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PERIODICO della icsART N.

1 - Gennaio ANNO 2018

icsART
In copertina: RENATO REIGL, MIMETISMO, 2011, tecnica mista su compensato, 80x80 cm
01 icsART
sommario
Gennaio 2018, Anno 7 - N.1

Editoriale In memoria del Che pag. 4

Politiche culturali L'ossessione orale pag. 5

Intervista ad un artista Renato Reigl pag. 6-19

Mercato dell’arte? Yayoi Kusama pag. 20-21

I colori della terra Alfabeti materici pag. 22-23

Storia dell’arte Swatch Mania - parte 2° pag. 24-25

News dal mondo

YAYOI KUSAMA White No.28, 1960 pag. 28

YAYOI KUSAMA Untitled, 1972 pag. 29

YAYOI KUSAMA Shirley Maclaine, 1970 pag. 30

YAYOI KUSAMA No.Red B, 1960 pag. 31

Omaggio a YAYOI KUSAMA La percezione Illusoria, 2017 pag. 32

Copyright icsART Tutti i diritti sono riservati


L’Editore rimane a disposizione degli eventuali detentori dei diritti delle immagini (o eventuali
scambi tra fotografi) che non è riuscito a definire, nè a rintracciare
EDITORIALE

Sopra: PAOLO TOMIO, In memoria del "Che"


IN MEMORIA DEL "CHE" 2017, acrilico su tela, 60x135 cm
Quest'anno pochi hanno ricordato che ricor-
reva il centenario della nascita del comunismo dopo avergli amputato le mani per renderlo ir-
ma, ancora meno hanno ricordato i 50 anni tra- riconoscibile.
scorsi dalla tragica morte avvenuta il 9 ottobre Dopo la morte del "Che", l'Ordine è stato im-
1967, a 39 anni, del più noto rivoluzionario del posto nell'America centrale e meridionale con
'900: Ernesto Guevara, più noto come "el Che". ogni mezzo: colpi di stato militari, dittature,
Eppure, era diventato l'emblema dell'eroe del squadroni della morte, torture e uccisioni dei
suo tempo riuscendo a entusiasmare i giovani dissidenti. Chi osava protestare scompariva per
di tutto il mondo con il suo coraggio e il suo so- sempre: negli anni '70 in Argentina migliaia i
gno di lottare contro tutte le ingiustizie. 'desaparecidos', civili arrestati, narcotizzati e
Medico, intellettuale, guerrigliero, politico, ave- gettati di notte in mare dall'aereo ancora vivi;
va raggiunto la notorietà per aver partecipato, nel 1973 dopo il golpe militare in Cile contro il
lui argentino, alla rivoluzione cubana a fianco di presidente Allende, centinaia di migliaia di suoi
Fidel Castro. Profondo conoscitore della situa- sostenitori torturati e ammazzati dall'esercito
zione di povertà, fame, analfabetismo sofferta regolare; nel 1980 l'arcivescovo di San Salvador,
dalle popolazioni dei paesi sudamericani depre- Óscar Romero, ucciso da un sicario durante la
dati da oligarchie corrotte, è morto nel tentati- messa ecc. La storia di quel continente è stata,
vo generoso, utopistico, romantico e disperato, e in parte lo è ancora, una realtà di sfruttamen-
destinato a infrangersi contro la dura realtà, di to, violenza, governi di rapine perpetrate con
esportare la rivoluzione di popolo per cambia- la connivenza delle multinazionali che control-
re le condizioni degli ultimi. Preso prigioniero lano le sue materie prime. Tutto questo spiega
nella giungla boliviana da reparti militari guidati perché nelle case della povera gente, a fianco
da agenti della CIA, è stato assassinato a san- delle immagini sacre e pagane, sia esposta an-
gue freddo, il cadavere fotografato con gli occhi cora oggi, a distanza di 50 anni dalla sua morte,
aperti e quindi sotterrato in un luogo segreto anche l'immagine del "Che".

