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Impero romano: definizione

Con Impero romano s’intende lo stato di Roma dalla presa del potere da parte di
Ottaviano (27 a.C.) alla deposizione di Romolo Augustolo, l’ultimo imperatore romano
d’Occidente (476 d.C.).

Impero romano dal 27 a.C. al 14 d.C.


Dopo la sconfitta di Marco Antonio nella battaglia di Azio (31 a.C.), Ottaviano
rimane padrone della scena politica.

Nel 27 a.C. assume la carica di princeps senatus. Formalmente egli rimane un primus
inter pares, senza acquisire le prerogative proprie di un monarca. Tuttavia, in
quanto princeps, ha facoltà di esprimersi per primo sulle scelte del Senato,
influenzandone pesantemente gli orientamenti.

Sempre nel 27 a.C. è insignito anche dell’appellativo di “Augusto”. Da allora in poi


l’appellativo di “Augusto” verrà attribuito a tutti gli imperatori ed esteso anche alle loro
consorti (le Auguste).
Il termine “Augusto” deriva dal latino augere («accrescere»), a indicare che
l’imperatore, con la sua saggezza, apporta ricchezza e stabilità allo Stato, ma implica
anche l’idea di una superiorità morale (auctoritas), riconosciuta in seguito a tutti gli
imperatori.

Alla sua morte, nel 14 d.C., Augusto lascia un impero in forte ripresa economica e
demografica.

Impero romano dal 14 d.C. al 96 d.C.


Morto Ottaviano Augusto, il potere passa a Tiberio (14-37 d.C.), figlio della
moglie Livia. Con Tiberio inizia l’Età Giulio Claudia e una fase di nuovi scontri con la
vecchia aristocrazia e i nostalgici della Repubblica.

Dopo il breve regno di Caligola (37-41 d.C.) e quello di Claudio (41-54 d.C.), la


dinastia Giulio Claudia termina con Nerone, ucciso nel 68. 

Il 68/69 è il cosiddetto anno dei quattro


imperatori: Galba, Otone, Vitellio e Vespasiano. 

Nel 69 d.C. Vespasiano dà inizio all’Età Flavia (69-96 d.C.). Durante l’Età Flavia,
Roma diviene sempre più splendida e potente. A Vespasiano succedono i figli Tito (79-
81 d.C.) e Domiziano (81-96 d.C.). Domiziano è fautore di un grande sviluppo delle
province. Promuove il culto di sé stesso come divinità. Viene ucciso in una congiura del
Senato, che gli era sempre stato ostile. Per un approfondimento leggi Età Flavia 69-96
d.C.
Impero romano massima espansione dal 96 al 186 d.C.
Tra il 96 e il 180 d.C. si succedono al potere le grandi figure di Nerva (96-98
d.C.), Traiano (98-117 d.C.), Adriano (117-138 d.C.), Antonino Pio (138-161 d.C.)
e Marco Aurelio (161-180 d.C.). È questa l’Età degli imperatori adottivi. È il periodo di
maggiore splendore e potenza della storia di Roma. Sotto Traiano l’Impero raggiunge la
massima estensione dei suoi confini, che il successore Adriano si dedica a consolidare. 

Sotto Marco Aurelio – passato alla storia anche per la sua statura morale e intellettuale
di imperatore-filosofo – l’Impero di Roma comincia a mostrarsi vulnerabile. Le prime
ondate di “barbari” superano il Danubio e tornano a devastare, dopo tre secoli, la Pianura
Padana.

Commodo – figlio di Marco Aurelio – trova un mondo in fermento e, lontanissimo dal


padre per capacità politica, non fa molto per tenerlo a bada.

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