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• \title{ Esperienza 3\\ Laboratorio Di Termodinamica\\Ciclo di Brayton-
Joule }
• \date{25 Novembre 2021}
• \author{Federico Fanelli}



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• \begin{document}

• \maketitle


• \begin{FlushRight}
• {
• \vspace{5mm}
• Condizioni ambientali ad inizio esperimento \\
• Temperatura (21.4$\pm$0.2)°C \\Pressione (1005.3$\pm$5.0) mbar
• \vspace{5mm}}
• \end{FlushRight}
• \vspace{5mm}

• \section{Breve sommario.}
• L'obiettivo dell'esperienza è lo studio delle leggi sui gas , in particolare ,
facendo rifermento al ciclo di Brayton-Joule si verificheranno le relazioni
che intercorrono fra le coordinate termodinamiche del sistema , l'energia e
il lavoro .\\

• \section{Introduzione alla fisica
dell'esperimento.}\label{sec:introduzione}
• La fisica dell'esperimento è strettamente collegata alla legge di
conservazione dell'energia, in particolare allo scambio di energia che
intercorre fra il lavoro generato durante il ciclo termodinamico e quello
fatto per sollevare una massa m di un altezza $\Delta h$ ,che per
trasformazioni quasi statiche è data dalla relazione:\\
• \begin{equation}\label{eq:conservazione}
• m g \Delta h=\oint_{ciclo} p~dV
• \end{equation}
• Nel caso di trasformazioni quasi statiche quindi è possibile stimare il
lavoro del ciclo come l'area descritta dal bordo del ciclo nel piano p-V.\\
• Entrando nello specifico del ciclo di Brayton-Joule, sappiamo che esso è
composto, nel caso ideale, da una compressione adiabatica , un
espansione isobara, un espansione adiabatica e una contrazione isobara ,
tutte reversibili. Uno schema di questo ciclo è dato dall'immagine
~\ref{fig:ciclo ideale} .\\

• \begin{figure}[ht!]
• \centering
• \includegraphics[width = 7 cm\textwidth, keepaspectratio]
{ciclo-brayton.jpg}
• \caption{Un ciclo di Brayton-Joule ideale nel piano p-V}
• \label{fig:ciclo ideale}
• \end{figure}
• Nel caso preso in esame in questo esperimento , poichè non è possibile
nella realtà ottenere una trasformazione perfettamente reversibili,
lavoreremo con trasformazioni il più possibili quasi statiche così che il
limite pratico che tratteremo sia il più aderente possibile alla teoria,
tuttavia per le trasformzioni adiabatiche data la loro natura di
trasformazioni veloci , non sarà possibile trattare neanche questo limite di
quasi staticità.\\
• \newpage

• \section{Descrizione esperimento.}

• \subsection{Setup sperimentale}\label{sec:setup}
• L'apparato sperimentale consiste in:\\
• $\bullet$ \textbf{un sistema pistone-cilindro} collegabile ad una camera
ad espansione .
• Le misure caratteristiche del sistema sono : \\il diametro del pistone
$D=32.5\pm0.1~mm$ ;\\la massa del pistone e della piattaforma
$M=35\pm 0.6 ~g$.\\
• $\bullet$ \textbf{Un sistema data-studio}, utilizzando per l'occasione 3
sensori \\
• Sensore posizione angolare con risoluzione massima di $\frac{1}
{1440}$ di giro\\
• Sensore di bassa pressione , con pressione massima misurabile di 10 kPa
e sensibilità di 0.005 kPa\\
• Sensore di temperatura con sensibilità di 0.05 °C.\\
• Oltre a ciò a disposizione ci sono 2 calorimetri delle mescolanze , che
verranno tuttavia utilizzati come sorgenti per far funzionare la macchina
termica .\\
• I campioni si completano con 3 dadi zincati e un bullone di masse :
$m_1=(15.6\pm0.1)g~~~m_2=(15.1\pm0.1)g~~~m_3=(15.3\pm0.1)g~~~
m_4=(38.6\pm0.1)g$ che verranno usati di volta in volta per aumentare la
pressione sul pistone.\\
• \newpage

