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R I C E R C H E

Fattori di rischio
e protezione nel
consumo di alcolici
e di sostanze negli
adolescenti
Martina Smorti (Università di Firenze)
Paola Benvenuti (Università di Firenze)
Adolfo Pazzagli (Università di Firenze)

Scopo di questa ricerca è studiare il consumo di alcol e di droga degli adolescenti e valu-
tare il peso che alcune caratteristiche personali, familiari e sociali svolgono nel mediare tale tipo
di condotta. La ricerca si è svolta su 436 soggetti (214 maschi e 222 femmine) di età compresa
tra il 14 e i 22 anni. Lo strumento usato era una batteria di prove costituita da 8 scale: Scala
relativa al consumo di alcolici, Scala relativa al consumo di marijuana, Scala relativa al consumo
di droghe pesanti, Scala relativa al modellamento degli amici, Scala di approvazione degli amici
(Jessor, 1993), Scala di autoefficacia regolatoria percepita (Bandura, 2001), Scala di sensation
seeking – forma V (Zuckerman, 1994), Parental Bonding Instrument (PBI) (Parker, Tupling e Brown,
1979). Risultati. Esistono varie categorie di consumatori di alcol e di droga: non consumatori,
consumatori occasionali, abituali moderati e abituali forti. Il consumo di droga è correlato con le
caratteristiche personali, con le caratteristiche dell’ambiente sociale e con quelle dell’ambiente
familiare. Il consumo di alcol, invece, è correlato solo con l’autoefficacia regolatoria e con l’appro-
vazione e il modellamento degli amici.

1. Introduzione

L’uso e l’abuso di sostanze come alcol e droghe da parte di ado-


lescenti costituisce un fenomeno oggi giorno sempre più allarmante e
complesso. I ricercatori si sono a lungo interrogati sul ruolo che questa
condotta assume nel corso dello sviluppo. Mentre alcuni autori hanno in-
dicato come la sperimentazione di alcol e di marijuana nell’adolescenza
costituisca un fenomeno transitorio che può avere una funzione perfino
positiva, se permette di costruire nuove relazioni con i coetanei e se fa-
vorisce lo sviluppo dell’identità (Bonino, Cattelino, Ciairano, 2003; Jessor
e Jessor, 1977), altri hanno ipotizzato che tale fenomeno rappresenti
l’esito di problematiche individuali e relazionali precoci che iniziano a ma-
nifestarsi in adolescenza (Nizzoli e Colli, 2004).

PSICOLOGIA CLINICA DELLO SVILUPPO / a. XIV, n. 1, aprile 2010 55


M. Smorti, P. Benvenuti, A. Pazzagli

Indipendentemente dalla prospettiva con cui si studia, questo tipo di


condotta può risultare altamente pericoloso dal momento che assumere
sostanze psicoattive altera gli stati di coscienza, si accompagna all’in-
sorgere di disturbi dell’umore e accresce il rischio di incidenti o di danni
personali molto gravi (Kandel, 2002). Per questa ragione molta ricerca
è stata prodotta sui fattori di rischio di tipo individuale o sociale e più
recentemente anche su quelli di protezione in grado di contrastare o mo-
derare gli esiti negativi derivanti dall’assumere sostanze psicoattive (Bo-
nino et al., 2003). Più nello specifico, la ricerca ha messo in luce come
spesso gli stessi aspetti familiari, sociali e individuali possano costituire,
a seconda dei casi, fattori di protezione o di rischio diminuendo o incre-
mentando la probabilità di coinvolgimento nell’alcol e nelle droghe.
Le ricerche sui fattori familiari sono partite dalla considerazione che,
sebbene nell’adolescenza cominci il processo di autonomia e di individua-
zione dalla famiglia con un correlato sempre maggiore coinvolgimento e
identificazione con il gruppo dei coetanei, i genitori continuano a mante-
nere un’influenza significativa sia tramite la qualità della relazione che essi
instaurano con i propri figli, sia attraverso i modelli di comportamento e
gli atteggiamenti che essi propongono loro (Igra e Irwin, 1996).
Se i genitori hanno atteggiamenti tolleranti verso il consumo di alcol
(Krahn, Piper, King, Olson, Kurth e Moberg, 1996) e se essi stessi consu-
mano regolarmente alcolici (Pedersen e Skrondal, 1998), molto più proba-
bilmente i figli assumeranno questa abitudine. Al contrario, la disapprova-
zione dei genitori nei confronti dell’alcol e delle droghe aumenta la proba-
bilità che i figli sviluppino un atteggiamento più negativo verso l’assunzione
di queste sostanze (Giannotta, Ciairano, Bonino e Morero, 2004) e, quindi,
riduce la probabilità che essi ne facciano uso (Bonino et al., 2003).
Tuttavia la relazione tra il comportamento in quest’area dei genitori
e quello dei figli non è ovviamente lineare. Infatti l’influenza genitoriale
sui comportamenti degli adolescenti sembra variare anche con la qualità
della relazione genitori-figli e con lo stile genitoriale adottato. A questo
proposito, si sono rivelate fondamentali due dimensioni dello stile ge-
nitoriale: l’affetto e il controllo comportamentale (Hart, Newell e Olsen,
2003). L’affetto, inteso come coinvolgimento nella relazione e supporto
emotivo, si riferisce al calore e alla distanza della relazione con i figli (Ga-
lambos, Barker e Almeida, 2003). Il controllo comportamentale consiste
nella regolazione del comportamento dei figli attraverso quell’insieme di
regole, norme e restrizioni che caratterizzano la disciplina (Barber, 1996;
Galambos et al., 2003). A partire da questa distinzione, è stato ipotiz-
zato che lo stile genitoriale sia l’esito di una combinazione di modi diversi
di esercitare il controllo comportamentale e di esprimere affetto (Stein-
berg, 2001). A questo proposito numerose ricerche hanno evidenziato

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Fattori di rischio e protezione nel consumo di alcolici

