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3/11/2017 Pro Tools, sempre meglio iniziare a conoscerlo! Parte 1. | www.cubase.

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Pro Tools, sempre meglio iniziare a conoscerlo!


Parte 1.
In questo articolo parleremo di Pro Tools, il software
più utilizzato nell’ambiente della produzione audio e
audio/video a livello professionale, tanto da essere
considerato uno “standard” a tutti i livelli. Non siete
d’accordo con questa a ermazione? Beh, dovreste…
a cura di cj

La premessa a questo scritto, crediamo il primo di una lunga serie, è che si spera di poter o rire
informazioni utili a chi degli argomenti trattati poco sa e desidera schiarirsi le idee. Crediamo inoltre
che forse qualcosa potrà essere utile anche agli utenti più avanzati.

Come accennato, per prima cosa occorre eliminare le solite polemiche che si generano quando si fanno
confronti tra vari programmi della stessa tipologia. A livello generale non è nemmeno un discorso di gusto,
si tratta semplicemente di dati di fatto. Quando un’applicazione o un determinato tipo di hardware sono
molto di usi a livello professionale come lo sono Pro Tools e i prodotti Avid, occorre capire che la cosa
migliore da fare è imparare a conoscere il “nemico“, soprattutto se si desidera lavorare nel settore audio
come freelance o aprire uno studio conto terzi. Ci sarà sempre qualcuno che chiederà se saremo in grado di
utilizzare Pro Tools, sicuramente più volte che Cubase o Logic.

L’importante è superare le chiacchiere da bar e pensare a Pro Tools come a uno strumento di lavoro molto
di uso che si troverà in una grossa fetta degli studi di registrazione, poi ciascuno trarrà le proprie
conclusioni e avrà opinioni personali in merito, ma se si vuole frequentare questi studi è meglio imparare a
conoscerlo. D’altronde sarebbe come voler cercare lavoro in un u cio e pretendere di utilizzare il software
che vogliamo noi (MS O ce, OpenO ce, iWork?).
E questo non è possibile.

Dall’altro canto sarebbe utile anche da parte degli esperti utenti Pro Tools cercare di fare altrettanto, come
espresso in altri articoli di questo sito, e provare a conoscere almeno a livello base la struttura degli altri
software, se non altro perchè gli utenti di questi programmi potrebbero essere loro clienti o magari
potrebbero essere licenziati dalle le strutture dove lavorano adesso con Pro Tools e doversi adattare a
lavorare con Nuendo. (Mani sul tavolo per favore )

Quindi ciascuno avrà il proprio strumento preferito di lavoro, ma in certi casi occorre mettere da parte le
proprie scelte personali in favore del lavoro principale, che sarebbe quello di produrre Musica.

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Detto questo, in rigoroso ordine alfabetico troviamo diverse applicazioni come Cubase, Digital Performer,
Live (che alcuni chiamano Ableton), Logic, Pro Tools, Reaper, Sonar, Studio One, etc, ma solo una di queste è
stata la prima nel music business a prendere il posto di un registratore a nastro e a introdurre il concetto di
“registrazione non lineare”. Almeno la prima a livello commerciale a presentare un prodotto pronto per
l’uso.

Una pubblicità di Sound Tools

Nel 1989 la società americana Digidesign rese disponibile il primo sistema di editing stereo su un computer
Apple Macintosh collegato a dei convertitori AD/DA e corredato del programma Sound Designer II, il cui
formato le alle volte è usato ancora oggi. Il sistema, successivamente incarnato in un programma
chiamato “Sound Tools”, si di use presso i professionisti del settore o rendo la serie di opzioni che saranno
poi il vero motivo per il quale tutta l’industria si è spostata verso i sistemi digitali che conosciamo oggi e che
hanno pian piano sostituito quelli analogici, ovvero l’editing “non distruttivo”, il “copia/incolla” e altre
possibilità che oggi diamo per scontate

Qualche anno dopo, nel 1991, Digidesign creò il software Pro Tools (che si potrebbe velocemente de nire
la “versione multitraccia di SoundTools”) che ha determinato la quasi totale scomparsa dei sistemi di
registrazione lineari e che è in pratica dall’aspetto quasi immutato rispetto a quello che vediamo utilizzato
ancora oggi nella maggior parte degli studi professionali. E oggi Digidesign non esiste più e fa parte di Avid
(cfr.: https://en.wikipedia.org/wiki/Pro_Tools )

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Essendo il primo sistema a integrarsi fra gli strumenti usati nelle produzioni a largo budget, e anche se nel
corso degli anni sono usciti sistemi più economici e/p più e caci, Pro Tools è rimasto fortemente radicato
nell’ambiente sia musicale che cinematogra co tanto da essere spesso preso come pietra di paragone di
tutta la categoria dei software DAW, e qui torniamo al discorso iniziale: poco importano i gusti personali,
Pro Tools è uno strumento di lavoro e occorre conoscerlo.

