Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
LEZIONE 1. 28/09
LEZIONE 2. 29/09/2021
La prima codificazione in tema di diritto commerciale è del 1673 in Francia, colverè ministro delle finanze
Prima dell’introduzione del codice civile avevamo il codice di commercio, successivamente si è deciso che ci sarebbe
stato solo 1 codice codice civile
La visione dell’impresa che esce dal codice del ’42 pone l’impresa al centro del sistema
La visione dell’epoca è detta corporativa, una forma di controllo generale dell’impresa. Questa visione, tipica
dell’epoca, durò un anno e mezzo; già nel ’44 la disciplina fu modificata.
Al centro della disciplina c’è l’imprenditore abbiamo diversi tipi di imprenditori a seconda dei tipi di impresa che
svolgono.
Attività principali:
Commerciale
Agricola
L’imprenditore è colui che esercita professionalmente un’attività economica organizzata per la produzione o lo
scambio di beni o servizi (ex. Art 2082)
statuto dell’imprenditore: insieme delle norme che riguardano ciascuna delle categorie di imprenditori
La figura dell’imprenditore è unica e copre piccoli-grandi imprenditori
Chi è l’imprenditore? È il soggetto che risponde direttamente dello stato economico dell’attività.
Art. 2082: E' imprenditore chi esercita professionalmente una attività economica organizzata al fine della produzione o
dello scambio di beni o di servizi
Dal punto di vista giuridico gli elementi che compongono la figura dell’imprenditore sono:
Deve svolgere un’attività
Professionalità la professionalità riguarda l’attività svolta dell’imprenditore. È il modo in cui l’attività viene
svolta. Non vuol dire che deve essere un’attività esclusiva. Non deve essere un’attività prevalente e
nemmeno continuativa.
Deve essere una sola attività? Dipende! Es: decido di vendere la mia macchina perché è vecchia e ricavo
molto di più di quanto previsto. Sono un imprenditore? No! Un mio amico ha saputo che ho venduto bene la
mia macchina e chiede di vendergli anche la sua. Sono imprenditore? No! Se però gli amici diventano tanti, mi
conviene affittare un piazzale in cui mettere tutte le auto da vendere. Le cose cambiano. Es: sono un
imprenditore individuale. Viene da me l’imprenditore cinese chiedendomi di costruire la diga. Sono un
imprenditore? Si!
Quello che conta è una valutazione specifica, caso per caso
Professionalità: non occasionalità. Va valutata per caso in funzione dell’attività svolta
Attività economica: un’attività è economica nell’ottica dell’impresa quando abbiamo una plusvalenza, un
utile e quindi quando c’è uno scopo di lucro. In realtà l’art. 2247, che parla di società commerciale, prevede
espressamente che vi sia lo scopo di dividere gli utili.
Se non si consegue l’utile, la società viene meno perché manca uno dei requisiti della società? No! Se non c’è,
vi sono tutta una serie di conseguenze come ad esempio il fallimento. Per l’imprenditore, nella definizione
non si parla di utile ma di attività economica. Bisogna affrontare una serie di fenomeni importanti che però
non hanno uno scopo di lucro (attività no-profit, cooperative classiche…). Le cooperative sono delle entità che
svolgono delle attività. Esse hanno una caratteristica fondamentale: non distribuiscono utili. La funzione tipica
delle cooperative è quella di dare lavoro agli associati, ma non ricevono utili; ricevono dei compensi.
Tipicamente, il bilancio di una cooperativa dovrebbe sempre chiudere in pareggio oppure potrebbe dare una
serie di vantaggi. Non vi sono utili in denaro che vengono distribuiti ma vi sono dei risparmi di spese. Se
diciamo che l’attività economica ha uno scopo di lucro, allora non si farà riferimento alle cooperative, alle
mutue assicuratrici… e questo non è vero! Quindi, per attività economia intendiamo un’attività che,
rispondendo ad alcuni requisiti previsti dall’art. 2082, preveda almeno la tendenziale copertura con i ricavi.
Perché vi sia un’effettiva attività d’impresa il progetto deve nascere con una astratta previsione della
copertura dei costi. Ci sono poi altri profili che vanno considerati. Es: mio cugino ha diversi appartamenti in
centro a Milano, li affitta e ne trae un reddito/utile. È un’attività di impresa o no? No! È un’attività di puro
godimento del bene.