• \subsection{Strategia di misura}\label{sec:strategia misure }
• Le misure vengono prese attraverso il software data-studio e tramite i
sensori descritti nella sezione \ref{sec:setup}.\\
• Tramite i sensori , vengono registrati i valori confrontandoli fra loro in 3
modi: il variare della temperatura in funzione del tempo, il variare della
pressione in funzione del tempo e il variare della pressione in funzione
della posizione (e quindi il volume) .\\
• Questi grafici vengono presi mentre si fanno le seguenti operazioni per
effettuare il ciclo :\\
• \begin{enumerate}
• \item il pistone alla quota $h_0$ e con la camera in cui vi è inserito il
termometro immersa nella sorgene fredda $S_f$ si trova allo stato 1,
poggiando sul piatto del pistone una massa m il sistema subisce una
trasformazione veloce (e quindi considerabile adiabatica) che la porta a
uno stato 2.\\
• \item Dallo stato 2 allo stato 3 si passa immergendo la camera con il
termometro nella sorgente calda $S_c$, l'aria scaldantosi si espande e per
mantenere l'equilibrio meccanico con l'ambiente la pressione deve
rimanere costante , per cui la massa m si porta a una quota
$h'=h_0+\Delta h$ e quindi si definisce il nuovo stato di equilibrio 3\\
• \item La trasformazione dallo stato 3 al 4 si ottiene rimuovendo la
massa m dal pistone , per cui la pressione del sistema diminuisce in modo
repentino allora anche in questo caso è considerabile adiabatica.\\
• \item Per tornare allo stato iniziale a questo punto non rimane altro che
riportare la camera col termometro alla sorgente $S_f$ così che il gas
contraendosi a pressione costante torna al punto di partenza. \\

• \end{enumerate}
• Tutte queste operazioni verranno ripetute per 4 condizioni diverse in cui
varieranno le temperature delle 2 sorgenti e la massa m che eserciterà la
pressione sul pistone.\\
• \newpage
• \subsection{Strategia per il fit lineare}\label{sec:fit}
• Tutte le trasformazioni di tutti i cicli verranno approssimate tramite fit
lineari (si verificherà poi la validità di tale approssimazione), indi per cui
procediamo ora a illustrarne in generale il procedimento.\\
• Se due grandezze x e y sono legati da una formula del tipo y=mx+c, noi ,
avendo effettuate delle misure di x e y possiamo andare a stimare il valore
di m e q tramite i seguenti passi:\\
• \begin{enumerate}
• \item Effettuiamo un fit trascurando le incertezze sulle x tramite le
formule:\\
• $\bullet$ Coefficiente angolare della retta di "best fit" in un modello
lineare.\footnote{I valori medi indicati sono ottenuti tramite medie pesate
con pesi $w_i=\frac{1}{\sigma_i}$}
• \begin{equation}\label{eq:coefficiente angolare}
• m=\frac{Cov[x,y]}
{Var[x]}=\frac{\overline{xy}-\overline{x}\cdot\overline{y}}
{~\overline{x^2}-\overline{x}^2}
• \end{equation}

• $\bullet$ Incertezza sul coefficiente angolare della retta di "best fit"
in un modello lineare.\footnote{I valori medi indicati sono ottenuti
tramite medie pesate con pesi $w_i=\frac{1}{\sigma_i}$}
• \begin{equation}\label{eq:incertezza coefficiente angolare}
• \sigma_m=\frac{1}{\sqrt{Var[x]}\sqrt{\sum_i \frac{1}
{\sigma_{i}^2} } }=\frac{1}
{\sqrt{~\overline{x^2}-\overline{x}^2}\sqrt{\sum_i \frac{1}
{\sigma_{i}^2} } }
• \end{equation}

• $\bullet$ Intercetta all'origine della retta di "best fit" in un modello
lineare. \footnote{I valori medi indicati sono ottenuti tramite medie pesate
con pesi $w_i=\frac{1}{\sigma_i}$}
• \begin{equation}\label{eq:intercetta all'origine}
• c=\overline{y}-m\overline{x}
• \end{equation}

• $\bullet$ Incertezza sull'intercetta all'origine della retta di "best fit"
in un modello lineare. \footnote{I valori medi indicati sono ottenuti
tramite medie pesate con pesi $w_i=\frac{1}{\sigma_i}$}

