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IL SERVIZIO SOCIALE

Obiettivi e funzioni

Modulo di Assistenza Sociale


Dove opera?
NEGLI ENTI PUBBLICI:

COMUNI

AZIENDE SANITARIE

AZIENDE OSPEDALIERE
EROGA:

 PRESTAZIONI ASSISTENZIALI

 SERVIZI SOCIO SANITARI

 HA FUNZIONI DI
PROGRAMMAZIONE
MINISTERO DI GRAZIA E
GIUSTIZIA
 SERVIZIO SOCIALE PER I MINORENNI
 SERVIZIO SOCIALE PER ADULTI
 PREFETTURE (MINISTERO DEGLI
INTERNI)

 CON FUNZIONI IN RELAZIONE ALLE


NORME DI LEGGE
STRUTTURE RESIDENZIALI O
SEMIRESIDENZIALI
 PER ADULTI DISABILI
 MINORI
 ANZIANI

 CON FUNZIONE DI RESPONSABILITA’


ORGANIZZATIVA
 CON FUNZIONE DI RACCORDO CON
ALTRI SERVIZI DEL TERRITORIO
OBIETTIVI
 Salvaguardare e tutelare i diritti delle persone
 Creare il legame necessario tra bisogni e risorse
 Prevenire e sanare gli stati di bisogno individuale e
collettivo
 Aiutare le persone a sviluppare le proprie capacità, la
propria autonomia per affrontare e risolvere i
problemi
 Stimolare la collettività ad individuare necessità e
attivare risorse solidali:volontariato e associazionismo.
 Leggere “il territorio” per progettare soluzioni e
servizi adeguati nell’ambito della politica locale e
generale
VALORI PRINCIPI E FONDAMENTI
DEL LAVORO SOCIALE
PRIMO ED ASSOLUTO VALORE è:
LA PERSONA

CAPACE DI: AUTODETERMINARSI


SCEGLIERE CONSAPEVOLMENTE

RESPONSABILE LIBERA AUTONOMA


LA COSTITUZIONE DELLA
REPUBBLICA ITALIANA

 Art. 2-3-13
 La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili
dell’uomo sia come singolo, sia nelle formazioni sociali dove
si svolge la sua personalità…
 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali
davanti alla legge, senza distinzione di sesso,
religione,razza,lingua, opinioni politiche, di condizioni
personali o sociali.
 La libertà personale è inviolabile.
GLI OPERATORI CHE LAVORANO NEL SOCIALE
OPERANO CON I PRINCIPI E NEL RISPETTO
ETICO DELLA COSTITUZIONE

COLLABORANDO CON ALTRI OPERATORI

ACCETTANDO
INCONDIZIONATAMENTE LA PERSONA
RISPETTANDO L’INDIVIDUO E LA SUA AUTODETERMINAZIONE
OBBLIGO MORALE E DOVERE DI MANTENERE RISERBO E RISPETTO
PERSONALIZZANDO GLI INTERVENTI
GARANTIRE LA CONTINUITA’ DELL’INTERVENTO
CERCANDO DI POTENZIARE LE CAPACITA’ DELLA PERSONA
L’ O.S.S. DEVE

SVOLGERE IL SUO LAVORO NELLA


CONSAPEVOLEZZA :
 DI SE’ STESSO COME OPERATORE
 DEL SUO RUOLO
 DEI SUOI LIMITI
 DELLA SUA EMOTIVITA’
 DELLE SUE DIFFICOLTA’
Gli operatori che operano nel
sociale

Educatore professionale
Operatore Socio Sanitario Chi sono?

