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SECONDO ESAME

Architettura carolingia
Giustiniano, imperatore dell’impero romano d’oriente, avvia una riconquista di territori del
mediterraneo con la guerra greco gotica che va dal 535 al 553. Le armate bizantine riescono aa
riprendersi vari territori ma, in realtà, l’Europa continentale (Francia e Spagna) rimangono di altri
paesi. Qui infatti, questi poteri sono ormai stanziati del tutto e nello stesso periodo, i longobardi
giungono in Italia e la conquistano gradualmente, dunque essi da popolo nomade si stanziano
nella penisola nonostante la capitale sia ancora Pavia che cadrà nella Second metà del sesto
secolo.

I longobardi si stabiliscono quindi per una vasta area ed i bizantini piano piano si allontanano dalla
penisola continuando ad esercitare il loro potere solamente nell’esarcato (territori compreso tra
Ravenna e roma passando per l’Appennino).

Quindi se nel sesto-ottavo secolo la penisola italiana è sotto il potere dei longobardi (che poi si
convertono al cristianesimo), l’Europa continentale è dominata dai franchi.

La caduta dell’impero romano d’occidente velocizza indubbiamente la velocizzazione dello


stanziamento dei popoli barbarici, i franchi infatti inizialmente sono vassalli dell’impero (accordo
preciso secondo cui essi dovevano restare entro i limiti) ma poi gradualmente, dopo la caduta
dell’impero, conquistano l’Europa occidentale continentale.

I fautori di questa grande conquista e potere sono i Carolingi che soppiantarono i Merovingi e
come capo avevano Carlo Magno.

Quest’ultimo, grazie alle imprese militari ed accordi matrimoniali, riesce ad estendere i con ni
franchi tanto da soppiantare i longobardi in italia.

Nel dicembre dell’800, Carlo Magno è proclamato imperatore da Papa Leone III, e diventa
imperatore del Sacro Romano Impero che dura tantissimi secoli e riesce ad espandere i con ni
no all’887.

In questo periodo in cui il potere è nelle mani della dinastia carolingia, abbiamo un nuovo potere
politico, saldamente presente come potenza politica e militare che collabora apertamente con la
chiesa ovvero il papato di Roma.

Proprio sul pappato possiamo a ermare che territori dipendenti dall’impero romano d’oriente, il
cosiddetto esarcato, gradualmente entrano sotto la diretta sovranità del papa.

Infatti, alla metà dell’ottavo secolo, si riconosce la nascita dello stato della chiesa, quell’entità
territoriale che comprende il Lazio, Umbria, Marche che dura no al 1870, ovvero quando tramite
la breccia di Porta Pia, l’esercito del regno d’Italia conquista Roma.

Lo stato della chiesa avrà delle ripercussioni importanti (sopratutto nel sedicesimo secolo) e
regola gli equilibri dell’italia ed internazionali e vede nella gura del ponte ce non solo la massima
guida della chiesa ma anche il monarca assoluto di uno stato sovrano.

Quando viene istituito il potere della chiesa, essa si estendeva su quello che era il territorio
dell’esarcato, dunque la chiesa rappresenta già alla metà dell’ottavo secolo un’entità politica
riconosciuta dal sacro romano impero ma indipendente ed è formata da vari territori che sono
sotto il potere dell’autorità ponti cia.

Nella notte del 25 dicembre dell’800, quando caro magno viene incoronato dal papa, i due
riconoscono a vicenda il loro potere politico e questo rappresenta un momento importante perché
si scardina così il siete, a di riconoscimento di età romana.

Il sacro romano impero è un entità politica importante dove Carlo Magno si a da interamente alla
gerarchia cattolica per poter costruire la società.

Dunque la religione cattolica è l’unica religione ammessa ed è qua che abbiamo la nascita di
abbazie, monasteri ecc. dove l’autorità imperiale è fortemente limitata.

Le abbazie rappresentano luoghi importanti perché non sono solo luoghi religiosi ma diventano
anche luoghi di conoscenza di sapere, con uivano anche laici ecc.

I Franchi, dal 481 all’814, occupano gran parte dell’Europa continentale e da qui comincia la
nascita della società feudale ma anche un rapporto forte e teso tra potere e sudditi.

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Da un punto di vista dell’architettura, dobbiamo introdurre alcuni aspetti di quella che è
l’architettura carolingia. Essa possiamo assimilarla a quella romanica ma la prima presenta delle
varianti e dei caratteri che meritano di essere a rontati.

Perdura l’impianto basilicale con le navate (una centrale e due laterali) e sussiste la presenza del
transetto e dell’abside semicircolare(discende dall’architettura paleocristiana).

Dobbiamo invece iniziare a valutare è il fatto he sotto certi aspetti non sono ripresi solo elementi
dell’architettura paleocristiana ma anche motivi che derivano dall’arte antica, questo perché in
questo periodo c’è l’esigenza di dimostrare il proprio parere ma anche di portare avanti il concetto
di continuità dell’antico (e di conseguenza con il potere romano).

Dunque si vuole riprende l’arte antica per motivi anche politici, per mostrare la propria potenza,
infatti riprendendo l’arte antica si esplicita anche la continuità del potere romani che si è
tramandato.

In alcune chiese carolingia abbiamo un elemento nuovo e caratteristico del genere, il Westwerk,
un corpo occidentale formato da un nucleo centrale a più piani a ancato da due torri scalari.
L’elemento più importante del Westwerk è la loggia ce viene generalmente situata al seco

Si tratta di un avancorpo, un aggiunta all’atrio che in realtà di per se è un edi cio da dove
l’imperatore assisteva alle funzioni. All’esterno assumerà un aspetto forti cato, era molto alto e
costituisce una vera e propria innovazione (nelle basiliche paleocristiane o bizantine, abbiamo
l’atrio, il nartece e le navate) ed è spesso a ancato da torri.

La presenza del westwerk avviene soprattutto in chiese di grandi dimensioni.

Torhalle (porta trionfale d’ingresso)- 774

Oggi non esiste più il complesso religioso a cui questa porta era legata.

Questa porta è importantissima perché che architettura carolingia ha in se stessa tantissimi


richiami con l’antico e sicuramente è dotato di particolarità per la presenza di strutture laterali
semicircolari.

È un edi cio su due registri con tetto a falde ed è riproposto l’arco di trionfo romano per la
presenza di tre aperture che richiamano tre fornici ma anche la presenza di semi colonne che nel
primo registro hanno un ordine architettonico composito (infatti nell’architettura bizantina si perde
l’utilizzo degli ordini architettonici in forma canonica) e nel secondo registro invece notiamo la
presenza di lesene decorative con una decorazione super ciale e la loro base.

Anche il rivestimento del primo registro ha un ruolo molto importante, ha infatti elementi che
ricordano l’opus reticolatum (architettura romana), mentre il rivestimento del registro superiore e la
fama esagonale dei suoi elementi, sembra ricordava la forma di quelle tipiche del’opus sectile
(architettura bizantina).

Non c’è la tripartizione architrave/fregio/cornice ma c’è una sorta di architrave decorato con
motivi vegetali.

È importante il fatto che una porta d’ingresso con così poca importanza abbia così tanti rimandi
ed elementi appartenenti alla tradizione antica e romana:

Struttura centrata su tre fornici con colonne di ordine composito, primo registro risolto con tre
archi a tutto sesto e lesene nel secondo registro con rivestimento parietale con elementi inseriti
per ricordare elementi romani.

Complesso palatale di Acquisgrana (805)


Acquisgrana è la residenza di Carlo Magno ed è un commesso di edi ci di cui oggi rimangono
molte testimonianze con edi ci molto importanti.

1. Cappella Palatina: luogo dov’è recente il trono dell’imperatore, con elementi dell’architettura
bizantina. Ha pianta centrica con un aula centrale a cupola ed un ambulatorio diviso dall’aula
tramite pilastri. L’edi cio di riferimento è il San Vitale di Ravenna ma con variazioni. Edi cio di
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età carolingia, massiccio uso di materiali pregiati con decorazioni importanti e richiami
all’architettura imperiale bizantina per far passare il messaggio che l’imperatore Carlo Magno
è il continuatore del potere dell’impero romano.

2. Palazzo delle udienze: rimanda ad una basilica romana ha elementi che riprendono quelli
dell’età romana

3. Porticati con edi ci annessi

Cose importanti architettura carolingia:

- Westwerk

- Cappella palatina ad Acquisgrana

- Torhalle

- Chiaro riferimento all’architettura imperiale soprattutto grazie al mecenatismo imperiale di Carlo


Magno per sottolineare il legame con l’antico

Architettura ottoniana

Nell’887, alla morte dell’ultimo discendente di Carlo Magno, muore anche la dinastia carolingia e
subentra la dinastia ottoniana.

Gli ottoni governano per un periodo e continuano in qualche modo a governare il Sacro Romano
Impero, quindi continuano i contatti con la chiesa e subentra anche una nuova architettura con
delle novità.

L’architettura ottoniana si colloca quindi tra quella carolingia e quella romanica.

Ottone è il nome di tre re di Germania della dinastia Sassone, imperatori del Sacro romano impero
dal 962 al 1024, Ottone I il grande regna no al 973 e lui con i suoi discendenti continuano a
governare il sacro romano impero.

Per quanto riguarda le variazioni architettoniche, continua quella che è la predilezione per gli
impianti basilicali nella realizzazione delle chiese mia il Westwerk si trasforma in Westbau,
complessi di due alte torri posti sul fronte occidentale.

Un alla caratteristica che contraddistingue l’architettura ottomana è che negli edi ci religiosi
troviamo un’alternanza pilastri e colonne, quindi noi sappiamo che dall’architettura paleocristiana,
la navata centrale e quelle laterali erano suddivise da colonne che potevano essere trabeate
(destinate a sorreggere una trabeazione, quindi architrave, fregio e cornice) o centinate (destinate
a sorreggere una serie di archi).

Nell’architettura ottoniana, l’utilizzo di colonne e pilastri serviva per dividere le navate centrali da
quelle laterali ed è una scelta importante anche per motivi statici, infatti gli edi ci ottoniani sono
sviluppati in altezza, dunque hanno bisogno di strutture portanti stabili e solide.

Gli archi sono a tutto sesto, privilegiati in quest’architettura come in quella carolingia.

Elementi importanti architettura ottoninana:

- Westbau al posto del Westwerk

- Alternanza colonne/pilastri destinati a dividere la navata centrale da quelle laterali

Architettura gotica
Si sviluppa successivamente al romanico, ci troviamo nell’undicesimo secolo in cui si comincia a
costruire il regno di Francia.

Cattedrale di Saint-Dénis
Il gotico si fa nascere in questa zona dell’ile de France, il coro dell’abbazia viene fatto costruito
dall’abate Suger nel 1144.

Una cosa articolare è che non sappiamo chi abbia progettato questo coro ma sappiamo che è un
capolavoro, in quanto ha delle scelte architettoniche eleganti ed inaugura il periodo del gotico,
dunque la realizzazione di questo coro ha un’ingerenza forte in tutta Europa.

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Nel coro c’è la presenza di colonne ma la particolarità è costituita dalle aperture, quindi la luce ha
la possibilità di entrare.

La caratteristica propria del gotico è lo sviluppo in altezza, l’entrata di luce negli edi ci (per far
sentire il fedele vicino a Dio) tramite la presenza delle vetrate con decorazioni.

La volontà di sviluppare gli edi ci in altezza apporta ovviamente delle necessità costruttive
precise, infatti operiamo una serie di accorgimenti che hanno lo scopo di garantire stabilità
all’edi cio. Questi elementi architettonici sono:

- Pilastri a fascio

- Arco a sesto acuto

- Impiego di volte a crociera che scaricano il loro peso direttamente sui pilastri

Cattedrale di Sens (1164)


Ci troviamo nella Borgogna, la pianta è contraddistinta da una muratura perimetrale molto sottile,
la presenza di pilastri a fascio e la presenza di volte a crociera, struttura che genera modulari
proporzionale perché la campata 8spazio tra 4 pilastri), viene ripetuta n volte.

Dunque le

- Leggerezza

- Rapporto forte con la luce

- Elevazione in altezza degli edi ci (quindi esigenza di assottigliare le murature e creare una
struttura con pilastri, colonne e volte).

Le volte inoltre, hanno una svolta importante nell’architettura gotica, soprattutto perché esse, a
di erenze delle coperture in legno, non bruciano, ma anche perché hanno la capacità di scariche i
carichi sovrastanti.

Cattedrale di Chatres
Chatres è una città ricca e sede episcopale che deve la sua prosperità al vescovo ed al capitolo
che avevano organizzato quattro ere commerciali annuali in occasione delle festività della
Vergine Mara alla quale era dedicata la cattedrale.

Dunque la nascita di questa cattedrale è un episodio importante esche essa rappresenta una
degli esempi più interessanti dell’architettura gotica ma anche perché simboleggia un periodo di
oritura economica, politica e culturale della città.

La pianta, a croce latina con un deambulatorio nell’abside, è abbastanza articolata e possiamo


notare la presenza di pilastri a fascio con un transetto che, a di erenza del transetto
paleocristiano, era un elemento di continuità (posto non a dividere la navata dall’abside ma
centralmente) dunque si crea anche un nuovo legame tra i fedeli e l’altare.

Lo spessore del muro è annullato proprio perché si privilegia l’uso degli archi rampanti e vediamo
la presenza di vetrate, pilastri a fascio e volte a crociera, dunque un vero e proprio telaio
architettonico dove la staticità dell’edi cio è assegnato a questi elementi.

Le vetrate sono degli elementi decorativi estremamente importanti e colorate ed i muri esterni
sono annullati per utilizzare dei contra orti ad archi rampanti che hanno lo scopo di bilanciare e
contrastare la spinta delle volte, dunque la volta scarica internamente sui pilastri ed esternamente
sugli archi rampanti.

Ne consegue che un edi cio più si sviluppa in altezza più ha bisogno di una struttura capace di
bilanciare queste spinte laterali e verticali (dunque maggiore è l’altezza, maggiore sarà la
resistenza dei pilastri e degli archi rampanti.

Quindi nell’architettura gotica, abbiamo una serie di nomenclatura importante :

- Gli archi rampanti, che sopportano quella che è la spinta laterale delle volte

- Contra orte, su cui poggiano gli archi rampanti

- Pinnacolo, che irrobustisce il contra orte

- Pilastro a fascio

- Arco a sesto acuto

- Triforio, che era un passaggio che percorreva lungo le navate

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Noi sappiamo che la volta a crociera è l’intersezione di due volte a botte, nell’architettura gotica
invece, quando si parla di volte a crociera, si deve fare una precisazione.

