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La Locandiera viene scritta nel 1752, ed è ambientata a Firenze.

E’ una commedia di carattere scritta in toscano ed è divisa in tre atti.


La protagonista è Mirandolina, affascinante, astuta ed intelligente proprietaria di una locanda.
Questa è, quindi, la prima opera italiana ad avere come personaggio principale una donna, il che
alimentò critiche nei confronti di Goldoni da parte di un pubblico ancora lontano dalla parità
sessuale, nonostante viva nel periodo illuminista. 
Il primo atto si apre nella sua locanda. Qui soggiornano due personaggi: il marchese di Forlipopoli
e un nobile conte presuntuoso, entrambi infatuati della locandiera, che, volontariamente, li illude
senza mai concedersi. 
Appare poi un terzo personaggio, Fabrizio, un cameriere di umili origini e promesso sposo di
Mirandolina. Abbiamo poi la presentazione del personaggio maschile più importante, il cavaliere di
Ripafratta, un uomo misogino, maleducato e altezzoso, che tratta la locandiera come una schiava.
A questo punto, Mirandolina, per vendicarsi, decide farlo innamorare di sé.
Nel secondo atto, Mirandolina tenta in tutti i modi di arrivare al suo obiettivo, e riesce nel suo
intento. 
Nel terzo atto, la locandiera cambia atteggiamento e il cavaliere arriva a mettersi in ridicolo con
regali e dichiarazioni davanti agli altri personaggi, consapevoli dell’inganno di Mirandolina. Il
cavaliere, a questo punto, sfida a duello il conte, ma la situazione viene placata dalla locandiera.
Nella scena finale, Mirandolina dichiara di non voler sposare nessuno dei tre nobili, ma di voler
seguire la volontà del padre e sposare Fabrizio.

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