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Mariage

story

Palestra dialogo
SCENA 1- LUI

LUI:
Ciò che amo di Nicole: mette le persone a proprio agio anche in situazioni imbarazzanti, ti ascolta
attentamente, a volte ascolta fin troppo. É una cittadina modello.
Lei FC: Chiamalo e basta!
Sa sempre cosa fare in caso di complicate beghe familiari.
Lei FC: Chiamalo!
Io mi impunto sempre. Lei sa quando spronarmi e quando lasciarmi in pace.
Ci taglia i capelli
É sempre a preparare tazze di tè senza motivo.
Non è una che raccoglie un calzino, chiude uno sportello o lava un piatto, ma lo fa per me.
E’ cresciuta a Los Angeles circondata da attori, registi, film e televisione.
E’ molto legata a sua madre, Sandra, e a Cassie, sua sorella.
(lei gli ha regalato una tromba) Nicole è bravissima a fare regali.
É il tipo di madre che gioca e gioca sul serio.
Non smette mai per prima, ne dice mai che è troppo, anche se alle volte lo è.
Lei FC mentre fa un gioco da tavolo: Vediamo. Bene. Due, tre, quattro… Cosa? Scherziamo? Ci
sono appena stata, in prigione! Cavolo! Non prendetemi in giro. Smettetela.
E’ molto competitiva. E’ bravissima ad aprire i barattoli. Ha le braccia forti, che ho sempre trovato
molto sexy.
Tiene il frigo sempre strapieno.
Nessuno ha mai fame a casa nostra.
Sa guidare con le marce.
Scena in tv dove lei recita: FC Come hai potuto?
Dopo quel film, All over the girl, poteva restare a Los Angeles e diventare una star, ma ha
rinunciato per fare teatro con me a New York.
Scena in tv dove lei recita: FC tanto vale che tu abbia quel che hai pagato (si tira su la maglietta)
E’ coraggiosa, balla benissimo. E’ contagiosa. Vorrei saper ballare come lei.
Ammette sempre di non sapere qualcosa, di non conoscere un libro, un film o una commedia.
Io invece fingo e dico: “l’ho visto molto tempo fa”.
Adora trovare il modo di eseguire le mie idee più folli.
Lui FC: Proviamo… (mentre fanno le prove a teatro) strisciando… ma in piedi.
E’ la mia attrice preferita.








SCENA 1 – LEI

LEI:
ciò che amo di Charlie.
Charlie è indomito. Non lascia che opinioni altrui o ostacoli vari, gli impediscano di fare ciò che
vuole.
(lui mangia un panino) Mangia di furia per togliersi il pensiero, come se non ci fosse abbastanza
cibo per tutti.
Per lui un panino va strangolato nel divorarlo.
Lui FC: hai il maglione al contrario (mentre ha il boccone pieno)
Ma è incredibilmente ordinato e so che sistema sempre tutto.
Non spreca la corrente
(lei legge e lui spegne la luce) lei: ehi? Lui: scusa
Non si guarda spesso allo specchio.
Si commuove sempre al cinema.
E’ autosufficiente. Sa rammendare i calzini, prepararsi la cena e stirare le camicie.
Non si scoraggia quasi mai… a differenza di me.
Charlie accetta i miei sbalzi di umore
Non li asseconda, ma non me ne fa una colpa.
Si veste benissimo, non mi fa mai vergognare, cosa rara per un uomo.
E’ molto competitivo.
Lui mentre gioca e perde FC: Mai Dai!!! Come? Di chi è il Vicolo Stretto? Quanto costa? non li ho.
Ok, ho perso? Basta così? Che nervi!
Ama fare il padre. Ama tutte le cose più odiose, come le bizze e i risvegli notturni.
E’ quasi fastidioso quanto gli piaccia, ma in fondo è bello.
Si perde nel suo mondo. Lui e Henry si somigliano, in questo
Sa come dirti che hai del cibo tra i denti o in faccia, senza metterti in imbarazzo.
Charlie si è fatto da sé.
I suoi genitori... li ho incontrati una volta sola, ma… ci sono stati problemi di alcool e violenza nella
sua infanzia.
Si è trasferito a New York dall’Indiana, senza rete.
E ora è più newyorkese di qualsiasi newyorkese.
Intorno a lui si crea sempre un senso di famiglia.
Con la compagnia teatrale, faceva sentire tutti coinvolti.
Nemmeno gli stagisti erano irrilevanti.
Si ricordava tutti gli scherzi.
È estremamente organizzato e meticoloso.
È molto chiaro su ciò che vuole. Al contrario di me, che non lo sono mai.
Mi sono innamorata di lui due secondi dopo averlo incontrato.
E non smetterò mai di amarlo, anche se ormai non ha più senso
Lui. Fermiamoci qui