Le volte a crociera diventano infatti volte a crociera ogivale perché hanno la forma di un eco a
sesto acuto. Questa particolare conformazione morfologica è studiata per migliorare lo scarico del
peso delle strutture sovrastanti sugli elementi a piè dritto.

Cattedrale di Notre-Dame de Paris


Edi cio contraddistinto da una particolare altezza, i portali hanno una articolare rientranza nel
muro chiamata ‘strombatura’.

Cattedrale di Saint-ètienne
Architettura gotica con archi rampanti che costituiscono un elemento caratterizzante dell’edi cio
stesso.

Saint-Chapelle
Edi cio religioso interessante ed importante dell’architettura gotica perché mostra come a volte,
l’architettura stessa viene messa da parte per dare spazio alla luce e ad una percezione
straordinaria dove la luce e la decorazione prendono il sopravvento.

In questa chiesa abbiamo la massima espressione dell’architettura gotica.

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Per quanto riguarda l’architettura gotica, abbiamo un taccuino di Villard de Honnecourt, una fonte
importante perché ci descrive quello che lui ritiene importante di questa architettura.

Questo taccuini è fondamentale perché riporta gli elementi dell’architettura gotica ma anche
perché Honnecourt è un architetto che viaggia in molte città e ci lascia un manoscritto in cui
lascia delle annotazioni sui rapporti tra architettura/decorazione ma anche su tanti altri aspetti,
dunque ci restituisce una panoramica interessante.

Ci fa capire quindi come nel medioevo, gli architetti viaggiavano ed osservavano i vari elementi.

L’italia, non conosce un particolare sviluppo del gotico, quindi se in Europa abbiamo la
realizzazione di edi ci gotici che si ri ette anche sugli edi ci civili, in Italia è diverso.

Città di Massa marittima


Città vescovile con grandi margini di autonomia ed alcuni edi ci ecclesiastici, manifestano
rapporti con il gotico.

Un esempio ne è la Fonte dell’Abbondanza, edi cio in cui nel registro inferiore sono impiegati
archi a sesto acuto, però, fondamentalmente non presenta quegli elementi caratterizzanti
dell’architettura gotica.

Il passaggio tra il romancio ed il gotico lo vediamo nella Cattedrale di San cerbone, situata nella
piazza del duomo di massa Marittima.

Nel registro inferiore presenta un linguaggio sicurante romanico 8colonne con archi a tutto sesto),
mentre nella parte superiore vediamo l’inserimento di guglie ed archi a sesto acuto, ma
soprattutto nell’abside abbiamo lo sviluppo di nestre in altezza, che quindi esplicita
l’acquisizione del lessico gotico ma solo parzialmente.

Fonte d’ovile, Siena: foto pubblica di Siena in cui abbiamo l’impiego dell’arco a sesto acuto e
della strombatura, ci troviamo davanti ad un edi cio pubblico importante perché garantiva
l’approvvigionamento idrico della città e, nonostante questo, l’applicazione dell’arco a sesto acuto
non sia così ‘esuberante’.

Piazza del Campo, Siena: edi cio pubblico, già nel trecento Siena era un comune autonomo ed
abbiamo qua l’impiego dell’arco a sesto acuto ma comunque senza una particolare esuberanza.

Basilica di San Francesco, Assisi: basilica contraddistinta da un ricchissimo apparato decorativo


8a reschi di Giotto), il suo impianto vede la permanenza di uno stampo tradizionale (campata,
transetto ed abside), ogni volta a crociera copre una campata (4 in totale), elemento che vale
anche nell’architettura gotica.

È qui che avviene una svolta gurativa, ovvero è qua che avviene una sperimentazione, da parte
di Giotto e Cimabue, che ricercano una gurazione nuova delle scene.

Dunque la di erenza tra le cattedrali gotiche europee ed italiane risiede anche qua, in italia infatti
non viene assorbito il linguaggio gotico francese ma abbiamo invece delle decorazioni gurative
che rappresentano una svolta cruciale nella storia dell’arte, si vuole dipingere infatti scene
convincenti dove inserire le narrazioni evangeliche.

Si intende che gli ordini mendicanti, volendo comunicare la parola di Dio al popolo, chiedono di
creare narrazioni plausibili dove le persone semplici comuni possono riconoscere quello che
vedono.

Dunque si ha un maggiore realismo nelle scene narrate che porterà alla nascita della prospettiva.

(Guarda PDF prospettiva).

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Cattedrale di Orvieto: città importante che formalmente rientra nello stato della chiesa ma con un
margine di autonomia, conosce un’espansione notevole ed è una città forte.

La facciata del duomo di Orvieto è un esempio fondamentale dell’architettura gotica in Italia, si


nota sopratutto dallo sviluppo in altezza e dalla strombatura delle entrate. La cosa fondamentale
sono le cappelle laterali, infatti le pareti esterne hanno questi elementi che potevano avere diverse
funzioni, possono essere riservate ad oggetti come reliquie e quindi oggetti ritenuti miracolosi
oppure riservate a delle famiglie ricche che acquistano queste cappelle dove potevano seppellire i
propri cari. Le cappelle quindi sono sempre frutto del mecenatismo ecclesiastico o della società e
sono anche molto importanti.

Nell’interno, abbiamo elementi legati al romanico mentre l’esterno è più legato al gotico, ma non
prevale comunque così tanto come invece accade nelle cattedrali gotiche europee.

LEZIONE 25.11

IL RINASCIMENTO

(1400-1534)

Il primo rinascimento è una periodizzazione artistica e culturale importante che arriva no al 1492
e che gli storici concepiscono ancora come Basso Medioevo.

Premessa storica:

Politico: Da un punto di vista politico, gli ultimi anni del medioevo sono caratterizzati
dall’a ermazione delle città comunali (Firenze, Lucca ecc.), dunque sono governate da
un’oligarchia ma formalmente guidate dal Sacro Romano Impero, solo la repubblica di Venezia è
considerata completamente autonoma.

Alcune parti dell’Italia invece, sono assoggettate dal papato ed alcune città comunali si
espandono nel contado a discapito del feudo.

Il sistema feudale, incentrato su chi combatte, chi prega e chi lavora la terra, va gradualmente in
crisi perché si a erma una nuova classe, quella dei mercanti banchieri e dei notabili, ovvero quelle
persone che grazie ai commerci e ai rapporti con esponenti quali cati, spingono a nché le città
assumano quella libertà rispetto ad altre realtà dell’impero.

Dunque gradualmente già dal duecento, le città diventano importantissime e sede di cattedre
Vescovili, commerci ecc, dunque almeno no alla metà del ‘300., le città conoscono un
espansione urbana immensa.

È in città che all’interno delle mura, un cittadino è libero e questa crescita inarrestabile delle città
si ferma nel 1347, dunque no a questa data le città si espandono molto, in questi anni infatti, la
peste nera causa un fortissimo spopolamento

Le città sono governate da oligarchie o da duchi.

Papato: formalmente, il Papa è il monarca dello stato della chiesa (Lazio, Umbria, Marche,
Romagna) ma nel 1300-1377, durante la cattività avignonese, il regno di Francia fa pressione e si
generano numerosi problemi all’interno della chiesa no ad arrivare al Concilio di Costanza (1410)
con l’elezione di Martino V.

Dunque dopo questo periodo di a anno, la chiesa, trova un periodo di stabilizzazione dall’inizio
del ‘400, quando i Papi iniziano ad insediarsi a Roma.

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Non c’è però solo il Papato e la Curia dal punto di vista ecclesiastico ma c’è anche una rete di
abbazie, parrocchie (chiesa del quartiere, parrocchia del quartiere ecc) ma abbiamo anche gli
ordini religiosi (domenicani, francescani ecc.) che acquisiscono terreni nella città e fuori, poi
abbiamo le compagnie laicali (per il benessere dei bisognosi).

Dunque ogni città era contraddistinta da una rete ecclesiastica ben strutturata.

Economico: superata la peste nera, l’economia e la demogra a crescono e la classe di banchieri


che aveva determinato le sorti della città, continua a rivestire un ruolo fondamentale nel ‘400 e nel
‘500.

I mercanti banchieri sono quelli che commerciano e fanno attività nanziare, sono a capo di
famiglie importanti e sono legati alla produzione di servizi e beni, di solito producono sto e.

Accanto a questa produzione, si a ancano attività nanziare, il mercante banchiere commercia e


gestisce delle risorse nanziarie, presta soldi ecc., quindi diventa una tta rete di interessi.

Dunque è una gura poliedrica che ha tantissimi interessi e con la capacità di accumulare grandi
ricchezze e rivestono anche cariche politiche.

A renze infatti c’è formalmente la Repubblica, dunque un mercante/banchiere poteva ambire a


diventare un importante uomo politico.

Un mercante banchiere era a capo di una famiglia molto numerosa e soprattutto, i mercanti
banchieri tra loro erano legati da rapporti di amicizia e parentela, si organizzano spessissimo
matrimoni tra gli di mercanti banchieri ed era sopratutto un legame con la politica.

Nel corso del ‘400 a Firenze si a ermano i Medici, mercanti banchieri che hanno persone a loro
fedeli e che li sostengono.

Dunque l’oligarchia dei mercanti banchieri era molto forte perché governano la città, hanno
studiato sanno le lingue ecc.

Ne consegue che molti edi ci e cattedrali vengono nanziate da questi mercanti banchieri.

I temi della storia dell’architettura sono fortemente legati al contesto politico ed alla committenza.

Artistico: nascita della gura dell’architetto nel ’400 e nel ‘500, dunque abbiamo gure
specializzate che riescono a soddisfare i desideri della committenza.

L’uomo diventa il centro delle indagini e degli studi per gli scultori, gli architetti ed è una svolta
artistica importante.

Questa svolta gurativa comincia perché per spiegare le storie evangeliche agli ignoranti, c’era la
necessità di spiegare il contesto e le storie anche a loro dunque creare narrazioni credibili e
realistiche.

Dunque nasce un uovo rapporto tra l’architettura e le scene narrate.

Quindi nei primi decenni del ‘400 a Firenze ci sono artisti che concretizzano il desiderio di una
committenza e realizzano opere molto importanti.

Questi architetti ed artisti basano e prendono come punto di ri essione gli antichi ed i classici.

Brunelleschi

Uno dei principali protagonisti dell’architettura quattrocentesca, vive tra il 1377 ed il 1446.

In architettura, è il massimo esponente del ‘400 e lo conosciamo per la realizzazione delle formelle
della porta nord del battistero, nel 1401, concorso in cui partecipa con Ghiberti, i due si odiano,
Ghiberti vince ma quello che ci interessa dell’intervento del Brunelleschi è che risolve la scena in
due parti, la parte inferiore e quella superiore.

Nella scena inferiore, ci sono i servi di Abramo che si intrattengono mentre aspettano quest’ultimo
ed uno di loro si toglie una spina dai piedi, scena tipica durante l’ellenismo chiamata Spinario,
dunque una chiara citazione dell’antico.

Una delle fonti più interessanti per studiare le vite degli artisti sono le opere ‘Le vite’ dei Vasari di
cui ne realizza due edizioni.

Brunelleschi è considerato il padre della prospettiva e possiamo dire che nel ‘400, c’è un
passaggio importante della rappresentazione artistica, c’è una di erenza tra la prospettiva
arti ciale a quella naturale.

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Nel 1436, l’Alberti scrive ‘il trattato di pittura’ in cui vengono ssate delle regole precise per la
prospettiva ma in realtà, quelle regole messe nere su bianco erano già messe in pratica da
Masaccio.

Brunelleschi è chiamato il padre della prospettiva da Alberti perché studia ed approfondisce


questo tema.

Ospedale degli Innocenti (1419-1445)

Uno dei primi interventi di Brunelleschi è la progettazione e costruzione dell’ Ospedale degli
Innocenti, un orfanotro o nella piazza della santissima annunziata.

Noi sappiamo che Brunelleschi realizza il progetto ma nel 1418 c’è il concorso per la realizzazione
della cupola, dunque sarà preso molto da esso e ignorerà un pò il progetto dell’ospedale.

Il progetto subisce variazioni ad opera di Francesco della Luna e presenta un linguaggio


architettonico di estrema innovazione ed importanza.

È un opera con una loggia esterna nel primo registro ed in quello superiore delle nestre.

La loggia ha nove campate costituite da colonne corinzie che sorreggono archi a tutto sesto che
poggiano su una scalinata di 9 gradini.

Ogni campata è coperta da una volta a vela che si imposta sulle colonne mentre sulla parete
abbiamo dei peducci che costituiscono il punto di imposta delle volte.

L’edi cio viene elevato, così come i templi, e si nota un perfetto rapporto geometrico tra le misure,
ad esempio i nove gradini per le nove campate.

Per Brunelleschi esiste un’armonia delle forme dettata dalla ripetizione di un modulo (campate
quadrate), infatti l’altezza dell’arco è la metà della distanza tra le colonne, dunque c’è un
precisione che restituisce una grande armonia e regolarità agli edi ci.

Le dimensioni sono misurate anche in rapporto alle dimensioni umane, l’uomo è infatti colui che
percepisce e vive l’architettura quindi le forme devono essere in stretto contatto con esso.

Dunque l’architettura è a forma e misura d’uomo.

Brunelleschi utilizza la pietra serena per gli elementi architettonici che diventano decorazione,
infatti per lui, la membratura architettonica è sottolineata dalla pietra serena.

Brunelleschi riporta a renze il corinzio che si era perso (come tutti gli ordini architettonici) nel
romanico, gotico ecc.

Lui introduce il pulvino modanato a gola dritta, un pulvino schiacciato posto tra il capitello e
l’imposta dell’arco che risulta una chiara citazione di S. Miniato al monte, da cui riprende anche

l’architrave sopra gli archi.

Dunque vediamo nell’ospedale degli elementi nuovi :

- Pietra serena per i dettagli e facile ad intonaco

- Elemento architettonico come elemento decorativo

- Campate modulari

- Proporzionalità

- Paraste scanalate

- Fusto liscio

- Ordine corinzio

- Citazioni non sono dell’antico ma anche al romanci orentino, san miniato

Chiaramente, Brunelleschi guarda anche, come spunto, alla loggia della Signoria, la loggia dei
Lanzi, realizzata nel 1376/1382 dall’Orcagna, dove abbiamo archi a tutto sesto, come nella loggia
dell’ospedale.

Altra cosa importante, nell’ospedale, gli archi su colonne sono inquadrati da paraste corinzie
scanalate che sorreggono una trabeazione.

