Sei sulla pagina 1di 5

Problema di due corpi

venerdìÊ19ÊnovembreÊ2021 17:43

Il problema di due corpi


Punto di vista generale: consideriamo il moto di due punti materiali 𝑃1 e 𝑃2

𝑃1 : 𝑚1 𝑥̈ ⃗1 = 𝐹⃗1
12 equazioni scalari
𝑃2 : 𝑚2 𝑥̈ 2⃗ = 𝐹2⃗

Siano 𝐹1 ed 𝐹2 due forze puramente posizionali (ovvero che dipendono dalle posizioni di entrambi i punti).

𝐹
𝐹⃗ = 𝐹𝑥⃗ ⃗1 , 𝑥2⃗ 𝑥⃗1 , 𝑥2⃗ ∈ ℝ3

Sia inoltre:
𝑃
𝐹⃗1 + 𝐹2⃗ = 0 𝑃
𝑟⃗

𝐹⃗ × 𝑟⃗ = 0 con 𝑟⃗ = 𝑥⃗1 − 𝑥2⃗


𝐹

Congiungente dei due punti


E siano 𝐹1 , 𝐹2 direttamente opposte.
Infine, ultima proprietà valida per 𝐹1 e 𝐹2 :

𝑟⃗ Forza centrale di simmetria sferica


𝐹⃗1 = 𝑓(ρ)
𝜌

Da queste proprietà se ne deduce che questo problema è integrabile

• Cambiamento di coordinate
Mediante il cambiamento di coordinate (𝑥⃗1 , 𝑥2⃗) ↦ (𝑥 ⃗, 𝑟⃗), definito dalle relazioni:

𝑚1 + 𝑚2𝑥 ⃗ = 𝑚1 𝑥⃗1 + 𝑚2 𝑥2⃗

si riesce a disaccoppiare le equazioni di Newton ottenendo le seguenti equazioni:

𝑚𝑥̈⃗ = 0⃗ 𝜇𝑟̈⃗ = 𝐹⃗ (𝑟⃗) Equazione di un moto


centrale

B si muove di moto rettilineo


di forme

Ciò è sufficiente a dimostrare che il problema di due corpi è integrabile


In cui:

𝑚1 𝑚2
𝐹⃗ (𝑟⃗) = 𝐹𝑥⃗1 ⃗1 , 𝑥2⃗ 𝜇= 𝑚 = 𝑚1 + 𝑚2
𝑚1 + 𝑚2

Possiamo quindi studiare il problema di moto centrale dato dalla seconda delle equazioni di Newton
disaccoppiate e successivamente ricostruire la soluzione tramite le relazioni:

𝑚2 𝑚1
𝑥⃗1 − 𝑥 ⃗ = 𝑟⃗, 𝑥2⃗ − 𝑥 ⃗ = − 𝑟⃗
𝑚 𝑚

↬ Caso della forza gravitazionale


Nel caso della forza gravitazionale di Newton si ha

𝑚1 𝑚2
𝐹𝑥⃗1 ⃗1 , 𝑥2⃗= −𝐺 3𝑥⃗1 − 𝑥2⃗
𝑥⃗1 − 𝑥2⃗

Utilizzando la relazione 𝑚𝜇 = 𝑚1 𝑚2 , si ottiene:

𝐺𝑚μ
𝐹⃗ (𝑟⃗) = − 𝑟⃗
ρ3
Massa inerziale
𝐺𝑚μ
𝐹⃗ (𝑟⃗) = − 𝑟⃗
ρ3
Massa inerziale
𝑟⃗
⟹ 𝜇𝑟̈⃗ = −𝐺𝜇𝑚 3
ρ Massa gravitazionale
Assumendo il principio di equivalenza della meccanica classica, possiamo scrivere:

𝑟⃗
𝑟̈⃗ = −𝑚𝐺
𝜌3

∎ Problema di Keplero
1) Prima legge: le traiettorie dei pianeti sono ellissi di cui i sole occupa uno dei due fuochi;
2) Il raggio vettore che congiunge un pianeta al sole descrive aree uguali in tempi uguali;
3) I quadrati dei periodi di rivoluzione T dei pianeti sono proporzionali ai cubi dei semiassi maggiori a delle loro
traiettorie. Inoltre, la costante è la stessa per tutti i pianeti.

