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º to3 i yré, A/ / º 4. ( º
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t v IT E D E L L o
IN VITTISSIMO
, MARTIRE SANTO
R O M O LO PRIMO
. V E S C OV O D I
F I E S O L E,
I N R I O R E N Z A
Nella Stamperia di Bartolomeo Sermartelli,
M D L X X VI I I.
l
SERENISSIMO
l SIGNOR D o N
FRANC E sco
M E D I CI, e
Gran Dve. D I re e ,
Signor mi ſgºlariſmo.
Fl E BEN E L'H VMA
no ingegno ha natural
mente valore (Giuſtiſsi
mo & Clementiſsimo
| Gran Duca) di venire
| per via di ragioni, e di
| ſcorſi in qualche co
gnizione delle coſe di
uine, il cui appetito ha di principio il lar
ghiſsimo donatore di tutti i beni inſerto nelle
menti noſtre: nondimeno tanto è largo il cam
po loro e ſi immenſo l'Oceano che quando
in quello ſi è camminato grande ſpazio, molto
piu ne ſoprauanza à fare, e prima nel corſo
s'anniega che ſi tocchi il deſiato porto con tal'
naue, e quel tanto ancora di che puo eſſer ca
pace per queſta via di humana dottrina, è ac
i a 2 COIIl
º
-
4 - i
compagnato da ſi fatte difficultà e da coſiva
ri impedimenti, che è picciol numero ſarebbe
conceduto il diuenire pure in minima porzio
ne e rata partecipe di tal notizia, ancora in
lunghiſsimo ſpazio di tempo, perche mai non
ſi condurrebbero a quel ſommo grado di hu
mana ſcienza, che câſiſte nel conoſcere Iddio,
coloro che dalla rozza e groſſa indiſpoſizione
ſono ſommerſi nelle denſiſsime tenebre del
figliuolo d'HerodeSofiſta, il quale per la du
rezza del ceruello non potette mai imparare
l'Alfabeto, ſe bene il padre creò con lui, venti
quattro fanciulli ponendoli il nome delle ven
tiquattro lettere, acciò nel praticare con eſsi
che erano della medeſima età lo veniſſe adim
parare La qual' groſſezza d'ingegno, hauer'
non ſolo occupati i particolari: ma anco tal'
horale prouincie intere: fanno fede i Traci, i
quali ſi dicono eſſere gia ſtati coſì ſtupidi, che
non ſapeuano annouerare oltre a tre o quattro:
Malageuole ſarebbe anco tal'impreſa a chi dal
l'occupazioni & cure famigliari diſtratto man
caſſe il tempo da ſpendere nelle ſottilità & ſpe
culazioni filoſofiche, non potendo eſsi nella
maniera che Demoſtene Oratore chiariſsimo
conſumare piu olio che vino nell'inueſtigare la
verità. Come puo ſperare alcun profitto in
queſta parte chi da ſcarſezza di facultà i mpedi,
a tO C
to è aſtretto colle propie braccia e ſudore pro
cacciarſi il vitto, e conſeguentemente rinun
ziare alle ſpeculazioni, eſſendo piu che vn'
oracolo vero il detto d'Ariſtotile, prima con
uienſi arricchire & poi filoſofare. Ne piccio
lo finalmente è il numero di quelli che con tut
to il lodare che fanno dell'inueſtigazione del
bene e del vero, da pigrizia, nondimeno di
ſtolti e da fatica sbigottiti ritirano il piede
dal ſeguitarla Eccellenti imitatori d'Ariſtogi
tone Sicofanta, il quale quantunque in bocca
non haueſſe altro mai che armi e guerre, all'oc
caſione poi ſi finſe infermo: conſiderando que
ſti tali che fa meſtiero ſudare e agghiacciare
molti anni in tale inueſtigazione e ſtudio, ſi
per la profondita del vero, ſi perche il tempo
della giouentu agitata da varie paſsioni è a ciò
poco atto: e ſi perche ſi ricerca ſapere innan
zi quaſi tutte le parti della filoſofia, la conſi
derazione della quale per lo piu è ordinata alla
cognizione di Dio, 8 però la Metafiſica che
tratta delle coſe diuine ſi impara nell'ultimo
luogo. Saluteuolmente per tanto ha la beni
gnità diuina prouueduto che tutti gli huomi
; ni in qualunque tempo e per ogni luogho ne
poſsino hauer piena ſcienza col mezzo della
fede, per vdito del verbo di Dio, anchora di
quella parte che per via naturale puo inueſti
gare
-
E.
gare la ragione, tale che l'Euangeliſta concor
dando col Profeta, teſtificaua, Tutti eſſer ha
bili adimprendere Iddio. Onde non ha piu'
luogo la procraſtinazione di Simonide Filoſo
fo dottiſsimo, che interrogato dal Gran Prin
cipe Hierone, che coſa foſſe Iddio: poi che piu
volte hebbe raddoppiato il tempo che preſo
haueua à riſpondere, fu aſtretto finalmente à
conchiudere che quanto piu conſideraua la co
ſa, tanto piu gli ſi rendeua oſcura: nè l'impoſ
ſibilità del famoſiſsimo Platone al quale ba
ſtaua piu l'animo dire che coſa né foſſe Iddio,
che quello che ſi foſſe; Anzi per contrario ven
gono partecipi della cognizione diuina ſenza
errori & ſenza dubitazioni le perſone tutte per
ſemplici &idiote che ſiano, non ſi potendo câ
ragione comparare in alcuna parte, quello che
con ingegno &agutezza hanno naturalmente
ritrouato i filoſofi, a quel che diuinamente ci
riuela quella confermatiſsima ſapienza che né
può nè ingannarſi nè errare, mercè delle viue
trombe dello Spirito Santo col viuifico ſuono
loro riſonate in ogni paeſe a baſtanza: Ma
intrale regioni precipuamente dalla ſoprahu
mana liberalità aggrandite, e ſommamente
priuilegiate di coſì nobile dono,dee meriteuol
mente eſſer annouerata l'antichiſsima città di
Fieſole, la quale ſe bene hoggi inſino da fonda
- -
Iſl6. Il
menti diſtrutta giace, 8 di fama moderna non
corriſpondente alli antichi ornamenti ſuoi; Fu
però già di non mediocre potenza & grandez
za, anzi nobile & fiorita molto, per le coſe tem
porali, 8 agran ragione anco ſi puo gloriare
di eſſer ſtata retta da molti ſantiſsimi Paſtori,
i quali dirittamente camminando ci ſi ſon fat
ti ſcorta e guida nella via che a Chriſto con
duce; e che molti Beatiſsimi huomini habbia
no non pure dentro di lei, ma nella ſua ſpazio
ſa e ampia Dioceſi portata larga ricolta e frut
to al Signore; Si che da ſuoi Paſtori e da lei
non pure di principio è vſcita nelle noſtre par
ti la Fede Chriſtiana; ma poi in varii tempi au
mentata e accreſciuta con nuoue congrega
zioni e riforme di religioſi: che veramente nel
le ſpirituali ſi può dire quel granello di Sena
pa, che eſſendo il minimo di tutti i ſemi, diuen
ne poi maggiore d'ogni herbaggio e crebbe in
albero da habitare ne rami ſuoi gli vecelli del
Cielo: Innanzi a tutti coſi di ſantità come di
tempo intrapientiſsimi Veſcoui di queſta in
credibilmente nobile Cattedra, ci ſi rende am
mirabile e degno d'ogni venerazione l'inuit.
tiſsimo Martire Santo R OM O L O, eletto
Pontefice di tal luogo dal glorioſiſsimo Pren
cipe delli Apoſtoli Santo Pietro. Onde poco
dopo la morte del Redentore, quaſi(à dircoſ)
Apoſto
Apoſtolo della Toſcana, ci fondò la Fede colla
Predicazione, e col ſangue; al qual ſegnala
tiſsimo benefizio per non eſſer ingrate non
pure la Dioceſi Fieſolana, ma molte altre delle
circonuicine hanno fino a qui continouato
ſempre in chiunque ſi battezza conſeruar la
memoria e nome di tanto padre. In proceſ
ſo di tempo po i il glorioſo Pontefice Santo
ALESS ANDRO, martirizzato da miniſtri
del Senatore di Fieſole in Lombardia, doue ſi
era perſonalmente trasferito per difendere le
ragioni e giuridizioni della ſua Chieſa, ador
nò il regno trionfante colla puriſsima anima
ſua, & il militante con l'immaculatiſsimo cor
polaſciatoci; Ne minore ſplendore vſcì davi
ui ardenti raggi delle due lucentiſsime ſtelle,
L E TO e ROM AN O, ſe bene a noſtri
occhi velato, colpa dell'inuidia dell'auuerſar
rio che vergognandoſi d'eſſer vinto da Santi
huomini occulta i geſti loro, e dell'ingratitu
dine de ſaui mondani, i quali con Aſiatica elo
quenzia, ſcriuendo quel che poſſa portaregio
uamento a corpi, è vtilita alle borſe, riſpar
miano la penna in quanto potrebbe edificare
lo ſpirito de poſteri; Marauiglioſi frutti vſci
rono ſucceſsiuamente della nobiliſsima pianta
del celeberrimo Confeſſoro Santo D ON A
TO di Scozia, eſempio & ſpecchio, nel quale
- COCA
con l'imitazione riſguardando non ſolo i ſuc
ceſſori ſuoi, ma i prelati tutti non reſteranno
punto aggrauati dal peſo delle coſe terrene.
Oltre ad ogni credenza fruttificò in queſta vl
tima età, nel nobiliſsimo terreno detto quel'
mirabile albero trapiantatoci dalla degniſsima
Carmelitana ſelua, il Beato AND REA de
Corſini, ſpandendo d'ogni intorno ſoauiſsimi
odori di purità, di humiltà, di dottrina, 8 di
miracoli. Aggiugne anchora molto ſplendore
al deuotiſsimo monte Fieſolano, oltre à quello
de ſopra nominati Pontefici il ſangue non pu
re de quattro compagni del Veſcouo RO
MOLO, d'ogni virtuoſo fioreadorni, DOL
.CISS I M O, C A R I SS I M O, CR E
SC E NZ I O, & MAR C H I Z I A NO,
ma d'innumerabili altri amici del Signore no
ſtro in tal'copia gròdatoui d'ogni intorno nel
volare eſsi al cielo con la palma del martirio
che fino a preſenti giorni ce ne ha vn'intero &
colmo pozzo, Santo G IV LI O ne ſuoi verº
di anni morto per la Fede, 8 ſepolto nella Ba
dia, Santo AND REA di Scozia Archidia
cono di quella Cattedrale diſnebbiando quaſi
mattutina ſtella le tenebre delli errori col me
rauiglioſo viuer ſuo deſcrittogia hiſtorialmen
ite dal virtuoſiſsimo M. Filippo Villani, Santa
lBR I GID A Vergine Scozieſe carnal'ſorella
-
- b del
del ſopradetto Santo Andrea miracoloſamen
ve condottaſi al tranſito di quello finì il rima
nente di ſua vita in vna ſelua folta & aſpriſsima
ſopra Fieſole, non lunge da San Martino in
Lubaco, nel qual'luogo horrido & ſeluaggio
e ſolo da Fiere all'hora habitato menò ella ſua
vita in penitenza duriſsima. Fino che conſu
mata dall'ultima vecchiezza fu dal ſopraceleſte
ſpoſo chiamata a godere il premio delle ben'
durate fatiche; & quiui da fedeli per gli aſ
ſai miracoli fatti in vita & in morte, fu a nome
di lei fondato quel tempio che anchora hoggi
ſi vede. ll Venerabile ne mai baſteuolmente
lodato, il beato GIOVANNI DO ME -
MICO Cardinale, ornamento de Theologi, l
il quale alla merauiglioſa ſcienza ſua teſtimo
niata all'uniuerſo da piu degniſsime & arden
ciſsime opere da lui ſcritte, congiunſe tal'Zelo
& diuozione che ſuſcitò l'oſſeruanza regolare
quaſi atterrata in Italia, nella religione del
Santiſsimo Patriarca Domenico, ſotto il veſsil
lo del quale a Fieſole doue e faticò aſſai, non
ſenza gran giouamento delle anime edificò da
fondamenti quel conuento che ancora hoggi
poſſeggono i Padri Predicatori, nel qual cam
poando a fruttificare la nobiliſsima pianta di
Santo Antonino Arciueſcouo di Fiorenza, di
quella letteratura & bontà che ſa il mondo, nel
- r1Ce -
riceuer per le mani di tanto agricoltore nelſo.
pradetto luogo il ſagro habito & le ſcienze. Il
zelatiſsimo San'B E RN A RD IN C da Sie
na, quel che nel millequattrocento per l'im
menſo ardore di carità ſerui gli appeſtati nel fa
moſo Spedale di Santa Maria della Scala, ſenza
curare la propia vita, che diſcorredo per città
& caſtellaeuangelizzò il regno di Dio, ripren
dédo rigidaméte i vizii, &amoroſamente eſor
tando all'opere della pietà: quel'che in Lom
bardia eſtinſe innumerabili parzialità & fazio
ni pacificando le nimicizie capitali & mortife
re; Coſtui dico che riduſſe alla priſtina forma
l'auſtera oſſeruáza nel deuotiſsimo ordine del
Serafico Santo Franceſco, hauendo molto tra
uiato i figliuoli dall'orme di tanto padre, eſſe
guendo ciò in buona parte come primo guar
diano del conuento che ancora tengono i Mi
nori oſſeruanti, doue già era la rocca, o fortez
za Fieſolana, 8 poi ridotto in forma di Mona
ſterio dalle Reuerende Monache di Santa Ma
ria di Lapo, le quali per piu commodita furo
no dal Beatiſsimo Andrea Corſini Veſcouo di
Fieſole trasferite nel piano di Mugnone, doue
fioriſcono in numero & virtu. ll beato CAR
L. O Conte di Granello preponendo la futura
alla preſente vita per inſpirazione diuina diede
in eſſo monte Fieſolano principio ad vna nuo
b 2 Uld
ua congregazione detta di San Girolamo da
Fieſole, approuata & priuilegiata da Gregorio
Duodecimo, 8 da Eugenio Quarto; Il beato
Arrigo menando in quel Santo Monte vita he
remitica, 8 ripoſandoſi nell'Oratorio di San'
Maurizio, non lunge dalla Cattedrale. Perſo
migliante modo hanno aggrandita in bonta &
diuozione la Fieſolana Dioceſi Santo EV
FR O SIN O Veſcouo di Panfilia, il quale
tornando dalla Santa Sedia Apoſtolica paſsò
con chi era in ſua compagnia in virtu del ſegno
della ſantiſsima Croce il fiume di Peſa, all'hora
per le ſoprauenute pioggie groſsiſsimo: & non
lunge da Panzano predicò piu giorni, & ſanò
aſſai infermi, 8 preuedendo la ſua morte diſe
gnò il luogo doue voleua eſſere ſepolto, nel
quale ſi ripoſa fino a queſto tempo in vn'tem
piofabricatouià ſua memoria. Il glorioſo &
imitabile perdonatore d'ingiurie Santo Gio
uanni Gualberto con eleggere in lei il luogo
(che è Vall'Ombroſa) per fondare la ſua lau
dabil'congregazione, la quale vi ha meriteuol
mente dilatati i rami in ſei Badie, 8 molti be
nefizzi: le cui ſalutifere pedate & norma ſe
guendo prima Santo B E RN A RD O Vber
ti, & poi il beato Attone amendue Generali di
Vall'Ombroſa co ſanti geſti loro l'illuſtrarono
grandemente de quali poi il primo fu promoſ.
