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1.

CELLULA PROCARIOTE - DIFFUSIONE FACILITATA


- ANTIBIOGRAMMA - OSMOSI
2. CELLULA EUCARIOTE -GLOBULO ROSSO
- NUCLEO - TRASPORTO ATTIVO
- RIBOSOMI -POMPA SODIO POTASSIO
- RETICOLO ENDOPLASMATICO 5. ENDOCITOSI
RER 6. ESOCITOSI
REL 7. METABOLISMO ENERGETICO
- APPARATO DI GOLGI - METABOLISMO DEL GLUCOSIO
- LISOSOMI - REAZIONI REDOX
- PEROSSISOMI E VACUOLI - GLICOLISI
- CLOROPLASTI - FERMENTAZIONI
- MITOCONDRI - RESPIRAZIONE CELLULARE
- CITOSCHELETRO -CICLO DI KREBS
- CIGLIA E FLAGELLI 8. VINO
- CENTIOLI
- STRUTTURE EXTRACELLULARI
3. MEMBRANA CELLULARE
- LIPIDI
- PROTEINE
- CARBOIDRATI
- CONGELAMENTO E CALCO
4. MEMBRANA PLASMATICA TRASPORTO
- DIFFUSIONE
CELLULA PROCARIOTE

Cellula procariote è la cellula più semplice mai conosciuta. Essa si compone di una struttura basilare:

- La cellula è avvolta da una membrana, chiamata membrana plasmatica, formata da fosfolipidi


disposti a doppio strato. Questa membrana permette di mantenere costanti le caratteristiche
chimico-fisiche dell’ambiente interno nella cellula, serve anche come barriera semipermeabile, cioè
che permette soltanto a determinate sostanze di attraversarla.
- Il citoplasma è la parte fluida della cellula dove avvengono le reazioni cellulari fondamentali per la
sopravvivenza. Il citoplasma è formato da una parte fluida cioè il citos, che è formato da acqua
contenente ioni, micro o macromolecole solubili come alcuni tipi di proteine e da delle cellule
insolubili che sono immerse in esso come per esempio i ribosomi.
- Il nucleolo è la zona di citoplasma più densa, in cui è immerso il codice genetico, cioè il DNA che si
trova sottoforma di un’unica molecola circolare. Il DNA contiene tutte le informazioni per
sintetizzare le proteine necessarie per la vita.
- I ribosomi sono proteine di diametro di circa 25nm. I ribosomi sono gli unici organuli presenti nella
cellula procariote, mentre nell’eucariote si trovano attaccati alle membrane del RER. Qui avviene la
vera e propria sintesi proteica, cioè dove le informazioni contenute nel DNA vengono utilizzate per
assemblare gli amminoacidi in catene polipeptidiche e questo processo viene chiamato traduzione.
I ribosomi sono organuli molto semplici composti da due subunità globulari, una più piccola e una
più grande che si associano quando il ribosoma è in funzione. Ciascuna subunità è composta da
alcune molecole di RNA ribosomiale e proteine ribosomiali che si assemblano in vitro.

Le cellule procarioti hanno sviluppato delle strutture specializzate in grado di conferirgli un vantaggio. Tali
strutture possono essere:

- La parete cellulare cioè un ulteriore membrana situata all’esterno della membrana plasmatica. La
parete cellulare è rigida e questa rigidità è data proprio dalla particolare costituzione di essa: infatti
è fatta da un particolare tipo carboidrati che conferiscono sostegno e forma alla cellula.
- La capsula è un ulteriore rivestimento composto da polisaccaridi. In alcune specie di batteri, la
capsula batterica protegge i batteri dagli attacchi del sistema immunitario. Essa preserva la cellula
dall’essiccamento e aiuta i batteri ad aderire ad altre cellule o ad un substrato. La capsula non è
indispensabile infatti le specie batteriche che la posseggono potrebbero benissimo sopravvivere
senza di essa.
- Le membrane interne sono dei ripiegamenti della membrana plasmatica, e vengono a formarsi in
particolari batteri chiamati cianobatteri, che facendo la fotosintesi, compartano le molecole
responsabili della fotosintesi.
- I flagelli e pili. I flagelli sono delle appendici ‘lunghe’ a forma di un piccolo cavatappi, formate da
particolari proteine in grado di contrarsi per far muovere la cellula. I pili invece sono delle appendici
più corte rispetto ai flagelli. Questi sono filiformi e servono a far aderire un batterio ad un altro per
lo scambio di materiale genetico.
- Il citoscheletro è un nome generico per definire un gruppo di filamenti proteici che hanno un ruolo
nella divisione cellulare o nel mantenimento della forma della cellula.

ANTIBIOGRAMMA- è un particolare test per testare l’efficacia degli antibiotici. Si compone di una capsula
petri con terreno di coltura cioè dove ci sono dei dischetti con gli antibiotici. Poi un ‘cottonfiock’ viene
passato sopra a questi dischetti. In questo modo si viene a creare un ALONE DI INIBIZIONE DELLA CRESCITA
che ha valore diagnostico. Tanto più esteso sarà questo alone tanto più l’antibiotico sarà efficace.
LA CELLULA EUCARIOTE

La cellula eucariote ha una struttura interna molto più complessa di quella procariote: sono caratterizzate
da una compartimentazione dei vari organuli attraverso delle particolari membrane. I vari organuli possono
essere studiati attraverso il microscopio oppure grazie a un particolare processo chimico chiamato
frammentazione cellulare che li separa in base alla densità. Ci possono essere organuli specifici per una
determinata cellula, come in quella animale sono presenti i lisosomi mentre nella cellula vegetale sono
presenti i cloroplasti. Gli organuli sono circondati dalle membrane per far in modo che essi non
interagiscano impropriamente fra di loro ma anche per regolare gli scambi, lasciando entrare nell’organulo
le materie necessarie per l’attività cellulare e liberando le sostanze prodotte direttamente nel citoplasma
oppure in vescicole apposite per il trasporto.

NUCLEO

Il nucleo ha un diametro di circa 5 μm ed è il luogo dove viene contenuto il materiale genetico e dove
avviene la duplicazione del DNA e le prime tappe della decodificazione del materiale genetico. Il nucleo è
rivestito da una doppia membrana chiamata involucro nucleare. Attraverso questo involucro avviene il
traffico di molecole grazie a dei piccoli fori delle membrane chiamati pori nucleari che mettono in
comunicazione l’interno del nucleo con il citoplasma. I pori nucleari però permettono il transito solo di
particolari molecole, come per esempio di alcune proteine che presentano delle particolari successioni di
amminoacidi che sono una sorta di etichetta di riconoscimento per questi pori che poi si dilatano e lasciano
entrare le proteine.

ribosomi

RETICOLO ENDOPLASMATICO

La cellula eucariote è compartimentata da delle membrane che racchiudono tubuli e vescicole.