Queste paraste, quando sorreggono l’architrave, ai lati vanno verso il basso e se questa anomalia
inizialmente viene letta come un intervento fantasioso di un successore del Brunelleschi, in realtà
sembra opera di lui stesso perché presente nel battistero e in san miniato.

Dunque vediamo citazioni all’antico ed al romancio orentino.

Un altro intervento di Brunelleschi è a San Lorenzo, una chiesa di origini paleocristiane che per
secoli rappresenta la chiesa di riferimento dei Medici perché Palazzo Medici era in quel quartiere e
per secoli i medici commissionano molti interventi di rifacimento della chiesa.

La famiglia dei Medici era composta da

Cosimo il vecchio, glio di giovanni, personaggio colto, mercante banchiere che trasforma renze
in un oligarchia da lui governata,

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Piero de medici (chiamato il gottoso)

Lorenzo de medici (il magni co) che prende le redini della famiglia, mecenate ed abile uomo
politico.

Son Lorenzo (1421-1429): riedi cazione di Brunelleschi, i Medici realizzano la sagrestia vecchia
per distinguerla dalla nuova (realizzata da Michelangelo), viene commissionata da Giovanni di
Bicci ed è in comunicazione con il transetto.

La sagrestia vecchia,1428, era destinata ad accogliere le spoglie della famiglia medici, un luogo di
riposo per la famiglia e viene progettata e terminata da Brunelleschi.

Troviamo due ambienti fondamentali, la cupola e la lanterna ed il modello di riferimento è il


battistero di Padova.

L’interno della sagrestia è caratterizzato da elementi architettonici decorativi in pietra serena, usa
delle paraste corinzie per creare anche un e etto ottico ed in questo impiego, quelle d’angolo, le
piega a libro perché riprende quelle del pantheon e la scarsella presenta un elemento decorativo,
conchiglie dell’arco di Giano.

Brunelleschi fa anche qualcosa di più clamoroso, piega le paraste a 90 gradi.

Le colonne corinzie non abbiamo un pulvino ma il cosiddetto dado brunelleschiano, il frammento


di una trabeazione.

A destra la sagrestia nuova, a sinistra quella vecchia, e l’intervento di Brunelleschi è concentrato


sul transetto.

Cupola di santa maria del ore, 1420-1436


Cantiere che sancisce il ruolo di Brunelleschi come architetto.

Il cantiere era arrivato al 1418 senza conclusione viene bandito un concorso.

A livello pratico, la criticità del cantiere era che le cupole venivano realizzate con le centine
(strutture lignee) ma non bastava il materiale.

Brunelleschi vince il concorso perché concepisce la cupola come poggiante sul tamburo e la
struttura autoportante.

Il ragionamento è semplice, usa due calotte, una interna ed una esterna e se seziono la cupola
ottengo un arco ad ogiva per sostenere le spinte orizzontali.

Dunque vuole far scaricar il peso della cupola sul tamburo, sulle tribune morte e sull’arco.

Nel 1435/6, Alberti redige il de pictura e lo dedica a Brunelleschi perché trovandosi a Firenze h la
possibilità di ammirare il lavoro di Brunelleschi e lo ritiene geniale.

Brunelleschi concepisce l’opera e realizza la struttura totale ma si occupa di altre cose come
come la mensa in quota, dunque pensa a tutto e si occupa di tutto.

Prevede 8 costoloni d’angolo, 16 costole intermedie, unite da 9 anelli in muratura e le strutture


portanti e le vele sono costruite contemporaneamente e con continuità.

La cupola di rotazione è realizzata in mattoni disposti a spina di pesce, dunque tutti gli elementi
sono fatti contemporaneamente ed è autoportante nel fatto che tutti gli elementi sono realizzati
insieme.

È quindi un cantiere che cresce su stesso ed i ponteggi erano limitati dove servivano e
crescevano con la struttura stessa.

L’Architetto vive il cantiere ed il cantiere è fatto in funzione della struttura.

La lanterna serve per dare stabilità alla cupola ed è fatta in marmo di Carrara perché incrementa il
peso e da la stabilità nale.

La cupola dunque è un elemento importante, le tribune morte stabiliscono il tamburo .

COSA BISOGNA SAPERE

Il ruolo di Brunelleschi

Idea di Brunelleschi, colui che fondamentalmente risolve il problema

Innovazione del cantiere, innovazione macchine ottimizzazione tempi

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Uso spina pesce impiego di due calotte una interna ed una esterna, forse ce la chiede da
disegnare !!!

Altre opere di Brunelleschi a renze:

CAPPELLA PAZZI, Santa croce : non sappiamo no a che punto Brunelleschi giunge nel cantiere,
i Pazzi erano una famiglia importante, la pianta è un rettangolo, impiego di elementi architettonici
in pietra serena, paraste a libro.

Il fronte principale non rispecchia tanto il linguaggio di Brunelleschi, la variazione dell’architrave,


fregio e cornice su colonne con arco non è di stile Brunelleschiano, quindi qualcuno ha proseguito
il suo cantiere.

SANTO SPIRITO
Chiesa dov’è contemplata la presenza di Brunelleschi, chiesa a croce latina, le pareti che
dovrebbero concorrere alla stabilità dell’edi cio, sono risolte con delle cappelle che determinano
la morfologia perimetrale dell’edi cio, riferimento ad Orvieto.

Presenza del dado brunelleschiano, elementi architettonici in pietra serena, intonaco bianco,
ripetizione del modulo n volte.

Rotonda degli angeli (1435)

Realizzata grazie a Pippo Spano lascia all’arte dei kalimala la sua eredità.

Oratorio, edi cio religioso, pianta centrica, spazio ottagonale centrale e cappelle radiali,
impostazione che ricorda l’aula decagonale del tempio di Minerva Medica o la sala ottagona della
domus aurea.

Brunelleschi:

De nizione dell’architetto, gura poliedrica impegnato anche in studi teorici, la prospettiva.

Lezione 29.11

Leon Battista Alberti


Personaggio molto importante morto nel 1472, conosce una grande fama come architetto e
trattatista, la sua famiglia viene esiliata, bando che viene ritirato nel 1428.

Scrive il ‘De re Aedi catoria’(vuole illustrare la tecnica e concettualizzare l’architettura ispirandosi


a Vitruvio), ‘De statua’, ‘De pictura’(1435/6 che riguarda la teorizzazione delle regole del disegno
della prospettiva).

Inaugura quindi la prassi dei trattati, concepisce da un punto di vista strutturale il muro ed il
pilastro come elementi architettonici pensati come strutture portanti e decorate

Alberti scrive il ‘de pictura’ che risulta importante orche la sua stesura avviene durante la
costruzione della cupola di Santa Maria del ore, dunque l’artista ha modo di conoscere il metodo
lavorativo di Brunelleschi, a cui dedica la sua opera in quanto viene considerato come il padre
della prospettiva.

Alberti è una gura poliedrica, infatti se per esempio con Brunelleschi vediamo una continuità
artistica nell’uso di determinati elementi decorativi, con Alberti invece è diverso in quanto lui non
ha un linguaggio architettonico uniforme.

Alberti viaggia moltissimo, intrattiene rapporti con personaggi importanti, è un teorico importante
e ci restituisce l’immagine di un vero e proprio architetto.

Nelle diverse località dove troviamo delle sue architetture, esse dialogano sempre con il contesto
in cui si trovano, questo perché lamberti non impone mai il proprio linguaggio artistico ed
architettonico ma lavora in base al contesto in cui si trova.

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Tempio Malatestiano (luogo di sepoltura di Sigismondo Malatesta), 1447-1462
Sigismondo pandolfo Malatesta è uno dei grandi signori locali, detentore di un certo territorio, i
Malatesta detenevano una porzione di costa del mar adriatico. La loro città più importante è
Rimini.

Alla metà del ‘400, i loro territori rientrano sotto il dominio dello stato della chiesa, nominalmente,
ma il papato non ha una potenza militare per impere la loro potenza, dunque si a da a signori
locali, Sigismondo Malatesta è uno di questi.

Egli ha un’azione autonoma, ma una delle regole più importanti in questo periodo era di non
mettersi mai contro un Papa, perché nonostante non abbia una forza militare per imporsi su un
territorio, aveva il potere di scomunicare chiunque volesse.

Sigismondo mira ad elevarsi ad un ruolo importante ed entra in urto con Papa Pio II, e questa
volontà di emergere lo rivediamo nelle sue committenze. A Rimini, abbiamo il Tempio
Malatestiano, importante perché Sigismondo voleva costruire un vero e proprio Pantheon e per
farlo utilizza la chiesa di San Francesco, decide di ampliarla in un modo che lo stesso ponte ce
riconosce che non era un’opera volta a celebrare un santo ma vigeva più a celebrar lui stesso.

La costruzione viene però interrotta, oggi infatti abbiamo la chiesa di San Francesco chiamata
Tempio Malatestiano ma non è come la voleva lui.

In genere, le medaglie celebrative rappresentavano come sarebbe dovuto essere il progetto nito,
e noi vediamo che il Tempio sarebbe dovuto essere un architettura celebrativa e straordinaria
molto simile al Pantheon, per sottolineare il solo di primo piano di Sigismondo.

La chiesa non viene conclusa, subisce anche una serie di rimaneggiamenti importanti che
alterano il progetto come sarebbe dovuto
essere.

All’interno, la simbologia è forte ma si


allontanavano da un linguaggio sacro, da
fuori, si percepisce la non conclusione del
cantiere e Alberti, quando prevede la
ristrutturazione di questo edi cio, non
provvede ad una demolizione ma bensì
realizza un involucro che dialoga con la
costruzione pre esistente.

Dunque Alberti è come se celasse la chiesa


medioevale tramite un nuovo involucro,

il tempio Malatestiano sarebbe dovuto essere


formato da tre navate, una cupola ed un
transetto, un’opera molto monumentale a
croce latina.

Alberti riprende motivi antichi nella


costruzione del tempio, archi a tutto sesto
(rievocano gli acquedotti romani), inoltre gli archi su pilastri li ritroviamo anche nel Colosseo.

Nella facciata principale abbiamo altri richiami all’antico, il registro inferiore rievoca l’arco di
trionfo, per le colonne addossate, la sopra elevazione, il basamento su cui poggiano le colonne, il
timpano del portale, l’iscrizione nel fregio, opus sectile della Roma imperiale.

I capitelli sono compositi, con foglie di acanto, volute e gure antropomorfe, elementi che
richiamano l’arco di augusto a Rimini, dunque allerti attinge sia all’architettura antica sia al
contesto in cui opera.

La parte superiore doveva avere un frontespizio arcuato e la cupola e da qui Alberti ci insegna che
l’architettura deve dialogare con il contesto in cui si trova ma anche che la bellezza per lui è
dettata dall’armonia tra le parti.

Giovanni Rucellai
Uno dei più interessanti committente di Firenze del ‘400 è Giovanni Paolo Rucellai, mercante,
vicinissimo alla famiglia Medici che promuove Il Palazzo Rucellai, cappella Rucellai, il sepolcro
Rucellai, la facciata di Santa Maria Novella.

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Lui combina il matrimonio tra suo glio Bernardo e Lucrezia de Medici, per alleanza politica ed
economica ma anche per confermare il suo appoggio verso la famiglia Medici.

I Medici governano Firenze ‘de facto’, ma come se le cariche pubbliche sono elettive ed i nomi
venivano estratti a sorte? Truccando le estrazioni.

Giovanni slega a Lorenzo il Magni co, elemento che un grosso ri esso nelle sue committenze.

Palazzo Rucellai (metà ‘400)


Un palazzo è una residenza di un personaggio importante, di alto pregio, con un proprio
linguaggio architettonico e frutto di un progetto preciso.

Giovanni acquista della abitazioni riuscendo ad ottenere tante residenze una accanto all’altra per
formare un palazzo, l’accorpamento edilizio, non si vuole demolire per ricostruire per motivi storici
o di famiglia.

Il Palazzo è anche il luogo in cui avvengono le riunioni, gli incontri ecc., dunque non è solo una
residenza ma piuttosto un centro di potere perché il capo famiglia è qua che amministra i propri
poteri, elemento che si ri ette tanto sull’architettura, in quanto essa rispecchia il potere sociale.

Dalla metà del 400 alla 500, era sconveniente per una famiglia avere botteghe a piano terra,
perché non era conveniente (perché avrebbero dovuto avere soldi da queste botteghe, dunque
spesso nei palazzi c’erano le ‘bocche da vino’, da cui si distribuiva il vino).

Il palazzo è progettato da Leon Battista Alberti, il fronte principale è costituito da tre registri
scanditi dalla trabeazione.

A piano terra, troviamo due porte rettangolari (novità per Firenze, prima avevamo un arco a tutto
sesto) ed erano presenti le lesene che sorreggono le trabeazioni con tre ordini architettonici che
richiamano il Colosseo.

I tre ordini a partire dal basso sono dorico, ionico e corinzio e la distanza tra le lesene aumenta in
corrispondenza dei portali con ritmo AA-Bportale-AA-Bportale.

A terra abbiamo un basamento ed una decorazione che rimanda all’opus reticolatum ed in più, i
modiglioni del cornicione si spostano direttamente sul fregio, chiara citazione al Colosseo (il
cornicione di palazzo medici invece è una chiara citazione alle colonnacce).

Loggia Rucellai (davanti al palazzo)


Non sappiamo da chi sia stat realizzata ma sappiamo che nel 1466 è conclusa, perché accoglie i
festeggiamenti del matrimonio tra Bernardo e Lucrezia.

La prima grande citazione che riguarda gli archi su colonne è all’Ospedale degli Innocenti ma
anche le paraste.

Nel fregio, le vele rappresentano Giovanni Rucellai mentre l’anello con il diamante rappresenta la
famiglia Medici, dunque a celebrazione della famiglia.

Santa Maria Novella


Nelle chiese di quartiere, i mercanti banchieri fanno delle donazioni, modo per nanziare opere
pubbliche e mostrare il loro prestigio.

Giovanni Rucellai nanzia la facciata di SMN, nel ‘400 la facciata non c’era, iniziano i lavori nel
1460 e si presuppone che niscano nel 1470, data iscritta nel fregio, grazie ad Alberti.

La facciata è un capolavoro dell’architettura rinascimentale, progettata da Alberti e risulta un


capolavoro concettuale perché egli dialoga con gli elementi pre esistenti, ad esempio gli archi in
basso, dove prima c’erano dei sarcofagi.

Nella realizzazione, si ispira all’architettura romanica orentina, San Miniato ed il battistero, per i
marmi policromi, ma nella ripresa di questo linguaggio, introduce moltissime novità.