« - ſo al
ſo al Cardinalato; & l'altro al Veſcouado di
Piſtoia. Dopo coſtoro la degniſsima Vergine
BERTA, viſſuta piu tempo in molta peni
tenza & grand'aſtinenza non recusò fatica di
trasferirſi a Cauriglia per reformarevn'Mona
ſterio di ſuore del detto ordine, 8 vltimamen
te fiorì di ſantita il beato GIOVANNI, Ro
mito delle celle di eſſa Vall'Ombroſa. Tro
uandomi adunque io continouamente intrale
ſantiſsime oſſa & memorie di queſti coſi accet
ti al Signore noſtro, 8. ſpendendo quel tanto
di tempo che mi reſta libero dalla cura imme
ritamente commeſſami, in vagando per le pra
terie & vbertoſi campi delle diuine ſcritture, 8.
delli autori cattolici: & ſpaziando per gli am
piſsimi & ben coltiuati giardini de geſti deſo
ranominati, ho delle prencipali piante di eſsi,
che ſono i Veſcoui, colti alcuni pochi, demol
ti fiori, gigli, viole, & roſe che non languiſco
no, & frutti che non marciſcono nè ſi corrom
pono giamai, quando nella cella della memo
ria & del cuore ſono diligentemente conſerua
tinello odorarli & guſtarli aſsiduamente col
- l'imitazione & operazione. Et conueneuol
mente à V. A. Sereniſsima, quaſi coſa ſua l'of
feriſco, come a quello che non ſolo in ſi gio
uine età qual'nuouo Hercole ad Atlante, al fe
liciſsimo padre ſuo aiutò ſoſtenere & reggere,
&
&hora da perſe ſignoreggiale belle contrade,
doue eſsi con tanto ſudore faticarono: & che
di me particolarmente per infiniti riſpetti ha
l'intera poſſeſsione & dominio ma che cercan
do con virtù heroica ſuperare la religione de
ſuoi antinati, i quali pareuano hauer laſciato a
poſteri piutoſto materia d'ammirazione che
ſperanza d'imitazione; è anchora difenditrice
& aumentatrice di quella viuifica Fede, per cui
e combatterono fino alla morte ſaluandola da
nemici & dalla quale eſsi furono ſcambieuol
mente ſaluati. Aggradiſca dunque V. S. A.
Ottimo & Grandiſsimo Prencipe che dal chia
riſsimo nome ſuo riceuino ſplendore i preſen
ti ſcritti, non altramente che dal Sole la Luna
& le ſtelle: anzi il ſuo veramente reale ſpirito,
del quale io ſento dentro all'animo mio molto
maggiori coſe, che hora non mi ſono poſsibili
in coſì poca carta racchiudere, come nè tutte
le acque in picciel vetro, ſi inciti & accenda ad
honore & gloria di coſi honorata ſchiera ad
abbracciare particolarmente ſotto la ſua tutela
potentiſsima la ſanta caſa, che eſsi viuendo ſen
za dubbio moſtrarono & hora in patria dimo
ſtrano incomparabilmente amare: & fauore
uolmente conferuar ſotto la ſua ſicuriſsima
protezzione me che con aſſai diſpari meriti, ſe
bene con molto sforzo di corriſpondere in par
te
-
te all'azzioni loro, ſeggo nelluogo che eſsi am
miniſtrarono glorioſamente. Col qual' fine a
V.A.S. humiliſsimamente raccomandando
mi le prego da N.S. Iddio eſaltazione & Feli
cita. Da Fieſole il dis. di Maggio 1578.
Di V.A.Sereniſſima
Deuotiſſimo Seruitore
$3: gi
5 N- -
-
-. 1
OS Sebaſtianus Medi-
ces Prothon.Apoſt.Ca sº
º nonicus Faſulanus, E- ei
ques Sancti Stephani «3 a
º| i. si" V. 29
D. Reuerendiſsimi Do &Nº
I mini,Domini Archicp. 6 )
Florentini Vicarius in i...
già9
p
mporalibus Generalis. S$9
Et nos Magiſter Franciſcus de Piſis Or- gS2e
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& Nº dimis Minorum Comuentualium Inquiſitor &Si
Generàlis in toto dominio Florentino fa- 9.
s:
“v a -4
cultatem & licentiam imprimendi citra 8e: a
a SiS praiudicium preſens volumen Vitas & ge- 8:2
º ſta ſanétorum, l'omuli, Alexandri, Dona-
ti de Scotia, ac Beati Andraee de Corſinis
S&
c&S Carmeliti, omnium Epiſcºporum Faſu- e Sº
6 anorum per Reuerendiſs. in Chriſtopa
i ' trem & Dominum, Dominum Franciſcum ge, ( e
-.
eX Stºstº
º A,A). S º S.
-
#; vi . A : :
3 º
DELL'INVITTISSIMO
M A R T I R E S A N T O
a -
ROMOLO PRIMO VESCOVO
D 1 F 1 E s o L E.
ID E L R E v E R E N D I ss 1 M o
Monſig, FRANCES co de CATTANI
da Diacceto Gentilhuomo Fiorentino
, 8 Veſcouo di Fieſole.
A P RoVIDE N2A
| eterna che con ragion' -º
darono
go v ITA DI SANTo
Tob. 11. darono a rallegrarſi con eſſo lui delle ſue pro
sperità ea mangiar ſeco. Così parimente
alla cena del Signor noſtro interuennero gli
Apostoli tutti, ma poco dopo quando e fu
preſo nell'horto, tutti l'abbandonarono e ſi
fuggirono . Tali dunque ſono gli amici del
la fortuna e del mondo, che partendoſi la
bonaccia ſi dileguano & ſpariſcono anchora
Prou. I 9a
eſi: & tornando ella,ancora eſſi in vn trat
to compariſcono, Diuitia addunt amicos
plurimos, a paupere autem e hiquos habuit
ſeparantur. Questi tali ſono dalla ſcrittu
ra nominati amici di tauola, perche mentre
che gli sperano riportarne punto dvtile viſi
tano e confortano fingendo portar compaſs
ſione all'altrui diſauuenture & calamità,
Eccl. 6.
Est amicus ſocius menſe, e non permane
bit in die neceſſitati, Ma non perſeuerano
nell'amicizia quando altri danelpouero, è
in qualche altra controuerſia, nel qual'tem
podeurebbero perſeuerar più che mai, per
Prou. 17.
cioche nell'auuerſità ſi proua l'amico, Omni
tempore diligit qui amicus eſt. Sono queſti
tali molto ſimili al Lupo &al Cane che tan
to amano vn cadauero, quanto è vitroua
º 770
eR O M O L O. 3F
no cherodere e non punto piu. Onde quan
do e ſi viene all'oſa nude ſubito ſi partono.
Sono adunque ſenza numero le miſerie &
infelicità della vita preſente: nèſi troua in
queſta macchina ſublunare coſa veruna in
che altri confidareſi poſſa e che non ſia va
nità per lo eſſere i ſuoi piaceri breuiſſimi,
l'allegre(z e fugitiue, la noia ferma, la quie
te di punto in punto aſſalita dal trauaglio,
6'la vita dalla morte: tale che tutto il vi
uer dell'huomo è vna faticoſiſſima 6'conti
noua guerra: non potendo hauer pace nè
quiete chi ſul buono appunto delle proſperi
tà sta con timore che non ſi volga ſubitamen
te il giro delle coſe e non ſi meſcoli col dolce
l'amaro: come ben ſauiamente ne diede a di
uedere quel Rè Siracuſano, degno anchora
che gentile, di eſſere in queſto imitato da Chri
stiani, quando ritrouandoſi feliciſſimo &
contento molto per le aſſai vettorie conſegui
te alzò gli occhi al cielo pregando il ſommo
Iddiogli concedeſſe che quelle ſue allegre (ze
foſſero intorbidate da men graui dolori che
fuſſe poſſibile, ſapendo egli i. quelle non po
teuano durare in tale stato. Si che ſe non
- . . . . . fuſe
gs vITA DI SANTo
fuſe vn'altra vita ſempiterna e perpetua
e al tutto contraria a queſta, douegli affan
ni, le tribolazioni, elpatire finiſchino vna
volta per non ritornar mai: l'huomo ſareb
be infeliciſſimo & oltra modo meſchino, nè
gligiouarebbe punto l'eſſer nato come inuol
to e circondato da crudeliſſime infermità,
da dolori inſopportabili, da triſte(ze, da pe.
ricoli, da caſi, da diſauuenture, da molte
paſſioni dell'animo che lo tribolano e tor
mentano: &'di piu da tanti biſogni & ne
ceſſità che ha di qualſivoglia coſa,che d'ogni
intorno doue e ſi volge & ringira è aſtretto
mendicare,eo comunemente da corpi celesti
lume & influenza: dalla terra il ſioſtegno,
daſuoifrutti il vitto: dall'aria,onde reſpi
rare&refrigerare il cuore: dall'acqua, ma
teria da lauarſi 6'humettare i terreni per
ſuo vſo: dal fuoco lo ſcaldarſi & il cuocere i
cibi: dalli animali con che coprire la ſua nu
dità, 69’adornare la propia bellezza, e aiu
tare la propia debole(za & tarde (gia. Da
quali tanti biſogni è nata in lui la cura di
ſuiſcerare la terra per hauer metalli: affan
nare il mare per trouar pietre prezioſe &
traſmu
R O M O L O 37
traſmutare mercanzie da luogo a luogo:
trauagliar l'aria & l'acqua, º combatter
con lefiere per appoggiare queſta cadente ma
tura. Ma perche a ſeguaci del grande Dio
dopo le notturne tenebre di queſta morte che
da noi ſi chiama vita, viene il ſereniſſimo
giorno perpetuo, dopo gli affanni il dolce ri
poſo, dopo le tribolazioni le proſperità: a do
lori ſuccedono i diletti e al pianto il riſo,
Adveſperum demorabiturfietua, 69 ad ma Sal. 29.
tutinum letitia: però tanta e ſi immenſa è
la felicità & beatitudine in cui gli ha agode
reperpetuamente che l'auanza d'aſſai ogni
nostro dire. Il che tutto ageuolmente com
prender può chiunque conſidera che ſi come
il corpo nostro fu formato di fango e di ter
ra, Formauit dominus deus hominem de Gen. 2.
zo vITA DI SANTO
promettergli che ſe il deſiderio ſuo veniua
adempiuto, era riſoluta di adorare il nostro
Dio. Diportoſi all'hora il Santo a caſa di
Cariſia per reſtituire la ſanità alla figliuola,
6'oro al ſignore che ſi degnaſſe aprir la boc
ca di quella fanciulla, a fine che conoſcendo
eſa lui vero Dio autore della ſalute veniſſe
a confeſſare & magnificare il nome ſuo ſan
tiſimone ſecoli deſecoli: e mentre che alcu
nide circoſtanti riſpondeuano Amen, ſi ſno
dò & ſciolſe advn tratto il legame della ſua
bocca, 63 cominciò parlando ad affermare
che l'Iddio predicato da Romolo era il vero,
& gli altri tutti falſi & bugiardi. Et coſi
poſſiamo veridicamente dire di queſto San
Mar.7. to, Surdos fecit audire & mutos loqui.
All'hora molti depagani vedutoſi ſegnalato
miracolo rinunziarono alli Idoli & credet
tero nel Signor Gieſu Christo & ſottentra
ronohumilmente alleſagre onde battiſmali:
nella maniera medeſima che fece Cariſia &
la figliuola con tutta la lorº caſa, che rigene
rate credettero & diſpenſarono a pouerelli
la piu parte delle loro facultà. Perche ilGo
uernatore della terra che era luogotenente di º
ANerone
-
-
º R O M O L O- At
2Nerone & capitano della città, fatto testa
conſuegentiſcacciò lui & i compagni impe
tuoſamente di quiui dando loro bando del
"capo. Perche eſſo cedendo all'impeto e fuº
ria di quei peruerſi, vedendo non poter più
quiui fruttificare appigliatoſi al ſalutifero
detto del redentor noſtro che in tal caſo di
spone che quando noi ſiamo perſeguitati in Matt. 1o.
vn luogo fuggiamo in vn'altro, Cum au
tem perſequentur vos in ciuitate ſta fugite
in altam, e ſecondando le ſante orme di
Paolo Apoſtolo che trouadoſi in carcere fug 2.Cor. I 1.
gi calato da vna finestra pervna porta,ſe
ne tornò a Roma, doue al ſommo Pastore
Pietro riferi tutto il ſucceſſo. Conoſcendo
Pietro la piena perfezione di Romoloſiriſol
uette mandarlo in Toſcana, ordinandolo
Veſcouo di Fieſole. Della nobiltà e anti
chità della qual'città reputo ſuperfluo fare
ipecialmenzione come di coſa notiſſima per
le aſſai memorie che di eſſa fanno innumera
biliſcrittori, e tra gli altri Catane, Polibio,
Plinio, Appiano Aleſſandrino, Saluſtio, Li
uio, Annio, Fazio delli Vberti, Tolommeo,
Silio Italico, Pietro Marſo, Angelo Poli
º Gt4770
A2 vITA DI SANT o
ziano & fra Leandro Alberti: basterà dire
cio.va- che l'hiſtoriografo Fiorentino Grouanni Vil
"
cap. 7, lanitestimonia che la fu la prima città edi
ficata in tutta l'Europa: e fabbricata dal
Rè Atalante fgliuolo di Tagrannato dopo
il diluuio vniuerſale dediſcendenti di Iafet
vno defigliuoli di Noè. Il quale Atalante
partitoſi dalla confuſione della torre di Ba
bel arriuò in queio noſtro paeſe d'Italia: es'
fece la ſua prima stanza ſopra il belliſſimo
e ſalutifero monte Fieſolano, in ſul quale
60/22e fortiſſimo e ben poſto e per via
e R o M o L o ri'
dandogli eſſo nel nome del padre, del figliuo
lo, & dello Spirito Santo, che ſurgeſe e'
ſteſſe in piede: diuenuto in questo quaſi egua
le al ſuo maeſtro Santo Pietro, il quale come
leggiamo neſagrifatti Apoſtolici haueuaco
mandato a Tabita, donna in vita itata pie- Fat. Ap.9.
na di buone opere & aſſai liberale nel far li
moſine, che ſurgeſſe: & ella incontanente
aprrſegli occhi & da lui fu conſegnata viua
e moltiſanti & vedone, Thabitaſurge etc.