che uno stile autorevole, caratterizzato da alti livelli di affetto e controllo


comportamentale, risulta positivamente associato al buon adattamento
sia nell’infanzia, sia nell’adolescenza (Hart et al., 2003). Al contrario,
uno stile autoritario, caratterizzato da alto controllo comportamentale e
basso affetto, e uno stile permissivo, caratterizzato da basso controllo e
un basso affetto, sono correlati a varie forme di disadattamento come ad
esempio una bassa socievolezza con i pari e la presenza di disordini della
condotta (Wolfradt, Hempel e Miles, 2003). Uno stile autoritario, inoltre,
è correlato con problemi di alcol (Joyce, Sellman, Wells, Frampton, Bu-
shnell, Oakley-Browne e Hornblow, 1994) e di droga (Torresani, Favaretto
e Zimmermann, 2000).
Altre indagini hanno inoltre messo in luce come una relazione carat-
terizzata da conflitto, distanza emozionale e bassa responsività aumenta
la probabilità per gli adolescenti di essere coinvolti in comportamenti a
rischio; viceversa, una relazione caratterizzata da supporto emozionale
(Galambos et al., 2003), accettazione, calore, intimità e affetto (Gray e
Steinberg, 1999) diminuisce le probabilità per i figli di essere coinvolti in
condotte pericolose.
Inoltre, dal momento che col passaggio dall’infanzia all’adolescenza
i ragazzi cominciano a trascorrere meno tempo sotto la diretta supervi-
sione dei genitori e degli altri adulti in genere e più tempo con il gruppo
dei pari, il controllo comportamentale esercitato dai genitori assume
un’importanza fondamentale poiché serve per monitorare e per regolare
le attività cui i figli partecipano (Steinberg e Silversberg, 1986). Le ricer-
che condotte in questo ambito hanno rilevato come un elevato controllo
comportamentale dei genitori sia associato, negli adolescenti, a una ri-
duzione di comportamenti antisociali e di disordini della condotta (Pettit,
Laird, Dodge, Bates e Criss, 2001). Al contrario, uno stile genitoriale
scarsamente controllante aumenta la possibilità per gli adolescenti di
frequentare gruppi di ragazzi devianti, incrementa la possibilità che essi
facciano uso di sostanze (Kosterman, Hawkins, Guo, Catalano e Abbott,
2000) e compiano atti delinquenziali (Simons, Johnson, Beaman, Conger
e Whitbeck, 1996).
Le ricerche condotte sul peso delle variabili extrafamiliari di natura
sociale hanno messo in luce la crescente importanza che il gruppo dei
pari assume come riferimento normativo nel corso dell’adolescenza, e
quindi il grado in cui le caratteristiche stesse del gruppo possono influire
significativamente nel motivare il comportamento del ragazzo.
In primo luogo il fatto che gli amici approvino e adottino certi tipi di
comportamenti a rischio aumenta la probabilità per l’adolescente di es-
sere coinvolto nello stesso tipo di condotta (Bonino et al., 2003; Hinde-
lang, Dwyer e Leeming, 2001). All’interno di un contesto amicale che sia

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M. Smorti, P. Benvenuti, A. Pazzagli

tollerante verso l’uso di sostanze, infatti, gli adolescenti si percepiscono


più liberi di sperimentare il fumo di uno spinello e di sentirsi appagati da
tale esperienza (Giannotta et al., 2004). Al contrario, in un contesto ami-
cale che disapprovi tali comportamenti, difficilmente i giovani sperimen-
teranno questo tipo di condotte. Infatti, come è stato rilevato da Bakker,
Buunk e Mansted (1997), il disagio provato dal non rispettare le attese
del gruppo può rappresentare una buona ragione per evitare del tutto il
rischio.
In secondo luogo l’influenza degli amici è mediata dal tipo di rela-
zione che si instaura tra i membri del gruppo in termini di confidenza,
intimità e potere. Nel caso in cui, all’interno del gruppo, la relazione sia in-
tensa ma paritaria, l’individuo mantiene più facilmente una sua autonomia
di giudizio e di condotta. Diversamente, se la relazione è sbilanciata in
termini di potere, è più facile che si attivino processi di pressione sociale
tali da indurre a condotte «forzate» (Scheier e Botvin, 1997). Quando ciò
si verifica all’interno di un gruppo con caratteristiche devianti è più pro-
babile che il ragazzo sia spinto ad adottare i comportamenti a rischio.
Non a caso dunque le ricerche condotte hanno mostrato che la pressione
dei pari (oltre al fatto di possedere amici che bevono alcolici o consu-
mano sostanze) costituisce uno dei più consistenti predittori di abuso di
sostanze tra gli adolescenti (Flannery, Roberts, Cooney, Swift, Anton e
Rohsenow, 2001).
Se la relazione in famiglia e quella con i pari costituiscono due contesti
cruciali per i fattori di protezione o di rischio, un terzo contesto da tenere
presente è quello più intraindividuale. A questo proposito le ricerche hanno
messo in rilievo che, se per esempio la pressione amicale verso il con-
sumo di sostanze costituisce un fattore di rischio, saper contrastare tale
pressione costituisce indubbiamente un importante fattore di protezione.
Gli studi condotti hanno messo in luce come su questo atteggia-
mento «contrastivo» incidano significativamente l’abilità di essere assertivi
e rigorosi (Favretto, 2001), la capacità di stabilire buone relazioni con i
coetanei (Epstein, Griffin e Botvin, 2001) e la convinzione di saper resi-
stere alle pressioni del gruppo dei pari (Caprara, Scabini, Barbaranelli,
Pastorelli e Regalia, 1999): queste qualità hanno una funzione prevalen-
temente di protezione e sono correlate negativamente con l’uso di so-
stanze. In termini psicologici, la convinzione di saper resistere alle pres-
sioni dei pari è detta autoefficacia regolatoria. Le indagini che hanno
studiato il concetto di autoefficacia regolatoria hanno mostrato come la
convinzione di essere in grado di resistere alle pressioni trasgressive dei
compagni risulti negativamente associata con la messa in atto di varie
forme di comportamenti a rischio (Caprara et al., 1999); nello specifico
è stato rilevato come, sia per l’alcol (Baldwin, Oei e Young, 1993), sia

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Fattori di rischio e protezione nel consumo di alcolici

per la droga (Barkin, Smith e Durant, 2002), la capacità di saper «dire


no» favorisce la resistenza all’uso di sostanze. Naturalmente anche nel
caso delle caratteristiche personali è stato rilevato come queste possano
agire, oltre che come fattori di protezione, come fattori di rischio. A que-
sto proposito gli autori hanno rilevato come la personalità «non conven-
zionale» (Jessor e Jessor, 1977), la curiosità (Davies e Stacey, 1972),
l’impulsività (Kandel e Logan, 1984), la ricerca di sensazioni forti (sensa-
tion seeking) (Zuckerman, 1979) assumano un ruolo di fattore di rischio.
Il sensation seeking è stato definito come tratto di personalità conno-
tato dal desiderio di vivere esperienze nuove ed eccitanti, fini a se stesse
(Zuckerman, 1979). Secondo Zuckerman, il sensation seeking è caratte-
rizzato da un tale bisogno di sperimentare sensazioni ed esperienze sem-
pre nuove e diverse da spingere l’individuo ad assumere volontariamente
rischi fisici e sociali allo scopo di provare tali sensazioni. Le ricerche con-
dotte in questo ambito hanno evidenziato che coloro che ricercano mag-
giormente situazioni eccitanti iniziano più precocemente e fanno un mag-
giore uso di alcol (Andrew e Cronin, 1997) e di droghe (Kopstein, Crum,
Celentano e Martin, 2001) rispetto a coloro che sono meno interessati
a questo tipo di sensazioni. Secondo alcuni autori (Igra e Irwin, 1996), il
coinvolgimento in esperienze eccitanti, tipico di coloro che ricercano le
sensazioni forti, è dovuto ad una minore percezione del rischio legata a
tali attività; tuttavia, anche quando la percezione del rischio è corretta, la
scelta di esperienze eccitanti sarebbe dovuta, in questi individui, alla pre-
visione di conseguenze positive.

2. Obiettivi

Questa ricerca è finalizzata ad approfondire l’influenza esercitata da


variabili di natura individuale, familiari e sociali sul consumo di alcolici e di
sostanze stupefacenti nell’adolescenza.
In particolare è nostro obiettivo:
1) rilevare, in un campione di adolescenti, la messa in atto di questi
due tipi di comportamenti a rischio;
2) valutare il peso che alcune caratteristiche personali quali (a) il
sentimento di autoefficacia regolatoria e (b) la ricerca di sensazioni forti
(sensation seeking), familiari, quale (c) la percezione del rapporto con i
genitori, e sociali, quali (d) l’approvazione e (e) il modellamento eserci-
tato dagli amici in relazione al consumo di alcolici e di sostanze, svolgono
nel mediare l’entità di tali forme di disagio negli adolescenti;
3) verificare il peso che le differenze di genere hanno nel mediare la
relazione tra tali ordini di variabili.