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POLITICA CULTURALE

L'OSSESSIONE ORALE
E' possibile che in un paese (abbastanza) nor-
male, culturalmente (abbastanza) sviluppato
- tutti i giorni, a tutte le ore, su tutti i canali te-
levisivi - non ci siano altro che trasmissioni di
gastronomia condotte da improbabili chef stel-
lati, novelli "maître à penser" di una società in
crisi economica da dieci anni oltre che sempre
più priva di qualsiasi valore che non siano l'ap-
parenza e le funzioni corporali? E' vero che questi anni di crisi hanno costretto
Gente di tutte le classi, età, sesso, etnia, cultura gli italiani a tirare cinghia e a rifugiarsi in sogni
e quoziente d'intelligenza, rompono gli zebedei più prosaici e raggiungibili, ma è proprio questo
quotidianamente discettando di cotture, sughi, il paradosso: chi ha i soldi non mangia perché
impiattamenti, decanter, creme, vellutate, cot- deve stare a dieta, mentre chi vorrebbe man-
tura a caldo, a freddo, sottovuoto, in azoto, e giare, sta a dieta perché è sempre pù povero.
chi più ne ha più ne metta, come se alla società Sempre attenta alle mode e ai trend anche l'ar-
italiana non rimanesse altro a cui pensare che te si è buttata su questo filone proponendo un
all'ultimo pasto. nuovo approccio all'estetica del cibo, il cosid-
D'accordo, siamo italiani, ci piace mangiare e detto "food design", (esiste anche una facoltà
siamo degli "artisti in cucina", ma da quello a universitaria da qualche parte), basato sullo
sviscerare in lungo e largo ogni tipo di pietanza studio di forme inusitate e spesso demenziali.
super raffinata che la maggior parte degli spet- In passato ci si stupiva degli spettacolari ban-
tatori-consumatori non ha mai avuto il piacere chetti del cafone arricchito Trimalcione, compo-
di vedere, e men che meno di assaggiare, crea sti da decine di portate pantagrueliche, ma l'o-
il legittimo sospetto che sia in atto un "sistema dierna continua proposta di migliaia di pietanze
di distrazione di massa", una forma di lavaggio elaborate alla stregua di gioielli, crea un'altret-
dei cervelli finalizzato a far dimenticare realtà tanta nausea da oscena sovrabbondanza. C'è
più spiacevoli come, ad esempio, i 18 milioni di qualcosa di decadente, di inquietante, in que-
italiani a rischio povertà o esclusione sociale, il sta orgia di cibo che ricorda la fine dell'impero
30% della popolazione residente (Dati Istat re- romano. Un clima da "La grande abbuffata", il
lativi all'anno 2016, appena pubblicati). Se tutti film di Marco Ferreri, in cui i quattro protago-
mangiano, bevono e ridono, allora è solo colpa nisti, stanchi e annoiati della vita, decidono di
tua se non partecipi alla festa! suicidarsi mangiando fino alla morte.

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Intervista a RENATO REIGL

Nel 2010, ero rimasto colpito a una mostra di Renato Reigl, che allora non conoscevo, da un suo
quadro, "Ricordo due Glenda" (vedi a pag.14), un autoritratto con un delizioso cagnetto rosso al-
legramente posato sulla spalla del suo padrone. Mi era piaciuto perché aver raffigurato il suo cane
(in realtà, un Basset hound!) denotava una sensibilità e una creatività libere da schemi. Ancora
più forte appariva il contrasto con il resto del dipinto, tutto giocato sui toni grigi e neri e la figura
dell'autore eseguita in modo primitivo con un impasto rude, materico, che ricordava l'Art brut di
Dubuffet. Ho avuto la conferma dell'impressione provata la prima volta vedendo altri suoi lavori, in
particolare gli autoritratti in cui il segno incerto e indistinto racconta un mondo visto attraverso una
personalità complessa e combattuta, quasi un non voler vedersi con chiarezza oppure, viceversa,
di vedersi esattamente così. Anche se Reigl non è digiuno di arte, la sua caratteristica precipua sta
proprio nel cercare solo in sé stesso le ragioni, i soggetti e i modi della sua arte senza sottostare a
convenzioni. Renato è un pittore che ha lavorato moltissimo nel chiuso del suo studio-avvolto ma,
coerentemente con il carattere schivo e laconico, ha fatto poco per farsi conoscere. Eppure, la sua
pittura essenziale, diretta, rude, possiede una forza spesso altamente drammatica che mette a nudo
una vena poetica sobria e intimista che dialoga con un apparente pessimismo di fondo. I suoi dipinti
non sono certo facili, tutt'altro: sono spesso duri, inquietanti perché comunicano una fatica di vivere
ma anche una dolcezza triste dovuta a una sensibilità esasperata, forse legata al proprio vissuto. Ma
è proprio da questo sforzo nel cercare di esprimere i propri sentimenti che, come avviene nei veri
artisti, come una catarsi, si manifesta nella sua pittura il suo vero Io.
Paolo Tomio

A sinistra: NONNA CON LA BAMBOLA DI PEZZA , In basso: BAMBINA SARAJEVO, 1993, tecnica mista
2000, tecnica mista su compensato, 90x80 cm su compensato, 80x70 cm, particolare
Quando e perché hai cominciato a interessarti Sono stato influenzato da tutti. Per imparare
all’arte e dedicarti alla pittura? ho rubato qualcosa da tutti. Visitavo le chiese
per osservare i dipinti. A Riva del Garda poi ho
Fin da bambino ammiravo i pittori e chi faceva conosciuto Luigi Pizzini e Giacomo Vittone: mo-
arte, forse perché ero completamente negato stravo loro quello che facevo e chiedevo con-
per il disegno. A vent’anni per arredare casa siglio.
mia comprai colori a tempera e un album da di- A metà degli anni Sessanta l’incontro con l’arte
segno: volevo avere qualche dipinto da appen- contemporanea: alle terme di Peio visitai una
dere alle pareti. mostra di una galleria di Milano che esponeva
pittori lombardi. Così vidi per la prima volta En-
nio Morlotti, Bruno Cassinari, Umberto Lilloni,
Quali sono stati le correnti artistiche e gli artisti Roberto Crippa, Fiorenzo Tomea… Ma il quadro
che ti hanno influenzato agli inizi? che più mi colpì profondamente e che andai a
rivedere molte volte fu quello di Fontana: due
tagli in una tela verde.
AUTORITRATTO NEL ROSSO, 2011, tecnica mista su
compensato, 90x80 cm
CRISTO BLU, 1995, tecnica mista su compensato
90x80 cm

