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un’idea per la verbalizzazione nell’era del PCT

v1.59
Note di udienza

PREFAZIONE
Nel mese di aprile del 2014 ricevetti una newsletter dal mio COA con la quale si
annunciava l’imminente avvio del PCT anche per il Foro di Grosseto seppur
limitatamente, in quella fase iniziale, al deposito telematico dei ricorsi per ingiunzione
ed ai depositi innanzi alla sezione Lavoro.
Contestualmente si avvisavano gli iscritti che a partire dal 30 giugno 2014 le
deduzioni di udienza (le “verbalizzazioni” diverse, quindi, dalla mera indicazione di
presenza) per esigenze "logistiche" (e d’intesa con i magistrati) avrebbero dovuto
essere consegnate al giudice in formato elettronico, su chiavetta USB, per consentirne
una rapida integrazione nel nuovo “verbale digitale”.
Pur potendo contare su portatili di proprietà o PC messi a disposizioni dal COA,
la redazione delle note a verbale sarebbe stata in questo modo alquanto diversa e ben
più difficoltosa rispetto al passato “analogico” quando gli avvocati, nella prassi,
potevano spesso “aprire il verbale” con le proprie deduzioni prima ancora di comparire
davanti al giudice.
Pensiamo all’avvocato che incontri in udienza il collega di controparte al quale
rappresenti di aver fatto le classiche “due righe” di deduzioni a verbale. Quest’ultimo
vorrà prendere visione delle note e molto probabilmente replicare. Potrebbe anche, a
sua volta, aver scritto lui stesso “due righe” che dunque andrebbero integrate con
quelle di controparte: due chiavette, un unico verbale, indispensabile un PC dove fare
“il lavoro” a meno che questo non lo si voglia affidare al magistrato vanificando però
quella speditezza che avrebbe garantito la semplice importazione in consolle di un
verbale già predisposto dai legali.
Da qui l’idea di una piattaforma online, “ipersemplificata” ed accessibile da
qualunque dispositivo mobile (smartphones e tablet), che consentisse di riprodurre in
digitale la prassi consolidata delle verbalizzazioni cartacee cui eravamo abituati.
Quell’idea si è trasformata in una web application raggiungibile all’indirizzo
https://note.dirittopratico.it
Un ringraziamento particolare al Collega e amico Luca Sileni, referente
informatico del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Grosseto, per i consigli e le
indicazioni ricevute in fase di sviluppo e per aver fatto conoscere il progetto fuori dal
ristretto ambito locale.

Claudio De Stasio

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Note di udienza

Cos'è Note di Udienza?


Note di udienza è una “applicazione web”1 pensata per rendere semplice ed
immediata la redazione in digitale delle deduzioni “a verbale” degli avvocati ed
altrettanto semplice ed immediata la successiva importazione delle stesse sulla
"consolle magistrato".
L’applicazione è raggiungibile collegandosi, mediante qualsiasi dispositivo
(smartphone, tablet o pc), all’indirizzo https://note.dirittopratico.it.
Il servizio è immediatamente disponibile e non è richiesta alcuna registrazione o
autenticazione sul sito.
Per creare, modificare o semplicemente visualizzazione una “nota” occorre
soltanto un “codice” - scelto dall’utente o fornito automaticamente dal sistema - che si
lega indissolubilmente alla nota come fosse una sorta di chiave “usa e getta”: le note
saranno infatti visualizzabili e modificabili soltanto da chi ne conosca il codice e si
cancelleranno automaticamente trascorse 24 ore dall'ultima modifica.

Lo scenario tipico?
 l'avvocato inizia a redigere le proprie deduzioni direttamente dal proprio
smartphone/tablet comunicando poi al collega il codice per poter replicare.
Entrando dal Giudice questi preleva direttamente dal proprio browser la
verbalizzazione degli avvocati e la incolla nella "consolle magistrato".
 il praticante/domiciliatario in udienza invia/comunica il codice al dominus che,
da studio, prende atto di quanto verbalizzato da controparte e replica
direttamente alle deduzioni avversarie.

