Sei sulla pagina 1di 3

Sigmund Freud – Storia della pedagogia – Arianna Lamoglie

Sigmund Freud
 
“Una delle fonti dalle quali i sogni  traggono il loro materiale per la riproduzione, materiale che
in parte non è né ricordato né usato nell’attività mentale della vita da svegli, è
l’esperienza infantile.”
- S. Freud
Vita e pensiero
Sigmund Freud nacque il 6 maggio 1856 nella cittadina di Freiberg, in Moravia e all’età di quattro
anni si trasferì a Vienna con la famiglia.
Si laureò nel 1881 e, grazie alle sue ricerche e alle sue pubblicazioni in campo istologico e
neuropatologico, diventò docente presso la Facoltà di medicina e chirurgia nel 1885, soffermandosi
in modo particolare sullo studio delle malattie nervose.
Diversamente dal comune approccio medico, che tendeva a sottovalutare tutte le patologie di natura
psicologica in quanto non supportate da concrete lesioni fisiche, Freud e altri medici, tra i quali
spicca la figura di Breuer come suo principale collaboratore, cominciarono ad osservare con occhio
più curioso i fenomeni isterici e i sintomi nevrotici (fobie varie, tosse nervosa, anoressia, ecc.) e a
cercare metodi per curarli.
Si parla di “talking cure”, la possibilità di recuperare, sotto ipnosi, dalla narrazione del paziente
quanto ha dovuto rimuovere e dimenticare.
Freud cominciò, dunque, ad approfondire in termini di teoria e di pratica clinica questo nuovo
campo dell’esperienza umana che lo portò a scrivere nel 1900 L’interpretazione dei sogni.
Dal 1895 al 1900 abbandonò definitivamente per motivi economici la difficile strada della ricerca e
dei laboratori universitari, mantenendo però la libera docenza, andando verso la professione privata
come medico di malattie nervose.
Freud sposò nel 1896 Martha Bernays, con cui ebbe nel giro di dieci anni, ben sei figli.
Nel primo decennio del Novecento Freud approfondisce e consolida i risultati conseguiti con
“L’interpretazione dei sogni”, e pubblica così altri scritti:” la Psicopatologia della vita quotidiana”
(1901), i Tre saggi sulla sessualità (1905), Comportamenti ossessivi e pratiche religiose (1907) e
alcune descrizioni di patologie particolari che diverranno i famosi «casi clinici» del piccolo Hans
(1909) e dell’uomo dei topi (1909).
Tra il 1915 e il 1917 con la stesura di Metapsicologia, insieme di saggi di definizione della psiche
umana, definì la psicoanalisi non solo come indagine e terapia delle patologie della mente, ma come
una filosofia antropologica generale dell’essere umano.
Inoltre, Freud volle estendere la funzione critica della psicoanalisi dall’ambito della mente
individuale a quella storica e collettiva. Di questa “espansione” culturale della psicoanalisi sono
testimonianza testi come Totem e tabú (1912-13), Il Mosè di Michelangelo (1914), Psicologia
collettiva e analisi dell’Io (1921).”
Freud consolidò «il movimento psicoanalitico» da un punto di vista organizzativo e istituzionale,
per cui nel 1910 viene fondata L’Associazione psicoanalitica internazionale.
Col consolidamento della dottrina freudiana e con il suo prendere corpo in una scuola di adepti e di
studiosi, non possono mancare il sorgere, ben presto, divisioni e scissioni rispetto agli orientamenti
teorici di fondo che Freud assegnò alla scienza della psiche. La più significativa delle separazioni fu
quella che si avvenne tra Freud e Jung, il giovane psichiatra svizzero cui Freud pensa a un certo
punto come al suo più promettente erede spirituale e che invece si allontanò dal maestro,
proponendo una concezione dell’energia psichica non limitata alla sessualità e dando luogo a una
scuola psicoanalitica di diverso indirizzo e ispirazione.
A segnare profondamente la vita e la riflessione di Freud giunse l’esperienza della Prima guerra
mondiale, due lutti familiari e la diagnosi di cancro alla mascella e al palato per il quale fu
sottoposto a vari interventi operatori.
Sigmund Freud – Storia della pedagogia – Arianna Lamoglie
Durante gli anni ’20 si vede una profonda rielaborazione della sua teoria, attraverso la quale, con Al
di là del principio del piacere (1920) e L’Io e l’Es (1923), egli giunge a mettere a tema come
fortemente operosa nella vita di ciascun esser umano la presenza di una tendenza originaria
all’aggressività e alla distruzione, che Freud chiama “pulsione di morte”.
Negli ultimi anni della sua vita assistette alla nascita e allo sviluppo del nazismo hitleriano in
Germania, al dilagare dell’antisemitismo e alla successiva nazistificazione dell’Austria. Frattanto il
cancro alla mascella si aggravò. Sollecitato dagli amici e soccorso dall’aiuto internazionale, per
sfuggire alle persecuzioni antiebraiche, andò in esilio, più che ottantenne, in Inghilterra, dove
trascorre l’ultimo anno della sua vita e morì il 23 settembre 1939.