• \begin{equation}\label{eq:incertezza intercetta all'origine}
• \sigma_c=\sqrt\frac{\overline{x^2}}
{\sqrt{Var[x]}\sqrt{\sum_i \frac{1}{\sigma_{i}^2} } }
=\sqrt{\frac{\overline{x^2}}
{\sqrt{~\overline{x^2}-\overline{x}^2}\sqrt{\sum_i \frac{1}
{\sigma_{i}^2} } }}
• \end{equation}
• \item Dopo di che ,con i valori appena trovati di m e c , stimiamo
dai valori delle nuove incertezze per le y usando anche le incertezze sulle
x tramite la formula :\\
• $\bullet$ Stima delle incertezze in un modello lineare
note le incertezze sulle $x$ e sulle $y$.
• \begin{equation}\label{eq:incertezze x e y}
• \sigma_i = \sqrt{\sigma_{y_i}^2+(m\sigma_{x_i})^2}
• \end{equation}
• e ripetiamo il procedimento del punto 1 con le nuove incertezze
sulle y.\\
• \item Iteriamo il punto 2 finché le variazioni dei valori di m e q
sono trascurabili, fatto ciò studiamo i residui tramite le formule:\\
• $\bullet$ Calcolo dei residui in un modello lineare.
• \begin{equation}\label{eq:residui}
• d_i = y_i - y_{i_{atteso}} = y_i - (m_i+c)
• \end{equation}

• $\bullet$ Calcolo dei residui normalizzati in un modello lineare.
• \begin{equation}\label{eq:residui normalizzati}
• N=\frac{d_i}{ \sigma_{y_i}}
• \end{equation}\\
• \item Dallo studio dei residui notiamo se i nostri valori ci
soddisfano abbiamo concluso l'analisi, in caso di risposta negativa , siamo
costretti rivedere le nostre incertezze sulle y e rivalutarle a posteriori
tramite la formula:\\
• $\bullet$ Calcolo delle incertezze a posteriori in un
modello lineare.
• \begin{equation}\label{eq:incertezze a posteriori}
• \sigma_{post} = \sqrt{\frac{\sum_i (y_i-y_{atteso})^2}{N-
2}} = \sqrt{\frac{\sum_i (y_i-(mx_i+c))^2}{N-2}}
• \end{equation}
• \item Con le incertezze a posteriori sulle y ripetiamo il punto 1 e
otteniamo così la miglior stima per m e c.\\

• \end{enumerate}
• Inoltre , le incertezze verranno intese nel loro significato di deviazione
standard delle distribuzione di probabilità gaussiana della misura, per cui
la propagazione delle incertezze in ciascun calcolo verrà effettuata tramite
l'applicazione della formula :
• $\bullet$ Propagazione date n misure indipendenti di variabili
casuali $x_i$ legate da una funzione y($x_i$).
• \begin{equation}\label{eq:propagazione delle incertezze generale}
• \sigma = \sqrt{\sum_i(\frac{\partial x_i}{\partial
x})^2\sigma^2_{x_{i}} }
• \end{equation}
• \newpage

• \section{Analisi Dati}
• Riportiamo per ciascun ciclo in tabella \ref{tab:condizioni iniziali} le
condizioni usate per ogni ciclo.\\
• \begin{table}[h!]
• \centering
• \begin{tabular}{|l|c|c|c|c|}
• \hline
• Ciclo & $h_0$ [mm] & T $S_c$ [K] & T $S_f$ [K] \\
• \hline
• \hline
• 1 & 49 & 320 & 288 \\
• \hline
• 2 & 47 & 314 & 291 \\
• \hline
• 3 & 46 & 313 & 293 \\
• \hline
• 4 & 44 & 312 & 293 \\
• \hline
• \end{tabular}

• \caption{Valori riassuntivi per il lavoro compiuto dalla
macchina termodinamica lungo ciascun ciclo .}
• \label{tab:condizioni iniziali}
• \end{table}