Tutti coloro che ……….. Operano nel


sociale

Assistente sociale sanitario


Assistente Sociale
E’ il ” tecnico “ dell’assistenza nei Servizi Sociali.
E’un operatore che agisce secondo princìpi,conoscenze e
metodologia scientifica dati dalla professione.
Appartiene ad un Ordine Professionale.
Ha un proprio Codice Deontologico, del quale è tenuto a
rispettare princìpi e ad applicare norme.
Svolge la propria attività all’interno di un sistema organizzato di
risorse messe a disposizione dalla comunità, in favore di singoli,
gruppi e famiglie.
Attiva il “processo d’aiuto” in situazioni di disagio,di svantaggio
sociale.
Promuove azioni e risorse singole e/o comunitarie per il
benessere (welfare) e per la qualità della vita.
E’ una professione d’aiuto, aperta al coinvolgimento attivo del
singolo, delle comunità.
Svolge attività didattico/formativa, programmativa,
organizzativa, gestionale dei servizi sociali

Il titolo si ottiene a fronte di un corso di Laurea triennale in Scienze del


Servizio Sociale

Sostiene l’esame di stato e dopo l’iscrizione all’Albo Professionale nella


sezione B può esercitare la professione.

Ottiene il titolo di Assistente Sociale Specialista in Programmazione e


Gestione delle politiche sociali e dei servizi sociali dopo un corso di
due anni, con relativo esame di stato ed acceso alla sezione A.

Opera nei servizi territoriali di Enti locali ed Aziende Sanitarie, nei


servizi ministeriali,nelle strutture pubbliche e private, come libero
professionista.
EDUCATORE PROFESSIONALE
E’ L’ OPERATORE CHE, CON UNA PREPARAZIONE TEORICO E TECNICO PRATICA,
FAVORISCE LO SVOLUPPO DELLA PERSONA, LA SUA MATURAZIONE SOCIALE E
LA SUA AUTONOMIA.

OPERA CON METODOLOGIE E TECNICHE PEDAGOGICHE, PSICOLOGICHE E


SOCIALI, CONDIVIDENDO CON I SOGGETTI SITUAZIONI SPONTANEE O
INDOTTE DEL VIVERE QUOTIDIANO, NELL’ AMBIENTE DI VITA.

LE SUE FUNZIONI SONO:


DI LETTURA E ANALISI DEI BISOGNI EDUCATIVI
ELABORAZIONE DI PROGETTI EDUCATIVI INDIVIDUALI O DI GRUPPO
PROGRAMMAZIONE ,ORGANIZZAZIONE E GESTIONE DEI SERVIZI EDUCATIVI

E’ PRESENTE :
NEI SERVIZI TERRITORIALI (DOMICILIARI MINORI- ADULTI- HANDICAP-
PSICHIATRICI-), NEI PROGETTI DI INSERIMENTO LAVORATIVO.
NELLE COMUNITA’ FAMILIARI
NELLE STRUTTURE RESIDENZIALI O SEMIRESIDENZIALI
NEI CENTRI DIURNI
NELLE COMUNITA’ TERAPEUTICHE
NELLE CARCERI MINORILI O PER ADULTI

LA LAUREA IN SCIENZE DELL’ EDUCAZIONE E’ TRIENNALE


OPERATORE SOCIO SANITARIO
I RECENTI ORIENTAMENTI DELLE POLITICHE SOCIO SANITARIE
TENDONO ALLA DEISTITUZIONALIZZAZIONE DEI SOGGETTI FRAGILI,
DEI MALATI, DEGLI ANZIANI, DEI DISABILI, INDIVIDUANDO NELL’
AMBIENTE FAMILIARE IL LUOGO PRIVILEGIATO PER LA CURA, L’
ACCUDIMENTO E IL MANTENIMENTO DI TUTTI QUESTI SOGGETTI.

IL SISTEMA SOCIO SANITARIO SI MUOVE IN QUESTA DIREZIONE E


PROMUOVE AZIONI E BUONE PRASSI TESE AL RAGGIUNGIMENTO DI
QUESTO OBIETTIVO, CON L’INTEGRAZIONE SOCIO SANITARIA E
CON LA FORMAZIONE DEDICATA DI FIGURE PROFESSIONALI CHE
SAPPIANO RISPONDERE ADEGUATAMENTE ALLE DIVERSE ED
INDIVIDUALI ESIGENZE DELLE PERSONE.