Il qual fatto (aggiunta ancora il batteſimo,
che e diede a tutta quella caſa) venne al
l'orecchie di Reperziano, il quale ripieno
dira a infiammato di molta rabbia, quaſi,
per loro hanaſe predetto il Profeta, ti Sal. 149.
ligandos regeseorum in compedibus & nobi-,
les eorum in manici ferrei, gli fece legare,
con ceppies manette & incarcerare nel piu'
profondo luºgo che vi " che,
non fuſe ſonniniſtrato loro cibo nè beue-,
raggio. Quini rinchiuſi non ceſſauano di
laudare & render grazie all'altiſſimo, ſup
plicandolo che all'ultimo biſogno ſi degnaſſe
ſoccorrerli. Ma ben fu tale e tanto ilgiu
bilo & l'allegre gradi che eſſi furono ripieni,
- , G 2 che
y2 VITA DI SANTO
che non ſi potrebbe mai eſplicare co noſtri
parlari:ſi che meriteuolmente potettero dire
Sal. 93. con Dauid, Secundum multitudinem do
lorum meorum in corde meo conſolationes
tua letificauerunt animam meam. Imper
ciocheſi come al Redentor noſtro orante nel
l'horto riſpetto alla ſoprauenente paſſione
apparuel Angelo confortandolo coſì eſſo Sal
uator noſtro volle far degno il ſuo ſeruo Ro
molo della glorioſa preſenza ſua con faccia
che di splendore vinceua ilſole, ereon veſti
ripiu candidi che neue, nella maniera, oſi
mile che gia innanziſi era moſtro a tre Apo
itoli nel monte Tabor. Et nell'apparir di
quello che beatifica iſanti nel ſuperno regno
caddero incontamente tutti i legami che gli
teneuano distretti. Si come al tempo della
" di eſſo Signor Gieſu erano caduti
nellhorto strama(zioni in terra iſergenti di
Gio. 18. Pilato alla voce di lui dicente, Ego ſum.
Confortolli adunque ſi il veder quello, nel
quale bramano gli Angeli di fermar lo
a. Pie. I. ſguardo loro. In quem deſiderant angeli
proſpicere : che e non haueuano biſogno di
cibo nè di beueraggio terreno,come quelli che
drag 10
R O M o L o r;
erano paſciuti del ſopraceleste pane angeli
co, e diſſetati dal torrente delle grazie &
delle conſolazioni: maſſimamente quando
dalla steſſa voce di lui ſi ſentirono eſortare a
ostenere virilmente i vicini tormenti con
ſalda speranza di riportarne la vittorioſa
palma del ſopraſtante martirio: con promet
ter loro che in breue trionfarebbero nel ſoura
no regno. In queſto me (zo Reperziano
penſando chegia di piu giorni e fuſſero pi
rati per lo stento e strazi riceuuti mandò
a far trarre di prigione i loro cadaueri.
Ma rimaſe non punto meno ingannato che
ſi fuſſegia ripieno di stupore il Rè di Babi
lonia, quando il ſettimo giorno che il Profe
ta Daniello era stato nel mezzo di ſette af, Dan. 13a
famati Leoni, andò al lago per piangerlo,
stimando che fino di principio e l'haueſſero
diuorato, º trouollo ſano e festeggiante.
--
Impercioche non pure eſſo Romolo, ma i com
pagni ancoraſi stauano tutti lieti in molta
gioia cantando & magnificando colui che ſi
era degnato viſitarli & conſolarli in tante
angoſcie, non altramente che nell'ardente
fornaceſisteſſero i tre garzonetti Anania,
Azaria
fa VITA DI SANT o
Azaria & Aiſ.ael. La quale diſuſata
merauiglia acceſe in Reperziano tanta ira
Iſo. 7. &
ſegu. coſi fatto ſdegno contra i detti ſanti che qua
ſi nouello Faraone,il quale quanto maggiori
ſegni vedeua, tanto piu in cambio di humi
liarſi&ammendare i ſuoi falli, incrudeli
uainuerſo l'eletto popolo: tutto infuriato cor
ſeafulminare precipitoſamente vna ſenten
za, cheſe e non ſi riſolueuano in quel punto
aſagrificare a Gioue, che fuſſero di nuoua
straziati & poco appreſo decapitati. Onde
perche gli stettero coſtantiſſimi nella fede, nè
volſero vbidire a quell'iniquo furono di nuo
uo vilmente & aspriſſimamente battuti, º
dipoi ſtraſcicati per le ſtrade e per le piak
ze della città. Mentre che l'inuittiſſimo,
martire Romolo era dall'empie & crudeli
mani di quelli iniqui miſeramente ſtraſcica,
to, nel trionfare del tiranno & de mimici fu,
e per le riceuute percoſſe e per lo ſi
to caldo cagionato dalla ſtagione, che era
pur di Luglio, da diſuſata &ſterminata ſe
te aſſalito, non minore di quella che ſopra
giunſe a Sanſone quando in ſu la glorioſa
vettoria appuntoſi arrendeua per ſete alla
Mmorte,
R 6 M o L O rr.
morte, quando del dente della maſcella aſi -
- -
gs . v ITA DI SANT o
tormiti et trafitto dalle punture rende lo spi
rito a Dio per regnare in ſempiterno inſie
memente con Christoneſopraceleſtiſcanni:
e poco dopo i ſuoi benedetti compagni Mar
chiziano, Cariſſimo, Dolciſſimo, 6 Cre
ſcenzio lo ſeguitarono con l'eſſere da quei
crudeliſſimi lupi decapitati: e coſi peruen
nero felicemente alla beatitudineperpetua a
ſei giorni di Luglio circa quaranta anni do
pola Paſſione del Redentor noſtro: laſcian
doiſagri corpi intorno ad vn miglio fuori
della città di Fieſole alla radice del monte
non lunge dal fiume di Mugnone, Nel qual
luogo i cattolicigli ſeppellirono, vngendogli
prima con balſamo e con vnguenti prezio
ſiſſimi, doue poi creſcendo il numero defe
deli fu fabbricata ad honore e memoria di
eſſo Santo Romolo la Cattedrale Fieſolana
& l'epiſcopal Palagio. nel qual luogo per
molte centinaia d'anni fiorì di miracoli,non
ſenza eſſere da moltiſanti Pontefici largita
copia d'Indulgenze a chiunque viſita quel
beatiſſimo corpo. Finalmente innazi al mil
le ventotto dopo l'incarnazione del Salua
tore la buona memoria del Reuerendiſſimo
- Iacopo
R O M O E O. ro
Iacopo Bauario Veſcouo di Fieſole moſſo da
varie cagioni finì di edificare e trasferire la
Cattedrale Fieſolana, l'habitazione del Ve
ſcouo & la Calonaca in ſu la piazza della
città di Fieſole 69'in eſſa traſlatò il corpo del
glorioſo Aſartire Romolo &'decòpagni, do
ue ancora hoggi ſi ripoſano in compagnia di
altri ſanti Martiri & Confeſſori. Et dcue
era di principio la Cattedrale, riſpetto a cer
taſuperna e mirabil viſione murò vna Ba
dia dedicandola a nome et honoredelſantiſ
ſimo Apostolo Bartolomeo. Et la cappella
propria doue giaceua il beatiſſimo corpo del
padre Santo Romolo intitolò a memoria del
“Protomartire Santo Stefano. Il che tutto te.
ſtifica egli steſſo per autentici ſtromenti i qua
li anchoraſi conſeruano nell'archiuo del Ve
ſcouado di Fieſole: e'detta Badia poi, poſe
ſeduta anticamente da Venerabili Monaci
di San Benedetto, 6 hoggi da Reuerendi
Canonici regolari fu dal Magnifico e'
Gran Coſimo de Medici veramente padre
della patria non ſolo ampliata, ma nobiliſi
mamente rinnouata da fondamenti 65’ar
ricchita d'entrate. -
H 2 VI
v I T A D E L
F O R T I S S I M O
MA RT I R E s A N T o
ALESSANDRO VESCOVO
v D I F 1 E s o L E.
-
º
TDel Reuerendiſsimo Monſignor FRA N c E sco
i de Carr a N 1 da D1 a cc e 1 o Gentil'
- - - huomo Fiorentino, 8 Veſcouo
di Fieſole. - º ,
si
Ti RT E N TI ss IMO
A | & continouo deſiderio
ſi trouaua nel popolo
Hebreo di peruenire
quanto prima alla ta
to da lui bramata Gie
- ruſalem: onde mentre
che in Babilonia ſi ritrouaua pregione, ſu
per le riue di quefiumi ſi ſtauapiangédoſen
Sal. I 3 6, zapoterſi pito di altra coſa allegrare,Si obli
tus fuero tui Hieruſalem obliuioni detur de
xtera mea: ammaeſtrandone noi infigura
che mentre stiamo rinchiuſi in questo carce
remondano pieno di confuſione & di tene
bre, circondato da vari fiumi infernali, di
º ſcor
A L E ss A N D R o o
ſcorrendo qui d'ogni intorno le acque del
l'amor delle ricchezze , nel quale ſi li
gli auari: ilcocentelago delle delizie, in cui
ſi tuffano i luſſurioſi: l'onde della bramoſia
delle degnità & honori, che ſommergono gli
ambizioſi: & il cupo & fondo pelago della
ſete delle mondane & ſecolari ſcienze, che fa
affondare gran numero di curioſi: ſenza
alcuno interrompimento di tempo tenghia
mo fiſſo l'affetto alla ſopraceleste Gieruſa
lèm patria noſtra ſempiterna, tanto bella &
nobile che ingegno,ò ſtile non ſia giamaichel
poſſa deſcriuere a pieno. Ma poi chepergo
dere mai ſempre in quella ſiamo stati pro
dotti, viliſſima coſa è l'andare inueſtgan
do qualche minima particella della eccellen 3.Reg.io.
za & vaghe gaſua. Ondeſi come altro
no di Salamone ſiſaliua per ſei gradi,coſi noi
altreſi alla cognizione di queſta ſuperna cit
tà, trono del vero e diuino Salamone ſalghia
mo per ſei gradi di creature: le quali tutto
che brutte & vili meritamente debbino pa
rere a comparazione di quella: nondimeno
nobiliſſime alla capacità nostra in tanto che
l'ingannato affetto humano altro non cerca
- -
- che
-
- - -
62 A VITA DI SANTO .
che di queste. Nella qual conſiderazione
faanco inſiememente gioieuole il contem
plare con quanto mirabile ordine habbia il
ſuperno architetto a ciaſcuna creatura aſſe
gnato luogo corriſpondente alla qualitàſua,
ſituando le piu imperfette ne luoghi piu baſſi
e le piu perfette di mano in mano ne ſupe
riori. Però cominciando a ſalire aſiemi
mente ſeggio dalla piu baſſa e infima crea
tura che è la terra, feccia delli altri elementi
e quaſi stalla del Palagio diuino, collocata
lontana dal cielo & vicina all'inferno: tan
to piu vile delle creature ſuperiori che noi la
calpestiamo co'piedi: e'in lei gittiamo ciò
che ſi troua diputrido, di corrotto, diſuper
fluo e che la natura recuſa e rifiuta ne'
corpi delli huomini &'delli animali: e ogni
fastidiofinalmente ſi couerte in lei: conſide
riamo quanti colori la produce ſempre, vio
le, gigli, roſe & fiori di bellezza diuerſa &
varietà ineſtimabile: non ſenza spandere
di ſe merauiglioſi odori nepiccioli grofani,
cannella, mirra, balſamo & spezierie, con
mille altre maniere di piante odorifere.
Somminiſtrane di piu diletteuoli&ſoauiſi
M25
A L E s s AiN D R o. 6,
miſapori ne limo ni,cedri, arancio in tan
tealtre diuerſità di pomi,quante ad ogni ho
ra veggiamo. Innumerabili ſono le diuer
ſità delle virtuoſo herbe,lane, lini, biade, 7 Aga
dici, alberi dimeſtichi & ſeluaggi: gemme,
pietre, metalli e miniere, di che ſifabrica
no abondantiſſimamente infiniti stromen
ti, organi, trombe, campane, cetere, ſambu
ce, arpi, liuti, lire, cornamuſe & ſalteri:
onde trahe l'::o&'intertenimen
to incredibile. Laſcio stare le varie ſchiere
d'animali che in leiper cibo, per vestito, e' -
|
A L E s S A N D R oa dir
ealdo fu dal creatore accommodato lontano
da noi, a fine che la ſua vicinanza non ci
faſe stata troppo nociua. Appreſo ſi aſcen
dea côtemplare il globo delli ottocieli adorni
de ſette pianeti, Luna, Mercurio, Venere,So
le, Marte, Gioue, Saturno,6 del cielo siella
to abbellito di dodici ſegni e d'innume
rabili stelle. Piu ſu è da conſiderare il cielo
christallino, titopiu bello chelſermamento
quanto piu alto. Et questo è dalla ſcrittu
ra compreſo ſotto nome d'acque, onde Iddio
fece ilfermamento che diuideſſe l'acque che
erano ſotto adeſſo fermamento da quelle che
gli erano di ſopra, e Dauid hebbe a dire, "ii.
Aque omnes qua ſuper calos ſunt laudent
nome domini. Chiamaſi acqua il cielo chri
ſtallino rispetto all'eſſeretraſparente e 'mo
bile come l'acque ſono, non guaehe e vi ſia
graue(za,òfredde (ga come nell'acqua,non
conuenendo alla eſſenza quinta, forma al
cuna che habbia contrario. Di che puntal
mente trattammo nel noſtro Eſſamerone, Emm.ii.
Dalla bellezza dunquevaghe(ga &'vtilità cap .
de corpiſopradetti poſſiamo in qualche mi
n ma parte andar inuesiigando quanto bel
I la 65'
dſ di VITA DI 3 AN TO 1 A
la e ampia ſia la ſtanza di Dio, ſituata ſo,
pral cielo " dettacielo enpireo,
iperche e ſia di fuoco, ma per l'immen
p2077
6º V ITA DI SA N TO .
lommeo ſcorticato, Stefano lapidato, Loren
zo arroſtito, e gli altri martiri col ferro,
col fuoco, colla carcere, collefuni, collieſilj,
colla fame, collo ſtento, coll'eſſer lacerati,
ſtraſcicati, vilipeſi, precipitati da luoghi al
tiſſimiquindi giu, gittati nell'acque, dati in
preda alle fiere, e finalmente con aſpriſſimi
tormenti e pene acerbiſſime. Gli altri elet
tiſimilmente l'hanno acquiſtata coldomare
e ſtraziare il propio corpo per le ſolitudini,
pergli diſerti, per le cauerne, per le grotte,
con cilicci, con veſtiri dipelli, e con mille
e mille aſtinenze. Di queſto diſiderio fu
incredibilmente & merauiglioſamente in
focato il beatiſſimo Aleſſandro natio della
gia inclita città di Fieſole, 6 in proceſſo di
tempo(che fu l'anno del Signore cinquecento
ottata dua)di quella Veſcouo: Onde intrepi
damente combattendo per la reintegrazio
ne della ſua Chieſa ſi acquiſtò un vn modo
inuſitato,trionfale & perpetua Corona. Co
rona dico non gia di caduchifiori che in bre
ſtelanguiſce & ſiſeecca, caſcando il fiore del
la bellezza, dellagiouentù, della ſanità del
le faculta, delli honori &'delli ſtati, la quale
è . - per
A L E S S A N D R O 6o
per la ſuperbia e' vanità di chi brama por
tarla in teſta vien maladetta dal Profeta, Eſa. 28.