Quest’insieme di membrane viene definito reticolo endoplasmatico. I compartimenti sono interconnessi
fra di loro e il RE viene distinto dal citoplasma dal lume. Il RE si suddivide in due parti:

- Il RER cioè reticolo endoplasmatico ruvido. Viene definito così per l’aspetto che gli
conferiscono i ribosomi attaccati alle sue membrane. I ribosomi producono proteine destinate
all’apparato di Golgi. Questi ribosomi sono la sede della sintesi delle proteine di secrezione
destinate a svolgere la loro funzione al di fuori del citosol e perciò di proteine che svolgeranno
le loro funzioni al di fuori della cellula. A man mano che vengono prodotte, queste proteine
vengono modificate nel lume, come per esempio il ripiegamento della struttura terziaria. Esse
nel lume possono subire anche delle modifiche chimiche, che ne modificano la funzione e/o la
destinazione finale.
- Il REL cioè reticolo endoplasmatico liscio. Viene definito così perché essendo privo di ribosomi,
al microscopio appare come una superficie liscia e a differenza del RER, il REL ha una struttura
più tubulare. Il REL non avendo ribosomi, non sintetizza proteine proprio a causa della
mancanza di ribosomi, bensì è adempito alla sintetizzazione di lipidi oppure di accumulare
sostanze specifiche a seconda dell’organo, come per esempio ioni calcio indispensabili per la
contrazione muscolare. Inoltre ha anche funzione di detossicazione, infatti proprio nel REL si ha
la digestione di sostanze tossiche e farmaci.

APPARATO DI GOLGI

L’apparato di Golgi viene chiamato così dal nome del suo scopritore Camillo Golgi. È costituito da una serie
di sacchi membranosi appiattiti chiamati cisterne, impilati in modo ordinato gli uni sugli altri che non sono
in comunicazione tra di loro. Esso si trova in prossimità della membrana endoplasmatica della cellula. Le
cisterne dell’apparato di Golgi possiedono tre diverse zone: una di entrata più vicina al RER, una zona
intermedia, e una zona di uscita, più vicina alla membrana cellulare. L’apparato di Golgi svolge varie
funzioni come la rielaborazione delle proteine arrivate dal RER, o la sintetizzazione degli oligosaccaridi,
cioè delle corte catene di zuccheri oppure ‘confeziona’ le proteine venute dal RER dividendole a seconda
della loro destinazione finale. Inoltre l’apparato di Golgi svolge l’importante funzione della
GLICOSILAZIONE, ovvero l’attaccamento di oligosaccaridi alle proteine provenienti dal RER, formando così
delle glicoproteine che possono prendere tre strade:

- Una è la formazione di lisosomi.


- Una seconda è la secrezione: le vescicole vengono mandate verso la membrana plasmatica e
quando la toccano si fondono con essa riversando il loro contenuto all’esterno.
- Una terza strada invece quando la vescicola, fondendosi con la membrana, contribuisce
all’aumento di superficie della membrana stessa, arricchendola con glicoproteine integrate a
funzione strutturale.

LISOSOMI

Lisosoma deriva dal greco e significa ‘struttura in grado di demolire’. Essi infatti sono vescicole di diametro 1
μm, circondate da una singola membrana e contengono degli enzimi digestivi. Il numero di lisosomi varia a
seconda della necessità della cellula. Essi contengono appunto dei particolari enzimi IDROLIFICI ovvero
enzimi che rompono i legami di condensazione per formane monomeri da polimeri.

I lisosomi vengono formati ad opera dell’apparato di Golgi che prima li assembla e poi li libera a lavoro
completato. I lisosomi sono organuli che mettono in evidenza la particolare caratteristica della cellula
eucariote che è la suddivisione in più compartimenti. Appunto gli enzimi dei lisosomi vengono isolati
dall’ambiente a loro esterno da una membrana senza correre il rischio di digerirsi da sola. L’acidità presente
all’interno del lisosoma, dove il pH è più basso che nel citoplasma, facilita la digestione dei polimeri. Le
sostanze nutritive digerite possono arrivare dall’ambiente esterno alla cellula grazie ad un processo di
assunzione del materiale esterno chiamato fagocitosi. Durante la fagocitosi nella membrana plasmatica si
forma un’introflessione che diventa sempre più profonda fino a circondare completamente le sostanze
contenute a suo interno. La vescicola formatasi si stacca, diventando un fagosoma, e si sposta nel
citoplasma fino a raggiungere un lisosoma. Qui le due vescicole si fondono formando un lisosoma
secondario, nel quale avviene la digestione. Le sostanze digerite poi per diffusione attraversano la
membrana del lisosoma, fornendo così gli altri organuli delle sostanze necessarie per la sopravvivenza. Il
materiale non digerito viene poi espulso dalla cellula attraverso la fusione del lisosoma e della membrana
plasmatica. Un’altra funzione dei lisosomi è quella di distruggere i batteri nocivi, come per esempio accade
nei globuli bianchi che inglobano il batterio, ed attraverso la secrezione di enzimi lisosomiali distruggono le
pareti delle cellule patogene. I lisosomi sono anche il luogo in cui la cellula digerisce i propri materiali per
autofagia. Questo processo viene utilizzato per digerire gli organuli danneggiati, così rendendo disponibili
le sue molecole per la costruzione di nuovi. Le cellule vegetali non hanno i lisosomi, bensì un enorme
vacuolo che può occupare più del 90% dello spazio, che contiene degli enzimi digestivi.

PEROSSISOMI E VACUOLI

I perossisomi sono piccoli organuli racchiusi da una membrana, che contengono particolari enzimi come la
catalasi, capaci di demolire i perossidi tossici che vengono prodotti durante particolari reazioni chimiche.

I vacuoli sono organuli circondati da una membrana, contenenti soluzioni acquose con sostanze disciolte
all’interno. Essi svolgono molte funzioni come per esempio l’accumulo delle sostanze tossiche che vengono
prodotte come sottoprodotti di alcune reazioni chimiche. Oppure possono dare sostegno e turgore come
accade nelle cellule vegetali. Possono aiutare nella riproduzione nelle piante, infatti contengono i pigmenti
chiamati antocianine che danno colore, attirando così animali e insetti che favoriscono l’impollinazione.
Infine hanno anche un ruolo digestivo: essi contengono enzimi capaci di idrolizzare i polimeri in monomeri.