Prima di trovare il tuo linguaggio figurativo, hai


avuto anche un periodo gestuale? Naturalmente erano quadri astratti…

Da sempre ho cercato un mio modo particolare


di praticare la gestualità, l’immediatezza della Hai affrontato anche esperienze astratte?
creazione. Dopo sei mesi passati a copiare car-
toline ero alla ricerca di altro. Così presi colla, Dipingevo tanto, provavo e riprovavo e tut-
farina gialla, terre in polvere, cenere, olio. ti i giorni cambiavo tecnica e stile. Per alcuni
Impastavo tutto sulla tela con le mani senza mesi dipingevo in modo figurativo poi in modo
pensarci: alla fine qualcosa succedeva e ne ero astratto: quello che mi piaceva in un certo mo-
soddisfatto… mento lo facevo…

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Nel corso della tua carriera hai attraversato pe- menti, ulteriori elaborazioni e che, inoltre, ha
riodi espressivi diversi? corpo: il corpo stesso della pittura, come avreb-
be detto Valery.
All’inizio dipingevo per mio esclusivo piacere
sperimentando ogni tecnica e ogni materiale
senza fissarmi su modi espressivi particolari… Come definiresti il tuo stile? Quali sono, secon-
do te, le caratteristiche che ti rendono ricono-
scibile?
Qual è la tecnica artistica che utilizzi principal-
mente nella tua attività? Ho sempre tenuto come punti di riferimento le
correnti artistiche dell’Europa settentrionale, in
Uso sempre l’olio per la pittura. è la tecnica più particolare l’espressionismo tedesco. Comun-
gentile ed indulgente che permette ripensa- que, per farmi capire, preferisco Egon Schiele
a Gustav Klimt… Mi riconosco e sono riconosci-
BAMBINA SARAJEVO, 1993, tecnica mista su bile per l’intensità anche brutale che intende
compensato, 80x70 cm
RAGAZZO DEL 99, 2007, tecnica mista su
compensato, 80x70 cm
scuotere e far riflettere…

gonisti ne voglio nominare alcuni per me im-


Oggi, cosa ti interessa e cosa non ti piace dell’ar- portanti: Jean Fautrier, Chaim Soutine, Jean Du-
te contemporanea? buffet, William Congdon, Willem de Kooning;
tra gli italiani: Giorgio Morandi, Lucio Fontana
Ho notato che c’è un’interessante ricerca del- e Alberto Burri.
la semplicità e della essenzialità, una tendenza
alla rarefazione del segno e del colore sia nelle
correnti figurative che in quelle astratte. Prefe- Nelle tue opere predominano il colore e la ma-
risco però guardare e studiare i grandi artisti del teria. Cosa rappresentano per te?
Novecento.
In quel secolo c’è stata nell’arte una grande Fin da quando ho cominciato a dipingere ho
rivoluzione, forse irripetibile. Tra tutti i prota- sentito il bisogno di impastare il colore cer-

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cando di farlo diventare materia palpabile. Ho mente nella tua attività?
sempre lavorato in questo modo, con le mani,
lasciando da parte i pennelli, usando tutto quel- Come ho già spiegato utilizzo le tecniche più va-
lo che capitava o che mi interessava inserire: le- rie: tempera, olio, acrilici, collage, assemblaggi,
gni, chiodi, carta, sabbia… ecc… Tutto quello che può far vedere qualcosa
in modo forte mi va bene: gioco come i bam-
bini.
Qual è la tecnica artistica che utilizzi principal-

Quando e perché hai cominciato ad usare il fon-


ARRIVÒ UNA BARCA COME SE FOSSE L’ACQUA
STESSA A PORTARLA, 2008, tecnica mista su do nero?
compensato, 80x70 cm
PAESAGGIO FREDDO, 2009, tecnica mista su
compensato, 80x70 cm

Quando ho abbandonato il disegno preparato-


rio, creando direttamente le figure con libera
gestualità per poter così sfruttare il nero del le sculture di Picasso costruite con oggetti “tro-
fondo come segno. vati” come “La capra” o “La testa di toro”…
Metto anche l'olio di lino per lavorare sulla rea-
zione di repulsione tra l'olio e i colori all'acqua.
Nel corso della tua carriera, hai conosciuto mol-
ti artisti locali o nazionali?
Hai anche affrontato anche altre tecniche arti-
stiche: incisione, scultura ecc.? Ho conosciuto e frequentato diversi pittori e
scultori che hanno contribuito alla mia forma-
Ho provato a scolpire assemblando vecchi legni, zione artistica, come Pizzini e Vittone.
pietre e sassi semilavorati. I miei modelli erano Ne ho incontrati molti altri ai concorsi e alle

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RICORDO DUE GLENDA, 2009, tecnica mista
su compensato, 80x70 cm
tografia, rifletto sui colori e sui tempi di esecu-
zione. Quando inizio uso la tela o altri supporti
mostre. Ricordo soprattutto i miei amici artisti come una tavolozza e quindi mescolo su di essa
di Arco, Franco Chiarani e Bepi Leoni, ai quali direttamente i colori.
devo molto.