A L E S S A N D R o zr
no altro pentimento defalli commeſſi che per
la vergogna,ò danno della vita. Bene è vero
! che ſe questi tali accettaſſero la morte debita
con contrizione de commeſſi misfatti diuer
-
rebbero ſe non martiri di Dio (non morendo
per conto di quello) almeno ſuoi cariſſimi
ſerui: come del ladron buono è notiſſimo:
che per le ſue iniquità crocifiſſo hebbe tale
compunzione e pentimento de ſuoi ecceſſi
che non gia come martire ma come amico e
ſeruo del Signor Giesù volò al Paradiſo di
ſubito, conforme alla promeſſahauuta, Ho Luc 23. -
die mecum eri in Paradiſo. Aggiugneſi a
queſto che la vergogna e confuſione huma
ma dell'eſſere ammazzati in publico dimi
s nuiſce a queſti tali qualche parte della pena
douuta nel foro di Dio, e accreſce il premio
che ſi dee riceuere in cielo, quando hanno la
pazienza accompagnata dalla carità &
dalla grazia. Fa ancora molti martiri al
l'inferno l'oſtinazione e perfidia ſecondo
che talhoraſi è veduto interuenire in alcuni
heretici tanto oſtinati & accecati, che piu
toſto hanno eletto di eſſer arſi, che abiurare i
peruerſi dogmi della loro heretica prauità.
A 2 Sotto
za vITA DI SANTO
Sotto a queſta triſta ſorte di martirio mili
taronogia quei Profeti di Baal che alla pre
enza del ſanto Profeta Helta dauanti al
;
loro idolo ſi tagliauano le propie carni con
3 Reg.18 coltelli e lancette tanto che d'ogni intorno
verſaſſero ſangue: & hoggi militano non
pure molti Giudei, Saracini, 65' Maomet
tiſti, i quali conforme alle loroſuperstizioſe
tradizioni ſottentrano a fatiche inſoppor
tabili, a digiuni aſtinenze & vari eſerci
zii corp orei: ma tutti quelli ancora che han
nopoſto il fine e ogni lorº cura in accumu
lar teſori, è in carnalità, o in conquiſtar
fama come gli hipocriti, che combattendo
tutti coſtoro contro aDio & contra loro ſteſſi
ſi affliggono e penitenziano tanto strana
mente, che dopo molti stenti & pericoli ar
riuano al grandiſsimo pericolo infernale: &
quelli ancora che ſi diſperano per la perdita
de parenti & delli amici ea de beni tempo
rali. Percheſe bene i ſopranominati hanno
le peneſomiglianti a ſanti martiri di Chri.
sto èpero intra di loro, diſſomigliante la ca
gione. Percioche non le paſſioni, pene &
morte ſono quelle che diſcernono i martiri di
r. - -- - - Chriſto
A L E S S A N D R. O zy
Chriſto da quelli dell'infernale, ma la cagio
ne del ſofferirle. Etperò meriteuolméte qua
lunque vero martire può dire al Signor Dio
che diſcerna non la pena ſua ma la cagione
da quella delli ſcelerati & empij, Iudica Sal.42
me deus & diſcerne cauſam meam degente
non ſancta. Et queſta è l'ardente carità
che gli hanno di piu toſto morire che negare
la fantafede & legge, 6 porre il ſangue per
Dio direttamente, o indirettamente. Onde
a gran ragione poſſono i veri martiri dire
anchora col medeſimo Dauid, Propterte
mortificamur tota die. Come puntalmente Sal.43
fece questo infocatiſſimo Veſcouo Aleſſan-
dro. Il quale finalmente ſi conduſſe a Pa
uia città di Lombardia, doue Autari Rè de
Longobardi, ſi come i ſuoi predeceſſori haue
uan fatto fermò il ſolio del ſuo regno, ha
uendo preſo per moglie Theodelinda la qua -
le fuſauia donna & honeſta molto. Regnò
egli l'anno della noſtra ſalute cinquecentoot
tanta al tempo di Pelagio Papa Secondo, 63'
/ ri all'imperio de Lon
/ gobardi piu città º luoghi d'Italia. Fu
potentiſſimo & aſſai fortunato: & ſe be
- - º
/ \
--
-
7g
za v ITA DI SANTo .
me non apertamente christiano, nondimeno
con laudeuoli opere morali e con molto
amore e pietà gouerno lo stato ſuo tantopa
cificamente, che ciaſcuno lontano da violen
ze, latrociniiinſidie e oppreſſioni ſicuro e,
ſenza paura andaua liberamente doue gli
era in piacere. La qual felicità ſi dee cre
dere che procedeſſe non tanto dalla ſapienza
& buona natura aggiunte alla fortuna di
lui: quanto dalla virtù e bontà di Theo-
delindaſua conſorte, Regina d'ottime qua
lità e aſſaifauoreuole alla fede Chriſtiana,
& vtiliſſima alla cattolica chieſa. A que
ſtopientiſſimo Rèadunque ſi trasferì il glo
rioſo Veſcouo Aleſſandro,e non prima giun
to in Pauia fu da molti cittadini accolto
grazioſamente e con aſſai honore a quali
eſſo espoſe la cagione della ſua gita, e lane
ceſſità che gli haueua dell'avdienza diſuaſe
renità. il che coloro con aſſai diligenza &
presie(za ſignificarono a quella corona. Il
Re auuiſato della ſantità dell'hucmo et del
la degnità epiſcopale, nella quale gli era pro
moſſo, gli mandò incontro alcuni ſuoi corti
giani che gratamente l'introduceſſero a lui.
Et
A L E s S A N D R o, zo
Et poco appreſſo e per honor di Dio e per
riuerenza della ſantità che in lui riſplende
ualoriceuè con ſomma letizia,Sºpreſolo per
mano inteſe disteſamente dalla viua voce
di quello qualmente no ſenza fatica & diſa
gio ſi era partito da Fieſole per impetrare
da ſua maestà che ſi degnaſſe concederli che
alla ſua spogliata chieſa foſſe restituita la
propia veſta, largitalegia da piu antichi Rè,
&'in vari tempi poi vſurpatale da inique &
ſcelerate perſone. Ammirò quel potentiſſi
mo Re la ſapienza che dal ſaggio ragiona
mento delſeruo di Dio compreſe eſſere in lui,
tale che ben di eſſo ſi vennero a verificare
- quelle parole, Factes principum mirabun
tur me: Et eſaudi il ſuo deſiderio confor- Sap. 3.
me alla giustiſſima petizione, nonſolo con
cedendogli priuilegi ampiſſimi d'intorno al
la reintegrazione di quelle giuridizioni &
acultà che di ragione ſi aspettauano alla
chieſa Fieſolana, ma ancora con honore &
con magnifichi doni lo eſaltò 63'conſolo aſſai:
Onde con gran " dire, De
iderium anime eius tribuiſti ei. Il ſanto Sal. 20e
rendute all'altiſſimo laudi infinite co a quel
- Rè
-
A o vITA DI SANTo .
Rèſomme grazie s'accomiatò da lui per ri
tornarſene con ſua buona grazia alla reſi
denza per la strada ondegli era venuto. Et
dopo la debita & conueniente dipartenza
vſcì con ſomma letizia fuori delle porte di
Pauuiadri (zando il piede alla volta della
ſua ſedia. Ma tanto gli riuſcì duro e'
aſpro quel viaggio che conuenientemente
Sal. 16. potè dire alla maeſtà diuina, Propter ver
balabiorum tuorum ego cuſtodiui via du
ras. Percioche egli dibotto s'incontrò in
vna maſnada di ſceleratiſſimi e peruerſi
huomini mandati a poſta dall'iniquiſſimo
Senatore di Fieſole perſona potente&'diſom
ma autorità a fine che iniquitoſamente am
maxziaſſero ilſeruo di Dio, come quel che
ben ſapeua che il ſanto ſenza rispetto huma
no in vigore delle conceſſioni & priuilegi che
quaſi trionfando riportaua era per fargli re
ſtituire quel tanto che con ſomma arrogan
zahaueua vſurpato alla ſua chieſa. Cer
carono questi empi varie vie & teſero piu
agguati al ſanto Veſcouo, accioche non tor
- s .
naſſe a Fieſole con la vita: ſperando con tal' -
A L E s s A N D Rro fr
Senatore & pregio non picciolo di tanta
siniquità. Finalmente queſta crudel maſ
mada, a cui propiamente conuengono quelle
dauidiche parole, Sedet in inſidis cum di Sal. t.
uitibus in occulti, vt interficiatinnocentem,
Si riſoluettero che per ogni rispettofuſe per
riuſcire la coſa piu netta & con piu ſaluex
za & manco pericolo 65 dishonor loro e di
chi mandati gli hauea a dar effetto al loro
peruerſo intendimento con meſcolarſi frodo
lentemente con la corte di Monſignore ſotto
spezie di eſſerlifedelieſeruitori, e in tal
modo, quaſi ſecondando il coſtume di quelli
Sap. 2 o
empi che nella ſapienza diceuano, Cir
cumueniamus iuſtum quoniam inutili eſt
nobis, vcciderlo a tradimeto. In cotal guiſa
dunque i rapaciſſimi Lupi veſtitiſi pelli di
ºhumili Agnellini come famiglia del Santo,
tl quale non ſi guardaua da loro,anzi intera
smeteſenefidaua lo circondarono d'ogni in
torno, e pieni di pestifero veleno con infin
ste amoreuolezze mostrandoſi grazioſi ordi
narono inganni di torli la vita: nella ma
niera medeſima che Doech Idumeo tradito 1 Reg.2:.
re mandò alla morte Achimelech ſacerdote:
- . L 65°
d't VITA DI SANTO
Giud. 4 -6 che Iael, dato che hebbe da bere allaſſeta
to Siſara frodolentemente l'avcciſe: & che
l'homicida Gioab toccando ſotto l mento
..Re..e Amaſa lo trafiſſe col pugnale: & Trifone
fatto licenziare a Gionata l'eſercito che gli
haueua per le care(ze & preſenti fattili,fe
ceamma (gar lui & chi era in ſua compa
Luc. 22,
gnia: & Giuda che col contraſegno del bacio
diede il ſuo Signore e maestro in preda a
mimici. Et coſicon humili e dolciſſime pa
role quaſi tagliente raſoio che in cambio di
adornar lhuomo talhora lo feriſce, Sicut
nouacula acuta feciſti dolum, Venendoſe
neſeco peruennero al Reno, il quale appunto
era rapidiſſimo riſpetto ad vn'acqua peſa
6 groſſiſſima ſubitamete venutaſi come noi
veggiamo taluolta di fare auuenire. Qui
un diſegnarono quei pieni di maligno spirito
potere effettuare il loro peruerſo volere, con
l'accoſtargliſi & fingendo di porgerli aiuto al
paſſare come pratichi nell'acque, ſommerger l
lo in eſſe. Nepaſſoguari che eglino inganne
uolmente colorirono il maluagio diſegno.
Impercioche quando egli cominciò a voler
-
guadare gli furono d'intorno: &
-
-: dA2
A L E s s A N D R o º,
fenſori della vita di lui lo preſero per mano
accerchiandolo dalli lati con affermare che
per la buona guardia e difeſa loro il corſo
dell'acque non gli poteua eſſere di nocimento
alcuno. Et mentre che coſi ſoauementepar
lauano, ve lo precipitarono dentro:ſimulan
do nel tempo medeſimo ſmiſurato dolore: 6'
e con infingeuolivoci e lamenteuoli ſtri
da cominciarono ad eſclamare e condolerſi
che il Santo di Dio (che pur coſi astretti dal
la verità l'appellarono all'hora) era in vn'
gran fondo annegato. Ma che gli potettero
fare quelli empit? Tolſero il corpo a lui era
ſe steſſi proccurarono l'inferno non ſenza
morte delle propie anime. non hebbero gia
valore con tutta la loro malignità di nuocerº
punto al beatiſſimo ſpirito del ſanto: anzi
che quanto piu ſi affrettarono di ſommerger
lo coſì miſeramente in quel fiume, con tanto
maggior velocità arriuo egli al termino da
lui cotanto bramato divſcire di questo me
chino carcere terreno, delegami, delle tene
bre, dell'eſilio, 69 di mano de nemici comu
ni. Et coſi in cambio del danno che ſi per
ſuadeuano, gli apportarono gioia e festa
- L 2 anesti
-
gy v ITA DI SANTo
ineſtimabile. Impercioche quelli che dell'ar
dentiſſimo amor diuino ſono acceſi e dive
rolume alluminati reputano non ſolo queſto
mondo per eſilio & pellegrinaggio, ſoſpiran
do ſempre alla celeſte patria ma anco tengo
no per fermo queſta vita eſſere morte ama
riſſima, e vna carcere piena d'affi (zioni
& trauagli: & viuendo eſſi veramente a
Dio ſono come morti al mondo, hauendo in
ſommo horrore& dispregio le ſue pompe, le
ſue grande ze,leſue luſinghe,et i ſuoi diletti
che ſi facilmente ne poſſono indurre la morte
Gol. 3. eterna, Mortui enim estis e vita veſtra
abſcondita ei cum Christo in Deo. Per
queſto conto prendono di gran lunga mag
gior contento e allegre (za d'eſſere ſcarce
rati e liberati dal peſo di queſta carne: che
non apporta la nuoua delloſcampo della vi
ta e della liberazione inſieme a chi è ſtato,
lungamente ne ceppi e nelle catene ſenza
ſperanza d'uſcirne mai, oa chi è destinato,
alla morte e in camminando a quella ſo
pragiugne lauuiſo che il Signor gli fa gra
asia e gli dona la vita. Di qui è che con
Dauiddel continouo eſclamano alla Mae-.
- . . . . sta :
A L E s s'A N D R o tr.
sta diuina che gli ſcarceri quanto prima,
Sal. 14t.