CLOROPLASTI
I cloroplasti sono un particolare tipo di plastidi che contengono li pigmento verde clorofilla e sono la sede
della fotosintesi, cioè un processo che utilizza l’energia solare per trasformare CO2 e H2O in glucosio e
ossigeno. I cloroplasti possono variare di forma e dimensione ma possiedono tutti la stessa struttura: sono
organuli avvolti da due membrane una esterna e una interna. All’interno si trova un liquido chiamato
stroma, cioè una soluzione acquosa contenete metaboliti e sali minerali. Immerso in esso c’è una molecola
di DNA circolare che contiene le informazioni necessarie per sintetizzare l’RNA e proteine specifiche del
cloroplasto. All’interno ci sono immerse anche piccoli pacchi membranosi appiattiti chiamati tilacoidi,
disposti in modo ordinato gli uni sogli altri a formare delle pile dette grani. I grani sono interconnessi fra
loro da delle strutture membranose chiamate lamelle, che insieme ai tilacoidi compongono anche delle
strutture di supporto ai pigmenti fotosintetici.

Esistono anche altri tipi di plastidi come:

- I cromoplasti che contengono pigmenti colorati, così conferendo colore ai fiori e ai frutti (vacuoli)
- I leucoplasti che vengono usati per l’accumulo di amidi e grassi

MITOCONDRI

I mitocondri sono organuli presenti sia negli autotrofi che negli eterotrofi. In essi avviene la respirazione
cellulare cioè una reazione chimica che demolisce il glucosio (una molecola ad alta energia) per formare
l’ATP ovvero energia chimica necessaria per le attività cellulari (esoergonica reazione che libera energia).

I mitocondri sono degli organuli di diametro inferiore a 1.5 μm e di lunghezza tra i 2 e gli 8 μm. Il numero di
mitocondri nelle cellule può variare dall’unico mitocondrio gigante di alcuni procarioti unicellulari, alle
centinaia di migliaia che si presentano nelle cellule uovo più grandi. I mitocondri sono rivestiti da due
membrane, una esterna e una interna. Quella esterna è liscia e ha funzione protettiva mentre quella
interna è caratterizzata da dei ripiegamenti piuttosto irregolari, chiamati creste mitocondriali, che
aumentano la superficie di supporto alle catene respiratorie. Nella membrana mitocondriale sono inseriti
anche molti complessi proteici che partecipano alla respirazione cellulare. Lo spazio interno alla membrana
mitocondriale viene definito matrice mitocondriale, dove si trovano numerosi enzimi, il DNA e i ribosomi. Il
DNA mitocondriale contiene informazioni specifiche per la sintetizzazione del RNA e di particolari proteine
necessarie nella respirazione cellulare. I mitocondri e i cloroplasti sono gli unici organuli aventi DNA e
ribosomi propri, infatti si pensa che abbiano origine per endosimbiosi, cioè che prima erano degli
unicellulari autonomi poi fagocitati da unicellulari più grandi, per poi divenire costituenti stabili per vantaggi
metabolici che conferiscono. I mitocondri, non potendosi creare appunto, vendono ereditati dalla madre
cioè dalla cellula uovo che è il genoma femminile. Accade che le patologie mitocondriali infatti vengano
trasmesse.

CITOSCHELETRO

Il citoscheletro eucariotico è formato da tre tipi di filamenti: i microfilamenti, i filamenti intermedi e i


microtubuli. Esso da sostegno e consistenza alla cellula. In oltre ‘guida’ le correnti citoplasmatiche che
distribuiscono metaboliti e organelli alle varie parti della cellula.

I MICROFILAMENTI

Sono polimeri costituiti da molecole di una proteina globulare chiamata actina. Hanno diametro di circa 7
nm ma possono essere lunghi molti chilometri. L’actina svolge importanti funzioni come per esempio quella
della contrazione muscolare insieme ad un’altra proteina ‘motrice’ che è la miosina. Essi possono essere
organizzati in fasce o possono anche trovarsi isolati. Svolgono anche l’importante funzione di contribuire al
movimento della cellula attraverso la creazione di espansioni cellulari chiamate pseudopodi. Oppure
determinano e mantengono la forma della cellula formando un reticolo di supposto all’interno della
membrana plasmatica
I FILAMENTI INTERMEDI

I filamenti intermedi possono essere specifici per le cellule: ne esistono più di 50 tipologie diverse, tuttavia
la costituzione e i tipi di proteine che li costituiscono non variano. Sono piccole strutture a forma di corda di
diametro tra gli 8 e i 12 nm. Svolgono due importanti funzioni strutturali:

1 ancorano al loro posto le strutture cellulari e contribuendo mantenere la loro posizione

2 aiutano la cellula a resistere alla tensione e favoriscono l’adesione fra cellule vicine. Soprattutto nelle
cellule della pelle dove i filamenti intermedi formano dei punti di saldatura fra di esse.

I MICROTUBULI

Sono dei cilindri non ramificati, cavi, di diametro di circa 25 nm e a differenza dei microfilamenti non sono
molto lunghi. Sono composti da una particolare proteina chiamata tubulina che forma appunto una catena
che si avvolge a formare il tubulo stesso. La tubulina ha la particolare proprietà di essere molto dinamica,
variando la sua lunghezza molto velocemente. Essi svolgono l’importante funzione di formare uno scheletro
rigido per il sostegno, ma fungono anche da binari per le proteine mortici che utilizzano l’ATP per muoversi.

CIGLIA E FLAGELLI

Queste particolari strutture sono esterne alla cellula e permettono ad essa di muoversi in un ambiente
acquoso. Sono costituiti entrambi da microtubuli e presentano una struttura interna identica. Sono
entrambi costituiti da 9 coppie di microtubuli che circondano una coppia di microtubuli centrale. Le ciglia
sono numerose e corte mentre i flagelli sono lunghi e a ciuffi.

CENTRIOLI

Sono organuli a forma di cilindretti presenti in coppia in prossimità del nucleo. Sono costituiti da
microtubuli disposti in triplette. Queste triplette sono disposte in modo da essere l’una perpendicolarmente
all’altra e sono coinvolti nelle divisioni cellulari dove si occupano di organizzare il fuso miotico.

STRUTTURE EXTRACELLULARI

La parete cellulare, si trova al di fuori della membrana plasmatica, è esclusiva nelle cellule vegetali, la quale
da forma e consistenza alla cellula stessa. È costituita da fibre di cellulosa intrecciate con proteine e
polisaccaridi complessi. La parete cellulare presenta dei plasmodesmi cioè dei canali che mettono in
comunicazione una cellula con le altre.