Iniziare a lavorare con Pro Tools

Per chi non lo avesse mai visto, quello che bisogna sapere prima di iniziare una sessione di lavoro con Pro
Tools è più o meno la stessa serie di cose da conoscere di qualsiasi altra DAW in commercio. Al
momento chi scrive, pur essendo l’ultima versione la 12, pur avendo installata la 11 gentilmente o erta dal
distributore italiano Soundwave e dalla Avid, sta usando la versione 10.x per una questione di
compatibilità con i plug-in installati e l’ambiente didattico/lavorativo nel quale è attualmente inserito (post
produzione video in uno studio dove hanno lo stesso setup software). In questo modo portare a casa una
sessione e riaprirla diventa semplicemente una questione di staccare e attaccare un hard disk esterno,
preferibilmente rewire 800.

Come per tutte le DAW, una delle prime cose da veri care è il setup audio sopratutto perchè nel caso
speci co si lavora con un sistema AVID HD in studio e con un scheda audio UR44 di Steinberg. I dettagli su
come impostare al meglio una scheda con I/O multipli li vedremo in una prossima puntata, per ora
sfrutteremo solo la scheda audio interna del Mac.

Playback Engine

La prima cosa da fare è andare nel menu Setup, Playback Engine e scegliere il motore audio da usare, se
non ci sono schede audio esterne occorre utilizzare quella che il sistema (su Mac) crea, ovvero un driver
“aggregato” chiamato Pro Tools Aggregate I/O che unisce i due ingressi e le due uscite della scheda audio
interna in un unico driver in modo da poterle selezionare e utilizzare come, appunto, fossero una cosa sola.

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Playback Engine

Avendo un progetto aperto, se si varieranno le impostazioni attive, il programma e ettuerà una


operazione di chiusura e riapertura della sessione per impostare correttamente il driver audio scelto.

Save & Close Playback Engine

La successiva operazione da portare a termine è andare nel menu Setup, I/O Setup e impostare
quelle che in Cubase sono chiamate “VST Connections”.

Nel caso speci co, Pro Tools, utilizzando il driver virtuale Pro Tools Aggregate I/O, ha creato, oltre agli
ingressi audio stereo (relativi al mini jack stereo da 1/8), anche gli ingressi per gli input del microfono
del portatile in uso, come si vede dalla foto.

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I/O con ingressi microfonici

Questi ultimi andrebbero depennati, data la loro inutilità, a meno che non vogliate registrare col microfono
incorporato del Mac (non sia mai!). Se non altro perchè altrimenti ce li troveremo ogni volta che si andrà a
selezionare una canale audio in ingresso nella traccia selezionata.

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I/O setup, solo Input con scheda interna

Da notare che se l’ingresso è stato solo deselezionato nello I/O setup (ma non ne è stato cancellato il “path”,
sarà lo stesso visibile nel menu della traccia ma avrà la dicitura “path inactive”). Vedi foto di seguito:

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Path Inactive

Se si sceglie di utilizzare una scheda audio con più ingressi e uscite come quella già menzionata, sarà
necessario selezionarla dal menu Playback Engine, e poi impostarla andando di nuovo nel menu I/O setup
in modo che si possano gestire di conseguenza gli ingressi e le uscite nel modo corretto e desiderato. Una
cosa che vedremo nel prossimo articolo dedicato a Pro Tools

Ricapitolando, le operazioni che abbiamo fatto sono state la scelta del driver della scheda audio da usare
e le impostazioni degli ingressi sici della stessa rispetto agli ingressi logici desiderati.

Con la parola “logici” intendiamo un certo numero di ingressi e uscite virtuali che imposteremo secondo
le nostre necessità e basati su quelli reali. La cosa più naturale che possa capitare è di voler creare dei path
di ingresso stereo e replicare gli stessi come path mono, per poter scegliere se utilizzare gli ingressi della
scheda audio da un singolo no a 6 canali mono e da una no a 3 coppie di ingressi stereo o tutte le
combinazioni possibili (per esempio: 1 x stereo + 4 x mono).

Eseguita la procedura appena descritta quello che possiamo fare si divide in due categorie:

e ettuare delle nuove registrazioni


prendere una sessione di registrazione già fatta e importarla in Pro Tools.

Per ora inizieremo con la seconda delle due e faremo riferimento a un brano distribuito tempo fa da Elio e
le Storie Tese per o rire a tutti la possibilità di remissarlo e intitolato “Amore Amorissimo”. Sono state resi
disponibili su Soundcloud gli “stem” di Archi, Basso, Batteria, Chitarre, Fiati, Sequenze, Tastiere, Voce senza
e etti e Voce con e etti.

