, l'etnogenesi dei KIN - GIR / ŠUMERI è stata molto complessa. Quello che a noi
oggi risulta come una civiltà e cultura saltata fuori dal nulla ovviamente è cresciuta in modo organico. Le
varie popolazioni arrivate nella Mesopotamia meridionale portavano con sè già una elevata cultura, culto
religioso e scrittura compresi, sviluppatesi nelle diverse regioni d'origine. E' per questo che la scrittura
ideografica appare alla metà del 4. millennio in KI - EN - GI in maniera così spontanea e già in una forma
ben consolidata. Lo dimostra il fatto che una scrittura molto simile, anzi quasi identica , a quella più
arcaica di URUK (intorno a 3500 a. C.) la ritroviamo infatti più di 1000 anni prima nell'area del bacino dei
Carpazi su 2 dischetti-amuleto minuscoli, ma di grandissima importanza. Questi furono rinvenuti assieme
ad un altro dischetto, 26 statuette della Dea-Madre, due figure di pietra ed un bracciale in madreperla a
Tatárlaka (mag.) / Tărtăria (rum.) nei pressi della località TOR-DOS (rum. Turda) dal archeologo N.
Vlassa di Cluj (rum.) / Kolozsvár (mag.) nel 1961 in Transilvania, la regione del bacino dei Carpazi che
oggi è parte integrante dello stato di Romania. TOR-DOS si trova nell'areale della cultura KŐRÖS. Gli
inizii dell'arcaica cultura KŐRÖS, che è strettamente collegata a quella vicina lungo il fiume Olt con il
centro ERŐSD (rum. Araci), sono stati datati intorno a 5500 a. C. (in History of Mankind: Prehistory and
the Beginnings of Civilization; di J. Hawkes & C. L. Woolley). Nel toponimo ERŐS-D, che in lingua
magyar/hungar/ ungherese significa forte, potente, ritroviamo il nome della Dea-Madre, allargato con il
suffiso locativo D(A), che riemerge nella cultura dei Kingir/Šumeri nel nome della Dea ERES-KI-GAL; poi
millenni più tardi, trasformato in Dio dell'Amore EROS, anche nell'antica Grecia.
Sulla base dei risultati delle analisi a radiocarbonio C - 14 la datazione dei dischetti è intorno a 4500 a.
C.. In più è stato constatato che essi erano manufatti di argilla sabbiosa autoctona. Così una
importazione dalla Mesopotamia era esclusa. Dev'esserci stato quindi un flusso consistente di
popolazioni pre- e postdiluviano dal bacino dei Carpazi, e non solo, verso la Mesopotamia meridionale
che portavano con sè una loro cultura specifica comprendente sia il culto della Grande-Dea-Madre sia la
conoscenza della scrittura. Si tratta dunque di una continuità culturale. Allora, più che ipotizzare uno
sviluppo organico della cultura e in special modo della scrittura proto-kingir/šumera nelle regioni di origine
delle popolazioni immigranti, componenti della etnogenesi dei Kingir/Šumeri, lo si può dire con certezza.
Solo che l'attenzione mondiale per ovvi ragioni era ed è molto più concentrata sulla Mesopotamia, che
non sul bacino dei Carpazi. Sono stati fatti tantissimi scavi archeologici in Mesopotamia meridionale,
molto meno nel bacino dei Carpazi. Solo per questi motivi quanto ho appena detto è poco conosciuto,
non perché manchi di importanza.
O.C.:” I KIN - GIR / KAN - GAR / ŠUMERI parlavano una lingua di tipo agglutinativo e lo è anche la lingua
magyara/hungara/ungherese il cui vocabolario è per la maggior parte composto di parole-seme,
denominati anche arche-etimi, lo stesso “elemento fondamentale di comunicazione” che troviamo nella
lingua Sumera. Signor Kruse, la lingua parlata oggi nella sua patria d‟origine deriva quindi dal sumero,
come l‟italiano dal latino? E quanto nella vocalità dell‟odierno magiaro possiamo ritrovare quella della
lingua di quell‟antico meraviglioso popolo? “
Z.K.: Forse avrà già notato che i due etnonimi Kin-Gir/Kan-Gar e Hun-Gar (la gutturale sorda K passa
all'aspirata H come p. e. in dialetto toscano casa → chasa, quindi K → H/CH) sono quasi identici. Questa
ovvietà mi sembra inignorabile. Si può dire che l'arcaica lingua agglutinativa dei KIN-GIR/KAN-
GAR/ŠUMERI abbia la sua continuazione nella odierna lingua agglutinativa magyar/hungar/ungherese.
