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SEDE
Università degli Studi di Udine – Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale
SCRIVERE LA STORIA,
COSTRUIRE L’ARCHIVIO
Note per una storiografia del cinema e dei media
MELTEMI
Stampato con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia e
dell’Università degli Studi di Udine – Dipartimento di Studi umanistici
e del patrimonio culturale.
in collaborazione con
Meltemi editore
www.meltemieditore.it
redazione@meltemieditore.it
Collana: Plexus, n. 5
Isbn: 9788855193375
© 2021 – MELTEMI PRESS SRL
Sede legale: via Ruggero Boscovich, 31 – 20124 Milano
Sede operativa: via Monfalcone, 17/19 – 20099 Sesto San Giovanni (MI)
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Indice
39 La sceneggiatura e l’archivio.
Considerazioni sullo studio
della scrittura per il cinema
Giaime Alonge
571 Ringraziamenti
Dalla vaga suggestione al reperto censito.
Note per una storia del cinema
e dei media attraverso gli archivi
Diego Cavallotti*, Denis Lotti**, Andrea Mariani***
*
Università degli Studi di Cagliari.
**
Università degli Studi di Padova.
***
Università degli Studi di Udine.
1
Il saggio è stato pensato congiuntamente dai tre autori. In maniera
più specifica, Diego Cavallotti ha scritto il paragrafo I tre paradigmi: ac-
cumulazione originaria, valorizzazione e sostenibilità, Denis Lotti le Con-
clusioni e Andrea Mariani i paragrafi Altri orizzonti e Altri monumenti.
Si ringrazia Massimo Benvegnù per i consigli e l’incoraggiamento.
2
Definire in maniera univoca che cosa si intenda con archival turn
e quale sia il suo “raggio temporale” appare un’impresa ardua, degna
di una monografia. Secondo studiose come Carolyn Steedman, autrice
del seminale Dust: The Archive and Cultural History, fu l’impatto di
Mal d’archivio di Derrida sulla comunità di studi storici a stabilire l’ul-
timo importante spartiacque riguardo alla riflessione sul concetto di
“archivio”. Altre, come Ann Stoler, sostengono che, in realtà, si tratta
di una questione carsica, già centrale per alcuni antropologi come
Maitland ed Evans-Pritchard rispettivamente negli anni Trenta e negli
anni Cinquanta. In questo senso, l’onda lunga dell’archival turn avreb-
be investito storici come Ginzburg e Zemon-Davies e filosofi come
De Certeau (oltre che, aggiungiamo noi, Michel Foucault) già negli
anni Settanta e Ottanta. Tale tendenza sarebbe stata poi ri-affermata
e descritta da studiosi come Hal Foster. A tal proposito si vedano C.
Steedman, Dust: The Archive and Cultural History, Rutgers Universi-
12 DIEGO CAVALLOTTI, DENIS LOTTI, ANDREA MARIANI
6
A tal proposito, si vedano M. Hagener, Moving Forward, Look-
ing Back: The European Avant-Garde and the Invention of Film Cul-
ture 1919-1939, Amsterdam University Press, Amsterdam 2007 e M.
Hagener (a cura di), The Emergence of Film Culture: Knowledge Pro-
duction, Institution Building, and the Fate of Avant-Garde in Europe
1919-1945, Berghahn, New York-Oxford 2014.
7
Riguardo a Henri Langlois, si vedano R. Roud, Henri Langlois:
l’Homme de la Cinémathèque, Belfond, Parigi 1985; H. Langlois, Ecrits
de cinéma (1931-1977), a cura di B. Benoliel, B. Eisenschitz, Flammar-
ion, Parigi 2014; D. Païni, J.-F. Rauger, B. Benoliel, M. Orléan, Le
Musée imaginaire d’Henri Langlois, Flammarion, Parigi 2014.
8
Sull’opposizione tra Langlois e Lindgren si vedano N. Mazzanti,
Response to Alexander Horwath, in “Journal of Film Preservation”, n.