Art. 2247
Art. 375
Art. 2086 L'imprenditore è il capo dell'impresa e da lui dipendono gerarchicamente i suoi collaboratori.
L'imprenditore, che operi in forma societaria o collettiva, ha il dovere di istituire un assetto organizzativo,
amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell'impresa, anche in funzione della
rilevazione tempestiva della crisi dell'impresa e della perdita della continuità aziendale, nonché di attivarsi
senza indugio per l'adozione e l'attuazione di uno degli strumenti previsti dall'ordinamento per il
superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale.
- Produzione o scambio: la produzione fine a sé stesso non è sufficiente a differenza dello scambio fine a sé
stesso che invece è sufficiente. Produzione o scambio vuol dire fare uscire dalla propria sfera i beni o i servizi
che uno fornisce, indipendentemente da dove finiscono. Produzione: atto di fabbricare o trasformare un
determinato bene. Scambio: il bene o il servizio prodotto esce dalla mia sfera ed è destinato ad altri. La
produzione in quanto tale non è sufficiente (finché produco solo qualcosa e li tengo in casa non è attività di
impresa). Bisogna quindi fare riferimento ad una qualche forma di scambio. Quando parliamo di scambio,
cioè un’attività intermedia fra la produzione e il mercato, non è necessario che sia io a produrre il bene e
quindi lo scambio è di per sé sufficiente anche se non sono io ad aver prodotto il bene.
LEZIONE 3. 05/10/2021
Come lo individuiamo? Tramite il legislatore che individua un riconoscimento che questi sogg. Svolgono un’attività
particolare.
Caratteristiche comuni:
Superamento di un esame di stato
Iscrizione ad un albo
Organismo interno della professione che ha poteri di controllo.
Art. 2238 c.c. la normativa sull’impresa si applica all’attività svolta in quanto impresa e non in quanto professionista
intellettuale. Se a fianco dell’attività di profe§ssionista svolge un’attività identificabile come attività d’impresa, in
funzione di questa attività è imprenditore e gli si applicano le norme relative all’impresa.
Es. il medico che gestisce una casa di cura la sua attività in quanto medico è attività di professione intellettuale ma
la sua attività di gestore di una casa di cura non è attività medica vera e propria ma è un’attività di impresa.
Cosa vuol dire l’articolo? Le due figure si sommano: il medico, in quanto svolge la sua attività, è professionista
intellettuale ma la fattispecie dell’imprenditore si somma alla fattispecie primaria del medico
IMPRENDITORE
Come si distingue l’imprenditore dagli altri soggetti coinvolti in un’impresa?
occorre la spendita del nome La spendita del nome è un elemento strutturale dell'agire rappresentativo, in
mancanza del quale non si producono gli effetti tipici della rappresentanza: se nel compiere l'atto per il rappresentato
il rappresentante non spende il suo nome.
Figura dell’imprenditore occulto: L’ imprenditore occulto è un imprenditore che non agisce direttamente nella propria
attività, ma attraverso un prestanome.
In questo modo riesce a compiere l’attività d’impresa anche se non appare come colui che la esercita.
Questa figura, creata dalla giurisprudenza, permette di associare l’imprenditore occulto al fallimento, perché obbligato
in solido con il prestanome, anche se non ne ha requisiti formali.
Tra imprenditore occulto e imprenditore apparente giuridicamente c’è un contratto di mandato senza rappresentanza
e l’imprenditore occulto è il mandante mentre l’imprenditore apparente è il mandatario.
L’imprenditore occulto mette i soldi per l’attività d’impresa, prende le decisioni aziendali e incassa gli utili,
l’imprenditore apparente, che di solito è nullatenente, esegue le decisioni e viene pagato con una somma fissa
mensile.
sino a che le cose vanno bene non c’è niente da dire, ma quando vanno male la faccenda diventa seria per i creditori
dell’imprenditore apparente perché quest’ultimo è nullatenente.
