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i testi e la storiografia

TESTO
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I tre sogni di Cartesio


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Le Olympica che riportano i sogni di Cartesio sono stessa notte) operata da Baillet, così come vennero
andate perdute. Sono però state copiate nel 1691 da interpretati dallo stesso Cartesio:
Baillet, il biografo di Cartesio. Baillet nota che Cartesio, • i primi due sogni secondo Cartesio riguardavano la
«dubbioso se si trattasse d’un sogno o di una visione, sua vita passata, e le colpe commesse: per questo
non solo decise dormendo che si trattava di un sogno, provò momenti di terrore;
ma prima ancora di svegliarsi lo interpretò». • il terzo, invece, si riferiva al futuro: «lo Spirito di
Il testo che segue è la trascrizione dei tre sogni (av- Verità aveva voluto aprirgli con tale sogno i tesori di
venuti, secondo le parole di Cartesio, tutti e tre nella tutte le scienze».

Egli stesso [Cartesio] ci dice che il 10 novembre 1619, essendo andato a letto «tutto pieno
del suo entusiasmo» e tutto preso dal pensiero «di aver trovato quel giorno i fondamenti
di una scienza meravigliosa», ebbe tre sogni di seguito in una sola notte, che immaginò
non potessero esser venuti che dall’alto.
5 Dopo essersi addormentato, la sua immaginazione si sentì colpita da taluni fantasmi che gli
si presentarono e lo spaventarono in modo tale che, credendo di camminar per le strade,
era obbligato a poggiarsi tutto sul fianco sinistro per andare dove voleva, perché aveva una
grande debolezza al lato destro, e non poteva reggersi. Si vergognava di camminare a quel
modo, e fece uno sforzo per raddrizzarsi; ma sentì un vento impetuoso che trascinandolo in
10 una specie di turbine lo fece girare tre o quattro volte sul piede sinistro. Ma non fu questo
che lo spaventò.
La difficoltà che provava a trascinarsi faceva sì che gli sembrasse di cadere a ogni passo,
finché, avendo visto un collegio aperto sulla sua strada, vi entrò per trovare un rifugio e
un rimedio al proprio male. Cercò di raggiungere la chiesa del collegio, dove era suo primo
15 pensiero andare a pregare; ma si accorse di aver sorpassato una persona di conoscenza senza
salutarla, e volle tornare sui propri passi per fargli omaggio; il vento però lo respinse con
violenza soffiando contro la chiesa.
Nello stesso tempo vide in mezzo al cortile del collegio un’altra persona che lo chiamò per
nome in termini gentili e cordiali dicendogli che, se voleva andare a trovare il signor N.,
20 aveva qualcosa da dargli. Cartesio immaginò che fosse un frutto recato da qualche paese
straniero.
Ma quel che più lo sorprese fu di notare che quanti si univano con quella persona intorno
a lui per discorrere erano saldi e dritti sui loro piedi, mentre lui era sempre curvo e trabal-
lante sullo stesso terreno, benché il vento che più volte sembrava lo rovesciasse fosse molto
25 diminuito. Su questo si svegliò, e sentì subito un dolore reale, che gli fece temere si trattasse
di qualche cattivo genio che l’avesse voluto sedurre. Subito si volse sul fianco destro,
poiché era appoggiato sul sinistro quando si era addormentato e aveva sognato. Pregò Dio
per chiedere di essere difeso dal cattivo effetto del suo sogno, e d’esser preservato da tutti
i malanni che lo minacciassero in punizione dei suoi peccati, che riconosceva sufficienti
30 ad attirare sulla sua testa i fulmini del cielo, anche se aveva condotto fino allora una vita
senza macchia agli occhi degli uomini.
In questa situazione si addormentò di nuovo dopo quasi due ore di meditazioni sui beni e
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sui mali di questo mondo. Subito venne un nuovo sogno, durante il quale credette di udire
un rumore acuto e forte che gli parve un colpo di tuono. La paura fu tale da risvegliarlo
35 di colpo. Aperti gli occhi vide per tutta la stanza scintille infuocate. La cosa gli era già
capitata altre volte, né era per lui strano, svegliandosi nel cuor della notte aver gli occhi
così scintillanti da intravedere gli oggetti più vicini. In quest’ultima occasione, tuttavia,
volle ricorrere a ragioni tratte dalla filosofia; e giunse a conclusioni favorevoli al proprio
spirito, avendo osservato, alternativamente aprendo e chiudendo gli occhi, la qualità delle
40 immagini rappresentate. Così la paura si dissipò, e riprese sonno in una grande calma.
Un momento dopo ebbe un terzo sogno, che non aveva nulla di terribile come gli altri
due. In questo trovò un libro sulla sua tavola senza sapere chi ce l’avesse messo. L’aprì, e
visto che era un Dizionario ne fu felice, sperando che gli riuscisse molto utile. Nello stesso
istante si trovò sotto mano un altro libro, che non gli riusciva meno nuovo, non sapendo di
45 dove fosse venuto. E trovò che era una raccolta di poesie di autori diversi, intitolata Corpus
poëtarum [diviso in 5 libri, stampato a Lione, e a Ginevra]. Ebbe la curiosità di leggerne
qualcosa, e, aperto il libro, gli capitarono innanzi i versi: Quod vitae sectabor iter? 1
Nello stesso momento scorse un uomo che non conosceva, ma che gli presentò un com-
ponimento in versi che cominciava Est et non vantandoglielo come eccellente. Cartesio
50 gli disse che sapeva cos’era, e che si trovava fra gl’Idilli d’Ausonio nella grossa raccolta di
poeti che era sulla tavola. E volle mostrarlo lui stesso a quell’uomo, e si mise a sfogliare il
libro, di cui vantava di conoscere alla perfezione l’ordine e la distribuzione. Mentre cercava
il luogo, l’uomo gli chiese dove avesse preso il libro, e Cartesio gli rispose di non potergli
dire come l’avesse avuto, ma che un momento prima ne aveva avuto fra le mani un altro poi
55 sparito senza ch’egli sapesse né chi l’aveva portato né chi l’aveva preso. Non aveva finito
di parlare, ed ecco che vide riapparire il libro all’altro capo della tavola. Ma si accorse che
il Dizionario non era più intero come quando l’aveva visto la prima volta. Trovò tuttavia le
poesie d’Ausonio nella raccolta di poeti che sfogliava, ma non potendo trovare la lirica che
cominciava Est et non, disse all’uomo che ne conosceva un’altra dello stesso autore anche
60 più bella, che cominciava Quod vitae sectabor iter? La persona lo pregò di mostrargliela, e
Cartesio si fece un dovere di cercarla, ma s’imbatté in molti piccoli ritratti incisi, cosa che
gli fece dire che il libro era molto bello, ma che non era la stessa edizione che conosceva.
A questo punto i libri e l’uomo sparirono, e si cancellarono dalla sua immaginazione senza
che per questo egli si svegliasse.
A. Baillet, Vita di Monsieur Decartes, a cura di L. Pezzillo, Adelphi, Milano 1996