Ritroviamo in ungherese in fatti non solo circa 70 % del potenziale delle parole monosillabiche
kingir/šumere, con i stessi valori fonici e semantici, ma anche il sistema agglutinativo, identico a quello
suffissale della lingua kingir/šumera - un fatto di importanza fondamentale. Oltre ciò una serie di
caratteristiche grammaticali di cui dispone solamente la lingua kingir/šumera, come per esempio
l'armonia vocalica, sono tutte quante presenti nella lingua magyar/hungar/ ungherese. Per quanto
riguarda la relazione tra le lingue kingir - hungar e italiano - latino (interessante il palindromo ital|lati) la
mia risposta e sì. Sulla base di quanto detto prima, penso che la musicalità delle lingue kingir/šumera e
hungar/ungherese in genere sia in sintonia. Tuttavia essendo il fattore di tempo intermediario, che
insieme collega e separa le due realtà di linguaggio, molto diverso, rispettivamente di 4000 e 800 anni,
cioè il quintuplo, sarebbe troppo semplicistico pensare a una coincidenza così elevata come tra il latino e
l'italiano. Ovviamente in un lasso di tempo così vasto i cambiamenti sono stati numerosissimi. Quello che
gli attenti ascoltatori possono ritrovare nella vocalità, nella musicalità della odierna lingua ungherese è la
ben conservata Essenza costituita di parole-seme, magazzini di Sapienza, in organico collegamento con
il sistema agglutinativo, che caratterizza il loro modo di evoluzione formal-semantico, condivisa da
quell'antico meraviglioso popolo, nostri avi spirituali.
O.C.:Quindi sentendo parlare ungherese possiamo farci un‟idea abbastanza precisa di come parlavano i
Sumeri?
Z.K.: Un'idea generale, sì, un'idea abbastanza precisa, questo meno. Semplicemente per mancanza di
registrazioni foniche di quell'arcaica lingua che possano permettere un paragone di questa portata;
disponiamo solo di una moltitudine di documenti scritti. Attraverso uno studio approfondito questi ci
permettono di comprendere e considerare l'ungherese come forma evoluta dell'arcaica lingua-matrice
agglutinativa kingir/šumera, cioè come risultato di un continuo, plurimillennario processo di adeguamento
e perfezionamento linguistico. La lingua è, più che un deposito di prodotti finiti chiamati parole, un
sistema dinamico, mai fermo. Il sistema agglutinativo è meglio caratterizzato dai modi e mezzi con i quali
vengono realizzati nuove formazioni e avviene la designazione del loro plurimo rapportarsi - cioè la rete -,
che non dalle parole-seme base - ossìa i nodi. Nelle testimonianze della lingua
magyar/hungar/ungherese sono di grande valore rivelatore una serie di testi dai secoli XI. - XIII., scritti
con la fonetica latina, che riescono a documentare una importante forma e fase di transizione alla forma
odierna. L'arcaica lingua kingir/šumera e l'odierna lingua ungherese costituiscono quindi due diversi gradi
di evoluzione della stessa lingua-matrice di tipo agglutinativo. Il loro particolare rapporto potrà esser
compreso solo nella prospettiva dell'immensità temporale della dimensione storica.
O.C.: Come mai è proprio la lingua ungherese ad essere la forma evolutiva della “lingua matrice
agglutinativa kingir/šumera”? Nell‟attuale area mesopotamica vi è traccia di qualche idioma, dialetto
locale che possa aver ereditato, anche in parte, la fonetica sumera?