• \subsection{Confronto ciclo rale ciclo atteso}

• Il primo passo per analizzare i dati è capire se il ciclo ottenuto rispecchia
il ciclo atteso , e quindi se esso è formato come il ciclo in figura
\ref{fig:ciclo ideale}.\\
• Si riportano in figura \ref{fig:cicli} le immagini dei dati ottenuti nei
quattro cicli in esame sul piano P-V aggiungendo al sistema cilindro-
pistone . \\Benchè il grafico sia "sporcato" da effetti che non riguardano
la trasformazione , ma che riguardano ad esempio la risposta elastica del
gas alla contrazione , esso rappresenta un ciclo termodinamico in quanto
punto di partenza e punto finale coincidono. \\ Inoltre si puo notare come
le trasformazioni isobare seguono perfettamente l'andamento atteso
posizionanodosi in una configurazione orizzontale , mentre per le
trasformazioni adiabatiche , di cui disponiamo di meno punti sul grafico ,
appaiono meno accentuate rispetto al caso ideale e quindi sembrano
disporsi lungo un segmento di retta retta.\\
• \begin{figure}[h!]
• \centering
• \includegraphics[width = 5 cm\textwidth, keepaspectratio]
{ciclo1.png}\quad\includegraphics[width = 5 cm \textwidth,
keepaspectratio]{ciclo2.png}\quad\includegraphics[width = 5 cm
\textwidth, keepaspectratio]{ciclo3.png}\quad\includegraphics[width = 5
cm \textwidth, keepaspectratio]{ciclo4.png}
• \caption{Dati nel piano di Clapeiron dei 4 cicli}
• \label{fig:cicli}
• \end{figure}

• La lineraità riscontrata nei grafici \ref{fig:cicli} ci suggerisce un metodo
per definire le coordinate termodinamiche dei punti A,B,C,D di ogni ciclo
riassumibile in pochi semplici passi:
• \begin{enumerate}
• \item ripulendo il grafico da tutte le impurità date dalle condizioni
esterne al problema possiamo effettuare 4 diversi fit lineari , uno per
ciascuna trasformazione .\\
• \item Per i fit sulle trasformazioni isobare verifichiamo per prima cosa
se il coefficente angolare è compatibile con lo 0 , così che le rette risultino
orizzontali , se così fosse prendiamo come retta la retta $y = c$ con c
intercetta all'origine .\\
• \item per i fit sulle trasformazioni adiabatiche invece si ottengono le
migliori stime di m e c e quindi la retta di best fit sarà della forma più
generale $y=mx+c$\\
• \item una volta ottenute le 4 rette di best fit si possono ottenere le
coordinate dei 4 punti A,B,C,D trovando le intersezioni fra le 4 rette
ottenute con i fit, tramite semplici sitemi lineari.\\
• \end{enumerate}

• Tramite i passi appena enunciati si ottengono le rette di best fit riportate
in tebella \ref{tab:rette} e i punti riportati tabella \ref{tab:punti} in in
figura \ref{fig:rette}.\\

• \begin{table}[ht!]
• \centering
• \begin{tabular}{|l|c|c|c|c|}
• \hline
• Ciclo & Retta per AB & Retta per BC \\
• \hline
• \hline
• 1 & $y=(-1.051 \pm 0.057)x+(0.081\pm0.011)$
&$y=(0.51\pm1.3)x+(0.603\pm0.085)$\\
• \hline
• 2 & $y=(-1.412 \pm 0.044)x+(0.112\pm0.024)$
&$y=(0.74\pm1.2)x+(0.795\pm0.064)$\\
• \hline
• 3 & $y=(-1.18534 \pm0.06045)x+(0.240\pm0.011)$
&$y=(0.88\pm1.5)x+(0.973\pm0.073)$\\
• \hline
• 4 & $y=(-1.11634 \pm 0.03796)x+(0.240\pm0.011)$
&$y=(0.94\pm1.6)x+(1.451\pm0.068)$\\
• \hline
• \end{tabular}

• \begin{tabular}{|l|c|c|c|c|}
• \hline
• Ciclo & Retta per CD & Retta per DA \\
• \hline
• \hline
• 1 & $y=(-1.75 \pm 0.070)x+(9.13\pm0.23)$
&$y=(0.61\pm1.1)x+(0.385\pm0.025)$\\
• \hline
• 2 & $y=(-1.098 \pm 0.036)x+(7.53\pm0.16)$
&$y=(0.51\pm1.3)x+(0.384\pm0.021)$\\
• \hline
• 3 & $y=(-1.016 \pm 0.038)x+(3.921\pm0.061)$
&$y=(0.77\pm0.91)x+(0.387\pm0.032)$\\
• \hline
• 4 & $y=(-1.167 \pm 0.035)x+(0.240\pm0.011)$
&$y=(0.57\pm0.84)x+(0.379\pm0.019)$\\
• \hline
• \end{tabular}

• \caption{Valori riassuntivi per le rette ottenute nei fit, i
coefficenti angolari sono espressi in $[\frac{kPa}{cm^3}]$,le x in
[$cm^3$], mentre le y e le intercette all'origine in [$kPa$] .}
• \label{tab:rette}
• \end{table}