Imprenditore commerciale: non ha una definizione nel codice; tuttavia l’art. 2053
LEZIONE 5. 6/10/2021
Art 147 comma 4: “se dopo la dichiarazione di fallimento della società (a responsabilità illimitata) risulta l’esistenza di
altri soci responsabili illimitatamente, il tribunale dichiara, su istanza di un creditore o altri soggetti, il fallimento dei
medesimi. [perché si possa applicare questa norma bisogna individuare una società e quindi devono essere presenti gli
elementi tipici che caratterizzano la società]”
Art 147 comma 5: “allo stesso modo si procede, qualora dopo la dichiarazione di fallimento di un imprenditore
individuale risulti che l’impresa è riferibile ad una società di cui il fallito è socio illimitatamente responsabile. [prima
bisogna dimostrare che esiste una società, di fatto]”
La società di fatto può essere solo una società di persone e non di capitali
Quando l’impresa inizia? Ciò che importa non sono i singoli atti che compio ma il collegamento funzionale degli atti ai
fini di una certa destinazione.
Dipende. È individuabile a priori il momento in cui viene fuori la figura dell’impresa ma varia da caso a caso. Per
l’impresa non si può individuare il momento di inizio. Questo interessa relativamente, nel caso in cui l’imprenditore
fallisca prima di aver iniziato.
La giurisprudenza diceva che l’impresa non era mai cessata fino a che sopravviveva un rapporto giuridico (es: avevo
ancora un debito). ART. 10 legge fallimentare prevede un anno per il fallimento ma specifica che gli imprenditori,
individuali e collettivi, possono essere dichiarati falliti entro 1 anno dalla cancellazione dal registro delle imprese.
[l’imprenditore quando cessa l’attività chiede la cancellazione dal registro delle imprese; l’impresa cessa con la
cancellazione. Questo, se l’insolvenza si è manifestata prima della cancellazione o entro 1 anno dalla cancellazione
stessa]. 2° comma: in caso di impresa individuale è salva la facoltà per il creditore o PM di dimostrare il momento
dell’effettiva cessazione dell’attività da cui decorre il termine del 1° comma. [se un creditore vuole agire ha 1 anno di
tempo per chiedere il fallimento della società. Però, per quanto riguarda l’impresa individuale è una presunzione non
assoluta: il creditore può dimostrare che si era cancellato il giorno tot. ma in realtà ha continuato ad operare
successivamente; se viene data questa prova la cancellazione dal registro delle imprese non è considerato il momento
finale dell’attività d’impresa].
L’IMPRENDITORE AGRICOLO
L’imprenditore agricolo viene disciplinato dal codice civile all’art 2135.
Nel 1942, con l’introduzione del c.c., l’Italia aveva una forte attività di impresa agricola e quindi il legislatore ha avuto
un occhio di riguardo per l’imprenditore agricolo.
Non è soggetto al fallimento e gode di benefici di tipo fiscale:
reddito dell’imprenditore agricolo calcolato con parametri diversi da quelli normali;
gasolio x attrezzature agricole costa meno
soggetto al rischio meteorologico oltre al rischio di impresa normale
L’ART 2135 Dà la definizione attuale di imprenditore agricolo: 1. E' imprenditore agricolo chi esercita una delle
seguenti attività: coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento di animali e attività connesse. 2. Per coltivazione del
fondo, per selvicoltura e per allevamento di animali si intendono le attività dirette alla cura ed allo sviluppo di un ciclo
biologico o di una fase necessaria del ciclo stesso, di carattere vegetale o animale, che utilizzano o possono utilizzare il
fondo, il bosco o le acque dolci, salmastre o marine. 3. Si intendono comunque connesse le attività, esercitate dal
medesimo imprenditore agricolo, dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e
valorizzazione che abbiano ad oggetto prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del fondo o del bosco o
dall'allevamento di animali, nonché le attività dirette alla fornitura di beni o servizi mediante l'utilizzazione prevalente
di attrezzature o risorse dell'azienda normalmente impiegate nell'attività agricola esercitata, ivi comprese le attività di
valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e forestale, ovvero di ricezione ed ospitalità come definite dalla
legge.