Z.K.: Come Le dicevo, nei testi delle tavolette di argilla l'arcaica lingua-matrice agglutinativa dei
Kingir/Šumeri viene denominata EME KU - MAG - GAR. Considerata la sonorizzazione alternativa della
sillaba KU che può essere KUN e HUN, abbiamo da un lato la forma arcaica KU/KUN/HUN - MAG/MAH -
GAR e dal'altro quella odierna MAH - GAR / MAG -YAR / HUN - GAR. Come vede la situazione è
semplice e la coincidenza ben chiara. Nel intero mondo moderno non si trova poi un'altra lingua che
presenti la stessa ovvia coincidenza. Una serie di autori, orientalisti, šumerologi, conoscitori sia
dell'arcaica lingua kingir/šumera sia di quella magyar/hungar/ungherese, hanno presentato nei loro testi
la moltitudine di parole-seme kin-gir/šumere che si ritrovano in hun-gar/mag-yar/ungherese spesso nella
stessa forma e con lo stesso significato. Esse vengono ancora oggi tessute nella rete di parole delle frasi
con gli stessi mezzi organizzativi linguistici dell'agglutinazione. L'arcaica lingua kingir/šumera era la lingua
dotta dei millenni prima dell'inizio della nostra Era. In questa lingua venivano celebrati i rituali di culto
religioso e fu tramandata la cultura. Anche nei periodi di dominio accadico, amorreo e assiro-babilonese.
Tutte le culture medio-orientali utilizzavano la scrittura cuneiforme inventata dai Kingir/Šumeri,
semplicemente per il motivo che una notazione alternativa non esisteva. In questa situazione è ovvio che
tutte le lingue medio-orientali e indoeuropee di tipo flessivo abbiano adottato un gran numero di vocaboli
della linguamatrice kingir/šumera. L'accadico, l'amorreo, l'assiro-babilonese, l'ebraico, il greco, il latino
sono tutti pieni di parole-seme kingir/šumere e attaverso essi anche le nostre lingue indoeuropee
odierne.
Quindi più che traccia, nell‟attuale area mesopotamica, e ben oltre, vi è una forte presenza di parole-
seme kingir/šumere. Soltanto che nelle lingue flesse dei vincitori esse sono state inglobate senza la
matrice creatrice agglutinativa e spesso alterate, aggiustate dagli adottatori alle proprie abitudini
linguistiche. Ciò vuol dire che da una rete linguistica originariamente unitaria con nodi di parole-seme
sono stati adottati sopratutto i nodi. Il modo di evoluzione agglutinativa di questi nodi di parole-seme
intonate è rimasto purtroppo ignorato, disprezzato e rifiutato per mancanza di comprensione, perché
considerato troppo "complicato" e stranamente anche troppo "rigido". Nei libri di autori odierni che
sostengono e conservano ancora gli interessi dei vecchi e dei nuovi avidi vincitori non è una rarità trovare
affermazioni del tipo: "Tale lingua [l'amorreo, parlato dai fondatori del regno di Hammurabi] ha cancellato
ogni traccia di archaismo e di agglutinazione…" (G. Semerano: "L'infinito: un equivoco millenario" P. 4). Il
sistema linguistico agglutinativo, che costituisce una grande ricchezza culturale dell'umanità, non è stato
mai cancellato né ha mai cessato di progredire. Le vecchie e le odierne lingue agglutinative lo
dimostrano.
O.C.: Lei parla di „vincitori‟, storicamente furono gli Accadi a sovrapporsi ai Sumeri, ma fisicamente coloro
che si salvarono dalla spinta conquistatrice dei predetti che fine fecero? Ovvero, la civiltà sumera
continuò ad esistere in altri luoghi o si estinse completamente?
Z.K.: Conviene tener conto del fatto che la storia scritta in genere rappresenta la versione deviante,
distorta degli avvenimenti storici formulata dai vincitori. Per questo motivo non è facile trovare dei testi
che presentino gli avvenimenti da un punto di vista dei vinti ed è ancora più difficile trovarne che li
presentino in modo imparziale. Il termine tecnico "sovrapporsi" da Lei usato acquista, nella realtà storica,
il significato di aggredire, disfare, stroncare, sterminare, uccidere e, quindi, vincere. Gli Accadi furono i
primi vincitori dei Kingir/Šumeri, seguiti secoli più tardi, dopo un ampio periodo di risanamento sociale e di
fioritura culturale, dai vincitori Amorrei e Assiri. E' illusorio pensare ad un passaggio di potere civile ed
incruento, al contrario è stato di una crudeltà traumatica per i Kingir/Šumeri. Il noto šumerologo S. N.