ALLE DIVERSE FIGURE DELL’ ASSISTENTE DOMICILIARE (AREA SOCIALE)


E DEL TECNICO ADETTO ALL’ASSISTENZA ( AREA SANITARIA) SI VA
SOSTITUENDO UN’UNICA PROFESSIONALITA’:
L’OPERATORE SOCIO ASSISTENZIALE

 AI BISOGNI DELLA PERSONA


 CAPACE DI INTERVENIRE IN SITUAZIONI DI
NON AUTONOMIA PSICOFISICA TOTALE
E/O PARZIALE, SECONDO UNA LOGICA D’
APPROCCIO GLOBALE IN RELAZIONE:
 ALL’ AMBIENTE
 ALL’INTEGRAZIONE SOCIO SANITARIA
FUNZIONI
ASSISTENZA DIRETTA E AIUTO DOMESTICO E
ALBERGHIERO ALLA PERSONA NON AUTOSUFFICIENTE

 NELLE ATTIVITA’ DEL QUOTIDIANO


 NELL’ IGIENE PERSONALE
 NEL SUPPORTO DIAGNOSTICO E TERAPEUTICO
 ANIMAZIONE E SOCIALIZZAZIONE
 AIUTO AL PERSONALE SOCIALE E SANITARIO ( MALATI
TERMINALI)
 AIUTO NEL CONTESTO FAMILIARE PER LA CURA, LA
PULIZIA, L’IGIENE AMBIENTALE
INTERVENTI DI CARATTERE SOCIALE E IGIENICO
SANITARIO:

 OSSERVAZIONE RILEVAZIONE DI BISOGNI E


CONDIZIONI DI RISCHIO O DANNO ALL’UTENTE
 COLLABORAZIONE NEGLI INTERVENTI ASSISTENZIALI E
VALUTAZIONE DI QUANTO DI PROPRIA COMPETENZA
 APPROPRIATA TEMINOLOGIA E LINGUAGGIO
 ATTUAZIONE DI TUTTI GLI INTERVENTI APPROPRIATI E
CONDIVISI CON COLLEGHI, COORDINATORI E
FAMILIARI, PER IL MANTENIMENTO E IL RECUPERO
DELL’IIDENTITA’ PERSONALE.
IL PERSONALE D’AIUTO
OPERA :
 NEI SERVIZI SOCIO SANITARI TERRITORIALI:
COMUNI AZIENDE SANITARIE ED OSPEDALIERE
 NEL PRIVATO SOCIALE
 NELLE STRUTTURE RESIDENZIALI O
SEMIRESIDENZIALI: ANZIANI- DISABILI- MINORI

 SUPPORTO GESTIONALE, ORGANIZZATIVO E


FORMATIVO CON L’UTILIZZO DI STRUMENTI
INFORMATIVI ADEGUATI, DURANTE IL SERVIZIO
•COLLABORAZIONE NELLA VERIFICA DI QUALITA’ DEL SERVIZIO

•TRASMISSIONE DEI PROPRI CONTENUTI ED ESPERIENZE AI


TIROCINANTI

•FORMAZIONE ED AGGIORNAMENTO CONTINUO

•COLLABORAZIONE NELLA VERIFICA DI QUALITA’ DEL SERVIZIO

•TRASMISSIONE DEI PROPRI CONTENUTI ED ESPERIENZE


AI TIROCINANTI

•FORMAZIONE ED AGGIORNAMENTO CONTINUO


IL PERSONALE D’ AIUTO OPERA

•NEI SERVIZI SOCIO SANITARI


TERRITORIALI: comuni, az. sanitarie e ospedaliere

 NEL PRIVATO SOCIALE:


COOPERATIVE DI SERVIZI.

 NELLE STRUTTURE RESIDENZIALI O


SEMIRESIDENZIALI:
PER ANZIANI,DISABILI E MINORI
ALTRE FIGURE CHE OPERANO
NEL SOCIALE
IL VOLONTARIO:

CHE SVOLGE LA SUA ATTIVITA’ SPONTANEAMENTE, E GRATUITAMENTE


ALL’ INTERNO DI UNA ORGANIZZAZIONE ( TERZO SISTEMA O TERZO
SETTORE ) DI CUI FA PARTE AL SOLO SCOPO SOLIDARISTICO.