Ritieni di rappresentare nelle tue tele significati,


Quando inizi un nuovo dipinto hai già in mente emozioni?
un tema, un soggetto o ti muovi senza vincoli
predeterminati? In tutte le mie opere ci sono forti emozioni e si-
gnificati, specialmente quando dipingevo i “te-
Penso sempre prima a quello che voglio fare, stoni” come li ho chiamati, grandi teste e volti
mi fisso l'immagine in testa come fosse una fo- che riempivano l'intero spazio del quadro. Li ho

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DOMANI ARRIVERA' IL CACCIATORE GRACCO CHE
È MORTO RICEVILO IN NOME DELLA CITTA', 2008
dipinti con espressioni di paura, di dolore e ras- tecnica mista su compensato, 80x70 cm
segnazione.
Mi colpiva molto la barbarie umana, la depor- Ci sono parecchi bravi artisti, nelle mostre che
tazione nei lager e lo sterminio, sentivo l'orro- ho visto ho notato delle opere interessanti, so-
re delle guerre, anche quelle più recenti come prattutto di giovani donne.
quella esplosa nella ex Jugoslavia. Raffiguravo
con tanta emozione un'umanità di vittime sof-
ferenti e mi sentivo vicino a loro. Segui la “politica culturale” trentina? Pensi che
si possa fare di più o meglio per il settore arti-
stico?
Come ti sembra il panorama dei pittori trentini
d’oggi? Cosa manca al Trentino per poter essere Mi aspettavo di più dalle istituzioni pubbliche:
più presente sul mercato esterno? dovrebbero aprire gli spazi esistenti per dare

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visibilità all'arte trentina che c'è e vale mol-
to. Però con un filtro, attraverso la selezione
di artisti validi basata esclusivamente su di un
giudizio di valore artistico, senza ingerenze o in-
fluenze mercantili... Bisogna avere il coraggio di
selezionare e dire di no...

Cos’è la bellezza? E’ un valore che ricerchi o è


subordinato ad altri valori?

Non ricerco il bello, piuttosto cerco ciò che pro-


duce emozioni. La bellezza c'è anche in un sas-
so, se possiede una forma che invita a guardarlo
più volte. La stessa cosa succede a un dipinto se
ci colpisce e ci trattiene a guardarlo... In questo
senso la bellezza può colpire cento persone o
una sola: il suo valore è permanente.
ANNI FA PRECIPITAI DA UNA RUPE NELLA SELVA
2008, tecnica mista su compensato, 80x70 cm

Chi è l’artista?
A destra: BAMBINA, 2007, tecnica mista
su compensato, 80x70 cm Per me l'arte è raffigurazione e testimonianza
di eventi e drammi della condizione umana.
NASCE FORSE UN FIUME QUASSU', 2010, tecnica Certi drammi mi colpiscono talmente da sentire
mista su compensato, 90x80 cm il bisogno di rappresentarli con la mia arte con
l'intento di trasmettere quello che io provo, per
far pensare e meditare chi guarda i miei dipinti.

E, per finire, cosa è per te l’arte?

Ripeto: l'artista è un testimone che raffigu-


ra fatti ed eventi mettendo il dito nella piaga.
Naturalmente deve farlo in modo personale e
nuovo. Non è un artigiano la cui bravura sta nel
costruire cose perfette e funzionali, ma tutte
eguali. L'arte deve andare oltre la normale vi-
sione delle cose, essere “avanti”, cioè inattuale:
la sua bellezza, forza e importanza saranno co-
munque avvertite anche dopo molti anni.