Kramer dichiara in modo esplicito che la storia della Mesopotamia da qui in poi non è altro che una lotta
sanguinosa tra la popolazione kingir/šumera e quella nomade, semita. I vincitori, oltre che delle ricchezze
materiali, si impossessano, a loro discrezione, di tutto quello che vogliono comprese le ricchezze cultural-
spirituali dei vinti, alterandole, in seguito, secondo i propri gusti. Contemporaneamente, con l'inasprirsi
della repressione amorrea e soprattutto assira, le crudeltà della quale sono state riccamente
documentate dagli Assiri stessi, la popolazione kingir/šumera si avviò verso la strada della salvezza
ritirandosi successivamente nelle vaste regioni di provenienza originaria, cioè nelle zone montuose a
nord-est e nord-ovest. Ovviamente avvenne una frammentazione, ma il Sapere e la cultura furono salvati
e, soprattutto, la linguamatrice agglutinativa comune coltivata e conservata. In un altro suo libro ("Igaz
Történelmünk Vezérfonala Árpádig") il Prof. J. F. Badinyi ci descrive l'esodo plurisecolare e la drammatica
sorte dei fuggiaschi kingir/šumeri. Sulla loro strada verso settentrione i gruppi di rifugiati kingir/šumeri si
congiunsero con i vari gruppi etnici imparentati tra i quali Sabiri/Saviri, Kurri/Hurriti, Caldei, Medi, Sciti,
Parthi, Choresmini, Hunni, Avari. Da questo complesso multietnico, arricchito dall'eredità etnico-culturale
kingir/šumera emersero in seguito gli Hungar/Magyari. Quindi la grande nazione e civiltà kingir/šumera
non è sparita nel nulla, ma è rintracciabile, anche se non più nella sua forma originale e omogenea ma
disciolta, nelle suddette etnie nel vasto territorio che comprende l'Asia centrale, quella occidentale, la
regione caucasica, arrivando verso ovest fino al bacino dei Carpazi e alla Pannonia, situata nel cuore
dell'Europa.
O.C.: Anche nel campo dell‟astronomia il grado di conoscenza dei Šumeri era notevole. Ce ne vuol
parlare? aggiungendo anche una sua opinione sulle informazioni che gli astronomi šumeri ci hanno
tramandato circa l‟esistenza del pianeta Nibiru e, in generale, sulle teorie formulate da Zecharia Sitchin a
seguito delle traduzioni di testi šumerici da parte dello stesso?
Z.K.: Il vasto materiale astronomico contenuto nel "Planetarium Babylonicum" (A. Deimel) costituisce una
raccolta delle conoscenze dei saggi sacerdoti-astronomi MAG/MAH kingir/šumeri. Uno dei loro centri più
importanti si trovava a NIPPUR, principale luogo di culto della Divinità EN-LIL. Un altro loro importante
centro astronomico e di istruzione dei sacerdoti MAG era SIPPAR, che nella letteratura specialistica
viene considerato "il Vaticano kingir/šumero". Qui i sacerdoti-astronomi MAG/MAH hanno svolto la loro
attività con continuità anche durante il periodo dell‟impero dei Parthi (III. sec. a. C - III. sec. d. C.), grandi
concorrenti dell'impero romano. Nel suo "Astronomical Cuneiform Texts" O. Neugebauer afferma che i
saggi sacerdoti-astronomi MAG/MAH, nei loro calcoli, svilupparono un sistema perfetto, ma molto
complicato, di astronomia sferica la cui base costituiva il "Calendario di Nippur". In questo sistema l'anno
iniziava quando il Sole raggiungeva il punto d'equinozio primaverile. La cronologia del calendario di
Nippur, che è basato sul movimento precessionale, parte con l'Era del Toro e corrisponde all'incirca a
4700 a. C. del nostro calendario. Neugebauer afferma inoltre che gli astronomi amorrei babilonici non
conoscevano le fondamenta nè della teoria delle effemeridi kingir/šumere nè dei loro calcoli matematici.
