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Nacque a Bordeaux intorno al 310 d.C.

e fu chiamato a corte nel 364 come


maestro del futuro imperatore Graziano, ricoprendo in seguito importanti
cariche pubbliche.
Numerosissime le opere (quasi tutte poetiche) giunte a noi col titolo
complessivo di Opuscula, precedute da tre Praefatiunculae.
Ausonio è il più noto fra i poeti dotti attivi nella seconda metà del IV secolo. La
sua opera è fortemente segnata dalla sua attività di maestro di scuola: i temi
delle sue molte poesie, sono quelli tipici del mondo dell’insegnamento, e
anche la scrupolosa attenzione nella scelta delle parole ed il gusto per i giochi
metrici dimostrano tutta l’esperienza del retore. Sarebbe sbagliato però
pensare che tale poesia fosse sentita dai contemporanei come astrusa e ce lo
dimostra la stessa vicenda personale di Ausonio, al quale l’attività politica aprì
l’accesso a corte e garantì successo e potere.
Le opere meglio riuscite sono l’Epitaphia, iscrizioni fittizie per le tombe dei
grandi personaggi della letteratura ed i Parentalia, carmi che il poeta dedica ai
propri defunti. (DUE ESEMPI DI POESIA FUNERARIA)
Vanno ricordati anche 114 epigrammi e le 25 epistole metriche ad amici: tra
questi alcuni dei personaggi più importanti del tempo, come l’oratore
Simmaco o Paolino di Nola. Importante anche un omaggio all’alta burocrazia
ovvero l’Ephemeris che descrive la giornata tipo di un alto burocrate
imperiale.
Nella sua poesia Ausonio dà un certo spazio alle cose tratte dalla vita sua e di
chi gli sta intorno. Egli mostra invece totale sordità ai reali problemi – sociali,
economici, politici – che minano la solidità dell’Impero.
Nella visione ideale di Ausonio non c’è posto per le frontiere insicure, o
l’impoverimento delle campagne, le dispute religiose fra setta e setta: lo stato
è considerato ancora quello del I secolo d.C.; i barbari sono sempre inferiori
fornitori di schiavi e sconfitti; i luoghi di confine, dove ormai hanno luogo
continui scontri militari, vengono ancora considerati come piacevoli mete di
turismo e svago

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