• \begin{table}[ht!]
• \centering
• \begin{tabular}{|l|c|c|c|c|}
• \hline
• Ciclo & Pressione A [kPa] & Volume A [$cm^3$] &
Prossione B [kPa] & Volume B [$cm^3$] \\
• \hline
• \hline
• 1 & $0.385 \pm 0.010$ & $-0.2903\pm0.0099$
&$0.603 \pm 0.014 $ &$-0.497 \pm 0.018$\\
• \hline
• 2 &$0.387 \pm 0.012$ & $-0.2073 \pm0.0049$
&$0.797 \pm0.018$ &$-0.497 \pm0.023 $\\
• \hline
• 3 & $0.385 \pm0.014$ & $-0.1244 \pm0.0053$ &
$0.975 \pm0.032 $ & $-0.622 \pm0.017$\\
• \hline
• 4 & $0.385 \pm0.013$ & $-0.1244 \pm0.0042$ &
$1.451 \pm 0.062 $ & $-1.078 \pm0.029$ \\
• \hline
• \end{tabular}
• \begin{tabular}{|l|c|c|c|c|}
• \hline
• Ciclo & Pressione C [kPa] & Volume C [$cm^3$] &
Prossione D [kPa] & Volume D [$cm^3$] \\
• \hline
• \hline
• 1 &$0.603 \pm 0.017$ & $4.89 \pm 0.15$&
$0.385\pm0.014$ &$5.02 \pm 0.21 $\\
• \hline
• 2 & $0.797 \pm0.019$ & $6.10 \pm0.13$ & $0.385
\pm0.012$ & $6.47 \pm0.11$\\
• \hline
• 3 & $0.975 \pm0.018$ & $2.903 \pm0.061$ &
$0.385 \pm0.015$ & $3.48 \pm0.15$\\
• \hline
• 4 & $1.451 \pm0.026$ & $2.239\pm0.024$ & $0.385
\pm0.014$ & $3.152 \pm0.066$\\
• \hline
• \end{tabular}


• \caption{Valori riassuntivi per le coordinate termodinamiche
degli stati di equilibrio per ciascun ciclo .}
• \label{tab:punti}
• \end{table}

• \begin{figure}[h!]
• \centering
• \includegraphics[width = 5 cm\textwidth, keepaspectratio]
{fit1.png}\quad\includegraphics[width = 5 cm \textwidth,
keepaspectratio]{fit2.png}\quad\includegraphics[width = 5 cm \textwidth,
keepaspectratio]{fit3.png}\quad\includegraphics[width = 5 cm \textwidth,
keepaspectratio]{fit4.png}
• \caption{Best fit lineare del ciclo}
• \label{fig:rette}
• \end{figure}
• \newpage

• \subsection{Calcolo del lavoro }\label{sec:lavoro}
• A questo punto possiamo procedere con il calcolo del lavoro totale
durante i cicli , tramite lo studio delle aree dei quadrilateri sviluppatosi
nei fit , a questo scopo ricorriamo alla formula di Gauss per il calcolo
delle aree:
• \begin{equation}\label{eq:Gauss}
• A=\frac{1}{2}|\sum_{i=1}^n x_iy_{i+1}-x_{i+1}y_i|
• \end{equation}
• Quindi applicando la formula \ref{eq:Gauss} ai punti in tabella
\ref{tab:punti}, in cui le x rappresentano i Volumi e le y le pressioni
otteniamo i risultati in tabella \ref{tab:lavori}:\\
• \begin{table}[ht!]
• \centering
• \begin{tabular}{|l|c|c|c|c|}
• \hline
• Ciclo & Lavoro [mJ] & incertezza [mJ] \\
• \hline
• \hline
• 1 & 1.166 & 0.043\\
• \hline
• 2 & 2.110 & 0.077\\
• \hline
• 3 & 2.72 & 0.11 \\
• \hline
• 4 & 3.52 & 0.14\\
• \hline
• \end{tabular}

• \caption{Valori riassuntivi per il lavoro compiuto dalla
macchina termodinamica lungo ciascun ciclo .}
• \label{tab:lavori}
• \end{table}