SCENA 2 – il mediatore[il mediatore FC non va imparata a memoria]

Lei: non voglio leggerla ad alta voce
Mediatore: Perché?
Lei: non mi piace quello che ho scritto
Mediatore: durante la separazione e poi con il divorzio… le cose possono farsi ostili… mi piace
iniziare con una nota di positività. Per ricordare alle coppie che seguo perché si sono sposate, così
mentre vi separate potete ricordarvi che… vi siete voluti molto bene… e forse ve ne volete ancora.
Lui: leggo la mia. A me piace quello che ho scritto.
Mediatore: perché funzioni davvero, dovete leggere entrambi.
Lei: io non la leggo.
Mediatore: ok, è un peccato che non possiate sentire, le cose meravigliose che avete scritto.
Lui: dice che non so scrivere, ma la mia non è male.
Mediatore: Nicole, forse cambieresti idea, se sentissi quella di Charlie.
Lei: non la voglio sentire.
Lui: Avevamo promesso di ascoltare
Mediatore: esatto! E’ il primo passo, in questo processo.
Lei: credo che me ne andrò, se avete intenzione di star qui… a succhiarvi l’uccello. Va via

SCENA 3 – RITORNO A CASA

Lui: se il mediatore non ti piace, lo cambiamo
Lei: Ok
Lui: Magari non ci serve neanche. Tanto dividiamo tutto comunque, non m’importa.
Lei: neanche a me
Lui: prendi quello che vuoi. Prendiamo 2 appartamenti vicini per Henry. Ci inventiamo qualcosa.
Vogliamo le stesse cose.
Lei: Giusto.
Lui: nel frattempo divertiti con l’episodio pilota.
Lei: Credi sia brutto?
Lui: non guardo la TV, quindi non saprei (mentre sta guardando la tv)
Lei: a ah
Lui: ho detto a Henry che vengo a trovarlo a LA tra due settimane.
Lei: Si? … …. Hai un appunto da darmi, vero?
Lui: No! Cioè, in realtà si. Ma immagino… non importa. Non fai più parte dello spettacolo. Non ha
senso.
Lei: non riuscirei a dormire, se non me lo dici.
Lui: forse hai ragione.
Lei: ok, allora.
Lui: solo due cose. La tua postura nella scena sette era ancora troppo dignitosa.
Lei: ok
Lui: e… si capiva che le emozioni erano forzate.
Lei: sai che non riesco a piangere sul palco. E non ti piace se faccio finta, ma… pensavo che magari
stasera sarebbe successo… invece no.
Lui: E’ tutto. Grazie per avermi assecondato
Lei: buonanotte Charlie … (piange

