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Edizioni e/o

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Titolo originale: L’elixir d’amour


Copyright © 2014 by Ed ́ itions Albin
Michel, Paris
Copyright © 2014 by Edizioni e/o

Grafica/Emanuele Ragnisco
www.mekkanografici.com
Foto in copertina © Maria
Gritsai/123RF
ISBN 9788866325598
Eric-Emmanuel
Schmitt

ELISIR D’AMORE

Traduzione dal francese


di Alberto Bracci Testasecca
Louise,

se sei in ascolto, buongiorno.


Se non lo sei, addio.
A seconda della reazione che
avrai, questo messaggio costituirà
l’inizio o la fine del nostro scambio
epistolare.
Davanti a me sta sorgendo un
sole slavato. Contemplo Parigi:
ottobre le conferisce un pallore da
bestia malata, è tormentata dalle
foglie morte, infastidita dal rumore
del traffico, avida di una pace che
tarda a venire. Non vede l’ora che
arrivi l’inverno. Il languore
dell’estate si sta dissolvendo e la
capitale è impaziente di ritrovare il
freddo secco e limpido. A una città
sono sufficienti due stagioni:
quella soffocante e quella gelida.
Louise, trasformiamo la nostra
passione ferita in un affetto
sereno. In questi ultimi anni,
credimi, di te ho apprezzato molto
di più che la tua pelle, le tue cosce
o i nostri abbracci, ho adorato la
donna che sei, la tua intelligenza
acuta, le tue risposte pronte, il tuo
umorismo, i tuoi entusiasmi. Per
quale motivo il distacco dovrebbe
privarmi di una tale meraviglia?
Sono condannato a perderti?
L’unico biglietto d’entrata era
dunque il sesso?
In compenso rifiuto tutti i
messaggi che grondano
frustrazione, conditi di richiami
alla tenerezza o soprassalti
genitali, come quella specie di
straccio umido, isterico, vaginale
che ha invaso il mio schermo
stamattina e che ho buttato via
cliccando su “Elimina”. Il nostro
rapporto è finito, Louise, fattene
una ragione, non ignorare la
realtà. Non dormiremo più insieme
e abiteremo ormai a migliaia di
chilometri di distanza.
Quando termina un sentiero se
ne profila un altro. Da amanti
diventiamo amici. Perché no? Tra
noi l’amicizia non è ancora mai
esistita.
Per piacere, non rovinare i
nostri bei ricordi desiderando che
non ce ne siano.

Adam
Adam,

se l’amicizia è la tomba
dell’amore, odio l’amicizia.

Louise
Cara Louise,

solo la pelle separa l’amore


dall’amicizia. Ed è sottile...

Adam
Ti pare sottile? A me sembra una
muraglia.

Louise
Louise,

la pelle si stanca, la mente no.


Che i nostri corpi si attraggano
meno, che i nostri fianchi provino
un minor bisogno di incastrarsi,
che il mio sesso abbia riposato
accanto al tuo senza cercarlo come
nei primi anni, non significa che la
mia mente ti abbia scacciato, al
contrario. Oggi, per esempio, ho
pensato tutto il giorno alle cose
buffe che mi succedevano e che
avrei voluto raccontarti, ho
desiderato condividere il libro, il
film o la musica appena scoperti, ti
ho fatto domande, dato risposte,
dedicato sorrisi, sospiri,
esclamazioni. Insomma, siamo
stati sempre insieme.
In realtà sospetto che la
sensualità sia superficiale quanto
l’epidermide di cui si serve. Tu
troneggi ben oltre gli spasmi. Sei
solidamente piazzata dentro di me,
più di quanto potrebbe esserlo una
semplice anatomia gradevole, sei
incisa nella mia immaginazione,
nel mio futuro, nei miei ricordi.
Sì, mentre la pelle si logora, si
copre di rughe e si secca, la mente
si fortifica. L’amicizia è il seguito
logico di un amore vero.
Offrendotela non credevo di
offenderti.

Adam
Adam,

ogni concessione mi costa fatica.


L’amicizia dopo l’amore mi
umilierebbe. Riconvertire una
passione immensa in piccolo
monolocale affettuoso non mi
tenta, preferisco ritrovarmi
direttamente in mezzo alla strada.
Ciao.

Louise
Louise, Louise, Louise...

ti inalberi, irascibile e selvaggia!


Allora è tutto o niente? O Louise
intera o niente Louise? Fuoco o
cenere, rifiuti la brace...
Che meravigliosa follia!
Ma pur sempre follia...
Hai il gusto dell’assoluto, ma è
un idealismo che conduce
all’infelicità. Nutri la frustrazione
con le tue esigenze. Più ne mangi e
più hai fame. Se quello che vivi
deve essere perfetto, esaustivo e al
tempo stesso esclusivo, è meglio
che rinunci a vivere. Nessun
rapporto si eleverà all’altezza delle
tue aspirazioni. Raggiungerai un
amore di fantasia, mai l’amore
reale.
Mi preoccupi, Louise... Sembra
che tu esca dalla nostra storia
come una vedova che intende far
sopravvivere la propria coppia
attraverso il dolore. Credi che la
sofferenza sia un succedaneo della
passione? Conti di vestire di nero
la tua vita? Non ti riconosco.
Il tuo ex caro, e tuttavia amico,

Adam
Louise,

mi tieni il muso?
Mi stai odiando?
Mi hai dimenticato?

Tuo Adam
Louise,

ti prego di rispondermi, anche


mezza parola.
Se non reagisci, domani prendo
un aereo.

Adam
Caro Adam,

quanto mi hanno divertita i tuoi


messaggi!
E così negherei la nostra
separazione? L’orgoglio ti acceca...
Non dimenticare che sono stata io
ad andarmene.
Di mia iniziativa ho messo un
oceano fra noi. Casa, vestiti, clima,
latitudine, longitudine: non ci ho
pensato un attimo a cambiare
tutto per seguire la mia stella. Tu
abiti a Parigi, io mi sono stabilita in
Québec.
Io vedova inconsolabile? Sei
fuori strada se credi che averti
lasciato mi sia insopportabile, se
mi senti palpitante, mutilata... Di
noi due sembri tu il più disarmato
di fronte alla nuova situazione,
visto quanto mi assilli, mi infliggi la
tua premura, i tuoi tormenti, la tua
solitudine, mi scrivi i tuoi pensieri
quotidiani lamentandoti delle mie
risposte lapidarie.
Ho poco tempo da dedicarti, mio
caro. Come sai mi sto sistemando a
Montréal, il che comporta una
serie di problemi da risolvere:
documenti, dichiarazione fiscale,
affittare una casa, arredarla. Certo,
lo studio legale che mi ha assunto
mi assiste nei vari passi da
compiere, ma mi sta già affidando
clienti di cui devo studiare le
pratiche. Le ventiquattr’ore della
giornata finiscono troppo presto.
Ciò nonostante stasera mi siedo
al computer e ti dedico qualche
minuto.
Sì, i nostri cinque anni di
passione hanno avuto la potenza di
una tempesta, mai avevo
sperimentato un rapporto del
genere, una tale fusione di corpi,
anime, bocche, mani, gusti e idee.
Tanta intensità mi aveva convinta
che la nostra intesa sarebbe
durata: quelle scintille
preludevano al fuoco dell’eternità.
Ahimè, ho dovuto ricredermi... Ci
siamo desiderati meno, tu prima di
me, poi hai cominciato ad avere
storie con altre donne alla luce del
sole. Oh, non ti rimprovero la tua
franchezza, mi ha fatto
risparmiare tempo: certi amori
muoiono di dubbio, il mio è morto
di certezza. E ti ho lasciato.
Sebbene la decadenza della
storia mi abbia tormentato, il
distacco mi tranquillizza. Più forte
è l’attaccamento, più dolce diventa
la lacerazione. Trovo che i benefici
delle separazioni siano
sottovalutati: un divorzio vale
quanto un incontro, perché
inaugura una scelta di vita. In
questo momento ti confesso che
mi sento molto serena, perché
nella passione amorosa c’è
qualcosa di umiliante di cui sono
contenta di sbarazzarmi.
Finalmente sola. E finalmente
felice.
Così, da quando mi sono
trasferita, i tuoi messaggi sono
rimasti sulla soglia della mia vita,
pallidi ambasciatori di un mondo
trascorso, tramontati come
cartoline che si sono perse per
strada, dai colori sbiaditi, quasi
cancellati.
È stata la serata che ho passato a
place des Arts a farmi venire voglia
di scriverti. Pensa che davano
L’elisir d’amore, la stessa opera che
cinque anni fa ci ha fatto
incontrare all’Opéra di Parigi, dove
eravamo stati trascinati da amici
comuni, Paola e Frédéric.
La parte stupida, elegiaca e
languida del mio cervello si
aspettava di scoppiare a piangere
al risorgere di quel ricordo...
Invece né nostalgia né lacrima
furtiva, a differenza del tenore che
ha dovuto concedere il bis di “Una
furtiva lagrima”. Anziché
commuovermi mi sono messa a
riflettere sul nocciolo dell’intrigo:
come si provoca l’amore?
Se ben ricordi, nel primo atto
Adina, la bella paesana, legge un
racconto nel quale un filtro
d’amore unisce due giovani,
Tristano e Isotta. Esiste una
pozione del genere? Nell’opera, la
bottiglia che il ciarlatano vende
all’esuberante Nemorino contiene
solo bordeaux, ma la domanda ha
continuato a ronzarmi in testa. C’è
un modo di suscitare la passione?
Rilassati, non sto cercando
l’elisir d’amore per prenderlo io o
farlo bere a qualcuno, che sia tu o
chiunque altro, per me
rappresenta soltanto un modo di
circoscrivere l’essenza del
sentimento. L’amore deriva da un
processo materiale o chimico, da
un miscuglio di molecole
riproducibile con mezzi scientifici,
oppure è un miracolo spirituale?
Volevi che fossimo amici... Bene,
cominciamo quest’amicizia
meditando sull’amore.