Il secondo comma introduce che: per coltivazione del fondo, allevamento di animali o silvicoltura si intendono le
attività dirette alla cura o allo sviluppo di un ciclo biologico che utilizzano, o possono utilizzare il fondo, il bosco, le
acque dolci, salmastre o salate. Anche per le attività principali, il fondo c’è o può esserci (quindi può anche non
esserci)
necessarie
secondarie
La definizione civilistica definisce il piccolo imprenditore come il coltivare diretto del fondo, il piccolo commerciante,
l’artigiano e colui che esercita l’attività di impresa prevalentemente con lavoro proprio o dei propri familiari.
L’art. 1 della legge fallimentare definisce piccolo imprenditore colui che ai fini dell’imposta di ricchezza mobile era al di
sotto del minimo imponibile. In caso di mancato accertamento ai fini dell’imposta di ricchezza mobile, si ritiene piccolo
imprenditore colui che investe nella sua impresa l’ammontare massimo di lire 900mila
È dovuta intervenire la corte costituzionale e ha detto che non si può applicare il riferimento alle 900mila lire perché
900mila lire era un requisito subordinato. Il requisito principale era che si fosse al di sotto dei minimi. Il venir meno del
requisito principale travolge tutta la norma. Oggi, l’art. 1 della legge fallimentare, ha semplificato la faccenda. Il
legislatore della legge fallimentare ha fatto una scelta apprezzabile introducendo dei parametri quantitativi. Sono
soggetti al fallimento coloro che hanno i seguenti requisiti: - Un fatturato annuo superiore ai 200mila euro per anno,
negli ultimi 3 anni - Un attivo patrimoniale superiore ai 300mila euro, negli ultimi 3 anni - Debiti scaduti e non scaduti
superiore ai 500mila euro, negli ultimi 3 anni Chi si trova in questa situazione o anche in una sola di esse, è soggetto al
fallimento. Questi parametri valgono anche per le società di capitali. L’importanza dell’art. 2083 dal punto di vista
della disciplina è, oggi, abbastanza ridotta.
PICCOLO IMPRENDITORE
Tema complesso
L’art 230-bis definisce l’impresa: “Salvo che sia configurabile un diverso rapporto, il familiare che presta in modo
continuativo la sua attività di lavoro nella famiglia o nell'impresa familiare ha diritto al mantenimento secondo la
condizione patrimoniale della famiglia e partecipa agli utili dell'impresa familiare ed ai beni acquistati con essi nonché
agli incrementi della azienda, anche in ordine all'avviamento, in proporzione alla quantità e qualità del lavoro
prestato”.
7/10/2021 LEZIONE
Anni ’90 privatizzazione da enti pubblici a società per azioni, tuttavia sempre controllate da enti pubblici
Fasi successive: mettere sul mercato le partecipazioni di questa società, sempre mantenendo il potere.
Problema: stabilire
1. Privato
2. Pubblico
Nel caso1 applichiamo le norme del diritto d’impresa. Quando abbiamo una forma giuridica di tipo pubblico facciamo
riferimento a 3 norme:
Art 2093: Le disposizioni di questo libro si applicano agli enti pubblici inquadrati nelle associazioni
professionali.
Agli enti pubblici non inquadrati (enti pubblici non economici) si applicano le disposizioni di questo libro,
limitatamente alle imprese da essi esercitate. Sono salve le diverse disposizioni della legge.
Art. 2201: Gli enti pubblici(1) che hanno per oggetto esclusivo o principale un'attività commerciale [409, n. 4
c.p.c.] sono soggetti all'obbligo dell'iscrizione nel registro delle imprese [2093, 2195, 2221].
Art. 2220: Le scritture devono essere conservate per dieci anni dalla data dell'ultima registrazione [2312,
2457]. Per lo stesso periodo devono conservarsi le fatture, le lettere e i telegrammi ricevuti e le copie delle
fatture, delle lettere e dei telegrammi spediti [2214].
Conseguenza: all’impresa pubblica si applica la disciplina dell’impresa (no disciplina fallimento) fatta eccezione dei
casi previsti dalla legge
Nel 2017 con il d.lgs. 112 è stata introdotta una nuova figura giuridica: impresa sociale
L'Impresa Sociale è un ente privato che esercita in via stabile e principale un'attività d'impresa di interesse
generale, senza scopo di lucro e per finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale.
pubblicità: