L'accordo di sesta napoletana è costruito sul II grado abbassato della scala minore. Essa si trova allo stato di
primo rivolto e avrà la numerica di 3-6 in quanto primo rivolto di triade.
Tale accordo poggia sul IV grado della scala minore napoletana, ed ha un intervallo di terza minore e sesta
minore.
Ad esempio, nella tonalità di Sol minore, il basso dell'accordo di sesta napoletana è Do, la 3ª minore è Mi
bemolle e la sesta minore (che forma l'intervallo di seconda minore con la tonica) è La bemolle. La
risoluzione è sul V grado (che fa la cadenza composta consonante) dal quale si approda al I grado.
• ascendendo sulla scala minore armonica, abbassando il secondo grado di un semitono, oppure
sulla scala frigia innalzando il settimo grado di un semitono;
• discendendo sulla scala minore naturale, abbassando di un semitono il secondo grado.
La presenza dell'intervallo di seconda aumentata (tra sesto e settimo grado) e, soprattutto, la sequenza di
due intervalli di seconda minore (si-do-re♭) la accomunano alla scala araba.
Nona di Dominate
Il modello dell'accordo di nona è ricavato dalla successione dei primi nove suoni armonici
L'accordo risultante è un Nona di Dominate con 9° maggiore
Accordo di Undicesima
Accordo formato da sei suoni. L'accordo è instabile e, spesso, viene percepito come un
insieme di andamenti melodici di appoggiatura.
Un caso in cui è possibile analizzare l'undicesima di Dominante è quello del pedale di
Tonica (per il Pedale vedi la lezione 17) sul quale si formi una Settima di Dominante;
l'effetto è quello di un accordo di appoggiatura (se è preparata 'ritardo') dell'accordo sul I
grado.
Altre situazioni in cui si può rilevare un'undicesima sono date da movimenti melodici (Nona
di Dominante con fioriture ad esempio), più che nell'uso proprio dell'armonia.
Accordo di Tredicesima
E' l'accordo composto da tutti i gradi della scala, il limite massimo del linguaggio tonale.
Anche questo accordo, come l'Undicesima, ha una chiara vocazione melodica, anche se
può essere trattato come armonia autonoma.
Un suggestivo esempio è lo spunto tematico della Ballata op. 23 di Chopin
E' una cadenza perfetta con tredicesima di appoggiatura
Un modo è un insieme ordinato di intervalli musicali derivato da una corrispondente scala musicale variando
semplicemente la nota iniziale.
I modi musicali più noti e studiati, sono i modi della scala diatonica, ai quali vengono attribuiti specifici nomi.
L’importanza di tale scala e dei relativi modi nella musica occidentale è dovuta al fatto che su essa si basa il
sistema tonale occidentale, ovvero l’insieme delle “note di base” di qualsiasi brano musicale: in particolare
nella musica occidentale al concetto di modo è legato quello di tonalità, dal momento che quest’ultima
sfrutta la definizione di modo.
I modi e le scale modali non sono utilizzati esclusivamente per la definizione delle tonalità dei brani, ma anche
indipendentemente da queste all’interno dei brani, nella tessitura melodica ed armonica: un uso particolare
di scale modali viene effettuato nel jazz, e più in particolare nella corrente definita, appunto, jazz modale.
Le scale modali estendono e in qualche modo completano, nella musica, il concetto di scala musicale tipico
dell’armonia classica tradizionale. Una melodia impostata su scale modali, all’orecchio moderno e
occidentale, induce l’idea di qualcosa di sospeso, arcaico, indefinito.
IONICO
E’ la scala maggiore e rappresenta il I grado ed è strutturata T-T-st-T-T-T-st. Si trova quindi una sequenza I-
II-III-IV-V-VI-VII.
DORICO
Si tratta di una scala minore strutturata T-st-T-T-T-st-T. Rispetto alla scala minore naturale è alterata sul VI
grado che in questo caso è maggiore. Si trova quindi una sequenza I-II-IIIm-IV- V-VI-VIIm.
FRIGIO
Si tratta di una scala minore strutturata st-T-T-T-st-T-T. Rispetto alla scala minore naturale è alterata sul II
grado che in questo caso è minore. Si trova quindi una sequenza I-IIm-IIIm-IV- V-VI-VIIm.
