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CANADA
1534: inizio colonizzazione francese con l’esploratore Jacques Cartier, il quale la denomina
“Nouvelle France”
1608: fondazione prima città di Quebec e inizio di una colonia con insediamenti di gente
che si stabilisce (colonia di insediamento)
Chiac: parlato nel Nuovo Brunswick; “J’pas un cowboy”, Lisa Leblanc
Cajun: i francesi dell’Acadie cacciati dagli inglesi si insediano in zone isolate dove
sviluppano questa lingua; “La dance des mardi gras”, Balfa Brothers // “No french, no
more”, Zachary Richard
LOUISIANA
1680: primo insediamento
1803: venduta da Napoleone alla Federazione degli Stati Uniti d’America perché non
riusciva a difendere un territorio così vasto e circondato da una parte dal nascente stato
americano e dall’altra dall’impero spagnolo
CARAIBI
Creolo: lingua comparsa all’inizio della colonizzazione nel contesto schiavistico delle
piantagioni che deriva dal francese. È parlato nelle ex colonie francesi dei Caraibi
Nell’America centrale i francesi fanno lavorare gli altri ( fenomeno schiavitù + economia
delle piantagioni)
Colombo le chiamava Grandi e piccole Antille, ma la popolazione del posto non vuole
perché ricorda la violenza coloniale quindi si chiameranno Caraibi
GUADALOUPE
- 1635: inizio colonizzazione
- Capoluogo: Pointe à Pitre
- Vi appartengono a livello amministrativo le isole Marie-Galante, Les Saintes e la Désirade
MARTINIQUE
- 1635: inizio colonizzazione
- Capoluogo: Fort de France
- È un’unica isola
GUYANE
Costa nord-orientale del Sudamerica
Divisa in tre parti: ex colonia francese, inglese e olandese
Capitale: Cayenne
Colonia penale (evento traumatico che segna i rapporti fra gli abitanti)
Non ha mai decollato sul piano economico
NOUVELLE CALÉDONIE
Colonia penale
1878: diventa pienamente francese
TAHITI
1880: annessione
AFRICA
Francese come lingua di scambio e intermediario neutrale tra le diverse popolazioni locali
africane
I francesi emigrano per assicurare il governo e l’amministrazione di queste province, con la
presenza delle popolazioni locali
Le colonie africane ottengono l’indipendenza e diventano repubbliche indipendenti
1830, Algeria: fenomeno analogo alla Nouvelle France con l’emigrazione di francesi,
spagnoli, italiani e maltesi
Algeria: le viene concessa l’indipendenza non pacificamente, bensì a seguito di una guerra
civile
RÉUNION
- Colonizzata nel 1642
MAYOTTE
- Appartiene alle Isole Comore (abitate da popolazioni parlanti lo “swahili”; vengono
semplicemente occupate ma continuano ad essere come sono) ma ha preferito restare con
la Francia diventando una DROM
- PRIMA FASE DELLA COLONIZZAZIONE (iniziata nel ‘600 e finita nel 1763) chiamata anche
“La course aux épices”:
Interesse economico di coltivazione di caffè, cacao, zucchero e cotone sostenuta dalla
schiavitù
- SECONDA FASE DELLA COLONIZZAZIONE inizia nel 1830 con la presa militare dell’Algeria
Risponde a delle esigenze:
1. Necessità di far combattere l’esercito sennò può rivoltarsi al potere
2. Esportazione della civiltà francese, considerata come superiore delle altre (es. sistema
scolastico e aspetto religioso)
3. Aspetto più utilitaristico per il quale diverse colonie vengono usate come penitenziari
1794: la Francia abolisce la schiavitù (idee rivoluzionarie con presa della Bastiglia, giustiziano il re
ed instaurano la repubblica, Rivoluzione francese nel 1798) MA nel 1802 Napoleone la reintroduce
per motivi economici. Verrà poi abolita definitivamente nel 1848
1954: perdita Indocina (Vietnam, Cambogia, Laos) con la battaglia di Diên Biên Phu
L’abolizione della schiavitù comporta che coloro che prima erano schiavi e soggetti al controllo di
un padrone, diventano liberi. Tuttavia, non contano per la società coloniale perché sono poveri,
non acculturati e parlano creolo. Di conseguenza, puntano all’assimilazione ovvero, solo
assimilando i valori bianchi del dominatore francese, il soggetto di colore ex schiavo può cercare di
colmare questo “vuoto”, sennò rimarrà alla fine della scala sociale.
ANTILLE:
- Sono in una costante ricerca dell’identità: Complesso di lattificazione (teorizzato dallo
psichiatra della Martinique, Frantz Fanon) tra gli abitanti neri permane un senso di
inferiorità in quanto l’unico modello che gli viene proposto è quello bianco. Quindi, questo
li porta a volersi “sbiancare” e a perdere la percentuale nera acquisendo quella bianca, ad
esempio attraverso la lingua Problema di identità che non è presente ad Haiti (es. “neg”
= “uomo, individuo” ; “blanc” = “straniero”)
- Negritude (il tutto partito da Aimé Césaire) non ci si vergogna più di essere neri, bensì lo
si rivendica con fierezza; di conseguenza, non è più necessario seguire il modello dei
bianchi;
“Peau noir masques blancs” quello che poteva essere un atteggiamento di accettazione
di sé da parte del soggetto nero era limitato al fatto di sentirsi meglio di un altro nero
- Antillanité (teorizzata da Éduard Glissant) superamento della negritude; novità perché
è una posizione americana; = per sapere chi siamo non dobbiamo guardare né all’Europa
né all’Africa, bensì il suolo in cui ci troviamo e dal quale nascerà l’acquisizione della nostra
identità attuale.