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M. Smorti, P. Benvenuti, A. Pazzagli

Ipotizziamo che il consumo di alcol e di droghe sia associato: ad un


minore sentimento della propria autoefficacia regolatoria e ad una mag-
giore ricerca di sensazioni forti; ad una percezione di iperprotezione nel
rapporto con i genitori e all’approvazione e al modellamento da parte de-
gli amici.
Inoltre, dal momento che in letteratura è stato più volte evidenziato
che l’uso e l’abuso di alcol e di droghe è più frequente nella popolazione
maschile rispetto a quella femminile (Bonino et al., 2003; Johnston,
O’Malley e Bachman, 1999), ipotizziamo che il consumo di sostanze sia
maggiore da parte dei ragazzi che da parte delle ragazze.

3. Metodo

3.1. Il campione

La raccolta dati è stata effettuata su un campione di 493 soggetti


(250 maschi e 243 femmine) di età compresa tra i 14 e i 22 anni (età
media = 17 anni, DS = 1,9). Tali soggetti costituivano l’intera popolazione
scolastica di tutte le classi di 3 istituti secondari estratti secondo un cri-
terio casuale fra tutte le scuole secondarie pubbliche di una città capo-
luogo di provincia della Toscana. La somministrazione del questionario è
avvenuta collettivamente, nelle singole classi, durante l’orario mattutino
delle lezioni. Dopo aver spiegato ai partecipanti lo scopo della ricerca,
si precisava che il questionario era anonimo, e si invitava a rispondere
liberamente alle domande poste. Sulla base dei dati raccolti sono stati
esclusi i soggetti i cui questionari risultavano incompleti e mal compilati.
Il campione finale su cui si è svolta l’indagine è risultato composto da
436 soggetti (214 maschi e 222 femmine) di età compresa tra i 14 e i
22 anni (età media = 17 anni, DS = 1,8).

3.2. Strumento

Per rilevare i dati abbiamo utilizzato una batteria di prove composta


da 7 scale.
Per rilevare le convinzioni che i ragazzi hanno circa le loro capacità
di resistere alle pressioni del gruppo dei pari per coinvolgerli in attività a
rischio (fumare, bere, violare il codice della strada, ecc.), abbiamo usato
la Scala di autoefficacia regolatoria percepita (Bandura, 1997) nella ver-
sione adattata alla popolazione italiana da Pastorelli e Picconi (2001). La
scala, composta da 12 item, si configura come un questionario di au-

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Fattori di rischio e protezione nel consumo di alcolici

tovalutazione in cui il soggetto deve indicare quanto si sente capace di


autodeterminare il proprio comportamento. Ad esempio si chiede quanto
si sente capace di «resistere alle pressioni dei compagni a fare cose che
lo mettono nei guai» (item 1) o di «resistere a fare uso di droghe, nono-
stante l’insistenza degli amici» (item 11). Le possibilità di risposta sono
ordinate su una scala di tipo Likert a 4 posizioni in cui 1 = per nulla ca-
pace; 2 = poco capace; 3 = abbastanza capace; 4 = molto capace.
Per rilevare il grado in cui il soggetto ricerca sensazioni nuove ed ec-
citanti, fini a se stesse, abbiamo usato la versione italiana della Scala di
sensation seeking – Forma V (Zuckerman, 1994). Tale scala si compone di
40 item a scelta forzata per ognuno dei quali si chiede al soggetto di sce-
gliere tra due affermazioni alternative, di cui una riflette la ricerca di sen-
sazioni (ad esempio, item 23 a «Mi piacerebbe tentare di lanciarmi col pa-
racadute») e l’altra la predilezione per situazioni più caute (item 23 b «Non
proverei mai a gettarmi da un aereo, con o senza il paracadute»). Ad ogni
item viene attribuito un punteggio di 0 o di 1 a seconda della scelta.
Per rilevare la percezione del rapporto con i propri genitori abbiamo
usato la versione italiana (Scinto, Mariangeli, Kalyvoka, Daneluzzo e Rossi,
1999) del Parental Bonding Instrument (PBI) elaborato da Parker, Tulping
e Brown (1979). Il PBI è composto da due serie identiche di 25 item per
valutare la qualità del legame con il padre e con la madre. Il legame geni-
toriale è identificato attraverso due dimensioni principali: la cura e l’iper-
protezione. La dimensione cura (12 item) esplora i comportamenti e gli
atteggiamenti genitoriali che vanno dal polo della freddezza emotiva, in-
differenza, negligenza, rifiuto (es. item 24 «Non mi loda mai»), al polo
dell’affettività, confidenza, empatia, calore (es. item 6 «È affettuoso/a con
me»). La dimensione iperprotezione (13 item) indaga i comportamenti e
gli atteggiamenti genitoriali che vanno dal polo dello stimolo all’autonomia
psicologica e alla libera esplorazione (es. item 3 «Mi permette di fare ciò
che mi piace»), al polo del controllo, della costrizione e dello scoraggia-
mento delle condotte autonome (es. item 8 «Non vuole che io cresca»).
Per ogni item il soggetto deve indicare in che misura l’affermazione ri-
portata descrive il suo rapporto con ognuno dei due genitori scegliendo
la risposta su una scala di tipo Likert a 4 posizioni in cui 0 = Molto falso;
1 = abbastanza falso; 2 = abbastanza vero e 3 = molto vero. Il punteggio
totale per la dimensione della cura varia da un minimo di 0 (indice di
freddezza emotiva) a un massimo di 36 (indice di affettività e calore); il
punteggio totale per la dimensione di iperprotezione, invece, varia da un
minimo di 0 (indice dello stimolo all’autonomia psicologica) a un massimo
di 39 (indice dello scoraggiamento delle condotte autonome).
Per rilevare il consumo di alcolici abbiamo usato una versione ridotta
della Scala relativa al consumo di alcolici inclusa nel questionario Health

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M. Smorti, P. Benvenuti, A. Pazzagli