70, 2005, pp. 10-14 e D. Nissen, L. Richter Larsen, T.C. Christensen,
J. Stub Johnsen, Preserve then Show, DFI, Copenhagen 2002.
9
Va specificato che con preservazione si rimanda a un “intervento
di ‘conservazione attiva’ volto a garantire la trasmissione al futuro del
contenuto dell’oggetto conservato. In pratica il film viene duplicato
su un nuovo supporto. Nella sua accezione corrente, la preservazione
indica il mero intervento di duplicazione, senza apportare modifiche
(per esempio editoriali) al materiale originale”. In questo senso si di-
stingue dalla “conservazione passiva” degli artefatti, a cui si fa spesso
riferimento con il solo termine di “conservazione”. Cfr. G.L. Farinelli,
N. Mazzanti, Il restauro: metodo e tecnica, in G.P. Brunetta (a cura
di), Storia del cinema mondiale. Teorie, strumenti, memorie, vol. V.,
Einaudi, Torino, 2001, p. 1121.
14 DIEGO CAVALLOTTI, DENIS LOTTI, ANDREA MARIANI
15
Ibidem.
16
Non a caso, all’interno del report si nomina il restauro come uno
degli obiettivi fondamentali delle istituzioni preposte alla preservazio-
ne dei beni culturali audiovisivi. Cfr. ivi, p. 160.
17
Simone Venturini parla di “prassi complessa” (cfr. S. Venturini,
Il restauro cinematografico, storia moderna, in Id., Il restauro cinema-
tografico. Principi, teorie, metodi, Campanotto, Pasian di Prato 2006,
pp. 19-23). Inoltre, su questo tema, si veda S. Dagna, Perché restaurare
i film, ETS, Pisa 2014.
18
Cfr. Film e fandom: archivi paralleli, infra; Tre parole sugli archi-
vi: digitalizzazione, restauro, valorizzazione, infra.
19
Tra gli altri pionieri, vanno citati Harold Brown, Enno Patalas,
Robert Gitt, Peter Williamson, Gosta Werner e Sam Shepard. Cfr. S.
Venturini, Il restauro cinematografico, storia moderna, cit., p. 16.
20
Evitiamo di menzionare, qui, la prima “ricostruzione” di Me-
tropolis (1927) di Fritz Lang elaborata dal Staatliches Filmarchiv der
DDR tra il 1968 e il 1972: si tratta di un lavoro approssimativo, il cui
rilievo filologico risulta assai problematico.
21
S. Venturini, Il restauro cinematografico, storia moderna, cit., p. 17.
16 DIEGO CAVALLOTTI, DENIS LOTTI, ANDREA MARIANI
22
AA.VV., Recommendation for the Safeguarding and Preservation
of Moving Images, cit., p. 157.
23
Ibidem.
24
Cfr. Censimento degli archivi e dei fondi di video arte e film d’ar-
tista in Italia, infra; Le piattaforme digitali come nuovo archivio: spazi
di fruizione per le produzioni tra cinema e arte contemporanea, infra.
25
Cfr. Strategie di archiviazione e memorie di guerra. Il misterioso
caso del lemma guerra 40 45 negli archivi Rai, infra.
26
Cfr. L’archiviazione del videogioco: lo stato della questione e le
possibili opportunità di coordinamento con l’ambito audiovisivo. Obso-
lescenza e consapevolezza della perdita del gaming classico, infra.
DALLA VAGA SUGGESTIONE AL REPERTO CENSITO 17
27
Cfr. S. Venturini, La Restauration des films: une histoire (post-)
moderne, in “Technè”, n. 37, 2013, pp. 97-101.
28
Riguardo al tema della digitalizzazione e della vita d’archivio
dei film “in transizione” dall’analogico al digitale, il riferimento è, ov-
viamente, G. Fossati, From Grain to Pixel: The Archival Life of Film
in Transition (2009), Amsterdam University Press, Amsterdam 2018.