SCENA 6 - Litigata a casa di lui

(suonano alla porta, lui apre)
Lei: Ciao
Lui: ciao, dov’è Henry?
Lei: è con Cassie e i suoi figli al Laser Tag
Lui: Vuoi qualcosa da bere? Ho dell’acqua del rubinetto non filtrata, birra e qualche succo di frutta.
Lei: Un succo di frutta. (si aggira per casa) Non hai niente alle pareti?
Lui: Non ho niente, a parte i disegni di Henry che sto facendo incorniciare.
Lei: posso darti della roba io, finché non prendi qualcosa. Che ne dici di quella foto di Henry sul
traghetto per Staten Island?
Lui: non ci sei tu in quella?
Lei: penso, penso…
Lui: Ah…
Lei: puoi tagliarla.
Lui: devo andare un giorno a New York il 22, mi chiedevo se potevo portare con me Henry quel
venerdì.
Lei: ah, il 22 quindi il 21. Mh. Abbiamo dei programmi, andremo a vedere qualcosa al LACMA con i
cugini.
Lui: puoi cambiare così lo prendo io?
Lei: mh, è solo per una sera. Lui non vede l’ora. Spetta a me Charlie. Ci siamo accordati.
Lui: ok, va bene.
Lei: Che c’è?
Lui: no, ti chiedo solo di essere flessibile.
Lei: io sono flessibile. Tu vai e vieni ed io mi regolo su di te. E quella sera abbiamo già degli
impegni.
Lui: non è solo quella sera, ma va bene.
Lei: l’insegnante di Henry vuole vederci.
Lui: l’insegnante di Los Angeles?
Lei: potresti rispondere all’email e fissiamo una data?
Lui: si, sono stato distratto.
Lei: lo capisco. Vogliono approfondire le sue difficoltà nella lettura.
Lui: penso che sia troppo ansioso. Credo che lo desideri troppo.
Lei: si.
Lui: hanno detto che è un fuoriclasse in matematica.
Lei: Si arrende subito quando le cose non gli risultano facili. È come noi, testardo. È una schiappa a
giocare a Monopoli perchè cerca solo di risparmiare.
Lui: (ride)
Lei: (ride) pensavo che dovremmo parlarne.
Lui: mh mh.
Lei: sento che ci siamo spinti troppo oltre.
Lui: aha (si)
Lei: mia madre ha messo un’ipoteca sulla casa per aiutarmi a pagare Nora.
Lui: non pago io Nora?
Lei: tu paghi il 30% a Nora.
Lui: beh anche io sono quasi al verde se ti consola. Ho accettato due spettacoli di merda e non è
possibile mettere più niente da parte per il college.
Lei: è solo che fino ad adesso siamo riusciti a tenere fuori Henry, ma questo cambierà le cose.
Lui: mh mh
Lei: dobbiamo proteggerlo.
Lui: sono d’accordo.
Lei: Nora dice che l’esaminatore verrà nelle nostre case. Parlerà con Henry oltre che con noi. Con i
nostri amici, con le nostre famiglie… con i nemici. E ci osserverà con lui per vedere che genitori
siamo.
Lui: sembra terribile.
Lei: Lo so! Io credo che se qualcuno mi osservasse come madre, non otterrei mai la custodia.
Lui: (silenzio)
Lei: stavo scherzando.
Lui: lo so. Mi sento anch’io così.
Lei: bene. Allora forse possiamo trovare una soluzione tra di noi.
Lui: ricorderai che io l’ho detto sin dall’inizio.
Lei: so che l’hai detto, ma ora la situazione è diversa.
Lui: avevo predetto questa situazione.
Lei: comunque, vogliamo provarci?
Lui: ok.
(silenzio e sguardi tra i due)
Lui: non so come cominciare.
Lei: capisci perchè voglio rimanere a Los Angeles?
Lui: no
Lei: (ride) mah… Charlie, non è un modo costruttivo per cominciare.
Lui: è così. Non lo capisco.
Lei: ricordi? Mi ahi promesso che avremo potuto stare un po’ qui.
Lui: abbiamo parlato tanto. Eravamo sposati. Abbiamo parlato di trasferirci in Europa. Di prendere
una… una madia o come la chiami… una credenza per riempire lo spazio vuoto dietro il divano.