Gli elementi che richiamano l’antichità sono sicuramente il timpano triangolare, quattro paraste
che sorreggono la trabeazione che richiamano un tempio.

Abbiamo tre registri, piano terra, intermedio e superiore, quest’ultimo riproduce un tempio
tetrastilo, in quello inferiore abbiamo tre portali ed il registro intermedio, che prende il nome di
piano attico (elemento collusivo di un arco di trionfo), sembra una sorta di conclusione del piano
inferiore.

La facciata è di rivestimento in marmo ma ha qualcosa di strano, nel registro del piano terra infatti
abbiamo delle colonne che non sorreggono niente, perché per Alberti la colonna ha una funzione
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decorativa oltre che portante. Le colonne, due inquadrano il portale principale, che ricorda la
Basilica Emilia, le altre due colonne invece, non sorreggono niente e sono a ancare al pilastro,
ma non sono messe lì casualmente ma ritroviamo la stessa cosa in San Miniato e nella Basilica
Emilia, una colonna a ancata da un pilastro angolare.

Cappella e Sepolcro Rucellai


Realizza anche una cappella, nella chiesa di san Pancrazio, un sepolcro, concluso nel 1467, fatto
in ricorso del Santo sepolcro di Gerusalemme.

Quello che ci interessa di essa, è come viene risolto da un punto di vista compositivo, è quasi un
tempio in muratura con lesene in ordine salomonico esterne che sorreggono una trabeazione.

È qua che ritroviamo una serie di elementi decorativi in marmo intarsiati con riferimenti importanti
alla famiglia Medici, l’anello con i diamante e due piume (Piero de Medici), le tre piume di Cosimo,
i tre anelli di Lorenzo il Magni co e la vela di Giovanni Rucellai.

Siamo in un periodo storico in cui i Medici sono molto importanti ma non hanno una totale
egemonia, Alnerti si fa promotore dei desideri della committente di evidenziare l’importante
legame tra la famiglia Rucellai e quella Medici.

Mantova

Stato sovrano dipendete dal sacro romano impero, regna Ludovico II Gonzaga, uomo politico di
prestigioso e grande mecenate.

Nel 1459, Papa Pio II indice la dieta (adunanze dove si pongono degli obiettivi) e a Mantova indice
una crociata perché nel 1453, quando cade l’impero romano d’oriente, il Papa voleva

Dunque Mantova ha un ruolo importante a livello politico, fare la dieta lìmvoleva dire essere una
città importante.

Chiesa di san Sebastiano, 1460


Chiesa concepita ma non conclusa da Alberti, a Croce greca, con due registri, eleva l’edi cio
anche per un motivo di salubrità.

In realtà, il San Sebastiano di Mantova, trova delle assonanze con l’arco di Orange, del primo
secolo dopo cristo.

Nel prospetto laterale di quest’arco notiamo una trabeazione interrotta, elemento che abbiamo
anche nella chiesa di San Sebastiano, una trabeazione interrotta da una nestra.

Nei quaderni di muraglia venivano registrate tutte le spese contabili di una costruzione, ma
purtroppo non ne abbiamo per questo edi cio.

Edi cio a pianta centrica.

Chiesa di Giuliano da Sangallo, santa maria delle carceri, Prato


Edi cio a pianta centrica, i quali sono usati per funzioni ad esempio celebrare la tomba di un
santo o un miracolo.

Arco d’Orange

Sant’Andrea di Mantova
Chiesa voluta dal marchese, edi cio pre esistente, la pianta ci propone un edi cio a croce latina a
navata unica ed ambienti laterali divisi tra loro da cappelle.

Tutti e tre gli ambienti sono voltati, elemento che ci ricorda la basilica di Massenzio.

Il fronte principale e l’arco d trionfo con paraste corinzie che sorreggono una trabeazione e
poggiano su dei piedistalli che a loro volta poggia su delle scalinate.

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Alberti, nel concepire questa facciata, non la concepire come una faccia dai rivestimento ma
come un vero e proprio avancorpo dove gli interni sono risolti con volte a botte cassettonate.

Anche l’interno è contraddistinto da un enorme volta a botte, come gli spazi laterali.

Dunque:

- Architetto e trattatista

- Colonne e pilastri come elementi decorativi e strutturali

- Personaggio poliedrico (adozione di repertori compositi discendenti da varie correnti)

- Citazioni all’antico

LEZIONE 2.11

LA VILLA
Nell’accezione comune, per villa interiamo qualcosa con criteri bene precisi. Quando però se ne
parla a livello di storia dell’architettura è di diverso, questo perché entrano in gioco l’economia,
l’aspetto sociale ecc.

La villa è in e etti un episodio molto interessante.

La villa è una tipologia che conosce una notevole di usione sin dall’antichità, sin dai romani,
tranne magari in periodi storici complessi ma ritorna con forza nel ‘400 e ‘500.

Leo Battista Alberti nel ‘De Re edi catoria’ parla della villa e suggerisce di costruire questo tipo
edilizio in un luogo ben preciso, modo che abbia ventilazione, esposizione al sole, panorama,
strade di agevole comunicazione ecc.

Dunque per Alberti la villa è un edi cio con precise peculiarità proprie e di ‘contorno’, cosa che
però non è di invenzione di Alberti.

La villa infatti già nell’antichità era collocata fuori dalla città, in un territorio lontano dal centro
urbano e aveva delle funzioni ben precise.

La villa romana infatti è voluta e commissionata da chi ha delle disponibilità economiche


importanti, poteva essere produttiva, quindi centro di amministrazione fondiario, dunque più
edi ci destinati alla produzioni, una villa ‘rustica’, o poteva essere anche una ‘villa urbana’, dve
abitavano i signori.

Le ville romane presentano delle caratteristiche distributive simili alla Domus ed erano incentrate
su due concetti, l’otium ed il negotium.

Per i romani, l’otium era molo importante, riguardava il tempo libero dedicato alla mente ed al
corpo, dunque il momento in cui il proprietario lasciava temporaneamente i suoi incarichi
rifugiandosi in villa, dove c’era una residenza dove aveva la possibilità di rifocillare il proprio spirito
ed il proprio corpo.

Dunque la villa è luogo sia di piacere e crescita spirituale ma anche di negotium, dove avvenivano
infatti azioni commerciali.

Le ville infatti erano dei veri e propri investimenti perché riguardavano dei veri e propri latifondi
terrieri dove c’erano dei poderi che dipendevano dalla villa stessa, dunque avere una villa in
campagna con terre a proprio seguito era indice di ricchezza ed importanza.

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Quindi nella villa dell’antichità abbiamo luoghi destinati al proprietario ed al suo piacere sia ai suoi
interessi commerciali e nanziari.

Villa Adriana a Tivoli sicuramente uno degli esempi più grandi di ville importanti di ricchi signori,
una vera e propria residenza imperiale.

Le ville potevano avere anche piante complesse ed importanti, ad esempio la Villa dei Misteri a
Pompei, dove c’è una grande articolazione degli spazi.

Durante le invasioni barbariche e durante i periodi di destabilizzazione politica dal quinto al sesto
secolo dc, le ville che ne fanno?

Venivano usate in alcuni casi come cave di materiali (riuso di materiali), riconvertite come
abitazioni per i contadini (in parte) o ancora in alcuni casi queste ville venivano riconvertite in
chiese che poi andranno a costituire il sistema delle vivi rurali, chiese di campagna con il fonte
battesimale.

Le ville romane, ad esempio quella dei Misteri, poteva avere gradi ambienti a rescati e luoghi di
rappresentanza dove far soggiornare amici, alleati politica ecc., dunque la villa poteva avere una
struttura in se fortemente articolata, non dobbiamo considerata una tipologia secondaria rispetto
ad altre tipologie.

Gli ambienti sono decorati e dipinti ed è nella villa in cui si concentra un potere privato e
rappresenta la committenza di un personaggio facoltoso.

LE PIU ANTICHE VILLE MEDICEE

Come abbiamo già detto, la classe dei mercanti banchieri, oltre al palazzo in città hanno anche un
proprio patrimonio immobiliare. Loro infatti, laddove la città è riuscita a ricavare il propri contado,
e quindi il territorio è sottoposto al proprio potere, i mercanti banchieri investono parte dei loro
soldi nelle campagne, fondamentalmente per mettere al riparo quello che hanno guadagnato, per
investire i propri capitali, quindi acquistano terreni, costruiscono case ecc investendo nelle
campagne.

Spesso inoltre potenzino queste proprietà, costruiscono quindi mulini e costruiscono una o più
ville per il concetto della sede privilegiata dove rimembrare anima e corpo.

Le terre costituivano un grande privilegio e fonte di denaro, anche perché ottenevano materiali
che potevano rivendere.

La repubblica di Firenze nel 1427 viene istituito il catasto, dunque da questo momento ad oggi noi
possiamo controllare i passaggi di proprietà degli immobili, cosa molto importante perché quelli
che detenevano ed avevo abitazioni, dovevano dire da dove arrivavano, chi li deteneva, come
avessero fatto ad ottenerle.

La documentazione catastale ci mostra anche come i mercati banchieri passassero da avere un


podere ed una piccola casa, poi una casa di un signore (villa) e vari poderi ecc.

I medici avevano tante tante ville e quelle più antiche si trovano nel Mugello ra gurate nelle
lunette.

Oltre al catasto, per studiare una villa a livello di documenti si può andare a ricercare i contratti di
compra-vendita, segnalati nel catasto.

Le ville Fiorentine presentano caratteristiche molto interessanti.

Villa Medicea del Trebbio


Giardini regolati, spazi per la passeggiata ecc. ma la cosa interessante è che pur essendo nel
‘400, abbiamo edi ci merlati abbiamo infatti un linguaggio rinascimentale/medioevale, perché?

In parte magari perché sono state ristrutturate in quel periodo, oppure, la scelta di adottare un
linguaggio ‘feduale’, tipico dell’architettura militare è dovuta al voler sottolineare la nobilitazione
ed il potere.

Nel medioevo, quando si voleva costruire una torre, era per controllare il territorio o le vie di
comunicazione ma anche per comunicare tutti che c’era un potere costituito.

Villa Medicea di Fiesole


Attribuita a Michelozzo ma si pensa ci sia anche lo zampino di Alberti, situata a Fiesole in un
pendio collinare in una posizione particolare, perché lo spazio destinato agli ambienti importanti è
sacri cata, perché? Per la contemplazione del paesaggio, quindi un intervento edilizio volto alla
contemplazione del paesaggio.

Io posso indagare l’architettura della villa anche nelle sacre rappresentazioni cittadini, Giovanni
Tornabuoni, incarica Domenico del Ghirlandaio di realizzare nella sua cappella, una narrazione
religiosa dove si vede Villa Medici di Fiesole, perché?

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Perché il committente vuole
dimostrare semplicemente il
suo sostegno incondizionato.

Villa Ambra, Villa Medicea di


Poggio a Caiano (1602)
Poggio a Caiano rappresenta
una delle ville medicee più
importanti, il committente è
Lorenzo il Magni co e Giovanni
Rucellai gli vende i suoi poderi
là e l’architetto è Guliano da
San Gallo.

Giuliano da San Gallo è uno dei massimi esponenti della cerchia San Gallesca, progettista della
chiesa di Santa Maria delle Carceri a Prato.

Assimila la lezione di Brunelleschi, studioso dell’antichità, personaggio molto interessante oltre ad


Antonio da san Gallo.

La villa ha un impianto planimetria molto interessante con una pianta ad H, non c’è un cortile
centrale e realizza la villa con caratteristiche ben precise.

Innanzitutto in un contesto territoriale molto interessante, vicino al ume Umbrone e vicino a


luoghi produttivi.

Le scale davanti non sono originali, sono state fate nell’800 ed il riferimento all’antico è palese, in
particolare il rialzamento del basamento e la facciata del tempio che rimanda ad un tempio
tetrastilo in antis con l’impiego della pietra serena, l’architrave tripartito, il fregio ed un frontone. Il
piano nobile è rialzato e staccato rispetto al piano di campagna, tante che nel registro inferiore
troviamo un portico che ci riporta al criptoportico delle ville romane (in particolare Villa dei Misteri).

È curioso in più, vedere un edi cio che ingloba un tempio, rifermento e citazione forte di Palazzo
Acciaioli sull’acropoli di
Atene.

Nell’interno c’è la sala


di leone X a rescata
con una volta, la villa
poi viene abbandonata
nel 1494 perché i
Medici sono costretti a
lasciare renze e
rientreranno nel 1512,
perché nel 1492 muore
Lorenzo il Magni co e
Papa Innocenzo VIII,
viene eletto Alessandro
Vi Borgia e la famiglia
Medici è rappresentata
dal glio Piero che non
è abile in politica come
il padre.

Carlo VIII de Valois, Re


di Francia, aveva dei
diritti sul regno di
Napoli e visto che Papa
Borgia stava antipatico
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a molti, aveva deciso, per sé, di fare una specie di crociata, deporre Papa Alessandro VI prendersi
Napoli ed estendere il dominio di Francia, decidendo di fare la campagna d’Italia.

Carlo VIII fonda un esercito forte e si dirige verso il regno delle due Sicilia, e quando giunge in
Toscana c’erano le enclave orentine ( dipendono da un stato o sono esse stesse stati all’interno
di un altro stato) con fortezze importanti e quando arrivano i Francesi erano tranquilli perché
con davano nella presa del potere da patte della repubblica di Firenze.

Queste fortezze, in grado di resistere alle armi da fuoco, erano inespugnabili, dunque bloccare i
francesi sull’Appennino per un pò di tempo avrebbe garantito agli stati italiani di organizzarsi.

Piero de Medici durante la notte parte senza dire niente e va in toscana settentrionale
concedendo le chiavi delle fortezze a Carlo VIII, che le conquista in pochissimo tempo.

La notizia arriva alla signoria, prende atto, viene accusato di tradimento ed il partito anni mediceo
prende forza e vengono cacciati i Medici da Firenze no al 1512.

Poggio a Caiano rappresenta una delle ville più importanti ma anche la visione umanistica del
committente Lorenzo de Medici.

Villino di Innocenzo VIII (1484)


Roma, città del Vaticano, edi cio costruito su un promontorio poco lontano dai palazzi apostolici.

Nelle ville in generale, le logge ed i portici erano molto molto importanti, nell’edi cio sulla sinistra
c’è una fantastica scala a chiocciola ed il villino verrà poi collegato con i palazzi apostolici dal
cortile del belvedere.