Louise
Cara Louise,

la tua risposta è stata un


sollievo, perché avevo un po’
paura.
La tua partenza precipitosa, la
tua lettera che improvvisamente
mi sollecitava a rimetterci insieme,
poi la tua circospezione dopo la
mia risposta mi avevano fatto
temere che stessi usando le tue
energie per buttarti giù. Dato il
mestiere che faccio mi capita di
incontrare una quantità di pazienti
per le quali, dopo una separazione,
la sofferenza diventa un’abitudine,
dissolve le altre sensazioni,
impedisce nuovi piaceri
modificando il modo di vedere la
vita fino a renderla intollerabile.
Queste donne precipitano in orge
di dolore in cui si sforzano
scrupolosamente di stare
malissimo, il peggio possibile. Se
non si suicidano, i loro giorni
evolvono in malinconia
cristallizzata, necrosi o cancro.
Tu continui a mordere, il che mi
rende felice. Usa pure le tue zanne
su di me.
Replico a una delle tue frasi,
quella che parla della mia infedeltà.
Gli uomini fanno l’amore per
godere, non per dire che amano.
Quando andavo da un’amante non
intaccavo il mio amore per te, non
ti adoravo meno, ambivo solo a
prendere piacere e darne.
I rapporti umani sono falsati da
un errore colossale: l’idea che culo
e sentimento appartengano allo
stesso paese. Non è così, amore e
sesso occupano territori diversi. Se
anche l’amore invade il campo
della sessualità, che da brava
figliuola l’ha lasciato entrare, non
c’è il minimo rapporto tra
desiderio e affetto.
Mia cara Louise, fremere per te
non diminuiva i miei bisogni, la
nostra intesa completa non
generava l’appagamento dei miei
sensi né placava le mie fantasie.
Perché hai scambiato le mie
avventure con belle ragazze di
passaggio per un gesto che ti
insultava, che in qualche modo ti
riguardava? Niente era diretto a
ferirti.
Bisognerebbe ricostruire il
lessico e isolare questi due mondi
distinti, il mondo del sesso e quello
dell’amore, eliminando ogni
termine in comune.
In questo senso l’amicizia mi
appare una relazione pura,
esemplare, luminosa in quanto
non corrotta dallo strofinarsi delle
carni o dallo scambio di fluidi.
L’amicizia indica il viale diritto
dell’amore. Te la offro di nuovo.
Buone cose,

Adam

P.S. Quanto alla tua domanda


sull’elisir, evidentemente la
risposta è no. Nessuna sostanza
scatena la passione, nessun
comportamento, malgrado ciò che
proclamano i metodi dei
dongiovanni o le vanterie delle
civette. Poco importa ciò che noi
chiamiamo amore, sia esso brama
o sentimento: come si accenda
quel fuoco rimane un mistero.
Adam,

hai visto?
Un paparazzo ha sorpreso il
primo ministro canadese tra le
braccia dell’amante mentre la
bacia appassionatamente. Qui non
si parla d’altro... I partiti
all’opposizione reclamano le sue
dimissioni, i complici politici
denunciano il linciaggio puritano,
e l’opinione della gente è
mutevole. Che perda o non perda il
posto, la sua autorità ha ricevuto
sicuramente un brutto colpo.
Si è saputo in Francia? E tu che
ne pensi?

Louise
Colpevole di adulterio?
No, colpevole di matrimonio!
Ma come si fa ad andare davanti
a un sindaco o un prete e giurare
che non si toccherà mai più altra
donna all’infuori della propria
sposa? Nessun uomo sano di
mente lo direbbe se non vi fosse
costretto.
Ciò che mi suscita orrore sono le
nozze con la loro garanzia di
castità, non l’adulterio, che mi
sembra un sano risveglio della
natura.
Adam

P.S. Sì, anche qui si parla molto


del tuo primo ministro. In realtà
non importa a nessuno, ma offre a
tutti l’occasione di sondare il
prossimo sul proprio
orientamento sessuale e morale. Ci
serve da bussola.
Adam,

stamattina sono passata dalla


vicina a scambiare qualche
pettegolezzo, e il suo gatto mi ha
convinta che avevi liquidato la
domanda sull’elisir d’amore troppo
superficialmente...
Rrrou, così si chiama il gatto, si è
avvicinato a una pianta, si è
fermato di colpo, ha arricciato il
labbro superiore, poi, inspirando
l’aria dalla bocca, con la fronte
corrugata e le zampe rigide, ha
strusciato il musetto rosa sull’erba
mentre la sua gola faceva le fusa a
un volume sempre più alto, una
cosa a metà tra il canto e il rantolo.
Nel giro di pochi secondi ha
cominciato a inebriarsi girando su
se stesso con la coda dritta,
l’occhio attraversato da lampi e il
fiato corto.
«Erba gatta» mi ha spiegato la
vicina vedendomi stupita. «Attira i
felini e tiene lontani gli insetti».
Rrrou ha soffiato, indispettito
che gli steli verdi non
rispondessero alle sue avances.
«È l’effetto del nepetalattone, un
terpene che attiva nel suo cervello
feromoni sessuali» ha aggiunto
come se si trattasse di un’ovvietà.
Lì per lì non so se mi abbia
colpito di più il comportamento di
Rrrou o il vocabolario della vicina.
«Eccita anche le tigri» ha
continuato.
«E gli uomini?».
«Li fa addormentare».
Su questo siamo scoppiate a
ridere, lei perché se ne infischia
degli esseri umani, io perché ne ho
concluso che i migliori episodi
amorosi avvengono nella fantasia.
In ufficio ho approfittato della
pausa pranzo per cercare qualche
informazione. Da millenni vengono
raccomandati filtri, pozioni,
profumi, preghiere, riti e formule
esoteriche. Cambia solo il
fornitore: la medicina, la religione,
la superstizione, la magia nera,
bianca o rossa. I ciarlatani di cui
ridiamo quando nel metrò di Parigi
distribuiscono ai viaggiatori
volantini che promettono di far
innamorare l’essere desiderato o
far tornare la persona del cuore
non fanno altro che perpetuare
una tradizione secondo la quale i
sentimenti non sono governati dal
caso. A quanto pare, quando ci
innamoriamo cadiamo nella rete di
un altro, nelle sue braccia, come se
a condizionare la cotta fosse una
manipolazione.
Pensaci attentamente e dimmi
cosa ne pensi.

Louise

P.S. Come te la passi?


Raccontami le tue giornate. C’è
un’altra donna?
Non una donna, alcune donne.
Nessuna può sostituirti, Louise.

Adam
Alcune donne...
Non hanno un nome, una
personalità? Mi disgusti, Adam.
Perché gli uomini danno sempre
l’impressione di disprezzare quello
che desiderano?
Alcune donne...
Non ti sei stufato di questa
caccia incessante?
Al posto tuo morirei di noia.
Ripetere le avventure non ha
più niente di avventuroso.

Louise
Mi piace andare a caccia.

Adam
Nella tua lingua non si chiama
nevrosi?

Louise
Si chiama natura sana.
Non si soffre per i propri
desideri, si soffre solo perché una
volta soddisfatti rinascono, come
se ignorassero la tregua
dell’appagamento.
E tu ce l’hai, un amante? Alcuni
amanti? Frequenti uomini che ti
piacciono?

Adam
Nessuno.
Vedo le rose, ma ormai ne sento
solo le spine.

Louise

P.S. E l’elisir d’amore? Mi parli di


te, ma non rispondi alle domande
che mi interessano.
Cara Louise,

in effetti hai ragione, il filtro


esiste!
Stamattina, mentre mi facevo la
barba, ho capito il modo di
provocare l’amore a colpo sicuro.
Che bellezza! E che farsa,
anche... Mi diverto a ripensarci da
ore, tanto che ho difficoltà a
concentrarmi su quello che dicono
i pazienti. Ho rubato un minuto tra
un appuntamento e l’altro per
annunciarti la scoperta, ma non
vedo l’ora di raccontartela.
Buone cose,

Adam
Caro Adam,

hai finito?
Non sto più nella pelle.

Louise
Adam,

sei crudele! Da quando ho


ricevuto il tuo messaggio non
faccio che controllare la posta. Mi
stai infliggendo una suspense che
nuoce al mio rendimento
professionale. Se ci metti troppo
perderò il posto, e sarà colpa tua!

Louise
Cara Louise,

eccomi finalmente a casa.


Sgancio la bomba: sono in grado di
far innamorare qualunque donna
di me.
Non indovini come?

Adam
Adam,

hai un certo fascino, corpo


snello, spalle forti, hai un buon
odore, mani calde che elettrizzano
le braccia che accarezzano, la tua
galanteria onora le donne, sei una
piacevole compagnia per la tua
cultura mista a umorismo, i tuoi
occhi sanno esprimere desiderio
lusingando la donna che guardi e ti
riveli un eccellente amante, ma,
per quanto numerose, sono tutte
qualità a cui si resiste, caro mio,
anche se chi ti scrive all’epoca non
ha saputo proteggersi. Non
pensare che tutte le mie amiche
avrebbero voluto trovarsi al posto
mio... Cos’è dunque che ti farebbe
trionfare? A parte una frivolezza
fuori dal comune...