La matrice extracellulare è un ulteriore membrana che può o meno presentarsi nelle cellule animali. Viene
secreta dalla cellula stessa ed è formata da sostanze intercellulari, come acqua, sali minerali, metaboliti e
fibre chiamate collagene e elastina. Sono inoltre presenti dei particolari complessi di zuccheri e proteine
chiamati proteoglicani.

MEMBRANA CELLULARE

Le membrane biologiche condividono la medesima organizzazione cellulare. Esse sono composte


principalmente da un doppio strato di fosfolipidi cioè articolari lipidi anfipatici. Esse sono anche costituite
da altre molecole come per esempio proteine, lipidi e carboidrati. I fosfolipidi messi in questa determinata
posizione, formano un ‘lago’ in cui possono essere immerse delle proteine o dei carboidrati. Questa
particolare struttura viene chiamata modello a mosaico fluido, infatti la membrana è costituita da dei
‘tasselli’ mobili soltanto in verso tangenziale.
I principali componenti della membrana cellulare sono i lipidi e in particolar modo i fosfolipidi. Questi sono
appunto posizionati a doppio strato con le code idrofobe all’interno e le teste idrofile rivolte verso
l’ambiente esterno. Questa particolare proprietà dei fosfolipidi, permette alle membrane di essere
estremamente dinamiche e perciò di fondersi tra di loro, grazie alla capacità dei fosfolipidi di aggregarsi
mantenendo invariata la struttura a doppio strato. Le membrane però differiscono per composizione
lipidica: per esempio ci sono membrane cellulari nelle cellule animali che sono composte al 15% da
colesterolo (molecola complessa policiclica). Il doppio strato inoltre conferisce stabilità all’intera struttura,
mantenendola flessibile allo stesso tempo. La fluidità della membrana è dovuta alla temperatura e alla sua
composizione lipidica. Per esempio il colesterolo e i grassi insaturi ne aumentano la fluidità.

Le proteine immerse possono svolgere diverse funzioni come per esempio possono spostare i materiali
attraverso la membrana oppure possono ricevere segnali chimici dall’esterno. Queste proteine a seconda
della loro posizione nel mosaico si suddividono in:

- Integrali o intrinseche, sono proteine immerse in parte o completamente nello strato fosfolipidico.
Queste appunto possono presentare regioni sia idrofile (che sporgono dallo strato), sia idrofobiche
(completamente immerse nell’ambiente interno). Le proteine sono indipendenti dai fosfolipidi ed
interagiscono fra di loro soltanto con legami non covalenti. Le estremità polari delle proteine
interagiscono soltanto con le estremità polari dei lipidi, mentre le estremità apolari interagiscono
con quelle apolari dei lipidi creando dei legami idrofobici. Le proteine integrali sono posizionate in
modo asimmetrico sui due lati della membrana. Infine le proteine intrinseche con i due lati più
esterni che sporgono al di fuori della membrana si chiamano proteine transmembrana.
- Periferiche o estrinseche, sono proteine prive di regioni idrofobiche, perciò si trovano solamente
all’esterno della membrana. Esse infatti interagiscono soltanto con le regioni polari dei fosfolipidi.
Le proteine periferiche possono trovarsi soltanto su un lato della membrana e mai su entrambi.
Tutto ciò proferisce ai due lati della membrana delle funzionalità e delle proprietà differenti.

I carboidrati, o meglio gli oligosaccaridi, presenti nella membrana vengono legati ai lipidi oppure a delle
molecole proteiche attraverso legami covalenti formando rispettivamente glicolipidi e glicoproteine. Esse
sporgono dalla cellula affacciandosi all’ambiente extracellulare e fungono da recettori di membrana,
responsabili dell’organo-specificità e dell’inibizione da contatto. L’insieme delle glicoproteine forma il
glicocalice.

Congelamento e calco

È la tecnica utilizzata in laboratorio che ha consentito lo studio della membrana cellulare, più precisamente
ha consentito di studiare la relazione fra le proteine con la membrana. Viene prodotto un calco dei due
strati separati nei quali è possibile osservare al microscopio elettronico le sporgenze e le fossette
complementari.

MEMBRANA PLASMATICA TRASPORTO

La membrana cellulare è una membrana selettivamente permeabile o semipermeabile. La modalità di


attraversamento delle varie sostanze è differente a seconda della natura della sostanza. La membrana
plasmatica essendo semipermeabile non permette tutte le sostanze possono attraversarla liberamente. Le
sostanze che non possono attraversare la membrana rimangono confinate all'interno di compartimenti
separati.

DIFFUSIONE

La diffusione è un processo spontaneo, cioè significa che avviene senza il consumo di ATP ed è il movimento
casuale e spontaneo di sostanze a molecola piccola e liposolubile (quanto più una molecola è liposolubile,
tanto più rapidamente diffonde attraverso il doppio strato) verso uno stato di equilibrio cioè verso una
determinata distribuzione mediamente uniforme, in questo caso la membrana si comporta come una
barriera permeabile. Il moto di ogni particella anche essendo casuale, ci appare complessivamente
direzionale finché non si raggiunge l’equilibrio. Il flusso netto di sostanza si avrà dalla zona a concentrazione
maggiore a quella a concentrazione minore, cioè secondo gradiente di concentrazione che poi alla fine
determinerà un’uguaglianza di concentrazione tra i due compartimenti eguagliando i due flussi, ottenendo
un equilibrio dinamico. La diffusione può essere di due tipi: libera o facilitata. Facilitata quando il
movimento secondo gradiente si compie attraverso proteine di membrana che formano dei pori.

I fattori da cui dipende la velocità di diffusione di una sostanza sono tre:

-il valore del gradiente di concentrazione. Il gradiente di concentrazione è la differenza di concentrazione


del soluto lungo una data direzione: quanto maggiore è il gradiente di concentrazione, tanto più
rapidamente una sostanza diffonde (Il gradiente di una grandezza in generale serve a descrivere come
quest'ultima varia in funzione dei sono suoi diversi parametri. In fisica, per esempio si parla di gradiente
termico per esprimere variazione della temperatura lungo una direzione scelta.)

-il diametro delle molecole o degli ioni, le molecole più sono piccole, più velocemente diffondono;

-la temperatura della soluzione: temperature più alte danno luogo a una diffusione più veloce, perché a
temperatura più alta le particelle possiedono una energia maggiore e quindi si muovono più rapidamente,
questa viene chiamata energia cinetica;

-distanza, per esempio in una cellula, dove le distanze sono molto limitate, la diffusione è assai più rapida
perciò al contrario la velocità della diffusione come meccanismo di trasporto, diminuisce rapidamente
crescere della distanza. La diffusione quindi non sarebbe sufficiente per distribuire materiali da una parte
all'altra del nostro corpo, ma è un trasporto efficiente per piccole molecole e ioni all'interno della cellula o
attraverso uno strato di poche cellule.