Questa impostazione del belvedere rimanda a quella dei circhi voluta da Papa Giulio II e nella sua
concezione della restaurazione della roma imperiale, c’è la volontà di costruire un’opera di
impronta romana.

Villa Chigi, la Farnesina (1510)


Roma, il progettista è Baldassarre Peruzzi ed Agostino Chigi, il committente, è un mercante
banchiere senese molto ricco.

Personaggio emblematico e molto importante nella società, decide di realizzare una villa a
Trastevere fuori dal circuito dalle mura perché il Papa regnante è Papa Giulio II che aveva
trasformato lo stato della chiesa in stato sovrano, dunque c’era un grande senso di sicurezza e
tranquillità, non si aveva paura di particolari attacchi da parte di altri popoli.

La villa aveva anche delle stalle, progettate da Ra aello Sanzio e l’intera villa viene progettata da
Baldassarre.

Le dimensioni sono contenute e dunque si parla di ‘casino’, ha una pianta ad ‘U’ con due
avancorpi ed è caratterizzata da una pianta simmetrica da un punto di vista perimetrale ed
asimmetrica da un punto di vista di distribuzione dei vani.

La piana è regolare e gli ambienti del piano terra sono contraddistinti da due logge, dalla sala di
galatea con delle strutture nestrate e la loggia prospettante sul giardino.

Le coperture sono a volta lunettate ed i due registri all’esterno sono separati da una trabeazione
sorretta da paraste ed un cornicione nale aggettante.

Nel secondo registro, nella trabeazione ed in particolare nel fregio c’è una particolare decorazione
a festoni mentre nel primo il fregio è lineare.

Il riferimento di questo palazzo è Villa Le Volte a Siena commissionata da Mariano Chigi sempre a
Baldassarre Peruzzi ed è terminata nel 1505.

Gli interni sono a rescati da Ra aello e dalla sua scuola ed è straordinario il piano terra, mentre il
pianto superiore è a rescato da peruzzi.

Ra aello a resca la loggia principale al cui interno non sia la percezione di essere in uno spazio
chiuso ma in uno spazio aperto, dunque si gioca molto su percezioni illusionistiche che mirano ad
annullare lo spazio architettonico nito favorendo la creazione di spazi architettonici dilatati, come
abbiamo anche nella sala delle prospettive al primo piano.

Qui, viene ingannata la percezione di una stanza chiusa tramite la realizzazione di una loggia
prospettante sulla città, grazia quindi alla realizzazione di un fondale scenogra co viene ampliata
n volte la percezione di uno spazio.

Dunque in questa Villa abbiamo un committente di altissimo livello, la presenza di Ra aello e la


sua scuola nella realizzazione delle decorazioni ed un architetto fenomenale dotata di stalle (he
nel rinascimento avevano una notevole considerazione) e giardini.

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Villa Madama, 1518, Ra aello Sanzio
Papa Leone, esponente di primo piano della famiglia medici, riesce nel 1512 grazie all’appoggio
di Papa Giulio II a riprendere la città di Firenze.

Nel 1513, viene eletto al soglio ponti cio come Papa Leone X e decide di realizzare una villa non
come Leone X ma il committente formulante è Giulio de Medici, il cugino, futuro Clemente VII.

Leone X fa questa scelta perché sa che alla morte di un ponte ce, quello che quest’ultimo
compra o investe viene inglobato
dalla camera apostolica, il ministero
delle nanze della chiesa, dunque
decide di far comparire come
committente suo cugino.

L’incarico viene dato a Ra aello e si


decide di costruire una villa a Monte
Mario come tappa degli ambasciatori
prima di giungere a Roma, viene
quindi costruita Villa Madama.

La villa non viene portata a termine


per una serie di ragioni, nel 1521
muore Leone X, nel 1523 viene eletto
Clemente VII e potrebbero
continuare i lavori ma nel 1527
avviene il sacco di Roma, quindi
dopo questo il Papa si trova con
delle nanze compromesse.

Nel 1534 muore il ponte ce e la villa viene ereditata dal Duca Alessandro che però viene
assassinato e quindi nisce nelle mani della moglie.

La Villa è una rievocazione dell’antico, si pensa di realizzare un edi cio veramente molto
importante con caratteri monumentali con lo scopo di sottolineare e rievocare la grandiosità degli
imperatori romani.

Infatti, Villa Madama presenta una cosa molto interessante, il Teatro che rievoca il teatro di
Pompeo.

Gli ambienti interni sono a rescati a grottesca, a rievocazione dell’età romana, dunque in
quest’opera i Medici ci vedono un luogo di rappresentanza con un ordine architettonico di
dimensioni considerevoli, chiamato ordine gigante.

IL PALAZZO DEL RINASCIMENTO (palazzo orentino, tipo presente anche nelle altre città
italiane)

Nel medioevo, Firenze conosce uno sviluppo demogra co importante almeno no al 1348 e
questo obbliga il comune ad allargare le mura, realizzare quindi di volta in volta nuove mura,
quella 1170/1278/1333.

In realtà, la città inizi a crescere ed enti ecclesiastici come gli ordini monastici presenti fuori e
dentro le mura, iniziano a lottizzare aree di terreno vendendoli.

Dunque se si ha sempre più richiesta di vendita, la cosa più intelligente da fare è lottizzare il
terreno in rettangoli con un fronte strada di 5/6 m ed una profondità di 25m creando case a
schiera.

Quest’ultime vengono realizzate per ottimizzare lo spazio a disposizione ed a prevedere non


soltanto spazi nalizzati alla residenza ma anche un’area adibita ad ‘ortus’, quindi alla
coltivazione, la residenza neo piani superiori ed al piano terra le botteghe.

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A Firenze le botteghe erano molto importanti e la casa a schiera poteva avere diversi piani e
soprattutto dopo la peste, si parla di un ‘aggiornamento’ delle case a schiera sopra elevandole
per farle diventare pluri familiari consolidando il tessuto urbano.

Nel medioevo ci sono anche le torri, espressione del potere di una famiglia che aveva anche un
prestigio in un quartiere ma a Firenze le torri vengono tutte capitozzate nel 1529, quando la città è
assediata perché potevano essere facilmente colpite da cannoni.

Il sistema costruttivo tradizionale orentino prevede l’impiego della pietra forte (palazzo Davizzi
Davanzati), un’altana nella parte superiore, soprattutto alle residenze di maggiore pregio, nestre
centinate ed a piano terra gli spazi destinati alle attività commerciali.

Palazzo Davanzati rappresenta la tipica dimora orentina rinascimentale e questa tradizione


costruttive (pigra forte, nestre centinate), costituiscono un carattere fortemente identitario della
città tanto da assumere in alcuni casi una vera a propria valenza politica, ovvero l’adesione a quei
principi repubblicani che contraddistinguono la vita politica prima del comune di Firenze e poi
della repubblica Fiorentina.

PALAZZO MEDICI (1464)


Il committente è Cosimo il Vecchio, il nonno di Lorenzo il Magni co, colui che fonda l’oligarchia da
lui controllata e realizzata da Michelozzo (invece che da Brunelleschi), si decide di realizzare una
residenza non troppo sontuosa per evitare l’invidia dei suoi rivali.

Il palazzo si trova vicino alla chiesa di San Lorenzo, situato in Via Larga, la pianta è regolare, frutto
di una progettualità ed è costituita dall’impostazione di un disimpegno quale cortile ed il giardino.

La presenza di un cortile con una loggia disposta su quattro lati ed il giardino costituisce una
successione che ci ricorda la domus romana.

Originariamente, il palazzo presentava una loggia sulla strada che poi viene chiusa nel
1517tramite un intervento di Michelangelo Buonarroti.

Gli ambienti si dispongono intorno alla loggia ed è presente un giardino, che unito al palazzo
assume un valore fondamentale che quali ca la residenza
stessa, infatti oltre ad esserci aranci

limoni che hanno un valore economico importante (perché si


creavano nuove varietà, incroci diversi), sono collocate
fontane ed inoltre nel giardino si usava ricevere ospiti e si
colleziona statue.

Il gusto per il classico e dell’antico e la ricerca costante di


statue è forte e durerà nei secoli, dunque il giardino dieta un
luogo in cui le statue vengono protette.

La facciata si presenta come un edi cio diviso in tre registri


da cornici marca davanzale, loggia nella testata angolare,
portale centrale e superiormente abbiamo delle bifore
centinate. Ha delle dimensioni maggiori rispetto a quello
Rucellai ma soprattutto, la super cie muraria è restituita
tramite la lavorazione super ciale delle pietre, ovvero
pugnato rustico nel registro inferiore, pugnato liscio nel primo
registro e nel secondo invece nessun tipo di pugnato, scelta
adottata per non realizzare una facciata troppo opprimente.

La facciata viene chiusa da un cornicione, riconducibile alla


trabeazione delle
colonnacce del foro
transitorio.

Il registro inferiore
rimanda ad un monumento dell’antichità, il muro degli
archi dei pantani del foro di Augusto, il quale dopo aver
vendicato Cesare rimette il potere nelle mani del Senato
ristabilendo la pax romana, Cosimo invece ritornando a
Firenze e riconoscendo il potere formale della repubblica,
in qualche modo si sente come un nuovo Augusto, colui
che aveva riportato la pace e la stabilità, parallelo molto
importante.

Nel fare questo, si porta comunque avanti la tradizione


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identitaria orentina perché c’è l’uso della pietra forte, il portale principale è centinato come le
nestre e ci sono le cornici marca davanzale, dunque le tradizioni costruite orentine sono
mantenute ma vengono apportate delle varianti tese a sottolineare e quali care la dimora e
mandare un messaggio politico, quello che i Medici non sono nemici della libertà repubblicana
orentina ma sono coloro che garantiscono la sopravvivenza della repubblica in un periodo di
pace.

Le logge laterali della facciata vengono appunto poi chiuse da Michelangelo con delle nestre
inginocchiate nel 1517, chiudere la loggia è un’azione di nobilitazione dell’edi cio e questa
nestra inginocchiata diventa il modello di riferimento per tutte le altre.

Il cortile di palazzo Medici è costituito da una loggia formata da colonne in pietra serena,
Michelozzo inoltre, per realizzare la loggia si ispira alla facciata dell’ospedale degli Innocenti.

‘Piegare’ la facciata dell’ospedale degli innocenti non è ottimale perché la distanza tra le due
nestre è maggiore tra la distanza della nestra ed il muro e la facciata d’angolo risulta
percettibilmente debole e la distanza tra le due nestre d’angolo è troppo ravvicinata, dunque si
ha il problema delle testate angolari che però non risolve, le nestre del loggiato sono troppo
vicine tra loro e percettibilmente la testa d’angolo risulta debole.

All’interno del palazzo c’è la cappella di Benozzo Gozzoli, un ambiente quadrangolare con una
scarsella e viene incaricato quest’ultimo di realizzare l’Adorazione dei Magi, quando i Re Magi
portano i doni alla nascita di Gesù (oro: metalli dei Re- ruolo di Cristo come Re dei Re; incenso:
usato dal sacerdote- Cristo come sacerdote die sacerdoti; mirra: per imbalsamare il corpo-
Pre gurazione della sua morte), dunque i medici prendono un tema religioso e ne realizzano un
tema politico perché nel 1439, Firenze aveva ospitato il concilio ecumenico, che doveva essere
una conferenza destinata a riconciliare la chiesa d’oriente con quella d’occidente ed anche per
aiutare l’imperatore dell’impero romano d’oriente contro i Turchi.

Il concilio ecumenico era stato voluto da Cosimo, un grande successo politico ed il glio Piero,
per confermare il fatto che i Medici erano la famiglia più importante di Firenze, prendono
l’adorazione dei Magi e lo trasformano in un manifesto politico, un a resco ra gurante i Re Magi
con al loro seguito i ritratti di coloro che parteciparono al concilio.

Palazzo Pazzi (1469)


I pazzi hanno nel loro stemma animali marini ritrovati nell’ordine architettonico, opera di Giuliano
da Maiano, i Pazzi sono famosi per la congiura del 1478 dove muore Giuliano de Medici

Palazzo Antinori (1469)


Sempre di Giuliano da Maiano, cornici marca davanzali, porte e nestre centinate con portone
centrale, nestre quadrate nel registro inferiore.

Palazzo Strozzi (1504)


Progetto di Benedetto da Maiano, Giuliano da Sangallo, Il cronaca, gli Strozzi sono una famiglia
molto potente, impiego di bugne a cuscino o a bauletto.

Palazzo Gondi
Giuliano da San Gallo, abbandona il modello rustico delle bugne nel registro inferiore per fare
delle bugne a cuscino e cortile interno.

Palazzo Pitti
Luca Pitti era un importante personaggio politico e decide di realizzare un palazzo, reggia dei
Savoia per un periodo, decide di abbattere gli edi ci in Via Romana per costruire una piazza.

Inizialmente era formato da sette arcate, non conosciamo l’architetto, vocabolario innovativo con
arcate su pilastri che ricordano la monumentali romana ma sempre nell’architettura orentina.

Reggia importante con guardino di Boboli.

Palazzo Pandol ni (1525)


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Progettato da Ra aello e presenza in cantiere di Giovan Franesco da Sangallo e Aristotele da San
Gallo.

Giannozzo Pandol ni, vescovo di Troia, decide di costruire un palazzo a Firenze, palazzo non
concluso.

Romane sono le Armille che costituiscono la ghiera dell’arco, linguaggio romano, nestre
rettangolari e timpanate crociate ad edicola, la committenza voleva probabilmente richiamare il
legame con Roma.

Palazzo Batolini Salimbeni (1522)


Realizzato da Baccio d’Agnolo, realizza la gabbia dei grilli (loggia tra il tamburo e la cupola di
santa maria del ore), legnaiolo orentino (realizza opere lignee).

Finestre crociate ad edicola, portale principale inquadrato come un edicola ed introduce a Firenze
il dorico orito.

Cose importanti Firenze

- Urbanizzazione della città grazie alla costruzione di casa a schiera (con al piano terra botteghe
ed al piano superiore le stanze residenziali) costruite seriamente lungo le strade

- I palazzi vengono costruiti dai mercanti più ricchi e poteva essere fatti tramite accorpamento
edilizio (palazzo rucellai) o ex novo (palazzo medici), il palazzo è la residenza del mercante ma
anche dove quest’ultimo tratta e sue nanze e costituisce un vero e proprio manifesto politico
(solidità economica della famiglia) ma anche un grande investimento economico

Chiede!!

Palazzo Medici, Palazzo Rucellai (altri palazzi accennati), Palazzo Gondi, Palazzo Pandol ni.