Si veda, inoltre, R. Catanese, Lacune binarie. Il restauro del film e le
tecnologie digitali, Bulzoni, Roma 2013.
18 DIEGO CAVALLOTTI, DENIS LOTTI, ANDREA MARIANI
29
Si pensi, tra gli altri parametri, all’aumento della risoluzione di
scansione.
30
Cfr. R. Borde, Storia delle distruzioni, in M. Canosa (a cura di),
La tradizione del film. Testo, filologia, restauro, “Cinema&Cinema”, n.
63, 1992, p. 102.
31
Si pensi al volume di G. Bursi, S. Venturini (a cura di), Critical
Editions of Film: Film Tradition, Film Transcription in the Digital Era,
Campanotto, Pasian di Prato 2008 e, più in generale, al lavoro di Mi-
chele Canosa – tra i suoi saggi, vorremmo citare A piè di schermo. A pro-
posito di edizioni critiche dei film, in “Cinergie”, vol. 13, 2007, pp. 52-53.
DALLA VAGA SUGGESTIONE AL REPERTO CENSITO 19
32
Cfr. Il futuro dell’obsolescenza. Gli archivi filmici amatoriali e
sperimentali, infra; Il restauro del cinema sperimentale e d’artista. Tre
casi di studio, infra; Silent Invasion(s). Appunti per una riscrittura
della storia del cinema d’artista a partire dall’archivio privato di Va-
lentina Berardinone, infra.
33
Cfr. T. Biondi, Il film industriale tra archivi, memoria e identità lo-
cale. Il caso del paesaggio industriale biellese nel Progetto di ricerca I-LAB,
infra; R. Lupu, Viaggio nell’attualità: il film di famiglia siciliano tra le di-
mensioni pubblica e privata, fisica e digitale, storica e creativa, infra.
20 DIEGO CAVALLOTTI, DENIS LOTTI, ANDREA MARIANI
34
Tra i saggi ospitati in questo volume, ciò appare evidente in G.
Santaera, San Berillo Web Serie Doc. Archivi, immagini e media digi-
tali per nuove pratiche comunitarie di ri-generazione memoriale, infra.
35
Cfr. T. Negri, M. Hardt, Comune. Oltre il privato, oltre il pubblico
(2009), Rizzoli, Milano 2010.
22 DIEGO CAVALLOTTI, DENIS LOTTI, ANDREA MARIANI
Altri orizzonti
36
A tal proposito, si vedano A. Cvetkovich, An Archive of Feel-
ings: Trauma, Sexuality and Lesbian Public Cultures, Duke University
Press, Durham-Londra 2003 (in particolare pp. 205-271); A. Dekker,
Networks of Care: Or How in the Future Museum Will No Longer Be
the Sole Caretakers of Art, in A. Maragiannis (a cura di), Proceedings
of DRHA2014: Digital Research in the Humanities and Arts Confer-
ence, ASCA – University of Greenwich, Londra 2015, pp. 81-85; R.
Sheffield, Community Archives, in H. MacNeil, T. Eastwood (a cura
di), Currents of Archival Thinking, Libraries Unlimited, Santa Barba-
ra-Denver 2017, pp. 351-376.
37
G. Fossati, op. cit., p. 15.
DALLA VAGA SUGGESTIONE AL REPERTO CENSITO 23
38
Cfr. M. Mohsenin, Maral Mohsenin’s Notes, FIAF Congress
2019, Cinémathèque Suisse, Losanna, note disponibili sul sito www.
fiafnet.org/pages/Events/2019-Lausanne-Symposium-Session5.html
(consultato il 10 luglio 2020).
39
Ibidem.
24 DIEGO CAVALLOTTI, DENIS LOTTI, ANDREA MARIANI
40
Ibidem.