1 Prerogativa di un'applicazione web è la sua accessibilità via internet secondo un’architettura client/server:
un generico client accede connettendosi a funzionalità applicative residenti su un application server
utilizzando come terminali utente normali web browser appoggiandosi dunque ai consueti protocolli di
rete. Questo modello applicativo è divenuto piuttosto popolare alla fine degli anni novanta con la diffusione
di Internet, in un contesto di web dinamico. Infatti l'opportunità di aggiornare ed evolvere a costo ridotto il
proprio applicativo, senza essere costretti a distribuire numerosi aggiornamenti ai propri clienti attraverso
supporti fisici, ha reso la soluzione piuttosto popolare per molti produttori software. Più di recente società
come Google e Microsoft hanno implementato interi pacchetti applicativi per office automation,
tradizionalmente venduti in modo distribuito su supporti CD-ROM, e che ora si stanno velocemente
trasformando a tutti gli effetti in webapps (es. Google Docs). Spesso sono applicazioni web complesse di
tipo enterprise, ovvero di business ad uso interno prettamente aziendale, o verso i propri clienti esterni.
(Fonte: Wikipedia).

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Note di udienza

Come funziona?
L’idea di base è semplicissima: conservare per un tempo limitato un
documento sul cloud affinchè, soltanto chi ne conosca il codice, possa
visualizzarlo e modificarlo utilizzando niente più che un browser ed un
collegamento internet.
Il progetto originario prevedeva che l’applicazione dovesse anche:
1. mettere a disposizione degli utenti un formulario direttamente modificabile e
integrabile dagli utenti stessi, strutturabile in modo flessibile secondo esigenza
(ad esempio con suddivisione per foro/magistrato);
2. rendere possibile l’inserimento diretto nel testo di “formule comuni” per
velocizzare la stesura del verbale (come ad esempio l’introduzione del
testimone o il conferimento di incarico al CTU);
3. consentire l’unione di più note o l’inserimento di note dentro altra nota
(utile in caso le parti abbiano ciascuna già predisposto la propria verbalizzazione
e sia necessario fondere le note per predisporre una nota unica);
4. tenere traccia delle modifiche di una nota affinché fosse possibile
ripristinare una versione “precedente” del testo in caso di errori nella
verbalizzazione o cancellazioni accidentali;
5. consentire di rendere immodificabili le note impendendone ulteriori
modifiche e certo il tempo della “scadenza” (e dunque della cancellazione);
6. da ultimo, ma non certo per importanza, tutelare e garantire la riservatezza
dei dati riducendo contestualmente, nei limiti del possibile, il pericolo
dell'accesso abusivo, del furto o della manomissione di informazioni.

Sicurezza e trattamento dei dati


La tutela e la riservatezza delle informazioni contenute nelle note – come facile
immaginare – è un aspetto di fondamentale importanza che riguarda non soltanto
questioni tecniche legate alla “sicurezza informatica” della piattaforma ma anche al
trattamento, da parte degli avvocati, dei dati sensibili dei propri assistiti.
L'utilizzo del servizio, di per sé, non richiede il trattamento di dati personali
dell'utente (e per utente si intende ovviamente chi redige una nota tramite la webapp)
fatta eccezione dell'indirizzo IP dal quale le note sono create o modificate. Gli indirizzi
IP raccolti saranno in ogni caso cancellati automaticamente dal sistema insieme alle
note stesse trascorse 24 ore dall'ultima modifica o dallo scadere degli otto giorni di
vita nel caso l’utente abbia optato per la conservazione “estesa”2; la loro visibilità è
limitata all'utente e coloro cui questi comunicherà il codice per visualizzarle e
modificarle solo accedendo alla pagina della cronologia modifiche.
Diversa questione è invece il trattamento dei dati personali di terzi (quindi, ad
esempio, i dati sensibili della parte assistita dall’avvocato che redige la nota): tale
trattamento dovrà essere oggetto di apposita informativa da rendere preventivamente
al terzo medesimo atteso che solo l'utente è responsabile del contenuto delle note e
del trattamento dei dati ivi eventualmente contenuti. Pare superfluo ricordare che tale
obbligo informativo non ricorre soltanto per l’utilizzo di Note di udienza ma in tutti i