TALI ORGANIZZAZIONI RAPPRESENTANO OGGI L’ ANELLO DI


CONGIUNZIONE TRA ENTE E CITTADINO E SONO UNA GRANDE
RISORSA PER I SERVIZI SOCIALI.

SONO DIVERSIFICATE E MOLTEPLICI: DALLE MISERICORDIE ALLE


PUBBLICHE ASSISTENZE, A CARATTERE RELIGIOSO, AL VOLONTARIATO
OSPEDALIERO.
IL SERVIZIO CIVILE
SOPPRESSA LA LEVA OBBLIGATORIA I GIOVANI OPTANO PER IL
SERVIZIO CIVILE NAZIONALE ( LG. 6 MARZO 2001 N° 64 ) CON LO
SCOPO DI FAVORIRE IL PRINCIPIO COSTITUZIONALE DI
SOLIDARIETA’ SOCIALE, PER PROMUOVERE LA COOPERAZIONE
NAZIONALE ED INTERNAZIONALE, CON PARTICOLARE
RIGUARDO ALLA TUTELA DEI DIRITTI SOCIALI, AL PATRIMONIO
AMBIENTALE, AI BENI ARTISTICI, ALLA PROTEZIONE CIVILE, ECC..
FINO AL 2005 SI POTRA’ SCEGLIERE TRA IL SERVIZIO MILITARE E
QUELLO CIVILE, PER UOMINI E DONNE, TRA I 18 E I 26 ANNI, CON
UNA RETRIBUZIONE PARI A 433.00 €, E CON UNA SERIE DI CREDITI
FORMATIVI SPENDIBILI TRA LA FORMAZIONE E L’ ISTRUZIONE.
DOPO TALE DATA ENTRAMBI I SERVIZI SARANNO VOLONTARI
Il lavoro sociale
Presuppone la capacita’ di azione dei soggetti ai quali si rivolge.
Per capacita’ di azione si intende la possibilita’ delle persone di
raccogliere le proprie forze e risolvere o fronteggiare
situazioni di bisogno o necessità.
Il concetto “ capacità d’ azione” può essere scomposto in tre
livelli dinamici e interdipendenti:

• AUTOSUFFICIENZA: è una funzione basilare per


soddisfare bisogni primari e necessari che permettono poi
di soddisfarne altri di più alto livello (teoria di Maslow)

• AUTOREALIZZAZIONE: agire per soddisfare le proprie


aspirazioni, i desideri interiori. E’ un autonomia superiore

• ETEROREALIZZAZIONE: soddisfare i bisogni di altre


persone, sentiti o imposti come propri ( funz. genitoriale o
prof.ne d’ aiuto o educativa). E’ un autonomia sociale.
In base ai tre livelli di “capacità”, l’intervento sociale viene calibrato in
altrettanti livelli d’azione, distinti in relazione al fatto che l’ aiuto venga
dato PRIMA O DOPO che la CARENZA/BISOGNO si sia manifestata:

 ASSISTENZA: si presta quando il deficit è già in atto e ci si adopera per


non farlo peggiorare, circoscrivendolo e bilanciandone gli effetti. E’ un
complesso di azioni che tendono a bloccare il decadimento della
persona con “interventi” esterni compensativi delle mancanze.

 RIABILITAZIONE : si applica per la riduzione o il recupero completo o


parziale del danno. E’ un complesso d’ azioni tendenti a ripristinare uno
status precedente di BENESSERE ottimale o parziale, favorendo
l’apprendimento di capacità e competenze, colmando carenze o
riequilibrando la personalità.

 PREVENZIONE: si applica prima dell’insorgere del danno, onde evitare


che insorga e per mantenere uno stato di benessere minacciato, con l’
acquisizione di competenze e abilità già presenti o imparandone di
nuove.
Nell’area sanitaria

la capacità d’azione del paziente è circoscritta alla sua pazienza di


sopportare, fermo, ciò che gli viene fatto ” senza agire”. Un medico di
fronte ad un problema agirà in base alle sue competenze e il paziente
pazientemente lo lascerà agire.