Educ de carcere animam meam: Et col
ſaggio interprete de ſogni Giosefcheſirac
comando alcoppiere di Faraone che otteneſſe
per lui grazia da quella corona di eſſer trat
to della pregione doue e ſi trouaua, Me
mento mei eum tibi benefuerit, 6 facies Gen.4e.
mecum miſericordiam vt ſuggeras Pha
raoni,vt educat medeiſto carcere: Suppli
cano a quelli chegiaſon peruenuti alla pa
tria, cheſiano di loro ricordeuoli & interce
dino per loro grazia dal Re de Rechegli ca
ui della pregione di questa carne: &a fine,
che piu glorioſamente n'eſca l'incarcerato
ſpirito, la domano & macerano con vigilie,
aſtinenze, ciliccio diſcipline, ſapendo che
il disfacimento di quella ſarà loro libera-.
zione & felicità, De carcere catheniſi Ecc.4
egrediaturadregnum Cheſe Balaam con
gli sproni & col baſtone stimolaua l'Aſina,
che e caualeaua quandoaſciua 'della stra- -
td VITA DI SANT o
nati appetiti della ſenſualità. Etſe Agàr.
ancilla di Sarra ſpºſa di Abraam quando
fuggiua di caſa loro per non vbidir alla pa
drona, vi fu dal ſanto Angelo ripinta &am
Gen. I 6. mcnita che ſi humiliaſſe alla ſua ſgnora:
maggiormente la ſenſualità quando sfugge
e recuſa di ſtare ſotto il freno della dritta
ragione dee eſſer repreſſa e ridotta all'obe
dienza di quella. Etſe Gioſuè fece impicca
Gioſ.Io.
reque cinque Rè che egli preſe in battaglia,
perche e moleſtauano la città di Gabaon:
coſi dee la dritta ragione mortificare con
l'eſercito delle buone opere i cinque ſentimen
ti del corpo, quando e' vogliono eſpugnare la
città dell'anima, Mortificate membra
Col. 3.
veſtra. Et mediante queſto tanto affigger
ſi con ardente carità,63 tollerare con mera
uiglioſa ſofferenza i legami terreni vengono
nell'uſcire di questa miſera vita ſciolti &li
berati dal Signore che dice a ciaſcun di loro,
Eſa. 52. Soluevinculacolli tui captiua filia.Sion.Nel
tempo medeſimo dalle tenebre dell'ignoran
za del ſecol preſente, doue non sà l'huomoſe,
Eccl. 9. è degno d'amore, è d'odio, e doue ſcorge le
coſeſuperne COM26 in vno ſecchio .63 ſotto
par
-
A L E S S A N D R. O ºr
parlarioſcuri ſono dalla benigniſſima mano
diuina guidati a chiariſſima luce doue a
faccia a faccia ſi vedrà la Trinità beatiſi I.Gio. 3.
ma, Videbimuseum ſicuti est. Dall'eſilio
di queſto mondo, pericoloſo e colmo d'hor
rore e careſtie, (Inuenit eum in terra de Deut.3 2e
43 VITA DI SANTo
Sal 3. terni, Gloria & diuitiein domo eius. Non
perdono gli amici perchelepie & giuſte opere -
A L E ss A N D R o pz
za alcuna ſperanza di ſalute con manifesti
ſegni della diuina vendetta. Aggiugneſi a
questo,che i corpi deſanti ſono degni di tan
ta venerazione & honore che non pure chi
ha temerariamete preſo ardire di volerlive
dere, è toccare è malcapitato: ma molte vol
te ancora di quelli che per diuozione etpietà
gli hano hauuto a ſcoprire, ſono incorſi nella
morte :come diffuſamente testifica ilbeatiſi Nel Regi
ſimo Dottore Santo Gregorio ſcriuédo a Co ſtro. Pil
stanzia Imperatrice eſſere ſpeſſe volte inter ſtola. 3o.
uenuto: & tra l'altre eſſere al ſuo predeceſſo - -
-
C .v IT A D E L - .
BC E A T. I S S I M O
O N F E SS O R O, SA N T O ,
D ON A T O DI SC o z I A
V E s c o v o D I
A F . E so . º. è
- A -
- - - - -
- -- - - - - - -
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Del Reuerendiſsimo Monſignor Fr a sc a sco
de Cerra N 1 da D1 A e caro Gentil
- huomo Fiorentino, & Veſcouo -
- . - - - - - -
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- - di Fieſole.
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- . . .) ; -
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EST E R A v I G L ro sr
iſ ( ſpettacoli ha propoſto in abon
iR danza grandiſſima la diui
, na liberalità alla tanto da
ºi lei diletta anima,alluminanº
dola talmente collo ſplendore de ſuoi ſopra
humani raggi, di ſopra, di ſotto, dinanzi,
di dietro, da mano deſtra, da ſiniſtra, al di
rimpetto, in giro, da lontano, dappreſſo, di
dentro, e di fuori, che douunque la ſi volga
troui amoroſe fiamme da accenderſi del ſuo
releſtiale amore. Illuſtraneella dunque dal
la parte di ſopra colfarcinoto e conto qual
mentela ſempiterna beatitudine che in quel
e . laſu -
-
1 o2 VITA DI SANTO
la ſuperna regione ſi gode racchiude dentro
diſe ogni bene doue liberi & lontani da qual
ſi voglia imperfezione goderemo tutte le
perfe(zioni come è, ripoſo ſenza fatica,luce
ſenza oſcurità, pace ſenza perturbazione,
ſicurezza ſenza timore, libertà ſenza ſer
uitù, & finalmente pieniſſima cognizione
ſenza ignoranza,ò error'veruno. Le qua
li tutte & altre condizioni ſaranno quiui in
vn modo ſi eccellente & mirabile, che la bel
lexza di quelli che in tal patria ſi trouano
comparata a quella di Aſſalone tanto cele
brata & ammirata dal mondo è brutte(ga.
Perciochevn corpo glorioſo paragonato col
Sole lo vince talmente che quaſi lo rendeſcu
ro: & ilſimile interuerrebbe della forte(ga .
di Sanſone 65 della ſapienza di Salamone,
che l'una di queste ſarebbe al paragone di
quelle reputata debole (gia, º l'altra tolti
zia. Et ſomigliantemente la piu ſquiſita
agilità che poſſiamo imaginare, parrebbe pe
ſograuiſſimo. La bellezza poi di talehabi
tazione poſſiamo noi andar miſurando in
parte dalroueſcio che noi veggiamo che è il
cielo, detto coſi non tanto per le celarci e'
aconſ
- - -
D oNAT o ro,
aſconderci le coſe di ſopra, quanto per lo eſi
ſer egli celato cioè ſcolpito di stelle e piane
tie adorno dellume del Sole. Doue inte
riormente tale stanza è abbellita dalla pre
ſenza di Dio, delli Angeli, deſanti,e'illu
strata del lume della gloria. Si che quanto è
più bello Iddio, gli Angeli e l'anime de ſan
ti che non ſono le stelle: e quanto il lume
della gloria ſoprauanza quel della natura,
tanto maggiore bellezza viene ad eſſere in
teriormente che esteriormente, Sciant quan Sap. 13- -
D O N A T O - 1 or
bis terrarum contra inſenſatos. Saranno Sap. 5.
tribolati da tutti e quattro gli elementi fuo
co, aria, acqua & terra. Delfuoco & del Giob. 32.
l'acqua diceua Giob, Tranſbunt ab aqui,
miuium ad calorem nimium. Dell'aria
ſappiamo col teſtimonio euangelico che gli
hanno ad eſſer gittati nelle tenebre esteriori.
Le quali tenebre iui non importano intero
mancamento di lume, ma mancamento di
º in quanto che il vederlo è diletteuole.
Onde quelle tenebre ſaranno di maniera ſi
fatta cheſottovna certa tenebroſità & oſcu
rità vedranno i dannati quelle coſe che gli
potranno accreſcere miſeria & ſupplizio:
come ſono le pene loro & di quelli che per lo
malo eſempio da eſſi preſo ſi ſono dannati:
erlehorribili, e spauenteuoli forme de di
moni. Sarà anco loro di tormento la terra,
ſendo l'inferno ſituato nella piu infima e'
vil parte di quella. Et coſi in tutti i ſenti
menti verranno puniti. Poi che il vedere
haura per oggetto que moſtri infernali con
gli strazi che ſopraſtanno ad eſſi meſchinel
li: & per mezzo di tal ſenſo hauranno le
ſopradette tenebre palpabili: il tatto circon
a
-
O dato
-
-
- --
Sal.84.
ne ſentieri della pace, Iustitia ante eum
ambulabit& ponet in via greſſusſuos. Et
Deut. 6. però nel ſanto libro del Deuteronomio ci è
comandato che del continouo meditiamo
detti comandamenti tanto in caſa quanto
fuori: e coſi dormendo, come vegliando.
L'oſſeruanza de quali ci conduce al regno
celestiale,e'al premio propoſtone, Inclina
Sal. I 18,
ui cor meum ad faciendas iustificationes
tua in eternum propter retributionem. Di
dietro ci allumina co giudizii, ogastighi, i
quali meriteuolmente ſeguitano e ſono die
tro a comandamenti: percioche egli riſuar
dano in questo, che chi gli traſgrediſce dee
eſſere punito, Si dereliquerint filii eius le
Sal. 38,
gem meamein iudiciis mei, non ambula
ſuerint viſitabo in virga iniquitates eorum.
- . Et
-
-
-
D o N A T O 1 o7
Et per ogni tempo ha il grande Iddio punito
chi ha traſgredito i comandamenti ſuoi. Co
me (per eſempio) nel Leuitico quel bestem Leu. 23.
miatore fu da lui ſentenziato ad eſſer lapi
dato. Ne Numeri, Salfaat Giudeo per Num, 15.
raccogliere le legne in Sabato fu incarcera
to e poco appreſo lapidato. Saul per ha 1.Reg.6.
uere contrauenuto al diuino precetto d'intor
no a ſagrifi i fu ſcacciato del regno e'
poſſeduto da Satàn. Oza toccando l'arca,
coſa contraria all'ordine del Signore, cadde -
-
-
-
diluuio & nella ſouuerſione delle cinque cit
tà infami. Igoloſi ferminº l'occhio nella per
Eſo. 23. coſa delpopol Giudaico chiedente indebita
mente le carni. I quali tutti ſopradetti poſ.
ſono dire inſiememente con Tobia, Magna
Tob. 3° iudiciatua quia non egimus ſecundum pre
ceptum tuum. Il conſiderare adunque que
si giudi(zi fà che l'huomo fugga il male.
Appreſſo ci allumina da man destra nella
prosperità, la quale ſecondo il mondo conſi
ſte nelle delizie & piaceri, nella belle(gia,
nella fama e nell'honore, nell'hauer vaga
e elegante prole, palagi & imperii, e però
reputa beato chiunque di eſeabonda, Bea
tum dixerunt populum cui hec ſunt. Ma
Sal. I 43»
perche gli inſipienti ſi laſciano bene ſpeſſo vo.
lontariamente intricare ne lacci,ò dellaglo
riavana che nelli honoriſ troua, è trafigge
re dal velenoſo morſo del ſerpente che nella
verdura della concupiſcenza ſi occulta, è
rodere
-
D O N A T o 1oo
rodere dal verme dell'auarizia, il quale ri
ſiede nelle ricchezze e teſori (Creature dei Sap. 14.
in odiumfacteſuntº in tentationem ani
me hominum &'in muſeipulam pedibus in
ſipientum)peròfa mestiero che ſeguendo la
ſcorta del ſopradetto lume stiamo ſemprepa
uidi, per non rimanere inueſcati e pregio
ni, come ad innumerabili è interuenutoſola
mente per la copia delle felicità mondane.
Intra quali Salamone con tutto il ſuo ſenno 3 Reg. I fa
eo con tutto il ſuo ſapere dee eſſere annouera
to; da che mentre che notaua nel golfo delle
delizie & delle proſperità temporali tenne
tanto poco conto di ſe steſſo, che ſi conduſſe
perfino ad adorare Asterte Dea de Sidoni
e 'afabricare templi a Camòs idolo de Moa 3.Reg.11.
biti, e'a AMoloch idolo delli Ammoniti: &
incenſare eſagrificaread altri idoli, ſecon
do che e' vedeua di compiacere a varie don
ne da lui troppo sfrenatamente amate & te
nute in pregio. Chi non ſa che la rouina di
Maria Aaddalena fu cagionata dalla ſua
- corporal belle(gia, e dalla douizia delle
facultà temporali, De qua ſeptem demo
mia exierantº che il disfacimento delle cin
º ) que
I | 0 V ITA DI SANTO
quecittà hebbe origine dalla troppa douizia
di roba, Hecfuit iniquita ſodome ſororis
tue ſuperbia pani &t. Che il volere eſſere
adorati prima Amàn, e poi Herode Agrip
pa interuenne per l'eſſere il primo di questi
tica . troppo fauorito dal Rè Aſſuero: & il ſecon
º dopergodere troppo quietamente e pacifi.
camente il regno. Et finalmente che quel
ricco euangelico poneſſe tanto affetto allaro
ba, che la nottemedeſima che ſe ne gloriaua
Lac 1, e godeua, haueſſe ad eſſer portato via da
dimoni, ſe non la copia delle graſcie quell'an
noricolte e venuteli in mano, Stultehac
notte animam tuam repetentate? Ei coſi
pervno che caſchi in colpa dallato ſiniſtro
aellauuerſità, innumerabili caggiono dalla
destra delle proſperità, Cadent à latere tuo
º mille e decennilia à dectri, tuia. L'au
uerſità da man ſiniſtra ci danno ad inten
dere qualmente ci habbiamo a condurre al
ſuperno refrigerio col paſſare perloſº º
- per l'acqua delli acerbi trauagli e aſpre tri
solazionidichealoeda queſta morte che ſi
Sal. 65. - chiama vita. Tranſuinia per gnen &
- aquam, 6 edºlinº ºrfani º 6;
-
D O N A T O I I I
D O N A T O ar;
ſi addormenti nel grembo dell'affe (zione
corporale: doue lo priua deſette doni dello
ſpirito ſanto, in cui conſiste laſpiritual vir
tù: e coſi il meſchinello accecato e ſcherni
to da dimoni cade ſotto al precipizio della
dannazione perpetua. Il ſecondo nemico è
il mondo, il quale ci tenta hora con oggetti
diletteuoli e grazioſi, 65'hora con terribili
Dan. 7.
e'miſerabili.e però dal Profeta Danièlfu
aſſomigliato al Leopardo dipinto di colori
diuerſi, per lo eſſere egli tutto pieno di falſi
tà, adulazione & doppie ga: Costui non
altramente che i Caldei aſſaliſſero gli armen
Giob. ſe
ti di Giobº gli conduceſſero via con eſſo lo
ro, ammaſsando quei garzonetti che gli
guardauano: cerca di portar via l'opere me
ritorie e vccidere la purità dell'affezzione.
Ondegli amatori del mondo diuengono ne
Giac. 4
mici di Dio, Quicumque voluerit amicus
eſſeſeculi huius, inimicus dei constituitur.
Grande inimico e continouo perſeguitatore
dell'huomo è il dimonio: il quale ſi sforza co'
venti delle tentazioni far cadere i fiori del
ſbuon propoſiti & delle inſpirazioni ſaluti
fere che e conoſce trouarſi nelli alberi huma
771,
ir A v ITA DI SANTo
acciò ſi perda il frutto delle laudeuoli & vir
tuoſe opere che di quindi ſeguirebbero, ſe coſi
impedite non fuſero: nella maniera medeſi
ma che ſi perdono i frutti che ſi maturarebbe
ro in ſugli alberi, quando ſono colti, è altra
Eſo. 1 mente offeſi i fiori da loro prodotti. Et come
Faraone fece buttare in fiume i piccioli fan
ciullini delli Hebrei, acciò quel popolo non
moltiplicaſſe troppo: coſì quest'auuerſario
comune s'ingegna d'eſtinguere i primi con
cetti buoni, bramando farli ſommergere
nell'acque delle mondane delizie, afine che
non creſchino per l'opera & conſuetudine.
n.Reg II Et come l'empio tiranno Naas molesto aſſai
li huomini di Iabès, nè mai volle promet
ter loro pace nè tregua, ſe non con patto di
cauare a ciaſcuno di loro l'occhio deſtro; per
ſomigliante modo il tiranno infernale, ſer.
pente di colori diuerſi, denotanti la varietà
develeni & tentazioni moleſta i caritatiui
perſouuertire le città delle loro anime, 63
trarre l'occhio della ragione, tale che l'anima
accecata non vegga doue conuiene che la
poſi l'affezzione del cuore. Etſi come Na
buzardam Prencipe dell'eſercito di Babil
-
lonia,
- .
