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G. C.

Sciolla, Studiare l’arte

Capitolo 1
Opera d’arte come:
 nell’antichità classica è considerata TECHNE (prodotto della manualità dell’artefice e imitazione
realtà);
 in età ellenistica è ispirata alla divinità, quindi SACRA;
 nella cultura tardo antica l’arte è ritenuta il riflesso della bellezza divina (rielaborata nell’interiorità
dell’artista);
 nel Rinascimento ritorna concezione arte come imitazione realtà e applicazione dell’idea di
bellezza. Opere d’arte come arti del disegno (disegno padre delle tre arti “maggiori”, quali pittura,
architettura e scultura; arte PRIMARIA), ritenuto principio teorico-pratico che governa imitazione
della realtà naturale e spirituale. Sinonimo di oggetto artistico è immagine, cioè la forma visibile
dell’oggetto percepito dall’osservatore.
 in età barocca, la definizione di arti del disegno viene sostituita con quella di belle arti, imitazione
della natura (associazione dell’idea di arte come bellezza; è la bellezza, infatti, che distingue l’opera
d’arte dagli oggetti di uso comune);
 nel Settecento si usa termine di arti figurative (ciò che raffigura qualcosa), come sinonimo di arti
plastiche;
 metà Ottocento, viene adottata la dizione di arti maggiori e minori (per queste ultime viene usato
anche l’espressione di arti applicate o decorative).
 Fine Ottocento: con il termine opera d’arte si intende un manufatto contrassegnato da valore
estetico, significato di linguaggio, carattere individuale e spirituale, oltre che materiale.
 Metà Novecento si parla di arti della visione (importante il senso della VISTA nella fruizione) e beni
culturali (oggetti che recano il segno della cultura/attività umana).
Un’opera d’arte è ORIGINALE quando è un’opera autografa nella quale si manifestano in maniera
indubitabile i tratti del maestro. Una REPLICA O VARIANTE di un’opera originale è la ripetizione di una
stessa opera da parte dell’autore che l’ha inventata e costruita. Si distingue dall’originale per alcune
differenze (formato, tecniche e particolari iconografici). ESEMPIO: DIPINTO DI Jan van Eyck con “Le stigmate
di San Francesco” (prima variante a Torino, seconda a Filadelfia).
Le repliche sono dovute a:
a) Fortuna che l’opera riscontra e quindi al desiderio dell’artista di possedere un’opera uguale
all’originale
b) necessità di rifare originale perché l’artista ha riscontrato un difetto nel materiale (soprattutto per
la scultura)
La COPIA è una riproduzione di un originale realizzato da un autore diverso da quello che ha eseguito il
prototipo. Può essere più o meno fedele all’originale. Il falso è una copia usata come contraffazione per
frodare gli acquirenti (=imitazioni degli originali con finalità dolosa). La RIPRODUZIONE (soprattutto quella a
stampa) implica una modificazione sostanziale del formato e dei valori trasmessi. Nell’800 con l’invenzione
della fotografia, il processo della riproduzione si modifica totalmente: la fotografia annulla l’unicità
dell’opera d’arte, la sua autonomia e il suo valore culturale; allo stesso tempo però ne rende piu facile la
fruizione al pubblico.
La serialità indica la riproduzione in serie di un oggetto partendo da un prototipo o da un modello
capostipite. Questo concetto viene introdotto nel ‘900 quando gli oggetti artistici vengono prodotti
industrialmente. Caratteri che distinguono l’opera d’arte da altre forme artistiche (elementi di specificità):
 ASPETTO MATERIALE
 ELABORAZIONE TECNICA DEI MATERIALI
 ICONOGRAFIA
 STILE
TRADIZIONE E INNOVAZIONE
L’artista può:
1. Utilizzare materiali, tecniche iconografia e stile già adoperati precedentemente (Raffaello)=
TRADIZIONE ARTISTICA
2. Introdurre e sperimentare materiali, tecniche, iconografia e stile nuovi (Masaccio) = INNOVAZIONE
La tradizione artistica è la trasmissione di generazione in generazione delle modalità di lavorazione e dei
precetti (materiali, tecnici, iconografici e stilistici) che scaturiscono da un insegnamento e da
un’applicazione sistematica; vengono riproposte senza rilevanti variazioni; vengono trasmesse oralmente,
per iscritto o figurativamente. In quest’ultimo caso ci si serve del MODELLO (esempio da imitare e
riprodurre, nel senso della tecnica, stile e iconografia). Tale concetto è diverso dal modello che invece
indica materialmente il progetto dell’opera da realizzare.
L’innovazione artistica è l’introdurre modificazioni tali da sostituire i principi della tradizione con proposte
del tutto originali e mai sperimentate prima; è un atto di creazione di una cosa nuova.