Ciò vuol dire che non sono mai stati iniziati dai sacerdoti MAG/MAH a tali conoscenze e spiega che
nemmeno con i nostri mezzi matematici attuali possiamo scoprire le espressioni e i procedimenti tecnici
che loro applicarono nella loro scienza astronomica. Nel libro "The Babylonian Expedition of the
University of Pennsylvania" del Prof. H. V. Hilprecht si legge che il numero di base delle moltiplicazioni e
divisioni astronomiche kingir/šumere era sempre il tempo di movimento precessionale moltiplicato per
cinquanta. Sappiamo che il movimento precessionale dell'asse terrestre compie 360° in un lasso di tempo
di 25 920 anni, cioè 2160 per ogni segno zodiacale di 30°. Il numero di base dell'astronomia
kingir/šumera è quindi: 50 x 25 920 = 12 960 000.
Nel "Planetarium Babilonicum" sono elencati sia i nostri pianeti sia la totalità delle costellazioni stellari
visibili dalla terra. I loro nomi sono tutti quanti kingir/šumeri. Vi è contenuto anche il nome del pianeta
NIBIRU che vari sumerologi interpretano in diversi modi. Anche sulle tavolette cuneiformi kingir/šumere
sono numerosi i dati astronomici circa il passaggio e la permanenza del pianeta NIBIRU nel nostro
sistema solare. Il šumerologo ungherese Prof. J. F. Badinyi riferisce che i Kingir/Kangar/Šumeri
consideravano il nostro sistema solare uno dei due fuochi componenti un più grande sistema solare
ellittico. Più precisamente consideravano che, sul piano di traiettoria del pianeta NIBIRU - ruotante
intorno al, e nel, grande sistema ellittico - la rotazione dei pianeti del nostro sistema solare avviene in
senso perpendicolare. La durata della sua rivoluzione sulla grande traiettoria ellittica era misurata in 3600
anni terrestri. L'attraversamento del nostro sistema solare da parte del pianeta NIBIRU avveniva tra i
pianeti Giove e Marte. Il Prof. J. F. Badinyi parla nel suo libro "Jézus Király a Pártus Herceg" del pianeta
NIBIRU anche in relazione alla stella di Betlemme. E spiega come alla congiunzione di Giove e Saturno
nel segno dei Pesci si era associato il pianeta NIBIRU che i Kingir/Šumeri chiamavano nella sua
posizione più alta SAG-ME-GAR, cioè il "capo" dei pianeti. Questa luminosissima tripla congiunzione
deve esser stata un grande evento che ha sconvolto il mondo mediorientale di quei tempi. I sacerdoti-
astronomi MAG di SIPPAR avevano previsto, con i loro calcoli, tale evento molto tempo prima e l'avevano
collegato alla secolare profezia d'arrivo del Redentore, Luce del Mondo. I tre re MAGhi infatti dovevano
partire molte settimane prima della nascita di Gesù Redentore, per poter dargli il benvenuto e portargli i
reali regali.
Dei libri pubblicati dal sumerologo Z. Sitchin ho letto solo "il 12. Pianeta", che ritengo un lavoro di grande
valore. Sarebbe sconveniente parlarne in questo quadro ristretto. A parte le tantissime informazioni
precise e di grande valore educativo sul ruolo storico-culturale dei Kingir/Kangar/Šumeri, trovo molto
interessante lo scenario astro-spaziale presentato dall'autore. A tratti avevo l'impressione di leggere un
libro di avventure interplanetarie. Penso che il pubblico dei lettori abbia gradito una tale atmosfera e che
sia stato molto soddisfatto della spettacolarità che il libro, in tanti dettagli, spesso eccitanti, dimostra.
In questa sede desidero nominare un solo aspetto linguistico che ritengo fondamentale: l'applicazione
della lingua magyar/hungar/ungherese per la traduzione, l'interpretazione e la completa, profonda
comprensione degli elementi di traduzione kingir/šumeri è indispensabile. Per farLe un esempio, Z.
Sitchin nel suo libro ci comunica che la parola-seme MUL veniva utilizzata dai Kingir/Šumeri nei loro scritti
astronomici per la denominazione generale di corpi celesti, stelle, astri e costellazioni stellari. Z. Sitchin ci
dà molte spiegazioni importanti utilizzando la fonte biblica in collegamento con la lingua ebraica antica.