2 A partire dalla versione 1.52 è possibile estendere la vita di una nota ad otto giorni, non prorogabili,
semplicemente inserendo nel testo la stringa di controllo #set. L'utente deve essere consapevole che ove
non vi sia una specifica esigenza ad estendere la conservazione temporanea della nota ad otto giorni, la
durata di default di 24 ore è certamente quella preferibile e più sicura.

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Note di udienza

casi in cui l’avvocato si avvalga di qualsiasi strumento cloud (come i classici servizi di
storage dropbox, onedrive, google drive e simili) e – secondo i più prudenti – ogni
volta in cui i dati “escano” in qualunque modo dallo studio (dunque anche nel caso
dell’invio di una semplice mail!).

Per garantire l’accesso non autorizzato, le note “partono” (dal nostro browser) e
vengono conservate sul server in forma crittografata. Resta inteso che primo baluardo
alla sicurezza di una nota è la scelta, da parte dell’utente, di un codice “robusto”,
tanto più robusto quanto più le informazioni contenute nella nota lo richiedano.
Per chiarire: se nella verbalizzazione non compaiono mai dati sensibili delle parti
potrebbe essere adeguato un codice del tipo “rossi475”. Ma se le deduzioni dovessero
contenere dati sensibili del proprio assistito o notizie particolarmente riservate meglio
qualcosa tipo “K7gRahRv7Dz1”. Mai dovrebbe essere utilizzato come codice il
solo numero di ruolo della causa!

Vediamo rapidamente cosa accade quando ci colleghiamo al servizio ed il


server salva, per la prima volta, una nota.
Anzitutto il nostro browser stabilirà con il server una connessione protetta
utilizzando il protocollo TLS3. La sicurezza della connessione è generalmente
evidenziata dal browser con un “lucchetto chiuso” ed il prefisso “https:” invece del
classico “http:” prima dell’indirizzo:

3 Il protocollo TLS consente alle applicazioni client/server di comunicare attraverso una rete in modo tale da
prevenire il 'tampering' (manomissione) dei dati, la falsificazione e l'intercettazione. È un protocollo
standard IETF che, nella sua ultima versione, è definito nella RFC 5246, sviluppata sulla base del
precedente protocollo SSL da Netscape Communications. L'autenticazione del server è molto utile per il
software di navigazione e per l'utente. Il browser valida il certificato del server controllando che la firma
digitale dei certificati del server sia valida e riconosciuta da una certificate authority conosciuta utilizzando
una cifratura a chiave pubblica. Dopo questa autenticazione il browser indica una connessione sicura
mostrando solitamente l'icona di un lucchetto. Questa autenticazione, però, non è sufficiente per garantire
che il sito con cui ci si è collegati sia quello richiesto. Per esserne sicuri è necessario analizzare il
contenuto del certificato rilasciato e controllarne la catena di certificazione. I siti che intendono ingannare
l'utente non possono utilizzare un certificato del sito che vogliono impersonare perché non hanno la
possibilità di cifrare in modo valido il certificato, che include l'indirizzo, in modo tale che risulti valido alla
destinazione. Solo le CA possono generare certificati validi con un'URL incorporata in modo che il
confronto fra l'URL apparente e quella contenuta nel certificato possa fornire un metodo certo per
l'identificazione del sito. Molto spesso questo meccanismo non è noto agli utenti di internet ed è causa di
varie frodi dovute ad un uso non corretto del browser, non ad una debolezza del protocollo TLS. (fonte:
Wikipedia).