41
Significativamente a partire dal congresso FIAF del 2012, Paolo
Cherchi Usai, Jon Wengström e Elaine Burrows sono poi intervenuti in
un tentativo di ridefinire le policies delle collezioni: P. Cherchi Usai, J.
Wengström, E. Burrows, Suggested Template for a Collection Policy, in
“Journal of Film Preservation”, n. 91, ottobre 2014, pp. 9-11. Una sin-
tesi schematica è accessibile qui: www.fiafnet.org/pages/E-Resources/
Collection-Policy-Template.html (consultato il 10 luglio 2020).
42
Il festival riuscì a sopperire al radicale impoverimento delle
strutture cinematografiche del paese, divenendo per molti anni il più
importante intermediario della cultura cinematografica nel continente
africano per quanto concerne la circolazione dei film: fespaco.bf/pre-
sentation/ (consultato il 10 luglio 2020).
DALLA VAGA SUGGESTIONE AL REPERTO CENSITO 25
Altri monumenti
46
Sull’importanza di quella prima esperienza si veda C. Blot-Wel-
lens, K. Webb, The Film Preservation and Restoration School India.
Mumbai, 22-28 February 2015, in “Journal of Film Preservation”, n.
93, ottobre 2015, pp. 29-32.
47
www.fiafnet.org/pages/Training/Past-Training-Outreach-Even-
ts.html (consultato il 10 luglio 2020).
48
Si veda ad esempio I. Wschebor, De cómo se re-convirtió un viejo
Telecine SD en un escáner cuadro a cuadro con resolución 2k o superior en
Uruguay, in “Journal of Film Preservation”, n. 97, ottobre 2017, p. 123.
DALLA VAGA SUGGESTIONE AL REPERTO CENSITO 27
49
G. Fossati, op. cit., p. 19.
50
Cfr. B. Flückiger, Material Properties of Historical Film in
the Digital Age, in “NECSUS”, autunno 2012, necsus-ejms.org/
material-properties-of-historical-film-in-the-digital-age/ (consulta-
to l’11 luglio 2020).
51
Su questo si veda anche la recente lecture della studiosa: B.
Flückiger, Film as a Material Object and the Digital Turn, Kracauer
Lectures in Film and Media Theory – Goethe-Universität, Francofor-
te sul Meno, 6 novembre 2019.
52
Cfr. G. Fossati, op. cit., p. 16. Su questo tema e per una po-
sizione più polemica rispetto alla pertinenza della nozione stessa di
“film” in era digitale si veda D. Streible, Moving Image History and
the F-Word; or, “Digital Film” is an Oxymoron, in “Film History: An
International Journal”, n. 25, 2013, pp. 227-235.
28 DIEGO CAVALLOTTI, DENIS LOTTI, ANDREA MARIANI
53
È significativo che si sia giunti, quest’anno, a una ri-edizione cri-
tica del testo cardine di Harold Brown, Physical Characteristics of Early
Films as Aids to Identification (1990), FIAF, Bruxelles 2020 (ampliata a
cura di Camille Blot-Wellens). Si rimanda anche alle attività del recente
progetto della Philipps-Universität Marburg dedicato agli unidentified
films: DFG Network, “New Directions in Film Historiography: Digital
Tools and Methods in Film and Media Studies”, www.uni-marburg.de/
en/fb09/institutes/media-studies/research/research-projects/digitalfil-
mhistoriography/events (consultato il 11 luglio 2020).
54
Si rimanda al blog del progetto: blog.filmcolors.org (consultato
il 11 luglio 2020).
55
P. Cherchi Usai, Silent Cinema. An Introduction, BFI, Londra
2000, p. 147. Sulle implicazioni teoriche di questo punto si veda anche
J. Gaines, Pink-Slipped. What Happened to Women in the Silent Film
Industries?, University of Illinois Press, Urbana 2018, pp. 71-94.
DALLA VAGA SUGGESTIONE AL REPERTO CENSITO 29
56
Cfr. G. Fossati, op. cit., p. 332.