Lezione 6.12

DONATO BRAMANTE (1444-1514)


Bramante è uno degli architetti che opera nella corte degli Sforza, nasce ad Urbino ma la sua
formazione avviene presso la corte dei Montefeltro, nel cui palazzo ducale si vedono alcuni suoi
interventi, come ad esempio nello studiolo di Federico da Montefeltro.

Nell’a resco ‘la scuola di Atene’, conservato a Roma, si nota una gura intenta a spiegare la
geometria, Euclide, personaggio che rappresenta però Bramante, il quale è infatti molto
interessato alla geometria ed alle sue applicazioni artistiche ed architettoniche.

Un altro oggetto importante che lo ra gura è una medaglia realizzata da Caradosso dove su una
faccia l’artista viene rappresentato di pro lo (rappresentato quindi come un’e ge antica) mentre
nell’altra Bramante simbolizza l’architettura ed è rappresentato in piedi con alle sue spalle San
Pietro (Bramante però muore molto prima del termine dei lavori, dunque ha potuto far parte del
progetto solo in piccolissime dosi).

I. Primo periodo- Urbino

Urbania, città che faceva parte del ducato di Urbino, città in cui Bramante si forma, era sotto il
controllo di Federico da Montefeltro che rivoluziona la capitale del proprio stato. Bramante prende
parte alla costruzione del Palazzo Ducale con alcuni interventi e possiamo rivedere nel cortile del
palazzo un parallelo con il Chiostro di Santa Maria della Pace, in particolare con l’angolo che esso
forma, luogo in cui di solito gli architetti si so ermano.

Per quanto riguarda lo studio del duca, Bramante crea una serie di prospettive sulle pareti che
tendono ad allargare percettibilmente uno spazio che nella realtà risulta molto più piccolo e
quest’uso della prospettiva è possibile anche grazie agli studi di Brunelleschi e Piero della
Francesca.

Del su primo periodo di formazione non abbiamo troppi dettagli ma sappiamo che no ai 35 anni
rimane a gravitare attorno al ducato Montefeltro.

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II. Secondo periodo- Milano (1481-1500)

A Milano lo vediamo compreso tra i numerosissimi artisti che orbitano nel ducato degli Sforza.

Al corte Sforzesco convergono infatti un sacco di artisti tra cui anche Leonardo da Vinci, amico di
Bramante, e del suo primo periodo milanese ci rimane una sua rappresentazione, quella del
Tempio in Rovina.

Al centro del disegno vediamo un piedistallo con inscritto il nome di Bramante e gli elementi
circostanti sembrano emulare l’antico ma con alcune incongruenze.

Interventi di Bramante a Milano

Chiesa di Santa Maria San Satiro, Milano


Durante la costruzione di questa chiesa sorge un problema, la chiesa non poteva continuare ad
essere estesa posteriormente perché dietro l’altare si trova una via che non poteva essere
espropriata, dunque Bramante si trova vincolato.

Questo impedimento avrebbe reso incompleta la costruzione, dunque l’artista escogita un piano
appoggiandosi ancora una volta alla prospettiva ed agli e etti ottici. Entrando nella chiesa ed
osservando davanti a noi (posizione centrale), ci sembra che la chiesa prosegua oltre l’altare, ma
in realtà si tratta di inganno visivo in quanto la parete oltre l’altare si sviluppa in soli 90 cm ed in
questo senso è stato possibile aggiungere anche la cupola centrale.

A Milano, Bramante si dedica anche alla pittura di cui abbiamo testimonianza grazie ad alcuni
frammenti di a reschi che dovevano essere posti in casa Visconti dove sono ra gurati
personaggi guerrieri che sovrastano due gure, Eraclito e Democrito, che rappresentano
allegoricamente e rispettivamente Bramante(la gura a destra, il matematico, serio e cupo) e
Leonardo Da Vinci (la gura a sinistra, il losofo che ride).

Al centro, tra i due personaggi, è disegnato un globo terrestre, non piatto ma sferico.

Duomo di Milano
Costruzione apparentemente gotica alla quale partecipa anche Bramante alla ne del ‘400.

Il duomo ha una costruzione secolare, in particolare il fronte della chiesa è stato nito in tempi
recenti ed una parte molto importante, il tiburio ( che si trova nel punto di incontro tra la navata
principale ed il transetto) che consiste in una zona soprelevata rispetto alla chiesa, realizzata
anch’essa in tempi successivi alla costruzione della chiesa, è stata realizzata a seguito di un
concorso.

Il concorso indetto voleva risolvere il


problema di quel settore che, non essendo
stato chiuso, aveva bisogno di una
copertura tale che sarebbe potuta essere
sorretta dai pilastri sottostanti.

A questo concorso partecipano anche


Bramante e Leonardo, i quali si
interrogano su una soluzione.

Il problema si basa sulla pianta da


sovrapporre a quel vuoto quadrangolare,

perché inserendo un qualsiasi elemento si


deve poi capire gli sforzi degli elementi
sottostanti, dunque si cerca una struttura
caratterizzata dalla leggerezza (come
scrive Bramante in una sua opera andata
perduta ma di cui rimangono delle
indicazioni dove esprime le proprie
considerazioni ed osservazioni per la
costruzione del tiburio).

Nell’opera Bramante parla anche del tipo di forma che dovrebbe assumere questa copertura,

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se si inserisce una forma circolare, avremo quattro punti di appoggio e gli spazi rimasti
rappresentano i pennacchi, dunque avremo una serie di spinte notevoli quanto più estesi sono i
pennacchi ed abbiamo solo 4 punti che coincidono tra la struttura soprastante e la base, se ne
ricava che una struttura circolare non è adatta perché le spinte ed il peso non sarebbero
proporzionali.

Un’altra soluzione è invece un ottagono dove i lati, pur giacendo sempre sulle arcate sottostanti
sono migliori perché i lati che non toccano la struttura sottostante creano uno spazio minore
rispetto ai pennacchi ed i lati che invece toccano sono su cienti a reggere la spinate ed il peso
totale. Questa soluzione non ha in se niente di rinascimentale, fattore che diventa uno dei principi
più importanti per gli artisti del tempo, essi infatti si formano in una realtà del tardo gotico
milanese e ne assimilano gli elementi (es. pilastri ni rispetto alle costruzioni antiche).

Abbazia di sant’Ambrogio

Anche il duomo ci mostra elementi gotici, non manca nell’architetto Bramante un linguaggio
decisamente classico.

Sul anco dell’abbazia abbiamo infatti una serie di cortili di cui uno realizzato dal Bramante dove
si riconoscono nella facciata due registri di cui il secondo viene ricostruito dopo la guerra.

L’ordine minore è rialzato da terra da un plinto che solleva l’arco d’entrata e si nota la presenza di
colonne di cui una costituita da dei monconi che prende il nome di colonna ‘ad tronconos’ che si
collega alla consuetudine antica di realizzare le colonne in legno.

Santa Maria delle Grazie (1497)


Ultima opera del periodo milanese in cui il suo intervento si concentra sulla parte terminale della
chiesa.

La pianta di Santa Maria delle Grazie è formata da due quadrati, uno maggiore ed uno minore,
sovrastato da una cupola nascosta da un tiburio.

Bramante inserisce un linguaggio complesso in cui esplode quello all’antico ma si inserisce anche
il tema del colore (colori chiari), scelta che mette in risalto alcuni elementi tra cui l’oculo che si
trovava anche nell’incisione del Tempio in rovina vista precedentemente con la di erenza che lì si
collocavano nella navata laterale e nella chiesa di Santa Maria si gsi trovano sull’arco che
sorregge la cupola.

Gli archi son tangenti alla cupola e danno l’accesso a due absidi in cui si rimarcano scene piane
che vanno ad allargare lo spazio percettibilmente proseguendo in profondità.

III. Terzo periodo- Roma (1500-1514)

Tempietto di San Pietro in Montorio(1502-1514)


Il tempietto rappresenta una delle opere più signi cative del Bramante, è una costruzione piccola,
lo spazio è molto contenuto ed è costruito in memoria del martirio di San Pietro.

Seppur apparentemente molto semplice è pieno di elementi interessanti tra cui si nota un
parallelo con lo ‘Sposalizio della Vergine’, opera di Ra aello, in cui vediamo sullo sfondo un
tempietto centrico che ci da un’idea di quanto fosse ricorrente costruire o concepire delle
costruzioni a pianta centrale.

Il tempietto è di ordine dorico(non è un caso, la scelta mostrerebbe uno studio o la conoscenza di


Bramante degli ordini architettonici, infatti solitamente, si utilizza lo stile dorico per le costruzioni
dedicate a gure maschili, quello ionico per le gure femminili e quello corinzio per le gure
verginali) ed è sopra elevato tramite gradini per la sacralità e per dare maggiore dignità.

Il tempietto è sovrastato da un corpo cilindrico ed è circondato da sedici colonne con fusti in


granito (materiale non economico da estrarre dalle cave, quindi si usava quello di reimpiego) e
capitelli in marmo, come le basi.

Al di sopra abbiamo la trabeazione con un architrave composto da metope e trigli (dove


abbiamo rappresentazioni che si ricollegano con il martirio di San Pietro), la cornice e poi elementi
come un tamburo che sopra eleva il corpo cilindrico (perché se avessimo aggiunto solo la cupola
a livello della trabeazione, essa avrebbe coperto parzialmente la cupola, dunque Bramante
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aumenta l’altezza della costruzione al piano di sopra su cui aggiunge una cupola che viene poi
ricostruita in seguito ad un collasso) ed

aggiunge poi un elemento che possa fungere da connettivo visivo tra la trabeazione e la cupola, la
balaustra.

Il Serlio, fan di Bramante, ci da la rappresentazione della pianta, un cortile rotondo con un tempio
circolare e ci rende l’idea di come l’artista abbia ideato la costruzione, stabilendo un punto
centrale, il centro della costruzione, dal quale tira gli assi che individuano così paraste del muro
interno e le colonne esterne.

Le colonne che circondano la costruzione sono più larghe delle paraste, questo perché il tempio è
molto piccolo, dunque le paraste d’ingresso sono più strette per permettere l’ingresso dell’uomo.

Chiostro di santa maria della pace


Cortile progettato da Bramante dove si vede un parallelo con quello del Palazzo Ducale di Urbino,
ma questo, a di erenza di quello del Palazzo, non è discontinuo e l’elemento angolare del pilastro
subisce una contrazione particolare, è come se le due paraste d’angolo di ordine ionico si
incrociassero come piegate tra loro stesse a 90°.

Nel primo registro gli archi sono sorretti da pilastri che fanno da cornice ai capitelli ionici rialzati da
un plinto.

Il secondo registro invece, che secondo alcuni non è opera del Bramante, è caratterizzato da
pilastri, in asse con i sottostanti, che grazie ad un plinto poggiano alla trabeazione dell’ordine
inferiore intervallati da colonnine che poggiano invece superiormente, tutto ciò per non far
apparire troppo appesantiti i pilastri.

Belvedere vaticano (1503-1514)

Grande complesso al lato della Basilica Vaticana,


entrambe esse son state commissionate da Papa
Giulio II.

Sulla destra vediamo l’originario palazzo


ponti cio e sull’estremità sinistra c’è la palazzina
di Innocenzo VIII che si voleva congiungere ai
Palazzi Vaticani, si crea quindi una manica con un
serie di terrazzamenti che permettano questa
soluzione.

Bramante opera una serie di scelte, tra cui


l’aggiunta dei due corpi laterali centrali che
formano una discontinuità nella super cie e
danno l’impressione ancora una volta a chi
guarda di una maggiore profondità.

Nel lato lungo est, il ‘corridore’, c’erano una serie


di archi e le terrazze hanno come elemento di
congiunzione le scale, elemento che ci rimanda al Santuario
della Fortuna Primigenia.

Bramante ad un certo punto si rende conto che non potrà


vedere nto il suo progetto ed opera una scelta: nel progetto erano previste due maniche ma
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Bramante ne costruisce una soltanto, quella del corridore, e costruisce il palazzo ra gurato
nell’immagine all’estremità sinistra. Così facendo, gli architetti futuri avrebbero dovuto per forza
terminare il progetto ed aggiungere la seconda manica e così fu, anche se la sommità sinistra
verrà poi demolita e ricostruita probabilmente da Michelangelo. Inoltre, la scala che porta alla
sommità dell’ex emiciclo Bramantesco, attinge due elementi laterali a che servono ad
interrompere la prospettiva visiva e che generano quindi un illusione prospettica facendo
sembrare l’opera più profonda.

In ne, un elemento da rimarcare è la scala ‘giocattolo’


chiamata anche Lumaca che si colloca al fondo del
corridore. È una scala elicoidale che internamente è
composta da un pozzo di luce e da una successione
ordinata di 36 colonne dal basso all’alto creando
quattro piani e tutte diverse tra loro, le prime sono
infatti tuscaniche, poi doriche, ioniche e composite,
anche se si pensa che queste non siano state
realizzate dal Bramante.

I capitelli delle colonne sono curvi e deformati a nché


si abbia una continuità visiva quando si guarda dal
basso (sembra infatti che i capitelli appoggiano sul
piano sottostante), le colonne si restringono man mano
che si sale i vari piani e allo stesso tempo si
modi cano anche gli ordini e si allarga il pozzo di luce.

SAN PIETRO

Bramante si chiese come realizzare una cupola leggera ma comunque robusta e per farlo opera
dei tagli ai pilastri che sorreggono la cupola che gli permettono di avere dei pennacchi più ridotti e
quindi più leggeri con una cupola ad una calotta.

Per il progetto della cupola: una calotta emisferica che si appoggia su una serie di colonne poi
trasformate in nestre.

Alla sommità della cupola è posto un lanternino (di erenza con il Pantheon) alto più della cupola
stessa ed il tamburo della cupola, costituito originariamente da colonne, viene sostituito da
Michelangelo con un setto murario intervallato da nestre. In corrispondenza di questo setto
murario c’è una coppia di colonne che serve per contrapporsi alle nervature della cupola e
sorreggere ancora di più il suo peso e bilanciarla.

La pianta sarebbe dovuta essere circolare invece è a croce latina.

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LEZIONE 9.12

MICHELANGELO

Nasce a Caprese Michelangelo nel 1475 e muore nel 1564, il padre era in servizio come
rappresentante della repubblica Fiorentina lì, dunque possiamo considerare Michelangelo come
un personaggio ‘prodotto’ della cultura artistica orentina che si arricchisce delle esperienze
artistiche dell’artista che si trasferisce a Roma de nitivamente nel 1534.

Michelangelo, oltre che come scultore e pittore fu importante anche a livello architettonico, un
campo in cui Michelangelo si cimenta soprattutto nella seconda parte della sua lunga vita, dal
1507, ormai maturo.