• Un indice per verificare la corretta riuscita dell'esperimento è
verificare se il lavoro termodinamico di ciascun sistema sia compatibile
con quello necessario per sollevare ciascuna massa m (come da formula
\ref{eq:conservazione} ), in tabella \ref{tab:lavori a confronto} viene
effettuata tale verifica.\\
• \begin{table}[ht!]
• \centering
• \begin{tabular}{|l|c|c|c|c|c|}
• \hline
• Ciclo & Massa[g] & $\Delta h$ [mm] & L.
meccanico[mJ] & L. termodinamico[mJ] & Compatibilità \\
• \hline
• \hline
• 1 & $15.6 \pm0.1$& $7.87\pm 0.26$ & $1.196 \pm
0.045$ & $1.166\pm 0.043$ & 0.48\\
• \hline
• 2 & $30.7\pm0.1$& $7.01 \pm 0.31$ &$2.135 \pm
0.081$ & $2.110\pm0.077$ & 0.22\\
• \hline
• 3 & $46.1\pm0.1$& $6.09 \pm 0.20$ & $2.76 \pm
0.14$ & $2.72 \pm 0.11$ & 0.23\\
• \hline
• 4 & $84.7\pm0.1$& $6.87 ± 0.32$ & $4.73 ± 0.23$ &
$3.52 \pm 0.14$ & 4.5\\
• \hline
• \end{tabular}

• \caption{Valori riassuntivi per il confronto fra il lavoro
termodinamico e quello meccanico.}
• \label{tab:lavori a confronto}
• \end{table}


• \newpage
• \subsection{Calcolo del rendimento}
• Un ulteriore verifica da fare nel caso di cicli termodinamici è ovviamente
il calcolo del rendimento del ciclo, per renderci conto se esso sia
effettivamente vantaggioso oppure no.\\
• Il rendimento nella sua forma più generale è descritto dalla fromula :
• \begin{equation}\label{eq:rendimento}
• \eta=\dfrac{L_{tot}}{Q_{ass}}
• \end{equation}
• Per ogni ciclo il lavoro è già stato calcolato nella sezione \ref{sec:lavoro},
non ci resta altro che calcolare il calore assorbito in ogni ciclo.\\
• Il calore viene assorbito solo nell'espansione isobara come illustrato
anche in figura \ref{fig:ciclo ideale}, indi per cui ci limitiamo a studiare
soltanto quella regione del grafico.\\
• Per trasformazioni isobare il calore scambiato è espresso dalla relazione :
• \begin{equation}\label{eq:Q ass}
• Q=nc_p\Delta T
• \end{equation}
• Se trattiamo l'aria come un gas perfetto biatomico conosciamo cp dato
dalla relazione $c_p=\frac{5}{2}R$ in cui R è la costante universale dei
gas.\\
• A questo punto non ci resta che stimare n e $\Delta T$\\
• La stima di n passa dal fatto che sappiamo l'aria , nell'approssimazione di
gas perfetto e nel condizioni standard occupa per ogni mole un volume di
22.514 litri , per cui per ogni ciclo si può stimare il numero di moli , dalla
stima del volume che interessa il ciclo.\\
• Questo volume è formato da:\\
• \begin{enumerate}
• \item il volume della camera d'aria del sistema cilindro-pistone le cui
altezze sono riportate in tabella \ref{tab:condizioni iniziali} e le
grandezze caratteristiche invece nela sezione \ref{sec:setup};\\

• \item il volume della camera d'aria in cui è inserito il termomtro , per
cui è schematizzabile com la differenza fra la camera come un cilindro di
diametro $d=(3.73\pm0.1)cm$ e altezza $h=(9.51\pm0.1)cm$ e il tappo
come un tronco di cono di altezza $h=(1.9\pm0.1)cm$ diametro della
base maggiore $D=(3.8\pm0.1)cm$ e diametro della base minore
$d=(3.4\pm0.1)cm$

• \item il volume del tubo che congiunge la camera d'aria del sistema
cilindo-pistone e la camera d'aria col termometro, esso è schematezzabile
come un cilindro di altezza $h=(47.2\pm0.1)cm$ e diametro
$D=(0.7\pm0.1)cm$

• \end{enumerate}

• I volumi parziali possono essere calcolati con le formule :
• \begin{equation}
• V_{cilindo}=\pi(\frac{D}{2} )^2 h ~~~ e ~~~ V_{tronco~di~
cono}=\frac{\pi}{3}(R^2+rR+r^2) h
• \end{equation}