-superficie di scambio

LA DIFFUSIONE FACILITATA

Le grandi molecole polari come gli amminoacidi o gli zuccheri o le sostanze dotate di carica come gli ioni
non diffondono facilmente attraverso il doppio strato fosfolipidico. Eppure essi attraversano la membrana
in due modalità:

1- gli ioni utilizzano canali formati da proteine integrali di membrana

2- le molecole polari si legano a una proteina di trasporto che ne accelera la diffusione.

I canali proteici della membrana sono proteine che presentano un poro centrale. La superficie del canale è
tappezzata da amminoacidi polari legati a molecole d'acqua, che consentono l'interazione con le particelle
cariche o polari dei soluti; la superficie esterna della proteina, che si trova immersa nel doppio strato,
invece è ricca di amminoacidi apolari. In seguito al legame con una ‘molecola segnale’, il poro centrale si
apre formando, il passaggio delle molecole polari idrofile. I canali proteici più conosciuti sono i canali
ionici. Il flusso di ioni in entrata e in uscita dalle cellule è importante per i molti fenomeni biologici, come
l’aperura degli stomi di una foglia che permette gli scambi gassosi con l'ambiente.

Sono stati descritti moltissimi canali ionici, ciascuno specifico per un solo ione. Esistono inoltre canali
proteici chiamati acquaporine, che controllano il passaggio dell'acqua attraverso le membrane. L'acqua può
attraversare liberamente la membrana nonostante si tratti di una molecola polare; questo è possibile
grazie alle sue piccole dimensioni alla sua abbondanza ai due lati della membrana.

In certi casi, però, le cellule di alcuni organi, come il rene hanno bisogno di generare rapidamente flussi
molto intensi di acqua in entrata o in uscita. In queste condizioni si attivano le acquaporine, che si aprono
rendendo la membrana plasmatica molto più permeabile all'acqua.
Analogamente ai canali ioni, il canale dell'acquaporina è molto specializzato: le molecole di acqua lo
attraversano, mentre gli ioni ne vengono esclusi. Un altro tipo di diffusione facilitata implica non la
semplice apertura di un canale, ma un vero e proprio legame tra le sostanze trasportate e le proteine di
membrana. Queste molecole sono dette proteine di trasporto e consentono la diffusione in entrambe le
direzioni di molecole polari come zuccheri e gli amminoacidi. Il glucosio, per esempio, è la principale fonte
di energia per gran parte delle cellule dei mammiferi. Le membrane di queste cellule contengono una
proteina di trasporto, chiamata trasportatore del glucosio, che facilita l'assorbimento di questo zucchero
da parte della cellula. La formazione di un legame tra il glucosio e uno specifico sito tridimensionale della
proteina produce un cambiamento di forma nel trasportatore e il rilascio di glucosio nel versante
citoplasmatico della membrana.

OSMOSI

Le molecole d'acqua attraversano le membrane grazie a un particolare meccanismo di diffusione chiamato


osmosi. Questo processo, completamente passivo, non consuma energia ed è secondo gradiente di
concentrazione.

- la soluzione in cui la concentrazione del soluto è maggiore e quindi meno acqua è detta ipertonica

- la soluzione nella quale la concentrazione del soluto è più bassa e quindi più acqua si dice ipotonica

- mentre quando la concentrazione di soluto è uguale in entrambe le parti della membrana si dice che le
due sono isotoniche.

Essendo appunto, l’osmosi una diffusione spontanea dell’acqua passiva e secondo gradiente, l’acqua si
sposta sempre dall’ambiente ipotonico a quello ipertonico che viene diluito, oppure possiamo dire che
l’acqua si sposta dall’ambiente a maggiore potenziale idrico a quello a minore potenziale idrico sempre
secondo il suo gradiente. Nell’osmosi la membrana si comporta come semipermeabile perché è permeabile
all’acqua ma non al soluto.

All’equilibrio i due flussi d’acqua, si equivalgono ma non necessariamente le concentrazioni di soluto sono
direttamente uguali, perché il flusso netto si blocca quando la pressione idrostatica dovuta al delta h
(differenza delle altezze), eguaglia la pressione osmotica che è la tendenza dell’acqua ad andare dall’
ambiente ipotonico a quello ipertonico.

GLOBULO ROSSO

Osservando una goccia di sangue al microscopio ottico si può vedere che i globuli rossi hanno una tipica
forma a disco schiacciata al centro. Se alla goccia di sangue si aggiunge l'acqua distillata cioè in un ambiente
ipotonico, ben presto i globuli rossi si gonfiano fino a scoppiare. Viceversa, se poniamo i globuli rossi in una
soluzione concentrata di sale, cioè in una soluzione ipertonica, i globuli rossi si sgonfiano e raggrinziscono.
Mentre in un ambiente isotonico il globulo mantiene la sua forma.

TRASPORTO ATTIVO

Un carattere distintivo degli esseri viventi è la possibilità di mantenere una composizione chimica diversa da
quella dell'ambiente in cui vivono. Per far questo, in molti casi è necessario che uno ione o una
macromolecola attraversino una membrana passando da una zona a concentrazione minore verso una zona
a concentrazione maggiore, cioè contro gradiente. Il trasferimento di una sostanza contro il gradiente di
concentrazione prende il nome di trasporto attivo e comporta un dispendio di energia chimica da parte
della cellula, perciò richiede l’utilizzo di ATP quindi non è spontaneo. Questo processo inoltre richiede la
presenza di molecole di membrana trasportatrici chiamate ‘pompe’.

Una delle pompe più diffuse nel corpo umano è la pompa sodio/potassio. In questa pompa si vede
trasportato contro gradiente di concentrazione di Na cioè il sodio e K cioè il potassio, mantenendone una
concentrazione asimmetrica dalle due parti della membrana. All’interno vediamo poco Na+ ma c’è n’è una
gran quantità all’esterno. Al contrario K è poco fuori e tanto dentro, rendendo l’interno negativo poiché lo
scambio di cariche non è equo.

Le modalità di trasporto attivo attraverso una membrana sono tre:

1. uniporto, se la proteina di trasporto trasferisce una sola sostanza in un'unica direzione. Come accade
per esempio nelle pompe proteiche che trasportano ioni Ca 2+ verso la zona a concentrazione maggiore.