Un’ex vittima
Cara Louise,

ti ringrazio per il ritratto


lusinghiero che hai dipinto di me:
mi fa venire voglia di conoscermi,
se non addirittura di avere un flirt
con me stesso.
Hai ragione, non sono un adepto
della modestia, trovo che abbia un
difetto. La gloria non è mai
specchio della riservatezza, quanto
piuttosto della megalomania,
perché niente di alto è mai uscito
da un basso profilo. Solo l’orgoglio
spinge avanti l’individuo, e c’è
comunque bisogno di una buona
dose di vanità per decuplicare le
forze. L’apparenza della modestia
mi basta, perché alla fine è il tipo di
arroganza che scandalizza meno i
mediocri.
La tua descrizione, Louise,
trascura un elemento, un solo ma
fondamentale fattore: sono uno
psicoanalista.
La mia attività mi dà la certezza
di instaurare una cristallizzazione
amorosa. A un certo punto della
cura il paziente proietta
aspettative e rimozioni sulla
persona che lo cura, si invaghisce
del terapeuta, con il quale vuole
stabilire un rapporto esclusivo,
che sia carnale o di amicizia. In
quella fase il malato perde ogni
interesse per la cura e va dal
medico solo con l’intenzione di
concedersi un’avventura. Sigmund
Freud ha chiamato transfert
questo episodio sentimentale,
dichiarando che “è provocato dalla
situazione psicoanalitica”.
Durante la nostra formazione i
maestri ci hanno insegnato a
contrastarlo per riportare il
paziente sul percorso di
guarigione. Anche a me è capitato
una quantità di volte di combattere
contro avances che in realtà fanno
indietreggiare. Ti confesso che mi
sono sentito bravo a respingere
due o tre donne splendide che si
concedevano senza ritegno.
Ecco, ho scoperto il tuo elisir
d’amore.
Che ricompensa mi merito?
Saluti da chi non ha mai
utilizzato le sue diavolerie su di te,

Adam
Louise,

che succede?
Tre giorni fa mi scongiuravi di
scriverti, e da quando ti ho
risposto non ti fai più viva.

Adam
Caro Adam,

ci sono cose a cui bisogna


abituarsi prima di apprezzarle: il
caffè, le sigarette, i broccoli, la
solitudine.
Mi sto sforzando di ammansire
quest’ultima, visto che è la mia
nuova compagna.

Louise
Louise,

non posso credere che il mio


messaggio ti abbia contrariato.
Hai avuto un incidente?

Adam

P.S. Sei talmente tiepida che mi


fai gelare.
Adam,

strano come la distanza ti


opprima! Non ti ricordo così
apprensivo quando vivevamo a
Parigi...
Tranquillizzati: niente di nuovo
per quanto riguarda la cronaca.
Non sono finita sotto una
macchina né caduta nel fiume San
Lorenzo, il mio stomaco è
sopravvissuto alla bistecca di
wapiti, alla poutine e allo sciroppo
d’acero.
Scusa la brutalità, ma posso
chiederti un piacere?
Sì? Grazie.
In realtà sono tre.

Spedirmi un flacone del mio


profumo, Cuir de Russie, una rarità
che si trova solo da Chanel a rue
Cambon. Naturalmente ti
restituirò i soldi.

Controllare se una preziosa


edizione delle Relazioni pericolose
non sia finita tra le tue cose. Non la
trovo più nelle scatole. Certo, è un
testo che posso procurarmi
ovunque, ma quell’esemplare in
pelle scura e carta bibbia sottile e
resistente è l’unico regalo che mi
resta di mio padre.

Puoi dare una mano a una mia


collega giurista che viene in
Francia? Sta cercando un alloggio
non troppo caro a Parigi, il che è
come cercare una gallina con le
zanne, e mi è venuto in mente che
tuo cugino Simon affittava delle
mansardine arredate... Sono
carine, ben posizionate e consone
alle sue possibilità. Se mi dai l’okay
la metto in contatto con te.

Quanto al tuo elisir d’amore, ci


ripensavo ieri mentre mi
documentavo. Ti metteresti a
ridere se mi vedessi in
metropolitana con la testa china su
Tecnica della psicoanalisi di Freud,
circondata da viaggiatori che
leggono gialli o romanzi rosa.
Certo, non è un tipo di libro che
attrae, eppure, con mia grande
sorpresa, ha fatto sì che venissi
corteggiata da alcuni studenti dal
corpo esile e interminabile.
Ti saluto, le pratiche mi si
stanno accumulando sul tavolo.

Louise
Cara Louise,

ti ho mandato stamattina per


corriere il profumo e il libro. Da
entrambi emanava il tuo odore,
elegante, selvaggio, fruttato, in cui
si mischiano incenso tenebroso e
scorza di mandarino, presente al
punto che per un attimo ho avuto
la sensazione di impacchettarti e
consegnarti a un ripugnante
sconosciuto con le mani screpolate
e la faccia da avvinazzato.
Anche per la tua collega giurista
è tutto sistemato. Dovrà solo
suonare a casa mia e la
accompagnerò a uno dei
monolocali di rue Réaumur.
Scusa se sono stringato. Oggi un
paziente ha cercato di suicidarsi e
sono costretto a intervenire.
L’episodio mi scuote
profondamente. Per quanto
Frédéric Roux, un collega che ha
studiato il caso, mi garantisca che
non ho la minima responsabilità
dell’accaduto, mi turba parecchio
che uno dei miei malati si suicidi.
Buona giornata a te, che la stai
cominciando.
Io vorrei che qui stesse finendo.
Adam

P.S. Da una settimana Parigi


dorme sotto la pioggia. Gli
acquazzoni che rigenerano la
campagna intristiscono la città
avviluppandola in un velo sinistro.
Louise,

non mi avevi detto che la tua


collega appena sbarcata dal Nuovo
Mondo è uno splendore. Giovane,
ingenua e tuttavia maestosa. Un
corpo da dea. Due occhi color
nontiscordardimé. Se l’avessi
saputo le avrei offerto casa mia.
Che tipo di donna è questa Lily?

Adam
Ha avuto varie storie, ma
nessuna duratura.
Libera, senza progetti precisi,
felice di andare a zonzo per
l’Europa, ha l’illusione tipica delle
giovani di sentirsi adulta.

Louise
Credi che possa invitarla a cena?

Adam
Imprudente, non fare mai una
cosa del genere! Le canadesi non
capiscono la cortesia del Vecchio
Continente: penserebbe che vuoi
rimorchiarla.

Louise
E allora? Non si può?

Adam
Capisco...

Comunque, se la vuoi
affascinare, corteggiarla sarebbe
controproducente. Le canadesi, o
sono loro che prendono
l’iniziativa, o scappano.
Mi sembra di sentirti borbottare:
che razza di donne! In effetti sono
riflessi che si rifanno ai parametri
dell’educazione nordamericana:
femminismo e antimaschilismo.
Qui i maschi non hanno vita facile
come in Europa.
Louise

P.S. Tra l’altro, non credo che tu


sia il suo tipo. A quanto ne so le
piacciono gli sportivi, giocatori di
basket o di hockey, molto più
giovani di te. Insomma, della sua
età.
Cara Louise,

non ho capito se i tuoi consigli


puntano ad aiutarmi o a impedirmi
di conquistarla.
Comunque, senza sapere bene
perché, ti ubbidisco. Forse per il
piacere di ubbidirti?

Tuo Adam

P.S. Buone notizie: il mio suicida


si sta riprendendo. E ha smesso di
piovere.
Caro Adam,

sono due settimane che


rimugino sul tuo elisir.
Ci ho pensato, ho letto e
studiato, e ora sono pronta a
risponderti.
Ti fai delle illusioni
sull’infallibilità del metodo.
Scatenare l’amore con la cura
psicoanalitica era una cosa che
succedeva all’inizio, all’epoca di
pionieri come Freud, Ferenczi,
Jung, Jones. Pare addirittura che
Otto Rank abbia sfruttato spesso
quelle proiezioni per vivere senza
vergogna avventure con le sue
belle pazienti, tra cui Anaïs Nin...
Ora il transfert si è fatto più
raro.
Perché?
Perché la cura psicoanalitica
non è cambiata, ma l’epoca sì!
Alla fine dell’Ottocento e
durante il primo quarto del
Novecento le conversazioni non
vertevano mai sulla libido, sia
perché pudore e morale cristiana
lo vietavano, sia perché
mancavano le parole e i concetti.
Oggi il mondo gira in un altro
modo. Film, romanzi, giornali,
riviste, show televisivi,
trasmissioni radio, siti e blog su
Internet divulgano di continuo un
discorso sul sesso che non ha più
niente del tabù.
Credo anche che tu e Freud vi
sbagliate ritenendo che il
trasferimento dei sentimenti sulla
persona del medico appartenga al
processo analitico. Il transfert non
sgorga affatto da un meccanismo
interiore, viene dall’esterno. Nel
vecchio ordine privo di parole il
paziente fremeva talmente nel
raccontare voglie, frustrazioni e
fantasie allo sconosciuto in ascolto
che vedeva il terapeuta come un
oggetto di desiderio, mentre
adesso, in una società dove si parla
tranquillamente dei propri
desideri, lo psicoanalista si limita a
mandare avanti la cura. La
scomparsa del transfert sancisce la
lascivia dei nostri tempi.
I fondatori della psicoanalisi
avevano preso il posto dei preti
nell’antro caldo del confessionale.
Come loro, vi acquistavano un
ascendente carnale che dipendeva
soprattutto dall’ambiente
rigorista, dal culto del segreto e
dalla scarsità di termini attinenti
alla sfera sensuale.
Credo quindi che tu stia
sopravvalutando il potere erotico
della psicoanalisi.
O forse dovresti andare a
esercitare in luoghi dove vige un
regime moralista e totalitario.
Che ne dici della Corea del Nord?
Buone cose,

Louise
Louise,

mi vuoi provocare?
Prima di andare a ripopolare
Pyongyang ti proverò che ho
ragione.
La dimostrazione è cominciata
stamattina.
La tua collega Lily, la dea che
viene dal freddo, quella che porta
stivali alla coscia come se fossero
doposci senza accorgersi che i
parigini le sbavano dietro, ha
chiesto di intraprendere una
terapia con me.
Benché non abbia spazio per
nuovi pazienti, ho accettato.
In onore tuo.
Prima di tutto perché
impedendomi di sedurla hai reso
ammissibile che la prenda tra i miei
malati.
Secondo perché così, con buona
pace del tuo scetticismo, ti farò
vedere che possiedo l’elisir
d’amore.
Obiezioni, Vostro Onore?

Adam
Adam,

è molto brutto quello che fai.


Mi oppongo.

Louise

P.S. E se avvertissi Lily?