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Note di udienza

Cliccando sul lucchetto otteniamo conferma sulla validità del certificato e sulla
sicurezza della connessione:

A questo punto, allo “stato dell’arte”, possiamo ritenerci ragionevolmente


tranquilli che tutto quanto viene inviato al/dal server non sarà intercettabile da terzi4.
Scelto il codice iniziamo a scrivere la nostra nota (il funzionamento in dettaglio
dell’applicazione sarà illustrato inseguito). La fase di redazione avviene in locale: solo
quando clicchiamo su “salva le modifiche” la nostra nota viene trasferita (in modo
sicuro per quanto prima detto) sul server.
Il server cifra il contenuto della nota per la conservazione temporanea
utilizzando come “chiave” lo stesso codice della nota. Calcola poi l’impronta
informatica del codice che servirà ad individuare il contenuto criptato della nota. Sul
server non viene conservato il codice della nota ma soltanto la sua
“impronta” unita al contenuto cifrato della nota stessa. Tutto il processo si
completa in pochi millisecondi.
Per capire il perché di queste operazioni occorre aver chiaro cosa sia una
“impronta informatica”. In questa sede ci sarà sufficiente sapere che calcolare
l’impronta del codice della nota consente di ottenere una “stringa” alternativa di
caratteri, di lunghezza fissa, in modo tale che non sia possibile l’operazione inversa:
risalire cioè al codice della nota partendo dalla sua impronta informatica.

4 Per una vecchia massima informatica "l’unico computer sicuro è quello non connesso ad alcuna rete,
chiuso in un caveau blindato, con una guardia armata alla porta, e... spento!".

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Note di udienza

Per chiarire vediamo qualcosa di pratico.


Accediamo ad un qualsiasi servizio per il calcolo online dell’impronta informatica
(sarà sufficiente cercare su un motore di ricerca “SHA256 online”). Uno fra i tanti
potrebbe essere quello raggiungibile su http://www.xorbin.com/tools/sha256-hash-
calculator

Calcolando l’impronta del codice “rossi425” avvalendoci dell’algoritmo SHA256


(Secure Hash Algorithm 2565) otterremo:
53b832be2e16d442e80cf18ecff1bdcf0cc94f86e92cddc867af858298c1a986

Adesso proviamo con “rossi426”:


f425f6496106025085e115c75f7092b00baaa47df0d6fe32e6901002e8789482

E’ stato sufficiente cambiare l’ultima cifra da 5 a 6 per ottenere due impronte


completamente diverse dalle quali non vi è modo di risalire ai due codici che le
hanno originate. Questo perché la funzione logico/matematica deputata alla
generazione dell’impronta (hash) deve garantire essenzialmente:

 che non sia possibile eseguire l’operazione inversa di ricavare dall’impronta la


sequenza originaria di bit né di individuare una qualsiasi sequenza alternativa che
possa generare quella stessa impronta;
 che sia (praticamente) impossibile ottenere impronte uguali partendo da
sequenze diverse fosse anche la differenza, come nel nostro esempio, di un solo
carattere.

In questo modo, se qualcuno riuscisse ad accedere all’archivio dove il server


conserva le note, non potrebbe comunque decodificarne il contenuto poiché il codice
necessario alla decodifica non è ricavabile dalle impronte. Unica possibilità potrebbe
essere quella di un approccio “brute force” provando cioè una serie di possibili “codici”
partendo da quelli più semplici. Un motivo in più, come già ricordato e raccomandato,
per utilizzare codici adeguatamente “robusti”.
Appare allora chiaro cosa accada quando vogliamo visualizzare o modificare una
nota di cui conosciamo il codice: il server calcolerà l’impronta del codice in modo da
sapere quale nota cifrata prelevare dall’archivio; individuata la nota ne decodificherà il
contenuto che invierà, sul connessione protetta, al browser dell’utente.
La temporaneità della conservazione (di ventiquattro ore o otto giorni)
costituisce un grado di sicurezza ulteriore impedendo che possano essere dimenticate
sul cloud informazioni, anche sensibili, per un tempo superiore a quello strettamente
necessario.