D o N A T o rrr
lonia, preſa che fu Gieruſalem entrò nel tem 4 Regas.
pio e fece preda delle piu care & prezioſe.
coſe che vi fuſero, e intra l'altre delcan
delabro: coſi quest'iniquo cerca di penetrare
nel tempio dell'anima moſtra, per iſpogliarla
delle cariſſime e prezioſe gemme delle virtù
christiane: & precipuamente di estinguere -
- -
-
e D O N A T O Ir o
conſeguentemente a laudarlo & benedirlo
ſommamente. Dappreſo ci illuſtra co do
ni delle ſue grazie celeſtiali: mercè di cui noi
contempliamo & gustiamo il ſommo bene:
6 da quello conſeguiamo ſuperne riuela
zioni, facendoci vedere quaſi come ſe fuſi
mo preſenti i diletti che nella gloria ha Iddio
1.Cor. 1 Ie
nella deſtra, Nobi, enim reuelauit per spi
ritum ſanctum. Imperciocheſi come niuno
ha notizia delle coſe dell'huomo, ſe non lo
spirito che è in lui: per ſomigliante modo
non ſappiamo le coſe diuine, ſe non entra in
noi il diuino spirito. Dentro introduce in
noi ſplendori ammirabli con ispettacoli in
teriori, che ſono le parti radicali della fede:
eo esteriormente co'laudeuoli eſempi deſan
ti da imitarſi & ſeguirſi da noi. Afine che
chi ſi troua innocente & puro, per conſer
uarſi in tale stato tenga ſempre l'occhio fiſſo
nellucentiſſimo specchio di purità & inno
cenzaſanta Maria ſempre vergine auuo
cata & ſignora noſtra, la quale non peccò
giamat coll'atto nè colla volontà, Quere
turpeccatum illius & non inuenietur. Et Sal. 9.
72072
ra2 vITA DI SAN Po
non introibo. Et merauiglioſamente ſi ve
deua risplendere la grazia diuina in lui,
ando invece di ſeguire i diletti e piaceri
delſenſo, egli con ogni induſtria & con tutte
le forze ſi procacciaua la patria celestiale.
opera di vero non mai baieuolmente loda,
ta, e da eſſere da ciaſcuno ſeguitata di co
minciare nella piu tenera età ad offerire a
Dio leprimizie defatti delle buone opere.
come in figura di questo camando la maeſta,
ſuachegli fºſſero offerteleprini e delle bia
de e de frutti. La qual coſa per hauere,
Abèloſeruata nell'offerirle del meglio depri
mogeniti de ſuoi greggi, riſpuardo Iddio è
lui esa ſuoi doni, º per contrario non ri
ſguardº a Caino nè a doni ſuoi perche gli
offerſe del peggio. Simili ad Abèl ſono co
loro che al Signore dedicano il fiore della gio
uentù:e che la mattinapertempiſmo ſtan,
no vigilanti alle porte di quello colſeruirli
druotamente. Etperò le loro opere ſonº aº
cette a Dio. Eta Cainoſi aſſomiglia chiun
que applicail fiore della giouenti, a propipta
ceri & maluagi deſideri,riſeruando temera
riamente al creatore la feccia della propia
C, età
--
DO N A ;T oi ºr 23
età che è la vecchie ga:eleggºdoſeruire poi
alla caſtità, quando la libidine ſi vergogna
d'hauerlipiu perſeruitori. Ad aſſuefarſi in
tal guiſa da giouinetto alle virtù e alle buo
ne opere ne inuitaua Salamone, ammonen
done che altri ſi ricordi del creatore nei gi
ini della giouentù prima che e venga iltempo -
è QL 2 gio
12 A VITA DI 3A NOTo
giouentù come luna piena: nella vecchiaia
ºuando è freddo &'debole quaſi lunaſcema:
nell'infermità, luna pallida: luna vermi
glia nelle prosperità: luna nera nellecontro
luerſie:6 nella mortefinalmente luna ecliſ
ſata. Si che fa di meſtiero aſſuefarſi dagio
uentù a laudeuoli coſtumi & non aſpettare
che le ſtelle deſenſi corporei ſiano aſſuefatti
per la ria èſanza alle operazioni inique:
ſeguendo in ciò le ſagre orme di questo per
fettiſſimo giouinetto Donato. In cui colla
creſcente età andò inſiememente creſcendo
laſapienza & la dottrina. Ondeſi come
"haueua nella memoria conſeruatele degniſ.
ſime coſe che da maggiori vaitehaueua,aſo
imiglianza della immaculata Vergine, che
conſeruaua le ſante parole del figliuolo nel
Luc.2. propio cuore, AMater eius conſeruabatom
nia verhahecincorde ſuo: coſi andaua in
iſegnando &ammaeſtrando chi conuerſaua
ſeco, vtiliſſimamente ſpendendo il talento
della ſcienza concedutagli. Si che con gran'
ragione ſi può dire di quelli che gli ſtettero
appreſo, Qui appropinquantpedibus eius,
Deut.33 , accipient de dottrina eius. Fortificato co
C. Iſtui
-l
e D o N A T o I 2r
stui per tanto nel timore del Signore fu ſo
prapreſo da immenſo diſiderio d'incami
narſi in lontani paeſi & abandonare la pa
tria, i parenti, gli amici & qual ſi vogliaco
ſa terrena per accoſtarſi ſolamente al ſigno
re. Come quel che bene era conſapeuole che
le ricche (ze, i dilettiſenſuali, le delizie del
corpo, gli agi,le pompe del mondo non ſono la
via del cielo, ma piutoſto dell'inferno, Arcta Matt 7.
“estvia qua ducit ad vitam, º che non ſi
può dalle morbide e carnali paſſare alle
celeſtiali: stimando con diritto giudizio la
roba, l'honore, la potenza, la fama, la ſani
ta & la belle(ga del corpo tutto vanità: 65'
l'altiſſimo Iddio, vero e perfettiſſimo bene:
e ilviuere virtuoſo e humile, il mezzo da
eſſo conſeguire. Onde quaſi nouello Abraam Gen 12.
il quale alla diuina voce uſcì della ſua ter
ra, della ſua caſa, º del ſuo parentado, 6'
e conduſſeſi alla terra di promeſſione abonde
uole di latte e di mele: abbandonò egli al
ſuono della tromba euangelica con tutto il
cuore ogni ſperanza che da molti ſi pone nel
- le coſe delſecolo, distribuendo il ſuo hauere
- nelle opere della pietà e de pouerelli, perſe
- guitare
I 26 VITA DI SANTO
guitare pouero leſante orme di colui che di
ricchiſſimo diuenne per noi pouero. Propter
vos egemus factus est cum eſſet diues, tanto
che fino di principio quando venne ad habi
tare tra noi nacque in trema pouerta nel
me(zo del verno, nella mezzanotte, in luo
gofreddiſſimo , in terra ignudo, coperto poi
dalla Vergine madre ſua con pochi & poueri
pannicelli, posto nella mangiatoia delle be
ſtie, accioche dal fiato dell'Aſino & Buefuſe
alquanto riſcaldato: & in viuendo conti
nouò ſempre in quella, mancando delle coſe
neceſſarie & biſogneuoli al vitto: alla morte
finalmentefu tutto ignudo in croce poſto, 65'
poi coperto ſolamente col velo della madre
ſua. Donato adunque entrando in viaggio
preſe in compagnia vn garzonetto leggia
dro&gentileſco molto detto Andrea (la cui
vitafugia hiſtorialmenteſcritta da M. Fi
-lippo Villani nobil Fioritino per la aſſai diuo
zione che non pure egli ma altre perſone ſpi
rituali e amici ſuoi hebbero in quel ſanto)
al quale Donato inſegnato hauea come filo
-ſofo perfettiſſimo non pure le dottrine natu
rali degentilii ma comeſcienziato nellaſo
pra
r. D O N A T o raz
pranaturale o riuelata ſapienza, la chri
stiana principalmente e nelle quali eſſo An
drea haueuaprofittato in modo incredibile.
Infiammati pertanto amendue di puriſſimo
amore ſi riſoluettero di andar a viſitare i
ſanti corpi delli Apoſtoli in habito di pelle
grini mendici. Onde accomiatatiſi da pa
renti & dalli amici non ſenza diſturbo &
dolore di eſſi, portando con eſſo loro tenuiſſi
mamente danari per lo viaggio, hauendo di
gia dispenſate apouerelli di Chriſto e a luo
ghipi le lorofacultà, di cui erano abondan
tiſſimi ſi imbarcarono per la volta di Roma
con ſaldo proponimento di andare mendi-
cando e finire i giorni loro in molta peniten
za. Auuenne in questo loro pellegrinaggio
che per l'immenſo deſiderio che gli haueuano
di viſitare i luoghi dotati di ſagroſanterelli
quie & d'indulgenze: & andandone minu
tamente inueſtigando venne loro, in notizia
qualmente il belliſſimo monte Fieſolano era
abondantiſſimo & numeroſo molto di corpi
di Martiri & priuilegiato d'indulgenze e'
stazioni in aſſai copia & larghezza. Per
che a quello trasferitiſi ſi abbatterono appun
- . . t0
I 24' VITA DI SAN TO
to a trouar quel popolo in aſſai angoſcie per
lo mancare in quel tempo delle benedizioni
delloro morto pastore: & con molta temen
zia che nella elezione del nuouo non ſi ſuſci
taſſero intraque popoli tumulti e diſcordie
da non ſi poter poi coſi facilmente quietare
con ineſtimabil danno loro. Per lo che tut
ti meſti diuotamente ſupplicauano la diui
ma miſericordia che ſi come haueua tenuto
ſotto la ſua protezione Iſrael liberandolo da
mille controuerſie, coſi sì degnaſſe cuſtodire
e tenere ſpecial cura di quella ſua chieſa
prouuedendo loro benignamente divn'otti
mo pastore, e liberando la città da pericoli
ſopraſtanti. Arriuarono tantoſto i giusti
preghi di quella moltitudine all'orecchie di
colui che mai non dorme: & coſi nelme (zo
dell'orazioni autuicinandoſi Donato & An
drea alla chieſa di Fieſole adiuenne che le
campane di eſſa, tutte ſenza eſſere da alcu
no tirate cominciarono a ſonare: al qual
miracolo piacque all'onnipotenza diuina
aggiugnerne vn'altro per manifeſtazione
demeriti di questo beatiſſimohuomo, e'que
ſtofu chetutte le lampane che all'hora vi ſi
troua
e D o N A T O i 29
trouauano, ſenza veruno aiuto e miniſte
rio humano incontamente ſi acceſero &'allu
minarono per opra ſoprahumana: che ſendo
egli preparato da Dio quaſi nuoua luce per
alluminare le anime gli piacque manifestar
lo collume viſibile. Il che in luogo di mira
colo&prodigio inaudito hauendo tutti, º
ricercandone la cagione con deuozione in
credibile furono da celestial' voce ammoniti
Donato douer eſſer loro pastore. Infratan
to entrò in quel tempio nobiliſſimo eſſo Do
nato, picciolo di corpo, ma di doni spiritual
ligrandiſſimo. Concorſero ſchierati i popoli
aſimerauiglioſo ſpettacolo e ſi adunarono
alla chieſa, come le biade all'aie al tempo del
la rivolta vniuerſalmente tato maſchi quan
lo femmine, coſi vecchi come giouani, tutti
inſieme e ciaſcuno per ſe ſupplicandolo che
hauendolo Iddio dato loro per pastore non
iſdegnaſſe accettare talgrado. Ma egli co
mehumiliſſimo fece ogni ſorte di reſiſtenza
con pregarli non ſenza gran manſuetudine
che non gli impediſſero l'incominciato viag
gio:6 perſuader loro che no conueniuaſu
blimare a tal ſeggio vn huomoRpicciolo &
- - - s . - di
Igo vITA DI SANTo
di ſtatura e di merito foreſtiero nè conſa
peuole decoſtumi loro. Ma quanto egli più
tentaua diſchiuare tal peſo con tanto mag
giore ardore & vehemenza inſiteuano
dintorno alla detta elex5 tone,tale che egli fu
piutoſto rapito che eletto alla degnità pontia
ficale e coſi fottentrò a tal peſo preponen
do al propio il volere diuno che fu l'anno
del ſignore ottocento dua. Nel qual'efficio
aſſunto egli nouellaneteſi dimoſtrò coſi atto
come ſe lhaueſſe eſercitata lunghiſſimi tem
pi. Percioche egli era larghiſſimo nelle limo
ſine, frequente nelle vigilie, diuoto nell'ora
zioni, ſingolare nella dottrina, pronto nel
parlare, è ſantiſſimo nella conuerſazione.
Paleſaua ſincerità e pietà del cuore colla
manſuetudine del parlare ſerenità di mente
nel volto a penitenti, ſi come a peccantiſi
moſtraua terribile di aspetto. Piangeua
dirottamente le colpe & traſgreſſioni deſuoi
ſudditi, 6 per quelle penitenziata aſpra
mente ſe steſſo: nella manieramedeſima che
pergli altrui peccati hannoſempr62 preſa afs
flixzione e penitenzie volontarie li altri -
ſanti: intra
).
quali Moisè ſupplica º"
che
i - - \
D o N A T o rgf
che o miſericordioſamente perdonaſſe la col
pa dell'idolatria al popolo, o che radeſe lui
dellibro che gli haueuaſcritto, Aut dimit Eſo 3 3 e
te ei hanc noxam, autſi non facia, dele me
delibro tuo quem ſcripſiſti. Dauidamara
mente piangeua che i peccatori nemici di
Dio traſgrediſſero la ſanta legge di quello,
Exitus aquarum deduxeritoculi mei quia º
non cuſtodierunt legem tuam. Dirottopian
to oſciua ancora dalli occhi di Gieremiaſo
pra quelli delſuo popolo che erano morti non
ianto corporalmente,quito alla duinagra
sia per li peccati loro, Piorabo dieac notte Gier. 9.
interfectos filie populi mei. Paolo altreſi
piangeuai nemici della Croce di Christo per
eſſere il fine loro la dannazione eterna,
Nunc autem
chriſti, & fini
quorum fiens interitus.
dico inimicos crucis Filip.
In queſta .. 3.