Nel lavoro sociale, la capacità del soggetto può essere residua e l’


operatore dovrà essere in grado di capire la resistenza e la resilienza
del soggetto e lavorare stimolando le risorse.
L’ operatore dovrà lavorare
 nella consapevolezza che la persona di fronte a lui non deve essere
“modificata “ secondo dei parametri soggettivi
 Operare secondo schemi flessibili e non preordinati adattabili ad ogni
situazione
Il lavoro sociale si occupa di attivare interventi in relazione a specifiche
esigenze: transitorie, di cronicità, di urgenza, di assistenza, di
prevenzione, educative.
Può definirsi quindi:
……UNA PROFESSIONE D’ AIUTO
Affine ad altre, specializzata nella cura e nella prevenzione di patologie/
problemi di vita che intervengono a livello
MICRO su individui, piccoli gruppi come la famiglia
MACRO sulle comunità e collettività.

Quindi una professione UMANA di quelle che fanno riferimento all’ UOMO
che gli rivolgono tutta la loro attenzione e la loro attività e che possiamo
raccogliere in due gruppi:

PROFESSIONE DI SVILUPPO : CHE OPERA PRIMA CHE INTERVENGA


IL BISOGNO (es insegnante)
PROFESSIONE D’ AIUTO : CHE OPERA PER PREVENIRE IL
RISCHIO O RIPARARE IL DANNO (es.
O.S.S.)
All’ interno delle professioni d’ aiuto si individuano quattro aree:

 MEDICO SANITARIA: comprende tutte le professioni che si occupano


del recupero e della protezione della salute fisica ... medici, infermieri,
riabilitazione fisica, o.s.s . salute psichica ... psichiatri

 PSICOTERAPEUTICA: comprende operatori che si occupano del


disagio psichico…. psicologi clinici.

 ORTOPEDAGOGICA: comprende operatori di orientamento speciale


e di educazione… logopedisti, educatori, insegnanti di sostegno

 AREA SOCIALE : comprende le professioni che guardano alla


dimensione globale della persona ……assistente sociale o.o.s.
 Rispetto alle altre aree il lavoro sociale non si focalizza
su aspetti prettamente clinici o specialistici ma sulla
globalità della persona e sul problema stesso.
 Si muove cercando i punti di forza, le residualità, e farne
un punto di forza, con lo sguardo al contesto di vita
naturale…..sociale…..culturale
 Durante il suo intervento valuta l’interazione UOMO/
AMBIENTE
 Considera fondamentali la sfera EMOTIVA/
ORGANICA/ COMPORTAMENTALE/ AFFETTIVA,
concentrandosi sulla:

CAPACITA’ D’ AZIONE
Il soggetto dell’ intervento e’ quindi l’ uomo
Nelle sue strutture psicologiche e somatiche
Nei suoi valori etici
Nel suo ambiente
Nei suoi diritti
Nelle norme che si e’ dato
Nel rispetto verso gli altri
Nella sua autonomia
Nella sua liberta’
Nella sua vita.
L’uomo è
Dinamismo psicologico

Dinamismo ambientale

Dinamismo sociologico
Gli strumenti di lavoro dell’ O.S.S.

Il lavoro sociale utilizza alcuni strumenti che sono comuni


a diverse professioni, ma che si differenziano per gli
obiettivi da conseguire.(l’Ass.Soc.le utilizza il colloquio
ma lo conduce con varie tecniche )
I principali strumenti dell’ O.S.S.

 L’ osservazione
 La relazione d’ aiuto
 La documentazione e il passaggio di
consegne
 Le riunioni
 Il lavoro multidisciplinare o di èquipe
L’osservazione
Serve per “COGLIERE” gli elementi che vengono
esplicitati, più o meno chiaramente, dalle persone e
quindi per costruire, attraverso nessi e connessi, ipotesi
di intervento necessari nelle situazioni.