5 Con il termine SHA si indica una famiglia di cinque diverse funzioni crittografiche di hash sviluppate a
partire dal 1993 dalla National Security Agency (NSA) e pubblicate dal NIST come standard federale dal
governo degli USA (fonte: Wikipedia).

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Note di udienza

Come si usa?
Collegandoci all’indirizzo https://note.dirittopratico.it raggiungeremo la “home-
page” di Note di udienza dove troveremo indicate le note in quel momento gestite dal
sistema, quelle complessivamente trattate (di valore puramente statistico) ed una
breve guida al servizio.
Troveremo anche il campo per inserire il codice della nota (1) e il pulsante per
crearla o visualizzarla (2).

Per creare una nota occorre scegliere un codice (massimo 20 caratteri


alfanumerici tenendo presente che lettere maiuscole e minuscole sono caratteri
diversi) abbastanza "robusto" da non essere facilmente individuabile. In alternativa
possiamo lasciare al sistema il compito di generare un codice casuale 6 semplicemente
lasciando in bianco il campo (1) e premendo direttamente sul pulsante (2).
Da evitare, come codice della nota, il numero di ruolo della causa a meno di non
accompagnarlo con qualche carattere casuale che possa evitare possibili “collisioni”
con cause aventi lo stesso numero di ruolo su registri diversi o fori diversi.

6 L’applicazione genera codici “amichevoli” facilmente “dettabili”: per far questo attinge ad un vocabolario di
parole formate da cinque lettere e aggiunge tre caratteri alfanumerici casuali.

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Note di udienza

Nell’esempio abbiamo premuto il pulsante “visualizza/crea” senza indicare un


codice per la nota ed il sistema ci ha proposto “lineauuk”7:

A questo punto ci viene offerta la possibilità di scegliere con quale editor


redigere le nostre deduzioni tramite due pulsanti:

7 Se il codice proposto non dovesse risultare soddisfacente sarà sufficiente cliccarci sopra per cancellarlo e
premere nuovamente il pulsante “visualizza/crea” per generarne uno nuovo.

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Note di udienza

L’editor base consente di lavorare su testo “puro” privo di qualsiasi


formattazione. Non sarà possibile giustificare o centrare il testo né sottolineare o
evidenziare in grassetto. Tuttavia l’importazione del testo elaborato con l’editor base
eviterà al magistrato qualsiasi problema di formattazione: il testo, dopo l’operazione di
copia e incolla, apparirà in consolle come fosse stato digitato manualmente.

Le formule ricorrenti sono riportate in calce alla pagina e potranno essere


inserite nel testo, nel punto in cui si trova il cursore, con un semplice click.

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Note di udienza

L’editor+ è molto più flessibile consentendo di formattare il testo a piacimento


in un ambiente familiare molto simile ad un elaboratore di testi 8. Potremo sottolineare,
giustificare, inserire titoli, creare elenchi puntati o numerati, rientri di paragrafo.

Le formule ricorrenti potranno essere integrate nel punto esatto in cui si trova il
cursore selezionandole da un comodo menu a tendina.

8 L’editor+ è un’implementazione di TinyMCE bye Ephox.

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Note di udienza

Quale che sia l’editor scelto iniziamo a scrivere le nostre deduzioni. Nell’esempio
abbiamo selezionato dal menu delle formule ricorrenti (4) l’apertura verbale e
premuto sul pulsante “salva modifiche”. Dopo il primo salvataggio di una nota la
finestra si arricchirà di altri elementi:

Anzitutto abbiamo un codice QR (1) (sugli smartphones è visibile sul fondo della
pagina). Questo, se “puntato” con una delle tante app per Android o iOS, consentirà di
raggiungere immediatamente la nota senza necessità di digitare manualmente il
codice. Lo scenario tipico è la verbalizzazione in tribunale su telefonino: controparte
potrebbe raggiungere le nostre note semplicemente acquisendo dal nostro dispositivo
il codice QR.