Il significato e la funzione del sogno


Freud considera l’interpretazione dei sogni come «la via regia verso l’inconscio» oltre che «il più
sicuro fondamento della psicoanalisi». I sogni costituiscono la forma che l’attività psichica assume
durante lo stato di sonno, essi sono sì considerate allucinazioni, ma conseguenza di fenomeni
psichici normali.
Il sogno, raccontato dopo il risveglio, è in realtà il risultato finale dell’attività psichica inconscia che
ha luogo durante il sonno: ciò che si ricorda viene chiamato contenuto manifesto; il suo vero
significato inconscio viene invece definito contenuto latente, ed è costituito da desideri, tendenze e
pensieri rimossi dalla coscienza.
Il processo che ha prodotto la trasformazione del contenuto latente nel contenuto manifesto del
sogno è il lavoro onirico. L’attività onirica rielabora il deposito di desideri che risultano essere
normalmente sotto il controllo della censura.
Per quanto riguarda il materiale col quale viene costruito il sogno, occorre invece distinguere fra
materiale attuale o recente (fantasie, residui diurni, stimoli sensoriali: questi elementi, pur
importanti nella genesi del sogno, non sono tuttavia utili alla sua decodifica) e quello costituito dai
desideri infantili, che rappresentano il nucleo originario del "rimosso”. Il lavoro onirico costituisce
pertanto, secondo Freud, la realizzazione allucinatoria di un desiderio infantile rimosso. In questi
termini si capisce anche perché per Freud la funzione del sogno è quella di essere un custode del
sonno: nel sonno si attenuano le resistenze e le difese dell’io, e ciò agevola il passaggio dei
materiali inconsci; fornendo ai desideri inconsci un’innocua espressione in forma di appagamento
allucinatorio.

L’influenza della psicoanalisi nella pedagogia


Sigmund Freud è riuscito a riconsiderare il problema del fanciullo e dei suoi rapporti con la famiglia
e la società.
Per Freud la vita umana è un percorso continuo di autoeducazione, in cui l’individuo lotta da un lato
per adattarsi alle richieste della vita relazionale sottomettendo le forze oscure che si agitano in lui, e
dall’altro lato per conquistare un sufficiente equilibrio tra le componenti della sua personalità,
evitando forme intollerabili di disagio.
Infatti, Freud mostra come i primi sei anni di vita siano decisivi nella costituzione dell’apparato
psichico in vista della formazione di una personalità adulta equilibrata.
Durante la prima infanzia è estremamente importante la figura dei genitori, in quanto dalle
interazioni con gli adulti dipenderanno tutti i rapporti successivi con il mondo esterno.
Freud ha messo in discussione l’educazione tradizionale, tra i cui valori (razionalità, autocontrollo e
repressione sessuale), non è per nulla considerata la dimensione istintuale.
Se è vero che la libera espressione delle pulsioni è antisociale, lo è altrettanto la necessità, sia pure
in forma controllata, della loro soddisfazione.
I valori morali sono indispensabili nella civiltà, ma non possono eliminare la componente istintuale
che è alla base della natura umana.
Definisce, inoltre, la psicoanalisi come importante componente del bagaglio professionale
dell’educatore, il quale deve essere in grado di riconoscere le modalità evolutive del bambino per
fornirgli un’istruzione adeguata ai suoi bisogni.
Sigmund Freud – Storia della pedagogia – Arianna Lamoglie
La ricerca psicoanalitica ha dunque permesso di dirigere l’attenzione dell’educatore sui primi anni
dell’infanzia, di evidenziare l’importanza dei valori inconsci e della loro rimozione e di analizzare
attraverso lo studio dei sogni i conflitti affettivi dell’infanzia nello sviluppo della personalità.
Ecco perché il pensiero freudiano merita di essere rivisitato ed approfondito soprattutto per
l’apporto che esso sicuramente può dare alle nuove concezioni pedagogiche.

BIBLIOGRAFIA e SITOGRAFIA

- https://biografieonline.it/biografia-sigmund-freud
- https://scuola.repubblica.it/friuliveneziagiulia-trieste-lcpetrarca/2011/05/12/la-pedagogia-
della-psicoanalisi/
- https://www.stateofmind.it/bibliography/freud-sigmund/
- Sigmund Freud. “L'interpretazione dei sogni (eNewton Classici) (Italian Edition)”. Apple
Books.
- U. Eco and R. Fedriga. “Storia della filosofia. Per le Scuole superiori. Ottocento e
Novecento (Vol. 3)“.  Laterza Edizioni Scolastiche

Potrebbero piacerti anche