Scopo dell’esperienza:
Materiale necessario:
Vari sali di cloruri (Cloruro di Litio, Cloruro di Potassio, Cloruro di Bario, Cloruro di Calcio, Cloruro di
Stronzio, Cloruro di Rame, Cloruro di Sodio, due composti di sali ignoti)
Acido cloridrico
Provette e porta-provette
Becco Bunsen
Procedimento
Abbiamo osservato e registrato i vari colori della fiamma quando esposta ai vapori dei sali:
Avendo osservato tutti i colori delle fiamme, abbiamo elaborato i sali che componevano i composti ignoti
basandoci sul colore della fiamma che essi creavano.
Conclusione:
Per l’Incognito n° 1, abbiamo dedotto che fosse composto da Cloruro di Potassio e di Stronzio, mentre per il
secondo abbiamo dedotto che fosse composto da Cloruro di Calcio e Litio. Nel caso del secondo, abbiamo
sbagliato, dato che il composto era in realtà di Calcio e Bario.
L’acido cloridrico serve nel nostro esperimento a pulire il filo dai Sali utilizzati precedentemente, evitando
così che il colore creato dal sale che dobbiamo esaminare sia mischiato al colore creato dai residui del sale
esaminato prima.
Il riscaldamento del sale serve ad eccitare i suoi atomi, così che gli elettroni di essi ricevano energia
sufficiente per allontanarsi dal nucleo, andando a creare la colorazione della fiamma grazie all’effetto
fotoelettrico.
Il colore della fiamma rivela appunto un’emissione di energia, dato che il colore della fiamma può essere
interpretato come la frequenza della luce emessa dai sali.
I colori dipendono quindi dalla composizione chimica dei sali e non da altri fattori.
I vari metalli che stiamo usando come sali emettono colorazioni diverse per la differenza di energia
necessaria per passare da un orbitale all’altro.
Si può notare che il colore dipende dai metalli dal fatto che il colore cambia nei diversi sali, i quali
contengono tutti cloruro, che quindi non è l’agente che fa variare il colore.