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La società dell’Ascolto
Difronte “all’inflazione patologica dell’io“, Byung-Chul Han preannuncia
la nascita futura di un nuovo mestiere: l’ascoltatore. Perché anche l’ascolto
viene estromesso dalla società, essendo il primo passo per accogliere e
incontrare l’Altro. Per ricevere in dono la sua singolarità destabilizzatrice
e vivificatrice, che ci garantisce reale esperienza e ci aiuta a trovare la
nostra identità.
Invece internet diventa “una vetrina inutile dell’io” dove non esistono
relazioni personali ma connessioni. La comunicazione è priva del prossimo,
della sua vicinanza. Ascoltare non è scambiarsi informazioni ma accogliere
con benevolenza gli altri per consentirgli di esprimersi liberamente.
Byung-Chul Han, chiudendo il suo illuminante saggio, auspica la
costruzione di una “società dell’ascolto” e dell’attenzione in cui si riscopra
“il tempo dell’Altro e no il tempo del se”. L’unica strada per ridare senso
al concetto di comunità.