CAPITOLO 2
Il materiale è il livello primario dell’opera. Il loro studio e classificazione dà informazioni su: inquadramento
storico, cronologico, stilistico e geografico dei manufatti. I materiali tradizionali sono, per esempio, i marmi
bianchi nella scultura. Materiali innovatori sono invece, per esempio, nel Medioevo, il giallo d’argento per
le vetrate o nell’800 la grafite per il disegno.
CAPITOLO 5
ICONOGRAFIA: (dal greco immagine e grafia, eikon e grafè), temi contenuti nelle immagini (metà del
Cinquecento; mira a decifrare e classificare i caratteri tipologici e contenutistici di una determinata opera; si
contrappone all’ICONOLOGIA che invece mira a studiare in profondità il significato simbolico dell’immagine
artistica).
ANALISI ICONOGRAFICA:
1. Individuazione tipi iconografici (si esaminano le figure umane, animali, considerando con cura
attributi e segni distintivi, come abbigliamento o tratti fisici, e gli oggetti inanimati, studiando il
contesto ambientale, temporale e spaziale nel quale sono inseriti)
2. Individuazione generi iconografici (si ottiene attraverso la conoscenza dello sviluppo storico dei
generi).
PRINCIPALI GENERI ARTISTICI:
 Raffigurazione di storia sacra: immagine che illustra un evento derivato dalla storia religiosa (o
dalla mitologia). All’interno possiamo distinguere tra Sacra conversazione (raffigurazione di
personaggi sacri che colloquiano tra loro; applicata alla Vergine con il bambino accompagnata ai lati
da santi, alcuni dei quali si rivolgono allo spettatore e hanno funzione di tramite tra mondo umano
e divino; si diffonde nel ‘200/’300 in ambito francescano, ha fortuna nel ‘400, tramonta nel ‘500) e
rappresentazione di Cristo a mezza figura (raffigurazione corpo di Cristo presentato ai devoti dopo
la morte; immagine di piccole dimensioni a uso privato; la mezza figura permette la visione
ravvicinata del volto; l’origine è nelle icone bizantine; i vari tipi sono Salvator mundi, Imago
pietatis).
 Storia profana: illustrazione avvenimento realmente accaduto; ha carattere celebrativo,
commemorativo e ideologico; spesso il racconto si intreccia con elementi di carattere
mitologico,religioso o leggendario. Esempi sono: Mantegna, I trionfi di Cesare, Paolo Uccello,
Battaglie, Taddeo Zuccari, affreschi Sala fasti Farnesiani e nell’Anticamera del Concilio del palazzo
Farnese di Caprarola (1562-63).
 Ritratto: raffigurazione di un personaggio antico e moderno realmente esistito colto da solo oppure
insieme ad altre persone (in questo caso è un ritratto di gruppo); ha un posto centrale nel
Rinascimento (Antonello da Messina lo assurge a genere autonomo); oltre ai tratti fisici della
persona, esprime anche i sentimenti dell’anima. Nel ‘400 si esplorano gli aspetti più minuziosi; nel
‘500 si punta più sull’introspezione psicologica (diventa espressione stato d’animo; LEONARDO-
ricerca moti d’animo-, GIORGIONE E LORENZO LOTTO - inquietudine esistenziale-), ma allo stesso
tempo si depersonalizza (diventa immagine fissa, simbolo di uno status sociale, come il ritratto di
stato, che risalta il carattere pubblico del personaggio; RAFFAELLO- vedi ritratto Baldassar
Castiglione-, TIZIANO, PULZONE- ritratto Maria de’ Medici-).
 Caricatura: deformazione in chiave ironica delle fattezze umane (in particolare volto); nasce tra la
fine del ‘500 e inizi ‘600 (LEONARDO);
 Natura morta: tale termine viene utilizzato a partire dal XVIII sec., indicando la rappresentazione di
oggetti privi di vita, ma con valore simbolico. Nel XVI sec. si diffonde in contrapposizione alla pittura
di storia. Abbiamo rappresentazioni di cucine (nature morte composite, presentano anche elementi
umani), tavole imbandite (allusione alla transitorietà del’esistenza e alla rovina derivata dalla
troppa attenzione al cibo), fiori, insetti (tempo che corre veloce).