Behaviour Questionnaire (Jessor, 1992; trad. it. Bonino, 1995). Abbiamo


cioè preliminarmente posto ai ragazzi una domanda filtro in cui si chie-
deva loro di indicare se avevano mai bevuto birra, vino o liquori. Succes-
sivamente, e solo se avevano risposto positivamente a questa domanda,
si chiedeva loro di precisare la frequenza a) Mai; b) 1 volta nell’arco di
6 mesi; c) 1 volta al mese; d) Alcune volte al mese; e) 1 volta alla set-
timana; f) Più volte alla settimana) e la quantità consumata in ogni occa-
sione (a) 1 bicchiere; b) da 2 a 4 bicchieri; c) più di 4 bicchieri).
In modo analogo, per rilevare il consumo di marijuana e di droghe
pesanti abbiamo usato due scale, la Scala relativa al consumo di mari-
juana e la Scala relativa al consumo di droghe pesanti incluse nel que-
stionario Health Behaviour Questionnaire (Jessor, 1992; trad. it. Bonino,
1995). Abbiamo cioè preliminarmente chiesto ai soggetti di indicare se
avevano mai fumato uno spinello e fatto uso di droghe pesanti e, in caso
di risposta affermativa, di indicare la frequenza con cui ciò avvenuto
negli ultimi 6 mesi (a) Mai; b) 1 volta nell’arco di 6 mesi; c) 1 volta al
mese; d) Alcune volte al mese; e) 1 volta alla settimana; f) Più volte alla
settimana).
Per valutare l’atteggiamento degli amici in relazione al consumo di
alcol e di droghe, abbiamo utilizzato la Scala di approvazione dei compor-
tamenti problematici da parte degli amici inclusa nel questionario Health
Behaviour Questionnaire (Jessor, 1992; trad. it. Bonino, 1995). La scala,
composta da 3 item, chiede ai soggetti di indicare che cosa pensano i
loro amici dei ragazzi e delle ragazze della loro età che consumano alco-
lici, marijuana e droghe pesanti. Le possibilità di risposta sono ordinate
su una scala a 3 posizioni in cui 1 = disapprovano; 2 = né approvano né
disapprovano e 3 = approvano.
Per valutare il modello di comportamento degli amici in relazione al
consumo di alcol e di droghe, abbiamo utilizzato la Scala dei modelli di
comportamenti problematici degli amici inclusa nel questionario Health
Behaviour Questionnaire (Jessor, 1992; trad. it. Bonino, 1995). La scala,
composta da 3 item, chiede ai soggetti di indicare quanti dei loro amici
consumano regolarmente alcolici, spinelli e droghe pesanti. Le possibilità
di risposta sono ordinate su una scala a 4 posizioni in cui 1 = nessuno;
2 = qualcuno; 3 = la maggior parte; 4 = tutti.

4. Risultati

Prima di procedere con l’analisi dei dati abbiamo verificato la «te-


nuta» degli strumenti da noi utilizzati applicando il test statistico alfa di
Cronbach. Tale analisi di affidabilità ha dato buoni risultati sia per quanto

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Fattori di rischio e protezione nel consumo di alcolici

TAB. 1. Distribuzione delle frequenze relative alla frequenza di consumo di alcolici (tra parentesi
sono riportati i valori percentuali)
Negli ultimi 6 mesi quante Maschi Femmine Totale
volte hai bevuto alcolici?
Mai 6 6 12
(3.5%) (3.8%) (3.6%)
1 volta in 6 mesi 20 30 50
(11.7%) (18.8%) (15.1%)
1 volta al mese 37 36 73
(21.6%) (22.5%) (22.1%)
Alcune volte al mese 39 35 74
(22.8%) (21.9%) (22.4%)
1 volta la settimana 36 39 75
(21.1%) (24.4%) (22.7%)
Più volte la settimana 33 14 47
(19.3%) (8.8%) (14.2%)

TAB. 2. Distribuzione delle frequenze relative alla quantità del consumo di alcolici (tra parentesi
sono riportati i valori percentuali)
Maschi Femmine Totale
1 bicchiere 58 88 146
(33.9%) (55.3%) (44.2%)
Da 2 a 4 bicchieri 68 44 112
(39.8%) (27.7%) (33.9%)
Più di 4 bicchieri 45 27 72
(26.3%) (17%) (21.8%)

riguarda la Scala di Autoefficacia regolatoria percepita (α = .79), sia per


quanto riguarda la Sensation Seeking Scale (α = .78), sia, infine, per
quanto riguarda il Parental Bonding Instrument per le due sottoscale rife-
rite a entrambi i genitori. In particolare, per la scala della madre, l’affida-
bilità della sottoscala di cura è di α = .87, quella della sottoscala di iper-
protezione è di α = .82; per le scale del padre, invece, l’affidabilità della
sottoscala di cura è di α = .89, quella della sottoscala di iperprotezione è
di α = .79.
Il primo obiettivo si proponeva di rilevare il consumo di alcol e di dro-
ghe in un campione di adolescenti.
Le tabelle che seguono riportano la distribuzione delle frequenze re-
lative alla frequenza (tab. 1) e alla quantità (tab. 2) di alcol consumato e
alla frequenza di uso di droghe leggere (tab. 3) e pesanti (tab. 4).

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M. Smorti, P. Benvenuti, A. Pazzagli

TAB. 3. Distribuzione delle frequenze relative alla frequenza di consumo di droghe leggere (tra pa-
rentesi sono riportati i valori percentuali)
Negli ultimi 6 mesi quante Maschi Femmine Totale
volte hai fumato spinelli?
Mai 29 42 71
(24.6%) (39.3%) (31.6%)
1 volta in 6 mesi 18 15 33
(15.3%) (14%) (14.7%)
1 volta al mese 8 10 18
(6.8%) (9.3%) (8%)
Alcune volte al mese 19 18 37
(16.1%) (16.8%) (16.4%)
1 volta la settimana 7 6 13
(5.9%) (5.6%) (5.8%)
Più volte la settimana 37 16 53
(31.4%) (15%) (23.6%)

TAB. 4. Distribuzione delle frequenze relative alla frequenza di consumo di droghe pesanti (tra pa-
rentesi sono riportati i valori percentuali)
Negli ultimi 6 mesi Maschi Femmine Totale
quante volte hai fatto
uso di droghe pesanti?
Mai 42 14 56
(77.8%) (66.7%) (74.7%)
1 volta in 6 mesi 6 3 9
(11.1%) (14.3%) (12%)
1 volta al mese 2 0 2
(3.7%) (0%) (2.7%)
Alcune volte al mese 2 3 5
(3.7%) (14.3%) (6.7%)
1 volta la settimana 1 1 2
(1.9%) (4.8%) (2.7%)
Più volte la settimana 1 0 1
(1.9%) (0%) (1.3%)

Come si può notare dalla tabella 1, quasi tutti gli adolescenti maschi
e femmine hanno bevuto alcolici almeno una volta negli ultimi 6 mesi. Il
test del Chi-quadrato ha consentito di rilevare che non esistono differenze
tra maschi e femmine in relazione alla frequenza del consumo di alcol
(Chi-quadrato = 9,68; g.l. = 5; n.s.). Per quanto riguarda la quantità di al-
col assunto in ogni occasione, invece, le ragazze risultano consumarne

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Fattori di rischio e protezione nel consumo di alcolici