-maniera ſi tribolaua la pientiſſima madre
di Santo Agoſtino della perdizione del fi
º gliuolo, tanto che egli steſſo ne libri delle Can
feſtoni teſtimonia che molto piu piangeua
eſſa la dannazione ſua, che l'altre madrinò
- ſi lamentano & affliggono della morte de
figliuoli. Et del Patriarca de Predicatori
- - - - R 2 ſanto
1,2 vITA DI SA Nafo
ſanto Domenico ſi legge come ºgni notte ſi
daua tre diſcipline con catena aspra di fer
ro, vna perſe, l'altra per gli peccatori della
vita preſente, 6 la terza per quelli ſtanno
nelpurgatorio. Per queſta ſalutifera fra
aa adunque camminando, il ſanto Veſcouo
Donato ſi affliggeua pergli peccati delli al
stri. Felice Scozia che generò un tanto huo
mo, Allegrinſi i ſuoi veramente fortunati
genitori che ci mandarono vn ſi fatto Dot
rore: ma ſopra ogni altro ſtia lieta Fieſole e
con eſſa la Toſcana tutta, che fu ripiena del
la dottrina ſua 6'de miracoli ancora: In
tra quali ſegnalatiſſimo fu quello che coſtu
mando egli di paſcere il gregge commeſſogli
non ſolo colpane materiale e col pane della
diuinaparola, di cui era larghiſſimo &abon
dantiſſimo diſpenſatore, ma come pieno di
paterna carità delpaneſagramentale anco
ra: auuenne che hauendo vn giorno confe
i rito a molti il Venerabile Sagramento della
Confermazione, aspettandoſi il conferirlo
ordinariamente a Veſcout ſoli: ſi come al
s tempo delli Apoſtolieſi e non altri lo confe
-
riuano, Imponebant manuaſi per illos
a - -
&
ACCf
-
e D O N A T O - s º 33
accipiehant spiritum ſanctum : & eſſi fu- Ft. Apa
rono i primi che in compagnia dell'immacu
lata Vergine lo conſeguiſſero il giorno della -
- -
D oNAT o raz
moAttila deſolato e diſtrutto la cui roui
ma offendeua tanto gli animi de Christiani
che Donato ſentendolo, moſſo a compaſſione
pianſe amaramente, non ſenza moſtrare in
menſo deſiderio di vedere rifatto talediſi
zio. All'hora Andrea vedendo il ſuo veſco
uo coſi infiammato e da lui confortato ſcor
gendolo ilſanto spiritoſi offerſe (come chea
perſona pouera e ſtraniera foſſe natural
mente impoſſibile non che difficile)are tau,
rare, è per dir meglio rinnouare quella di
frutta fabbrica. Poco appreſa con la bene
dizione di quel ſanto prelatofeceiuinuoua
muraglia con limoſine larghiſſimamente
ſa edificò e dotò vn monaſterio:doue tolti in
ſua compagnia alcuni deuoti huomini e da
to loro il ſanto habito monacale menò vita
sausteriſſima e puriſſima, tale che la penna -
- . -
--
N -
- - o
-
D oNAT o rgo
vt rotam volle con pertinace intenzione di
fendere quel che gli haueua iniquamente
predato aggiugnendo oltraggioſe parole con
iroilſanto. Ma ben toſtoportò la pena del
fuograuefallo, da cheapena partito da lui
gliſi forſe miracoloſamente la bocca: la lin,
gua che haueua parlato del ſanto ſi legò: gli
ºcchi che erano stati cagione di diſiderarſi
ferrarono: e le manichehaueuanopreſe le
robe della chieſaſi rattrapparono. All'hora
egli " dell'errore,
roſi balbuziende non potendo ſnodar paro
la impoſe a ſuoi che lo portaſſero all'huomo
di Dio, che per talelo cominciò pure a cono
ſcere (ſpinto dalla neceſſità) confeſſando di
laueregrauemente peccato priuandolo delle
ſue ſoſtanze. Fu portato a braccia, egit
tatoſi a piedi delſantoriuerentemente loſup -
plicò, che non ſolo ſi ripigliaſſe quelle facuità
che gli reſtituiua, ma ancoſi degnaſſe accet.
tar in dono buonaparte delleſuepropie. Nel
quale atto ſi moſtrò immenſa la diuinami
fericordia inuerſo di quel meſchinello, da
che e conſeguì tal lume e compunzione del
fallo commeſſo, che doue prima gli haueua
e -
-
a
-- -
rapito
, -
lo tremendºgiorneadedeaº -
siamºſai";
otehen da can Daiid, Niſº,4ia demia
inili ſi
inferno animanº. Nºn a càſſantadº
º". ſcarel'altiſſime è impºs
ſia alcalpeue condºgna penitenºglºdiº
dela benedizione epiſcopale mire di caiº
an ſubito dissandoſi interamenteſanºſº.
i"
il ſanto Kaſsano Roma e anime altº
anziòſioccupata nell'arazioni º perde
-
ua il tempo nei leggere le di
i"
giancata col predicare e dettº ºſº
poi, ſi fatica nel mºdº chi
ſarò ſioccupaua con gran ſolº
le cure delle vedoueº del fani, e ſºpra
tatto tensaacaraſºcialiſmº depetºriº
gilandº contiacamentº
R,
ſpregiateſº MA
e sv .
a di si N A Tre i li "
nea di meſtiere lgoiernº commeſſogºgſgliss Alt
l'ultima polendo ddiº per fine alle kea da
"i
dana infermità di dolori nelle parti itali,
Et egli conoſcendº di ſºrgentº all'ºlti,
nel giornº chiare paſserdoticº
e
- - Nw -
-
ra, vitA pi saNto ,
tepredicano a noialtri che lo veneriamo e
imitiamo: non baſtando il venerare i ſanti,
anco non ſi ſeguono i ſagri eſempi e orme
ſ" "ſuperne
conſolazioni che dalla deſtra diuina e con
èguono in ſempiterno e peruenire alglorio
fino trionfo di quelli, è neceſſario che pri
magliſiamo compagni nelle tribolazioni e'
affanni, che e ſopportarono in questo viuerº
baſſo:enelloſpregiare, come eſi ſi
piacere all'altiſſimo, ogni dolcezza della
vitapreſente, e crocifiggere la propia car
ne co vizii e concupiſcenze. Si che ten
ghiamo delcontinouolocchio e la mentefſ.
fanelleammirabilia (zioni di quelli, le qua
li come gagliardiſſime funici ritirano da di
ſideriterreni: e' quaſi in vno riſplendente .
specchio miriamo gli atti noſtri nella puriſi
ma vita loro, e'doue gli veggiamo concor
dare con quella, rendiamoci certi di cam:
minare per la strada della ſalute. Ma ſe
per contrario (il che ſia da noi lontano) la
vedeſſimo eſſere da quella diſcrepante,hab
tiamo per vero di aumicinarci al tenebroſo
controinformale. Veneriamoliidunque e'
inſie-
-
-
-
1) o N A T O I 43
inſiemamente con tutte leforzi ludiamoci
d'imitarli nella vita preſente e fine che eſſi
riconoſcendo in noi di quelle ſalutifere e'
virtuoſe operazioni, di cui eglinofu
rono copioſiſſimi, ci ſiano inter
ceſſori e difenditori
e º
º o I -
nella, i futura.
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GEORI
º E e Are AONip
SISSIMO
R. ºb e Sà
= L CANDIDO e
si innocentiſſimo stato
ali della immaculatapri
il mitiua chieſa, il quale
22esi - º se -
-
-
-
-
Fie
a -
-
ANDRE A azz
Fieſole martirizzato il glorioſo padre noſtro
.Santo Romolo con innumerabili altri tale
che oltre a molti corpi loro che ripoſandociſi
decorano questo monte: ci ha vn'pox3 opie
no di ſangue di martiri: & nel modo mede
ſimo il Santo Euangelista Giouanni fu poi
ſotto Domiziano meſſo in vn vaſo d'olio
pollente, e poco appreſſo mandato sbandito
in Patmòs. Sotto Traiano fugittato in ma
re San Clemente e Santo Ignazio corona
to di martirio nobiliſſimo. Succeſſiuamen
tenetempi d'Antonino Pio, dAdriano, di
seuero, di Maſſimino, di Decio,di Valeria
no, d'Aureliano di Diocliziano, di Giulia,
no Apoſtata ea d'infiniti altri, ſenza numer
rafurono quei ſerui di Dio, la cui coſtanza
ſplende tanto che dopo moltiſtrazio'oltrag
gi colme o del ſangue e della propia vita
coſeguirono in vari tempi la palma del mar
-
tirio. Fu ancora dal medeſimo auuerſario
noſtro data podeſtà a chi caualcaua quel ſuo
caual roſſo di leuare la pace di terra non gia
quella del cielo che teneua in tal maniera oc
cupati i cuori di que Chriſtiani, che ben po
teua dire con Dauid ciaſcun di loro, Cum
T- A2 - his
rza v1TA DEL BEATo
si ris, his quioderunt pacemerampacificus: & di
fare che gli huomini ſi ammazzaſſero l'ono.
l'altro, inſino il padre i propi figliuoli, come
(per eſempio) della Vergine Barbara è noto,
che dal padre Dioſcorofu in vari modiſtra
ziata, tormentata & morta. Et talmente
era roſſo ilcaualloperloſangue di tanti mari.
tiri, che ſecondo il computo di San Girola
mo, ogni diſipotrebbe far memoria di cin
quemila eccettuato il primo giorno di Gen
naio eſente appreſſo a Romaniallhora d'ogni
eſecuzione di giuſtizia. Ma il pientiſſimo
Iddioconuertì in bene queſta malizia di Lu
cifero, e dell'immenſa crudeltà di tiranni
coronò infiniti Martiri eſercitando la pa,
zienza loro. Et quanto piu ſangue ſi ſtar º
geua con tantopiu abondante frutto ſi ſemi
naua la fede, e piu creſceua la chieſa. Il
che conſiderando l'oſtinato e continouoper
ſecutore e vedendo le ſue astuzie e arti ri
uſcire alcòtrario del ſuo diſegno muto modo,
Imperciocheſendorenduta la pace alla chie
fa e fatti chriſtianigli Imperadori e Pren
cipi, cominciarono le chieſea diuenir ricche
per l'aſſai deuozione de Signori e depriua
- - ti
r
-
-
AN D R EA 12 o
ti che veggendo i virtuoſi e deuoti miniſtri
di che l'erano adorne, le nobilitauano & do
tauano larghiſſimamente nella maniera me
deſima che fatto hauea la Reina Sabba qua
dopoichehebbe veduto il mirabilordine di
quelli che ministrauano nel Palagio di Sa
lamone gli largì doni magnifichi. Et coſi
alla chieſa accrebbe grand honoree ricche -
-
za temporale, l'eſſere per le mani di quei
"roui&parrocchiani diſpenſateſa
luteuolmente le facultà in ſouuenzione di
poueri pupilli, vedoue, pellegrini, ornamen
ti di templi e ſostentazione di ministri.
Però mentre che la chieſa fioriua di pace, di
ricche (ze, decorata di paramenti, vaſies”
altri innumerabili ornamenti cominciaro
no alcuni de ministri ad appiccarſi talmen
te&porre affetto alla roba & allihonori che
con gran ragione poteuan dire, Adheſit Sal. 113.
pauimento anima mea: onde quel candore
di vita e di costumi & purità di cuore e'
d'intenzione cominciò a macchiarſi e ad
annerire, perche quei prelati non riguarda
uano al benefizio per vtilità de pouerie del
la chieſa, ma per vile & commodo propio
- º
-
-
-
-
1ro VITA DEL BEATo
piom s e per ambizione, la quale ſecondo Agoſtino
º" è il carro trionfale di tutti idimonj: &ipo
- poli abbandonarono la ſemplicità del vitto,
del vestito e dell'habitazione, e coſiegual
mente ſi diedero all'auarizia, e le faccie
delle loro coſcienze diuennero nere piu che i
carboni non ſono nèfurono riconoſciute con
venerazione nellepia(3 e della conuerſa
Tren.4 zione eſteriore, Denigrata est ſuper carbo
nesfacies eorum, 6'nonſunt cogniti in pla
teia. Mentre dunque che quei prelati in ſi
fatta manieraſiripoſauano dormendo qua
to alle coſe diuine per lo aſſai affetto delle ter
rene accompagnato da profonda negligenza
non mancò l'auuerſario di non ſeminare in
tra l'ottimo & fruttifero ſeme defedeli ilper
mizioſo & dannoſo loglio dell'hereſie, Cum -
Mat.13. autem dormirent homines venit inimicus
eius, & ſuperſeminauit zizzania in medio
tritici: & coſimandò fuori vn'caual nero,
cótrario in tutto 65 per tutto al bianco, Veni
Apoc. 6. & vide,6’ecce equus niger. Ettanto veloce
fu il corſo di queſto nero cauallo, 63 il veleno
che e portò alla chieſa che piu lenocque la pra
uità ſheretica che fatto non hauea la rabbia
- - tiran- -
A N D R E A IfI
tirannica. Furono all'hora colpa di talpe
ſte infetti e prouocati contra cattolici molti
prencipi potentiſſimi: spogliati, uſurpati e'
distrutti i templi: e quei ſantiſſimi veſcoui
Atanaſio, Ambruogio, Hilario, 65' Martino
con quei fedeli che gli ſeguitauano, chi ſcac
ciati dalle loro chieſe, e chi in vari modi tri
- bolati e afflitti - AAa non per questo potè
l'horribile & portentoſo mostro ſommergere
laſanta naue, anzi adonta di quello la ſo
- prahumana clemenza che a ſanti martiri
haueua ſomminiſtrata carità e forte(ga
da ſofferire l'impeto de tiranni illustrò con
diſuſato ſplendore di ſapienza e d'intellet
tole luminoſe stelle del cielo militante da al
- luminare e far chiaro ogni ſcuro & peruer
ſo ſentimento delli heretici, dalla perſecuzio
ne de quali collaſana dottrina loro liberaro
no la chieſa. Et coſi la peruerſità heretica fu
cagione che quei beatiſſimi dottori Baſilio,
Atanaſio, Chriſoſtomo, Ambrogio, Agoſti
mo, Girolamo con altri aſſai in innumerabi
li volumi loro ci apriſſero gli immenſi teſori
della ſcrittura stati fino a quel tempo aſcoſi
o riſerrati; & nel modo medeſimo trag
- ghiamo
- - - -
1º 2 vITA DEL BE A To
ghiamo dalle ricche (5 e 6 dominio tempo
rale della chieſa frutto & vtilità grandiſi
ma. Percioche ſe eſſe non fuſero gli heretici
e altri ribelli che non temono il coltello pi
rituale delle ſcomunicheſarebbero troppo in
ſolenties a guiſa di fiere ſeluaggie darebbe
sal.7, ro il guaſto ad eſſa ſanta vigna, Singularia
- ferus depaſtus est eam: & pure col coltello
temporale ſono domati º raffrenati come
conuiene. Impercioche ſe non ſi deono la
ſciare i Lupi intra gli armenti: nè le acceſe
fiaccole nel mezzo delle ſecche ſelue, nei leb
broſi, è appeſtati in compagnia deſani, mol
tomeno ſi hanno a comportare & tollerare
gli heretici nel giardino cattolico. Questi
due coltelli spirituale&temporale eſſere al
la ſanta chieſa neceſſari ſi raccoglie dalle
steſſe parole del redentor noſtro, quando di
cendoli nella ſua paſſione i diſcepoli di haue
Luca. re due coltelli rispoſe, Satia eſt. Cominciò
dunque quel caualloarallentare il corſo &
laſciare in parte la ſua nere(gia, mercè (co
meſi e detto)di quei ſantiſſimi dottori,alche
furono anco di molto aiuto le venerabili ope
re de ſanti monaci che legittimamente mi
- litan
-
A N D R E A Ff ?
