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Mirko Scimone

“Monumenti”
Opere create per il
pubblico
Mirko Scimone

“Monumenti”
Opere create per il
pubblico.
Introduzione

Ci capita spesso di percorrere strade, piazze, parchi e di non


notare particolari, o anche no, sculture, murales e monumenti.
Questo perché, magari, siamo troppo presi dai nostri pensieri,
prestiamo più attenzione alla strada da seguire.
Forse questi elementi artistici sono perfettamente inseriti nel
territorio, tanto da non accorgercene, oppure, al contrario, sono
inseriti talmente male che si nascondono con ciò che li circonda,
o, infine, non hanno niente di così particolare da attirare i
nostri occhi e notarli.

In questa relazione, da me scritta, cercherò di individuare,


cercare e comprendere perché determinati monumenti, ed opere in
generale, ci colpiscono e ci affascinano.

Analizzerò anche il contrario: perché alcune opere poste in


derminati luoghi, soprattutto pubblici, hanno avuto un impatto
molto negativo con la gente? Perché le persone non hanno gradito?
Il Monumento

1.OTTAVIANO AUGUSTO (27 a.c.- 14 d.c.)

Il monumento è un’opera architettonica di

valore artistico e storico, deriva dal latino

“monumentum” che significa “ricordo” e da

“monére”, “ricordare”.

In principio il termine indicava soltanto le

strutture che davano lustro a un avvenimento

particolare o ad un personaggio storico, ma

ad oggi il significato si estende a tutte le

costruzioni storiche di una città o di un

paese.

Anticamente i principali monumenti erano

quelli funerari, successivamente, durante

l’impero romano, venivano dedicati statue e

obelischi agli imperatori e alle loro imprese.


Nel passato, quando veniva eretto un monumento, quel momento diveniva Spesso, per non dire sempre, siamo talmente presi da noi stessi, che

un motivo di grande curiostà, eccitazione e, a volte, anche di mentre ci dirigiamo verso un luogo, del quale conosciamo il tragitto,

felicità. non notiamo nulla di ciò che ci circonda, avendolo perfettamente

Oggi, però, si è perso totalmente questo rituale, a meno che non ci impresso nella nostra memoria.

riguardi personalmente. Questo fenomeno non è voluto, capita indirettamente.

Viviamo in un presente interamente costeggiato da sculture e obelischi Un artista ha notato ed analizzato questo fenomeno, creando un

che però la maggiorparte di noi non conosce, nessuno osserva, anzi, intervento di forte impatto. Sto parlando di Christo, artista

nessuno di noi si sofferma. poliedrico purtroppo deceduto recentemente e Jeanne Claude, scomparsa

nel 2005.

Perché?

Non ho intenzione di menzionare la solita cantilena che parla dei Come afferma il sito del museo del Louvre di Parigi, “Nel gennaio del

giovani che sono disinterrati, demotivati e poco attenti, no. 1974, Christo ha impacchettato a Roma i quattro archi di Porta Pinciana

ovvero il tratto delle antiche mura aureliane compreso ora tra Villa

Sto per trattare un argomento che è prettamente psicologico e che Borghese e via Veneto. Utilizzando tessuto in polipropilene e corde in

riguarda tutti. dacron, l’artista ha avviluppato entrambi i lati delle mura, la parte

superiore e gli archi.”.

Come ho già detto in precedenza ogni giorno, ognuno di noi, affronta

la sua normale giornata, spesso le persone conducono verso il prorio

posto di lavoro, gli studenti si dirigono verso le proprie università,

attraversando strade e piazze. Cosa vuole dirci l’artista?


Il monumento nel contesto urbano
2.Christo – Porta Pinciana a Roma impacchettata – 1974

Cosa rappresenta questo intervento?

Christo ci da una grande lezione di vita tramite quest’opera, ci

descrive l’invisibiltà dei monumenti. Mi spiego meglio.

Nel nostro tram tram giornaliero non ci rendiamo conto della bellezza

che ci circonda, come ripeto dall’inizio. L’artista coprendo Porta

Pinciana, per esempio, non ha fatto altro che svelarla, l’ha messa in

evidenza. Solo in questo modo chi la percorreva ogni giorno si è reso

conto della sua esistenza, proprio quando non era più visibile.
Ovviamente non tutti gradiscono questo tipo di arte, proprio perché va Purtroppo la scultura è rimasta collocata solo per dieci anni,
ad intaccare la quotidianità delle persone comuni. anziché permanentemente.
Nel caso di Christo la sua arte dell’impacchettamento è temporanea, “Nel 1979, quando viene scelto dal GSA, Serra è già conosciuto,
quindi le lamentele lasciavano il tempo che trovavano. apprezzato. Nel 1970 aveva piazzato una struttura circolare in
Non è andata bene a Richard Serra, artista statunitense conosciuto per acciaio nel manto stradale di una via del Bronx (To Encircle Base
le sue opere realizzate con fogli di metallo. Plate Hexagram Right Angles Inverted). L’anno successivo, piazza
Era il 1979 e il General Service Administration, in accordo con il il St. John’s Rotary Arc nei pressi della rotatoria dell’Holland
National Endowment for the Arts, decise di commissionare una scultura Tunnel. Certo, finché si tratta di una strada del Bronx, o di una
all’artista, destinata alla Federal Plaza di New York. rotatoria, nessuno fiata. Ma quando ti trovi di fronte il Federal
Bureau of Investigation o una sede della corte di giustizia, è
difficile farla franca.” Afferma il critico Rinaldo Censi.
E continua dicendo: “Chi cammina sulla piazza è costretto a
3.Tilted Arc – Federal Plaza NYC

