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Di Enrico Viceconte
• Delle organizzazioni
• Dei sistemi locali
E che è in grado di competere con altri territori del mondo.
Di quale innovazione parliamo?
1. Innovazioni nel sistema d’offerta (il modo di coinvolgere i diversi gruppi di clienti)
2. Innovazioni nei contenuti (quello che deve essere insegnato)
3. Innovazioni nelle metodologie e tecnologie (il modo in cui deve essere insegnato)
E’ una classica matrice di definizione del business la cui costruzione non è stata banale.
L’innovazione del sistema d’offerta
Il mercato della formazione manageriale in Italia si segmenta in due fasce:
• La lifelong management education: i corsi per il personale delle aziende, non solo i
dirigenti, ma anche il management intermedio, fino ai capi di primo e secondo livello.
Nella prima fascia l’ASFOR, Associazione per la Formazione Manageriale a cui Stoà aderisce,
garantisce l’acquirente che siano rispettati degli standard ispirati all’EFMD, European Foundation
for Management Education. Standard che permettono di differenziare un master ASFOR rispetto
ai mille master delle Università.
In questo campo l’innovazione prevalente riguarda
Le metodologie
Il primo aspetto riguarda i format.
Il classico format della lezione d’aula è ormai da tempo oggetto di ripensamento con la proposta di
formule che vanno oltre l’aula. Forme di esperienza formativa blended in cui sono stimolate
diverse modalità di apprendimento.
Anche qui il progetto che ha condotto al libro sulla learning region ha potuto condurre numerose
sperimentazioni e consentire al gruppo di lavoro di trarre delle conclusioni.
L’offerta deve essere in grado di sviluppare momenti di formazione adatti ad aule di ordini di
grandezza diversi:
• la dimensione unitaria, ad esempio del coaching
• La decina di persone di una classica aula interaziendale
• Il centinaio di persone di un progetto di formazione intervento in un’azienda
• Il migliaio di manager che possono incontrarsi in un business forum, intorno a relazioni di
oratori prestigiosi
Per ciascuna di queste dimensioni deve essere raggiunto un equilibrio ottimale tra formazione e
networking, tra trasferimento di conoscenze verticale da un docente e orizzontale, tra pari,
nell’ottica della comunità di pratica.
In questo entrano le tecnologie che consentono di poter disporre sia di biblioteche di contenuti da
attingere on demand, sia di fare community management.
La formazione manageriale del futuro affiderà un ruolo sempre più attivo al discente, nella forma
dell’ apprendimento autodiretto e dell’autosviluppo. Con una perdita di centralità della direzione
del personale committente. A cui resteranno gli interventi istituzionali volti ad omogeneizzare le
culture e i valori aziendali. Questo per i grandi gruppi le grandi organizzazioni.
L’utilizzo del web 2.0 sarà crescente. Ormai ogni programma formativo che progetto ha un blog
che lo accompagna, dove i contenuto sono presi in rete oppure sono autoprodotti dai discenti, e
uno spazio di e-learning su piattaforma open source in cui trovare numerosi materiali di
approfondimento. Con la scomparsa quasi totale della carta, dei famosi raccolglitori ad anelli
ripieni di fotocopie di slides destinati ad impolverarsi in uno scaffale.
In appendice al libro abbiamo creato una carta della formazione manageriale che disegna le
caratteristiche della formazione di domani in cui abbiamo immaginato di applicare i principi del
lean thinking nei processi educativi manageriali:
• focus sul customer value dove il cliente è il singolo e non una popolazione generica
• alleggerimento delle faculty a favore del network di esperti che si aggrega sul singolo
progetto (questo sia per le corporate university sia per le business school)
• utilizzo delle tecnologie dell’informazione per far fluire il valore, al cliente che lo
richiede. Un esempio di tecnologia semplice è Skipe per abbassare i costi di trasferta del
docente.
C’è ancora molto da fare, ma l’esperienza di questi venti anni di trasformazione di Stoà è
significativa. Un modello da studiare.
Bibliografia:
Stoà, Istituto di Studi per la Direzione e Gestione d’Impresa, La formazione manageriale in una
learning region, Franco Angeli, 2008