litando ſotto i due gran Patriarchi, Baſilio,
in Oriente, 65'Benedetto in Occidente, di
ſfregiando il mondo con ogni ſua pompa &
faculta viueuanopoueramente non pºſſeden
do niente in particolare: & perche dispregia
uano l'oro e l'argento, i ricchi ne porgeuano
loro in abondanza grandiſſima, che lo di
- ſpenſaſſero a biſognoſi, vedendo le badie eſº
ſererefugio di poueri, conforto d'infermi e'
alleuiamento di tribolati, prendendo i mo
naci a pena quel tanto che al loro ſemplice
vitto & pouero veſtito era biſogneuole. Vl
timamente non hauendo la mala beſtia ha
uuto poſſanza di diſtruggere la ſanta chieſa
nè col me(go delle tribolazioni aperte, nè
delle manifeste hereſieſi volſea perſeguitar
la col mezzo dell'hipocriſia & tiepidexza
per atterrarla mediante i falſi fratelli hipo
criti & tiepidi in vn modo domeſtico fami
gliare & ſegreto: & mandò fuori il Caual
pallido ne bianco nè nero, Et ecce equus Apoc. 6.
pallidus &quiſedebatſupereum nomen illi
mors &'infernus ſequebatureum, che ſono
gli hipocriti e tiepidi che alla bianche (ga del
la ſana dottrina, è apparenza di qualche
buon'
1rz vITA DEL BEATo
buon coſtume meſcolano la dottrina falſa,
ò peruerſi coſtumi, 6 tanto fanno maggior
danno, quanto ſono manco conoſciuti & me
noſchifati. Caualcaualo il dimonio prin
cipio e origine della morte e che dietroſi
straſcica douunque e vada gli infernali tor
menti. Vſa egli ogni arte divccidere altrui
col coltello della duina parola peruerſamen
te inteſa, colla fame della vera & cattolica
dottrina, colla morte de peſſimi coſtumi &
colle beſtie demali eſempi. Fu di gran lun
gapiu pernizioſa alla chieſa queſta "
na guerra delli hipocriti ſimulantivitaſan
ta & detiepidi che le eſterne ſtate non erano,
percioche eſſi habitauano intra fedeli & in
gannauano buon numero di quelli & ſotto
colore di bontà 6'pietà crudeliſſimamente
gli danneggiauano, 6 apportauano tormen
ti atroci & crudeli con l'inique ſimulazioni
e inganni. Percheſi come EleaKgaro veg
n.Mac.6.
gendo vn'Elefante che ſoprauanzauagli al
tri veſtito con l'armadure regali pensò che vi
fuſe ſopra il Re, il quale in verità non vi
era: &'iſergenti di Saulcredendo di troua
1 Reg.19 re Dauid nelletto, vi trouarono in º t40
- -
A N D R E A , 1 r
ſuo vna statua coperta di pelli, e Giacob Gen.31,
trouò la vesta del figliuolo ſuo Giosèfeo non
lui, 65 i diſcepoli del Signor Gieſù quando Gio. 28.
credettero trouar il Maeſtro nel ſepolcro,
veddero quiui non eſſer altro che i lenzuoli
&loſciugatoio che era stato poſto ſopra ilca
po di quello: coſì in quei peruerſi che appari
uano armati coll'armadure del ſommo Re
lequali ſono l'humiltà e la buona vita ſipo
teua penſare che ſotto quella ſapienza&ap
parente virtu habitaſſe Iddio: ma taſtan
do poi diligentemente la vita loro ſi trouaua
la ſola beſtia cioè l'huomo viuente beſtialmen
te: trouauaſi la statua mancante di vita
irituale, di virtu & diſcienza : la veſta, i
lenzuoli &'loſciugatoio: ma non già il ſan
to&ſauto Chriſtiano che appariua difuori.
Talche meriteuolmente la ſanta chieſa di
ceua col Profeta, Ecce in pace amaritudo
mea amariſſima. Amara di vero prima
nell'ºvcciſion de Martiri, piu amara poi nel Eſa. 38.
conflitto delli Heretici, e finalmente ama
riſſima ne coſtumi de domestici: de quali ve
deua ella aſſai dediti all'auarizia, gran
parte ambizioſi, piu vanaglorioſi, annoue
2 rare
tra vita DEL BEATo
rare non ſipoteuano i carnali, 6'delli diſu
bidienti a diuini comandamenti numero
certo non ſi trouaua. Impercioche quel ven
to hipocrito accompagnato da ſmiſurata tie
pidexza haueua ſpinto quelli eccleſiaſtici che
e poſſedeua ad eſercitare il ſanto vſficio loro
per auarizia, perambizione, per fama, per
conquiſtare honore&grado, º per eſſer piu
liberi e hauer maggior commodità ad eſ
ſeſeguire le loro peruerſe concupiſcenze. On
deeſi che erano come vna delle colonne fa
bricate da Dio per ſostenimento del mondo,
Apoc.4. Faciam illum columnam in templo dei mei,
col douere eſſi orare per gli altri stati e gra
di delli huomini,65'colla luce loro allumina
re chiunque camminaſſe per le notturne te
nebre dell'ignoranza & del peccato: & ri
condurgli alviuo&verolume con li splen
didi raggi del buono eſempio & ſanta predi
cazione & dottrina: per contrario colla peſ
ſima e diſſoluta vita e coll'eſſer lontani
dalla ſalutiferaſcienza cadendo in precipi
zio furono in gran parte cagione della ca
duta & morte del popolo Chriſtiano, nella
maniera medeſima che volendo vn cieco eſº
e ſer
A N D R E A 1 r7
ſer guida dell'altro amenduni caggiono nel
Gioel. 2.
la foſſa, Stelle retraxerunt ſplendorem
ſuum: &'coſi l'edifizio mondano che gli ha
ueuano a reggere cadde & ſi fracaſſò: ſi co
me materialmente da ſoffianti venti fugit
- tata per terra la caſa doue banchettauano i Giob. I.
A N D R-E A rz?
biſogni con l'inueſtigare chifuſe per le citra
de di Fieſole in neceſſità, era quelli ſegreta- ,
mente mandaua il vitto, Beatus qui in- Sal 4°.
telligitſuper egenum e pauperen. Niuno
pouerello ſi parti mai da lui aman vote, ta
le che quaſi nouello Giob poteua dire, Ocu- Giob.29.
lus fui ceco & pesclaudo, Pater eranpaa-
perum. Anzi che altempo d'una careſtia
grandiſſima,hauendogia egli dispenſato per
Dio tutto il pane che gli haueua in caſa es'
moltiplicando pur tuttavia la turba depor
ueri, per non gli licenziare & rimandare
ſconſolati comando a ſeruenti che portaſſero
del pane. I quali incontanente riſpoſero, in
caſa non eſſer punto. AAa egli non ostante
il dir loro, comando dirono cheandaſſerot - ,
all'arca per eſſo. Doue eſſi andati non gia
penſando di trouaruene, che pur all'hora
l'haueuano laſciata vota: ma per non diſu
bidire al padrone, ve ne trouarono quantità
grandiſſima, ſecondo ſi dee credere perfet
tiſſimo,da vincere di bianche (ga i gigli, di
odore le roſe, 6'diſapore il Xucchero: come
non manualmente fabricato,terminandoſi i
miracoli di Christo & deſuoi ſerui (a quali
- Q Z egli
1za vitA DEL BEATo
egli concede di oprar coſe miracoloſe quante
Gio. 14 fece egli & maggiori. Opera que egofacio
&'ipſefaciet, 6'maiora horumfaciet) in
piu nobil condizione che non arriua la natu
ra, come del vino fatto alle nozze dell'ace
cio. qua è noto, che eraſoauiſſimo e molto raro.
Intento aſſai alli edifizifagri ſpeſe non poco
3- 3 - in riſarcire la Cattedrale di Fieſole che in
qualche parte minacciaua rouina: e per
inanimare e dar eſempio aſiucceſſori & al
li altri di coſi pia & ſaluteuole opera laſciò
per memoria di tal reſtaurazione la propia
arme di pietra nella facciata ſopra la porta
maggiore di quel tempio. Sforzandoſi egli
in ogni ſua "eguitare le pedate del
Saluator noſtro Chriſto appigliatoſi a quel
Iſoas. neceſſario precetto, Inſpice & fac ſecundis
exemplar quod tibi in monte monſtratum
A- fe est, Ognigiouedi per memoria dell'immen
ſa humiltà di Chriſto lauaua i piedi ad alcu
nipouerelli. Onde interuenne che vn certo
pouero per non lo stomacare riſpetto advna
pamba putrida che haueua, fece aſſai reſi
stenza ne voleua eſſer lauato, poi vbbiden
dolo diuenne tantoſto libero da tal malattia
COW2M/7
A N D; R E A I79
comunque fu tocco da quelle ſante mani.
UCoſtumata ſpeſſo la notte dopo mattutino
con vn ſolo miniſtro viſitare alcune chieſe
per diuozione: dalle quali vn tratto tor
nando trouarono attrauerſo alla stradavn ſa... 4éºnae aſi
muro edificato, di che pauentatoſi il mini
iirointerrogò ſua Signoria Reuerendiſſima
chi haueſ coſi tosto fabbricato quiui quel
muro. A cui il ſanto Veſcouoriſpoſe, ſer
da orare per non entrare in tentazione es'
buttatiſi inginocchioni in terra in orando
eſi con quei ſalmi Dauidici, Domini est
terra, 63 Deus in adiutorium, Il muro
ſº come ºpera diabolica, la quale quaſi
ghiaccio, al ſole cocente della parola diuina
ſi distrugge in vn' punto. Vſa il dimonio
ºgni arte in impedire i diſegni de ſanti ami
ci di Dio, i qualiſempre igono le ſue
iniquitoſe opere & mettono ſo zopra ilſuo
regno & egli come armato di aſſai malizia,
potº a cºſcienza naturale ha forza e va
lore di cagionare effetti ammirabili e tu
pendi, operandoſegretamente per virtu del
la natura molte coſe le qualiſa piu di noi, e'
applicando le virtu naturali attiue alle paſs
- . .. Z a ſue,
I fo VITA DELCI BEATO
ſue sſendo ancora in poterºſuo operarº guel
le coſe che ſi conducono a fine col moto locale:
de corpi inferiori: vna delle quali è figurarº
corpi che paino d'huomo, o d'animale, o d'al
tra coſa abeneplacito ſuo, conſiſtendo laſi
militudine del corpo nella figura e nelcolo
re. La figura sinducehediante il moto lo
cale collaggiugnere colleuare,colmutaree
coldiſporre , col rarefare & condenſare la
materia e applicare le coſe attiue naturali,
I colori ancora sinducono mediante il moto
locale. Ondei pittori col mezzo de pennelli
e d'altri stromenti colorano i corpi. In
queſta maniera dunque figura e colora i
corpi, e in eſſi appariſce ad altrui informa
d'huomo,acerti di dona & ad alcuni d’ani
male, è d'altra coſa, ſecondo che vede poter
piu dannificare quel tale a chi egli in coſi fat
taforma ſi moſtra: non hauendo altro in
tento che la rouina e disfacimento dell'huo
mo. Per queſto nel terreſtre Paradiſo parlò
ad Adamo e alla ſua ſpoſa in forma di Ser
pente: nel diſerto al Redentore in ſembian
zia di deuota perſona: al ſantiſſimo Anto
nio nell'heremofeeeprima
s - .. s .
vedere vn d'ar
deſco
il oTA NI DI REATIv si ſi
3; º si
- - , ,
– --- º
5 GLi e cosa ceare
1 /1
do colma di delizieſaliua cô eſtimabile gioia
e ſolennità, alla feliciſſima gloria diman
lauano che donna miracoloſa era quella,
guaestiſta qua aſcendit de deſerto delicjs Cant. s. :
-
gono da V.eſcoui, &'tutta la gierarchia della
chieſa in modo ſingolare & eccellente dal
beatiſſimo e ſantiſſimo Papa ſignore & Pa
store vniuerſale di tutti) ilſacerdote rende
-
- --
- -
perfetto il popolo mediante moltiſuoi atti.
Ma perche niuno da ad altri quello che non
ha: però i predetti ordinati & tantopiu.iſa
cerdoti deono eſſere in loro steſſi molto pure
gati es'habili a riceuere le coſe dinine: e'aſ.
ſai dotti &alluminati in eſe, accio le poſſi
no diuulgare& publicare al popolo diritta
mente ſenza errore. In oltre conuiene che
ſiano perfetti oltra gli altri e acceſi del di
tlt/10 AM 20re, a fine che da loro eſchino opereſi
. . . . .
perfette, che chiunque le vede habbia cagione
di glorificare il padre eterno che è ne cieli,de
uendo eglino eſſere quell'ottimo condimento.
del mondo che diceua Gieſu Chriſto benedet
Matt.5. to, Vos eſtia ſalterre. Mediante la perfeG
zione & ſegnalate condizioni che a tal gra
doſi ricercano fu ordinato nella vecchia leg
ge dalla prouidenza eterna che la tribu ſa-.
cerdotale non haueſſe parte ſpeciale come le
altre tribu: ma che la poſſeſſione ſua ſi sten
- deſe -
- -
S I N O D A L E F or
deſe per tutto ilregno, nel godere i ſacerdoti
interamente le primizie & le decine di tut
Num. 18,
te le coſe, come nel ſanto libro de Numeri
puntalmente leggiamo, a fine che poteſſero
horreuolmente ſoſtentarſi, nèfuſero astretti
ad impiegarſi in eſercizi meccanici & vili:
ma ſpediti da tutte altre cure liberamente
spendeſſero il tempo nel culto diuino. Mer
cè di tanta preminenza dello stato clericale
ſono iſacerdoti nella ſcrittura chiamati tal
1. Pet 2»,
hora Rè, Vos eſtia genus electum, regaleſa Apoc. I • -
ſolo quanto
i ti
d'intorn
º º
o giudicae
a ciòſpedient- -
2o6 B SORTAZIONE
ipediente: ma ancoſe conoſceſſe eſſere da cor
reggere&'ammendare alcuno abuſo,ò co
stume: accioche con l'aiuto di colui che tut- l
topuò, e che delle ſue grazie è lar- l
ºg, Sºſi,
L A T A v o LA.
Ccoliti 195 Andrea Corſinibeato nacque.
, Acqua conuertita in I 62
- - ſangue 57 Sì rendè frate I 66
Elemento dell'acqua 64 Vedde il dimonio 167
o
Adam preue dde la venuta di Suoi miraco li. 171. 174
" 3 Apparueli la Verg. 173. 183
S.Aleſſandro fatto Veſcouo di Fatto veſcouo di Fieſ. 176
Fieſolc - 58 Morì - 183
Andò a Pauia 77 Anima ſimile al giardino 13 -
-
Bal
B S.Donato di Scozia & ſua dot
Baldaſſar Rè de Caldei 2 trina I 26,
Beatitudine perpetua 33.37. Fatto veſcouo di Fieſole 13o
I O2 2 . Suoi miracoli i I 32. I4o
S.Buonauentura i 165 c ) : E -
C e Eſorciſti - I94
"Cariſsimo, compagno di Sang Ezecchiel prcuedde la diſtruz
to Romolo i 43 - zione di Gieruſalèm 2.
Città ſuperna i 36 E si
Chriſto antiueduto da Profe- Fieſole - 4E
ti 3 Fuggire i 4I
Figurato nel fonte o 1 I Fuoco i 64
s Sua pouerta i c 126 e 1 G i -
. I L F IN E.
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º suf.
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i - 1 - - -
-- st . -
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