costeggiare l’opera. In un sito percorso usualmente di fretta,


per motivi di lavoro, Serra costringe i passanti a rallentare, a
lambire e “sentire” l’opera. Grazie a questo taglio in acciaio lo
spazio viene ora sovvertito. Questa linea funge da contrappunto
ambientale. È l’opera che ora definisce, impone il proprio
territorio.”

Tutto ciò non è andato giù a molti, a coloro che questa scultura
ha “traumatizzato” il cammino verso il loro posto di lavoro, si
sono lamentati tanto da ottenere lo spostamento dell’opera.
Ma la scultura non è stata spostata, bensì smantellata, fatta a
pezzi e “riposta” a Brooklyn.

Purtroppo l’arte non è per tutti, e Serra lo sapeva. Forse però


era una scultura un po’ eccessiva per un luogo così di passaggio
e di confusione.

Prima di creare un’opera del genere, ma anche quasiasi tipo di


opera, bisogna fare riferimento ad una miriade di fattori.
Uno di questi è chi sarà più colpito dall’opera, in base al
luogo dove verrà collocato. Ogni tipologia di luogo indica una
determinata tipologia di persone che lo abitano.
Sicuramente Serra ne sarà rimasto soddisfatto dello scalpore
provocato ai danni della New York per bene. Un muro di ferro,
così scuro, così intenso, avrà sicuramente impaurito i federali
per bene che passavano di lì, dovendo costeggiare la scultura
prima di entrare a lavoro, un vero e proprio trauma.
Monumenti della memoria

Ci sono opere che nascono esclusivamente per il pubblico, ci sono


opere che vengono realizzate per un ricordo, un emozione, una
storia.
Il 25 aprile del 1945 è la data in cui viene ricordata la fine
della seconda guerra mondiale, la fine delle atrocità commesse ai
danni di ebrei, omosessuali e disabili per mano del nazismo.
In tutta Europa, negli anni, sono stati realizzati monumenti
per ricordare queste vittime, molti di questi sono riusciti
nel loro intento, altri un po’ meno. Molti sono particolarmente
descrittivi, altri hanno bisogno di più tempo per essere
compresi.
4.Mémorial de la Shoah, Parigi, Francia 5.Holocaust-Mahnmal, Germania, Berlino

Il memoriale realizzato a Parigi è uno spazio museale dedicato alla L’enorme architettura realizzata a Berlino per ricordare tutte le

storia degli ebrei inaugurato nel 2005 situato nel quartiere Marais. vittime europee dell’olocausto è di certo uno de più articolati e

Si tratta di un vero e proprio museo che lascia poco all’imaginazione, complessi, composto da un campo di 2.711 stele e da una chiave molto

spiega la Shoah, la racconta, e tratta le tappe che hanno reso contemporanea. Progettato dall’architetto Peter Eisenman, assieme

possibile il terribile evento. Sono presenti anche un centro archivi, all’ingegnere Buro Happold.

spazi multimediali, sale pedagogiche e un auditorium. Andare a visitare il complesso è di per sè un atto perfomativo, il

Nell’ambiente creano particolarmente interesse il “Mur des Noms”, turista si ritrova a farsi largo tra le “lapidi”, ambienti tetri

dove sono riportati i nomi dei 76 mila ebrei francesi deportati e e angusti, come se fosse un lungo labirinto ombreggiato, come se

“Le passage amplifié”, un’installazione sonora composta da una serie si stessero ripercorrendo le tappe dei deportati, che quel tipo di

di altoparlanti, realizzata dagli artisti Miriam Bäckström e Carsten ambiente li ospitava tutti i giorni, per riposarsi, riprendere fiato

Höller in memoria dei bambini ebrei. o morire.Siamo di fronte ad un monumento molto particolare, non

C’è poco da dire riguardo a questo grane spazio, è d’impatto, totalmente compreso da chi lo osserva. Un’opera d’arte insomma.

particolarmente descrittivo e incisivo. È purtroppo oggetto di atti di “violenza storica”, molti turisti

usurpano questo spazio sdraiandosi sulle stele e a fotografarsi senza

pudore per chi è morto (simbolicamente) in quegli spazi.


