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LEZIONE 11 – L’ACCESSO
Riferimenti normativi: artt. 1,2,3 della Costituzione per la tutela, l’uguaglianza, la
democrazia e per garantire principio di trasparenza, buona amministrazione e principio di
partecipazioni; art. 97 della Costituzione indica buon andamento dell’amministrazione e
tutela dell’accesso; art. 21 della Costituzione prevede la tutela di libertà di informazione
essendo le stesse informazioni relative a vicende che colpiscono la sfera giuridica
dell’interessato; artt. 24 e 113 della Costituzione in quanto disciplina la garanzia della tutela
degli interessati verso la PA e quindi la piena conoscenza di come agisce la PA e il suo operato
e il relativo iter motivazionale. Trova fondamento anche nel diritto comunitario all’interno del
trattato CE che indica che qualsiasi soggetto ha accesso ai documenti degli organi europei
nonché nelle carte dei diritti fondamentali che indica l’accesso ai fascicoli che lo riguarda.
Trova fondamento anche nelle norme nazionali e soprattutto nella Legge 241/90 e successive
modifiche nonché nel Regolamento 2006.
Vi sono due tipologie di accesso: quello endoprocedimentale ovvero i soggetti che intervengo
al processo e possono prendere visione ai documenti e presentarne e la PA ha l’obbligo di
valutare questi ultimi e quello informativo ovvero il diritto di accesso ai documenti
amministrativi come principio generale dell’azione amministrativa.
DIRITTO DI ACCESSO
La legge 241/90 dispone che gli interessati possono prendere visione dei documenti ed
estrarne copia. Gli interessati hanno interesse diretto concreto e attuale e corrispondente ad
una situazione giuridicamente tutelata e collegata ai documenti di riferimento. I
controinteressati invece sono coloro che attraverso l’accesso possono vedere compromesso il
diritto di riservatezza. Quando si parla di documenti amministrativi sono tutti quelli detenuti
dalla PA e concernenti da pubblico interesse. Sono quindi documenti sia privati che pubblici
che hanno svolgimento di pubblico interesse e sono disciplinati dal diritto pubblico.
Ci sono diverse tesi in merito all’accesso informativo e nello specifico se si è di fronte ad un
diritto soggettivo o ad un interesse legittimo.
Tesi del diritto soggettivo: a favore: 1. Il dato letterale che fa esplicito riferimento al diritto di
accesso; 2. Limiti al potere dell’amministrazione che è dato dalla normativa. Non può mai
condizionare la sua decisione al diritto d’accesso a valutazione discrezionale; 3. Possibilità
dell’interessato a presentare l’istanza; 4. Giurisdizione esclusiva e potere del giudice
amministrativo di ordinare alla PA l’estensione del documento; 5. Giudizio rivolto
all’accertamento della sussistenza della fondatezza della pretesa.
Tesi dell’interesse legittimo: a favore: 1. Accesso subordinato alla previa valutazione della PA;
2. Resistenza ai termini di decadenza per l’azione (silenzio impugnato entro i termini e non
diritto soggettivo); 3. Necessità di notifica del giudizio contro il diniego d’accesso ai
controinteressati.
Soggetti legittimati all’accesso: Sempre normato dalla Legge 241/90 che prevede che tutti i
soggetti privati compresi quelli portatori di interessi pubblici o diffusi che abbiano un
interesse diretto, concreto ed attuale corrispondente ad una situazione giuridicamente
tutelata e collata ai documenti al quale è richiesto l’accesso.
Problema del diritto di accesso: oltre al segreto di Stato, vi è il problema della tutela del
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diritto di riservatezza ai controinteressati. La Corte di Giustizia si è pronunciata affermando la
prevalenza della riservatezza per tutela giurisdizionale.
Gli atti accessibili sono: atti interni anche non afferenti a specifico procedimento (a
differenza dell’accesso endoprocedimentale) nonché documenti detenuti dalla PA e non solo
quelli formati (quindi sia quelli di natura pubblicistica che privatistica purché di pubblico
interesse).
Esclusione al diritto di accesso: sempre disciplinato dalla legge 241/90 art 24 prevede
l’esclusione per: i documenti coperti da segreti esempio di Stato; procedimenti tributari; atti
normativi della PA con norme particolari; procedimenti selettivi per documenti riservati. La
PA può inoltre individuare documenti con esclusione di accesso. Se i documenti contengono
dati personali allora l’accesso è consentito se strettamente indispensabili e nei termini
previsti dalla legge per garantire corretta tutela.