1
“Quale strada seguirò?”
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GUIDA all’ANALISI
8-11 Il primo e il secondo sogno Cartesio «li interpretò molto dolce e gradevole, indicava l’avvenire: significava quello
come avvertimenti minacciosi a proposito della sua vita pas- che gli sarebbe accaduto nel resto della vita».
sata, che forse non era stata così innocente davanti a Dio 42-43 «Giudicò che il Dizionario non voleva dir altro che
come davanti agli uomini. Di qui, egli pensava, il terrore e lo tutte le scienze riunite insieme; che la raccolta di poesie
spavento che accompagnavano i due sogni». intitolata Corpus poëtarum indicava in particolare, e in modo
16-17 Secondo Cartesio, «il vento che lo spingeva verso più distinto, la Filosofia e la Saggezza riunite».
la chiesa del collegio, quando sentiva male al fianco destro, 47-49 «Con i poeti riuniti nella raccolta intendeva la Rive-
non era altro che il cattivo genio che cercava di gettarlo per lazione e l’Entusiasmo, che non disperava di poter attingere.
forza in un luogo in cui voleva andare volontariamente (a Con il componimento in versi Est et non, che è il Sì e no
malo Spiritu ad Templum propellebar). di Pitagora (ναί καί οϋ), intendeva la verità e la falsità delle
Per questo Dio non permise che andasse più oltre, e che si conoscenze umane e delle scienze profane. Vedendo che
lasciasse trascinare, sia pure in luogo santo, da uno Spirito tutto questo gli tornava così bene, osò persuadersi che era
che non aveva inviato; ma era persuaso che era stato lo lo Spirito di Verità che aveva voluto aprirgli con tale sogno
Spirito di Dio a fargli fare i primi passi verso la chiesa. Lo i tesori di tutte le scienze».
spavento che l’aveva colpito nel secondo sogno indicava 59-60 «Cartesio, continuando a interpretare il suo sogno,
a parer suo la sua sinderesi, e cioè i rimorsi della sua co- nel sonno pensò che i versi sull’incertezza del genere di vita
scienza per i peccati che poteva aver commesso nella vita da scegliere col loro inizio Quod vitae sectabor iter? indicas-
fino allora». sero il buon consiglio di un saggio, o addirittura la teologia
19-20 «Il melone che gli si voleva regalare nel primo so- morale. In questo, dubbioso se stesse sognando oppure me-
gno significava, a parere di Cartesio, l’incanto della solitudine, ditando, si svegliò senza emozione alcuna, e continuò a occhi
ma presentato con allettamenti del tutto umani». aperti l’interpretazione del suo sogno nel medesimo senso».
25-31 «Il fulmine di cui aveva sentito il tuono era il se- 61-62 «E siccome gli rimaneva da spiegare solamente il
gnale dello Spirito della Verità che scendeva su di lui per senso dei ritrattini incisi, che aveva trovato nel secondo libro,
possederlo». smise di cercarne il significato dopo la visita che un pittore
41 «Secondo Cartesio l’ultimo sogno, che era stato tutto italiano gli fece il giorno dopo».

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1. Dal testo al contesto 3. L’interpretazione del testo
Nel testo compaiono riferimenti, talvolta non così evidenti, • Che cosa rappresentano per Cartesio i primi due sogni?
a vicende della vita di Cartesio o a dottrine da lui esposte. In quale maniera?
Elenca questi elementi e indica a quali vicende o dottrine • Quale simbologia è presente nel terzo sogno?
possono essere riferiti. • In sintesi, che cosa ci dicono complessivamente questi
2. La struttura del testo tre sogni di Cartesio?
Sintetizza le tre sequenze riguardanti i sogni con un breve
titolo che ne indichi il contenuto.

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