TAB. 5. Distribuzione dei valori medi relativi alle variabili oggetto di studio rilevati nel nostro cam-
pione (tra parentesi sono riportati i valori delle deviazioni standard)
Maschi Femmine Totale P
Autoefficacia regolatoria 35.53 38.65 37.12 P < .001
(5.92) (5.46) (5.90)
Ricerca di sensazioni 22.54 20.62 21.56 P = .001
(5.93) (6.10) (6.09)
Iperprotezione padre 12.29 14.20 13.25 P < .01
(5.91) (6.45) (6.26)
Cura padre 24.89 25.25 25.07 n.s.
(7.53) (7.60) (7.56)
Iperprotezione madre 12.99 14.02 13.52 n.s.
(6.04) (6.93) (6.53)
Cura madre 27.64 28.14 27.90 n.s.
(6.19) (6.83) (6.52)
Approvazione amici 5.90 6.08 5.99 n.s.
(1.42) (1.55) (1.49)
Modellamento amici 6.01 5.90 5.96 n.s.
(1.60) (1.70) (1.65)

meno dei ragazzi; in particolare, il test statistico del Chi-quadrato ha con-


sentito di rilevare che le femmine che bevono soltanto un bicchiere di al-
col per volta, infatti, sono più numerose dei maschi (Chi-quadrato = 15,39;
g.l. = 2; p < .001).
Per quanto riguarda il consumo di droghe leggere, più di un quarto
del nostro campione ne fa un uso frequente (da una a più volte la set-
timana) (tab. 3). Il test statistico del Chi-quadrato ha consentito di rile-
vare che esistono differenze significative tra maschi e femmine (Chi-qua-
drato = 10,79; g.l. = 5; p = .05): nello specifico, i ragazzi che consumano
droghe leggere più volte la settimana sono, in percentuale, il doppio delle
ragazze. Infine, per quanto riguarda il consumo di droghe pesanti, circa
un quarto del nostro campione ne ha fatto uso negli ultimi 6 mesi (tab.
4). A questo proposito, tuttavia, l’esiguità delle frequenze per cella non ha
consentito di eseguire il test statistico del Chi-quadrato per verificare la
significatività delle differenze in funzione del genere.
La tabella 5 riporta la distribuzione dei valori medi e delle deviazioni
standard relativi alle variabili oggetto di studio rilevati all’interno del nostro
campione.
L’analisi della varianza univariata (ANOVA) ha evidenziato che esi-
stono differenze significative in funzione del genere, nel senso che le
femmine presentano un sentimento maggiore della propria autoefficacia
regolatoria (F(1,434) = 32.72; p < .001), una minore tendenza a ricercare

65
M. Smorti, P. Benvenuti, A. Pazzagli

sensazioni forti (F(1,433) = 11.05; p = .001) e una percezione maggiore di


atteggiamenti iperprotettivi da parte del padre (F(1,420) = 10.05; p < .01)
rispetto ai maschi. Al contrario non sono emerse differenze significative
tra i sessi per quanto riguarda le altre caratteristiche relative all’ambiente
familiare (percezione di cura paterna: F(1,421) = .24; n.s.; percezione di
cura materna: F(1,432) = .63; n.s.; percezione di iperprotezione materna:
F(1,431) = 2.74; n.s.) e per quanto riguarda le caratteristiche relative al
gruppo di amici (percezione di approvazione: F(1,434) = .34; n.s.; modella-
mento: F(1,434) = .40; n.s.).
Il secondo obiettivo si proponeva di valutare il peso che le caratteri-
stiche personali, familiari e sociali svolgevano nel mediare l’entità di tali
forme di disagio negli adolescenti. A tal fine, abbiamo preliminarmente
distinto i soggetti del nostro campione in gruppi di consumatori di alcol
e di droghe e, successivamente, abbiamo valutato in che modo i diversi
gruppi di consumatori differivano sulla base delle caratteristiche perso-
nali, familiari e sociali.
Per classificare i soggetti in funzione del consumo di alcol, sulla
base delle risposte fornite alle domande relative alla frequenza e alla
quantità del consumo di alcol, abbiamo distinto i soggetti del nostro
campione in quattro gruppi, rifacendoci ai criteri suggeriti da Ciairano
(2004).
1. Non bevitori, ovvero coloro che hanno dichiarato di non aver mai
bevuto alcun tipo di alcolici (N = 109; 41% maschi (n = 45) e 59% fem-
mine (n = 64));
2. Bevitori occasionali, quelli che hanno dichiarato di aver bevuto al-
colici e di averli consumati fino ad alcune volte al mese (N = 205; 49%
maschi (n = 100) e 51% femmine (n = 105));
3. Bevitori abituali moderati, quelli che hanno dichiarato di aver
bevuto alcolici da una a più volte la settimana, consumando fino a 4
bicchieri per occasione (N = 74; 54% maschi (n = 40); 46% femmine
(n = 34));
4. Bevitori abituali forti, coloro che hanno dichiarato di aver bevuto
alcolici da una a più volte la settimana, consumando, ogni volta, più di 5
bicchieri (N = 48; 60% maschi (n = 29); 40% femmine (n = 19)).
Il test statistico del Chi-quadrato condotto in funzione del genere
ha mostrato che esistono differenze significative (Chi-quadrato = 9,34;
g.l. = 4; p = .05) dovute al fatto che, nel gruppo di non bevitori le femmine
sono più numerose dei maschi mentre nel gruppo dei bevitori abituali forti
i maschi sono più numerosi delle femmine.
Allo stesso modo, per classificare i soggetti sulla base del consumo
di sostanze, abbiamo considerato congiuntamente le risposte fornite dai
soggetti alle due scale relative rispettivamente al consumo di marijuana

66
Fattori di rischio e protezione nel consumo di alcolici

e al consumo di droghe pesanti e, rifacendoci ai criteri suggeriti da Cia-


irano (2004), abbiamo distinto i soggetti del nostro campione in quattro
gruppi:
1. Non consumatori, coloro che hanno dichiarato di non aver mai
fatto uso di droghe leggere o pesanti (N = 294; 45% maschi (n = 132) e
55% femmine (n = 162));
2. Consumatori occasionali, che hanno dichiarato di aver consumato
droghe leggere fino ad una volta al mese e di non aver mai consumato
droghe pesanti (N = 40; 48% maschi (n = 19) e 53% femmine (n = 21));
3. Consumatori abituali moderati, coloro che hanno dichiarato di
aver fumato uno spinello, anche in più occasioni durante la settimana e di
non aver mai, o solo una volta, sperimentato droghe pesanti (N = 72; 56%
maschi (n = 40); 44% femmine (n = 32));
4. Consumatori abituali forti, coloro che hanno dichiarato di aver fu-
mato uno spinello, anche in più occasioni durante la settimana, e di aver
usato più volte droghe pesanti negli ultimi 6 mesi (N = 30; 76% maschi
(n = 23); 23% femmine (n = 7)).
Il test statistico del Chi-quadrato condotto in funzione del genere ha
mostrato che esistono differenze significative tra i vari gruppi di consuma-
tori dovute al fatto che, nel gruppo dei consumatori abituali forti, i maschi
sono più numerosi delle femmine (Chi-quadrato = 12,44; g.l. = 3; p < .01).
Infine, per classificare i soggetti in funzione del rapporto percepito
con i genitori a partire dai punteggi relativi alle dimensioni di cura e di
iperprotezione di entrambi i genitori, e scegliendo come cut-off il va-
lore del cinquantesimo percentile per entrambe le dimensioni, abbiamo
distinto nel campione: soggetti a bassa cura in riferimento alla madre
(N = 196; 106 maschi; 90 femmine) vs. i soggetti ad alta cura (N = 238;
106 maschi; 132 femmine); soggetti a bassa iperprotezione in riferi-
mento alla madre (N = 229; 118 maschi; 111 femmine) vs. soggetti ad
alta iperprotezione (N = 204; 93 maschi; 111 femmine); soggetti a bassa
cura in riferimento al padre (N = 208; 109 maschi; 99 femmine) vs. i sog-
getti ad alta cura (N = 215; 101 maschi; 114 femmine); soggetti a bassa
iperprotezione in riferimento al padre (N = 228; 124 maschi; 94 femmine)
vs. soggetti ad alta iperprotezione (N = 204; 85 maschi; 109 femmine).
A partire da questa distinzione, e seguendo le indicazioni degli autori
(Parker, 1983a; Scinto et al., 1999), abbiamo quindi diviso i soggetti in
4 gruppi. La distribuzione dei soggetti nei quattro gruppi è riportata nella
tabella 6.
Il test statistico del Chi-quadrato ha mostrato che non esistono
differenze significative tra maschi e femmine in relazione al tipo di le-
game con la madre (Chi-quadrato = 7.01; g.l. = 3; n.s.) mentre esistono
differenze significative in relazione al tipo di legame con il padre (Chi-