Questa procedura privilegia gli aspetti della comunicazione


verbale e non… mimica, gestualità, prossemica.

L’ operatore dovrà osservare in maniera sistematica, la


persona nel suo ambiente di vita, ponendo l’attenzione
anche ai soggetti con i quali la persona stringe relazioni
significative.

OSSERVARE pone le basi per una adeguata rilevazione


dei bisogni e che si traduce in
OPERATIVITA’
Nel lavoro sociale l’osservazione assume una importanza
fondamentale poiché spesso le informazioni sono scarse o
insufficienti.

Occorre “ALLENARSI” a saper osservare per conoscere e


definire il piano di lavoro in maniere coerente e
competente.

L’ attenzione costante dovrà essere tenuta dall’ o.s.s., nel


momento operativo con le persone evitando però un
coinvolgimento EMOTIVO TROPPO COINVOLGENTE che
potrebbe interferire nel lavoro e falsare l’ intervento, la
relazione d’ aiuto.

Possono infatti verificarsi alleanze e richieste sproporzionate


tali a sbilanciare il rapporto e non soddisfacibili o addirittura
manipolative
La relazione d’aiuto
E’ una funzione trasversale a tutte le professioni
sociali e sanitarie rivolte alle persone.
Può essere definita “incontro significativo” tra
due persone in cui :
Una è in condizione di bisogno, conflitto,
necessità, disabilità, patologia, rispetto ad un
problema o situazione o condizione.
L’altra si trova in una condizione di maggiore
adattamento, comprensione, competenza o
abilità rispetto all’ altro e quindi in un grado
superiore.
Può infatti stabilirsi una “EMPATIA / RELAZIONE” che sia
veramente d’ aiuto, che induce la persona in difficoltà a
rileggere e modificare atteggiamenti, comportamenti e
quindi

PRODURRE CAMBIAMENTI SIGNIFICATIVI

o lo porti ad avvicinarsi all’ altro e ad attivare risorse


interne o esterne.
Per lo più la relazione d’ aiuto nasce da una richiesta, dall’
istanza di essere sollevati e aiutati.
Da questo , la relazione significativa che ne deriva,
condiziona qualitativamente l’intervento.
Relazione d’ aiuto e partecipazione attiva/ empatica si
traducono in sviluppo delle interazioni personali-
La relazione d’aiuto è uno
spazio relazionale
Al quale è ammesso il singolo individuo, con i suoi limiti, le
sue fragilità in una relazione liberatoria di energie
costruttive
ACCETTARE E NON GIUDICARE

sono le parole chiave che stanno alla base della relazione


d’ aiuto e di cambiamento all’ interno di un rapporto di
fiducia.
L’operatore deve sempre accettare la persona così com’ è,
riconoscendole la sua unicità e diversità.
Questo approccio facilita la relazione d’ aiuto anche
materiale come per esempio vestirsi, lavarsi ecc…
Ma sostiene anche il rapporto psicologico .
Le abilità di base per una buona
relazione d’aiuto sono:
 Essere disponibili per dare sicurezza alla
persona e per facilitare il processo d’
aiuto
 Avere un atteggiamento empatico per
favorire l’ instaurarsi di una relazione
significativa
 Accettare la persona stimolandone le
potenzialità e capacità in vista della
maggiore autonomia possibile
La documentazione e il passaggio di
consegne
La documentazione è uno strumento indispensabile per
chi opera nei servizi sociali.
Si intende l’ insieme del materiale necessario per la
raccolta, la diffusione e la gestione dell’ informazione
sociale es. cartella sociale o medica, certificazioni, le
schede di osservazione, i piani operativi con la
rilevazione degli eventi quotidiani, le osservazioni dell’
oss.

E’ anche l’ insieme degli strumenti:


che facilitano il lavoro
favoriscono gli interventi
programmano le attività di servizio
verificano gli interventi
Gli obiettivi della documentazione:
 Garantire la qualità delle prestazioni.
 Memorizzare le informazioni per la gestione del
sistema socio sanitario.
La documentazione è quindi la memoria.