6.Memoriale Shoah, Italia, Bologna

Per quanto intenso sia il messaggio del memorial Bolognese, costruito

al di sopra della stazione dei treni ad altà velocità, perde di

importanza nel luogo e con il tipo di installazione effettuata.

Due grandi e spesse lastre di ferro l’una di fronte all’altra che

creano un piccolo e soffocante corridoio buio, dentro le lastre dei

piccoli spazi che ricordano gli alloggi dei deportati.

Chi passa di lì lo nota, ovvio, ma non si sofferma, in pochi vanno ad

osservare da vicino. La gente, tranne per chi abita nelle vicinanze,

passa di lì per sostare nei due non luoghi che lo circondano, le


Il 27 gennaio 2016, nella giornata dedicata al ricordo delle vittime
stazioni.
dell’Olocausto, Bologna ha inaugurato il suo Memoriale della Shoah.
L’ambiente è molto apprezzato dai giovani skater della zona, dove su
Ovviamente non è paragonabile alle opere di enormi dimensioni citate
quegli scalini e tra le due lastre creano delle acrobazie davvero
pocanzi, si tratta di un’opera che ha il compito di far ricordare e
sensazionali.
commemorare. È riuscita nel suo intento?

È stato Peter Eisenman, architetto che ha stilato il progetto del


Purtroppo, a mio umile parere, manca qualcosa in questo bello ed
Memoriale di Berlino, a presiedere la commissione che ha selezionato
anonimo monumento. Sarebbe stato meglio quadruplicare il numero delle
il progetto di un gruppo di architetti: Lorenzo Catena, Chiara Cucina,
lastre, come minimo, e creare un sorta di piccolo labirinto, così da
Onorato di Manno, Andrea Tanci.
ricordare ancora meglio l’opera mastodontica di Eseman. Appiattire
La scelta di Eseman non lascia così di sorpresa, è abbastanza evidente
tutta quella confusione di asimmetrie di scalini e colonne murarie
come il progetto di questo gruppo di architetti ricordi il suo grande
avrebbe sicuramente aiutato a mettere in evidenza il moumento per
progetto berlinese, di meno impatto però. In questo caso siamo di
quello che rappresenta.
fronte alla quantità che stabilisce la qualità, ahimè.

Secondo il mio modesto parere siamo di fronte ad un evidente monumento

invisibile.
Conclusione

Negli anni l’idea di monumento si è trasformata, è mutata.

Se pensiamo ad un monumento ci viene in mente qualcosa di vecchio,

antico, lontano da noi.

Pensiamo talmente tanto che non ci appartenga fino al punto di non

notarlo, per le strade.

Ogni giorno percorriamo la stessa strada, voltiamo allo stesso angolo,

eppure non osserviamo.

Siamo in un’era distratta, troppo presa da “cose più importanti”, non

abbiamo tempo di guardarci attorno.

La miglior terapia a tutto ciò è l’arte, a mio avviso.

Quando ti avvicini all’arte vedi cose che molti non notano, ti accorgi

di elementi intorno a te che gli altri, per vederli, impiegano il

doppio del tempo, se riescono ad accorgersene.

L’arte ti regala una sensibilità visiva per la quale vale la pena

studiare, leggere ed imparare.

Ho molti rimpianti nella mia vita, ma non quello di aver scelto di fare

arte.

Non so cosa mi riserverà il futuro, ma di certo lo affronterò con più

sensibilità e attenzione.
Bibliografia e Sitografia

Hanna Arendt, La banalità del male, Milano, 2019

Ermanno Bencivenga, La stupidità del male, Milano, 2019

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Redazione Artribune, A settembre 2020 Christo impacchetta l’Arco di Trionfo di Parigi: le date ufficiali, “Artribune”, 4 aprile 2019
https://www.artribune.com/dal-mondo/2019/04/ad-aprile-2020-christo-impacchetta-larco-di-trionfo-di-parigi/

Renato Barilli, Renato Barilli ricorda Christo, l’artista dell’impacchettamento, “Artribune”, 2 giugno 2020
https://www.artribune.com/professioni-e-professionisti/who-is-who/2020/06/renato-barilli-ricorda-christo/

Giuseppe Casetti, Christo “The Wall, Wrapped Roman Wall”, “Ilmuseodellouvre”, 30 novembre 2017
https://www.ilmuseodellouvre.com/2017/11/30/porta-pinciana-the-wall-wrapped-roman-wall-di-christo-e-jeanne-claude-ro-
ma-1974-fotografie-di-vittorio-biffani-e-gianni-termorshuizen/#:~:text=Nel%20gennaio%20del%201974%2C%20Christo,par-
te%20superiore%20e%20gli%20archi.

Rinaldo Censi, Il Tilted Arc e la fretta costretta a guardare, “Ilfogiio”, 31 maggio 2020
https://www.ilfoglio.it/il-foglio-arte/2020/05/31/video/il-tilted-arc-e-la-fretta-costretta-a-guardare-319735/

www.comunitaebraicabologna.it
www.christojeanneclaude.net.
www.parigi.it

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