• e il volume totale è calcolabile come:
• \begin{equation}
• V=V_{cilindo-pistone}+V_{tubo}+V_{camera}-V_{tappo}
• \end{equation}

• Per quanto detto una volta calcolato il volume il calcolo del numero di
moli è immediato.Si riportano in tabella \ref{tab:moli} i risultati.\\

• \begin{table}[ht!]
• \centering
• \begin{tabular}{|l|c|c|c|c|c|}
• \hline
• Ciclo & Volume [$cm^3$] & n [mol] \\
• \hline
• \hline
• 1 & $107.9\pm 5.7$ & $0.00481\pm0.00023$ \\
• \hline
• 2 & $107.0\pm 5.7$& $0.00478\pm 0.00023 $ \\
• \hline
• 3 & $106.7\pm5.6$& $0.00476\pm 0.00023 $ \\
• \hline
• 4 & $105.9\om5.6$& $0.00473 \pm 0.00023$ \\
• \hline
• \end{tabular}

• \caption{Valori riassuntivi per il calcolo di volumi e delle
moli}
• \label{tab:moli}
• \end{table}

• Per la variazione di temperatura del gas è utile fare rifermento al grafico
della Temperatura in funzione del tempo che per ogni ciclo riportiamo in
figura \ref{fig: T vs t}\\


• \begin{figure}[h!]
• \centering
• \includegraphics[width = 5 cm\textwidth, keepaspectratio]
{T_vs_t1.png}\quad\includegraphics[width = 5 cm \textwidth,
keepaspectratio]{T_vs_t2.png}\quad\includegraphics[width = 5 cm
\textwidth, keepaspectratio]{T_vs_t3.png}\quad\includegraphics[width =
5 cm \textwidth, keepaspectratio]{T_vs_t4.png}
• \caption{Dati nel piano di Clapeiron dei 4 cicli}
• \label{fig: T vs t}
• \end{figure}


• Da questi grafici possiamo estrapolarela variazione fra la
temperatura massima raggiunta dal gas , e quella minima il che ci da la
nostra $\Delta T$.\\
• In tabella \ref{tab:rendimenti} riportiamo la stima per i $\Delta T$ e
di conseguenza quella per i calori assorbiti tramit la formula \ref{eq:Q
ass} e i rendimenti tramite la formula \ref{eq:rendimento}.\\
• \begin{table}[ht!]
• \centering
• \begin{tabular}{|l|c|c|c|c|c|}
• \hline
• Ciclo & $\Delta T$ [K] & $Q_ass$ [J] & Rendimento \
%\\
• \hline
• \hline
• 1 & $14.10 \pm 0.68$& $1.974\pm 0.12 $ & $0.0591
\pm 0.0033 $ \\
• \hline
• 2 & $6.61 \pm 0.32$& $0.918 \pm 0.053 $ &$0.297
\pm 0.016$ \\
• \hline
• 3 & $7.43 \pm0.36$& $1.025 \pm 0.059$ & $0.205\pm
0.011$ \\
• \hline
• 4 & $9.16\pm0.44$& $1.251\pm0.073$ & $0.280 \pm
0.015$ \\
• \hline
• \end{tabular}

• \caption{Valori riassuntivi per le variazioni di temperatura , i
calori assorbiti e i rendimenti.}
• \label{tab:rendimenti}
• \end{table}
• Verifichiamo ora quanto il nostro ciclo reale sia meno efficnte rispetto a
un ciclo ideale.\\
• Se il ciclo fosse composto da tutte traformazioni reversibili sarebbe
possibile trovare il rendimento tramite la formula:
• \begin{equation}\label{eq:rendimento Bryton}
• \eta=1-\frac{1}{\beta^{\frac{\gamma-1}{\gamma}}} ~~~con~~
\beta=\frac{p_{max}}{p_{min}}
• \end{equation}
• Con questa formula otteniamo i risultati in tabella \ref{tab:rendimenti
revers}

• \begin{table}[ht!]
• \centering
• \begin{tabular}{|l|c|c|c|c|c|}
• \hline
• Ciclo & Rendimento reale \% & Rendimnto ideale \% &
Compatibilità \\
• \hline
• \hline
• 1 & $0.0591 \pm 0.0033 $ & $12.03 \pm 0.63$ & 11.9
\\
• \hline
• 2 & $0.297 \pm 0.016$ & $ 18.71 \pm 0.97$ & 19.0 \\
• \hline
• 3 & $0.205\pm 0.011$ & $23.3\pm 1.2$ & 19.2\\
• \hline
• 4 & $0.280 \pm 0.015$& $31.6 \pm 1.6$ & 19.7\\
• \hline
• \end{tabular}