Cioè lo strumento che facilita l’ esercizio e


la valutazione del lavoro ed è la
comunicazione verso gli altri operatori.
Importante dare rilevanza al momento delle
consegne con gli altri colleghi, con un
linguaggio appropriato, con razionalità e
questo per la continuità dell’intervento.
E’ perciò determinante l’ utilizzo di schede
condivise, e non solo il passaggio orale
delle consegne come spesso avviene.
E’ buona prassi trasferire su carta o
informatizzare l’ andamento quotidiano
dell’ intervento dell’ oss.
Le riunioni
Le riunioni devono essere considerate una
parte del lavoro di gruppo determinante
per l’ aggiornamento delle situazioni, per
la verifica e per le modifiche da apportare
alle situazioni.
Possono essere :
Multiprofessionali
Interistituzionali
Multiprofessionali :
Di èquipe composte da diverse professionalità
provenienti da diversi servizi che lavorano al
caso
Ciascuno riveste un proprio ruolo non
sovrapponibile, e apporta la propria
professionalità.

Interistituzionali:

Con personale di diverse istituzioni come ente


locale, asl, scuola ecc..
INDICAZIONI METODOLOGICHE
PER L’OPERATIVITA’ DELL’OSS
 Premessa: analizzeremo alcuni concetti
fondamentali (che derivano dalla Psicologia e
dalla Sociologia) che fanno parte del bagaglio
culturale che l’OSS deve conoscere perché
utili ad instaurare una buona relazione
d’aiuto, a comprendere le dinamiche
relazionali delle persone e quindi offrire un
aiuto concreto per la soluzione dei problemi.
STRATEGIE DI COPING
 La parola inglese Coping può essere tradotta con
“tecnica del fronteggiamento” o “capacità di affrontare e
risolvere i problemi”.
 Dal verbo inglese To Cope = fronteggiare, risolvere
problemi
 Indica l’insieme di tutte quelle strategie mentali
comportamentali atte a fronteggiare una certa
situazione
 Reagire alle diverse situazioni della vita determina in un
soggetto la sua forza e l’influenza sugli avvenimenti:
 minore è la capacità di una persona di fronteggiare in
maniera adeguata le circostanze, maggiore sarà la sua
dipendenza da esse. Questa abilità varia da persona a
persona, può essere migliorata amplificando la propria
capacità di coping.
 Non ci si riferisce solo alla risoluzione pratica dei
problemi ma anche alla gestione delle proprie emozioni
e dello stress
IL COPING
 È dunque una strategia fondamentale per il
raggiungimento del benessere e presuppone una
attivazione comportamentale dell’individuo, che
lo renda protagonista e non soggetto passivo.
Possiamo affermare che una persona con un
elevato livello di reattività alle situazioni difficili,
riesca ad avere un migliore adattamento ed è in
grado di risolvere più velocemente i problemi.
Persona Azione

Compito/problema
Il problema può presentarsi in relazione
ad una scala di
intensità/gravità/complessità e può
spaziare
dal semplice al complesso.

Si giunge quindi ad una classificazione


dei “problemi” in una ipotetica
rappresentazione tridimensionale:
persona
situazione problematica
sistema di osservazione
Per l’OSS l’unità “persona/problema” è
quella minima da prendere in
considerazione nello svolgere il proprio
lavoro e deve anche essere la base per
una esplorazione più ampia (lavoro di
rete).

Mentre il soggetto vede solo il suo bisogno,


l’operatore osserva
contemporaneamente il problema e la
persona, risultando esterno al coping
stesso.
Persona 1

Persona 2
PROBLEMA
AZIONE
Persona 3

Persona 4 OSSERVATORE
OSS
L’OSS E IL CLINICO:
DIVERSA PROSPETTIVA

PERSONA PERSONA PROBLEMA

PATOLOGIA

OPERATORE CLINICO OPERATORE SOCIALE


(area medica) (area sociale)
IL “PROBLEM SOLVING”
Il percorso :
Tra la difficoltà e la sua soluzione c’è un
processo, ovvero il modo per organizzare
le risorse, per affrontarlo e risolverlo.