Ma in questa situazione, come anche in molte altre, non riesce a comprendere e a farci capire i plurimi
significati di una certa parola-seme utilizzando solo e sempre la stessa fonte dell'antica lingua ebraica o
di un'altra lingua di tipo flessivo, come l'accadico. La parola-seme MUL nei testi astronomici kingir/šumeri
è l'espressione intonata della temporalità. Quindi è strettamente collegata alla transitorietà, al tempo
effimero, alla sua celeste misurazione nei movimenti stellari il cui risultato sono poi le effemeridi. Le
presento qui una parte significativa e molto instruttiva della rete di differenziazione formal-semantica della
parola-seme MUL nella odierna lingua magyar/ hungar/ungherese:
MÚL-Ó = temporario, transitorio, effimero;
MÚL-T = passato, decorso, precedente, scorso;
MÚL-IK = passa (davanti), decorre (il tempo);
MÚL-VA = passato (un giorno/mese/anno);
MÚL-T-ÁN = col passare (del tempo);
MÚL-ÁS = (il) passare, decorrere (del tempo);
MUL-AN-DÓ = passeggero, effimero;
MUL-AN-DÓ-SÁG = temporalità, transitorietà, fugacità, caducità;
EL-MUL-ASZT-HAT-ATLAN = intrascurabile
EL-MUL-ASZT-HAT-ATLAN- SÁG = intrascurabilità
Le voglio dare anche una vaga idea del modo coerente in cui la lingua magyar/ungherese elabora le sue
differenziazioni attraverso il ludo fonico, partendo dalla parola-seme MUL, che abbiamo appena sentito:
ÚJ (pron. uj) nuvo/a,
SZÜL (pron. sül) partorisce, genera,
ÉLY (pron. ej) notte,
MÉLY (pron. mej) profondo/a
MÉLY-SÉG (pron. mej-sheg) profondità ; e adesso due combinazioni di questi suoni-parola: AZ ÉLY
MÉLY-SÉG-E (pron. as ej mej-shegh-e) la profondità della notte; e
A MÉLY-SÉG-ES MÚL-Ó ÉLY MUL-ÁS-A ÚJ-AT SZÜL.
(pron. A mej-shegh-esh mulo ej mul-ash-a uj-at szül)
Il passare della notte effimera piena di profondità genera del nuovo.
Attraverso tale conoscenza le magnifiche spiegazioni di Z. Sitchin avrebbero potuto essere ancora più
complete. Come il noto sumerologo Z. Sitchin, la maggior parte dei šumerologi non hanno conoscenze
pratiche del sistema linguistico agglutinativo, non parlano l'ungherese o un'altra lingua di tipo
agglutinativo. Questa conoscenza è indispensabile per la spiegazione e l'interpretazione completa dell'
arcaica linguamatrice kingir/šumera . Non possono bastare l'accadico e l'ebraico, lingue di grande valore
che hanno sì inglobato una moltitudine di elementi linguistici kingir/šumeri, ma non per questo riescono a
spiegare in modo esauriente tutte le particolarità della lingua kingir/šumera. Sta di fatto che molte
particolarità legate all'organizzazione agglutinativa di questa lingua esse non sono riuscite mai ad
assimilarle.
O.C.: Lei definisce i Sumeri „nostri avi spirituali”. Quanto di questa spiritulità possiamo ritrovare nella
nostra società?
Z.K.: L‟espressione "avi spirituali" riferita ai Kingir/Šumeri, la incontrai anni fa leggendo il libro "The
Sumerians" di Sir C. L. Woolley e mi sentii in piena risonanza con questa definizione. La spiritualità dei
Kingir/Šumeri è onnipresente nel continuo utilizzo delle invenzioni e delle creazioni elencate all'inizio di
questa intervista e soprattutto nella sonorità dei suoni-parola sia delle lingue antiche come l'ebraico, il
greco e il latino, sia delle nostre lingue europee odierne, eterici e fondamentali elementi di Aria-Spirito - in
magyar/ungherese LÉG-ÉSZ (pron. leghes) - senza i quali non saremmo in grado di comunicare.