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v1.59
Note di udienza
PREFAZIONE
Nel mese di aprile del 2014 ricevetti una newsletter dal mio COA con la quale si
annunciava l’imminente avvio del PCT anche per il Foro di Grosseto seppur
limitatamente, in quella fase iniziale, al deposito telematico dei ricorsi per ingiunzione
ed ai depositi innanzi alla sezione Lavoro.
Contestualmente si avvisavano gli iscritti che a partire dal 30 giugno 2014 le
deduzioni di udienza (le “verbalizzazioni” diverse, quindi, dalla mera indicazione di
presenza) per esigenze "logistiche" (e d’intesa con i magistrati) avrebbero dovuto
essere consegnate al giudice in formato elettronico, su chiavetta USB, per consentirne
una rapida integrazione nel nuovo “verbale digitale”.
Pur potendo contare su portatili di proprietà o PC messi a disposizioni dal COA,
la redazione delle note a verbale sarebbe stata in questo modo alquanto diversa e ben
più difficoltosa rispetto al passato “analogico” quando gli avvocati, nella prassi,
potevano spesso “aprire il verbale” con le proprie deduzioni prima ancora di comparire
davanti al giudice.
Pensiamo all’avvocato che incontri in udienza il collega di controparte al quale
rappresenti di aver fatto le classiche “due righe” di deduzioni a verbale. Quest’ultimo
vorrà prendere visione delle note e molto probabilmente replicare. Potrebbe anche, a
sua volta, aver scritto lui stesso “due righe” che dunque andrebbero integrate con
quelle di controparte: due chiavette, un unico verbale, indispensabile un PC dove fare
“il lavoro” a meno che questo non lo si voglia affidare al magistrato vanificando però
quella speditezza che avrebbe garantito la semplice importazione in consolle di un
verbale già predisposto dai legali.
Da qui l’idea di una piattaforma online, “ipersemplificata” ed accessibile da
qualunque dispositivo mobile (smartphones e tablet), che consentisse di riprodurre in
digitale la prassi consolidata delle verbalizzazioni cartacee cui eravamo abituati.
Quell’idea si è trasformata in una web application raggiungibile all’indirizzo
https://note.dirittopratico.it
Un ringraziamento particolare al Collega e amico Luca Sileni, referente
informatico del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Grosseto, per i consigli e le
indicazioni ricevute in fase di sviluppo e per aver fatto conoscere il progetto fuori dal
ristretto ambito locale.
Claudio De Stasio
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Lo scenario tipico?
l'avvocato inizia a redigere le proprie deduzioni direttamente dal proprio
smartphone/tablet comunicando poi al collega il codice per poter replicare.
Entrando dal Giudice questi preleva direttamente dal proprio browser la
verbalizzazione degli avvocati e la incolla nella "consolle magistrato".
il praticante/domiciliatario in udienza invia/comunica il codice al dominus che,
da studio, prende atto di quanto verbalizzato da controparte e replica
direttamente alle deduzioni avversarie.
1 Prerogativa di un'applicazione web è la sua accessibilità via internet secondo un’architettura client/server:
un generico client accede connettendosi a funzionalità applicative residenti su un application server
utilizzando come terminali utente normali web browser appoggiandosi dunque ai consueti protocolli di
rete. Questo modello applicativo è divenuto piuttosto popolare alla fine degli anni novanta con la diffusione
di Internet, in un contesto di web dinamico. Infatti l'opportunità di aggiornare ed evolvere a costo ridotto il
proprio applicativo, senza essere costretti a distribuire numerosi aggiornamenti ai propri clienti attraverso
supporti fisici, ha reso la soluzione piuttosto popolare per molti produttori software. Più di recente società
come Google e Microsoft hanno implementato interi pacchetti applicativi per office automation,
tradizionalmente venduti in modo distribuito su supporti CD-ROM, e che ora si stanno velocemente
trasformando a tutti gli effetti in webapps (es. Google Docs). Spesso sono applicazioni web complesse di
tipo enterprise, ovvero di business ad uso interno prettamente aziendale, o verso i propri clienti esterni.
(Fonte: Wikipedia).
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Come funziona?
L’idea di base è semplicissima: conservare per un tempo limitato un
documento sul cloud affinchè, soltanto chi ne conosca il codice, possa
visualizzarlo e modificarlo utilizzando niente più che un browser ed un
collegamento internet.
Il progetto originario prevedeva che l’applicazione dovesse anche:
1. mettere a disposizione degli utenti un formulario direttamente modificabile e
integrabile dagli utenti stessi, strutturabile in modo flessibile secondo esigenza
(ad esempio con suddivisione per foro/magistrato);
2. rendere possibile l’inserimento diretto nel testo di “formule comuni” per
velocizzare la stesura del verbale (come ad esempio l’introduzione del
testimone o il conferimento di incarico al CTU);
3. consentire l’unione di più note o l’inserimento di note dentro altra nota
(utile in caso le parti abbiano ciascuna già predisposto la propria verbalizzazione
e sia necessario fondere le note per predisporre una nota unica);
4. tenere traccia delle modifiche di una nota affinché fosse possibile
ripristinare una versione “precedente” del testo in caso di errori nella
verbalizzazione o cancellazioni accidentali;
5. consentire di rendere immodificabili le note impendendone ulteriori
modifiche e certo il tempo della “scadenza” (e dunque della cancellazione);
6. da ultimo, ma non certo per importanza, tutelare e garantire la riservatezza
dei dati riducendo contestualmente, nei limiti del possibile, il pericolo
dell'accesso abusivo, del furto o della manomissione di informazioni.