2. simporto, se la proteina di trasporto trasferisce due sostanziosi nella stessa direzione. Come accade per
esempio nell’assorbimento degli amminoacidi da parte del canale intestinale, richiedendo che la stessa
proteina di trasporto si leghi contemporaneamente all’amminoacido e a uno ione Na+

3. antiporto, se la proteina trasportatrice trasferisce due sostanze in direzioni opposte, una verso l'interno
e l'altra verso l'esterno della cellula. Come per esempio proprio la pompa sodio/potassio.

ENDOCITOSI

In generale, con il termine endocitosi, ci si riferisce all’assunzione di macromolecole, grosse particelle e


persino cellule di piccole dimensioni nella cellula eucariote. Durante l’endocitosi la membrana plasmatica si
introflette attorno alle sostanze da assumere formando una piccola fossetta che a man mano diverrà
sempre più grande fino a chiudersi completamente attorno alla sostanza. Una volta che viene chiusa e
quindi si stacca dalla membrana, si forma appunto una vescicola chiusa che ha inglobato il materiale
assunto. Questa vescicola prende il nome di vacuolo alimentare. Questo vacuolo poi, dopo essersi staccato
appunto, migrerà verso l’interno della cellula.

Si conoscono tre tipi di endocitosi:

1.fagocitosi è una endocitosi che assume particelle solide come grosse particelle ovviamente solide oppure
anche cellule interne. Il vacuolo che viene generato viene chiamato fagosoma, che successivamente di
fonde con un lisosoma, andando a formare così un lisosoma secondario che digerirà il contenuto del
fagosoma. La fagocitosi è utilizzata anche dai globuli bianchi che appunto inglobano per fagocitosi cellule e
sostanze estranee.

2.pinocitosi è una endocitosi che assume liquidi. Le vescicole formatesi sono più piccole rispetto a quelle
della fagocitosi. La pinocitosi viene svolta nell’endotelio, cioè il tessuto che riveste i capillari sanguigni e
permette appunto alle cellule dei tessuti circostanti di prelevare liquidi dal sangue.

3.endocitosi mediata da recettori è specifica e viene utilizzata per prelevare in modo selettivo sostanze
presenti nell’ambiente extracellulare. L’endocitosi mediata da recettori è utilizzata dalle cellule animali per
assumere sostanze specifiche. Questo processo è specifico poiché avviene soltanto su uno specifico
recettore che riconosce e lega una sostanza, o una cellula. Questi recettori sono proteine intrinseche di
membrana capaci di riconoscere e legarsi a un fattore specifico chiamato ligando.

ESOCITOSI

L’esocitosi è il processo inverso dell’endocitosi, infatti esso prevede che una vescicola formatasi all’interno
della cellula si fonda con la membrana plasmatica in modo da riversare il proprio contenuto fuori. Il
processo inizia con la formazione di un legame tra due proteine di membrana di cui una che sporge sul lato
della vescicola rivolto verso il citoplasma mentre l’altra è situata nel sito bersaglio della membrana sempre
rivolta verso il citoplasma. Quindi i due doppi strati fosfolipidici si fondono formando un’apertura verso
l’ambiente extracellulare. Il contenuto si riversa all’esterno mentre la membrana della vescicola
contribuisce all’aumento di superficie della membrana plasmatica poiché si fonde completamente
(apparato di Golgi). Questo processo è molto importante per la secrezione di sostanze, soprattutto gli
enzimi digestivi.

METABOLISMO ENERGETICO
Gli organismi viventi differiscono in due categorie a seconda di come procurano a loro stessi il nutrimento
indispensabile per la sopravvivenza:

- Gli organismi detti autotrofi sono cellule e organismi fotosintetici infatti usano la luce solare per
sintetizzarsi le sostanze necessarie per la sopravvivenza di cui hanno bisogno.
- Gli organismi detti eterotrofi sono organismi animali prettamente animali (ma anche funghi,
protisti e procarioti) che ricavano le sostanze necessarie per la sopravvivenza dagli altri organismi di
cui si nutrono.

Vengono adottate diverse strategie per procurarsi il nutrimento necessario dagli esseri viventi, che però
hanno tutte un ‘inizio’ in comune: la maggior parte delle reazioni chimiche parte dal glucosio. Queste
reazioni che partono dal glucosio per poi portano alla sintesi del ATP non avvengono in un solo passaggio
bensì avvengono in più tappe. In ognuna di queste tappe vengono a formarsi dei specifici prodotti
intermedi, riutilizzati nella tappa successiva come reagenti.

L’insieme di reazioni funzionalmente correlate che partono da un substrato e arrivano ad un prodotto


vengono chiamate via metabolica. Ogni reazione della via metabolica è caratterizzata da un enzima
specifico. Le vie metaboliche si conservano e sono comuni o si assomigliano in tutti gli esseri viventi.
Queste vie metaboliche nella cellula sono associate ad organuli o avvengono nel citoplasma. Queste inoltre,
possono intersecarsi fra di loro perché convergono su intermedi chimici comuni.

METABOLISMO DEL GLUCOSIO

Il glucosio è un polisaccaride cioè uno zucchero ad alto contenuto energetico. Il suo metabolismo
comprende le varie vie di demolizione cellulare del glucosio, come la fermentazione e la respirazione
cellulare, ma anche le vie di sintesi anaboliche, come per esempio accade nel fegato, oppure nella
gluconeogenesi che è la nuova sintesi del glucosio cioè la fotosintesi. Questa demolizione del glucosio
avviene attraverso una serie di tappe multiple catalizzate da enzimi particolari. I processi metabolici più
importanti sono tre, sia negli eucarioti che nei procarioti, e sono:

- La glicolisi: che è un processo che avviene all’interno del citoplasma. La glicolisi spezza la molecola
di glucosio in due molecole di un composto a tre atomi di carbonio chiamato piruvato. Questo
processo non utilizza ossigeno e libera una piccola quantità di energia usata per la sintetizzazione di
ATP.
- La fermentazione: in assenza di ossigeno alla glicolisi succede la fermentazione che trasforma il
piruvato in acido lattico o in alcol etilico a seconda se la fermentazione si reciprocamente di tipo
lattica o alcolica. Questo processo porta alla sintetizzazione di composti relativamente ricchi di
energia. la fermentazione avviene in assenza di ossigeno e perciò è anaerobia ed è un processo che
non produce ATP.
- La respirazione cellulare: in presenza di ossigeno alla glicolisi succede la respirazione cellulare che
attua la trasformazione completa di ogni molecola di piruvato in tre molecole di diossido di
carbonio. Si tratta appunto di un processo aerobico durante in quale si libera una gran quantità di
energia che viene utilizzata per sintetizzare fino all’incirca 32 molecole di ATP per ogni molecola di
glucosio entrata nella glicolisi.