Questo percorso processuale viene definito

PROBLEM SOLVING
QUINDI RISOLVERE UN PROBLEMA
E’ CAMBIARE UNA SITUAZIONE

problema soluzione

problem
solving

A B
Il processo si snoda in sei fasi:
 Percezione del problema: si riconosce il problema e ci si
dichiara pronti ad affrontarlo
 Definizione del problema: si individua la vera natura dello
stesso.
 Analisi del bisogno: si cerca di definire le aree di intervento e
le probabili connessioni tra esse.
 Individuazione di soluzioni alternative
 Valutazione delle alternative: si esaminano e si valutano
criticamente per scegliere le più opportune.
 Decisione / operatività.
RELAZIONE TRA COPING E PROBLEM SOLVING

Esiste di fatto una relazione: infatti si ha un coping


(o azione inceppata) quando non si è capaci di
affrontare una situazione.

Il problem solving è invece il processo messo in


atto per trovare la soluzione.
IL FARE …..da solo …..e insieme

 LA RIFLESSIONE: che è la capacità di


rinviare all’ interlocutore la sintesi, più
esatta possibile, di ciò che si deve fare e di
ciò che il soggetto può fare.

 LA DELUCIDAZIONE: chiarire in modo


semplice quello che si può fare insieme.
In sintesi:
Il messaggio che deve passare è :
Io (operatore) non posso fare da solo, lei non può fare a
solo,
ma insieme possiamo
Una persona che si sente coinvolta, investita di “potere”
all’oss. rafforza la sua autostima:

Ciò produce un consolidamento del rapporto di fiducia e un


coinvolgimento nella relazione di aiuto.

“noi faremo insieme”


IL SISTEMA FAMIGLIA E IL SUO CICLO
VITALE
Per SISTEMA si intende: UN INSIEME DI ELEMENTI IN
RELAZIONE TRA LORO, TALE CHE QUALSIASI
MODIFICAZIONE I UNO DI ESSI COMPORTA UNA
MODIFICAZIONE NEGLI ALTRI.
Il “sistema famiglia” si deve intendere come un sistema
aperto e stabile di relazioni e interazione continua.
Ogni membro non può essere considerato a sé e lo stesso
sistema famiglia deve relazionarsi con altri sistemi al di
fuori: famiglie, istituzioni, servizi,ecc.
LA FAMIGLIA E’ UN SISTEMA DINAMICO
 Formazione della coppia

 Nascita di figli

 Crescita dei figli

 Uscita dei figli dalla famiglia

 Nido vuoto

 Età di mezzo

 Pensionamento

Ciclo vitale
IL LAVORO SOCIALE E LA RETE

La rete può essere resa graficamente come


un insieme di punti, dove i punti
rappresentano persone, gruppi, istituzioni
e servizi.
RETI PRIMARIE famiglia
RETI CORTE vicinato
RETI FORMALI servizi e istituzioni
RETI INFORMALI volontariato
associazioni
Le reti sono un elemento fondamentale nel
lavoro sociale, attivano risorse e creano
rapporti e supporti e risultano
indispensabili nel lavoro sociale.

Anche l’ oss. deve lavorare in rete


Il case menagement

E’ una strategia di lavoro di rete che ,


attraverso il coordinamento dei servizi
del territorio, è in grado di definire i piani
assistenziali di cura e prevenzione per una
persona.
Obiettivo migliorare la qualità della vita,
potenziando risorse e servizi ponendo al
centro la PERSONA
Fasi:

 presa in carico della situazione


 analisi del problema
 Predisposizione del piano assistenziale
 Collegamento/coordinamento tra i servizi
e risorse
 Controllo/verifica (prima durante e poi)
Il contenuto del piano assistenziale
 Le aree di priorità di intervento

 Gli obiettivi a breve e lungo termine

 I servizi interessati

 I soggetti coinvolti

 Il coinvolgimento del soggetto destinatario dell’


intevento
Grazie a tutti per l’ attenzione

Maria Grazia Giommini

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