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LE EPISTOLE 

Di Dante ci sono aggiunte 13 lettere scritte in latino, durante il periodo dell’esilio. Si tratta di lettere ufficiali
composte quindi in uno stile estremamente elaborato.
Le più interessanti sono quelle in cui si esprimono il pensiero e la passione politica.
V - Ai signori d'Italia
VI - Agli «scelleratissimi» Fiorentini VII
VIII - All'imperatore Enrico VII di Lussemburgo, durante la sua discesa in Italia
XI – Risalente al periodo della morte di Clemente V contiene un solenne rimprovero ai cardinali italiani,
responsabili di aver trasferito la sede papale ad Avignone.
XII - All'amico Fiorentino per respingere la possibilità di rientrare a Firenze usufruendo dell'amnistia
concessa a tutti gli esuli di parte Bianca: Dante rifiuta di ammettere colpe non sue attraverso il pagamento
di una multa, affermando orgogliosamente la propria innocenza e ribadendo che rientrerà a Firenze solo
alle sue condizioni, ovvero da uomo libero.         
XIII – invia una parte della terza cantica della Divina Commedia a Cangrande come segno di gratitudine
perché lo aveva ospitato durante l’esilio; qui oltre a parlare della polisemia nell’opera e cioè la presenza di
più significati e il soggetto:
-Il soggetto dell’opera preso letteralmente è lo stato delle anime dopo la morte
-Se lo si prende allegoricamente, il soggetto è l’uomo

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