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Note di udienza

Il codice QR è anche un “pulsante”: premendolo passeremo ad una


visualizzazione “simil-uso bollo” che potremo utilizzare per la stampa9 in tutti quei casi
in cui il Giudice intenda procedere con la verbalizzazione cartacea “tradizionale”.

Ancora un click sul codice QR (posto a margine del nostro “foglio” virtuale) per
tornare alla visualizzazione standard della nota.

E’ possibile stampare le note anche direttamente dall’editor+ cliccando sulla


relativa icona raffigurante una piccola stampante:

9 Potrebbe essere opportuno disattivare intestazione e piè di pagina oltre modificare le impostazioni di
stampa del browser per evitare che nel verbale stampato compaiano informazioni relative alla pagina web
e ottenere una resa ottimale.

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Note di udienza

Accanto al codice QR troviamo il codice della nota. Anche in questo caso il


codice è cliccabile consentendoci di passare dalla modalità editor a quella
“visualizzazione”.

Nella modalità visualizzazione scompare l’editor e viene mostrato il solo testo


della nota con alcuni “consigli pratici” per eseguire correttamente (e velocemente)
l’operazione di “copia e incolla”.
La prima modalità, quella sicuramente più semplice, è cliccare sul link "Copia"
(posto accanto a "Aiuto") nella barra menu. Questa funzionalità, tuttavia, potrebbe
non essere disponibile poiché richiede che sul PC sia installato Flash Player. Se il
pulsante "Copia" non compare dovremo procedere manualmente selezionando il testo
o la porzione di testo di interesse tenendo conto che con un semplice doppio clic sul
corpo della nota avremo l’opportunità di selezionarlo tutto in un “colpo solo”.

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Note di udienza

Selezionato il testo premiamo CTRL+C (oppure tasto destro -> copia) per
copiarlo nella clipboard del pc. Adesso, sull’elaboratore testi della consolle:
 per incollare il testo eliminando la formattazione selezioniamo "Incolla" e poi la
terza icona di "Opzioni Incolla" (mantieni solo il testo);
 per incollare il testo mantenendo la formattazione premiamo semplicemente
CTRL+V oppure selezioniamo "Incolla" e poi la prima icona di "Opzioni Incolla"
(mantieni formattazione originale);
 per incollare il testo integrando la formattazione con il resto del verbale
selezioniamo "Incolla" e poi la seconda icona di "Opzioni Incolla" (unisci
formattazione).
Naturalmente è anche possibile selezionare e copiare il testo direttamente
dall’editor qualora le note non siano state “chiuse” dagli avvocati.

Tornando all’analisi degli elementi sulla pagina dell’applicazione troviamo, subito


sotto al codice della nota, la data e l’ora di ultima modifica nonché quelle di
cancellazione: per la durata standard avremo un vero e proprio conto alla rovescia10:

per le note con durata estesa di otto giorni, la data e l’ora esatta di cancellazione:

10 Il “conto alla rovescia” riparte ad ogni nuovo salvataggio della nota. Per avere certezza sul tempo della
cancellazione, vedremo tra poco, sarà necessario “chiudere la nota” spuntando il relativo checkbox prima
di salvarla. Per le note con durata estesa di otto giorni la data di cancellazione è invece fissa e non
prorogabile.