LIDIO
Si tratta di una scala maggiore strutturata T-T-T-st-T-T-st. Rispetto alla scala magiore è alterata sul IV grado
che in questo caso è eccedente. Si trova quindi una sequenza I-II-III- IVecc-V-VI-VII.
MISOLIDIO
Si tratta di una scala maggiore strutturata T-T-st-T-T-st-T. Rispetto alla scala magiore è alterata sul VII grado
che in questo caso è minore. Si trova quindi una sequenza I-II-III-IV-V- VI-VIImin.
EOLIO
Si tratta di una scala minore chiamata anche minore naturale ed è strutturata T-sT-T-T-sT-T- T.. Si trova quindi
una sequenza I-II-IIIm-IV-V-VIm-VIIm.
LOCRIO
Si tratta di una scala semi-diminuita strutturata st-T-T-st-T-T-T. Rispetto alla scala minore naturale è alterata
sul II grado che in questo caso è minore e sul V grado che in questo caso è diminuito. Si trova quindi una
sequenza I-IIm-IIIm-IV-Vm-VI-VIIm.
PARTENDO DAI GRADI
A partire dalla scala maggiore si possono ricostruire facilmente tutti i modi ricordandone l’ordine (in base al
loro grado rispetto a quello del modo Ionico).
La nota di partenza della scala, nel modo desiderato, sarà ovviamente quella del grado corrispondente (es:
nel caso del modo Lidio la prima nota da suonare, la tonica, sarà la quarta della sequenza della scala maggiore
a cui ci si sta riferendo).
Ottenuta a questo punto la scala maggiore nel modo desiderato non resta che traslarla fino al tono finale.
Esempio:
Voglio ottenere il modo Eolio della scala maggiore di Gb. Considero la scala maggiore di C, la più comoda dato
che non presenta alterazioni: C D E F G A B C. Il modo eolio corrisponde al VI grado della scala maggiore,
quindi prendo come punto di partenza il A ottenendo: A B C D E F G A. A questo punto traslo la scala dal A al
Eb (intervallo di V dim, 6 semitoni): Eb F Gb Ab Bb Cb Db Eb.
T – T – st – T – T – T – st Ionico (Maggiore)
T – st – T – T – T – st – T Dorico
st – T – T – T – st – T – T Frigio
T – T – T – st – T – T – st Lidio
T – T – st – T – T – st – T Misolidio
T – st – T – T – st – T – T Eolio (Minore)
st – T – T – st- T – T – T Locrio
Questo forse è il metodo più corretto anche perché è quello che permette di controllare tutte le varie
alterazioni che ci sono da modo a modo. Infatti, grazie a questo sistema è facile ragionare sul concetto di
modalità e non sulla tonalità della scala.
Bisogna ricordare le varie alterazioni che ci sono nelle scale rispetto alla scala maggiore e rispetto alla sua
relativa minore, questo aiuta a riconoscere il suono tipico della scala modale.
SCALA ESATONALE
Conosciuta anche come scala aumentata o a toni interi,la scala esatonole è esattamente ciò che il nome
suggerisce, divide l’ottava in 6 intervalli uguali di un tono ciascuno. Non sono presenti intervalli di
semitono. La scala esatonale dà un responso sonoro fluttuante e non determina alcun centro tonale. Infatti,
a causa della sua particolare struttura d’intervalli, domina dall’ assenza di semitoni, dà lo stesso responso
sonoro da qualunque nota s’inizi. Bastano perciò solo 2 scale esatonali per coprire tutte le 12 tonalità. Una
inizia dal C l’altra dal C#/Db. La nota che viene suonata per prima dà il nome alla scala. La scala esatonale
permette transizioni e armoniche impossibili con l’armonia diatonica convenzionale ed è un utilissimo
espediente compositivo.
Scala pentatonica
Una scala pentatonica (dal greco πέντα, penta, "cinque" e τόνος, tonos, "tensione", derivato dal verbo
τείνω ovvero teinō, "tendere, allungare", che ha originato anche il termine tono) è una scala
musicale composta da cinque note (nota anche come scala pentafonica, dal greco πέντα e φωνή, phoné,
"suono").