• \caption{Valori riassuntivi per i rendimenti attesi e reali.}
• \label{tab:rendimenti revers}
• \end{table}





• \newpage
• \section{Conclusioni.}
• L'esperienza era incentrata sullo studio di un sistema termodinamico che
lavorava seguendo il ciclo di Brayton-Joule. \\
• Di tale sistema si voleva studiare la conservazione dell'energia , che da
lavoro termodinamico della macchina rappresentata dal ciclo si trasforma
in energia potenziale gravitazionale , e del rendimento di tale ciclo.\\
• I due limiti teorici di riferimento sono una conservazione totale
dell'energia e il rendimento del ciclo quando esso è formato da tutte
trasformazioni reversibili, ma ovviamente esse sono al più degli upper
limit per le loro controparti reali.\\
• Per la conservazione dell'energia se valutiamo la riuscita dell'esperimento
tramite i dati in tabella \ref{tab:lavori a confronto}, ci accorgiamo che il
limite teorico è rispettato , in quanto il lavoro stimato del ciclo e il lavoro
della fprza potenziale gravitazionale sono compatibili nell'ordine delle 2-3
$\sigma$ di distanza, che per l'ipotesi di distribuzione gaussiana da noi
fatta significa una compatibilita entro circa il 99.5 \% di probabilità .\\
• Queste discrepanze sono riconducibili, tramite uno studio più critico del
sistema , non solo alle inevitabili fluttuazioni casuali , ma anche alla
perdita da parte del sistema di moli di gas (a causa della scarsa tenuta del
pistone) o a fattori esterni al sistema come la prontezza del termometro o
l'inerzia termodinamica del sistema (entrambe appositamente ignorate
nella trattazione). Nonostante queste approssimazioni risulta evidente che
i risultati siano compatibili indi per cui possiamo senza dubbio affermare
che esse sono lecite all'interno delle incerezze associate a ciascuna
grandezza.\\
• Discorso completamente diverso per quanto riguarda i rendimenti.\\
• Osservando i risultati in \ref{tab:rendimenti revers} , da essi risulta
evidente che il ciclo si discosta di molto da u ciclo ideale per quanto
riguarda il rendimento.\\
• Ciò , osservando i grafici \ref{fig:cicli} , si può insinuare che non dipenda
tanto dalle trasformazioni isobare, lemte e apparentemente quasi statiche ,
quanto più dalle adiabatiche molto più veloci e quindi irreversibili.\\
• Questa irreversibilità ha prodotto una discrepanza per ogni ciclo di circa
19 $\sigma$ , che in una distribuzione gaussiana come quella ipotizzata
sta a significare una completa incompatibilità delle misure , che infatti
differiscono anche come ordine di grandezza.\\

• Per evitare gli sfasamenti discussi in precedenza :\\
• per quanto riguarda il lavoro basterebbe assicurarsi un sistema cilindro
pistone più ermetico in modo tale da evitare fuoriuscite di gas e lavorare
con sorgenti contenute in contenitori termicamente isolanti , come gli
stessi calorimetri delle miscelanze usati , ma muniti di tappo;\\
• per quanto riguarda il rendimento , il problema nasce nell'ootenere una
trasformazione adiabatica il più lenta possibile , per fare ciò una buona
approssimazione sarebbe utilizzare un contenitore con pareti adiabatiche ,
e scaldare il contenuto di tale contenitore lentamente tramite una
resistenza, così facendo si evita all'aria contenuta nel sistema lo shock
termico del passaggio da una sorgente all'altra.\\
• Per il raffreddamento poi si potrebbe inserire a poco a poco del ghiaccio
così da raffreddare gradualmente l'aria , rendendo quasi statico anche il
raffreddamento.\\
• Tramite tali semplici prime accortezze si potrebbero già ottenere risltati
più vicini a quelli teorici oltre che diminuire le incertezze sui valori
derivati dai fit (data la maggior quantita di dati raccolti nelle
trasformazioni più lente) che inevitabilmente renderebbreo tutte le misure
più precise oltre che più accurate.\\


• \end{document}

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