67
M. Smorti, P. Benvenuti, A. Pazzagli

TAB. 6. Distribuzione di frequenza dei soggetti in relazione alle tipologie di legame percepito in rela-
zione ad entrambi i genitori (tra parentesi sono riportati i valori percentuali)
Madre Padre
M F Tot. M F Tot.
Legame assente o scarso 48 36 84 50 36 86
(bassa cura/ bassa iperprotezione) (57%) (43%) (58%) (42%)
Controllo senza affetto 58 54 112 58 63 121
(bassa cura/ alta iperprotezione) (52%) (48%) (48%) (52%)
Legame ottimale 70 75 145 74 58 132
(alta cura/ bassa iperprotezione) (48%) (52%) (56%) (44%)
Costrizione affettuosa 35 57 92 27 56 83
(alta cura/ alta iperprotezione) (38%) (62%) (32%) (68%)

quadrato = 14.52; g.l. = 3; p < .005). Nello specifico, sono soprattutto le


femmine a riportare un legame con il padre caratterizzato da costrizione
affettuosa.

4.1. Consumo di alcolici

La tabella 7 riporta la distribuzione dei valori medi relativi alle variabili


da noi rilevate all’interno dei quattro gruppi di consumatori di alcolici.
L’analisi della varianza multivariata (MANOVA) condotta inserendo,
come variabile indipendente, il gruppo di consumatori e il genere e, come
variabili dipendenti, le variabili personali familiari e sociali, è risultata al-
tamente significativa (F(4,424) = 5599.70; p < .001). In particolare sono
emersi effetti significativi a carico del gruppo (F(12,1278) = 15.87; p < .001)
e del genere (F(4,424) = 4.95; p < .001); al contrario, non sono risultati signi-
ficativi gli effetti di interazione gruppo x genere (F(12,1278) = 1.22; n.s.).
Le analisi univariate hanno inoltre permesso di evidenziare che, in
relazione al gruppo, esistono differenze significative per quanto riguarda
l’autoefficacia regolatoria, (F(3,432) = 32.92; p < .001), la ricerca di sen-
sazioni forti (F(3,432) = 39.60; p < .001), il modellamento (F(3,432) = 6.80;
p < .001) e l’approvazione degli amici del consumo di alcolici
(F(3,432) = 13.82; p < .001). I test post hoc successivamente condotti con
il test Scheffé hanno mostrato che l’autoefficacia regolatoria è alta nei
non bevitori, più bassa nel gruppo dei bevitori occasionali e dei bevitori
abituali moderati e inferiore nel gruppo dei bevitori abituali forti. Diversa-
mente, la ricerca di sensazioni forti è bassa nel gruppo dei non bevitori,
più alta nel gruppo dei bevitori occasionali e massima nel gruppo dei be-
vitori abituali (moderati e forti). Per quanto riguarda l’approvazione degli
amici, invece, essa è bassa nel gruppo dei non bevitori e dei bevitori mo-

68
TAB. 7. Distribuzione dei valori medi relativi alle variabili oggetto di studio rilevate nel campione in funzione del consumo di alcolici (tra parentesi sono
riportati i valori delle deviazioni standard)
Non bevitore Bevitore occasionale Bevitore abituale moderato Bevitore abituale forte
(a) (b) (c) (d)
M F Tot. M F Tot. M F Tot. M F Tot.
Autoefficacia regolatoria 38.77 41.55 40.42 35.71 38.63 37.19 34.28 36.61 35.35 31.37 33.18 32.06
(5.94) (3.63) (4.87) (4.45) (4.98) (5.41) (4.42) (5.66) (5.12) (6.36) (6.12) (6.26)
Sensation seeking 17.53 17.92 17.77 22.34 20.46 21.39 25.62 23.27 24.54 26.85 26.18 26.59
(5.32) (4.76) (4.97) (5.33) (5.97) (5.73) (4.78) (7.36) (6.17) (4.31) (3.22) (3.90)
Approvazione amici alcol 2.13 2.20 2.17 2.27 2.43 2.35 2.43 2.53 2.67 2.62 2.58 2.50
(0.63) 0.76) (0.71) (0.62) (0.57) (0.60) (0.50) (0.51) (0.50) (0.62) (0.58) (0.67)
Modellamento amici alcol 2.22 2.06 2.13 2.08 2.25 2.17 2.45 2.41 2.43 3.03 2.58 2.85
(0.67) (0.77) (0.73) (0.63) (0.76) (0.70) (0.78) (0.89) (0.83) (0.73) (0.77) (0.77)
Test post hoc Scheffé
Autoefficacia regolatoria: a < b, c < d; Sensation Seeking: a < b < c, d; Approvazione amici: a, b < b, c < c, d; Modellamento amici: a, b < c < d.
M. Smorti, P. Benvenuti, A. Pazzagli

derati e più alta nel gruppo dei bevitori abituali; diversamente, per quanto
riguarda il modellamento, esso è alto solo nel gruppo dei bevitori abituali
forti e basso negli altri tre gruppi di bevitori.
Per analizzare il rapporto con i genitori riferito dai vari tipi di bevitori
l’analisi statistica condotta (Chi-quadrato) ha mostrato che non esistono
differenze significative tra i consumatori di alcolici in relazione al tipo di
legame riferito alla madre (Chi-quadrato = 16.05; g.l. = 9; n.s.) e al padre
(Chi quadrato = 6.83; g.l. = 9; n.s.).
Per quanto riguarda le differenze di genere, i risultati sono già stati
riportati precedentemente nella tabella 5.

4.2. Consumo di droghe

La tabella 8 riporta la distribuzione dei valori medi relativi alle variabili


da noi rilevate all’interno del campione in funzione del consumo di droghe.
L’analisi della varianza multivariata (MANOVA) condotta inserendo,
coma variabile indipendente, il gruppo di consumatori e il genere e, come
variabili dipendenti, le variabili personali, familiari e sociali è risultata al-
tamente significativa (F(4,424) = 5599.70; p < .001). In particolare sono
emersi effetti principali a carico del gruppo (F(12,1278) = 15.87; p < .001) e
del genere (F(4,424) = 4.95; p < .001); al contrario, non sono risultati signifi-
cativi gli effetti di interazione gruppo x genere (F(12,1278) = 1.10; n.s.).
Le analisi univariate hanno inoltre evidenziato che, per quanto ri-
guarda il gruppo, esistono differenze per quanto riguarda l’autoeffica-
cia regolatoria (F(3,418) = 30.31; p < .001), la ricerca di sensazioni forti
(F(3,418) = 25.36; p < .001), la percezione dell’approvazione (F(3,418) = 10.65;
p < .001) e del modellamento degli amici (F(3,418) = 56.68; p < .001) per il
consumo di droghe.
I test post hoc successivamente condotti con il test Scheffé hanno
mostrato che l’autoefficacia regolatoria è alta nei non consumatori, più
bassa nel gruppo dei consumatori occasionali e dei consumatori abituali
moderati e inferiore nel gruppo dei consumatori abituali forti. Diversa-
mente, la ricerca di sensazioni forti è bassa nel gruppo dei non consuma-
tori e dei consumatori occasionali e più alta nel gruppo dei consumatori
abituali (moderati e forti). Per quanto riguarda l’approvazione degli amici,
invece, essa è bassa nel gruppo dei non consumatori e progressivamente
cresce nelle altre categorie di consumatori all’aumentare del rischio. In-
fine, per quanto riguarda il modellamento, esso è alto solo nel gruppo dei
consumatori abituali forti e basso negli altri tre gruppi di consumatori.
Per analizzare il rapporto con i genitori riferito dai vari tipi di con-
sumatori abbiamo condotto l’analisi statistica del Chi-quadrato su tutti i