Questa posizione andrà a ritagliare uno spazio più preciso che è la créolité, ovvero che su
queste isole conta ciò che è originale lasciando fuori ciò che non è creolo.
Tuttavia, questa posizione offende diverse isole. Quindi, Glissant rilancia l’idea della
originalità caraibica che vale anche per le isole non francofone e del resto del mondo con la
créolisation. Cioè ci sono individui che si incontrano e scontrano tra di loro e tutto si
trasforma influenzandosi mutualmente.
L’immagine che rappresenta questa l’idea di un’identità statica con una in divenire è
l’albero le radici partono dall’albero e affondano sottoterra (negritude in Africa, créolité
nei Caraibi) MENTRE il rizoma (forma vegetale caraibica le cui radici si diramano in
superficie e si intrecciano con quello che trovano) rappresenta l’idea della créolisation
(identité rizome)
HAITI:
- Indigenismo capire di essere degli afroamericani, o degli americani o dei caraibici.
È sempre un movimento di riscossa della componente nera, ma non ha avuto una grande
risonanza come la negritude perché Haiti era isolata dal resto del mondo. Rivendicano gli
elementi proveniente dall’Africa, ma che poi sono stati “americanizzati”
Code Noir
Inizialmente si chiamava “Ordonnance du Roi” e fu scritto da Luigi 14esimo nel 1685 e
riguardava la Guadaloupe
1687: Martinique
1704: Guyane
1723: Mascarene
1724: Louisiana
Successivamente viene così denominato perché riguardava solo la schiavitù e gli africani
- “Le code noir ou le calvaire de Canaan”, Louis Sala-Molins : confronto tra il primo e
l’ultimo
- “Code noir. Idées reçues sur un texte symbolique”, Niort: attacca l’opera di Sala-Molins,
elencando i luoghi comuni e rivelandone l’infondatezza
- “Du Code Noir au chlordecone ou du « monstre esclavagiste » au « monstre quimique »,
L’héritage colonial en question en Guadaloupe et en Martinique”, Niort : esame critico
dell’eredità coloniale. Ritiene che la colonizzazione non fu nel principio che l’animava, né
evangelizzazione, né impresa filantropica, né volontà di farli avanzare culturalmente e
civilmente, né salvargli l’anima e né farli entrare nel mondo civile
Vevé: simbolo della divinità (es. il bastone è identificato con San Pietro, colui che apre le
porte del paradiso) ed è ciò che la chiama attraverso il disegno che viene tracciato con della
polvere bianca dal sacerdote; ciascuna divinità ne possiede uno; il Grand Maitre è il Dio più
potente che però è percepito come lontano perché non si interessa alle sorti degli umani.
Ce ne sono però altri intermedi creati da lui che sono i loa e a cui ci si rivolge per diversi
scopi
La prima cerimonia è in onore della divinità che è il legame fra questo mondo e l’altro, è il
signore delle strade, degli incroci e dei cancelli (colui che apre la strada). La preghiera gli
chiede di aprire il cancello per permettere il passaggio delle divinità che vengono a riunirsi
con i fedeli
Il simbolo dell’autorità religiosa del prete è una zucca vuota con dentro vertebre di
serpente e delle perline che fanno rumore
Baron Samedi è il capo delle divinità della morte ed è vestito da becchino, assieme a Gran
Brigitte che è sua moglie
Se l’animale sacrificale mangia il cibo offerto alla divinità, vuol dire che la divinità gradisce.
In caso contrario, non si può sacrificare l’animale
« Dieu dans le Voudou haitien », Hurbon
Il voudou è ciò di cui ha bisogno il vouduison (colui che pratica questa religione) nella sua ricerca di
comprensione delle cose del mondo e del senso da dare per la sua vita umana.
Due dimensioni di culto:
- Personale: il praticante ha un alterino a casa in cui si presta il culto al “Loa racine” (=
divinità famigliari che coincidono con gli antenati)
- Collettiva: il culto si pratica tutti insieme
- Sociopolitica: è un sistema di credenze e pratiche che il popolo haitiano ha forgiato
nell’arco dei secoli. Per il fedele è la presa di coscienza del suo essere al mondo ed è un rito
di celebrazione e di danza che culmina nell’estasi
Uga = sacerdote // Mabo = sacerdotessa lo si diventa per vocazione; l’iniziazione dura 2
anni; è sia sacerdote, sia guaritore, sia esorcista, sia mago, sia maestro del coro
Usi (= sposa del Dio) sono i fedeli iniziati
Laplas colui che mantiene l’ordine e ha una sciabola
Père savane è un finto prete della savana
Poto (palo) mita (malavita) è il palo centrale che unisce la terra e il cielo: è piantato a
terra perché si pensa che le divinità arrivino dalle acque sotterranee e salgano su
attraverso questo palo per manifestarsi
« La variation sociale en français », François Gadet
- Variazione diacronica: nel corso del tempo
- Variazione diatopica: a seconda del luogo
- Variazione diastratica: dipende dalla classe sociale
- Variazione diafasica: varia a seconda della situazione linguistica basandosi su tre aspetti:
campo, tenore e modo)
« Histoire de la langue française », Picoche e Marchello-Nizia
Tratta dei francesi regionali e dei dialetti cercando di situarli rispetto al francese standard.
Si differenziano nella pronuncia, nell’accento, nei vocaboli e in lieve misura a livello sintattico e
morfologico. Sono uguali invece nelle regole sintattiche, nelle parole e nelle opposizioni
fonologiche a rendimento più forte