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ancor di più verso l'essenzialità e l'incisività il suo
già duro e scarno segno pittorico; la materia si è
rarefatta, prevalgono le tonalità del grigio e del
bianco creando un'aura fantasmatica e spettrale.
Principali esposizioni: 1989, 3a Rassegna d'Arte a
scopo pedagogico presso la scuola media "P. Monti"
di Arco; 1989, Collettiva "Gruppo amici dell'arte",
Galleria d'Arte "Città di Riva", Riva del Garda; 1989,
Biennale d'arte Tione, 1° premio ex aequo; 1990,
"Premio Giovanni Segantini" di Arco, 1° premio;
1990, Collettiva a Madonna di Campiglio; 1990,
"L'uomo, l'albero, il fiume", Rassegna di pittura e
scultura Castel Ivano, Ivano Fracena; 1992, Collettiva
"Omaggio a Cirillo Grott", Guardia di Folgaria; 1992,
Collettiva "10 artisti dell' Alto Garda", Galleria
"Città di Riva", Riva del Garda; 1992, Collettiva “Il
carabiniere nell’arte”, Auditorium del Conservatorio
di Riva del Garda; 1993, Collettiva "11 artisti dell' Alto
Garda", Arco; 1994, "Premio Giovanni Segantini" di
Arco, 1° premio; 1995, Personale presso la "Galleria
Alto Garda" di Arco dal titolo "L'uomo al muro";
RENATO REIGL 1996, Biennale di Volano, 4° premio; 1997, "Colore
E' nato a Riva del Garda e vive e lavora da molti anni trentino", Isera, 3° premio; 1997, Premio di pittura
a Torchio di Civezzano (TN). Dal 1989 ha esposto le "Giovanni Segantini" di Arco, 3° premio; 2000,
sue opere in numerose mostre personali e collettive Personale "Lager e dintorni", Sala Maier, Pergine;
ottenendo prestigiosi riconoscimenti. 2004, Collettiva pittori del Perginese “Infanzia”, Sala
Per vivere ha svolto diversi lavori (operaio, Maier, Pergine; 2002-2003, Esposizione presso la
ambulante); attirato fin dall’adolescenza dal mondo Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Trento;
dell’arte e in particolare della pittura, non ha 2005, Personale dal titolo "Köpfe" alla Biblioteca
frequentato scuole o corsi specifici formandosi da comunale di Civezzano; 2008, Mostra collettiva “Il
solo nelle tecniche artistiche. La sua curiosità per mondo in frantumi. Un secolo di guerre”, Biblioteca
la pittura del Novecento lo ha spinto a guardare e comunale di Civezzano – Rovereto; 2010, Mostra
osservare in profondità tantissime riproduzioni delle collettiva “7 pittori in mostra”, Sala Maier, Pergine;
opere dei grandi artisti nei testi d’arte illustrati in 2010, Mostra collettiva “Renart. Artisti per la
modo da capire e carpire i modi di esecuzione più donazione”, Sala Thun, Trento.
segreti. Ha partecipato alle edizioni 2006 (“Notte”), 2008
Durezza della materia e ricerca dell'anima: così si (“Viaggio”), 2012 (“Imagina”) della “Biennale
può riassumere il lavoro pittorico di Renato Reigl. I Perginese di pittura”. Nell’edizione del 2008
suoi quadri si caratterizzano per un impasto denso, Renato Reigl ha affrontato in cinque opere un
pieno di grumi, scavato, graffiato e composto di compito davvero impegnativo: interpretare uno
diversi elementi materici: terre, sabbie, colle. Reigl straordinario racconto incompiuto, Il cacciatore
"anima" la materia e rappresenta allo stesso tempo Gracco, ambientato a Riva del Garda, scritto tra il
nelle sue opere l'uomo come creatura sprofondata 1916 e il 1917 da Franz Kafka, il più grande scrittore
in un cosmo desolato e rovinoso: la distruzione e la di tutto il Novecento.
frantumazione del mondo e dell'uomo incontrano Nel 2016 ha donato alla Biblioteca comunale di
così l'informe espressionistico di tanta arte del Civezzano 20 dipinti che saranno collocati nelle sale
Novecento. Negli ultimi suoi lavori Reigl ha spinto della biblioteca e negli uffici comunali.

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ics
ART

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2012-2013-2014-2015-2016-2017-2018
della rivista icsART (ex FIDAart)
dal sito icsART all'indirizzo:

www.icsart.it

icsART N.1 2018


Periodico di arte e cultura
della icsART

Curatore e responsabile
Paolo Tomio

icsART
PERIODICO della icsART N.12 - Dicembre ANNO 2017

In alto: RENATO REIGL


SENZA TITOLO, 2011, tecnica mista
su compensato, particolare 90x80 cm

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MERCATO DELL’ARTE ?

fine a "pois" come una Alice nel Paese delle


Meraviglie (vedi in basso), è l'ottantottenne
giapponese Yayoi Kusama, un'artista che a par-
tire dagli anni '60 ad oggi, ha prodotto una mole
sorprendente di dipinti, sculture, happenings,
installazioni, film, collezioni di abbigliamento e
accessori, romanzi, illustrazioni, poesie ecc.
La sua storia personale è particolarmente dolo-
rosa e interessante perché strettamente intrec-
ciata alla sua arte: "Il mio lavoro è un'espres-
sione della mia vita, in particolare della mia
malattia mentale." Fin dall'età di dieci anni,
soffre di disturbi della personalità, allucinazioni
visive e uditive che ha imparato a controllare
disegnandole su carta. Responsabile della sue
ansie ossessive anche una situazione familiare
in cui è tormentata fisicamente ed emotiva-
YAYOI KUSAMA (1929), White No.28, 1960, olio mente dalla madre che la obbliga a spiare le
su tela, 148x111 cm, venduto da Sotheby's New avventure sessuali del padre donnaiolo, espe-
York 2014 a $ 7.109.000 (€ 5.874.700) vedi a rienze che le creano un'avversione permanen-
pag. 28. Con questa opera Kusama è diventata te verso il sesso e il corpo maschile. A 13 anni
l'artista donna vivente più quotata al mondo. è mandata a cucire paracaduti in una fabbrica
L'incredibile personaggio dalla parrucca e lab- militare dove rimane per tutta la durata della 2°
bra rosso fuoco immersa in uno spazio senza guerra mondiale. La pittura diventa un mecca-
nismo di sopravvivenza essenziale, l'unico stru-
mento che le fornisce conforto e controllo sulle
nevrosi che la tormentano, così segue gli studi
di pittura alla scuola d'arte dove deve imparare
solo lo stile tradizionale giapponese.
Nel 1958, all'età di 28 anni, decide di partire da
sola e con poco denaro per New York dove ini-
zia a lavorare su quella che sarebbe diventata la
sua serie più rinomata, le "Infinity Net" (le reti
infinite), e grazie all'enorme ambizione e forza
di volontà, riesce dopo qualche anno a organiz-
zare la sua prima mostra personale e a farsi rap-
presentare da importanti gallerie. Nel prolifico
decennio in cui vive nella metropoli Kusama
produce lavori significativamente diversi nell'e-

