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Squadra (A,B,C) B
Tavolo N° 4
Componenti:
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MISURAZIONE DELLE RESISTENZE
1. OBIETTIVI
Verificare il valore della resistenza di #2 resistori e la coerenza dei dati ottenuti sperimentalmente con i
valori ricavati attraverso la lettura del codice colore.
Nei calcoli seguenti, tutti gli elementi circuitali sono considerati ideali.
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4. RISULTATI ATTESI (TEORICI)
Il codice colore è una convenzione che permette l’immediata lettura del valore di una resistenza. Consiste in
quattro o cinque bande colorate disposte sequenzialmente lungo l’asse del resistore stesso. Le prime tre o
quattro bande indicano il valore nominale della resistenza. L’ultima indica la tolleranza che il valore reale
deve rispettare.
Nel nostro caso:
R1 R2
Parallelo Req 6.667 kΩ
R1 R2
Serie Req R1 R2 30 kΩ
5. RISULTATI SPERIMENTALI
6. CONCLUSIONI
Nel procedere della misura si è reso necessario pressare i terminali metallici dei cavi sulle estremità
del resistore utilizzando le dita. Lasciandolo semplicemente appoggiato sulle punte metalliche la misura
risulta estremamente imprecisa poiché qualunque perturbazione esterna, ad esempio vibrazioni, causa un
errore di misura che non permette di ottenere un valore attendibile, in quanto in ogni istante il multimetro
legge valori molto diversi tra loro.
Questo modo di procedere causa tuttavia un errore, seppur ben più modesto, dovuto al contatto con
le dita stesse che collegano il corpo (che ha resistenza dell’ordine del MΩ) in parallelo con gli elementi in
esame: il multimetro “vede” una resistenza inferiore.
Per evitare questo problema si è agito fissando, in un secondo momento, i resistori su una basetta
millefori e pressando sopra i terminali. Si è evitato così il contatto con le dita.
L’errore calcolato con questo modo di procedere risulta del tutto accettabile, non solo rientra pienamente nel
range di tolleranza dichiarato dal costruttore (5%) ma è ≤1%: possiamo quindi affermare di avere ottenuto
una misura ragionevolmente precisa.
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PARTITORE RESISTIVO DI TENSIONE IN C.C.
1. OBIETTIVI
Verificare sperimentalmente la Legge di Kirchhoff delle Tensioni (KVL) attraverso il partitore di tensione.
Si è costruito il circuito posizionando i resistori in serie sulla basetta millefori (come in figura).
Le resistenze sono state connesse al generatore tramite due morsetti a coccodrillo.
Il generatore è stato impostato a 5 V.
È stata misurata la tensione a vuoto e assunta come potenziale teorico Eth.
Infine, per effettuare la misura, i morsetti collegati al multimetro, sono stati posizionati, in due fasi
successive, in parallelo alle resistenze, così da rilevare la caduta di tensione su R1 e R2.
Come controprova è stata misurata la caduta di potenziale su R1 + R2.
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4. RISULTATI ATTESI (TEORICI)
R1
Resistenza 1 V1 Eth 1.718 V
R1 R2
R2
Resistenza 2 V2 Eth 3.437 V
R1 R2
E E V1 V2 5.155 V
5. RISULTATI SPERIMENTALI
Come controprova, abbiamo calcolato la somma tra V1 e V2 (ad ulteriore verifica della KVL risulta
uguale al valore di E):
6. CONCLUSIONI
La Legge di Kirchhoff delle Tensioni afferma che il potenziale elettrico è funzione solo della
posizione e non dipende quindi dal percorso seguito. Di conseguenza lungo un circuito chiuso, la sommatoria
di tutte le tensioni è pari a 0V.
Per i calcoli teorici sono stati
utilizzati i valori nominali dei resistori:
l’errore percentuale ottenuto risulta
imputabile unicamente ad un valore
errato della resistenza inserita nelle
formule teoriche. Utilizzando infatti i
valori misurati al primo esperimento
l’errore si riduce allo 0%. Ovviamente i
valori misurati con il multimetro
risentono dell’errore strumentale di
quest’ultimo, che non possiamo né
correggere né stimare.
Come controprova abbiamo
sommato i valori di V1 e V2: possiamo
vedere che questo valore si discosta di
solo lo 0.06% da E, a riconferma della
validità di quanto esposto. Si sottolinea
il fatto che la caduta di potenziale su un resistore è proporzionale al valore della resistenza stessa, come ci si
attende dalla formula del partitore e che la tensione misurata a vuoto risulta uguale (seppur fino alla terza
cifra decimale) alla caduta di tensione misurata sulle due resistenze in serie.
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PARTITORE RESISTIVO DI CORRENTE IN C.C.
1. OBIETTIVI
Verificare sperimentalmente la Legge di Kirchhoff delle correnti (KCL) attraverso il partitore di corrente.
Si è costruito il circuito posizionando i resistori in parallelo sulla basetta millefori (come in figura).
Le resistenze sono state connesse al generatore tramite due morsetti a coccodrillo.
Il generatore è stato impostato a 5.1 V.
Per effettuare la misura, il multimetro, è stato posizionato, in due fasi successive, in serie ad ogni
resistenza, così da rilevare la corrente passante per le singole R1 e R2. Per collegare in parallelo le
due resistenze, i loro estremi vanno allacciati sulla stessa fila della basetta. Per aggiungere in serie ad
una singola resistenza l’amperometro, un estremo del resistore prescelto si inserisce in una diversa
riga della basetta e tra le due resistenze così posizionate viene inserito l’amperometro.
Sono state misurate la corrente erogata I e la tensione imposta Eth.
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4. RISULTATI ATTESI (TEORICI)
La tensione a vuoto misurata è Eth = 5.430 V. La resistenza equivalente (calcolata a pag. 3) è Req = 6.667 kΩ.
La formula utilizzata per calcolare I1 e I2 è il partitore di corrente.
Eth
Ith I th 0.815 mA
Req
R2
Resistenza 1 I1 I th 0.543 mA
R1 R2
R1
Resistenza 2 I2 I th 0.272 mA
R1 R2
5. RISULTATI SPERIMENTALI
6. CONCLUSIONI
La Legge di Kirchhoff delle Correnti afferma che la sommatoria delle correnti entranti ed uscenti da
una superficie chiusa è pari a 0A. Nel caso particolare di un nodo, le correnti entranti sono uguali alle
correnti uscenti. Per verificare
tale legge abbiamo utilizzato il
partitore di corrente, verificando
che i valori misurati siano
coerenti con le correnti calcolate.
In effetti i valori misurati si
discostano di meno dell’1%
rispetto ai dati teorici.
Ciononostante l’errore è
maggiore di quello ottenuto nel
secondo esperimento poiché la Ith
è stata calcolata tramite la Req
teorica, che differisce da quella
reale per lo 0,72% (pag. 3).
Come già detto per il secondo
esperimento, è l’utilizzo dei
valori ideali delle resistenze a
causare gli errori sopra elencati:
utilizzando infatti i valori
sperimentali l’errore si riduce
allo 0%.
È infine interessante notare che, come ci si aspetta dalla formula del partitore, la corrente passante
per un ramo del parallelo è direttamente proporzionale alla resistenza presente sul ramo opposto.
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