2 A partire dalla versione 1.52 è possibile estendere la vita di una nota ad otto giorni, non prorogabili,
semplicemente inserendo nel testo la stringa di controllo #set. L'utente deve essere consapevole che ove
non vi sia una specifica esigenza ad estendere la conservazione temporanea della nota ad otto giorni, la
durata di default di 24 ore è certamente quella preferibile e più sicura.
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casi in cui l’avvocato si avvalga di qualsiasi strumento cloud (come i classici servizi di
storage dropbox, onedrive, google drive e simili) e – secondo i più prudenti – ogni
volta in cui i dati “escano” in qualunque modo dallo studio (dunque anche nel caso
dell’invio di una semplice mail!).
Per garantire l’accesso non autorizzato, le note “partono” (dal nostro browser) e
vengono conservate sul server in forma crittografata. Resta inteso che primo baluardo
alla sicurezza di una nota è la scelta, da parte dell’utente, di un codice “robusto”,
tanto più robusto quanto più le informazioni contenute nella nota lo richiedano.
Per chiarire: se nella verbalizzazione non compaiono mai dati sensibili delle parti
potrebbe essere adeguato un codice del tipo “rossi475”. Ma se le deduzioni dovessero
contenere dati sensibili del proprio assistito o notizie particolarmente riservate meglio
qualcosa tipo “K7gRahRv7Dz1”. Mai dovrebbe essere utilizzato come codice il
solo numero di ruolo della causa!
3 Il protocollo TLS consente alle applicazioni client/server di comunicare attraverso una rete in modo tale da
prevenire il 'tampering' (manomissione) dei dati, la falsificazione e l'intercettazione. È un protocollo
standard IETF che, nella sua ultima versione, è definito nella RFC 5246, sviluppata sulla base del
precedente protocollo SSL da Netscape Communications. L'autenticazione del server è molto utile per il
software di navigazione e per l'utente. Il browser valida il certificato del server controllando che la firma
digitale dei certificati del server sia valida e riconosciuta da una certificate authority conosciuta utilizzando
una cifratura a chiave pubblica. Dopo questa autenticazione il browser indica una connessione sicura
mostrando solitamente l'icona di un lucchetto. Questa autenticazione, però, non è sufficiente per garantire
che il sito con cui ci si è collegati sia quello richiesto. Per esserne sicuri è necessario analizzare il
contenuto del certificato rilasciato e controllarne la catena di certificazione. I siti che intendono ingannare
l'utente non possono utilizzare un certificato del sito che vogliono impersonare perché non hanno la
possibilità di cifrare in modo valido il certificato, che include l'indirizzo, in modo tale che risulti valido alla
destinazione. Solo le CA possono generare certificati validi con un'URL incorporata in modo che il
confronto fra l'URL apparente e quella contenuta nel certificato possa fornire un metodo certo per
l'identificazione del sito. Molto spesso questo meccanismo non è noto agli utenti di internet ed è causa di
varie frodi dovute ad un uso non corretto del browser, non ad una debolezza del protocollo TLS. (fonte:
Wikipedia).
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Note di udienza
Cliccando sul lucchetto otteniamo conferma sulla validità del certificato e sulla
sicurezza della connessione:
4 Per una vecchia massima informatica "l’unico computer sicuro è quello non connesso ad alcuna rete,
chiuso in un caveau blindato, con una guardia armata alla porta, e... spento!".
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5 Con il termine SHA si indica una famiglia di cinque diverse funzioni crittografiche di hash sviluppate a
partire dal 1993 dalla National Security Agency (NSA) e pubblicate dal NIST come standard federale dal
governo degli USA (fonte: Wikipedia).
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Note di udienza
Come si usa?
Collegandoci all’indirizzo https://note.dirittopratico.it raggiungeremo la “home-
page” di Note di udienza dove troveremo indicate le note in quel momento gestite dal
sistema, quelle complessivamente trattate (di valore puramente statistico) ed una
breve guida al servizio.
Troveremo anche il campo per inserire il codice della nota (1) e il pulsante per
crearla o visualizzarla (2).
6 L’applicazione genera codici “amichevoli” facilmente “dettabili”: per far questo attinge ad un vocabolario di
parole formate da cinque lettere e aggiunge tre caratteri alfanumerici casuali.
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Note di udienza
7 Se il codice proposto non dovesse risultare soddisfacente sarà sufficiente cliccarci sopra per cancellarlo e
premere nuovamente il pulsante “visualizza/crea” per generarne uno nuovo.