Modalità d’esercizio del diritto di accesso: 1. Mediante esame es estrazione di copia dei
documenti amministrativi nei limiti indicati dalla legge; 2. In modo gratuito oppure viene
richiesto solamente il puro costo di rimborso per la produzione; 3. La richiesta deve essere
motivata. È possibile richiedere in via informale solamente se non ci sono controinteressati.
Esiti: accoglimento, rigetto, differimento, accesso parziale. Il silenzio equivale al rigetto.
È prevista una specifica tutela verso il diniego/ differimento, infatti, è prevista la possibilità di
fare ricorso al tribunale oppure ricorso al difensore civico o alla commissione d’accesso
oppure ci sono altri rimedi amministrativi come ad esempio di carattere ordinario. I ricorsi al
difensore civico e alla commissione d’accesso hanno termini di 30 giorni come al TAR e si
devono pronunciare altrimenti respinto. Il richiedente può adire al Tribunale. Se l’accesso è
negato per contenuto dati personali allora lo stesso dovrà avere parere rilasciato dal Garante.
Questi ricorsi devono essere notificati ai controinteressati 8obbligo per rito giurisdizionale).
Oggetto del nostro studio sarà l’analisi dell’amministrazione regolata da norme giuridiche e
svolta per la soddisfazione d’interessi pubblici, ovvero dell’amministrazione-attività , meglio
nota come amministrazione in senso oggettivo.
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Quest’ultima si distingue dall’amministrazione in senso soggettivo, in quanto è
amministrativa l’attività posta in essere dalle persone giuridiche pubbliche e dagli organi che
hanno competenza alla cura degli interessi dei soggetti pubblici.
Ambedue i concetti si completano a vicenda e nessuno dei due può prescindere l’uno
dall’altro.
Nel quadro tracciato dalla Costituzione, l’attività amministrativa viene esercitata anche da
organi cui istituzionalmente essa non competerebbe così come l’amministrazione in senso
soggettivo esercita anche funzioni diverse da quelle istituzionalmente proprie; da ciò deriva
quindi che la nozione di amministrazione in senso oggettivo non coincide con quella di
amministrazione in senso soggettivo.
Più in generale, la disciplina europea ha introdotto un nuovo modello di potere pubblico, (le
autorità indipendenti), una nuova funzione (quella regolativa dei mercati) e ha accentuato la
rilevanza del mercato e della tutela dei consumatori.
A Nizza è stata proclamata la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, rilevante
atto che potrebbe dare ulteriore impulso al processo di integrazione comunitaria,
riaffermando diritti già riconosciuti dalla giurisprudenza comunitaria.
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Inoltre, nell’ambito del diritto comunitario di estremo rilievo è il principio di sussidiarietà, il
quale implica come normale l’azione del livello di governo inferiore e più vicino ai cittadini e
prevede che il livello superiore di governo possa intervenire soltanto se l’azione del primo
non consenta la cura degli interessi affidati.
Tale principio è stato introdotto nel nostro ordinamento dalla l. 59/97 e dall’art. 3 t.u. e.l.
(d.lgs. 267/00), recentemente costituzionalizzato con la l. cost. 3/01 e consacrato
formalmente nel Trattato istitutivo della C.E. (modificato dal Trat. di Amsterdam), e
costituisce una vera e propria regola di riparto delle competenze tra Stati membri e Unione,
che pare salvaguardare le attribuzioni degli Stati stessi.
Nei settori di competenza “concorrente” tra Unione e Stati membri, esso consente alla prima
di intervenire soltanto e nella misura in cui gli obiettivi dell’azione prevista non possano
essere sufficientemente realizzati dagli Stati membri e possano dunque essere meglio
realizzati a livello comunitario, a motivo delle dimensioni o degli effetti dell’azione stessa.
La prima avviene ad opera degli Stati membri che danno attuazione al diritto comunitario
(direttive e regolamenti) attraverso atti legislativi e amministrativi.
La seconda avviene mediante funzioni svolte direttamente dalla Comunità attraverso organi e
strutture chiamate a svolgere funzioni amministrative.
Atto amministrativo
Atto adottato da una pubblica amministrazione in quanto autorità . Si distingue dagli accordi,
dalle convenzioni, dai contratti, che la pubblica amministrazione conclude non in posizione di
autorità , ma in posizione di sostanziale parità nei confronti dell’amministrato.
Tali atti, di regola, non incidono direttamente sui diritti o sugli interessi degli amministrati e
non sono impugnabili dinanzi al giudice.
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