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Giuseppe Parini è il più importante interprete del pensiero illuminista nella letteratura italiana.

Nasce in provincia di Milano nel 1729 da una famiglia modesta.


Viene ordinato sacerdote quando ha 25 anni e lavora come precettore, cioè come insegnante
privato nella casa di alcuni nobili lombardi (serbelloni e imbonati). 
Avvicinatosi alle idee illuministe, scrive saggi come “Dialogo sopra la nobiltà” e “Discorso sopra la
poesia”. 
Egli difende il compito educativo della letteratura, senza rinunciare alla cura della forma, così come
nelle Odi. Qui si occupa di temi sociali forti, trattandosi comunque con gusto neoclassico e
ricercato. 
Il suo vero capolavoro è il “Giorno”, un poema in endecasillabi sciolti, che racconta la giornata di
un giovane nobile scansafatiche. Egli finge di dare al nobile dei consigli, ma in realtà prende in giro
i costumi della nobiltà.
L’opera è divisa in 4 parti: il mattino, mezzogiorno, il vespro e la sera, rimasta tuttavia
incompiuta.Con l'invecchiamento, la carica polemica nelle opere si ammorbidisce e prevale il
pessimismo.
Parini muore quindi il 15 agosto del 1799.

Parini è il più importante interprete del pensiero illuminista nella letteratura italiana.
Una ricca prozia accetta di pagare i suoi studi a patto che diventi sacerdote, così viene ordinato
all’età di 25 anni e lavora come precettore nelle case dei nobili lombardi.
Nel 1572 un volume di poesie sotto falso nome di Ripano Eupilino. Nel 1753 entra nell’Accademia
dei Trasformati, entrando in contatto con i maggiori Illuministi del tempo. Aderisce quindi al loro
programma, pur non condividendo alcune idee. 
Nel 1762 viene licenziato come insegnante per un diverbio con la duchessa, così parla
dell’episodio nell’opera del Giorno, più precisamente nel Mezzogiorno.
Le idee illuministe spirano la composizione delle “Odi”, ovvero componimenti con temi di natura
sociale ed economica, pubblicate tra il 1792 e il 1795.

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