L’ultimo periodo della sua vita fu dedicato quasi del tutto all’architettura in cui trova un campo
adeguato all’espressività artistica applicata.

L’architettura secondo lui è strettamente legata alla scultura, la sensibilità di quest’ultima si lega
perfettamente all’architettura e le due diventano qualcosa di imprescindibile ottenendo un e etto
nuovo, plastico (sensibilità plastica e scultorea) da cui nasce anche una nuova sensibilità alla cui è
sono legate nuovi elementi fondamentali come ad esempio la luce, il colore o gli spazi, manipolati
grazie ad aggetti e rientranze o piante particolarmente complesse.

Michelangelo inoltre, utilizza il disegno come elemento di comunicazione del progetto compiuto,
cura il disegno come elemento nale da far veder al committente come presentazioni che
annuncino il lavoro nale che si andrà a compiere ma anche per confrontarsi con le maestranze,
dunque il disegno è l’elemento principale del suo essere architetto e grand parte di quesi disegni
sono arrivati no a noi.

Inoltre, la maggior parte di essi sono conservati a Firenze, nel Palazzo Buonarroti e i suoi disegni
spesso sono palinsesti, cioè si sovrappongono in modo caotico sullo stesso foglio.

Nel 1980, è stato pubblicato tutto il corpus di Michelangelo, schizzi ecc., conservati in vari musei
del mondo, nel ‘Corpus dei disegni diMichelangelo’ di Tolany, 4 libri dove sono riprodotti i suoi
disegni in fac-simile di dimensioni e materiale (lo stesso è stato fatto per Leonardo) legati ad

un nucleo consistente di lettere che scriveva, ricordi o lettere che gli venivano inviate.

Giorgio Vasari, nel 1550 (edizione dei Torrentino), scrive una prima versione delle sue ‘Vite’,
biogra e degli artisti dal medioevo a Michelangelo, ma tutta la sua narrazione è volta a celebrare
Michelangelo, l’unico ad essere celebrato prima della sua morte e chiamato ‘il divino’.

Vasari scrive poi, nel 1568 (Giuntina, editore Giunti) una seconda edizione della sua opera dove il
suo racconto di Michelangelo diventa super famoso.

Cosa si estrapola da questo lascito?

Si estrapola che come architetto, Michelangelo, ha avuto una grande sensibilità per i materiali,
infatti lui nasce primariamente come scultore e poi come architetto, dunque la sua conoscenza
per i materiali, soprattutto il marmo, è profonda. Questo fa si che sia molto più agevolato nel
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costruire con marmo/travertino(materiale calcareo e poroso che non
gradisce l’uso del trapano e non resiste) ma sopratutto che riesce a
valorizzare il materiale ed i suoi caratteri sici spesso andando anche i
loro stessi limiti, sfruttandoli tutti al massimo e riuscendo a giocare
benissimo con gli e etti plastici.

Concezione artistica: per lui il corpo non è qualcosa di astratto ma bensì


nel corpo ricerca quel dinamismo che poi restituisce nelle sue opere,
come nella cappella Sistina, ricercando una spazialità dinamica,
un’architettura che guardi alla classicità ed allo stesso tempo che ricerchi
una forma di espressività originale che renda visibile anche in architettura
quel dinamismo che lui trasmette con la scultura, la tensione interna che
lui riesce a dare alle sue opere (es. il David, scultura dov’è catturato
l’attimo).

Disegno:strumento per lui fondamentale per rendere il progetto nale


accompagnati dai

modelli che per lui furono molto importanti di cui ne rimangono due, facciata
di San Lorenzo e cupola di San Pietro, infatti quando rimane cieco a causa della vecchiaia,
scolpisce l’architettura in creta creando modelli dove trasferisce la propria idea.

Bacco (1496)
Una delle opere di scultura più importanti è il Bacco che si trova al museo del Bargello.

La scultura è innovativa a livello iconogra co ( ovvero come un certo soggetto viene restituito
secondo dei caratteri tradizionali), perché il braccio che tiene la coppa è del tutto staccato dal
corpo, cosa di cilissima da fare mentre si lavora col marmo. Dunque signi ca che Michelangelo
ha una conoscenza del materiale importante, fatto che si porta anche nell’architettura.

Il bacco è commissionato dalla comunità dei orentini a Roma, in particolare dal cardinale Riario
che paga la prima stampa di Vitruvio del trattato di architettura.

Michelangelo entra nella loro cerchia, questo perché da bambino, a Firenze, frequentava il
giardino di San Marco istituito da Lorenzo il Magni co, dove artisti più vecchi dovevano guidare
artisti più giovani, momento formativo più importante di Michelangelo dove acquisisce le prime
nozioni di scultura.

Dalla morte di lorenzo il magni co, 1492, e l’esilio dei Medici da Firenze, 1494, Michelangelo si
sposta a Roma dove si inserisce negli importanti circoli della città tra cui quello di Ra aele Riario
dove nasce la prima stampa di Vitruvio, trattato più importante di architettura, nel 1486.

Dunque Michelangelo, trovandosi nel circolo in cui si stampava il Vitruvio, viene in contato con
questo contesto e ne assorbe i bene ci.

Pietà (1499)
Conservata in San Pietro, realizzata da giovane, a ventidue anni, si rma ‘sculptor orentino’,
dunque con orgoglio identi ca il proprio nome.

Nel 1502 torna a Firenze dove ri nisce un marmo di 9 metri creando il David che doveva essere
posto in alto nella cattedrale di Santa Maria del Fiore, insieme agli altri personaggi biblici che
coronavano l’ultimo ordine della cattedrale, ma poi diventa un eroe cittadino.

Per decidere dove metterlo fu creata una commissione che poi decise di lasciarlo davanti alla
porta di Palazzo Vecchio (quello che c’è oggi è una copia, il vero è nel museo dell’Accademia).

Sepolcro di Papa Giulio II della Rovere (1504)


Viene chiamato di nuovo a Roma per realizzare la tomba di Giulio II della Rovere, colui che vuole
ricostruire e rifondare San Pietro incaricando Bramante.

Questa chiesa però doveva essere anche la sepoltura del Papa che il nuovo progetto prevedeva
sarebbe stata posizionata sotto la cupola.

Bramante e Michelangelo cominciano a trovarsi in disaccordo e progressivamente la tomba viene


spostata verso la parte nale della chiesa perché Michelangelo avrebbe dovuto costruirla in
funzione dell’architettura circostante, non il contrario

I primi progetti della tomba presentavano oltre 30 sculture, dunque un opera che combinava
scultura ed architettura e probabilmente questo viene considerato come il suo primo approccio
all’architettura.

La tomba non è più in San Pietro ma in Pan Pietro in Vincoli ed è un progetto che si è trascinato
per 40 anni, portata avanti dagli eredi di Giulio II, la tomba attuale è la metà di quanto sarebbe
dovuta essere rispetto ai primi progetti.

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1504/5, inizio del progetto per la tomba che nisce 40 anni dopo.

—> Gli inizi di Michelangelo architetto si vedono anche in un


modello ligneo, custodito nel museo di Santa Maria del Fiore,
un progetto del 1507 per il completamento del tamburo della
cattedrale.

Oggi, l’attacco del tamburo alla cupola ha la ri nitura solo da un


lato, fatta da Bacci d’Agnolo, de nita da Michelangelo come
una gabbia di grilli.

Michelangelo infatti immagina di realizzare lo stacco con una


trabeazione immensa retta da un capitello e da una parasta
enorme.

—> Altre radici architettoniche le vediamo anche nella cappella


Sistina dove Michelangelo realizza un telaio architettonico
senza il quale non avrebbe potuto disegnare e colorare il suo
capolavoro così concretamente e realisticamente.

—> Un atro approccio del 1517 è nestra inginocchiata, un


opera di scultura creata a partire da una mensola che si trovava
sotto i davanzali e l’ha ‘stirate’ e ‘gigantizzata’, per darle una
nuova forma espressiva. Per farlo allunga le mensole e le fa diventare una scultura abbinandoci un
timpano e due elementi in basso quali cando un nuovo tipo di nestra.

San Lorenzo (1516)


La vera occasione di diventare archetto avviene con il cantiere di San Lorenzo, nel 1516,
occasione in cui il Papa Leone X vuole dare nuova vita alla facciata, la chiesa della famiglia
Medici.

Leone, Papa, glio di Lorenzo il Magni co, per realizzare questo progetto mette su un concorso e
chiama gli artisti del momento, Ra aello, Leonardo, Jacopo Sansovino, Giuliano da San Gallo e
Michelangelo.

Quest’ultimo, no a quel momento, non aveva realizzato niente di così grande a livello
architettonico, ma nonostante questo, Michelangelo vince, dimostrando che la sua fama ed il suo
credito come artista a tutto tondo lo rendeva più credibile di tutti gli altri che erano già architetti.

Dunque si mette a disegnare, si mette accanto Baccio Bigio, un muratore fantastico, si fa prestare
dei disegno dall’antico e comincia ad esercitarsi riprendendo la mano con quell’architettura antica
per realizzare quest’opera.

Realizza due progetti per la facciata testimoniati da due disegni, un primo dove la facciata è una
lastra da appoggiarsi sopra ed un secondo.

Dunque come prima idea si ispira ad Alberti, in particolare alla facciata di Santa Maria Novella, nel
secondo invece cambia rotta, è un vero e proprio edi cio autonomo che prevedeva una serie di
sculture ed apparati scultorei, dunque un’architettura impegnativa.

Il progetto però non arriva al termine perché succede una disgrazia, la morte del fratello di Leone
X, Giuliano e di Lorenzo Duca di Urbino, il nipote, dunque fa realizzare, sempre da Michelangelo,
due tombe, innalzando così la sagrestia nuova.

Brunelleschi, nella sagrestia vecchia, realizza due registri, le paraste, le lunette e la cupola ad
ombrello, Michelangelo invece pone il registro inferiore dove mette le sepolture, un piano
intermedio e sopra la cupola con un intradosso a cassettoni (riprendendo il Pantheon), dunque un
progetto molto più slanciato.

Michelangelo mette in opera anche le nestre rastremate sopra la tomba accanto alla cupola che
hanno i lati convergenti, non sono una sua invenzione ma li ha copiati dal tempio di Vesta a Tivoli.

Biblioteca Laurenziana (1524/34, scala 1558)


Grande aula dove progetta il pavimento, l’ambiente architettonico ed i banchi.

Presenza delle Colonne inalveolate: colonne inserite nel muro, incassate nella muratura.

La scala è un opera di scultura, una rampa centrale con rampe laterali che poggia in chiave d’arco
e che viene conclusa molto dopo che Michelangelo lascia renze (1534).

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La biblioteca quindi rimane senza alla scala no al 1558 quando Bartolomeo Ammannati, sotto
guida di Michelangelo che ormai vecchio e cieco che gli realizza un modello in creta per far si che
l’Ammannati possa realizzarla e portarla al termine.

Palazzo Farnese (l’intervento di Michelangelo è datato 1546/7)


Edi cio che inizia nel 1512, il progettista è Antonio da San Gallo il giovane ed il committente
Alessandro Farnese che poi diventa Papa come Paolo III e che vuole un palazzo degno di un
cardinale importante.

Quando Alessandro Farnese è papa, Antonio da san gallo muore (1546) e lascia il palazzo
incompiuto ma nonostante i suoi collaboratori volessero prendere la guida del cantiere, si fa
avanti Michelangelo che propone di concluderlo e gli viene dato l’incarico.

Le parti da nire erano: il coronamento della facciata principale, l’ultimo registro del cortile interno
e l’attacco tra il primo ed il secondo piano (quindi ha realizzato il coronamento alto quasi tre metri,
ha creato il nuovo motivo al centro della facciata ed internamente ha de nito l’aspetto dell’ultimo
registro del cortile come il fregio in travertino tra il primo ed il secondo piano).

Cornicione: Michelangelo rialza il secondo piano e realizza un modello al vero del cornicione,
3x4m, lo fa issare nella facciata e lo fa ad imitazione di un frammento nei fori, la ‘spolia cristi', che
già era stato utilizzato come modello in Palazzo Strozzi.

Michelangelo inoltre, per contrastare la monotonia delle nestre, reinventa la parte centrale, San
Gallo infatti aveva previsto una nestra centrale identica a tutte le altre, lui invece inserisce una
grande trabeazione che gli permette di collocare sopra il grande stemma Farnese e mette delle
colonne di recupero in verde antico per sostenere la trabeazione rivoluzionando la facciata.

Nelle nestre del cortile interno invece usa le modanature classicistiche come i dentelli ed una
reinterpretazione dei trigli .

Cupola di San Pietro


Antonio da San Gallo muore senza aver fatto nulla anche se aveva già realizzato un modello che
Michelangelo cambia immaginando una pianta centrica ed una cupola che però non verrà
realizzata, l’artista inoltre vedrà realizzare solo il suo tamburo.

Il progetto del tamburo quindi è di Michelangelo ma Della Porta interviene e ne cambia il pro lo
esterno per motivi statici. La cifra distintiva del tamburo è rappresentata dalle colonne binate che
sostengono la trabeazione dove scaricano anche i costoloni della cupola.

Questa soluzione permette di creare delle pareti sottili (spessore inferiore a quello delle colonne) e
collocare le nestre che permettono di dare luce alla chiesa internamente.

Lezione 13.12

Cose da sapere di Michelangelo: Michelangelo a Firenze, tomba Giulio II, dizionario biogra co
degli italiani (vestibolo Laurenziana, sagrestia nuova, facciata san lorenzo).

I Palazzi romani
Papa Giulio II della Rovere trasforma lo stato della chiesa in un insieme di stati pressoché
autonomi ed indipendenti (dunque in mano a signori locali) e allo stesso tempo in uno stato
moderno con una capitale e delle forze armate.

Il suo scopo era quello di ribadire le prerogative del potere temporale della chiesa sui territori su
cui essa prevaleva e per evitare disguidi con l’imperatore.

Leone X, glio di Lorenzo il magni co ed erede di Papa Giulio II (che trova uno stato ricco con
tante nanze a disposizione), inaugura l’età dell’oro.

Giovanni de Medici (Leone X), viene eletto perché Giulio II era molto tempestivo ed impulsivo,
Leone X invece dava la sicurezza di una nuova era dettata da una tranquillità politica.

Dunque se Giulio II incentra le sue committenze sulla grandezza del papato per ribadire la
grandezza e l’importanza di esso, Leone invece ha uno scopo nepotistico, quello di a ermare la
famiglia Medici nell’italia centrale tramite una serie di azioni politiche a ne di creare una vera e
propria propaganda politica del consenso che si esprime nella scultura, pittura ed architettura.