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Note di udienza

Ancora più in basso troviamo la barra del menu che varia a seconda che
l’applicazione sia in modalità “visualizzazione” o “editor”. Nella prima modalità
avremo:

Aiuto: porta alla pagina della guida online;


Copia: copia con un click il contenuto della nota per poterlo direttamente incollare
in consolle. Compare solo se sul PC in uso è installato Flash Player; dopo un click,
se l’operazione di copia è andata a buon fine, risponde lampeggiando brevemente
e potremo direttamente incollare il testo in consolle;
Email: apre il client di posta elettronica del sistema per inviare via mail il
collegamento diretto alla nota: chi riceverà il messaggio potrà accedere alla nota
senza dover digitare manualmente il codice11;
Scarica: scarica il contenuto della nota in modalità testo (.txt) se abbiamo
utilizzato l’editor base, o PDF se abbiamo utilizzato l’editor+;
Rif. normativi: rende ipertestuali i riferimenti normativi contenuti nella nota e
leggere così, con un semplice click, il testo della norma stessa;
Modifica: passa alla modalità “editor”;
Cronologia: passa alla “storia delle modifiche” di una nota con possibilità di
confrontare le varie versioni ed eventualmente ripristinarle.

In modalità “editor base” la barra menu appare così:

 Compila: posiziona il cursore nel primo “segnaposto” eventualmente previsto dal


modello o dalla formula ricorrente;
 Editor+: cpassa dall’editor base all’editor+;

Analogamente, in modalità “editor+”:

 Editor base: passa dall’editor+ a quello base; ATTENZIONE: tutta la


formattazione del testo andrà perduta! Sarà comunque possibile ripristinare una
versione precedente della nota “formattata” dalla cronologia.

11 Utile, ad esempio, per comunicare al Collega di controparte o al proprio domiciliatario il codice della
verbalizzazione predisposta in Studio.

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Note di udienza

Accanto al pulsante “salva modifiche” compare un checkbox che, se spuntato,


permetterà di rendere non più modificabile il testo di una nota:

Spuntando il checkbox e cliccando su “Salva modifiche” la nostra nota apparirà


così:

Perché “chiudere” una nota? Per avere la certezza che, dopo aver terminato la
verbalizzazione con la controparte, nessuno possa apportare ulteriori modifiche.
Chiaramente, in caso di chiusura per errore, sarà possibile riaprire una nota
cliccando su “Riapri” ma, per ovvie ragioni, la nuova nota avrà necessariamente un
codice automatico diverso da quella chiusa.

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Note di udienza

La “cronologia”
Ogni volta che clicchiamo sul pulsante “salva le modifiche”, Note di udienza non
sovrascrive il contenuto precedente della nostra nota ma lo archivia, mantenendolo ovviamente
cifrato, in una “cronologia delle modifiche” consultabile cliccando sul relativo link:

L’elenco mostra due caselle spuntabili per ogni versione salvata di cui indica data, ora e
indirizzo IP dell’utente che ha eseguito il salvataggio stesso.

Per confrontare la versione corrente con quella immediatamente precedente è sufficiente


cliccare su “Confronta le modifiche”. Per confrontare invece due versioni specifiche dobbiamo
spuntare la prima casella della versione da prendere come riferimento e la seconda casella di
quella da usare per il confronto:

Il confronto evidenzia in rosso le parti del testo eliminate ed in verde quelle aggiunte.
Cliccando sulla data di una specifica versione potremo visualizzarne il contenuto ed eventualmente
ripristinarlo.

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Note di udienza

“Formulario” e “Formule ricorrenti”


Per semplificare la redazione di verbalizzazioni standard è possibile ricorrere al
formulario. Questo si basa su formule ospitate sul wiki di Diritto Pratico 12 che, come
tali, possono essere modificate/integrate direttamente dagli utenti.

Il formulario è “navigabile” per categorie la cui struttura può essere definita a


piacimento lavorando con le categorie “lato wiki”.

Individuata la formula di interesse sarà sufficiente scegliere con quale editor


aprirla e procedere poi come di consueto.

12Grazie all'integrazione con il wiki di Diritto Pratico è possibile iniziare un verbale partendo da una qualsiasi
formula, modello o esempio di verbalizzazione che utilizzi il template "atto" cliccando semplicemente sul
pulsante a forma di taccuino.