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YAYOI KUSAMA

stetica e nei soggetti cambiando radicalmente il


suo stile lirico iniziale: tele e oggetti decorati da
reti composte da miriadi di particelle che si al-
largano all'infinito, anche negli spazi circostanti
e persino sul corpo dell'artista. Le sue "nets"
(reti), ma soprattutto i suoi "dots" (pois) senza
fine all'apparenza composizioni colorate e alle-
gre, in realtà, nascono dal suo bisogno di comu-
nicare il senso di interconnessione tra l’uomo e
l’infinito e il suo percepirsi come parte del tutto
poiché in Kusama qualsiasi separazione tra arte
e vita è cancellata.
Unica donna, partecipa alla scena artistica as-
sieme a Oldenburg, Warhol, Newman, Rothko,
Judd, Flavin, con le sue "soft sculptures" inte-
ramente coperte da falli riprodotti in materiale
morbido: «L’ossessione per il sesso e la paura
del sesso convivono dentro di me». Le preoc-
cupazioni dell'artista per la fama si manifesta-
no in una auto-pubblicità esasperata e in una
mentalità ambiziosa e al tempo stesso mania-
cale, tanto che per lei i critici coniano il termine
«obsessional artist». Verso la fine degli anni '60,
con l'avvento del movimento hippie, diventa fa-
mosa per i suoi happening e le manifestazioni Net-No.2 Yellow, 1960, olio su fibra di legno
96,5x71 cm, venduto da Sotheby's Hong Kong
di donne e uomini nudi a favore della liberazio-
2017 a 25.300.000 HKD (€ .000)
ne sessuale o proteste contro la guerra del Viet-
nam. Nel 1970, tornata negli USA da un viaggio a lavorare, infaticabilmente e compulsivamen-
in Giappone dove la stampa l'ha descritta come te. Scrive romanzi, racconti e poesie e continua
una "donna facile e senza pudore", dipinge la dipingere ma è praticamente dimenticata come
‘caged series' (serie in gabbia), in cui i quadri artista fino alla fine degli anni '80 e '90. E' risco-
con i ritratti di persone celebri come la Monroe, perta nel 1993 dopo il successo del padiglione
Elizabeth Taylor e Shirley MacLaine, che Kusa- giapponese alla Biennale di Venezia e per lei
ma definisce "bad girls", sono "imprigionati" da inizia una nuova stagione con mostre in gran-
una rete metallica (vedi a pag. 30). di musei internazionali e sue opere battute in
Nel 1973, date le difficili condizioni mentali, ri- asta a prezzi milionari. Nel 2006 diventa la pri-
torna definitivamente in Giappone e, a partire ma donna giapponese a ricevere il Praemium
dal 1977, vive in una clinica psichiatrica recan- Imperiale e nel 2012 crea con Louis Vuitton una
dosi giornalmente nel suo studio dove continua linea di moda tutta a pois coloratissimi