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Questo ci da l’idea di chi è Leone X, un papa che sfrutta le risorse economiche per Roma e
Firenze, città dove la sua famiglia regna.

Due ponte ci con due caratteri del tutto diversi che traggono la loro forza dai mercanti banchieri,
Giulio II, dopo papa Alessandro VI Borgia, trova le nanze quasi a zero e si a da ai mercanti
banchieri che garantiscono al ponte ce una liquidità minima per avviare cantieri.

Leone X invece trova nanze enormi, il tesoro ponti cio di uno stato con un’economia stabile ed
usa questi soldi per le campagne militari e per promuovere le arti.

Dunque i mercanti banchieri sostengono le imprese dei ponte ci e commissionano edi ci e


palazzi che noi analizziamo.

Urbanistica di Roma: il centro della cristianità è Roma ed il vaticano che dalla seconda metà del
’400 ha un ruolo fondamentale nella politica che accresce di più con Giulio II.

Anticamente il Vaticano era costituito dal Rione borgo, la città Leonina, costruita dopo l'attacco
dei Saraceni e il saccheggio della basilica di San Pietro da Papa Leone IV  che avviò la
costruzione delle mura da lui dette Leonine, per proteggere da futuri attacchi il territorio vaticano.
L’asse più importante, la strada dritta che doveva collegare Castel Sant’Angelo alla basilica di San
Pietro è Via Alessandrina, inaugurata da papa Alessandro VI borgia nel giubileo del 1500.

Questa strada è caratterizzata dalla piazza Scossacavalli (oggi rimpiazzata dal viale della
conciliazione) poi demolita, e lungo la via erano presenti una serie di edi ci di alto pregio.

Quando roma diventa capitale nel 1870, avvengono delle distruzioni, la geogra a urbana muta e
purtroppo l’intervento di abbattimento colpisce degli edi ci importanti fatti da Ra aello e rasi al
suolo del tutto, dunque ci si a da a cronache e rilievi.

Palazzo Caprini (1512)


Uno di questi palazzi, casa di Ra aello per un periodo, all’angolo tra Piazza Scossacavalli e via
Alessandrina.

Attribuito a Bramante molto importante perché inaugura una tipologia residenziale nuova di
palazzo, edi cio a due registri, quello inferiore, in cui sono contemplate delle botteghe, e quello
superiore adibito a residenza.

Questo, presenta delle semi colonne binate in dorico romano, nestre impreziosite da un timpano
ed una balaustra mentre quella sotto viene risolta con delle bugne.

Le botteghe riprendono la forma delle botteghe di Ostia e le aperture sulle porte danno sul
mezzanino, un piano mediano che spesso era adibito ad abitazione o magazzino per i bottegai.

A Firenze non ci sono le botteghe nei palazzi importanti perchè vuol far capire che non si ha
bisogno di entrate aggiuntive, qui invece sei perché il committente all’inizio del cantiere del
palazzo non aveva troppi soldi, quindi a tta le botteghe sottostanti, anche perché qui il decoro
delle abitazioni non era legato a quello.

Ra aello Sanzio (1483-1520)


Nasce come pittore e si avvicinerà poi all’architettura, incaricato di a rescare le stanze vaticane.

Nel 1514 subentra come architetto nel cantiere di San Pietro dopo Bramante ed è uno dei padri
dell’archeologia.

Scrive la lettera a Leone X dove sottolinea l’importanza di studiare i monumenti antichi ma anche
di preservare quei monumenti, si noti come sta nascendo il tema della conservazione.

Progetta una serie di edi ci privati.

Palazzo Branconio dell’Aquila (1518)


Giovanni Branconio è un cortigiano di Leone X con consistenti entrate, amico intimo di Ra aello,
chiede di poter avere il progetto del suo palazzo a Roma.

Il palazzo non esiste più ed era compreso in un isolato che apparteneva ad un ente, Branconio
dunque ottiene il terreno tramite contratto e quindi il diritto di edi care il palazzo.

È in una posizione interessante perché il visitatore che arriva da Castel Sant’Angelo va verso San
Pietro, si torva la facciata del palazzo a sinistra.

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La facciata: edi cio su tre piani quindi con tre registri, a piano terra ci sono le botteghe che
dovevano garantire delle rendite, ed a livello architettonico vediamo l’arcata teatrale.

Nel piano nobile ciò che stona sono le nicchie nella testata angolare perché essa doveva garantire
stabilità ma in questo caso lo svuota materialmente dunque non svolge la propria funzione.

All’ultimo piano l’ordine architettonico viene annullato e nel piano nobile vengono inseriti dei
festoni mentre al centro lo stemma di Papa Leone per evidenziare il legame con esso.

Abbiamo anche una balaustra, dunque tutti elementi che insieme ci danno una sensazione di
leggerezza e che passano un carattere e mero dell’architettura, come se fosse un fondale
scenogra co dei teatri.

Questo carattere e mero era presente a Roma perché quando Leone X si deve insediare in
Laterano, va a Bologna e passa da Firenze dove venivano fatti allestimenti per il suo passaggio
che somigliavano alla facciata del palazzo.

All’interno c’era un cortile e la stalla, molta importanza viene data alla scala nobile (che insieme al
cortile rappresenta uno spazio di rappresentanza).

Palazzo Jacopo da Brescia (1519)


Lotto esiguo, vicino a Palazzo Branconio con botteghe al piano terra.

Basamento che ricorda Palazzo Caprini, ordine architettonico al piano nobile ed annullamento
dell’ordine architettonico dell’ultimo piano.

Il Rione Ponte era molto importante ed era il quartiere dei mercanti banchieri orentini dove
c’erano due edi ci altrettanto importanti, la Chiesa di san Giovanni Battista (simbolo dei mercanti
banchieri orentini) e la zecca ponti cia (Facciata di Antonio da San Gallo il giovane).

Palazzo Gaddi (1515)


Ingresso con due cortili uno dopo l’altro.

Cose importanti Ra aello: dizionario biogra co degli italiani, nasce come pittore ed è anche
architetto, a resco le sale vaticane, ha una scuola di artisti.

Città nel 400: Pienza Urbino Ferrara

La città intesa come espressione dei valori del rinascimento era già presenta della storia dell’arte.
Centro dell’uomo dove l’uomo esprime l’intelletto era già presente nella tavola della città ideale di
Urbino. Se questi episodi pittorici rappresentano la massima espressione della rappresentazione
della prospettiva fondamentalmente abbiamo opere d’arte dove non c’è narrazione di scene
religiose o profane, ma abbiamo un solo ed unico tema, la città.

Nelle tavole di Urbino e di Baltimora ci colpisce perché vediamo degli edi ci pubblici e privati ma
anche edi ci prettamente antichi come l’an teatro che richiama il Colosseo ed un arco a tre
fornici che richiama quello di Costantino o Settimio severo.

Nel 400 la città è intesa come realtà urbana nella sua complessità.

Si esplicita quello che è il potere dominante e non è un caso perché nelle città che sono capitali di
stato ovviamente il potere che governa, Signoria, repubblica o papa hanno l’interesse di
quali care a livello urbano le città. La manifestazione del potere è essenziale per creare quello che
è il consenso.

Come si faceva con l’approvvigionamento dell’acqua, irrigazione ecc. questo faceva parte della
politica del consenso. È importante perché negli equilibri politici della penisola italiana avere il
favore del popolo era essenziale; quindi, la dimostrazione di un potere volto alla res publica era
uno strumento di propaganda.

Assistiamo a interventi mirati al miglioramento della città. A Roma quando arrivano i papi che
decidono di fare Roma la sede principale si interviene molto a livello urbano.

Dietro a un intervento urbano non c’è solo la necessità di quali care l’ambiente ma anche il
potere.

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Pienza
Una città, l’antica Corsignano, situata nella repubblica di Siena che cade per mano di Carlo V.

La repubblica di Siena fa parte del sacro romano impero ma è un’entità autonoma anche se
dipendente dall’impero. È una città che nel 400 ha il suo spazio territoriale e l’antica Corsignano è
uno dei tanti centri abitati che appartengono a Siena.

Pio II, Papa dal 1458 al 1464, vero nome Enea silvio Piccolomini, appartiene a una famiglia senese
che vanta anche un altro papa pio III.

Enea silvio Piccolomini è un ponte ce colto e umanista, viaggia per l’Europa ed ama la sua terra.
È proprio a Corsignano che interviene in maniera incisiva.

Concepisce Pienza non solo come città per sé ma anche come città per il corpo ecclesiastico.
Corsignano diventa Pienza e la eleva a diocesi.

Agli inizi del 59 pio fa questo viaggio verso Mantova, visita questo borgo accompagnato da Leon
Battista Alberti, vede il degrado e decide di intervenire e realizzare un piano di riquali cazione.
L’intervento del ponte ce prevede non uno stravolgimento del borgo ma interventi puntuali tesi
alla sua quali cazione. Agisce nel cuore della città, ovvero la piazza e nanzia la costruzione degli
edi ci che la rappresentano. Ristruttura così la cattedrale, il palazzo vescovile, il palazzo civico e il
palazzo della città.

L’architetto è il Rossellino, Bernardo Gamberelli.

Conosce Brunelleschi e collabora con Alberti che viene incaricato di realizzare tre interventi:
palazzo Piccolomini, la cattedrale, il pazzo vescovile e il palazzo pubblico.

La piazza è una cerniera su cui si impostano questi edi ci. È trapezoidale e scandita a livello
materico per andare a formare una griglia. Questo intervento avviene tra il 1459 e il 1464, anno in
cui muore sia Pio II sia Rossellino. La piazza cuore della città viene concepita in funzione della
cattedrale, simbolo del potere di pio e per dare un ordine allo stesso impianto. Si fa attenzione a
quella che è la percezione dell’osservatore.

In quale architetture possiamo avere la stessa sensibilità? Nell’acropoli di Atene, nel campidoglio
con Michelangelo (non trattato), la percezione del foro anche.

Cattedrale
Edi cio con due registri superiormente concluso con un timpano. Quali sono i richiami all’antico?
la presenza di ordini architettonici e colonne che sorreggono degli archi a tutto sesto. La presenza
di nicchie che ci ricordano l’arco di Giano, la presenza di paraste. Abbiamo un basamento su cui
sono impostate le colonne che ci ricorda la facciata del tempio malatestiano di rimini. Rossellino
attinge molto da alberti. Qual è l’opera di Alberti che sicuramente conosceva Pio II e Rossellino? Il
de Re Aedi catoria. Rossellino sceglie di seguire Alberti.

L’interno della chiesa è molto interessante. Presenta tre navate con copertura con volte a crociera
e cappelle radiali. L’altezza della navata centrale è uguale a quella delle laterali, cosa presente a
Siena e negli edi ci religiosi europei. Pio predilige l’impostazione tipica senese. Le pareti non son
a rescate perché il papa minaccia di scomunica chi vuole decorare le pareti.

Palazzo Piccolomini
Palazzo che presenta in pianta un modello che abbiamo già incontrato nel Palazzo medici.

Del resto, abbiamo due ingressi; uno principale sulla via l’altro sulla piazza, abbiamo un cortile e
una loggia su quattro lati e una serie di ambienti a uso esclusivo del proprietario e della sua
famiglia.

Negli ingressi abbiamo delle volte a botte, sui tre lati del cortile interno abbiamo delle volte a
crociera mentre su un lato, visto che la distanza è maggiore abbiamo una volta a botte lunettata.
Quindi avere delle volte ovviamente ci fa capire che è una residenza di alto pregio. Il fronte
opposto a quello principale del palazzo è risolto con una loggia disposta su tre piani con un
giardino pensile retrostante. Perché si de nisce pensile? Un giardino sopraelevato sopra una
costruzione. Perché abbiamo un loggiato nella parte tergale? Per la contemplazione del
paesaggio. Uno dei primi esempi di architettura declinata su paesaggio. Il giardino quali ca
sempre una residenza ed è uno spazio importante dove il committente invita gli ospiti ai suoi
incontri. Abbiamo una loggia per la contemplazione del paesaggio, esempio che ritroveremo a
Urbino.

La loggia interna: la testata angolare richiama palazzo medici con la colonna ad angolo mentre la
facciata del palazzo richiama indubbiamente palazzo Rucellai.

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Urbino
Città che appartiene allo stato della chiesa.

Si con gura come la ricostruzione della città, Federico fa le veci del Papa nel territorio d’Urbino.

Federico da Montefeltro è a capo del ducato di Urbino ed è qua che costruisce e nanzia la un
palazzo importantissimo con l’aiuto di Luciano Laurana. Il palazzo si con gura come la
riquali cazione vera e propria di una parte di città.

La costruzione si con gura come davvero come un intervento di grande portata.

Elemento di novità: Laurana inserisce un pilastro al L per ra orzare la testata ad angolo e


consente la equidistanza delle nestre del piano superiore cosa che non succede in palazzo
medici.

Loggia del palazzo

Guarda verso la strada che portava a Roma. È una loggia su più piani e gli ultimi hanno colonne
trabeate con volte a botte cassettonate.

Nel palazzo è presente una loggia su più piani e gli ultimi due vedono la presenza di volte
cassettone con colonne centinate che sorreggono archi a botte, riferimento a Piero della
Francesca nel dipinto ‘Sacra Conversazione’). Altra caratteristica importante della pianta del
palazzo è il giardino chiuso.

Ferrara
Città che negli ultimi anni del ‘400 conosce una notevole espansione, ci si rende conto che è poi
difendibile, dunque occorreva incrementare l’edi cazione ed altre cose per trasformarla in una
città moderna.

Borso I d’Este, dal 1492 al 1505, realizza l’addizione erculea, una vera e propria piani cazione di
espansione della città attraverso un programma unitario mirato all’ingrandimento della città.

L’architetto incaricato è Biagio Rossetti, ci sono due vie principali e ci sono dei veri e propri piani
di lottizzazione, si aggiunge alla parte medioevale della città una parte moderna tra cui la parte
per respingere le armi da fuoco.

Se a Pienza e Urbino abbiamo la riquali cazione di un contesto preesistente qui si procede a una
vera e propria espansione.

Palazzo dei diamanti


Il bugnato presenta delle bugne a punta di diamante che a Firenze e in toscana non conosce una
così grande di usione.

!!! Dunque se a Pienza ed Urbino si assiste ad una riedi cazione di un contesto urbano già
esistente, a Ferrara si assiste ad una vera e propria piani cazione.

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