Mia povera Louise,

il fatto stesso che tu mi stia


minacciando di farlo indica che
non lo farai.

Adam
Adam,

non sono e non sarò mai la tua


“povera” Louise.
Sebbene Lily non faccia parte del
mio gruppo di amiche, il piano che
hai in mente mi fa indignare. Non
solo è caduta in una trappola, ma
le apparenze proclamano che sono
stata io a esporla al pericolo
mettendola nelle tue mani per
rimediarle un appartamento e poi
sul tuo divano per soddisfare la tua
libidinosa vanità.
Smetti subito il tuo indecente
raggiro o non ti rivolgerò più la
parola.

Louise

P.S. Com’è possibile che ti veda


così sgradevole, dopo che mi sei
tanto piaciuto? Mi chiedo se non ti
ho trovato attraente solo per colpa
di un’illusione. Illuminata dalla
delusione, rileggo la nostra unione
come la storia di una truffa.
Troppo tardi, Louise.

Non sono l’uomo virtuoso che


speri. Non c’è volontà che tenga. È
come chiedere a un melo di fare le
arance.

Adam
Adam,

bandiera bianca, mi arrendo!


Riconosco che hai ragione.
Fine della guerra.
Ammetto che possiedi la
versione moderna dell’elisir: la
psicoanalisi suscita nel paziente
una passione a colpo sicuro.
L’altro giorno ti avevo
contraddetto solo per il piacere di
corrispondere con te e fare un po’
l’avvocato del diavolo, ma in realtà
non credevo a una sola parola di
quello che scrivevo.
Buone cose,

Louise

P.S. Lascia perdere la


dimostrazione, hai vinto.
Cara Louise,

“il piacere di corrispondere” con


me. Finalmente una parola
carina... La prima da quando ci
siamo lasciati.
Sono contento che cerchi la mia
compagnia. Passare la vita a
rimpiangere un sentimento
perduto non amplia la nostra
capacità di amare e ci chiude a
nuove emozioni coltivando in noi
l’amarezza. Che stia germogliando
l’amicizia?
Quanto a Lily ti tranquillizzo:
dopo alcune sedute i miei riflessi
professionali hanno preso il
sopravvento. Da quando la tua
collega è diventata mia paziente
non elucubro più sul suo gusto
stravagante per i vestiti attillati
che ne sottolineano snellezza e
forme, faccio meno caso alla sua
carnagione dorata, ai delicati
capelli che le svolazzano sulla nuca
o all’inverosimile lunghezza delle
sue gambe. Ho messo come un
muro. Quando mi siedo a distanza
per ascoltarla il maschio sparisce e
rimane solo un austero
psicoanalista.
Il tuo amico,

Adam

P.S. Mi considero, ahimè,


incresciosamente moderato. Ogni
tanto mi piacerebbe ritrovare la
naturalezza, lasciare briglia sciolta
alla bestia dentro di me, tornare
alla tenerezza senza parole del
sesso per il sesso.
Caro Adam,

il sesso non ha morale, ragione


per cui gli uomini se ne
impongono una. Senza regole non
ci sarebbero coppie né famiglie né
società, tutto si guasterebbe nel
caos. È grazie ai divieti che siamo
usciti dalla giungla e arrivati in
città. Non ti rattristare per la tua
ponderazione, Adam, significa che
hai superato lo stato di primate.
Bella rivelazione, eh? Non mi
ringraziare.
Ciò detto, attenzione! Anche se
non sei più in balìa degli istinti
primari potresti comunque
rivelarti perverso, rischio in cui
incorrono le menti che
raggiungono un alto livello di
raffinatezza. Sotto le inibizioni che
ti infligge la coscienza continui a
consumarti di concupiscenza,
tanto più che Lily ti ha subito
ammaliato e hai pensato a lei per
dimostrarmi che possiedi il nuovo
elisir d’amore.
Non credi che sarebbe più
saggio affidarla a un tuo collega?
Frédéric Roux, per esempio, un
amico al quale potresti spiegare i
tuoi scrupoli e raccontare la nostra
stupida sfida. Ti autorizzo. Almeno
Lily sarà al sicuro.
Baci,

Louise

P.S. Su Montréal sta cadendo una


neve più fresca e luminosa di una
primavera, che dà alla città un’aria
civettuola e virginale.
P.P.S. Ho conosciuto Brice, un
uomo che mi piace. È libero,
elegante, sa parlare perché lavora
nell’editoria, è divorziato da due
anni e in cerca di una relazione
profonda, lunga e seria. Niente a
che vedere con gli studenti allupati
che mi abbordano durante gli
spostamenti in metropolitana,
eccitati dal contrasto tra le letture
da intellettuale e i tacchi a spillo da
parigina. Per il momento sto
tergiversando, anche per mettere
alla prova il suo desiderio, ma temo
che non rimarrò a lungo una
fortezza imprendibile. L’amore si
sta infiltrando in me.
Cara Louise,

le donne amano l’amore, gli


uomini lo fanno.
Le tue parole a proposito di
questo Brice mi hanno costernato.
Rileggendole ho avuto la misura
di quello che separa gli uomini
dalle donne e complica tanto i loro
rapporti. Quando parli del tuo
spasimante sfiorito batti la
grancassa e suoni la tromba
annunciando un impegno
sentimentale. Sogno o son desto? E
ti imponi persino una dilazione per
essere sicura che teniate l’uno
all’altra, come dire: scopo solo se
amo e sono amata.
Quante menzogne!
E se tra voi fosse solo un fatto di
desiderio? Tuo e suo. Perché devi
metterci di mezzo l’amore?

Adam

P.S. Ti sta chiaramente


abbindolando con la storia del
cercare una “relazione profonda,
lunga e seria”. Deve aver trovato
l’espressione nella posta dei cuori
infranti di qualche rivista.
Adam,

non è che sei geloso?


Mi piace la tua collera, mi fa
capire quanto mi sei attaccato.
A proposito, a che punto sei con
la mia collega Lily?

Louise
Louise,

detesto la gelosia e sarei furioso


se mi scoprissi geloso.

Adam
Adam,

si può essere padroni di ciò che


si pensa, ma mai di ciò che si sente.

Louise
Louise,

due elementi dei tuoi messaggi


precedenti mi hanno infastidito.

Tu interpreti la messa in guardia


contro Brice e te come
l’espressione velata della mia
gelosia.

È esattamente il contrario, ti
esorto ad andare a letto con lui
senza caricarti di ipocrisia. Il mio
fastidio è dovuto alla retorica
menzognera di cui imbrattate le
vostre frasi, tipo “rapporto
profondo, duraturo, serio”, questo
vestire un desiderio che non osa
presentarsi nudo.

La gelosia non è una


manifestazione d’amore, ma la
forma esasperata del senso di
proprietà. Da parte mia non ho mai
pensato che tu mi appartenessi, né
ieri né oggi.

Superficialmente vengono definite


amore alcune serie patologie,
come l’ossessione di accaparrarsi il
corpo e il pensiero dell’altro
annientandone la libertà.
Non ti darò notizie di Lily. Non
posso, sono vincolato dal segreto
professionale. Nel momento in cui
le sue confidenze varcano la soglia
del mio orecchio, penetrano in una
zona protetta alla quale nessuno
ha accesso.

Mi limiterò a dirti che la sua


personalità si sta rivelando più
interessante di quanto non
lasciasse supporre l’apparenza. In
quella morfologia sontuosa che
arditamente ostenta la propria
perfezione si cela una bambina
fragile che ha sempre il dubbio di
non essere apprezzata. Nemica di
se stessa, si sente continuamente
pronta a buttarsi nella spazzatura.
Niente trova grazia ai suoi occhi,
né la sua competenza (diversi titoli
di studio conseguiti all’università
McGill), né il suo talento per le
lingue (padroneggia perfettamente
francese, inglese, tedesco e
spagnolo), né il suo fisico (avrebbe
voluto essere piatta!), né l’azzurro
intenso dei suoi occhi, in cui lei
scorge solo il cloro di una piscina.
Parigi la destabilizza perché
manda in frantumi i suoi criteri
precedenti. Per esempio i suoi
punti di riferimento in fatto di
moda, che vengono dalle fiction
americane tipo Febbre d’amore o
Beautiful, saghe interminabili in cui
donne dal seno rifatto si disputano
uomini dai capelli impiantati.
Convinta di doversi truccare e
agghindare come una troia
californiana si sente del tutto fuori
posto in mezzo alle donne
parigine, che praticano una
raffinatezza meno oscenamente
provocatoria.
Sono sicuro che anche gli
uomini con cui ha avuto storie
corrispondono alle vuotezze di
Hollywood, dove ogni maschio,
dall’autista all’analista finanziario,
ostenta abbronzatura, spalle e
addominali da surfista.

L’altra sera, dato che avevo due


inviti per l’Opéra, ho portato Lily a
vedere Tristano e Isotta.
Ci credi? Pensavo di metterla a
confronto con un’opera difficile
(quattro ore di musica, Wagner e le
sue divine lentezze, libretto in
tedesco), invece per lei è stato una
specie di battesimo. Più l’orchestra
mormorava o tuonava dalla fossa
riversando su di noi la sua soave e
terrificante infinità oceanica, i suoi
silenzi, i suoi ritegni e le sue
violenze, più Lily vibrava,
lasciandosi andare a un’onda alla
quale non opponeva resistenze.
Non ascoltava soltanto con le
orecchie, le fremevano i peli, le
danzava il bacino, le si accelerava il
cuore. Rannicchiata su se stessa,
con le palpebre gonfie di lacrime,
ha cominciato ad avere i brividi già
dal preludio. Molto presto il suo
respiro si è accordato a quello di
Isotta: si amplificava, si
interrompeva, sincrono fino a
starci male, valoroso,
inaffondabile, lanciato
nell’espansione lirica che finiva
per fondersi con lo scatenamento
degli archi in una sorta di orgasmo
esaltato.
In dem wogenden Schwall,
In dem tönenden Schall,
In des Welt-Atems wehendem All,
Ertrinken,
Versinken,
Unbewußt,
Höchste Lust!