REAZIONI REDOX

Molte reazioni del metabolismo sono di ossido-riduzione. Questo tipo di reazioni avvengono con scambi di
elettroni, infatti questo tipo di reazioni vengono chiamate di ossido-riduzione proprio perché la riduzione
consiste nell’assunzione di elettroni da parte di una molecola o di un atomo; mentre l’ossidazione consiste
nella perdita di elettroni. La specie che perde gli e- si dice che si ossida ed è l’agente riducente, poiché gli e-
che ha ceduto provocano la riduzione della specie che si riduce, che è chiamata agente ossidante.
In chimica si individuano le specie che si ossidano e quelle che si riducono calcolando i numeri di
ossidazione (che studieremo durante il quarto anno). In modo più semplice si può visualizzare la riduzione
osservando eventuali spostamenti o assunzioni di ioni H+ perché l’acquisito di e- spesso si accompagna con
all’acquisito di ioni H+, quindi di idrogeno, come avviene nella respirazione.

Sebbene i termini riduzione e ossidazione vengano definiti come uno scambio o un trasporto degli e-, nelle
reazioni biologiche si parla di perdita o acquisizione di quest’ultimi. Perciò una molecola quando perde
atomi di idrogeno si ossida, mentre quando il acquisisce si riduce. Più una molecola è ridotta maggiore sarà
l’energia immagazzinata fra i suoi legami. Le reazioni redox che avvengono nelle cellule in generale sono
catalizzate da enzimi che lavorano insieme a particolari coenzimi. I coenzimi i questo caso fungono proprio
da trasporto per gli elettroni da una via metabolica all’altra. Tra tutti il più importante è il coenzima NAD,
nicotinammide adenin dinucleotide che lavora insieme ad un gruppo di enzimi chiamati deidrogenasi. Il
NAD si presenta in più forme chimiche come il NAD+ a basso contenuto energetico oppure il NADH+ ad alto
contenuto energetico. Le deidrogenasi caricano il NAD+ di elettroni trasformandolo in nella forma ridotta
NADH+, così da poterlo trasferire in un’altra via metabolica, dove verrà successivamente ossidato da
un’altra deidrogenasi. Questo processo liberando energia è utilizzato per la produzione di ATP.
LA GLICOLISI

La glicolisi è una via metabolica universale che avviene nel citoplasma in tutte le cellule procarioti ed
eucarioti. Infatti la glicolisi è un processo anaerobio antico, che significa che è la prima via metabolica del
glucosio. La parola glicolisi significa proprio scissione dello zucchero infatti in questa reazione il glucosio,
zucchero a 6 atomi di C viene demolito in due frammenti a 3 atomi di C di acido piruvico o anche piruvato.
La resa energetica è relativamente bassa di soli 2 ATP e 2 NADH. il processo però ha il vantaggio di essere
molto veloce, per cui è utilizzato negli sport dove i muscoli lo usano per sforzi brevi ma intensi (fibre
muscolari bianche).

La glicolisi comprende 10 tappe, ciascuna catalizzata da un enzima specifico:

- nella prima fase, chiamata fase di attivazione, la glicolisi consuma 2 molecole di ATP, perciò la
cellula spende energia per attivare la reazione
- nella seconda fase, chiamata fase di estrazione, la glicolisi produce 4 molecole di ATP e 2 molecole
di NADH, avendo così alla fine un bilancio energetico netto di 2 ATP (4 ATP prodotte - 2 ATP
utilizzate) e 2 NADH.

chinasi= enzima che


glucosio
REAZIONE DI ATP fosforila
FOSFORILAZIONE esochinasi (enzima)
trasferiscono fosfati ed
energia
ADP
L’enzima della fosfochinasi è un enzima allosterico, ovvero regolabile. Se per caso nella cellula ci fosse
glucosio ae 6P
troppa ATP, questa si lega all’enzima inattivandolo (6 C) di conseguenza la glicolisi. Viceversa se c’è
bloccando
molto ADP, il legame dell’ATP con l’enzima lo FASE DI
attiva sbloccando la glicolisi. Il processo perciò risulta
autoregolato in funzione delle necessità. isomerasi ATTIVAZIONE

LA FERMENTAZIONE (consuma ATP)


fruttosio a 6P (6 C)
L’acido piruvico che si forma dallaATP glicolisi, in anaerobiosi va incontro alla fermentazione. Questo è
unseconda
processo anaerobio e a bassa resa
fosforilazione energetica. Le fermentazioni riossidano il NADH, che
fruttochinasi
si produce dalla glicolisi per cui la loroADP
resa energetica, per ogni molecola di glucosio demolita è
di soli 2 ATP. Esistono due tipi di fermentazione:
fruttosio 1-6 DIFOSFATO (6 C)
- Fermentazione lattica
2 (acido piruvico + NADH -------------------------- acido lattico + NAD+)

enzima lattico
deidrogenasi

FOSFOGLICERAILDEIDE (3 C) (reazione redox) FOSFOGLICERAILDEIDE (3 C)


ATP La fermentazione lattica avviene nella maggior parte delle cellule procarioti, ma può avvenire anche
ADP
nei muscoli quando lo sforzo compiuto è breve ma intenso, poiché il sangue non riesca a fornire
NAD+ abbastanza ossigeno alle cellule muscolari. Questo acido lattico prodotto a FASE DI
seguito della fermentazione poi viene diffuso nel sangue arrivando fino al ESTRAZIONE
NADH fegato, dove viene riconvertito in piruvato. Ma viene prodotta una gran
ATP quantità di acido lattico, il fegato non riesce a smaltirlo, così questo prodotto della fermentazione si(produce
accumula causando i caratteristici dolori muscolari. La fermentazione lattica viene utilizzata anche ATP e
ADP
nella produzione di formaggi o yogurt. Per esempio lo yogurt viene prodotto dalla fermentazione NADH)
del lattosio del latte da parte di batteri geneticamente modificati indicati come fermenti lattici vivi.
Si tratta di STREPTOCOCCUS THERMOPHILUS e LACTOBACILLUS BULGARICUS. Questi batteri
ACIDO PIRUVICO
producono acido(3lattico,
C) e l’acidazione del latte fa precipitare la proteina del latte caseina,
addensandolo.