57
Cfr. J. Le Goff, Documento/Monumento, in Enciclopedia Einau-
di, a cura di R. Romano, vol. V, Einaudi, Torino 1978, pp. 38-43.
58
Cfr. T. Elsaesser, op. cit.
59
G. Fossati, op. cit., p. 333.
60
In particolare, riguardo a tali archivi si vedano i seguenti con-
tributi: S. Dotto, Commesse e viaggiatori. Tracce, tratte e traiettorie
del cinema “utile” nel secondo dopoguerra italiano, infra; G. Grasso,
Pratiche produttive e distributive del cinema scolastico nel secondo do-
poguerra italiano, infra.
61
Si pensi agli esiti del “Woman Film Pioneers Project” diret-
to da Jane Gaines a partire dal 1993: wfpp.columbia.edu/about/
(consultato il 11 luglio 2020). Su questo si veda anche J. Gaines,
op. cit. Per il caso italiano, il rimando è a S. Toffetti, Canone in-
30 DIEGO CAVALLOTTI, DENIS LOTTI, ANDREA MARIANI
65
Va sottolineato che, nella riflessione di Fossati, si tratta di una
questione di secondo piano.
32 DIEGO CAVALLOTTI, DENIS LOTTI, ANDREA MARIANI
Conclusioni
70
Cfr. G. Alonge, La sceneggiatura e l’archivio. Considerazioni sullo
studio della scrittura per il cinema, infra, pp.; G. Rigola, I fondi archivisti-
ci personali, la corrispondenza e la ricerca sul cinema. Il caso del carteggio
tra Elio Petri e Leonardo Sciascia, infra; M. Zilioli, Per uno studio del
cinema nella stampa comunista. I luoghi della cultura rossa in Italia, infra.
71
Cfr. B. Corsi, S. Verrini, Inventariare il soggetto produttore, infra;
S. Alovisio, L. Mazzei, There’s no archive like home? Realtà, miti e
potenzialità della ricerca 2.0 sul cinema italiano, infra.
34 DIEGO CAVALLOTTI, DENIS LOTTI, ANDREA MARIANI
72
Cfr. S. Casonato, Audiovisivi nei musei tecnico-scientifici. Cre-
are l’archivio al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da
Vinci di Milano; M. Grifo, F. Pezzetti Tonion, Territori di transito. La
Bibliomediateca “Mario Gromo” del Museo Nazionale del Cinema:
problematiche di migrazione e conservazione del patrimonio digi-
talizzato, infra; P. Villa, L’autore, la città, il museo. Percorsi di lettura
dell’Archivio Zucchelli di Bergamo tra eredità storica e valorizzazione
contemporanea, infra.
73
Cfr. A. Masecchia, Sistema Varda: collezionare e archiviare im-
magini, infra; L. Marmo, L’archivio e la mappa. Riflessione sulle pra-
tiche della “topo-cinefilia”, infra; L. Denicolai, “Archivio YouTube”.
L’ambiente di video-sharing come ipotetico generatore di regolarità
enunciative, infra; S. Antichi, The second life of images. Nuove forme
di riscrittura storica in Free Fall di Péter Forgács, infra; S. Carpiceci,
Scrivere dell’emigrazione italiana con film, canti e repertori d’Archi-
vio, infra; C. Centorrino, La costruzione degli archivi Alain Resnais,
infra; C. Dionisi, L’animismo e le storie del cinema: genesi di un topos
storiografico, infra; G. Landrini, Archivi cinematografici e paratesti
cartacei. Il cineromanzo tra conservazione e indicizzazione, infra; V.
Mancinelli, L’archivio tra amnesia e memoria nell’opera di Lamia Jo-
reige e Rania Stephan, infra.
DALLA VAGA SUGGESTIONE AL REPERTO CENSITO 35
74
Cfr. C. Steedman, op. cit., pp. 17-37, 157-170.
Plexus. Archeologie, archivi e storie dei media