70
TAB. 8. Distribuzione dei valori medi relativi alle variabili oggetto di studio rilevate nel campione in funzione del consumo sostanze (tra parentesi sono
riportati i valori delle deviazioni standard)
Non bevitore Bevitore occasionale Bevitore abituale moderato Bevitore abituale forte
(a) (b) (c) (d)
M F Tot. M F Tot. M F Tot. M F Tot.
Autoefficacia regolatoria 37.37 40.14 39.91 32.89 35.84 34.37 33.32 35.07 34.09 30.86 31.43 31
(5.35) (4.40) (5.03) (4.27) (4.46) (4.56) (5.87) (5.70) (5.82) (5.67) (6.13) (6.48)
Sensation seeking 20.37 19.47 19.87 22.53 23 22.76 27.39 23.83 25.82 26.68 25.43 26.38
(5.40) (6.17) (5.84) (5.56) (5.11) (5.27) (4.59) (5.05) 5.08 (4.09) (4.28) (4.09)
Approvazione amici droghe 3.23 3.43 3.34 3.53 4.10 3.83 4.13 4.41 4.25 4.74 5.29 4.87
(0.99) (1.14) (1.08) (0.90) (1) (0.98) (0.72) (0.84) (0.78) (1) (0.49) (0.94)
Modellamento amici droghe 3.19 3.32 3.27 3.68 4.11 3.89 4.39 4.77 4.56 5.45 5.14 5.38
(0.86) (1.08) (0.99) (1.06) (1.15) (1.11) (0.72) (0.77) (0.76) (1.22) (0.38) (1.08)
Test post hoc Scheffé:
Autoefficacia regolatoria: a < b, c < d; Sensation Seeking: a, b < c, d; Approvazione amici: a, b < b, c < c, d; Modellamento amici: a < b < c < d.
M. Smorti, P. Benvenuti, A. Pazzagli

tipi di consumatori. Tale analisi ha mostrato che esistono differenze si-


gnificative tra i consumatori di droghe in relazione al tipo di legame ri-
ferito alla madre (Chi-quadrato = 17.32; g.l. = 9; p < .05) e al padre (Chi-
quadrato = 27.14; g.l. = 9; p = .001). In particolare, in relazione al padre,
i non consumatori riportano soprattutto un legame di costrizione affet-
tuosa, i consumatori occasionali soprattutto un legame basato sul con-
trollo senza affetto, i consumatori abituali moderati soprattutto un legame
debole mentre per quanto riguarda la madre i consumatori abituali mo-
derati hanno un tipo di relazione soprattutto basato sul controllo senza
affetto.
Per quanto riguarda le differenze di genere, i risultati sono già stati
riportati precedentemente nella tabella 5.

5. Discussione

La ricerca aveva lo scopo di approfondire il ruolo e il peso che al-


cune caratteristiche personali, familiari e sociali hanno nel mediare il con-
sumo di alcol e di droghe da parte degli adolescenti.
In relazione al consumo di alcolici è stato rilevato che circa un
quarto del campione non ha mai bevuto alcolici, la metà li beve occa-
sionalmente e un altro quarto li beve abitualmente. I dati sulla frequenza
del consumo di alcolici confermano quanto rilevato dall’Istituto Superiore
della Sanità (2004); inoltre, il fatto che i maschi consumino alcolici più
frequentemente delle femmine conferma quanto emerso nel contesto ita-
liano (Bonino et al., 2003) anche a livello nazionale (Istituto Superiore
della Sanità, 2004).
Per quanto riguarda il consumo di sostanze, è emerso che circa i tre
quarti del campione non hanno mai fatto uso di droghe, mentre quasi la
totalità dell’altro quarto ne fa un uso abituale. Degno di nota è il gruppo
dei ragazzi che usa abitualmente le droghe leggere e frequentemente le
droghe pesanti (consumatori abituali forti) che, seppur esiguo numerica-
mente, costituisce a nostro parere un gruppo ad alto rischio. In effetti,
se da un lato la frequenza anche plurisettimanale con cui viene assunta
la marijuana lascia intravedere un’elevata dipendenza da droghe leggere,
dall’altro il concomitante e ripetuto utilizzo di droghe pesanti lascia sup-
porre un’escalation nel consumo di sostanze che rende ancora più facile
la dipendenza. Inoltre, il fatto che la ricerca di sensazioni forti aumenti
progressivamente al crescere del rischio, oltre a confermare quanto
emerso già in precedenti ricerche (Donohew, Hoyle, Clayton, Skinner, Co-
lon e Rice, 1999; Kopstein et al., 2001), lascia intravedere, soprattutto
nei consumatori abituali forti, un gusto per lo «sballo» e per l’alterazione

72
Fattori di rischio e protezione nel consumo di alcolici

della coscienza dovuto alle droghe che può rendere ancora più facile
l’instaurarsi di una dipendenza da sostanze. Tuttavia, come alcuni autori
hanno rilevato (Igra e Irwin, 1996), il consumo maggiore di droghe tipico
dei soggetti che ricercano sensazioni forti potrebbe essere dovuto anche
ad una minore percezione del rischio legata a tali attività.
In relazione all’ambiente sociale, inoltre, il confronto tra le varie ca-
tegorie di consumatori indica che, sia per quanto riguarda l’alcol, sia
per quanto riguarda la droga, gli adolescenti più coinvolti in questo tipo
di consumo sono anche quelli che hanno un maggior numero di amici
che consumano queste sostanze. Il fatto che, all’aumentare del coinvol-
gimento personale, aumenti anche il coinvolgimento degli amici, sem-
bra confermare il ruolo che la condivisione di attività riveste nella scelta
del gruppo dei pari. A questo proposito, infatti, è stato rilevato che la
scelta degli amici è frutto di un processo di influenza reciproca in cui la
selezione dei compagni avviene sulla base di affinità di interessi e, a sua
volta, la condivisione di tali attività rafforza ulteriormente la somiglianza
tra pari (Engels e ter Bogt, 2001). Tuttavia, come si è detto, la scelta di
condividere tali attività all’interno del gruppo di amici è frutto anche della
relazione instaurata tra i compagni in termini di potere. In questo caso, il
fatto che la convinzione di resistere alle pressioni dei pari sia molto alta
tra i non consumatori e diminuisca progressivamente nelle altre catego-
rie di consumatori lascia supporre che il consumo di alcol e di droghe
da parte dell’adolescente sia frutto di un processo di influenza sociale.
Inoltre, in relazione al consumo di sostanze, si conferma il processo di
modellamento e di approvazione da parte degli amici già rilevato da pre-
cedenti ricerche (Hindelang et al., 2001; Bonino et al., 2003).
Risulta da quanto detto che il gruppo dei pari riveste un’importanza
fondamentale in relazione al consumo di droghe: attraverso l’approva-
zione, il modellamento e la pressione che esso esercita, può influenzare
il consumo di sostanze da parte dell’adolescente. I giovani consumatori,
che come emerge dalla ricerca risultano più soggetti alle pressioni dei
coetanei, sembrano quasi «sprovvisti» di capacità personali e relazionali
che permettano loro di gestire l’influenza degli altri. Potrebbe essere al-
lora utile, per questi ragazzi, progettare interventi di promozione alla
salute che aumentino le abilità sociali, rafforzino l’autoefficacia regolato-
ria, permettendo loro di resistere alle pressione dei pari e incrementino
l’assertività favorendo una maggiore forza nelle decisioni prese. Interventi
adeguati a tal fine potrebbero essere quelli di self-empowerment da rea-
lizzarsi attraverso focus group e workshop esperienziali in piccoli gruppi
con role-playing.
Infine dai dati emergono differenze significative nel rapporto con i ge-
nitori tra le varie categorie di consumatori di droga. I non consumatori,