 Paesaggio: rappresentazione della natura in esterni; nel ‘400 indica un soggetto ulteriore alla
composizione, autonomo; i paesaggi fiamminghi sono ricchi di elementi botanici; acquista
importanza con PERUGINO (nasce e vive sul lago Trasimeno, ripete sempre nelle sue opere uno
scorcio di tale lago);
 Veduta: raffigurazione immaginaria o reale di determinati aspetti della realtà urbana o del
territorio, caratterizzata da una rigorosa impostazione architettonica e prospettica; nel
Rinascimento assurge a genere indipendente; spesso la veduta è vuota, cioè ha solo gli elementi
architettonici “città ideale”; si ha veduta ideata è una sorta di veduta immaginaria, d’invenzione, e
veduta reale, dove l’artista descrive con rigore l’ambiente urbano, architettonico; diventa pretesto
per rappresentare la prospettiva lineare;
 Scena di genere: rappresentazione ispirata alle occupazioni della vita quotidiana;
 Raffigurazione uomini illustri: raffigurazioni di santi, vescovi, laici, eroi; dal ‘400 vengono illustrati
militari o uomini di cultura; ANDREA DEL CASTAGNO.
 Grottesca: genere che compare a Roma all’inizio del ‘500; ha rapida diffusione nell’affresco, arazzo,
grafica e scultura; consiste in motivi decorativi fantastici, dove si mescolano elementi vegetali a
elementi animali, invenzioni mostruose o burlesche; è un genere ANICONICO, non rappresenta
nulla, è puramente decorativo, vi è assenza di prospettiva e di soggetti; il nome deriva dalle grotte
dell’Esquilino della Domus Aurea dove sono state rintracciate le immagini.
 Finestre, cornici: rapporto interno/esterno.
 Pendants: dipinti concepiti in paio disposti simmetricamente sulle pareti.
 Trompe-l’oeil: resa illusionistica di un aspetto della realtà rappresentata.
Identificazione fonte storica o letteraria che ha ispirato una composizione, sono di due tipi:
a) fonti largamente diffusi nella cultura occidentale, come i testi biblici, testi apocrifi, leggendari,
vite dei santi e alcuni testi poetici classici, come Leggenda aurea di Jacopo Varagine del XIV e Le
Metamorfosi di Ovidio;
b) testimonianze scritte che oggi sono meno note e comportano per il loro recupero lo studio
comparato delle immagini con il committente e il suo ambiente culturale;
ESEMPI: ciclo dei Mesi (palazzo Schifanoia Ferrara che si ispira a poema didattico di Manilio), nel ‘500
Giorgione (frequenta la corte umanistica di Caterina Cornaro ad Asolo e nel dipinto dei Tre filosofi ricorre
alla fonte dell’Opus imperfectum in Mattheum, sorta di storia dei re magi, vangelo apocrifo, dove si cercano
indizi della venuta del Messia in cielo).
L’artista può:
 TRADURRE IL TESTO DI PARTENZA ALLA LETTERA SENZA CAMBIAMENTI (Masaccio nel Tributo
della moneta, 1425/28, riproduce alla lettera l’episodio narrato da Matteo)
 SOTTOPORLO A VARIAZIONI (la variazione può seguire 4 forme: mutazione degli elementi
descrittivi; eliminazione di alcuni elementi; sintesi essenziale degli elementi costitutivi il testo
ispiratore e arricchimento testo con elementi nuovi).
ESEMPI arricchimento con elementi nuovi: Benozzo Gozzoli Viaggio dei re Magi, in Palazzo Medici-riccardi a
Firenze; tema sacro ripropone arte tardogotica;
 UTILIZZARE IN MANIERA COMBINATA DUE O PIU’ FONTI IN UNA SOLA IMMAGINE (Carpaccio,
Storie di Sant’Orsola, 1490-95, dove si incrociano due fonti agiografiche La Legenda aurea e La
legenda di santa Gugliema).
L’elaborazione di un programma iconografico (organizzazione di una serie di temi) che ispira una
determinata figurazione spetta in genere al committente e ai suoi consulenti.
ESEMPI: Seconda Porta Battistero Firenze (porta del Paradiso) del Ghiberti 1425-52, fu elaborata
dall’umanista Leonardo Bruni; prevedeva la suddivisione della porta in 28 riquadri con storie del Vecchio
Testamento, successivamente diminuiti a 20;
Stanza della Segnatura, di Raffaello e bottega (1508/1511) esaltava le categorie umane (VERO, BELLO,
BENE).
Il VERO è l’aspetto soprannaturale rappresentato dalla ricerca teologica e filosofica (Disputa del
Sacramento e Scuola di Atene);
Il BENE è il principio oggettivato giuridicamente nella legge e visualizzato dalla personificazione delle virtù
teologali e cardinali (Papa Gregorio che approva le decretali);
Il BELLO è identificato con la poesia ed è visualizzato nella rappresentazione del Parnaso.
Affreschi di Taddeo Zuccari nella Sala dell’Aurora del Palazzo farne siano di Caprarola (1562/63):
programma iconografico redatto da Annibal Caro; il fregio doveva essere a grottesche o a piccole scene,
accanto all’aurora dovevano figurare artigiani e lavoratori i quali appena alzati iniziano le loro occupazioni e
una serie di figurazioni allegoriche (solitudine, tranquillità, sonno).

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