Nell’ondeggiante oceano
nell’armonia sonora,
del respiro del mondo
nell’alitante Tutto...
naufragare,
affondare...
inconsapevolmente...
suprema letizia!

Il tormento voluttuoso della


musica la straziava, imponendo la
sua magica liberazione e
portandola a dimenticare se stessa
tra i suoni, a cancellarsi
nell’armonia del mondo che
accosta il rantolo dell’agonia e
l’alito della vita. Sublime...
Quando il sipario è sceso sui due
innamorati abbracciati Lily non ha
avuto il riflesso di applaudire,
come se, errante, avesse smarrito
la pista del proprio corpo.
Aggrappata al mio braccio è
uscita stremata dall’esperienza,
con gli occhi lucidi, ebbra di
gratitudine per la persona che
l’aveva invitata a una cerimonia
esoterica dalla quale si immaginava
esclusa per nascita e per mancanza
di istruzione.
«Non sapevo che fosse possibile
una cosa del genere» è stato
l’unico suo commento, sussurrato.
Sono fierissimo di averla
convertita a Wagner. I sortilegi del
venerabile incantatore non sono
affogati nella formalina della
cultura ufficiale, agiscono ancora
su una giovane venuta da
Chicoutimi.
E tu? Approfittate tu e Brice
dell’energia musicale di Montréal?
Buone cose,
Adam
Io e Brice? Tutto bene. Abbiamo
un flirt.

Louise
Il flirt non è amore, è desiderio
d’amore. Ti sciogli in banalità
astratte, Louise. Torna sulla Terra.

Adam
Visto che ti permetti di farmi la
ramanzina, consentimi di sfottere
la tua serata con Lily.
Sei sicuro che uscire con la
paziente rientri nei compiti del
terapeuta? E soprattutto portarla
a sentire Tristano e Isotta, l’opera
romantica per eccellenza?
Ho l’impressione, caro Adam,
che il filtro non abbia agito
soltanto sulla scena, ma anche fra
il pubblico: il tuo bulbo rachideo ci
tiene a vincere la scommessa
soggiogando Lily!
Louise
Non ti permetto di darmi lezioni
di ortodossia psicoanalitica!
Qualunque cosa abbia potuto
blaterare qualche settimana fa, mi
è tornata la ragione e ti ripeto che
la sola idea di approfittare della
mia situazione professionale per
fare la corte a Lily mi disgusta.

Adam
Il disgusto è una forma di
ossessione: si preferisce pensarci
con un senso di malessere che non
pensarci affatto.

Louise
Poiché giustificarmi
equivarrebbe ad ammettere che
posso essere in torto, preferisco
tacere.
Ti avverto peraltro che questa
corrispondenza non avrà più senso
per me se continui puntualmente a
scrivermi commenti che mi fanno
venire i nervi.
A buon intenditor...
Ciao,

Adam
Adam,

scusa se ti ho offeso, non era mia


intenzione. Rileggendoti ho capito
il tuo punto di vista e faccio marcia
indietro.
Mea culpa. Mea maxima culpa.
In ogni caso sono ormai
talmente felice con Brice che
prenderò con estrema
benevolenza anche una tua
eventuale disapprovazione.
L’altro giorno ho reagito con
tanta ferocia perché mi avevi
accusato di rifuggire il mio
desiderio per Brice. Avevi ragione:
da quando abbiamo passato una
notte insieme l’idillio fila a
meraviglia.
E ti faccio una domanda: non
starai mascherando un’imperiosa
attrazione per Lily?
Perché nasconderla?
Che male c’è?
Personalmente, la cosa non mi
dà il minimo fastidio.
Ti prego, non stigmatizzare la
mia audacia. Come possiamo
aspirare all’amicizia se non mi
permetti di dirti la verità?
Buone cose anche a te,
Louise
Cara Louise,

le tue parole mi hanno fatto un


bene immenso! Senza la tua lettera
non sarei stato capace di
affrontare quello che mi sta
succedendo.
Ieri allo studio, durante la
seduta del giovedì, Lily si è
interrotta bruscamente nel bel
mezzo di un ricordo, si è alzata, si è
girata verso di me e diventando
rossa ha esclamato:
«Io l’amo».
Alzandomi a mia volta ho
gridato:
«Anch’io».
Lily è scoppiata a piangere e ci
siamo gettati l’uno nelle braccia
dell’altra. La sera stessa ci siamo
amati.
Poi non ci siamo più lasciati.
Grazie, Louise. Grazie per la tua
rude amicizia che mi ha chiarito le
cose.
Che esultanza! Tutto in me
vacilla... Avevo dimenticato come
la passione, la squisita, inebriante e
strampalata passione incantasse
l’universo. Verso le undici, sfiniti
ma rilassati, ci siamo trascinati
fuori dal letto per andare a cena
alla Brasserie Colbert, quel
ristorante con le lampade tonde, le
tovaglie di cotone pesante e i sedili
in pelle conciata affollato di
chiassosi teatranti venuti a cena
dopo lo spettacolo e percorso da
impeccabili camerieri sorti dal
secolo precedente con ostriche,
gamberetti e granchi che si
arenavano freschi nei nostri piatti
come se la cucina affacciasse su
una spiaggia con la bassa marea.
Poi ho fatto fare al taxi una serie di
deviazioni per attraversare le
strade della vita notturna,
illuminate, allegre, insolenti,
incuranti sia del lavoro che del
riposo. Appoggiata alla mia spalla,
Lily faceva le fusa dalla felicità,
convinta che non le stessi offrendo
semplicemente le mie braccia, ma
una città, un paese, un continente
favoloso.
Stamattina, uscendo a fare
colazione, ho avuto la sensazione
che la strada di casa mia ricevesse
l’alba per la prima volta. Era la
prima volta che il cielo aveva quel
bagliore mercuriano, che le alte
facciate color crema mi
sorridevano, che la fornaia mi
salutava con aria sbarazzina, che il
croissant aveva quel sapore di
burro dorato, che il caffè instillava
in me la sua potenza acre e
corroborante. Nel giro di poche
ore Parigi ha subito una
maturazione: è diventata una città
sfrontata, seducente, prodiga di
androni in cui abbracciarsi,
panchine su cui baciarsi, banchine
per portare a spasso le nostre
fantasticherie. Non c’erano più il
rumore, il traffico, lo stress, la
fatica, la folla: io e Lily
camminavamo in una sublime
scenografia silenziosa, romantica
come noi due.
Oggi ho detto ai miei pazienti
che ero indisposto. Domani
andremo in macchina a Trouville,
dove Lily scoprirà che la
Normandia è la spiaggia di Parigi.
Credo che l’amore sia stato
inventato per rendere poetica la
vita.
Stai bene.
Con il mio più fedele affetto,

Adam
Caro Adam,

a quanto pare il destino ha


voluto che ritrovassimo la felicità
nello stesso momento, tu con Lily,
io con Brice. Un altro grande
regalo è il fatto che queste coppie
appena nate non offuschino la
nostra passione precedente, ma
anzi evolvano sotto lo sguardo
benevolo dell’amicizia.
Non avrei mai immaginato che
la nostra storia finisse in maniera
così gioiosa.
Permettimi di rivolgerti un
augurio rudimentale: sii felice.
Tua,

Louise

P.S. Ho raccontato a Brice della


tua storia con Lily. Anche lui vi
manda i suoi migliori auguri.
Cara Louise,

avevo dimenticato a cosa


servono le notti.
Tornati da Trouville, in cui
abbiamo passato il tempo a fare
capriole, mettendo il naso fuori
dalla camera solo per mangiare
frutti di mare e bere il vento
dell’oceano, abbiamo ripreso la
vita lavorativa a Parigi.
Dormo poco. Non è di sonno che
ho bisogno, ma di Lily. Stringerla a
me, coccolarla, penetrarla,
chiacchierare dopo aver fatto
l’amore, ecco qual è il mio riposo. Il
resto mi è indifferente.
Ogni notte abbiamo la
sensazione di essere due Robinson
su un’isola deserta. Ci abbracciamo
consapevoli che un giorno una
nave apparirà sulla linea
dell’orizzonte e ci proporrà di
tornare nel mondo normale.
Speriamo che accada il più tardi
possibile!
E tu? Mi racconti un po’ di
Brice?

Adam
P.S. Lily usa il tuo stesso
profumo, il rarissimo Cuir de
Russie. Incredibile, no?
Caro Adam,

ci descrivi meglio di quanto


riuscirei a fare io.
Anche per me è un gioco
piacevolissimo. Sto sperimentando
con Brice la felicità degli inizi,
quando si scopre tutto del partner:
il corpo, l’odore, le carezze, la
conversazione, la sua faccia
quando si sveglia, i gusti, le
preoccupazioni, le goffaggini, i
ricordi, l’umorismo. Sto
cominciando un libro che
promette bene. Ogni elemento
sembra nuovo, anche le prime
abitudini.
Con lui trascorro momenti
gradevoli, ma non posso fare a
meno di paragonarli a quelli che
abbiamo vissuto io e te, così il
romanzo delinea se stesso con una
certa fragilità.
La storia fra me e te rimane la
più grande.
La bellezza del primo amore
viene dal fatto che non è ancora
minacciato dalla fine, crediamo che
il presente sia eterno, ignoriamo
che si inaridirà. In seguito, il
cadavere in decomposizione del
primo amore infetta i successivi.
Ciò nonostante...
I paragoni che faccio mio
malgrado non favoriscono affatto
Brice, che non riesce a
coinvolgermi quanto te... A meno
che non sia io a essere restia a
impegnarmi. Più che il reale tenore
di un’avventura riuscita, il nostro
rapporto ne ha l’apparenza.
Qualcosa rimane sbiadito, incolore.
Ma cosa?
Caro Adam,

ho l’audacia di comunicarti
questa mia reticenza solo perché le
nostre nuove vite ci proteggono
ormai l’una dall’altro. E tuttavia
insisto: perché la nostra unione
non è durata?
Tua,