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Note di udienza
Le formule ricorrenti potranno essere integrate nel punto esatto in cui si trova il
cursore selezionandole da un comodo menu a tendina.
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Quale che sia l’editor scelto iniziamo a scrivere le nostre deduzioni. Nell’esempio
abbiamo selezionato dal menu delle formule ricorrenti (4) l’apertura verbale e
premuto sul pulsante “salva modifiche”. Dopo il primo salvataggio di una nota la
finestra si arricchirà di altri elementi:
Anzitutto abbiamo un codice QR (1) (sugli smartphones è visibile sul fondo della
pagina). Questo, se “puntato” con una delle tante app per Android o iOS, consentirà di
raggiungere immediatamente la nota senza necessità di digitare manualmente il
codice. Lo scenario tipico è la verbalizzazione in tribunale su telefonino: controparte
potrebbe raggiungere le nostre note semplicemente acquisendo dal nostro dispositivo
il codice QR.
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Ancora un click sul codice QR (posto a margine del nostro “foglio” virtuale) per
tornare alla visualizzazione standard della nota.
9 Potrebbe essere opportuno disattivare intestazione e piè di pagina oltre modificare le impostazioni di
stampa del browser per evitare che nel verbale stampato compaiano informazioni relative alla pagina web
e ottenere una resa ottimale.
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Selezionato il testo premiamo CTRL+C (oppure tasto destro -> copia) per
copiarlo nella clipboard del pc. Adesso, sull’elaboratore testi della consolle:
per incollare il testo eliminando la formattazione selezioniamo "Incolla" e poi la
terza icona di "Opzioni Incolla" (mantieni solo il testo);
per incollare il testo mantenendo la formattazione premiamo semplicemente
CTRL+V oppure selezioniamo "Incolla" e poi la prima icona di "Opzioni Incolla"
(mantieni formattazione originale);
per incollare il testo integrando la formattazione con il resto del verbale
selezioniamo "Incolla" e poi la seconda icona di "Opzioni Incolla" (unisci
formattazione).
Naturalmente è anche possibile selezionare e copiare il testo direttamente
dall’editor qualora le note non siano state “chiuse” dagli avvocati.
per le note con durata estesa di otto giorni, la data e l’ora esatta di cancellazione:
10 Il “conto alla rovescia” riparte ad ogni nuovo salvataggio della nota. Per avere certezza sul tempo della
cancellazione, vedremo tra poco, sarà necessario “chiudere la nota” spuntando il relativo checkbox prima
di salvarla. Per le note con durata estesa di otto giorni la data di cancellazione è invece fissa e non
prorogabile.
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Ancora più in basso troviamo la barra del menu che varia a seconda che
l’applicazione sia in modalità “visualizzazione” o “editor”. Nella prima modalità
avremo:
11 Utile, ad esempio, per comunicare al Collega di controparte o al proprio domiciliatario il codice della
verbalizzazione predisposta in Studio.
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Perché “chiudere” una nota? Per avere la certezza che, dopo aver terminato la
verbalizzazione con la controparte, nessuno possa apportare ulteriori modifiche.
Chiaramente, in caso di chiusura per errore, sarà possibile riaprire una nota
cliccando su “Riapri” ma, per ovvie ragioni, la nuova nota avrà necessariamente un
codice automatico diverso da quella chiusa.
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La “cronologia”
Ogni volta che clicchiamo sul pulsante “salva le modifiche”, Note di udienza non
sovrascrive il contenuto precedente della nostra nota ma lo archivia, mantenendolo ovviamente
cifrato, in una “cronologia delle modifiche” consultabile cliccando sul relativo link:
L’elenco mostra due caselle spuntabili per ogni versione salvata di cui indica data, ora e
indirizzo IP dell’utente che ha eseguito il salvataggio stesso.
Il confronto evidenzia in rosso le parti del testo eliminate ed in verde quelle aggiunte.
Cliccando sulla data di una specifica versione potremo visualizzarne il contenuto ed eventualmente
ripristinarlo.
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12Grazie all'integrazione con il wiki di Diritto Pratico è possibile iniziare un verbale partendo da una qualsiasi
formula, modello o esempio di verbalizzazione che utilizzi il template "atto" cliccando semplicemente sul
pulsante a forma di taccuino.
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Il sistema creerà una nuova nota con codice casuale che sarà il risultato della
fusione delle singole note (nell’esempio quelle con codice “nota1” e “nota2”).
Il secondo sistema è più flessibile anche se meno "immediato": per incorporare
il testo di altre note in una nota è possibile indicarne i codici nel punto esatto del testo
ove inserirle con la sintassi: #+codicenota# (cancelletto, carattere più, codice della
nota da inserire, cancelletto). Così, ad esempio, se i Colleghi Caio e Sempronio
avessero già predisposto le rispettive deduzioni con i codici "noteCaio" e
"noteSempronio" e le volessimo inserire nella verbalizzazione in corso di redazione,
potremmo avere qualcosa del tipo:
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Disclaimer:
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