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Note di udienza

Le formule ricorrenti sono invece “frammenti di testo” che è possibile inserire


durante l'editing di una nota nel punto esatto in cui si trova il cursore selezionandole
dal menu "modelli" dell'editor+ o cliccando sui link collocati sotto la finestra dell'editor
base.
Tutte le formule sono raccolte nella pagina di servizio “modelli” raggiungibile
all’indirizzo: https://note.dirittopratico.it/modelli.
La pagina “modelli” si avvale di un semplicissimo markup per definire la
categoria ed il nome della formula ricorrente:
 ogni categoria è definita con un un nome preceduto da un singolo punto
esclamativo;
 ogni formula è definita con un nome preceduto da un doppio punto
esclamativo ed il testo a seguire.

E’ possibile modificare e integrare le formule già predisposte.

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Note di udienza

Unione e incorporazione delle note


E’ piuttosto comune che l’avvocato predisponga la propria verbalizzazione a
Studio magari il pomeriggio del giorno prima dell’udienza. Se entrambe (o più parti)
hanno già salvato una propria nota sarà opportuno, prima di arrivare davanti al
giudice, unire le varie note in un'unica verbalizzazione.
Note di udienza offre due automatismi per unire due o più note o inserire in un
nota il testo di altre note. La prima possibilità è quella della "fusione" di due o più note
semplicemente indicando i relativi codici, separati da virgole, nel campo di ricerca:

Il sistema creerà una nuova nota con codice casuale che sarà il risultato della
fusione delle singole note (nell’esempio quelle con codice “nota1” e “nota2”).
Il secondo sistema è più flessibile anche se meno "immediato": per incorporare
il testo di altre note in una nota è possibile indicarne i codici nel punto esatto del testo
ove inserirle con la sintassi: #+codicenota# (cancelletto, carattere più, codice della
nota da inserire, cancelletto). Così, ad esempio, se i Colleghi Caio e Sempronio
avessero già predisposto le rispettive deduzioni con i codici "noteCaio" e
"noteSempronio" e le volessimo inserire nella verbalizzazione in corso di redazione,
potremmo avere qualcosa del tipo:

Salvando la nota i segnaposti rappresentati dalle stringhe "#+codicenota#"


saranno sostituiti con il testo delle rispettive note.

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Note di udienza

Integrazione con “RedattorePDF”


RedattorePDF è l’ultimo progetto di Diritto Pratico: potremmo definirlo come
una applicazione web pensata per la redazione assistita e/o automatizzata di
documenti (principalmente) giuridici. La maggior parte delle applicazioni di “apps!
Avvocati” (https://apps.dirittopratico.it) sono modelli “scritti” per RedattorePDF.
Redattore PDF non è un semplice compilatore di “modelli statici”: non si limita
cioè a completare un modello con le variabili inserite dall’utente ma – grazie ad un
vero e proprio set di “istruzioni” studiate in modo specifico per la formazione di
atti/provvedimenti giuridici – può calcolare termini processuali, compensi ex DM 55
2014, interessi, rivalutazione monetaria, danno biologico; può includere/escludere
blocchi di testo in base a specifiche condizioni e adattare automaticamente articoli,
pronomi e preposizioni in base al genere ed al numero dei soggetti (maschile /
femminile – singolare / plurale), estrarre informazioni d a documenti informatici
preesistenti, e, per quanto qui interessa, “dialogare” con Note di udienza per
consentire, ad esempio, la stesura in calce alla verbalizzazione delle parti di
un’ordinanza di assegnazione (completa di tutti i calcoli) resa nell’ambito di una
procedura esecutiva presso terzi (es. ordinanza di assegnazione resa nell'ambito di
un'esecuzione presso terzi per crediti di lavoro, ordinanza assegnazione pignoramento
pensione).

Suggerimenti, segnalazione anomalie/malfunzionamenti:


http://www.dirittopratico.it/contatto.html

Forum pubblico di supporto:


http://www.dirittopratico.it/forum/note-di-udienza.html

Disclaimer:
https://note.dirittopratico.it/Disclaimer

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