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Nuova Sessione

Creiamo un nuova sessione a 44.100 Hz e 24 bit, la sorgente infatti è formata come detto da  le mp3
scaricati da Soundcloud, non il massimo in termini di qualità, ma più che su cienti per il nostro esempio.

Nuova Sessione in Pro Tools

Scegliamo volutamente questo formato (44.1/24 bit) perchè è il formato di registrazione che abbiamo
impostato di default e comunque il risultato nale dovrà essere una registrazione audio che ipoteticamente
dovrebbe andare a nire su CD, e quindi è meglio scegliere direttamente la frequenza di campionamento
del supporto nale, o un suo multiplo. Riguardo alla profondità in bit, un buon compromesso è un valore di
24 bit e per ora ci basta sapere questo.

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Import le audio

Usiamo il menu File, Import, Audio per scegliere le tracce, stereo, da importare. Nell’immagine di seguito si
vedono i valori della traccia che stiamo per inserire e anche la descrizione del motivo per il quale i le sono
convertiti (in italiano: “Amore Amorissimo – Archi.mp3 deve essere convertito per essere usato perchè non è
un tipo di le audio che Pro tools può utilizzare direttamente”). La frequenza di campionamento rimane
uguale e, come si vede dall’immagine, i pulsanti Add e Add All sono disabilitati proprio perchè non è
possibile fare altro che copiare i le.

Questo vuol dire che, nel caso importassimo le audio Wav o Ai (quelli che si dovrebbero utilizzare nella
realtà), abbiamo anche la possibilità di utilizzare direttamente i documenti originali ma a nostro avviso
occorre essere consci perfettamente della procedura e saperla padroneggiare bene, per evitare di avere
sorgenti audio importate ma sparse per varie cartelle del nostro hard disk.

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Conversione e COPIA di tutti i le audio

I documenti saranno quindi convertiti:

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Attendere Prego…

E si dovrà scegliere se inserirli su una unica traccia o solo nell’elenco delle clip presenti all’interno del
progetto (cfr.: Pool di Cubase)

Opzioni di Import

A questo punto vale la pena capire che è sempre meglio utilizzare la struttura di cartelle che crea Pro
Tools stesso quando si crea il progetto. A tal proposito nel momento in cui scegliamo il formato ci verrà
chiesto di scegliere una locazione sul disco per il progetto, come fanno tutte le DAW, ma nel caso di Pro
Tools non è necessario creare una cartella perchè il programma provvederà da solo a fare questa
operazione chiamando la cartella con il nome del progetto e salvandoci dentro un le dallo stesso nome
che è il progetto (.ptx). (In Cubase/Nuendo occorre invece creare una cartella, e poi salvarci dentro il documento
al quale è sempre bene dare lo stesso nome)

Alla ne la struttura è quella dell’immagine allegata, da notare che per Pro Tools i le stereo saranno
sempre importati come due documenti mono con estensione .L e .R.:

Struttura Progetto

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E in uscita?

Come fare ad ascoltare quello che abbiamo importato però?

Facciamo un passo indietro e riapriamo il menu Setup I/O per assicurarci che sia impostata correttamente
l’uscita stereo, altrimenti il progetto avrà questo aspetto, grigio e muto!

Pro Tools grigio e muto

Se così fosse impostiamo il menu Setup, I/O come appena detto in modo che appaia così:

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Output Stereo correttamente impostato

In questo modo possiamo impostare ciascun canale in uscita sullo stesso path Stereo che abbiamo creato.
Da notare che se nelle impostazioni di Setup in Input e Output, si clicca sul pulsante “Default” (in basso) non
si fa altro che impostare gli ingressi e le uscite a quelle che sono proprie della scheda audio in uso, in
questo caso, solo una uscita stereo.
Questo di solito è il vero e unico ostacolo quando si apre una sessione di Pro Tools creata su un sistema
diverso dal nostro e per risolverlo occorre, dopo aver appunto creato le uscite nelle impostazioni di Setup,
 assegnare le uscite in modo corretto, altrimenti non si sente nulla!

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Scegliere output per traccia

Se si esegue l’operazione tenendo premuti i tasti Alt+Shift (su Mac), il percorso di uscita verrà
impostato per tutte le tracce selezionate che prenderanno colore e…suono!

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Colore e Suono in Pro Tools

La prossima puntata sarò dedicata alla impostazione di una scheda audio multi canale!
Buone impostazioni I/O in Pro Tools a tutti, per ora!

cj

cj è Claudio Januario nasce come “MIDIFONICO: operatore di sistemi di automazione musicale” e oggi è


laureato in Musica Elettronica, Tecnico di Sala di Registrazione al Conservatorio di Musica Licinio Re ce di
Frosinone. È docente Steinberg certi cato ed è l’ideatore, realizzatore e gestore di questo sito n dalla
sua nascita nel 1999.
Può essere contattato attraverso i forum oppure scrivendogli al suo indirizzo di posta elettronica

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