Louise
Cara Louise,

il nostro legame ha smesso di


durare perché durava. Il tempo
non è alleato dell’amore, ma solo
dell’amicizia.
Quando si incontrano vecchie
coppie sposate i cui corpi sono
meno assetati di voluttà pensiamo
che l’abitudine abbia inaridito il
desiderio, ma temo che si tratti di
un prosciugamento più profondo:
l’affetto elimina l’ardore. Più il
legame cresce, più si stacca
dall’epidermide. Che insidioso
tradimento! Mentre l’attrazione
porta gli amanti a coccolarsi,
baciarsi e unirsi, l’affetto reciproco
esclude poco a poco il contatto.
L’amore arriva attraverso la carne,
poi la scarta.
Siamo esseri contraddittori, cara
Louise, perché siamo animati da
due forze divergenti.
L’amore coltiva la conoscenza, il
desiderio si nutre di ignoto.
Mentre l’amore rimane leale fino
all’ultimo sospiro, dita, mani,
bocca, pene e culo sono degli
avventurieri sempre sul chi vive,
pronti a lanciarsi verso nuove
destinazioni, attratti dal diverso,
dall’originale. Contrariamente al
sentimento, che cerca la
permanenza, le pulsioni che si
riproducono hanno fame di
cambiamento. A nessuno piace
mangiare lo stesso cibo per tutta la
vita.
La mia passione per Lily sparirà
come quella che ho provato per te.
La cosa non mi rallegra, ma
presumo che sia così. Peggio: ne
sono sicuro. Spero solo che non
succeda subito e che avvenga
simultaneamente. Un rapporto è
felice quando termina con una
distruzione sincronizzata.
C’è un solo vero dramma
crudele in amore, ed è quando uno
dei partner è in anticipo sull’altro,
che sia nel desiderio o nel declino
del desiderio.
Il tuo amico

Adam

P.S. Il mio suicida si sposa!


Caro Adam,

ho una domanda sulla punta


della lingua: vedi altre donne o
solamente Lily?

Louise
Soltanto Lily.

Adam
Una bella differenza rispetto ai
mesi precedenti!

Louise
Prima mi ingozzavo di donne
con una frequenza determinata
più dall’ostinazione che dalla
voglia. Probabilmente cercavo di
dimenticarti, cara. Se non te,
almeno il nostro fallimento.
Ritenermi altamente libidinoso mi
faceva comodo.
Non sempre è la virtù la cosa a
cui ci si costringe di più.

Adam
Caro Adam,

io e Brice siamo andati in


campagna. Ha una casa nelle
Laurentides, vicino al monte
Tremblant.
Non sai com’era esotico il
paesaggio! Immagina ore di strada
tra abeti giganteschi, pendii che
salgono inesorabilmente, strade
delimitate da muri di ghiaccio, un
cielo di un azzurro saturo così
luminoso che non si può guardare
senza sbattere le palpebre, e ogni
tanto la tregua offerta dai graziosi
chalet bruni, lindi, perfetti come
modellini. Durante il tragitto avevo
la sensazione che tornassimo
all’infanzia, Hänsel e Gretel che si
infilavano in un mondo di favola, la
lussureggiante foresta che rende
tutto minuscolo, le distese
abbaglianti in cui la neve, ogni
tanto polvere, ogni tanto ghiaccio,
ogni tanto yogurt, si diverte a
trasformarsi. Appena ci siamo
rifugiati nella casetta di tronchi
d’albero ho capito l’importanza di
un focolare, delizia che avevo
dimenticato a forza di vivere in un
paese dal clima mite. Riscoprendo
il confine tra il fuori e il dentro
apprezzo le pareti spesse,
assaporo l’intimità che procurano i
tessuti (plaid di cachemire, scialli
d’angora, coperte imbottite) e mi
precipito verso il fuoco del
caminetto come una bambina
corre incontro al papà che la
protegge.
Se ci avessi visti ieri sera di
sicuro ci avresti presi in giro: io e
Brice eravamo il signor e la signora
Cro-Magnon, due umani nudi
avviluppati nelle pellicce davanti
alla televisione a commentare una
partita di hockey. Chi avrebbe mai
immaginato che avrei palpitato
per degli energumeni armati di
bastone che si disputano un disco
di gomma? Piroette della felicità...
Eravamo ridicoli, lo ammetto,
eppure appagati.
E tu? Siete stati ancora in
Normandia o non vi muovete da
Parigi?
Sono contenta che tu condivida
bei momenti con Lily, ma una
domanda mi tormenta: non ti
imbarazza l’aver scatenato in
maniera studiata la sua passione?
Ricordati che mi avevi
annunciato convinto di poter
provocare l’amore, e dato che io
sbuffavo incredulità avevi deciso di
dimostrarmelo con Lily.
Ora ci sei riuscito. Bravo. Ma hai
dimenticato il processo? L’elisir è
scomparso dalla tua memoria?
Al tuo posto sarei un po’
preoccupato. Quale elemento del
suo affetto è suscitato dalla
formula? E quale dalla tua
persona?
La cotta di Lily si rivela più
meccanica che radicata. Se, come
sostengono gli psicoanalisti,
durante una cura si manifesta
sempre il transfert affettivo, Lily ti
ama perché sei il suo terapeuta,
non perché sei tu. Avrebbe fatto la
stessa cosa con chiunque altro
l’avesse avuta in cura. In un certo
senso ha per te un amore
impersonale.
Probabilmente sto sbagliando...
Siccome immagino che tu abbia già
una risposta molto elaborata, ti
prego di chiarirmi le idee.
Con amicizia,

Louise
Mia cara Louise, tu confondi la
nascita dell’amore con il suo
sviluppo.
Certo, ho suscitato ad arte la
passione di Lily ma, ora che esiste,
questa passione si precisa, diventa
concreta, reale, singolare, si nutre
di me, di quello che condividiamo,
di quello che costruiamo. L’elisir
ha messo il fiammifero, poi le
fiamme hanno vissuto di vita
propria. L’incendio è nostro.
Per capire il concetto, considera
la malattia psicosomatica: è
provocata dalla mente, ma che sia
raffreddore, indigestione, eczema
o cancro si sviluppa
nell’organismo in maniera
autonoma, con i suoi ritmi, non
più legata agli arrovellamenti che
l’hanno scatenata. Anche se il
soggetto capisce l’origine psichica
del suo problema, il disastro
persiste. Per quanto il malato lo
rimpianga, il male andrà avanti per
la sua strada.
Sebbene l’infatuazione di Lily sia
stata innescata da me, ormai
respira da sola, intensa e robusta,
tanto più personale in quanto ho
lasciato il ruolo di medico per
mantenere solo quello di
innamorato.
Buone cose,

Adam
Ho capito: hai lanciato il sasso e
quello rotola da solo.
Ma cosa succederebbe se Lily
venisse a sapere ciò che hai fatto?

Louise
Non lo sa nessuno, a parte te.

Adam

P.S. E comunque poco male... Se


Lily scoprisse il sotterfugio, la cosa
non la disturberebbe affatto.
Troppo tardi. Anzi, approfitterei
dell’indiscrezione per evolvere in
sincerità, confessarle che l’ho
desiderata fin da subito, dirle che
l’ho accettata come paziente con
l’unico obiettivo di amarla.
Adam,

le tue formulazioni mi suonano


strane...
Manipoli Lily, ma sottintendi
che il destino ha manipolato te.
Come se ci fosse una forza oscura,
impellente, che ti ha portato a
invaghirti di lei...

Louise

P.S. Abbiamo la libertà di amare?


Possiamo respingere l’amore,
rifiutare di farci trascinare dalla
sua corrente impetuosa.
Temo che la nostra libertà sia
tale solo in senso negativo, un veto
esasperato, una rinuncia
spaventata a ciò che è più grande
di noi. L’unica facoltà in nostro
potere è mancare agli
appuntamenti che ci dà la felicità.

Adam
Caro Adam,

a questo punto la domanda è:


siamo liberi di amare il tale o il
talaltro?
Scegliamo?
Veniamo scelti?
Quando ti ho conosciuto ho
avuto un colpo di fulmine. «È lui!»
hanno gridato i miei sensi e la mia
mente.
In questi ultimi mesi ho deciso
che sensi e mente mi avevano dato
un giudizio parziale, visto che
cinque anni dopo ci siamo lasciati.
Oggi mi chiedo se davvero
avessero sbagliato così tanto...
Sciupiamo l’amore volendo
renderlo eterno. Meglio coglierlo
quando esiste, è già un regalo
sufficiente.
La felicità indossa solo gli stivali
del provvisorio. Chi è che ha
dichiarato il contrario?
Nella vita umana tutto è sempre
effimero.
Tua,

Louise

P.S. La nostra corrispondenza è


stupefacente: non parliamo
d’amore, parliamo dell’amore.
Cara Louise,

che coincidenza! Hai citato il


colpo di fulmine. È uno di quegli
eventi che mi ossessionano e che
da lungo tempo cerco di capire, sia
riguardo ai miei pazienti che
riguardo a me stesso.
Come avviene la folgorazione?
Arriva da fuori? È una
rivoluzione interna?
O il fulmine proviene dal mondo,
o esce da noi stessi, da quella zona
indistinta e intima nella quale
desideriamo.
Mi verrebbe da dire che si tratta
di una doppia azione: il fuoco che
sgorga dal corpo desiderato e il
fuoco che sprizza dal corpo che
desidera.
Quando ti ho conosciuta avevo
in me un autentico bisogno
d’amore. Con il tuo magnetismo sei
stata contemporaneamente causa
e rivelazione di quell’amore.
Probabilmente ti ho incontrata nel
momento giusto...
Dopo la separazione ho
verosimilmente riprovato lo stesso
bisogno sotto forma di dolore, ed è
spuntata Lily...
L’occasione crea l’innamorato. E
l’amore crea l’occasione.
Buone cose,

Adam

P.S. Il suicida vuole invitarmi alle


sue nozze, Lily mi spinge ad
accettare perché è curiosa di
assistere a un matrimonio
francese, ma per il momento tengo
a freno il suo zelo da etnologa.
Temo che il mio assenso
incoraggerebbe in seguito il
paziente a promuovermi padrino
dei figli, poi testimone della loro
prima comunione e chissà
cos’altro. Sento pericolosamente
puzza di confetti...
A proposito di confetti, hai mai
pensato a sposarti?