Le scale pentatoniche sono molto comuni in quasi tutte le culture musicali, a partire da numerosi tipi
di musica folk (ad esempio la musica celtica, il folk ungherese, il folk albanese, il gamelan indonesiano o i
canti huayno andini) fino alla musica africana occidentale ed i suoi derivati di stampo afro-americano come
lo spiritual, il jazz, il blues e, soprattutto, il rock. Anche nella musica classica la scala pentatonica è stata
ampiamente utilizzata, ad esempio in numerose composizioni di Claude Debussy.[1]
Le scale pentatoniche note nel sistema musicale temperato occidentale sono tutte anemitoniche,
ovvero prive di intervalli di semitono, e dato che sono scale composte solo da cinque gradi (in particolare
non è possibile identificare i due gradi che tipicamente danno alle scala diatonica maggiore una spinta alla
risoluzione verso gradi vicini, cioè il quarto ed il settimo grado) non hanno la tendenza a risolvere verso
la tonica o la dominante.
In altri sistemi musicali vi sono tuttavia casi in cui gli etnomusicologi descrivono scale pentatoniche
emitoniche (ovvero con intervalli di semitono), anche se spesso, trattandosi di temperamenti non equabili,
parlare di semitoni è una approssimazione. Ad esempio, in alcune aree dell'Africa occidentale, sono diffuse
scale pentatoniche che, se semplificate e rappresentate mediante il sistema temperato, contengono
intervalli di seconda minore (per esempio Do, Re♭, Mi♭, La♭ e Sol).
Pentatoniche "maggiori" e "minori"[modifica | modifica wikitesto]
Le pentatoniche classiche sono dunque caratterizzate non solo dalla loro mancanza di intervalli di
semitono, ma anche dal fatto che ciascuna delle cinque note può essere nota finale (e tonica). Dunque è
improprio distinguere fra una scala pentatonica maggiore e minore, ma è comunque evidente «come nella
scala pentatonica siano contenuti i due modelli tonali» [2] maggiore e minore.
Il modo classico di costruire una pentatonica è quello di prendere cinque note consecutive dal circolo delle
quinte: ad esempio Do, Sol, Re, La e Mi, che riordinate formano una pentatonica di Do. Sulla base di queste
cinque note si possono distinguere varie scale pentatoniche anemitoniche, le quali si formano
semplicemente spostando i due intervalli di terza minore che le caratterizzano (mai consecutivi): la
pentatonica "maggiore" è quella con una terza maggiore tra i primi tre suoni, ed è in pratica basata su una
scala diatonica maggiore senza il quarto ed il settimo grado:
Ascolta[?·info]
Se trasponiamo la scala pentatonica di Do in Sol♭ otteniamo Sol♭, La♭, Si♭, Re♭ e Mi♭, che sono i cinque tasti
neri del pianoforte:
Vengono poi chiamate "minori" le pentatoniche costruite su una scala minore naturale priva del secondo e
del sesto grado. Di fatto le note che si ottengono sono le medesime della pentatonica "maggiore" costruita
sulla relativa scala diatonica maggiore: ad esempio la pentatonica "minore" di La ha le stesse note di una
pentatonica "maggiore" di Do, semplicemente suonata a partire dal La, e presenta un intervallo di terza
minore in partenza:
Ascolta[?·info]
Si noti che, aggiungendo una nota a questa scala il quarto grado aumentato, che è poi la blue note si
ottiene la scala blues (composta da sei note, ad esempio: La, Do, Re, Re♯, Mi, Sol).
Scala bachiana
La scala bachiana è una scala minore melodica con il 6º e il 7º grado alterati anche nel discendere, che
solitamente vengono invece sostituiti nel discendere da una scala minore naturale. Questa scala è nota
anche come Dorica 7M.
La scala è denominata bachiana in onore di Bach il quale l'ha utilizzata spesso nelle proprie composizioni in
quanto egli aveva bisogno di una scala minore che avesse un suono invariato sia a salire che a scendere e
che non risultasse "orientale" alle orecchie di chi la ascoltava.Scala bachiana di La:
s T T T T s T (discendente)