- Fermentazione alcolica
2 (acido piruvico + NADH -------------------------- alcol etilico +CO2 + NAD+)

enzima alcol
deidrogenasi

(reazione redox)

La fermentazione alcolica si verifica in condizioni anaerobiche in certi lieviti e in alcune cellule


vegetali. Il processo avviene in due tappe e come prodotti produce NAD+, alcol etilico e anidride
carbonica. Le bevande alcoliche sono ottenute per fermentazione anaerobica operata
principalmente da cellule del lievito che usano zuccheri dell’uva o dell’orzo e producono alcol etilico
e CO2 (bollicine o responsabili dell’aumento di volume della pasta del pane).

RESPIRAZIONE CELLULARE

La respirazione cellulare è una reazione catabolica che demolisce il glucosio, che è una molecola ad alta
energia. Questa viene usata per la produzione di ATP, ovvero di energia chimica, necessaria per le attività
cellulari. La respirazione cellulare avviene in presenza di ossigeno e quindi è una reazione aerobica. La
respirazione cellulare è anche una reazione redox, perché comporta scambi di e-. Nelle cellule eucarioti
due delle tre fasi della reazione avvengono nel mitocondrio. Nella matrice mitocondriale avvengono le due
fasi della respirazione cellulare che sono il ciclo di Krebs e la fosforilazione ossidativa. La prima fase
avviene nel citoplasma, è anaerobia ed è la glicolisi.

LE TRE VIE DELLA RESPIRAZIONE CELLULARE

1. PRIMA VIA: sintesi di acetil-CoA


La respirazione cellulare ha inizio nel momento in cui l’acido piruvico prodotto dalla glicolisi entra
nel mitocondrio e subisce una reazione di decarbossilazione ossidativa.

2 (acido piruvico + NAD+ ------------------ acetil-CoA + NADH +CO2)

CoA
Piruvico deidrogenasi
Uno degli atomi di C dell’acido piruvico viene perduto sottoforma di CO2 appunto
decarbossilazione. La reazione è anche di ossido-riduzione perché vengono utilizzati degli e-
dell’acido piruvico per produrre NADH (un altro prodotto di questa reazione), catalizzato
dall’enzima piruvico deidrogenasi. Il piruvato viene parzialmente ossidato e trasformato in gruppo
acetile (molecola a due C) che viene unito temporaneamente al coenzima CoA. Tuttavia poi viene
moltiplicato tutto per 2, in quanto nella glicolisi vengono prodotte due molecole di acido piruvico.

2. SECONDA VIA: ciclo di Krebs


L’acetil CoA prodotto dalla decarbossilazione ossidativa, cioè dalla prima fase, verrà poi demolito
dal ciclo di Krebs. Il ciclo di Krebs è composto da 8 tappe, di cui ciascuna catalizzata da un enzima
specifico. Nel ciclo di Krebs il frammento di acetile viene completamente demolito, per cui si
formano due molecole di CO2 e l’energia contenuta nell’acetile viene liberata e utilizzata per
formare 3 NADH, un FADH2 e un ATP. Il ciclo di Krebs parte dall’acido ossalacetico e torna all’
ossalacetico.
All’inizio del ciclo di Krebs il gruppo acetile a 2C si lega ad una molecola di ossalacetato, molecola a
4C dando origine ad una molecola di citrato (chiamato anche acido citrico) a 6C. successivamente il
gruppo acetile viene completamente ossidato e i suoi due atomi di carbonio vengono perduti
sottoforma di 2 atomi di CO2. L’energia liberata da queste reazioni viene utilizzata poi per ridurre i
trasportatori di elettroni, come il NAD e il FAD. Inoltre si produce anche una molecola di GTP per
ogni gruppo acetile. Il GTP significa guanosintrifosfato che verrà poi convertito in ATP. Al termine
del ciclo di Krebs si otterrà di nuovo l’ossalacetato.

VINO
1- L’uva viene pigiata con il torchio, in questo modo, i lieviti saccaromiceti presenti sulla buccia
vengono a contatto con le soluzioni zuccherine interne
2- Il mosto viene impastato per favorirne l’ossigenazione. In questo modo i saccaromiceti che
sono anaerobi ?? compiono la vantaggiosa respirazione cellulare proliferando velocemente.
3- si smette di ?? nel mosto l’ossigeno diminuisce velocemente e i lieviti sono costretti a fare la
fermentazione alcolica che è un processo anaerobio. Tale fermentazione produce alcol etilico e
CO2. Le bolle di CO2 conferiscono effervescenza al mosto, per cui si dice che il mosto ‘bolle’. La
CO2 che è mediamente più pesante dell’aria, si stratifica in basso= rischio di asfissia per assenza
di O2
4- ??? da una gradazione alcolica minima di 13-14 gradi, essendo l’alcol etilico un ?? prodotto
tossico per lieviti, i lieviti muoiono e il vino cessa spontaneamente di bollire
5- Segue un processo di invecchiamento in condizioni controllate, anche il legno della botte ha un
ruolo importante nel determinare le caratteristiche aromatiche del vino
6- Con fermentazioni naturali non si possono avere gradazioni superiori a quelle indicate, i
superalcolici vengono prodotti per distillazione. Se il contenuto zuccherino dell’uva non è
adeguato, come quando non è matura, la gradazione sarà bassa come la sua qualità.

Activity 11.2

-It is absorbed by the soda lime.


-Organisms are put into the apparatus and as they breathe aerobically, they release CO2, which is absorbed
by the soda lime. As a consequence, the oil drop slices into the capillary tube because the air, for the
oxygen uptake, in the isolated apparatus, is taken. This creates a lack of pressure.

-To make a control, in order to check that the oil drop would not slice if there weren't animals respiring
aerobically.

-Heat will make the seeds germinate faster; therefore, there will be a larger shift. On the contrary, other
variables will not be changed. These include: the PH rate, which can affect badly the rate of germination;
amount of oxygen in the apparatus, which will increase the rate of germination; water will be kept
constant. Finally, the rate of insolation will also be the same.

Activity 11.3

-To drive off any dissolved air which could end up in the other piece of apparatus, contaminating the
experiment;

-Because it could create an hostile environment for yeasts to grow in;

-To create an anaerobic environment;

-It becomes saturated of carbon dioxide bubbles, indicating that the yeast solution is producing CO2, so it is
fermenting;

-Alcohol;

-Variables that will be changed: sugar type in order to see if and how much the fermentation rate will be
affected; Variables that won't be changed: presence of paraffin, essential for an anaerobic environment;
the setting-up procedure of the apparatus; the solution temperature, which can enhance the growth of the
yeast; the sugar concentration in the solution; the PH and the solar diffusion.

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