Louise
Chi mai entrerebbe in prigione
di sua spontanea volontà?
Non sono un partigiano della
schiavitù volontaria. I voti che i
fidanzati pronunciano davanti al
sindaco e alle famiglie mi
sembrano utopici, obsoleti, falsi,
scioccanti. Nessuno mi farà mai
giurare una fedeltà che non sarei
in grado di osservare, tanto è nella
natura dell’uomo cogliere qua e là
ciò che gli dà piacere. Ho troppo
rispetto della mia parola per
impegnarla con queste ingenuità.
Tuttavia se penso a quanto
l’amata canadese si è divertita ieri
al matrimonio del mio paziente,
quanto ha assaporato ogni istante
della festa, mi dico che se Lily lo
desiderasse sarei capace di
trasgredire ai miei princìpi per
regalarle questa gioia.

Adam

P.S. Vedi quanto sono


innamorato, cara?
Louise,

rispondimi subito!
Lily mi ha detto che il suo
principale l’ha trasferita in
Australia. È vero?
Visto che fate parte dello stesso
studio dovresti riuscire a saperlo.
O Lily si sta gentilmente
divertendo a torturarmi?
Ho bisogno dell’informazione
adesso, sono sull’orlo di una crisi.

Adam
Caro Adam,

ho appena visto il direttore: mi


ha confermato l’assegnazione di
Lily alla nostra succursale di
Sidney.

Louise
Sono distrutto.

Adam
Combatti!

Louise
Non mi stacco da Lily.
Faccio l’amore con lei e le parlo
d’amore. Eccomi condannato a
esplicitare ciò che prima
esprimevano le mie carezze, i miei
baci, i miei sguardi. Ho appeso al
chiodo l’armatura da uomo
distaccato, scherzoso, più ironico
che espansivo, e sto diventando un
bravo cagnolino devoto e
premuroso. Mi costa, ma sono ben
deciso ad andare avanti con i miei
sentimenti, nudo e fallibile.
È fuori discussione che Lily se ne
vada!
La nostra storia è partita a
duecento all’ora: non solo deve
portarci lontano, ma non credo
che sia possibile frenare a una tale
velocità.

Adam
Caro Adam,

scusami se ti do un dolore, ma in
nome della nostra amicizia devo
comunicarti un particolare di cui
sono appena venuta a conoscenza:
Lily sapeva che sarebbe andata a
Sidney anche prima di atterrare a
Parigi. In realtà la direzione ha
sempre considerato il suo
soggiorno in Francia come un
trampolino per l’Australia.
Io ne ero all’oscuro. Lei non te
ne ha mai parlato?
Louise
Ciò che mi dici, insieme a quello
che ho capito in questi giorni, mi
dà una visione diversa di Lily.
Si comporta come un uomo.
Intendo dire un uomo delle nostre
parti, un europeo! Ambiziosa e
sorniona, mi ha nascosto il suo
progetto di carriera. Un blocco di
insensibilità. Una fortezza di
mutismo.
Che ironia! Quando si stendeva
sul divano dello studio raccontava
la sua infanzia, i suoi amori, le sue
fantasticherie, le sue delusioni e i
suoi impulsi dandomi
l’impressione di consegnarmi la
sua intimità, invece teneva per sé
l’essenziale. Mi apriva i campi della
sua vita privata, ma si guardava
bene dal parlarmi dell’unico che le
interessava veramente: il suo
obiettivo professionale. Neanche
quando siamo diventati amanti mi
ha detto qualcosa di più.
Mai avrei potuto immaginare
che il successo, la carriera e i soldi
contassero più di tutto per lei. Qui
non abbiamo questo genere di
donne. Le francesi che fondano il
loro destino sul lavoro o lo fanno
con ostentazione o per
compensare un aspetto fisico
ingrato. Insomma, te ne accorgi
subito. Mentre Lily era così carina,
così poco aggressiva, così candida
che non sono riuscito a cogliere le
sue vere mire.
È da una settimana che la
supplico di ripensarci. Parigi è una
città dinamica in cui potrebbe
accedere a posizioni di rilievo,
tanto più che in aereo o in treno
siamo a un passo da Londra e
Berlino. Non immagini la quantità
di argomenti che ho tirato fuori, i
documenti che ho raccolto, le
telefonate che ho fatto e i contatti
che ho attivato. Ho messo la mia
rete di conoscenze e la mia
intelligenza ai suoi piedi.
Ahimè. Più insisto e più mi
guarda male. «Non vorrai mica
raccomandarmi, vero?» si è
indignata. Più le urlo la mia
passione, più lei si fa fredda, il suo
sguardo si indurisce, il suo corpo si
ritrae. Nelle mie lacrime e
preghiere non vede alcuna
devozione, solo la rabbia di un
maschilista che cerca di
dimostrarle il proprio potere
togliendole la libertà.
Non sono riuscito a scuoterla.
Anzi, mi sono guadagnato il suo
disprezzo. Non solo è tornata a
vivere nel monolocale, ma non ci
tocchiamo più. Rifiuta che la passi
a prendere per andare a pranzo o
che la aspetti fuori dal suo studio.
Ieri ha persino minacciato di
querelarmi sostenendo che il mio
zelo febbrile sia una forma di
stalking.
Sono disperato. Sebbene
l’episodio mi costringa a giudicarla
diversa dalla persona che avevo
immaginato, non ho smesso di
essere innamorato di lei. Ogni ora
di lontananza mi lacera le budella.
Non dormo più. Fatico a
concentrarmi sui pazienti. Sono
insofferente a tutto. Sto male.
Adam
Louise,

stamattina Lily è scomparsa.


Mi ha preso in giro fino
all’ultimo. Credevo che avesse
l’aereo domenica prossima e
puntavo su questa settimana per
produrre un miracolo, invece mi
aveva comunicato una data di
partenza fasulla.
Forse non le andava di dirmi
addio...
Come si può essere così
inflessibili? Si cambia? Mi ha mai
amato?
Sono arrivato a mettere in
dubbio la realtà di ciò che abbiamo
vissuto.
Anzi no, il dolore che provo mi
fa capire che era tutto vero.
Oh, Louise, mi sto
impantanando...

Adam
Caro Adam,

mentre continuo la mia vita,


normale in superficie dato che
lavoro sodo, e raggiante in
apparenza visto che sto sempre
con Brice, una parte di me è a
Parigi e batte la testa contro il
muro, ruggisce, piange, si
arrabbia. È la parte legata a te,
Adam, quella che non ti ha mai
lasciato, l’anima gemella del mio
fratello gemello.
Ti compatisco. Lily ti ha
assestato un brutto colpo
nascondendoti le sue vere
intenzioni e scappando senza
curarsi del dolore che ti ha inflitto.
Come ha potuto infilzare le sue
crudeli banderillas su un uomo così
affascinante? Si vede subito che sei
un buono, anche se ti atteggi a
caustico. I tuoi tentativi di
apparire burbero e cinico
inteneriscono da quanto si
rivelano maldestri. Pungenti sono
solo le tue osservazioni (spesso) e
la tua barba (qualche volta). In
realtà hai guance morbide e
carattere affabile.
A sentire i miei colleghi Lily
gode fama di predatrice. Si serve
degli uomini e poi li butta via. Dà
retta solo al proprio interesse, una
caratteristica né rara né
stupefacente, ma che fa sparire
l’aspetto candido del suo fisico, un
po’ stupido a forza di essere
perfetto.
Riprenditi, Adam. Ritrova la
lucidità. E soprattutto ricorda: era
un gioco. L’avventura con Lily l’hai
voluta, non l’hai subita, visto che
hai fatto ricorso al tuo elisir per
scommessa. Dato che hai deciso tu
la nascita di quest’amore,
decretane la morte. Hai ancora il
potere di farlo.
La tua amica