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I COLORI DELLA TERRA

La nascita del colore risale alla notte dei tempi una delle conquiste più importanti dell'umanità
quando all'età della pietra un nostro antenato poiché ci sono volute decine di migliaia di anni
scopre le proprietà di alcune materie naturali affinché si arrivasse all'uso abituale che noi co-
di lasciare la loro "impronta" su ciò con cui en- nosciamo. I pigmenti usati nell'antichità erano
trano in contatto. Il primo uso del colore fatto sempre naturali in quanto ricavati direttamente
dall'uomo è stato, probabilmente, quello di dal mondo animale, vegetale e minerale. Quelli
dipingere sé stesso, all'inizio per scopi pratici di origine animale come il porpora era ricavato
e solo dopo come forma di espressione auto- da un mollusco marino noto ai fenici già 5000
noma dotata di significati estetici e simbolici anni fa. I colori vegetali si trovano estraendo le
precisi. I colori di cui disponeva erano sostan- sostanze coloranti da alcune parti delle piante:
zialmente tre: il nero del carbone, il bianco del dalle noci, dallo zafferano, dai noccioli di pesca,
gesso e dell'argilla, il rosso della terra di ocra. dall'erba, dalle bacche, dalle radici, dai fiori o
Quest'ultimo accompagna i primi passi della dai frutti ecc.. I colori minerali naturali, infine,
civiltà ed è il colore del sangue e della madre si ricavavano dalla macinazione di terre, ocra
terra, il bianco è il colore dello spirito, più ca- e bitumi già pronti mentre quelli artificiali pro-
rico di significati e usato nei riti tribali, men- vengono da metalli, ad esempio ferro, piombo,
tre il nero è il colore del male e associato alla rame, mercurio, trattati con procedimenti chi-
morte. Una simbologia cromatica sopravvissuta mici per trasformarli in biacca bianca, litargirio
inalterata fino a noi. La pittura corporea è stata giallo, rosso minio, blu egiziano, verderame.
la prima pratica cui gli uomini si sono dedicati E' da queste considerazioni generali sull'impor-
per impiegare i colori, che solo più tardi sono tanza storica e sul valore simbolico dei primi
stati utilizzati per realizzare pitture parietali colori che ha preso spunto la mostra "I colori
come i dipinti nelle grotte di Altamira risalenti della terra" dell'artista libanese, Habib Khalife,
a 30.000 anni fa. L'invenzione dei colori è stata rappresentante di un astrattismo geometrico
ALFABETO MATERICO

che si rifà a tutta la millenaria tradizione artisti- Per realizzare il repertorio delle sue figure ge-
ca mediorientale e che ha voluto ripercorrere a ometriche di base, l'artista utilizza degli stam-
ritroso la storia e ritornare alle origini del colore pi-casseforme in vetroresina di varie fogge e
per comprenderne l'essenza e raggiungere così dimensioni entro cui getta un agglomerato in
una nuova sensibilità liberata dalle sovrastrut- pasta di sua invenzione. I colori minerali, i più
ture culturali e artistiche moderne. Khalife ha utilizzati anticamente per le loro caratteristiche
cercato di coniugare un uso inconsueto e inno- di maggiore stabilità fisica e chimica, macinati
vativo di pigmenti colorati prodotti direttamen- fino ad ottenere una polvere finissima, vengo-
te da lui stesso ricavandoli da elementi naturali no mescolati con argilla bianca alleggerita e un
mediante metodi imparati dai vecchi artigiani legante a presa rapida che permette di ottene-
locali, con l'uso di pochi elementi geometrici re delle sculture dure e dalla superficie scabra.
elementari, seriali e ripetitivi, per creare un al- Questo metodo artigianale di produzione seria-
fabeto con cui articolare un proprio linguaggio le consente a Khalife di ottenere una gamma
primordiale. Le installazioni-sculture minima- pressoché infinita di moduli base dotati di for-
liste che crea sono il risultato di tre elementi me dalle dimensioni variabili e caratteristiche
strutturali: quello cromatico, quello composi- cromatiche e materiche delle terre liberamente
tivo e quello materico coordinati tra loro per assemblabili attraverso l'accostamento o la giu-
stimolare nell'osservatore la presa di coscienza stapposizione. Le unità così ottenute possono
del valore intrinseco della materia lasciata allo essere articolate in sequenze logico-formali che
stato grezzo, quasi primordiale. l'artista definisce "alfabeti materici".

23
SWATCH MANIA - parte 2

Nel 1983, l'arrivo dello Swatch, il rivoluzionario orolo-


gio svizzero di plastica venduto a prezzi accessibili, ha
trasformato il mercato del settore. Da allora, il marchio
ha continuato a svilupparsi, introducendo sempre nuovi
materiali in plastica, acciaio inossidabile, alluminio, tes-
suti sintetici, gomma, silicone e diversificando la produ-
zione con i modelli subacquei o con la cassa in metallo.
Anche il cinturino è stato oggetto dei vari progettisti,
chi ricoprendolo senza interruzione con la decorazio-
ne della cassa, chi lasciandolo in tinta unita per meglio
coordinarsi cromaticamente con l'insieme, chi, infine,
sottoponendolo a nuove invenzioni che hanno com-
preso l'uso di materiali sempre più ricchi ed estrosi,
come le perline colorate usate da Pedro Almodovar o
la bigiotteria dell'indiano Manish Arora. Tutti i gusti e le
tendenze sono state rappresentate nel corso degli anni
con grande lungimiranza, nella consapevole costruzio-
ne di un immaginario collettivo privo di confini estetici e
culturali come ormai è diventata l'arte contemporanea.
Coerentemente con l'idea di un "design totale", parte
integrante di ogni Swatch Art Collection è l'imballaggio,
il 'packaging', affinché il piacere estetico si prolunghi
dall'orologio al suo contenitore coinvolto anch'esso in
una forma di comunicazione coordinata e globale.
Contemporaneamente la Swatch ha proseguito introdu-
cendo una innovazione costante del design del prodotto
così da mantenere sempre viva l'attenzione affiancan-
dolo a una pubblicità creativa che combina, fatto ap-
parentemente inconciliabile, l'idea di "prodotto unico"
alla sua disponibilità mondiale grazie anche alle edizio-
ni limitate per collezionisti. Dopo gli artisti e i grafici, le
collaborazioni sono state allargate a importanti perso-
naggi internazionali provenienti da una gamma sempre
più ampia di categorie: cartoonist, tra i primi ad essere
coinvolti, designer, architetti, stilisti di moda, registi, fo-
tografi, tatuatori, graffitari, scenografi, musicisti e mol-
ti altri ancora. I risultati riflettono i differenti approcci
culturali: Niklaus Troxler, grafico svizzero; Pedro Almo-
dovar regista spagnolo; Lindasy Kemp ballerino, sceno-