73
M. Smorti, P. Benvenuti, A. Pazzagli

infatti, riferiscono un rapporto di costrizione affettuosa da parte del pa-


dre, i consumatori occasionali un legame genitoriale basato sul controllo
senza affetto e i consumatori abituali moderati soprattutto un legame de-
bole riferito al padre, confermando quanto rilevato in precedenti ricerche
(Torresani et al., 2000).
Questi risultati indicano insomma che il controllo da solo non è suf-
ficiente a proteggere il figlio dal consumo di stupefacenti. La capacità di
un genitore di mantenere col figlio un rapporto anche a distanza, quando
quest’ultimo è lontano da casa e in compagnia degli amici, infatti, non
può non implicare un legame affettivo e affettuoso il cui significato, ap-
punto, opera anche in assenza del genitore.
Non possono tuttavia, allo stato attuale delle nostre analisi, essere
escluse altre ipotesi interpretative. Per esempio, il fatto che i non consu-
matori riferiscano un rapporto di costrizione affettuosa lascia supporre
che il mancato consumo di sostanze possa essere favorito anche da un
atteggiamento di iperprotezione e di ipercontrollo paterno che lasciano
poco spazio all’autonomia e alla libertà di decisione. Ci si potrebbe al-
lora domandare se questo legame, che sembra mettere gli adolescenti
al riparo dal rischio di consumo droghe, non possa esporli al tempo
stesso ad altre forme di disagio di tipo ansioso o depressivo già rilevato
in precedenti ricerche (Muris e Merckelbach, 1998). Inoltre, il fatto che i
consumatori occasionali riferiscano un legame genitoriale caratterizzato
da controllo senza affetto potrebbe indicare che il consumo di droga
abbia un significato di ribellione ad un rapporto con i genitori costrittivo
ma poco affettuoso, tipo di legame, che, d’altra parte, sembra favorire
la manifestazione di disagio internalizzato; a questo proposito, infatti, è
stato verificato come un legame genitoriale caratterizzato da iperprote-
zione (Mackinnon, Henderson e Andrews, 1993) e da uno scarso affetto
(Rodgers, 1996) sia correlato negli adulti con la manifestazione di forme
depressive (Parker, 1983b).
Per quanto riguarda l’altro tipo di consumo, quello degli alcolici, con-
trariamente alle nostre ipotesi, non emergono differenze nel legame con i
genitori tra le diverse categorie di bevitori.
Il fatto che non vi siano differenze nel rapporto con i genitori tra i
consumatori di alcolici ma che invece emergano diversi stili genitoriali tra
i consumatori di droghe è facilmente comprensibile se si considera il di-
verso modo in cui gli adolescenti possono venire a contatto con queste
due sostanze. In effetti, come tipico della tradizione italiana, il primo in-
contro con le bevande alcoliche avviene quasi sempre in famiglia, in oc-
casione di feste e ricorrenze, e, anche in seguito, non sono infrequenti
le situazioni in cui il consumo di alcolici avviene in compagnia di adulti e
parenti, oltre che di coetanei e amici (Bonino et al., 2003). I genitori e gli

74
Fattori di rischio e protezione nel consumo di alcolici

altri adulti in genere non solo offrono il contesto in cui il consumo di alco-
lici viene attuato (ad esempio, le feste e le ricorrenze), ma trasmettono
anche i significati attribuiti al bere che, nella nostra cultura, sono legati
alla convivialità e all’allegria condivisa (Bonino, 1998). Proprio per il fatto
di essere socialmente accettato, tuttavia, il consumo di alcolici può avve-
nire con una relativa libertà da parte degli adolescenti e non necessita di
particolari attenzioni da parte dei genitori.
Diversamente, il consumo di droghe avviene generalmente al di fuori
del contesto familiare e del controllo genitoriale. Fare uso di droghe signi-
fica infatti avere contatti con persone legate alla fornitura e allo spaccio
di sostanze e disporre di ambienti in cui si possano consumare. Inoltre,
dal momento che il consumo di droghe avviene generalmente in compa-
gnia di coetanei e lontano dal controllo parentale, per essere messo in
atto esso richiede un’elevata autonomia da parte del giovane e, quindi,
uno scarso monitoraggio da parte dei genitori.
Ulteriori indagini sono necessarie per comprendere meglio in che mi-
sura il legame genitoriale di «costrizione affettuosa», che costituisce un
fattore di protezione per quanto concerne il consumo di stupefacenti, sia
un fattore di protezione per quanto riguarda altri disturbi internalizzati o
altri problemi di tipo evolutivo. Resta inoltre da capire meglio in quali con-
dizioni il consumo di alcol, che nella nostra cultura può avere una origine
«fisiologica» di tipo familiare, diventi un comportamento a rischio, special-
mente quando si associa ad altre condotte come la guida pericolosa.

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[Ricevuto il 5 giugno 2007]


[Accettato il 5 gennaio 2008]

Alcohol and drug use in adolescents: risk and protective factors

Summary. The main purpose of this paper is to study alcohol and drug use in adolescents.
It is our aims also to analyse the impact of some personal, familiar and social variables on alcohol
and drug use. 436 participants (214 males; 222 females) aged fourteen to twenty-two years were
recruited for the present study. A set of tasks consisting in: Drinking Scale, Drugs use Scale, Peer
disapproval of health risk behavior Scale and peer modelling of health risk behavior scale (Jessor,
1993), Regulator Self efficacy scale (Bandura, 2001), Sensation seeking scale – form V (Zucker-
man, 1994), Parental Bonding Instrument (Parker, Tupling and Brown, 1979) were employed. Data
analysis showed different type of drug and alcohol users. Moreover, drug use was related with
personal, social and parental variables; alcohol use, indeed, was related with self efficacy and
social variables.

Keywords: Alcohol, drug, adolescent, self-efficacy, sensation seeking, parenting style, peer
influence.

Per corrispondenza: Martina Smorti, Dipartimento di Scienze neurologiche e


psichiatriche, Università di Firenze, Viale Morgagni 85, 50134 Firenze. E-mail:
smortimartina@katamail.com

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