Louise
Cara Louise,

quando mi prendo la testa fra le


mani la sento più pesante di una
montagna.
Impotente...
Non so disfare ciò che ho saputo
fare. Credevo di essere padrone
della mia passione, ma ne sono
diventato schiavo.
Il sasso rotola e prosegue il suo
cammino.
Chi l’ha lanciato? Se sono stato
io a provocare volontariamente
l’attaccamento di Lily, chi ha
provocato il mio?
Chissà. Importa poco. Il
maledetto amore c’è. Non riesco a
liberarmene. Così fu preso chi
credeva di prendere.
In camera mia, in quest’ora
priva di luce, guardo fuori i muri
grigiastri e le ardesie sconnesse su
cui luridi piccioni saltellano da un
comignolo malandato a
un’antenna storta. Parigi mi
disgusta. Che città pretenziosa! Si
crede bella, questa sguattera
arrogante che si dà arie da
principessa, invece puzza,
marcisce, sprofonda. E io,
vanitoso, che ci tengo a
considerarmi parigino come se
fosse un titolo nobiliare, come se
un tale cumulo di brutture mi
elevasse al disopra dei comuni
mortali. Chimera...
Il mio appartamento mi
ripugna. Tutto è triste, ordinato,
privo di brillantezza come di
asperità. Vi regna il piattume. Mi
sembra grande solo perché costa
caro. Oh, è spazioso sì, venticinque
anni di mutuo!
Eccomi ripiombato sulla Terra.
Fa male al culo. Parigi è brutta e la
felicità impraticabile.
Le illusioni si dissolvono. Le cose
mi arrivano nude, senza un
mistero prestato, senza supposti
spessori, senza che possa vestirle
dei miei desideri. Solo
l’immaginazione rendeva
sopportabili i miei giorni. L’amore
è la dimostrazione che percepiamo
la realtà unicamente attraverso il
filtro delle nostre fantasie. Peggio,
è la prova che la realtà non è poi
gran cosa.
L’obiettività finirà per
spingermi ad aprire la finestra e
buttarmi di sotto.
Il vuoto del nulla sarà sempre
meglio di questo vuoto insipido e
ovattato in cui mi aggiro annoiato.
Come avrai capito, Louise, vivo
per inerzia. Anche se non sono
morto ho raggiunto la mia ombra.
Non posso neanche rifugiarmi nel
lavoro, perché ogni paziente mi
riporta al malessere fondamentale,
ai problemi che sento... Più malato
che medico, per paura del contagio
ieri ho passato i miei clienti a
Frédéric Roux. Ho chiuso i
battenti! Giù il sipario! Guarire le
persone... Ma guarirle di che? Oggi
come oggi al mio suicida porgerei
una pistola carica fin dalla prima
seduta. Comunque si è sposato, il
che rappresenta una forma lenta di
autodistruzione.
A questo punto di lugubre
lungimiranza mi è facile spiegare la
vita ma mi è impossibile difenderla.
L’esistenza? Uno smarrimento
provvisorio.
La soluzione? La morte.
Solo che non ne ho il fegato...
Sono ancora più vigliacco che
depresso! Appena viene al mondo,
un neonato è già abbastanza
grande per soffrire. Bisognerebbe
farsi saltare le cervella nel reparto
maternità. Il disagio della
condizione umana non dipende
dall’assenza di lucidità, ma dalla
mancanza di coraggio.
Mi fermo qui, smetto di
dilungarmi sull’odio che sento, il
mio sconforto non vale la tua
pietà. Certi stati sono umilianti sia
a raccontarli che a viverli.
Eppure scriverti, tracciare il tuo
nome, combinare queste frasi
rivolte a te mi ha procurato una
specie di soddisfazione. Sì, Louise,
al cuore della nebbia in cui mi
dibatto sorge talvolta una
luminosità debole e remota che
quasi mi persuade a non disperare:
tu.
Peccato che tu viva così lontano.
E che tristezza che tu sia felice con
Brice, sennò...
Adam

P.S. Insomma, diffidenza,


diffidenza, diffidenza... Forse dico
così perché so che è irrealizzabile.
Tutto si confonde.
P.P.S. Vaffanculo a Brice!
Caro Adam,

non c’è alcun ostacolo tra te e


me.
L’oceano si supera con un aereo.
Brice non esiste.
Ti aspetto.

Louise
Scusa?

Adam
Ti ho mentito.
Da quando mi sono trasferita a
Montréal, nonostante la rabbia,
malgrado la fiducia annientata e il
desiderio di piacere, non ho
frequentato nessuno.
Un giorno ho inventato Brice
perché mi ero scocciata di sentirti
parlare delle tue conquiste
femminili.
Le confidenze hanno una sola
ragione d’essere, semplificare la
vita di chi le fa. Creando uno
spasimante fittizio mi proteggevo
e ti lasciavo campo libero. Cercavo
anche di detronizzarti, sostituirti,
dimenticarti, sia pure con
l’immaginazione.
Non ci sono riuscita.
Ti aspetto.

Louise
Cara Lily,

la tua lettera mi ha sorpreso e


fatto arrossire. Ancora più
stupefacente è che mi giunga sei
mesi dopo il tuo arrivo in
Australia.
Grazie per la riconoscenza che
mi testimoni.
Tuttavia esageri la mia influenza
quando affermi di dovere a me la
tua promozione a Sidney. Certo,
mi sono battuta con la direzione
per liberarti il terreno, anche
perché il tuo rivale, Joss Gardon,
riteneva che la nomina fosse già
sua, ma non ho certo il merito delle
sue gaffe in occasione dell’affare
Primerose, né del modo eccellente
in cui tu hai da sempre condotto le
tue trattative. Di sicuro la
direzione non si è limitata a
seguire i miei consigli, ma ha agito
in maniera razionale e scelto la
candidata migliore. Comunque
apprezzo il fatto che tu percepisca
il mio modesto ruolo nel tuo
avanzamento in seno al nostro
studio internazionale. È molto
generoso da parte tua.
Mi dici che ti trovi benissimo a
Sidney. Da parte mia ti rispondo
che Montréal mi incanta. Conto di
rimanerci. D’ora in poi Parigi sarà
solo un luogo di brevi vacanze.
Dopo gli ampi viali del Québec, in
cui cielo e vento si riversano
liberamente, la vetusta Lutezia
rischia di apparirmi soffocante. In
contrasto con la bonarietà e la
schiettezza che qui regolano i
rapporti tra le persone, le
artificiosità di Saint-Germain-des-
Prés, in cui vanità e potere hanno
più peso della concretezza,
esaurirebbero i miei nervi appena
rigenerati. Quando racconto la mia
vita di prima ho la sensazione che
qui mi sto godendo una specie di
convalescenza.
Approfitto di questa lettera per
ringraziarti dell’onesto colloquio
che hai avuto con me mentre stavi
a Parigi, quando mi hai chiesto se
potevi uscire con Adam, il mio ex
compagno. Anche se la nostra
storia era finita e sentivo di non
avere più alcun diritto su di lui, ho
apprezzato la tua delicatezza.
Dopo la mia “autorizzazione”
non ho mai saputo cosa sia
successo, né da te né da lui.
Evidentemente niente, visto che tu
hai continuato il tuo percorso e lui
è tornato da me.
Eh già, quattro mesi fa Adam è
sceso dall’aereo annunciandomi
che moriva dalla voglia di
sposarmi. Pensa, ha lasciato i suoi
pazienti e deciso che d’ora in poi
eserciterà a Montréal. Solo per me!
«La tua carriera conta più della
mia» ha giurato, «e pazienza se
guadagnerò meno». Mai le mie
orecchie si sarebbero autorizzate a
credere che un giorno avrebbero
sentito un francese definire il
successo professionale della
moglie più importante del suo.
Sono commossa, tanto più che
Adam mi sembra sfinito. Che gli è
successo? O cosa non gli è
successo? Non ne ho idea.
Evidentemente ha attraversato, o
forse attraversa ancora, una crisi
depressiva. Non sprigiona più il
brio e l’allegria che gli conoscevo.
Non mi importa... Ritrovarsi non
equivale a essere felici, ma a
smettere di essere infelici. È come
una cura, un po’ lenta, muta, quasi
tetra, ma preferisco quest’uggia
alla mia sofferenza precedente.
A vent’anni una veggente mi ha
detto: «Quando smetterai di
cercare la felicità verrai esaudita».
Sono entrata in questa fase. So per
esperienza che la vita non è fatta
solo di slanci, entusiasmi e fuoco,
ma anche di compromessi, oblio e
tenacia.
La mia giovinezza è morta a
Parigi quando io e Adam ci siamo
separati.
Da quando lui mi ha raggiunto a
Montréal è cominciata la maturità.
Tra noi non circolano più la
passione, la collera e l’odio che ci
elettrizzavano, ma fioriscono la
fiducia, l’abbandono, la clemenza.
Una volta ci affrontavamo, ora ci
adottiamo. Ogni tanto, quando mi
arriva l’ondata di pessimismo,
sospiro e mi dico che sto offrendo
ad Adam l’oasi di una dolce
sconfitta. Il più delle volte,
tuttavia, respiro a pieni polmoni
con la certezza di essergli cara.
Immagino che sorriderai
leggendo questa mia, Lily, perché
io e te siamo agli antipodi, e non
solo in senso geografico, anche
sentimentalmente. Ai tuoi occhi il
successo consiste nel conquistare,
ai miei nel conservare. Una bella
differenza!
Chi ha torto? Chi ha ragione?
Nessuna delle due.
L’amore sfugge alla logica, non
appartiene né ai ragionamenti, né
alle prove, né alla verità: rientra
nel campo delle scelte personali.
Nel Gran Secolo il filosofo Pascal,
constatando che era impossibile
dimostrare l’esistenza di Dio,
proponeva di scommettere su di
Lui. Tra milioni di incertezze,
sosteneva che c’era più da
guadagnare credendo in Dio e
rispettandolo che non credendoci.
Penso che la stessa cosa succeda
con l’amore. Scommettiamo su di
lui. Facciamolo esistere. Che
rimanga la mia sfida. L’amore mi
interessa più della seduzione e del
godimento, addirittura più della
felicità.
Ti auguro il miglior successo
nella tua nuova vita australiana e
allego alla mia lettera un flacone di
Cuir de Russie, il profumo che avevi
cominciato a usare quando te l’ho
regalato, subito prima che partissi
per Parigi. Ti piace ancora?

Louise

P.S. Un anno fa, quando sono


arrivata a Montréal disperata per
la separazione, una sera ho
sognato che esisteva un elisir
capace di far tornare l’essere
amato. Per quanto strano possa
sembrare, forse non mi sono
limitata a desiderarlo, l’ho trovato.
NOTA SULL’AUTORE

Eric-Emmanuel
Schmitt è nato a
Sainte-Foy-lès-Lyon
nel 1960. Come
autore teatrale ha
scritto numerose
opere
rappresentate in
tutto il mondo. I
suoi romanzi sono
tradotti in molte
lingue. Le Edizioni
E/O hanno
pubblicato Monsieur
Ibrahim e i fiori del
Corano e Odette
Toulemonde, da cui
sono stati tratti dei
film, Piccoli crimini
coniugali, Milarepa,
La parte dell’altro, La
mia storia con
Mozart, Quando ero
un’opera d’arte, La
rivale. Un racconto su
Maria Callas, La
sognatrice di Ostenda,
Il visitatore, Il
lottatore di sumo che
non diventava grosso,
Ulisse da Baghdad,
Concerto in memoria
di un angelo, La
scuola degli egoisti,
Quando penso che
Beethoven è morto
mentre tanti cretini
ancora vivono..., La
donna allo specchio, I
dieci figli che la
signora Ming non ha
mai avuto, L’amore
invisibile e La giostra
del piacere.

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