1991 NIKLAUS TROXLER 1995 AKIRA KUROSAWA


1995 PEDRO ALMODOVAR 24 1996 ANNIE LEIBOVITZ
1995 LINDSAY KEMP 1999 RENZO PIANO
STORIA DELL’ARTE

grafo e mimo britannico; Akira Kurosawa, regista giap-


ponese; Annie Leibovitz fotografa statunitense; Renzo
Piano, l'architetto italiano più noto nel mondo; David
La Chapelle, fotografo statunitense di moda, celebrità e
pubblicità; Vivienne Westwood, stilista e imprenditrice
britannica; Rory McGrath, designer inglese rigoroso e
autoironico; contaminazioni etniche con un design più
sovrabbondante dello stilista indiano Manish Arora; Je-
remy Scott, giovane stilista americano (nato nel '75) di-
rettore artistico di Moschino, e recentemente, Mika, il
popolare 34enne cantante libanese. Accanto altri nomi
altrettanto celebri come Nam June Paik artista-sudco-
reano-statunitense, Non Vital, Agatha Ruiz de la Prada,
Jean-Charles de Castelbajac, o le recenti aggiunte alla
collezione che variano dai progetti innovativi dell'artista
spagnolo José Carlos Casado, il duo cinese Birdhead, ai
disegni grafici colorati di Olaf Hajek e Alexander Gorlizki
e all'arte contemporanea del duo tedesco Eva & Adele,
l'olandese Sigrid Calon, l'artista portoghese Joana Va-
sconcelos, l'inglese Jan Davemport ecc.
Lo Swatch ha rappresentato una rivoluzione tecnologi-
ca, estetica e sociologica in un settore come quello della
orologeria che sembrava arrivato a un punto insuperabi-
le, suscettibile solo di piccoli miglioramenti. Al contrario,
essendo stato obbligato a cambiare - per non morire - si
è dovuto fidare di quel lampo di rischio e genialità che
serve per uscire da situazioni irrisolvibili. Così, nei primi
tre anni di produzione sono stati venduti oltre 20 milioni
di pezzi, nel 1988 oltre 50 milioni già nel 1991 supera-
ti i 100 milioni, nel 2006 sono raggiunti i 333 milioni di
Swatch. La casa non fornisce dati per gli anni successivi
ma dichiara solo che nel 2015 continua a rafforzare la
propria posizione come uno dei più grandi marchi del
mondo. Non è detto, però, che non si stia ripresentan-
do oggi, a distanza di 35 anni dalla 'nascita' del primo
Swatch, una nuova sfida: la diffusione dei cellulari con
incorporati orologio, sveglia, calendario, Gps ecc., fanno
temere che per l'orologio da polso possa essere iniziato
un nuovo periodo di crisi da cui non sarà facile uscire.

2000 DAVID LA CHAPELLE 2009 MANISH ARORA


2001 VIVENNE WESTWOOD 25 2011 JEREMY SCOTT
2008 RORY McGRATH 2013 MIKA
Gennaio 2018, Anno 7 - N.1

News dal mondo

YAYOI KUSAMA White No.28, 1960 pag. 28

YAYOI KUSAMA Untitled, 1972 pag. 29

YAYOI KUSAMA Shirley Maclaine, 1970 pag. 30

YAYOI KUSAMA No.Red B, 1960 pag. 31

Omaggio a YAYOI KUSAMA La percezione illusoria, 2017 pag. 32

27
YAYOI KUSAMA, White No.28, 1960, olio su tela,
147,6x111 cm, venduto da Christie's New York 2014 28
a $ 7.109.000 (€ 5.874.700)
YAYOI KUSAMA, Untitled, 1972, olio su tela
29 107x92 cm, venduto da Sotheby's Hong Kong 2017
a HKD 42.287.500 (€ 4.562.000)
YAYOI KUSAMA, Shirley Maclaine, 1970, olio su tela nel telaio
dell'artista (rete colorata), 119x99 cm, venduto da Sotheby's 30
Hong Kong 2017 a HKD 29.912.500 (€ 3.230.250)
YAYOI KUSAMA, No.RED B, 1960, olio su tela
31 175,5x133 cm, venduto da Sotheby's Hong Kong 2015
a HKD 54.520.000 (€ 6.457.300)
PAOLO TOMIO: Omaggio a YAYOI KUSAMA
LA PERCEZIONE ILLUSORIA, 2017
stampa su plexiglass, 120x84 cm
ics
ART

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