Non abbiamo fatto niente.
Lei: hai rifiutato un posto alla Geffen che ci avrebbe fatto restare qui per un anno.
Lui: non era quello che volevo. Avevamo una compagni teatrale ed una vita fantastica dove
eravamo.
Lei: per te quella era una vita fantastica?
Lui: tu sai che intendo. Non dico un matrimonio fantastico. Insomma la vita a Brooklyn.
Professionalmente. Non so, non ho mai considerato niente di diverso.
Lei: beh è questo il problema, lo sai? Ero tua moglie, non hai considerato anche la mia felicità.
Lui: Andiamo! Tu eri felice. Hai deciso adesso che non lo eri.
Lei: (si alza) ok ok… facciamo facciamo… il mio lavoro è qui adesso, la mia famiglia è qui.
Lui: io ho acconsentito a mandare Henry a scuola qui perchè il pilot è diventato una serie. L’ho
fatto sapendo che sareste tornati a New York.
Lei: tesoro non lo abbiamo mai detto, era una tua supposizione. Non lo abbiamo mai detto.
Lui: sì che l’abbiamo detto!
Lei: quando l’abbiamo detto?
Lui: non lo so quando, ma l’abbiamo detto.
Lei: pensavo…
Lui: al telefono! Quella volta!
Lei: tesoro lasciami finire. Scusa, continuo a dirlo. Io pensavo che se Henry era felice qui e la mia
serie continuava, saremmo rimasti a Los Angeles per un po’.
Lui: non ero a conoscenza di questo processo mentale.
Lei: oh. Non vivevamo qui perchè non sai immaginare desideri diversi dai tuoi. A meno che non ti
vengano imposti!
Lui: Ok. Vorresti non avermi sposato. (si alza) avresti voluto una vita diversa, ma è andata così.
Lei: allora che facciamo?
Lui: (sparecchiando) non lo so.
Lei: Nora dice che non possiamo più tornare indietro.
Lui: Fanculo Nora! (lavando i piatti) odio che quella stronza mi dica che ho sempre vissuto a Los
Angeles anche se non ho mai vissuto a Los Angeles. Le hai permesso di dire quelle cose su di me.
Lei: anche Jay le ha dette su di me. Non dovevi licenziare Bert.
Lui: anche a me serviva uno stronzo.
Lei: tutti e due siamo d’accordo che gli avvocati hanno detto delle cose di merda su di noi.
Lui: Nora di più.
Lei: Jay mi ha dato dell’alcoolizzata.
Lui: mi hai fatto crollare il mondo e mi stai facendo passare un inferno.
Lei: tu mi hai fatto passare un inferno durante il matrimonio.
Lui: oh è questo quello che è stato? Un inferno?
Lei: e adesso metterai Henry in una situazione terribile così otterrai come sempre quello che vuoi?
Lui: non è quello che voglio. Insomma è quello… quello che voglio. Ma era, era… Era! La cosa
migliore per lui.
Lei: oh beh, mi chiedevo quando saresti arrivato a pensare ad Henry e a quello che vuole davvero.
Lui: Vaffanculo!
Lei: No, vaffanculo tu! Se ascoltassi tuo figlio, o chiunque altro, ti direbbe che preferisce vivere qui.
Lui: non proiettare i tuoi sentimenti su Henry!
Lei: lui dice che preferisce stare qui.
Lui: lo dice perchè sa che è quello che vuoi sentire!
Lei: lui dice che stai sempre al telefono. Non giochi mai con lui.
Lui: Perchè divorzio a Los Angeles mentre cerco di dirigere uno spettacolo a New York, che ha
chiuso, perchè non c’ero. Era un’enorme opportunità per me, per il teatro. Ho deluso tutti.
Lei: Stai combattendo per qualcosa che non vuoi. Sei proprio come tuo padre.
Lui: non paragonarmi a mio padre.
Lei: non ti ho paragonato a lui. Ho detto che ti comporti come lui.
Lui: tu sei proprio come tua madre. Tutto quello che non ti piace di lei, lo fai. Stai soffocando
Henry.
Lei: prima di tutto voglio bene a mia madre. È stata una madre fantastica.