Il problema di Keplero è di moto centrale, che può essere scritto come:

𝑥⃗ 𝑘 𝑚1 𝑚2
𝑚𝑥̈⃗ = 𝑓(ρ) , 𝑓(ρ) = − , 𝑚=
𝜌 ρ2 𝑚1 + 𝑚2

↣ problema diretto:

Partendo da 𝑚𝑥̈⃗ = 𝑓(ρ) , 𝑓(ρ) = − 2 , con energia potenziale 𝒱(ρ)
ρ

𝑘
𝒱(ρ) = − 𝑓(ρ)𝑑𝜌 = −
𝜌

𝑉(𝑥) = 𝒱ρ(x)

Assumendo che il momento angolare si 𝑐 = 𝑚ρ2 𝜃̇ ≠ 0 e introducendo le coordinate polari ρ, 𝜃 nel piano del
moto, allora, essendo il moto centrale, vale la legge delle aree, che rappresentano la conservazione del
momento angolare e ci dà la seconda legge di Keplero.
Proiettando l'equazione di Newton in direzione radiale 𝑒 e usando la formula di Binet si ottiene l'equazione
per la componente radiale della forza:

4𝑚α2 𝑑 2 1 1 𝑘 𝑐
− 2 + =− , α=
ρ2 𝑑θ ρ ρ ρ2 2𝑚

Ponendo

4𝑚α2
𝑝=
𝑘
1
E usando la variabile 𝑢 = si ottiene l'equazione differenziale lineare

1
𝑢̈ + 𝑢 =
𝑝

1
Che ha come soluzione generale: 𝑢(θ) = 𝐴𝑐𝑜𝑠(θ − θ0 ) + . Sia 𝑒 = 𝐴𝑝, si ha l'equazione di una coninca in
coordinate polari:

𝑝 Prima legge di Keplero in forma generale


𝜌=
1 + 𝑒𝑐𝑜𝑠(θ − θ0 )

↬ III legge di Keplero


Per trovare la terza legge di Keplero è utile scrivere in termini di integrali primi alcune quantità (P,e). Ovvero:

4𝑚α2 𝑐 𝑐2
𝑝= , α= ⟹𝑝=
𝑘 2𝑚 𝑚𝑘

Preso un ρmin = (essendo un minimo è un punto di inversione)


1+
Oss:
𝜌 esiste sempre. Questo perché abbiamo delle coniche e
dunque, in generale, non si ha sempre una corona circolare in cui
sta la traiettoria che potrebbe anche stare in tutto il piano
escluso un disco, e questo a seconda che la conica sia limitata o no.
Però, di sicuro, esiste sempre un disco che limita dall'interno e
quindi esiste un valore minimo di 𝜌

⟹ 𝐸 − 𝒱effρmin= 0 equazione per i punti di inversione

Con

c2 p c2
𝒱eff (ρ) = V(ρ) + , ρmin = =
2mρ2 1 + e mk(1 + e)

Dunque:

𝑘 𝑐2
0=𝐸+ − =
ρ 2𝑚ρ2

𝑘 2 𝑚(1 + 𝑒) 𝑐 2 𝑚2 𝑘 2 (1 + 𝑒)2
=𝐸+ − =
𝑐2 2𝑚𝑐 4
2
𝑚𝑘 (1 + 𝑒) 1+𝑒
=𝐸+ 1−
𝑐2 2

𝑚𝑘 2 Si ottengono circonferenze se il valore di E tocca il minimo


⟹𝐸+ (1 − 𝑒)2 = 0
2𝑐 2

Da cui:
𝐸 < 0 ⟹ 𝑒 < 1 𝑒𝑙𝑙𝑖𝑠𝑠𝑒
2𝐸𝑐 2
𝑒2 = 1 + Se: 𝐸 = 0 ⟹ 𝑒 = 1 𝑝𝑎𝑟𝑎𝑏𝑜𝑙𝑎
𝑚𝑘 2 𝐸 > 0 ⟹ 𝑒 > 1 𝑖𝑝𝑒𝑟𝑏𝑜𝑙𝑒

Calcolo del periodo T di un'orbita ellittica per E<0.