Lui: ripeto quello che hai detto tu.
Lei: E poi come osi paragonare il mio essere madre a mia madre! Forse sono come mio padre, ma
non sono come mia madre!
Lui: si invece! E sei anche come mio padre! E sei anche come mia madre! Hai le stesse
caratteristiche peggiori di tutti e quattro. Soprattutto di tua madre. Quando stavamo sdraiati a
letto assieme a volte ti guardavo e vedevo lei. Era ripugnante.
Lei: provavo repulsione quando mi toccavi.
Lui: vivi nello schifo. Rifacevo i letti, chiudevo i pensili. (accavallandosi) mi sembrava di vivere con
un bambino.
Lei: pensa che quando facevo sesso con te mi veniva voglia di strapparmi la pelle.
Lui: non sarai mai felice. Né a Los Angeles né ovunque. Penserai di aver trovato uno migliore
opposto a me, e tra qualche anno ti ribellerai a lui. E sai perché? Perché vorrai far sentire la tua
voce, ma non vuoi averla. Cazzo vuoi solo lamentarti del fatto di non averla!
Lei: Se ripenso a quando ero sposata con te, quella donna è un’estranea per me. Insomma
avevamo un matrimonio e dei ragazzini.
Lui: ti sei regredita. Sei tornata alla tua vita prima di incontrare me. È patetico.
Lei: Le persone mi dicevano che eri troppo egoista per essere un grande artista. E io ti difendevo,
ma avevano assolutamente ragione.
Lui: le tue migliori interpretazioni sono passate. Sei una cagna!
Lei: tu non hai fatto altro che manipolarmi. Sei demoniaco cazzo.
Lui: Oh, vuoi passare da vittima perchè è una buona strategia legale, bene! Ma tu e io sappiamo
che hai scelto tu questa vita! L’hai voluta e poi non l’hai voluta più! Mi hai usato per poter lasciare
Los Angeles.
Lei: io non ti ho usato.
Lui: si invece. E poi hai incolpato me per questo! Mi hai sempre fatto notare quanto era sbagliato il
mio non essere all’altezza. La vita con te era grigia!
Lei: cosa? Perciò hai deciso di scoparti un’altra?
Lui: non dovresti arrabbiarti perché ho scopato con lei, dovresti arrabbiarti perché ho riso con lei!
Lei: sei innamorato?
Lui: no! Ma lei non mi odiava! Tu invece mi odiavi!
Lei: tu odiavi me. Ti sei scopato una con cui lavoravamo.
Lui: tu hai smesso di fare sesso con me da un anno. Io non ti ho mai tradita!
Lei: quello è stato un tradimento.
Lui: ma avrei potuto fare molto altro. Ero un regista, avevo 20 anni, venuto dal nulla. E
all’improvviso ero sulla copertina del fottuto Time Out New York Ero un gran fico, e volevo
scoparmi tutti ma non l’ho fatto. Ti amavo e non ti volevo perdere. Ma avevo 20 anni e non volevo
perdere neanche quello, e invece l’ho perso. E tu volevi così tanto, così in fretta. Non volevo
neanche sposarmi. Insomma… fanculo! Ci sono tante cose che non ho fatto.
Lei: ahahah. Grazie tante.
Lui: non c’è di che!
Lei: Non ci credo… devo avere a che fare con te per sempreee!
Lui: tu sei matta cazzo! E stai vincendo, cazzo! (pugno al muro)
Lei: mi stai prendendo in giro? Io volevo essere sposata. Avevo già perso. Tu non mi amavi quanto
ti amavo io.
Lui: che cosa ha a che fare con Los Angeles? Cosa?!
Lei: sei così immerso nel tuo egoismo, da non identificarlo più come egoismo. Se davvero un
coglione!
Lui: ogni giorno mi sveglio e spero che tu sia morta! Morta che, se potessi assicurarmi che Henry
stesse bene, spererei che tu ti ammalassi e poi venissi investita da un auto e morissi. (piange) mi
dispiace.
Lei: anche a me.

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