Valgono le seguenti relazioni che legano il semiasse maggiore "a", semiasse minore "b" ai parametri "p,e" e quindi ai valori di "c,E":

𝑝 = 𝑎(1 − 𝑒 2 ), 𝑏 = 𝑎 1 − 𝑎2
b
Per cui: a
Semiasse minore
𝑏2
𝑝=
𝑎

L'area dell'ellisse è:

3 |𝑐|
𝜋𝑎𝑏 = 𝜋𝑎√𝑎𝑝 = 𝜋𝑎2
√𝑚𝑘

E la velocità areolare è
𝑐
𝛼=
2𝑚

Per cui: III legge di Keplero

(𝜋𝑎𝑏)2 π2 𝑎3 𝑐 2 4𝑚2 4π2 𝑚 3


𝑇2 = = = 𝑎
α2 𝑚𝑘 𝑐2 𝑘

In particolare, il periodo T dipende solo dal semiasse maggiore a e quindi solo dall'energia E, infatti, usando la relazione:

𝑐 2 = 𝑚𝑘𝑝 = 𝑚𝑘𝑎(1 − 𝑒 2 )

si ha:

k c2 k 1 k
𝐸 = ℰeffρmin , 0= − + 2 2
=− 1 − (1 + e) = −
a(1 − e) 2ma (1 − e) a(1 − e) 2 2a

Per quale motivo, nel caso di moti limitati, i moti a rosetta "hanno un solo petalo"? Ovvero, le ellissi
del problema di Keplero sono fatte così:

Ciò è dovuto a un'altra quantità conservata del problema di Keplero:


il vettore di Laplace-Lenz

Vettore di Laplace-Lenz

𝑥⃗
𝐿⃗ = 𝑝⃗ × 𝑀 ⃗ − 𝑚𝑘 , 𝑝⃗ = 𝑚𝑥̇⃗ , 𝑀 ⃗ = 𝑥⃗ × 𝑚𝑣⃗
𝜌

k
𝐿⃗ è un integrale primo per il moto centrale con energia potenziale di Keplero 𝒱(ρ) = −
ρ

• Proprietà:
1) 𝐿⃗̇ = 0 derivata di L lungo una qualsiasi soluzione dell'equazione di Keplero ⟹ 𝐿⃗ è un integrale primo ⟹
si conservano le componenti di 𝐿⃗:

𝑥⃗ Sta nel piano del moto


𝐿⃗ = 𝑚𝑣⃗ × (𝑥⃗ × 𝑚𝑣⃗) − 𝑚𝑘
𝜌

Si può scrivere: 𝐿⃗ MO⃗ = 0 (relazione di dipendenza)

2
2) 𝐿⃗ = (𝑚𝑘𝑒)2

3) Il vettore di Laplace punta verso il pericentro

↣ Problema inverso: si vuole mostrare che se valgolo le leggi di Keplero, l'accelerazione di ogni pianeta è sempre diretta verso il sole ed è
inversamente proporzionale al quadrate della distanza da esso.
Dalla prima legge di Keplero sappiamo che il moto è piano 8essendo le traiettorie delle ellissi) e dalla II° che vale la legge delle aree, e quindi
che l'accelerazione è puramente radiale.

Perché?
Nel moto centrale abbiamo proiettato le equazioni del moto lungo la direzione
radiale 𝑒 e lungo la fdirezione tangenziale 𝑒 .
L'equazione ottenuta proiettando lungo la direzione 𝑒 era:

Potrebbero piacerti anche